Giocata del 18/11/2016 dalle 15:09 alle 20:48 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Come se il tempo potesse in qualche modo enfatizzare la tensione dei due giovani amanti, oggi a Konoha piove, forte tra l'altro, non una pioggerellina qualunque, ma un acquazzone,che trapassa i vestiti, gelido e umido, il principio di un tifone se così si può dire. In tutto questo la casa dei genitori di Kaori è li, in tutto il suo stile e ben più che dignitosa presenza. All'entrata sentite il "toc" ripetitivo di una fontanella in bamboo che raccoglie l'acqua da una parte e che il peso porta di nuovo a terra, versando quanto raccolto. Sotto la tettoia che da alla entrata lasciata semi aperta, la madre di Kaori [ --> http://eskipaper.com/images/redhead-anime-girl-1.jpg] con i capelli legati indietro in uno stile prettamente formale da donna sposata attende la figlia. Osservandola azzarda un sorriso luminoso verso la figlia sollevando la mano destra. Non dice nulla lasciando che i due si avvicinino mentre lo sguardo si fissa su Raido, scrutandolo seriamente, quasi fosse intenzionata a leggerlo nel profondo, non facendone segreto in effetti mentre li attende in modo che possano avere il libero accesso per entrare in casa. Il padre ancora non si vede, probabilmente dentro casa. [ambient per Kaori e Raido,...si ci sono le prospettive per una chiacchierata amichevole. turni liberi]
<La pioggia ci mancava...> borbotta Kaori osservando con aria preoccupata l'acquazzone che cade scrosciante ed incessante dal cielo. <La pioggia> ribatte brontolando e scuotendo appena il capo, sistemandosi i capelli in un'altra crocchia vaporosa e morbida per tenere raccolti i lunghi capelli. Se deve bagnarsi almeno spera di non dover sentire la folta chioma attaccata al corpo. Assieme al kiriano si ritrova ad uscire dall'albergo per dirigersi, fianco a fianco, verso casa propria dove avrebbe voluto presentare l'Oboro alla sua famiglia. La prima volta che questo succede e per cui si sente davvero nervosa, a disagio. Non sa come suo padre avrebbe reagito all'idea di conoscere il suo ragazzo, il suo atteggiamento solitamente severo e austero le è a volte imperscrutabile e perciò spera che almeno sua madre si riveli contenta di quell'incontro. È sempre stata una donna gentile e paziente, meno dura di suo padre e più comprensiva per quanto egualmente severa in fatto di educazione e regole. La chuunin indossa, come promesso all'albino, il kimono che ha acquistato a Kiri durante il loro viaggio di alcune settimane prima. Esso è composto da un haori bianco dalle maniche ampie e lunghe percorse da una trama di ciliegi rosa e rossi ed un obi scarlatto a cingerle la vita in un gran fiocco dietro la schiena. Le cosce son coperte invero da una gonna a ruota che scivola morbida e graziosa fino a poco sopra le ginocchia in un ostentare di trine e merletti che la fan quasi apparire come una bambola. La gonna è anch'essa immacolata, bianca, con fiori di ciliegio che s'arrampicano su rami sottili ed eleganti per la sua altezza. Delle calze candide coprono le di lei gambe dalle ginocchia fino ai piedi ove porta dei sandali tradizionali perfetti per quel tipo d'abbigliamento. Preso in prestito un ombrello dall'albergo ove alloggia il kiriano -per quanto possa esser utile sotto quell'acquazzone- i due si dirigono fino ai quartieri residenziali della Foglia ove ella abita. <Okay, andrà tutto bene Raido. E' solo una chiacchierata per conoscere i miei genitori, andrà tutto bene.> Ma lo sta dicendo per rassicurare lui o se stessa? Probabilmente a entrambi. Il chakra scorre già vivo nel suo corpo e grazie ad esso cercherebbe di formare sotto ai piedi una patina di chakra tale da garantire una maggior stabilità e aderenza al terreno, onde evitare di scivolare e cadere sulle pozzanghere che quel diluvio sta formando per il Villaggio. Andrebbe ad incanalare l'energia lungo gli arti inferiori per poi concentrarla nei piedi e farla fuoriuscire dagli tsubo ivi posti andando a modellarlo in una seconda suola posta sotto la pianta degli stessi. Una volta arrivati nei pressi dell'abitazione andrebbe a guidarlo lungo il cortile d'ingresso nel giardino fino a vedere sua madre in loro attesa dinnanzi l'ingresso, sotto la tettoia della casa. Andrebbero a raggiungerla, fianco a fianco, salendo i gradini dell'abitazione ed un sorriso timido andrebbe a palesarsi sul volto della kunoichi. <Madre.> la saluterebbe con un inchino del capo e del busto. <Lui è Raido Oboro, jonin dell'Erba> andrebbe a dire rivolgendo uno sguardo all'albino. <Raido, lei è mia madre, Amane Kusato, ex special jonin di Kusagakure> una rapida presentazione prima di umettarsi nervosamente le labbra. <Papà è dentro... vero?> domanderebbe allora guardando la donna, un profondo respiro a venir preso per ricercare una calma profonda. [Rilascio Avanzato del Chakra] [chakra: on] [ansia: on] [Pressi casa] Il triste giorno è arrivato, giorno in cui deve fare la conoscenza del genitore di lei o meglio, i genitori in quanto riesce a scorgere la madre in lontananza. Il disagio è tanto per questa situazione, il giorno prima, in preda alla furia, avrebbe voluto ucciderle il padre e ora si ritrova a doverlo incontrare. Non nega di essere agitato per questa situazione anche se cerca di non lasciar trasparire niente di troppo evidente. Diversamente dalle altre volte, quest'oggi è vestito con un pantalone elegante cucito su misura che arriva fino alla vita per poi fermarsi sotto l'ombelico; ai piedi ha delle calze bianche con delle scarpe basse e nere di provenienza cinese. Sul busto vi è una maglietta intima bianca la cui estremità è chiusa all'interno dei pantaloni mentre sul corpo intero ha posto un qipao color argento che parte dal collo fino ad arrivare alle caviglie riuscendo a sfiorare i piedi; i bottoni chiusi sono posti sul lato destro dell'indumento chiuso fino al collo, le maniche sono girate verso l'esterno mostrando il tessuto bianco che vi è all'interno. Nella mano sinistra tiene l'ombrello che Kaori ha preso dall'albergo, alto, sopra le loro teste per evitare di bagnarsi sotto quel temporale improvviso mentre nella mano destra ha la shirasaya, ovvero un bastone da passeggio lungo dal polso del Jonin fino a terra al cui interno vi è la lama di una katana. Non è indifferenza la sua bensì abitudine; non ha mai usato tale arma prima d'ora se non come, appunto, semplice bastone da passeggio. Cammina piano, lento con al fianco Kaori cercando di raggiungere l'abitazione<Lo spero>spera di non doversi alterare o fare ciò di cui potrebbe pentirsi amaramente in futuro. Oltrepassa l'ingresso, il portico dirigendosi nel cortile in compagnia della chunin per poi ritrovarsi dinanzi alla di lei madre. L'ansia sale ma un piccolo sorriso si forma sul volto, cerca la calma, la tranquillità. Il busto si piega in avanti, gli occhi vengono leggermente chiusi mentre esegue un inchino al cospetto della special jonin<E' un piacere fare la vostra conoscenza signora Kusato>è un piacere si, almeno lei sembra essere una persona pacata e normale ma il problema viene dopo...il padre, è lui il problema della giornata di oggi. [Chk on][Shirasaya on] La donna formalmente, osserva Raido per poi occuparsi della figlia <Kaori> sorride felice di vederla nel suo modo molto riservato <non avete preso freddo spero? oggi è un tempaccio...non era proprio necessario> afferma gentile tirando un leggero sospiro prima di rivolgersi al Kiriano <ah..molto piacere Raido san è un onore, toglietevi le scarpe quando entrate, ho preparato delle ciabatte per voi> afferma la donna aprendo di più la porta fermandosi quando la figlia le chiede del padre. Chiude gli occhi sconfortata e anche leggermente infastidita e riprendendo la calma solita annuisce sempre in modo cordiale <si, si trova in salotto, vi sta aspettando per la cerimonia del tè> afferma la donna entrando all'interno facendo cenno di seguirla qual ora fossero pronti <ah, il bastone, che scortese, non sapevo che Raido san fosse ferito> afferma la donna guardando il bastone da passeggio pensando letteralmente che fosse dovuto a problemi fisici. Ad ogni modo li guida verso il salotto, dove al centro, seduto a gambe incrociate vicino ad un tavolino, si trova il padre fermo come una statua con uno sguardo truce che non osserva altri se non Raido. [https://pre06.deviantart.net/781e/th/pre/i/2014/192/d/c/kyassuru_hyuga_by_reveni-d7q8d2o.png] capelli grigi, sguardo turpe, abiti eleganti e pesanti per via del tempo, sembra un imperatore vicino a quello scanno mentre con movimenti che rasentano la perfezione, tanto quanto più inquietanti e carichi di rancore prepara cinque tazze da tè per cinque posti differenti per essendo loro in quattro. Non dice nulla, ma attende fissando Raido in attesa di una sua azione, non batte neppure ciglio. [ambient]
La giovane osserva lo scambio di battute fra i due sentendosi appena più sollevata. Sua madre par essere abbastanza tranquilla e cordiale con Raido rivelando il solito carattere gentile ed educato di sempre. <E' un po' di pioggia, non è nulla...> cerca di minimizzare lei nonostante la tempesta che infuria appena oltre il portico antestante la casa. Dopotutto in qualità di ninja non può certo farsi frenare dai problemi del tempo, per cui cerca di prendere il tutto con filosofia sorridendo alla madre. Lascia che i due si presentino e salutino e, all'invito della donna, rivolgendo una occhiata al giovane, andrebbe ad invitarlo a precederla in casa: dopotutto è lui l'ospite a cui rivolgere gli onori del caso. Andrebbe a seguirlo richiudendo la porta alle loro spalle fermandosi dinnanzi al gradino del corridoio d'ingresso ove vengono riposte le scarpe. Va a sfilare i sandali tradizionali lasciandoli ai piedi del gradino ed infila le ciabatte che la madre aveva precedentemente preparato per loro. A giudicare dall'espressione della donna nel rivelare loro della presenza del marito le speranze della chuunin che tutto potrebbe andare per il meglio si affievoliscono appena. Andrebbe a rivolgere una occhiata di sostegno alla volta dell'albino per poi inspirare a fondo ed avanzare al suo fianco dietro i passi della kusana. Andrebbero dunque a raggiungere il salotto ove Naru siede accanto ad un tavolino nella solita imperiale posa di sempre. Osserva Raido con una occhiata penetrante e continua senza quasi considerare la figura della figlia che, inchinandosi appena all'indirizzo del padre, andrebbe semplicemente a salutarlo con un: <Padre>. Egli non chiosa, non dice nulla, si limita a riempire delle tazze da té che, Kaori può notare, superano in numero la quantità dei presenti. Andrebbe dunque a muovere qualche passo per raggiungere il tavolino e, osservando l'uomo, deglutirebbe silenziosamente per poi schiudere appena le labbra. <Padre. Vorrei presentarvi una persona> insorgerebbe dunque spezzando il silenzio denso e teso della stanza con la sua voce dalle sfumature cristalline, gentili. <Raido Oboro, jonin dell'Erba e...> lo sguardo verrebbe volto verso la figura del kiriano, le iridi a ricercare le sue quasi per trarre da essi nuova forza. <...mio fidanzato.> L'ha detto. L'ha detto davvero! Incredula cercherebbe di trattenere quel coraggio per proseguire nella presentazione con la speranza che il genitore non decida di interromperla o fermarla. <Raido, lui è mio padre, Naru Hyuga, Jonin della Foglia> Le sue mani, durante le presentazioni, andrebbero di volta in volta a levarsi -palmo in su- in direzione della persona appena citata e presentata. Se tutto fosse andato per il meglio, solo allora la giovane andrebbe a chinarsi per sedersi come il padre attorno ad uno dei lati della tavola, al lato del genitore, osservando il numero di tazze riempite sul tavolino. <Padre... attendiamo altri ospiti?> domanderebbe dunque, con fare mesto, sollevando le iridi perlacee alla volta dell'uomo. [chakra: on] [Pressi casa] Gli occhi della donna sono fissi su di lui come è giusto che sia eppure quello sguardo fisso gli mette ansia come se, da un momento all'altro, dovesse arrivare una sfuriata o, peggio, una serie di domande a raffica. Non risponde alla prima domanda in quanto indirizzata a Kaori, resta silente lasciando che sia la chunin a parlare anche per lui fino a quando la parola non gli viene rivolta direttamente. Un cenno del capo, un piccolo inchino nuovamente verso la kusana per poi esordire con quella piccola e misteriosa frase, cerimonia? Cerimonia del té? In cuor suo spera vivamente che sia solo un modo per dire che stanno per prendere una tazza di tè tutti insieme ma ha i suoi dubbi, grandi e grossi dubbi che ciò possa rivelarsi veritiero. Non si fida del padre di Kaori, non gli sta simpatico, specialmente dopo ciò che gli è stato detto, su quella specie di sogno ad occhi aperti e non solo, anche per il comportamento che esso assume nei di lei confronti. Mantenere la calma, questo deve fare e mai cosa può essere considerata più difficile. Lo sguardo va a portarsi su Kaori, la guarda, la scruta anche lui ricercandone gli occhi per notare quel gesto. Sospira, respira cominciando a camminare in avanti verso la soglia della porta sente la frase della donna; apre la bocca per ribattere ma prima che possa farlo si ritrova immerso nella casa. Le scale conducono al piano superiore, piano che, in parte, ha già visitato la notte scorsa. La scarpe nere vengono tolte e poste vicino ai sandali della chunin in favore delle ciabatte preparate appositamente per loro...che donna deliziosa. La tensione cresce minuto dopo minuto man mano che si inoltrano nell'abitazione fino al salotto dove vi è seduto Naru Hyuga, padre di Kaori. Finalmente lo vede. Finalmente lo incontra. Finalmente incontra l'uomo che tortura continuamente il suo sole. Il respiro rallenta ancora e ancora, fa appello a tutte le forze per mantenere un contegno anche se sente che Kaori si ritrova nelle sue stesse condizioni. Vorrebbe saltargli addosso, chiedere spiegazioni riguardo la situazione di Shu, gridare e sbraitare ma facendolo si metterebbe davvero contro tutto quanto il clan e metterebbe in pericolo la stessa Kaori, una cosa che non può assolutamente permettere. Resta al fianco della ragazza, la segue eseguendo quasi gli stessi passi mentre le di lei parole vanno a rompere il silenzio. Gli occhi passano da Kaori a Naru, da Naru a Kaori per poi eseguire un inchino più profondo in sua direzione, molto di più di quanto fatto con la kusana. Gli occhi vengono chiusi<Piacere di conoscerla signore>il tono è il più rispettoso possibile mentre il corpo cerca di restare rilassato. Non si siede, non fa alcun cenno di possibili movimento, almeno finché non riceve il permesso del padrone di casa. [Chk on][Shirasaya on] Non fa alcun cenno quando sente quella conclusione finale della presentazione di Raido. La madre arriva con la teiera di acqua calda portandola al centro del tavolo e lui intanto con tutti gli strumenti del caso ed in modo cerimoniale continuerebbe come se loro non esistessero, o meglio come se Kaori non esistesse. Non risponde neppure subito alla domanda della figlia facendo un cenno con la mano a Raido di mettersi a sedere, quanto più garbato anche se non vi è nulla di garbato nelle sue intenzioni. La moglie si siede accanto a questo prendendo un'altro lungo respiro senza fissare realmente nessuno prendendo tuttavia parola <prego sedetevi di fronte a noi> dall'altra parte del tavolo insomma mentre la tazza vuota si trova nel vertice a sinistra. Solo dopo aver finito con tutte le tazze finalmente il padre prende parole <non abbiamo ospiti> afferma lui con un tono gelido <offro solo le mie umili scuse allo spirito di mio padre per quello che è accaduto> sembra montare con il tono sotto lo sguardo della moglie che a sua volta lo fissa guardandolo male <...ho promesso a tuo nonno che avrei portato avanti l'onore della sua famiglia per generazioni...e ora..mi ritrovo con un Kiriano dentro casa> disgrazia e disonore <quali sono le tue intenzioni?> domanda direttamente tenendo lo sguardo fisso su questo manco avesse appena rapito la figlia. [ambient]
Il fare di suo padre è padrone di sé, della situazione, signore di quella casa e di chiunque vi sia dentro. O quasi. Kaori impallidisce appena nel notare come il genitore paia quasi star ignorando il ragazzo. È abituata a quel suo atteggiamento nei propri confronti, sa che non è mai stato esattamente cordiale o affettuoso da quando lei ha perso l'occasione di essere una rivelazione per il suo clan da bambina, ma che si comporti in un modo tanto gelido nei confronti di un simile ospite è quasi assurdo. Sua madre cerca per lo meno di calmare le acque rivelandosi per lo meno gentile, accomodante, quasi imbarazzata e contraria all'atteggiamento duro del marito. Li invita ad accomodarsi di fronte a loro e Kaori non perde occasione per inginocchiarsi al lato del tavolo indicato dalla madre, una mano posta sulla coscia destra e l'altra a cercare, sotto il tavolo, quella del kiriano, quasi a voler donare e trarre conforto e forza da tale gesto. Il padre, nel mentre, prosegue nella sua preparazione del té rispondendo alla domanda della figlia senza tuttavia guardarla. Le sue parole sono dapprima incomprensibili e lasciano la chuunin ad aggrottare appena le sopracciglia con fare confuso. Cosa vuol dire? Cos'è successo da portarlo a sentire d'aver disonorato la casa di suo padre? E poi la verità giunge dura, implacabile, accompagnata dallo sgomento e dallo sdegno della kunoichi e lo sguardo accusatore della silenziosa moglie. Kaori si ritroverebbe, improvvisa, a sentirsi umiliata, timorosa, osservandolo a labbra schiuse, l'espressione imbarazzata ed oltraggiata da quelle parole. Non può davvero credere d'aver udito un simile discorso... Era certa che mai, mai avrebbe osato rivolgersi in un modo tanto scortese nei confronti di un ospite di tale importanza internazionale, che mai avrebbe mostrato una simile poca accoglienza. Sapeva che non gli sarebbe importato troppo del fatto che lei avesse trovato un compagno, che al massimo gli sarebbe importato verificarne la valenza e le capacità, ma che disdegnasse la presenza di una simile figura... questo davvero non riesce a comprenderlo. <Ed una kusana come moglie. Dunque?> domanderebbe stringendo i denti, con l'espressione dura fissa sul viso del padre, cercando di mantenere la voce ugualmente bassa, quasi stessero amabilmente conversando del té appena servito. Non ha mai risposto tanto apertamente a suo padre, mai sfidata la sua pazienza con risposte impulsive ed istintive, ma non può permettere a quell'incontro di finire male. Non può davvero tacere in quel frangente, col rischio di dover scegliere fra il proprio padre ed il proprio uomo. È tempo che la bambina lasci spazio alla ragazza, alla donna che sta lentamente fiorendo e sbocciando dentro di lei, a quel carattere che ancora fa fatica ad esprimere senza timore, senza paura. La mano sotto il taolo, se fosse riuscita in precedenza a raggiungere quella del kiriano, andrebbe ora a stringersi appena come per volergli dimostrare la sua presenza al suo fianco. [chakra: on] [Pressi casa] Non parla, non si presenta di persona ma esegue un solo gesto per farlo accomodare, un gesto che di educato non ha veramente niente. Stringe le labbra mentre va a rialzarsi rimettendosi in posizione eretta davanti all'uomo. Il busto si muove in direzione di Kaori, pochi passi vengono fatti, la shirasaya viene poggiata sul pavimento per poi andare a sedersi sui cuscini intorno al tavolo. Le gambe vengono incrociate, il deretano del Jonin poggiato sul relativo cuscino mentre lo sguardo si posa su quello del padre. Osserva l'uomo continuare il versare del tè nelle cinque tazze, una in più di quanto serve e la risposta alla domanda di Kaori arriva ben presto. Non hanno ospiti, non vi è nessun'altro con loro, allora perchè quella tazza è presente sul tavolo? E' forse una presa in giro ai danni dell'albino? E' forse qualcosa che lo riguarda. Ancora non lo sa ma sente la mano di Kaori avvicinarsi alla propria, ricercarla ed è lo stesso che osa fare Raido. Muove la propria andando a prendere quella della ragazza, ne afferra le dita sentendo il di lei calore, la morbidezza di quei piccoli arti mentre ode le successive parole dell'uomo ed è qui che lo sguardo si assottiglia e il cuore comincia a battere ben più forte di prima, scusa al defunto? Porta in gioco un morto per ciò che sta accadendo? Una mancanza di rispetto nei propri confronti, un offesa diretta che si conclude con quella frase piena di sdegno, recante un offesa imperdonabile. Sapeva del carattere dell'uomo, Kaori lo ha informato eppure una simile reazione alla sua persona, senza aver fatto niente, non la concepisce minimamente; in quelle poche e semplici parole è presente un accanimento senza eguali, un aggressione pregna di una forza mai vista prima e un energia negativa che non sente da molto, molto tempo, praticamente da quasi 10 anni. Non sa cosa lo sta trattenendo dal parlare liberamente, rispondere a tono ma forse è la sua istruzione da Kiriano che lo trattiene, il rispetto per i superiori e gli anziani, per coloro più grandi di lui e su questo Naru non può essere discusso. Ma se si passa al ruolo nella società, essi hanno lo stesso grado, la stessa influenza a livello politico ma non solo. In quelle parole viene denigrata Kiri, viene denigrato il suo villaggio, il posto che lo ha cresciuto, allevato dopo la morte dei genitori. Gli occhi restano puntati sull'uomo, lo sguardo non è di sfida ma allo stesso tempo non vuole apparire debole, sottomesso o..sconfitto; deve tenergli testa in qualche modo, ribattere a quelle parole, attaccare ma con una certa...eleganza nel farlo, più avanti però<Niente che possa disonorare la vostra famiglia>una risposta secca, decisa. Non vuole disonorare gli Hyuga, non vuole togliere il rispetto dovuto a quel clan. [Chk on][Shirasaya on] <una Kusana che ha deciso di vivere all'interno del clan Hyuga, non paragonare le tue decisione alle mie pensando di essere nel giusto> afferma il padre freddando Kaori sul nascere senza neppure guardarla per poi occuparsi di Raido il quale risponderebbe con una risposta che non lo soddisfa. Tace e prende un lungo momento per bere la sua tazza. Respira chiudendo gli occhi per poi riprendere <lo deciderò io cosa non disonora la mia famiglia, ma cercherò di essere più specifico allora> afferma seriamente <la parola fidanzata sarò alla antica ma significa prossimi alle nozze> molto all'antica <non utilizzerei in altri frangenti tale termine, sopratutto senza il mio permesso, di conseguenza cosa hai in mente di fare? Kaori è un ninja di Konoha e sopratutto una Hyuga e come tale possiede il dono del Byakugan, un dono, di quelli più rari ed antichi, che non possiamo permetterci di lasciarlo incustodito, quindi voglio una chiara risposta, quali sono le tue intenzioni? come vuoi risolvere il problema che si presenta davanti?>
Le parole dell'uomo portano la genin a boccheggiare per un istante prima di richiudere le labbra e tacere. Le stringe fra loro in una linea sottile, dura, chinando di poco il capo come quando viene messa ogni volta a tacere da una fredda e perentoria risposta dell'uomo. La mano posta sulla coscia destra va a stringersi con forza a pugno, mentre sente il viso avvampare appena. Non vuole peggiorare le cose, deve stare bene attenta a non sfidare la sua pazienza. Lo conosce, sa quando può azzardare una risposta e quando è meglio rimanere in silenzio e, in questo momento, non è affatto il caso che lei apra bocca. Lascia che Raido risponda avvertendo la tensione e la difficoltà dietro quella semplice frase e respira a fondo, andando ad afferrare con la destrorsa la tazza di té dinnanzi a sé. La solleverebbe lentamente, con eleganza, sorseggiando quel liquido ambrato con fare teso. Ode le parole del padre e si ritrova ad alzare lo sguardo verso di lui con espressione interdetta, le labbra a schiudersi appena mentre la tazzina viene posta nuovamente sul piattino. Volge il capo verso Raido osservandolo senza sapere cosa dire, cosa fare. Non hanno mai parlato di matrimonio... non ancora, insomma, non dopo solo pochi mesi dall'inizio della loro storia. Sanno cosa provano l'uno per l'altra, sentono di non poter immaginare di continuare senza l'altro accanto, ma nonostante tutto non hanno mai sfiorato l'argomento. Deglutisce silenziosamente voltando il capo, chinandolo appena per osservare il té nella propria tazzina. Non sta a lei parlare, questa volta. Non sta a lei rispondere alla domanda che l'altro ha posto a Raido. È qualcosa che i due devono chiarire fra loro, ora come ora, per poi lasciare a Kaori modo di dire la sua. Dopotutto, di quel che sarà della sua vita, in fin dei conti, spetterà solo a lei decidere. [chakra: on] [Pressi casa] Purtroppo ha il padre ha ragione su questo piccolo argomento, deve dargliene atto. Una decisione giusta e buona quella fatta dall'uomo e ora è Kaori a trovarsi nel torto, non può cambiare questa situazione e di certo ora sono in svantaggio rispetto all'uomo. Continua a guardarlo mentre la destra si solleva andando a prendere la tazza di tè, la porta alla bocca cominciando a sorseggiarlo; gli occhi per qualche secondo mentre si gusta quella bevanda calda e confortante<Ottimo tè>commenta mentre posa la tazza sul tavolo che ha davanti. Ammette di trovarsi davanti a uno dei tè più buoni che il suo palato abbia mai gustato prima d'ora ma nonostante ciò continua ad ascoltare le parole dell'uomo. Il capo si muove di lato mostrando un espressione ci assenso, in fin dei conti non ha torto nemmeno questa volta. Il capo famiglia è lui e come tale è lui a decidere cosa porta onore e cosa porta disonore alla famiglia, ha ragione ma il discorso prende una piega ben diversa da quello che ha immaginato. Una singola parola scatena in lui tutta questa reazione, solo perchè è un uomo all'antica, fin troppo all'antica e ciò significa che devono stare attenti anche a quali parole usano per evitare di fraintendere qualcosa. Resta silente, lo lascia finire senza interromperlo mentre gli vengono ripetute quelle domande precedute da un ragionamento giusto e corretto. Il byakugan è un abilità particolare e molto ricercata ultimamente e questo non piace nemmeno a lui ma è certo che Kaori sarebbe più al sicuro a Kusa o Kiri con l'albino piuttosto che a Konoha con la figura del padre e la presenza di un potenziale clan di assassini<Non voglio sposare vostra figlia, non ora almeno>è troppo presto per entrambi, lei è giovane e lui ha la vita troppo incasinata per permettersi il lusso di mettere su famiglia già adesso. E' un ninja in piena attività ancora, i suoi doveri gli impediscono di avere una vita abbastanza stabile per creare qualcosa<Non sarò io a risolverlo. Lei ha la sua famiglia a Konoha e obbligarla a seguirmi mi da fastidio. Sarà lei a decidere e io agirò di conseguenza>se sceglie di vivere a Konoha allora è lui che deve spostarsi nel paese del fuoco. Tanto non ha nessuno, non ha una famiglia da cui tornare, non ha qualcuno che lo aspetta a Kiri o a Kusa, è da solo, completamente solo. [Chk on][Shirasaya on]Ascolta in silenzio quello che dice Raido dopo che la figlia non pronuncia nulla. Corruga la fronte finendo di bere mentre questa volta sta alla madre muovere una domanda <allora perdona il pensiero prematuro di mio marito ma dimmi, cosa ci trovi in Kaori..e tu Kaori cosa ci trovi in lui?> sorride cercando di dare ai due l'opportunità di raccontare la loro storia <come vi siete conosciuti?> in guerra ovviamente ma vuole che siano loro a dirlo. i due genitori nel frattempo si scambiano delle occhiate di fuoco rendendo palese chi è dalla parte di chi. <...donna> borbotta mentre si sente un "tunf"improvviso dopo un leggero spostamento da parte della madre di kaori che intanto sorride verso la copia <...e va bene, dato che ha dato a te il compito, Kaori, figlia, cosa avresti intenzione di fare dopo? come risolveresti il problema che hai adesso?> domanda seriamente guardandola una volta tanto.
Ora tocca a lei scegliere, dunque. Sa che la domanda di suo padre sta per arrivare, sa che la risposta di Raido porterà ad un suo intervento. Sente nell'aria la domanda aleggiare tesa e silenziosa fra loro, attorno a quel tavolo improvvisamente troppo piccolo. Ma prima che l'uomo abbia tempo di dire qualsiasi cosa, ecco che sua madre interviene coi suoi modi gentili nel tentativo di mettere i due più a loro agio, di capire al meglio ciò che intercorre fra loro. Kaori la guarda con una scintilla di tenera riconoscenza nello sguardo abbozzando un sorriso felice, candido, che va in seguito a mostrare al kiriano voltando il capo verso di lui. Andrebbe a carezzare il dorso della sua mano col proprio pollice prima di inspirare lentamente e schiuder le labbra morbide. <Ci siamo conosciuti a Konoha. Al monumento ai caduti, poco prima dello scoppio delle aperte ostilità in campo kusano> va a dire lei volgendo il capo verso la madre e, di riflesso, al padre essendo seduto accanto a lei. <Era venuto a rendere omaggio ai nostri defunti. L'ho incontrato per caso e abbiamo parlato per qualche ora prima di salutarci> le racconta semplicemente senza approfondire troppo gli argomenti affrontati quella prima sera. <In seguito l'ho incontrato a Kusa quando sono partita in missione per l'Erba. Abbiamo combattuto fianco a fianco, mi ha offerto un posto dove stare, un po' del suo cibo.> Il tono si fa morbido, gentile man mano che le parole scorrono ed il cuore si scalda al ricordo di quelle settimane vissute nella casa nel bosco. <Mi ha aiutata ad affrontare la guerra con la giusta forza. Ha dato risposta a domande che mi portavo dietro da tempo, mi ha aiutata ad affrontare e risolvere dei dubbi che mi impedivano di credere in me stessa e ha avuto fiducia in me.> .. <E' una persona gentile, buona che crede fermamente nei suoi valori. Non è solo un grande guerriero ma anche una persona meravigliosa pronta a proteggere innocenti mai visti prima col proprio corpo. È nobile ed altruista e c'è qualcosa che non riesco a definire che mi lega a lui. Razionalmente non saprei dire cosa sia ma...> le gote si colorano appena di un rossore gentile, dolce, mentre lo sguardo si china appena sulla sua tazza mezza piena, imbarazzato. <...dopotutto l'amore non è razionale... no?> la voce è bassa, tenera, quasi vacilla in quell'ultimo timido dire. Suo padre par quasi seccato di questo fastidioso intermezzo e si ritrova ben presto a volgersi verso la figlia con fare serio, puntando su di lei lo sguardo per la prima volta dall'inizio di quell'incontro. La ragazza alza lo sguardo puntandolo in quello di lui ritrovandosi a schiudere le labbra, ad inspirare dalle piccole narici fino a gonfiare appena la cassa toracica nel suo petto. Avverte quasi la minaccia sotto quelle domande, l'aspettativa dietro quei quesiti. Sostiene il di lui sguardo tacendo per diversi istanti prima di espirare piano e trovare la forza di procedere nella sua risposta. <Non lo so, padre.> risponde con disarmante semplicità fissando le iridi perlacee in quelle gemelle e più forti di lui. <Non ho programmi per quel che sarà di me fra una settimana, un mese o un anno. Sono un ninja. Potrei morire domani o fra due mesi in una missione o in una guerra improvvisa> il tono è calmo, basso, non par agitata sebbene dentro di sé il cuore batta impazzito contro il petto. <Non trovo necessario programmare un futuro che potrebbe non arrivare mai. Sicuramente non metteremo su famiglia tanto presto... Io sono giovane e la mia carriera ninja è ancora al suo inizio. Lui stesso è ancora un guerriero in attività e non avremmo modo di occuparci di un matrimonio o di figli> Si ferma un istante respirando piano, a fondo. <Ma se i Kami ci arrideranno e le nostre forze non ci tradiranno... conto sì, di avere un futuro al suo fianco. E se sarà qui a Konoha o meno non è una mia scelta. Ma *nostra*.> Il cuore accelera ancora, queste ultime parole l'agitano immensamente ben conscia del fatto che suo padre potrebbe, sicuramente, non apprezzare il loro significato. Ma è quello in cui crede, quello di cui è convinta. Non sta a lei decidere del loro futuro, ma è qualcosa di cui dovranno discutere assieme ed esserne entrambi convinti. Mettere sul tavolo ciò che si è disposti a perdere e cosa no. Una scelta che, per ora, non vede motivo di fare. [chakra: on] [Pressi casa] Dopo aver detto la sua e aver fatto a scaricabarile su Kaori, cosa di cui non ne va fiero ma almeno si è tolto un peso e, in più, è davvero quello che pensa alla fine. Spetta a lei la decisione perchè lei è il suo presente e futuro, o almeno lo spera. Resta silente mentre è la Kusana a intervenire ponendo un quesito ben più difficile da rispondere e molto più intima di quanto non sembri ma a questa ne segue un altra. Gli occhi si portano sulla special jonin e poi, per la prima volta, puntano verso il basso. Cosa ci trova in lei? Ci sarebbero tante cose da dire, forse persino troppe e alcune di esse sono talmente intime che dirle a un genitore può risultare imbarazzante. Non ha idea di cosa dire, non ha idea di quanto possa spingersi in la con le parole<Beh, non è facile trovare le parole per descriverlo ma sto bene>alza lo sguardo rivolgendolo verso la Kusana in quanto è lei ad aver posto la domanda<Dopo anni mi sento bene ed è merito suo. Lei è speciale>ma non basta, sa benissimo che non basta e che dovrebbe dire di più, dovrebbe osare di più e poi la sente. Come si sono conosciuti, i vari passaggi dei loro momenti a Kusa uno dopo l'altro, avventura dopo avventura e i ricordi tornano a affiorare nelle di lui mente; ripercorre i vari momenti vissuti con lei in quel di Kusagakure per poi sentire ciò che lei "trova" in lui lasciandolo spiazzato. Tante parole, una più bella dell'altra mentre lui non sa cosa dire, non riesce a dire altro, non ha parole per descriver tutto ciò che sente, che deve in lei giorno dopo giorno. Vorrebbe aprire la bocca, di poco, lasciarla aperta ma si trattiene, trattiene lo stupore, quasi a voler indicare una certa commozione<Lei è ciò che io non sono e non sarò mai...innocente, gentile ma nemmeno io non so cosa dire e non credo di poterci mai riuscire. Non ci sono parole per descriverlo>commenta l'uomo schietto, non esistono e non può farci niente, non può inventarsele di punto in bianco solo per dire qualcosa o per far sentire loro qualcosa. Resta silente lasciando che Kaori risponda al padre, parla di morte, di un futuro non pianificato perchè potrebbe morire da un momento all'altro ed è una cosa che non può accettare, non può sopportare. Lo sguardo va verso il capo famiglia, lo fissa<Non so quale tipo di pregiudizio abbia verso i Kiriani>in un certo senso si è scocciato e ora vuole parlare liberamente<Non so quale tipo di pregiudizio abbai in generale ma non lascerò che Kaori corra rischi, l'ho promesso a lei e lo prometto a voi>ha promesso di tenerla al sicuro, di impedire la di lei dipartita anche a costo della propria vita se dovesse rivelarsi necessario<Sono venuto qui per conoscerla, per conoscere la famiglia di Kaori e per dimostrarvi che lei è al sicuro>è determinato, non a fare colpo ma a imporre il proprio pensiero, imporre la validità dei fatti. [Chk on][Shirasaya on] I due rimangono in silenzio ascoltando entrambi. Non dicono nulla e lo sguardo dell'uomo si, incredibilmente, tranquillizza. Kaori probabilmente è la prima volta che vede l'espressione contrita del padre diventare più rilassata, quasi....morbida. Ad un certo punto si sente come se della roccia si frantumasse quando il suo volto si rilassa in un'unica espressione neutrale, quasi incuriosita. <ah, che orario, perché non ti fermi Raido san? ho preparato un'ottima cena per l'occasione, avevo voglia di conoscerti da un po' e poi mi sono dovuta subire l'ansia di questo vecchietto> L'uomo la guarda severamente cercando di riprendere un tono di dignità ma la donna in modo inarrestabile va verso la cucina <è inutile che mi guardi così sai, sei un vecchio ansioso perché qualcuno ha toccato la sua bambina, non mi spaventi> afferma la donna in uno slancio notevole tale ad essere paradossale mentre ride piuttosto felice <e poi Raido San voglio sapere tutto su Kiri, ho sempre voluto scoprire di più riguardo a quel paese> una volta scomparsa al di la della cucina il padre prende un lungo, lunghissimo sospiro continuando a guardare il duo, chiude di nuovo gli occhi assottigliando le labbra prendendo parola <allora, se le cose vanno così, ne riparleremo quando sarà il momento, per ora sei......sei.....> cerca di prendere fiato mentre lo dice ma il risultato un uno stridio di denti <più che benvenuto alla mia tavola, anzi...mi sentirei disonorato se non accettassi di rimanere a cena> e così più o meno con una situazione abbastanza...normale? un padre che preferisce vedere chi ha davanti? una madre che è contenta per la figlia di trovare un buon partito? e forse, altre ottime occasioni per migliorare, ma per ora la pioggia si dirada e una luna splende sopra le vostre teste [end ambient]
Le parole di Raido non possono far altro che intenerirla, commuoverla sebbene si tratti di poche semplici parole. Lei sa cosa v'è dietro di esse, quanto possa essere per lui imbarazzante parlare di ciò ai suoi genitori e per questo le bastano anche quelle poche frasi a capire il sentimento dietro di loro. Sua madre pare altrettanto toccata da quel dire e suo padre... suo padre... pare sollevarsi. Si dimostra più rilassato, più morbido, come se improvvisamente la rigidità che da sempre l'accompagna fosse scomparsa nel nulla dissolvendosi attorno a loro. Kaori l'osserva schiudendo di poco le labbra, sbattendo le palpebre, altalenando lo sguardo confuso fra lui e sua madre. Madre che, gentilmente lo invita a cena con uno slancio di allegra familiarità. Il modo in cui si rivolge al marito, in cui lo apostrofa, porta Kaori a guardarlo con rinnovata sorpresa. Era... geloso? Preoccupato? Era davvero in pensiero perchè la sua bambina sta crescendo? Il solo pensiero che questo possa esser vero le smuove qualcosa dentro che la porta a sentirsi pervasa di un calore avvolgente, come di un abbraccio improvviso. Un sorriso commosso, intenerito, si distende sulle labbra della chuunin che, osservando il padre, andrebbe semplicemente a guardarlo con tenerezza. <Sto bene, papà. Starò bene> cercherebbe di rassicurarlo in un dire basso, dolce, accorato, che si disperde nel momento in cui la madre chiede al kiriano qualche informazione sulla sua terra natia e in cui il padre, cercando di riacquistar compostezza e serietà, si rivolge all'albino. <Benvenuto a casa, Raido> andrebbe allora a sorridere Kaori finalmente sollevata sporgendosi appena verso di lui per lasciargli un piccolo bacio su una guancia. Il peggio par proprio essere passato mentre la kunoichi, alzandosi, andrebbe a rivolgersi alla madre con rinnovato entusiasmo. <Mamma, ti aiuto ad apparecchiare allora!> andrebbe a sorridere teneramente accompagnando la donna a controllar la cena lasciando dunque soli i due nuovi uomini di casa. [End]