Mekura at work

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con Mekura

20:34 Mekura:
  [Officina] Hanno appena finito di cenare e la donna si è congedata più o meno da tutti, informandoli che l'avrebbero trovata a lavorare la pelle. Da molto tempo non lavora su un progetto più complesso, la lavorazione della pelle può essere un lavoro complesso. L'officina è una ala della casa, la più grande tra i vari spazi e non a caso. Essere benestanti ma comunque vivere modestamente è un vantaggio, ma prima o poi dovrà pensare di vendere anche le sue creazioni e costruirsi una vera e propria collaborazione con qualcuno. Il suo è principalmente al momento uno studio personale più che un luogo di lavoro, ma del resto ancora non ha un progetto, una sua creazione che si può definire..sua. Al tempo il suo maestro gli ha spiegato che per diventare tale bisogna conseguire la costruzione di un oggetto che sia la sua prima opera maggiore, qualcosa che evidenzi stile e tecnica unici, personali, individuali e perfettamente rifiniti. Riguardo alle sue opere deve decidere che cosa fare: ovviamente dalla sua pelle chiede elasticità e resistenza, una buona qualità. Prende tempo infilandosi il grembiule addosso, sopra i vestiti legandolo dietro la schiena con un ficco semplice. <uff> sospira strusciandosi le mani tra loro afferrando un book da disegno abbastanza grande, mettendolo sul tavolo per poi afferrare una matita morbida e dall'impasto grasso con il manichino da modello davanti a se. Batte leggermente la punta della matita sulla carta sospirando per poi massaggiarsi la spalla destra. <hum> mugugna tra se e se abbassando la matita sul foglio per poi andare ad aprire il libro di anatomia, con i vari muscoli esposti <...> Lo studia un po' iniziando a riprodurre la forma dell'avambraccio destro, cercando di riprendere i punti che a lei interessano sul contorno, cambiando colore verso l'interno, usando il rosso per i muscoli e il verde per la zona delle vene. la luce è piacevole, permette di lavorare bene e senza sforzare gli occhi [ch on]

22:27 Mekura:
  [officina] Continua a lavorare iniziando a guardare la posizione che devono avere i ganci e quanto devono essere grandi per non danneggiare la parte della pelle e non essere scomodi. Prende un lungo respiro guardando meglio e cercando di pensare a delle alternative sulla posizione della "cerniera". Prende un lungo respiro allontanandosi per guardare meglio il lavoro borbottando tra se e se <Si ma lo spazio tra le cuciture così è troppo poco> Afferra un'altro foglio continuando a disegnare dei modelli delle alternative alla evoluzione del suo pensiero riguardo alla costruzione fisica dell'oggetto: una polsiera che si adatti all'arto senza ostruirlo o impacciamo o ferirlo. Continua a lavorare pensando ad una falsa apertura, qualcosa che serve a cingere ulteriormente l'arto nascondendo le prime cinghie, ma ancora la cosa non la convince, in qualche modo è tutto troppo riduttivo, di già visto, di non adoperabile o conveniente. <forse devo pensare più in semplice> borbotta tra se e se mentre continua a tamburellare con la matita sul foglio di carta vicino allo schizzo appena disegnato. [ch on]

22:59 Mekura:
  [officina] Allungherebbe le mano vero il prototipo più interessante, ovvero una polsiera in due livelli: lo strato formato da una fascia di cuoio che rigirato attorno al braccio si ferma verso l'interno con una apposita cerniera, mentre l'interno è formato da cordoni che permettono la regolazione del oggetto attorno al braccio stringendo più o meno in modo da non essere di impaccio. Il design tra l'altro era basato sulla muscolatura presente nella mano e pertanto protegge l'osso coprendo l'intera superficie don un rinforzo in pelle, che tiene rigida la zona ma permettendo comunque tutti i movimenti necessari. <si questo andrà bene. Si solleva in piedi muovendosi verso un bancone da lavoro più ampio per la concia,Afferra un carta modello iniziando a lavorare sopra per il piatto, ovvero tutte le parti che vanno assemblate insieme ma distese interamente. Costruirebbe la parte centrale, ovvero la parte interna creando quindi due forme simili. Fatto questo le taglierebbe andando a poggiare sopra la pelle lavorata. Con una matita nera grassa ne segue la forma della maschera e cerca di lasciare la traccia sulla pelle. Quindi afferrando un paio di forbici spesse e grosse inizierebbe a tagliare il grosso attorno alle due forme. Dopo averle liberate la donna afferra le parti e calcolerebbe la distanza dal bordo e le parti in cui va la foratura. Calcolerebbe quindi la posizione dei punti e la segnerebbe sopra la pelle. Prende un lungo respiro guardandoli di nuovo una volta conclusa quella parte andando poi a prendere gli strumenti di foratura, dei perni che spinti contro la pelle creerebbero un foro ben preciso. Comincia dai punti più grandi con un perno specifico, per poi passare uno a più punte, simile ad un pettine e spingerebbe vicino al bordo lungo tutto il bordo. Prende un lungo respiro una volta conclusa una delle due forme guardandola contro luce per assicurarsi che sia tutto in ordine. <ok...bordature> commenta la ragazza tra se e se prima di sentire una presenza <hum?> si guarderebbe indietro e troverebbe Ken che la sta guardando <oh? Ken, ma ciao> è già con il suo pigiama e con tanto di bambolotto dietro, adorabile <hum? ho fatto così tardi?> guarda in direzione del orologio e annuisce <eh si, ho fatto tardi...ti devo dare la buona notte> sorride verso questo il quale sembra molto sveglio al momento <...perché non rimani qui con me? hum? così mentre lavoro giochiamo un po' e stiamo insieme, sto iniziando a sentire una certa solitudine e non mi dispiacerebbe raccontare una storia a qualche bambino che non ha troppo sonno> afferma la ragazza sorridendo verso questo mentre Ken mostra uno dei suoi sorrisi migliori. [ch on]

23:39 Mekura:
  [officina] Fa un pat pat con la mano sinistra sullo sgabello accanto a lei invitandolo a sedersi accanto a lei prendendo un lungo respiro <allora, che storia ti racconto hum? hum...> mugugna sorridendo mentre afferrando delle cordature di pelle tinta di rosso, inizia a creare un occhiello alla base facendo sfilare i lacci nei buchi in modo da annodarli attorno ai buchi in modo da creare un ulteriore rinforzo per il bordo e nel mentre inizia a narrare. <c'era una volta, una rondine, una piccola rondine che se ne stava per terra, ora le rondini stanno sui nidi, ma lei non era preoccupata, perché la sua mamma ed il suo babbo l'avrebbero protetta. Il papà era un grosso bue, mentre la mamma era un piccolo ma piccolo maialino che sorrideva sempre> sorride la ragazza facendo segno con le dita <si non erano la sua vera mamma ed il papà, ma erano comunque la sua famiglia e li adorava come se fosse loro e lo stesso per loro> continuerebbe lungo tutto il bordo dando la forma al bambino in modo che potesse aiutarla <un giorno, il grande vento, così lo chiamava la rondine soffiò sulle sue ali e la sospinse lontano verso un...grande albero e sai chi ha trovato li? suo fratello, un grande rondone che sposato ad una gatta, il rondone promise alla rondinella di insegnarle a volare, ma non lo fece. Così la rondine impaziente nel suo beccare tra i rami degli alberi incontrò un grande corvo, famoso e famigerato per la sua fama buona e cattiva, con grandi marchi ovunque il suo corpo...per un po' di tempo il corvo insegnò alla rondine e si amarono, ma il rondone non era d'accordo e cercò di strillare così forte da cacciarla ed isolarla da tutti...un giorno anche il corvo la lasciò andare e non trovando più una casa in quel albero decise che era meglio allontanarsi vivendo nelle fronte più basse e meno appariscenti> stringe i cordoni e sigilla i bordi in modo che non si scoprano <una storia un po' triste vero? ma sai, la morale della favola è che alla fine senza quel dolore la rondine non avrebbe trovato il lupo, il suo amato> afferma lei con calma afferrando la forma di cuoio per poi poggiarla sul tavolo <il lupo era meno potente del corvo, ma era altrettanto nobile e tormentato, voleva al principio solo giocare un po' con la rondine, ma alla fine si accorse che non potevano fare più a meno l'uno dell'altra> sospira <ma le rondini non sono fatte per la terra e in preda alla gioia ha volato così veloce che ad un certo punto ha perso il lupo e non lo ha più trovato e guardandosi indietro, suo fratello allo stesso modo erano scomparsi, tutti se ne erano andati, tranne il corvo che gli disse dove cercare e la rondine volò contro vento e contro i fulmini, volò contro il vento che l'aveva portata all'albero e ferita arrivò ad un lago. Cercò le impronte del lupo dove il corvo gli aveva detto....ma non trovò nulla. a quel punto la luna si affacciò dallo specchio d'acqua> afferma avvicinandosi, andando ad afferrare l'altra forma iniziando a bucare anche questa. <quindi, la rondine si avvicinò ed incontrò una carpa, questa le chiese "hei, cosa ci fai nell'acqua? gli uccelli non galleggiano, non nuotano, ma volano" e la rondine rispose astiosa "e le carpe non parlano, boccheggiano" si insultarono l'una con l'altra, "faccia da triglia!" afferma una "struzza senza gambe!" rispondeva l'altra..alla fine litigò così tanto che non abbe più le forze, si guardarono entrambe e la carpa sorrise "lo so perché sei qui, non troverai nessun lupo, perché cercarlo?> si ferma prendendo la storia sul personale dato che infondo è una allegoria alla sua esistenza <La rondine allora, non più volendo rimanere li decise che seppur ha amato il lupo allo stesso modo doveva amare se stessa, smise di soffrire e si lanciò verso il luogo che le apparteneva, il cielo. Lo fece così bene e urlò così forte che le sue ali cambiarono, così come il piumaggio ed è così che rinacque come drago> afferma lei sorridendo ancora finendo la stia <il drago da allora, decise di ricordare il bue e il maialino facendo quello che avevano fatto a loro volta: si occupò di una splendida cerva bianca e di un cucciolo dal pelo nero e da un occhio splendido e lucente...non sapeva di cosa però, un orsetto?> ridacchia osservandolo prima di portare una mano verso la testa di questo <o una anatrina hum?> continua a giocare con questo prima di prendere un lungo respiro <..sai il morale della favola Ken? sentirsi soli, sentirsi fuori luogo, sentirsi non accettati o abbandonati, può succedere e può succedere che ad un certo punto siamo costretti a prendere una strada difficile per cercare noi stessi..e alcune volte potrebbe non servire, ma l'importante è sempre tenere conto di quello che ci hanno dato, che sia brutto e cattivo, perché ci hanno formato per quello che siamo ora e dobbiamo amare quello che siamo è il solo modo per diventare dei draghi, indomabili in cielo ed in terra> [ch on]

00:26 Mekura:
  [officina] Una volta finito di parlare lo lascia un po' in pace andando a guardare i due lavori iniziando a prendere un'altro cordone dello stesso colore e coprirebbe i vari buchi passandoci il cordone all'interno. <tieni qui per favore> chiede questa consegnando la forma di cuoio alle manine del bambino che una volta preso tra le mani inizia a tenerlo fermo guardando il suo genitore <grazie> afferma lei iniziando a lavorare in modo da inserire i cordoni fin all'ultimo buco. A quel punto tirerebbe cercando di fare un nodo in modo da sigillare la bordatura <tieni forte ok?> domanda retorica verso il bambino. Finito la ragazza appoggerebbe il lavoro sul tavolo e prendendo una cordatura più spessa, inizia ad infilarla ed incrociarla tra i vari buchi più grandi, in questo modo unirebbe le due parti creando un'unico pezzo. <hum> si solleva in piedi e va a metterlo infilandolo nel manichino. Stringe di nuovo le corde e controlla la posizione <direi che ci siamo per oggi..> guarderebbe verso la porta osservando Ai appoggiata da una parte che non la guarda, non può anche se punta verso questa, con gli occhi lacrimanti e distrutta mentre ancora sussulta continuando a piangere. <...> Mekura si avvicina a questa seguita da Ken, la osserva e questa si copre continuando a piangere a dirotto piegandosi contro la spalla di Mekura. La Hyuga chiude gli occhi e abbraccia Ai capendo che è rimasta li abbastanza da sentire tutto e capire tutto. <...non c'è bisogno che ti nascondi bambina mia> afferma questa a bassa voce mentre Ken viene inserito nell'abbraccio dalla stessa Mekura in modo da fare un'unico grande abbraccio collettivo tra la famiglia. [ch on]

12:17 Mekura:
 Lascia la presa da Ai toccandole la testa per scostargli indietro i capelli e quindi tornare indietro verso il suo lavoro <porta Ken a dormire, hum? mi faresti questo piacere?> afferma la ragazza andando verso il tavolo dove si trova il suo prototipo. Lo afferra e lo porta su uno scaffale adagiandolo sopra della carta riso, per poi concentrarsi sul ricollocare i vari oggetti, strumenti del lavoro negli scomparti. Si prende un lungo momento lasciando i due figliocci adottivi a raggiungere le loro camere per andare a dormire. Le si attarderà un po' cercando di fare in modo che l'officina sia in ordine e che delle colle per il cuoio non stiano seccando da qualche parte dimenticate o che pennelli atti allo scopo non siano sfibrati o induriti. Si toglie il grembiule piegandolo e appoggiando questo sulla sedia da lavoro per poi stiracchiarsi distendendo i muscoli e prendendo una lunga boccata d'aria. <...> la sera è calma, molto calma, quasi troppo mentre si trova in una bambagia opprimente. La fuori c'è molto, molto a cui pensare, molte cose lasciate indietro, ma li suo lavoro in un certo senso l'aiuta in questo..la focalizza. Si avvicina alla pelle del lupo, quella conservata e ne accarezza il vello, lucido, in qualche modo pungente ma che lascia uno strano effetto sulla pelle, quasi oleoso. Quindi lo metterebbe in confronto con la pelle classica, il bue, osservando come questa fosse effettivamente più grassa e elastica. Continuerebbe così andando ad osservare e toccare le varie pelli concentrandosi su questo fino a quando non si sentirebbe troppo stanca per continuare. [ end]

Semplice free in solitaria Dove Mekura si esercita nella lavorazione del cuoio cercando di costruire un prototipo per un vambraccio.