La retta via

Free

0
0

15:50 Raido:
  [Cascate] Indosso porta un armatura leggera in cuoio fabbricata in proprio a ricoprire ogni angolo del corpo dandogli una maggiore resistenza ai colpi subiti; sopra il busto porta un kimono bianco che corre lungo tutto il corpo fermandosi all'altezza delle caviglie, maniche lunghe e larghe fino al polso. Il kimono è chiuso con una cintura rossa intorno alla vita e, sopra il kimono ha una piccola armaturina in metallo che ne copre il busto avente piccoli spuntoni sulla parte alta del petto che non vanno a intaccare il collo. Sul fianco sinistro ha la sua katana messa all'interno del fodero; sulla schiena, sempre alla vita, sia a destra che a sinistra ha due portaoggetti contenenti 5 tonici del chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno di ciascuno un tronchetto per la sostituzione e 10 fumogeni. Intorno alla coscia di entrambe le gambe vi sono posizionati due porta kunai e shuriken contenenti 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte. Sui polsi di entrambe le mani ha posizionato due fuda, uno per polso; nel polso destro vi è sigillata una nodachi, nel polso sinistro una katana a doppia lama. Sulla cintura che lega la vita ha posizionato un altro fuda, sulla sinistra, con sigillata all'interno una zanbato mentre sul lato destro della cintura un ulteriore fuda con dentro una wakizashi. In più ogni lama è cosparsa di veleno stordente grado S, una sicurezza in più per se. In ultimo, legata sulla schiena, ha lei, la samehada, la grande pelle di squalo ottenuta dal Kokketsu. Essa è avvolta in delle fasce bianche per coprirne le scaglie di squalo il quale hanno il potere di risucchiare il chakra nemico e non solo. Il chakra scorre in corpo, forte e potente come si addice a un maestro di spada la cui lama è elegante e raffinata quanto veloce e letale. Sulla parte destra del collo, in basso, vi sono stampati in rilievo 3 tomoe nere simboli del patto fatto con il diavolo. Per la prima volta da quando ha messo piede sul suolo Konohano, ha scelto di girovagare per conto suo da buona copia. Ha lasciato Kaori alle sue faccende per dirigersi a visitare uno dei posti più famosi del paese del fuoco ovvero la cascata dell'epilogo, luogo in cui si sono confrontati Madara Uchiha e Hashirama Senjuu, due dei ninja più potenti del mondo. L'Oboro si trova li, ai piedi della cascata ad ammirare i resti delle statue, distrutte dal tempo. Gli occhi a muoversi da un resta all'altro, rimugina su ciò che è avvenuto in quel luogo anni or-sono, una battaglia immensa. [Chk on][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

16:08 Furaya:
  [Cascate] Silenzio. Soltanto lo scrosciare delle acque interrompe quel triste pomeriggio. L'inverno si sta lentamente portando con sé il gelo e l'assoluta calma, quella calma che non piace a nessuno, che non è assolutamente come si crede sia. La Consigliera del Villaggio ha preferito uscire dalle Mura dello stesso, affinché potesse raggiungere le Cascate e le Statue di Hashirama e Madara, ormai poste lì come monito, seppur distrutte e danneggiate in buone parti. Sfarfalla le palpebre, guardandosi attorno. Inspira profondamente l'aria pura proveniente da quel piccolo Bosco e dall'odore d'acqua salmastra. Indossa uno Yukata corto di colore nero, con dei fiori di ciliegio disegnati lungo tutto il tessuto. E' stretto in vita da una cintura nera, fatta di tessuto simile a quello dello Yukata. Tra questa e l'abito, precisamente sulla sinistra, sorregge la Katana nell'apposito fodero. Attorno alla coscia destrorsa, vi è una Tasca Porta Kunai e Shuriken, accompagnata dalla Tasca Porta Oggetti sul medesimo lato, precisamente sul gluteo. Tra i capelli, or corti arrivanti più o meno a metà collo, vi è il Coprifronte della Foglia in bella vista. Ai piedi, ha un paio di sandali ninja di colore nero, metallici e resistenti, dello stesso materiale dei vambraci, posti sugli avambracci e nascosti dalle lunghe e larghe maniche dell'abito stesso. Alle mani, porta un paio di guanti anch'essi neri, con placca metallica al di sopra del dorso. Sui polsi, vi sono, inoltre, dei Fuda, all'interno dei quali ha sigillato la Falce ( a destra ) e la Naginata ( a sinistra ). Tutte le armi "pesanti" con sé, sono ovviamente avvelenate. Si avvicina, dovendo riuscire altresì a notare una figura dal lungo crine bianco, mai visto prima sicuramente. Non parla, non nasconde neppure il rumore dei suoi passi. Non ha alcun interesse nel litigare o attaccar briga con qualcuno. Le braccia scendono inermi lungo i rispettivi fianchi. < ... > Rimugina su chi possa essere, essendo egli su terreno Konohano e dovendo ella controllare effettivamente che tutto sia apposto. < Salve. > Si decide. Si limita solo ad un singolo saluto. Chakra, ovviamente, Attivato. [Chakra ON]

16:21 Raido:
  [Cascate] Un posto unico e rilassante, questo rappresenta la cascata, un luogo mistico e strano allo stesso tempo. Essere li, il giorno della battaglia è un desiderio che molti esprimono e Raido è uno di questi. Ammirare le antiche potenze del villaggio della foglia all'opera, coloro che hanno fatto la storia di questo mondo, famosi persino a Kirigakure, l'unico paese ninja isolato e staccato da tutto e da tutti. Non passa da qui da mesi, da quando ha fatto visita al Kage prima di giungere a Kusagakure e combattere quella battaglia contro il consiglio. Inspira ed espira, l'aria esce da bocca e naso mentre gli occhi permangono fissi sulle statue, un privilegio poterle adocchiare ma qualcosa attira la sua attenzione, dei rumori, dei passi in avvicinamento alle proprie spalle. Non fa cenno alcuno, resta fermo e immobile ad aspettare che qualcosa accada, un attacco? Plausibile ma la sua natura di copia gli dona un vantaggio, essere capace di sparire da un momento all'altro per tornare dall'originale e riferirgli ogni cosa ed agire di conseguenza. Il capo resta diritto, non viene smosso dalla propria posizione e poi una voce irrompe nel silenzio della valle della fine. Una voce femminile che spinge il Jonin a voltarsi. Il busto viene ruotato verso destra, i piedi si muovono permettendo lo spostamento dell'Oboro fino a mostrarsi alla figura della Nara alle proprie spalle. La riconosce, sa chi è, Furaya Nara, consigliera di Konoha. Resta per qualche secondo a guardarla, squadrarla<Salve consigliera>un cenno del capo verso il basso mentre il busto si piega di qualche grado in avanti in segno di rispetto; le palpebre vengono chiuse mentre esegue quella sottospecie di inchino fatto a metà per poi risalire tornando a guardarle il viso. [Chk on][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

16:40 Furaya:
 Mantiene le spalle rilassate, le braccia lungo i rispettivi fianchi. Il capo va a chinarsi verso la propria spalla nel momento in cui sentirebbe le altrui parole. Che la sua fama la preceda, ormai, non è più un mistero. Tuttavia, lei ne resta interdetta ogni volta. < Stavo per dirti come fai a sapere-- Ma ovviamente è una domanda piuttosto futile. > Avvicina il pollice alle labbra, precisamente ai denti, i quali mordicchiano l'unghia per un breve istante, prima che il braccio venga riportato - dopo averlo ovviamente sollevato - verso il basso. Muove appena qualche altro passo, il tempo necessario a raggiungere l'altrui figura e a fermarsi, però, a circa un metro di distanza. < Potrei sapere il tuo nome? > Sarà anche famoso lui stesso, ma c'è da dire che la Nara non s'è mai mossa da Konohagakure ed è sempre stata impegnata a fare altro tutto il tempo, come a difendere Konohagakure o semplicemente a smistare scartoffie che siano nel proprio Ufficio alla Magione o come compiti del Capo Clan. Per non parlare, dei suoi doveri "segreti" da Generale Anbu. Praticamente, non ha tempo neanche per vivere. Resta ferma sul posto, non volendo far altre domande al giovane Oboro, dal momento che non ha interesse nel disturbare la quiete altrui. Tuttavia, pensava a sua volta d'essere sola in quel luogo che potremmo definire commemorativo al pari della Prateria della Memoria. Inoltre, non ricorda di averlo visto aggirarsi nel Villaggio, ergo potrebbe anche essere di fuori. Si trova, poi, fuori dalle Mura di Konohagakure. Non può certo fidarsi a primo acchito. E Kaori, d'altro canto, non le ha fatto presente questo piccolo dettaglio. Espira, infine, cedendogli la parola, ma donandogli comunque estrema attenzione. [Chakra ON]

16:57 Raido:
  [Cascata] La fama della consigliera la precede senza dubbio, persino lui che viene da Kiri ha sentito parlare di Furaya Nara, figlia di Ryota Nara, l'uomo che ha cercato di distruggere tutta l'alleanza ninja. La donna che ha combattuto la quarta grande guerra mondiale dei ninja, insomma, ne ha fatte di cose<Tutti conoscono l'eroina della foglia>un piccolo nomignolo, almeno è così che la chiamano dalle sue parti, l'eroina della foglia e no, non un nuovo tipo di droga sintetica. Resta fermo sul posto tirandosi su da quel formale inchino fatti pochi attimi prima ma il nocciolo della questione arriva praticamente all'istante. Il suo nome...deve pronunciare il suo nome ma ancora per poco tempo e dopo potrebbe desiderare di non averlo mai conosciuto. Ha una piccola informazione da darle e sa già che non le piacerà, non le piacerà per niente<Raido Oboro, ex Jonin di Kirigakure e ora Jonin di Kusagakure>come presentazione dovrebbe essere più che sufficiente, un nome compreso di cognome con un grado a dimostrare la sua validità, dovrebbe essere a posto, almeno da quel punto di vista. Fissa la donna, ne osserva gli occhi notando un piccolo particolare, ovvero che è la seconda Konoha ad avere occhi fin troppo belli, la prima è Kaori ovviamente però è strano, avrebbe dovuto parlargli di lui dopo quello che è successo ma forse non lo ha ritenuto necessario<Vorrei ringraziarvi per l'aiuto che ci avete dato a Kusa. I vostri shinobi sono davvero in gamba>come cominciare un discorso, un discorso la cui fine è praticamente scontata<Però, neanche a farlo a posta, sono qui per vederla..anche>in pratica non è li per lei, è li anche per lei, mettendola in questo modo in seconda posizione rispetto alla Hyuga. Non sa da dove cominciare e non vuole saperlo, aspetta soltanto che sia la ragazza a chiedere, a dire qualcosa per farlo iniziare ma è il disagio è tanto, forse troppo e teme la di lei reazione a quella notizia. [Chk on][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

17:24 Furaya:
 < Tsk. Eroina della Foglia. > Abbassa lo sguardo verso il terreno, sospirando. < Forse una volta. > Non accetta che, nell'ultima battaglia, non sia stata lei l'ultimo avversario di suo padre, bensì - com'è altresì giusto che fosse - l'Hokage in persona. Gli ha dato il colpo di grazia, quando invece poteva graziarlo e metterlo in catene. Sapeva benissimo, però, che, così come Ryota aveva salvato Kuugo dalla prigionia, qualcun altro con le medesime intenzioni avrebbe potuto fare altrettanto. Non v'era nessun'altra soluzione da aggiungere. Con questi ricordi ancora ancorati nel cuore e nella mente, non riesce a vivere in pace. E nonostante siano passati tre anni, nulla sembra ancora essere sufficiente a farle dimenticare quel dettaglio. < Ow, ci sono stata a Kirigakure. > E.. ora che l'hai detto? Sbatte le palpebre, proseguendo nell'ascoltare la di lui presentazione. < Piacere di conoscerti, Raido. > Un Jonin esattamente come lei. Interessante. Inspira ed espira regolarmente, facendo sì che anche il cuore continui a mantenere costante il proprio battito. < E' nostro dovere aiutare i Paesi dell'Alleanza. Se necessario, scendiamo in campo senza alcun problema. Inoltre, conosco il nuovo Hasukage. In un certo senso, è come se gli dovessi un favore. Volevo scendere io stessa in campo, ma il mio posto è qui. > Si stringe nelle spalle, piegando la testa verso la spalla mancina, aggraziata. Ovviamente, non intende dire che gli Shinobi hanno aiutato Kusagakure soltanto perché lei doveva fare un favore all'Hasukage. Specifica, infatti, che avrebbe preferito prendere parte lei stessa alla battaglia, ma per un motivo vincolante al Villaggio di appartenenza, ha deciso di rimanere. Le forze che han mandato in aiuto son bastate, ergo non c'era davvero di che preoccuparsi. < Spero che adesso il Villaggio si stia riprendendo. > Ammette, sollevando le braccia le quali si piegherebbero sotto il seno. < Uh? > Ne osserva la lunga chioma, prima di soffermarsi nuovamente sul di lui volto e sui di lui occhi. < Per quale ragione in particolare? > Non comprende, poiché non l'ha mai visto prima. < Se si tratta di qualcosa che concerne il Villaggio, sarebbe preferibile tornare a Konoha. > Non molto distante dalla Cascata. D'altro canto, non immagina minimamente cosa lui sta per dirle. [Chakra ON]

17:52 Raido:
  [Cascata] Un eroina è per sempre, una buona azione non si dimentica facilmente e una come lei dovrebbe saperlo perfettamente<Il suo nome riecheggia ancora. La fama non è qualcosa che si perde, specialmente dopo tutto quello che lei ha fatto per il suo paese>un piccolo sorriso viene esibito nei confronti della Jonin qui presente. Non si avvicina ma resta fermo e immobile nel suo posto, le braccia perpendicolari al corpo, le mani aperte e rilassate che penzolano senza troppi problemi<Davvero? Eppure non l'ho vista per il villaggio, ci è andata di recente?>domanda curioso, possibile che abbia perso la visione della ragazza? Possibile che Hotsuma non l'abbia mao informato della di lei visita? Strano, eppure è il secondo dopo il Kage a Kiri, non dovrebbero esserci segreti per lui all'interno del villaggio<Il piacere è mio>un cenno del capo verso il basso mentre ode ciò che viene detto dalla ragazza, qualcosa che gli fa piacere in fin dei conti. Sorride ancora ma non parla, resta silente ad ascoltarla ancora<Si, direi proprio di si. Sono in corso le ricostruzioni del villaggio, tutti i cittadini stanno collaborando>tutti quanti si danno da fare ma per ora il discorso del villaggio viene accantonato per qualcosa di più importante. La domanda viene fatta, diretta e concisa<No, non riguarda il villaggio ma voi direttamente>comincia a parlare iniziando a pensare a quali parole usare per rendere il tutto meno spiacevole<Io sono cugino da parte di padre, suo, di Kurako Senjuu e so che avevate una storia, quanto importante sia stata non lo so>parole difficili stanno per uscire dalla bocca dell'Oboro, una brutta situazione quella in cui si trova il Jonin ma deve farlo, è giusto così<Perciò mi sento in dovere di dirvelo personalmente>prende tempo rimandando il momento fatidico ma per quanto ancora? Non può aspettare oltre<A seguito di un..diverbio con Yukio, l'Hasukage...Kurako ha perso la vita e ora il suo corpo è a Kusa>stringe le mani in due pugni, sigilla le labbra lasciando il tempo alla ragazza di elaborare la notizia<Mi dispiace>. [Chk on][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

19:00 Furaya:
 Alza gli occhi in sua direzione. Lo sa perfettamente cosa voglia dire sentir il proprio nome riecheggiare in ogni dove. Un nome, però, può portar con sé Onore - come, magari, nel caso della Nara - o Disprezzo - come nel caso di suo padre -. Quando, però, queste due cose son così vicini.. < Lo so. Ma non trovi che, da una parte, questo sia.. negativo? > Sbatte le palpebre. < Ti spiego. > Sposta il peso corporeo da una gamba all'altra. < Il nome di un Nemico famoso per la sua Crudeltà viene ucciso. Nonostante questo, le sue gesta, il suo nome-- verranno ricordati finché tutti quelli che lo conoscevano non saranno morti. E, nel caso in cui avvenga, anche i loro discendenti ne parleranno ancora. > Cosa intende dire con questo? Non termina, infatti, ancora il discorso. < E se questo nemico ha commesso atti veramente atroci, il ricordo del suo nome e della sua smania di potere.. > Non sta parlando di Ryota. E' solo qualcuno che gli assomiglia inverosimilmente. < ..non saranno annullati, ma verranno ricordati. E' questo, secondo me, il lato negativo dell'essere ricordati. Un altro dettaglio.. > Deglutisce, approfittandone per riprendere fiato. < ..è quando si gode di un'ottima reputazione che, però, viene macchiata per via di un solo e singolo atto negativo. Le persone, in tal frangente, non ricorderanno più le cose buone fatte, bensì soltanto quella negativa. > Gesticola con la mandritta. Il suo par tanto un monologo. < Non trovi, Raido? > Per lei, d'altro canto, sembra del tutto sensato quel discorso appena compiuto. Tuttavia, vuol anche che sia il Jonin a parlare, a dirle per quale motivo voleva vederla. < C-Cugino di Kurako? Non me ne ha mai parlato. Tu sai dov'è? > Lascialo parlare e capirai da te. < Non importa quanto lo sia stata. Ha fatto comunque molto per me. > Difatti, si son separati nella maniera più docile e umana possibile, mantenendo il loro legame unito al Rispetto che entrambi provavano. < ... > Comincia già a sentir caldo - esatto, non freddo: quando si ha il potere dello Yoton, il gelo non può esistere - nell'istante in cui annuncia che deve dirglielo personalmente. Il cuore accelera nel petto, ma il volto resta imperscrutabile. Le iridi azzurro-cielo permangono rivolte verso le sue chiare. Le labbra si socchiudono, ma non sa esattamente cosa dire. Piega il capo di lato, però, lasciando che i capelli rosei ne coprano la parte superiore del volto. Un battito più forte dei precedenti segna il risveglio inconscio dell'Arte dello Yoton. Due Sfere al centro del petto ( Rossa per il Katon, Marrone scuro per il Doton ) si uniscono, roteando dapprima su loro stesse come se volesse richiamare il Chakra, di per sé già attivato. Lascia che quelle due Forze che si attraggano, si avvicinano. Non permette loro di fermarsi, non cerca di arrestare in alcun modo quel sentore di Morte che porta con sé quel Potere. Pur volendo, non ha forza né volontà necessaria per fermare l'inevitabile. L'unica pecca di quell'immenso Potere sono le Emozioni a cui è legato. Essendosi creato quando era profondamente arrabbiata verso il suo Carnefice, nel momento in cui avrebbe dovuto morire, quando questi eventi nuovamente si risvegliano in lei, si riconducono allo Yoton insito in lei. E, dunque, nel momento stesso in cui quelle due Sfere si uniscono, ne uscirebbe fuori una soltanto: Nera come la notte di Tempesta di Buia, increspata da sottili venature Rosse come la Lava di qualunque Vulcano. Un Potere che, lentamente, accresce e si agita come in tumulto dentro il di lei corpo. Ne sostituisce ogni singola particella e si mischia al Chakra nelle vene e sotto pelle. Giungerebbe sino alle ghiandole salivari, lì dove solitamente è usato. Ma non solo. Verrebbe altresì esternato senza il proprio reale assenso. Le dita si serrano, forma dei pugni. Lo sguardo resta rivolto verso il terreno, assente. Le labbra socchiuse, le spalle in tensione come ogni fibra nervosa e muscolare del di lei corpo esile. Il braccio destrorso è il primo a palesare quel Potere rubato davanti ad un Kiriano che dovrebbe altresì riconoscerlo, nonostante gli Yoton siano stati sterminati tutti. Non risponde neppure alle primordiali parole del giovane. Non lo ascolta più. Il braccio verrebbe tramutato interamente, ma in realtà è soltanto coperto da una spessa coltre di Lava a partire dalle dita sino ad arrivare alla spalla. Quivi, ridiscende verso il petto dove tutto ha inizio. Il cuore batte sempre più veloce, pompa ulteriore sangue e afflusso di ossigeno. < Tutti.. > Un sussurro. Non urla, non piange, non sbraita. Solo lo Yoton è testimone di quanta furia ci sia DENTRO di lei. FURIA che NON viene esternata per valide ragioni conosciute soltanto alla Nara. < ..coloro.. > Aggiunge poche parole, una dopo l'altra, ma con estrema.. lentezza. La lentezza di chi non si aspetta più nulla dalla vita se non la Morte del corpo stesso! < ..che mi stanno vicino.. > Il tono sembra debole, proveniente da chissà dove.. Forse dalle più profonde e oscure galleria della sua Anima, lì dove lo Yoton nasce. Lì dove il risentimento cresce. < ..prima o poi, son costretti.. > Flebile, atona. Non sembra più lei. Dal bordo del labbro inferiore, sulla sinistra, scende un piccolo rivolo di Lava. Niente che possa danneggiarla in alcun modo essendone già coperta per un quarto del corpo ( spalla, braccio e mano destra, petto ). < ..a lasciare questo mondo infausto. > Stringe i denti, lo sguardo ancor coperto da quei capelli rosei, invisibile all'Oboro. < Porto con me una Maledizione che neanche il tempo può arrestare. > Tono grave, secco al contempo. Inspira ed espira, questo ancora riesce a farlo, nonostante tutto ciò che le sta accadendo non sia del tutto voluto da lei. < Daiko.. Kurako.. Shusui.. Tutti scomparsi o morti.. Tutti spariti dalla faccia della terra solo perché legati a me. > Non comprende che quella sua Maledizione è qualcosa di assolutamente fasullo, che non esiste e che non trascende il tempo. Per lei, ormai, è qualcosa che è legato al di lei corpo nella maniera più veritiera che possa anche solo lontanamente immaginare. La Lava continua ad esternarsi, mantiene quella sua forma.. Rossa incandescente, giallognola e arancio. La temperatura rasenta vette mai viste e, al sol tocco, potrebbe sciogliere anche le ossa. Ma non le proprie. Lei, come ogni Yoton che si rispetti, è immune a quelle fiamme eterne. Non la tangono, bensì la aiutano. La proteggono se necessario e uccidono, se lei comanda. < Mi chiedo se-- > Sembra rilassare i muscoli, alternando - quasi fosse impossibile farlo, avendola vista precedentemente ferma ed immobile sul posto - le inferiori leve di appena qualche passo. Si avvicina all'Oboro. Tuttavia, nell'istante in cui egli potrà già sentire il calore della Lava avvicinarsi ed esternarsi dal corpo della Consigliera, quest'ultima vira il proprio corpo, affinché possa superarlo e fermarsi sul ciglio del dirupo che conduce poi alla Cascata in sé, vera e propria. < --annullandomi.. > Morendo, scomparendo dal mondo in sé. < ..tutto questo possa cessare. > Sbatte le palpebre, cerca di mettere meglio a fuoco la situazione e la valutazione del caso. Il cuore sembra implodere. La Lava si mostra in tutto il suo candore. Scivola dal bordo del labbro, sino al mento. Non ne brucia le vesti, si adegua ad ogni singola cellula della donna, anche le armi, le quali non vengono neppure sfiorate da qualche scalfittura. < Do la mia vita per il Villaggio, per non far morire tutti coloro che si avvicinano a me. > E' per questo che è sempre così distaccata, fredda, insensibile parrebbe quasi in determinate occasioni. Non vuole, non se lo perdonerebbe mai, se qualcuno morisse ancora per causa sua! Sembra una Vedova Nera, ma per la precisione una Mantide Religiosa che uccide i suoi partner. In realtà, non è assolutamente niente. Una povera ragazza indifesa, di appena ventitre anni, che non sa neanche cosa sia la vera vita. Sa soltanto cosa voglia dire perdere qualcuno e mai, nonostante questo, riesce ad accettarlo. Tutt'ora. Lo Yoton n'è l'esempio visivo. Il Dolore che viene esternato tramite la rivelazione di un potere oscuro, nato altresì dal Dolore di essere sfruttata, uccisa, umiliata e non riconosciuta. Chi è in realtà Furaya Nara? L'Eroina della Foglia come decantano a Kusagakure? La Consigliera del Villaggio di Konohagakure, nel Paese del Fuoco, famosa per le sue gesta? La Capo Clan dei Nara, detentrice del Kopijutsu dello Yoton, da lei mai richiesto? Oppure Gekido, il Generale e Comandante in capo delle Forze Militari Anbu, sott'ordine dell'Hokage. Oppure.. E' soltanto un Jonin qualunque della Foglia? Chi è.. Lei adesso? Una figura distrutta dagli anni, dalle vicende alle quali è dovuta passare come preda, come ipotetica vittima. La Morte è davvero l'unica possibilità per salvare la gente che ama e per non ucciderla davvero? Oppure deve far fronte a questo dilemma e smetterla di autocommiserarsi? Dovrebbe anche capire che non tutto è perduto! Ma chi gliela dà questa forza? L'unico che veramente avrebbe potuto era il Senjuu, eppure è morto! L'Hokage? Perché dovrebbe interessarsi? Perché è una Konohana, una Consigliera, diremmo. Però, NESSUNO.. veramente nessuno, può capire fino in fondo le sue Paure, se non vi si scava all'interno. Nessuno può realmente comprendere cosa prova la Nara nel suo cervello, nel suo Io nascosto e più vero. Fuori, ha soltanto una corazza per difendere se stessa da quelle debolezze, per non farle conoscere al mondo intero. Così deve essere un Ninja, così deve essere la sua vita. Non è esattamente quella che vuole, ma evidentemente qualche Kami lassù ha deciso così e lei non è ancora nessuno per decidere della propria vita. Aspetta un'ipotetica risposta, qualsiasi cosa da parte di Raido, seppur non voglia ascoltare nient'altro. Che voglia gettarsi nella Cascata? La sua coscienza radicata ancora glielo impone. Ma il suo cervello ha mai pensato al Suicidio per tutto ciò che ha perso? Vi lascio il beneficio del dubbio, ma la risposta non potrà mai essere del tutto negativa, fino in fondo. [Hijutsu Yoton Lv.4 ON][Chakra: 96/100]

15:11 Raido:
  [Cascata] La fama è un amica volubile, la celebrità viene e la celebrità se ne va, lo sanno tutti ma come dimenticare cosa ha realmente fatto una persona durante l'arco da tutta la vita? Non si può semplicemente, sia che queste azioni siano buone sia che siano cattive. Ciò che una persona compie resta indelebile nella storia per secoli e secoli ma possiamo noi avere le colpe o i meriti di qualcun'altro? Essere presi di mira per ciò che un altro a fatto e noi siamo solo coloro che ricordano. Un pensiero molto controverso e dibattuto nel corso degli anni da chiunque ma nessuno riesce a trovare una risposta, un qualcosa di veritiero o falso. Tutto quanto è giusto e tutto quanto è sbagliato e non c'è altro tipo di soluzione ma, forse, la soluzione si può trovare nelle stesse parole della Nara. Un azione buona viene riconosciuta ma dimenticata presto se ne conseguono altre mentre un azione cattiva viene ricordata per l'eternità andando ad etichettare la persona per sempre però è davvero così? Non nel caso di Furaya, non nella sua situazione per quanto complicata possa essere. Ryota ha compiuto azioni deplorevoli, ha messo in pericolo l'intera alleanza ninja, ha ucciso persone innocente e lei, essendone la figlia, si porta addosso le colpe del padre quando, invece, così non è ed è facile da capire, da vedere. Ryota viene ricordato, ora come fra cent'anni, tutti lo conoscono ed è impossibile far svanire il suo ricordo ma perchè dar credito a un criminale anche dopo la sua morte? Lui rappresenta sia il fallimento che il trionfo di Konoha ed è così che dovrebbe essere ricordato, la prova che Konoha ha vinto contro di lui, della forza e dell'unione del villaggio<Ha ragione ma lasciate che vi faccia una domanda...>respira chinando il capo verso il basso, difficile da pronunciare, difficile da domandare ma la risposta lo è ancora di più Riesce a scorgere i dubbi sul volto della ragazza, li nota fin troppo bene e fare in modo che comprenda ciò che vuole dire è quanto mai difficile<...voi siete vostro padre? Tranne il cognome, qualcosa di voi lo ricorda?>perchè questo? Il discorso è un chiaro riferimento a se stessa, tramite lei vengono ricordate le azioni del padre ma per fare ciò vuol dire che lei è uguale a lui eppure lo stesso Raido, quando l'ha vista non ha pensato a Ryota ma solo alla persona che si è trovato davanti ovvero una ragazza indifesa, con un passato agghiacciante ma anche una donna forte capace di guidare un intero paese. Questo ha visto in lei e non la figlia di Ryota perchè non c'è persona più diversa. Un discorso complicato ma spera che lo possa capire con facilità, spera che possa arrivare a colpire il punto mirato, il punto scelto e farla ragione, farla arrivare al nocciolo della questione. Il suo pensiero è quanto di più negativo ci sia, non vede luce nelle di lei parole, non vede speranza ma solo un oscurità permanente. Gli occhi permangono puntati in quelli di lei ricercandone lo sguardo mentre la mente pensa, riflette a ciò che viene detto dalla consigliera, qualcosa di giusto e sbagliato allo stesso tempo, qualcosa che può essere risolto in modo semplice, conciso, senza sforzi<Le persone ricordano quell'unico atto se negativo se è lo stesso artefice a ricordarlo per primo e a punirsi giorno dopo giorno per averlo commesso. Ma se invece voi andata avanti, a testa alta, nessuno ci farà più caso e ricorderà solo e soltanto ciò che voi fate nel presente e non ciò che avete fatto in passato>ecco la risposta a quel quesito ed è così, lo ha provato sulla sua stessa pelle, lo ha visto con i suoi stessi occhi durante i lunghi anni di carriera ninja in quel di Kirigakure, un luogo afflitto dalle guerre per molto tempo dove la negatività era all'ordine ma quando una piccola luce ha iniziato a risplendere, giorno dopo giorno, il cielo si è rischiarato portando quella speranza, quella vita che Kiri non ha mai avuto, non ha mai assaporato come si deve. Forse è mano esperto della Nara o forse lo è anche di più, non può saperlo ma sa ciò che ha imparato, sa come deve comportarsi in questo tipo di situazioni, cosa dire, cosa fare persino e, nei limiti, ha cercato di far ragionare la donna non potendo osare altro, non potendo osare di più. Forse il discorso è chiuso, forse viene accantonato in favore di altro ma ciò che viene dopo è tutto fuorché solare, felice. Sa cosa vuol dire perdere qualcuno di molto caro e importante e sa cosa si prova nel vedere un estraneo dare questo tipo di notizia<Si, i nostri padri erano cugini>una parentela strana, molto strana e forse quasi impossibile ma il destino fa degli strani scherzi a volte, scherzi che vengono fuori così come possono restare nascosti per sempre senza che nessuno li conosca<Lui non sapeva della mia esistenza, al contrario di me che ho avuto il "piacere" di incontrare mio zio>molto ironico ovviamente. Sa che razza di persona sia lo zia, un uomo viscido, violento che merita la morte senza troppe domande, senza troppi pretesti, morire all'istante, questo è il suo destino ma purtroppo lui non è il fautore della sua morte, non spetta all'albino elargire sentenze..non ancora per lo meno ma a quella successiva domanda resta silente qualche attimo senza dare una risposta effettiva. Non vuole dire niente ma solo donarle ancora qualche attimo di serenità prima dell'infausta notizia, prima di dire cosa effettivamente è accaduto al cugino e poi ecco che escono forti e dirette come non mai. Non è capace di mentire, non può dire il falso, la sua arte, il suo percorso glielo impedisco così come il suo onore di spadaccino. Ha detto che è stato Yukio ed è compito dell'Oboro parlare con l'attuale Hasukage e sistemare questa faccenda. Un evento come la morte di qualcuno di importante non può restare segreto, non può restare nascosto per sempre per evitare delle conseguenze per quante colpe abbia il morto. E' giusto che Furaya sappia, giusto che venga a conoscenza di ciò che è successo al cugino e di come abbia perso la vita; ha omesso la parte del rotolo, il posto in cui il di lui corpo è sigillato solo per lasciare al Senjuu un briciolo di dignità per una fine del genere. Continua a guardare la ragazza la cui bocca, improvvisamente, tace di colpo, la voce perde forza riuscendo a vedere la rabbia e il dolore plasmarsi all'interno dei di lei occhi. Soffre per quella notizia, lo nota, lo percepisce eppure uno strano evento la fa da padrone. Non sa cosa sia ma sente una forza, una grande energia proveniente dal corpo della donna, qualcosa di immenso e potente allo stesso tempo. Forse è solo una sensazione...no, non lo è. Qualcosa in lei si sta risvegliando, qualcosa di inimmaginabile, qualcosa che nemmeno l'Oboro avrebbe pensato di vedere in una non Kiriana. Gli occhi vengono letteralmente spalancati nell'osservare il suo braccio e parte del suo petto venire ricoperti da una strana energia, un potere che ha già visto, un potere che conosce e che ha fatto la storia di Kiri...l'arte della lava. Come fa a trovarsi in lei? Come fa a possedere quell'abilità quando i suoi membri non sono mai usciti da Kiri, quando quel clan è stato ritrovato letteralmente sterminato. Il cuore batte, accelera sempre di più sentendo la pressione sanguigna aumentare a dismisure; la rabbia per quella visione cresce a ogni secondo, il respiro cresce, il petto sta per essere sfondato. Lei, Ryota, entrambi la lava. Il clan Yoton sterminato, distrutto e ridotto a un mucchio di briciole. No. Non può essere stata lei. Non può essere lei l'artefice di un tale misfatto, l'assassina che ha ucciso i membri del clan fondatore che ha fatto la vera storia della nebbia. Non ci vuole credere, non ci può credere. I pugno vengono stretti così forte da causare un piccolo sanguinamento nella parte del palmo. Ha fatto del male a Kiri, ha violato le sue regole prendendosi un potere che non le appartiene ma spetta soltanto alla nebbia stessa. No. No. No. Non è vero, non è assolutamente vero che una cosa del genere sia successa veramente, non da parte sua il cui disprezzo per la figura paterna è così evidente, così solida da poter essere toccata con mano. Trema dalla rabbia, la furia divampa nel suo cuore ma qualcosa lo ferma, qualcosa di più concreto riesce a placare il suo moto, il suo intento omicida. Le sue parole, ciò che viene pronunziato dalla Nara, in qualche modo lo tiene a bada. Parole maledette che indicano una solitudine non indifferente. Così come lui, anche lei ha perso tanto nella vita, le persone più care al mondo, quelle e cui più tiene come lo stesso Kurako a quanto pare, tanto da arrabbiarsi in tale modo ma tra quelle parole, da quelle labbra esce qualcosa, esce un espressione che non avrebbe dovuto dire, non davanti a lui. Maledizione? Lei ha una maledizione con se? Le persone intorno a lei muoiono e questo vuol dire avere una maledizione? Oppure è lei che non riesce a proteggerli preferendo piangersi addosso invece di fare qualcosa di concreto? La rabbia comincia a scemare lasciando il posto alla compassione, la compatisce per questa sua, strana e insensata debolezza. Ha dentro di se una forza spaventosa eppure non riesce a usarla, non riesce a sfruttarla come si deve preferendo maledirsi per ciò che le accade intorno. La lascia avvicinare senza muoversi di un passo, lascia che la distanza svanisca cominciando a sentire il calore pervadere l'ambiente circostante; il corpo sembra sciogliersi, il caldo aumento ma dura solo pochi secondi per poi essere sorpassato, lasciato indietro con solo una scia calda a fargli compagnia. Lo sguardo permane fisso dinanzi a se, resta in quel posizione eretta mentre ascolta nuovamente il di lei dire, le sue parole e ancora quella debolezza insensata traspare dal suo animo. Una voglia di morte per proteggere tutti quanti ma morire è davvero la scelta più giusta? Ha a che fare con una bambina che non è mai riuscita a crescere, non ha mai abbandonato le fasce. Come può essere possibile una cosa del genere. E' davvero lei quella Furaya Nara di cui si sente tanto parlare? E' sul serio lei la leggendaria consigliera che ha difeso il villaggio innumerevoli volte? Non ci crede, è impossibile. La destra si muove, il relativo braccio viene alzato e portato vicino all'elsa della katana racchiusa nel fodero legato alla cintura. La mano si avvinghia intorno all'elsa tenendola in una presa stretta, stringe quella parte e, con un piccolo movimento del braccio, va ad estrarre la katan puntandola verso l'esterno e la punta verso il basso. La respirazione rallenta, il petto diminuisce il suo movimento<Tu non hai nemmeno idea di cosa sia una maledizione>mette da parte ogni formalità di rispetto cominciando a darle del tu per indicare un distacco, un rispetto che decade per le di lei parole. Non merita il suo di rispetto ma allo stesso tempo non merita di tutto ciò che le sta accadendo. Il chakra all'interno dell'Oboro comincia a muoversi, forte e veloce scorre all'interno del corpo del ragazzo, percorre ogni parte del sistema circolatorio infondendo forza, energia. Nel frattempo viene richiamato il raiton, suo elemento peculiare e principale che ha sviluppato nel periodo accademico; esso va a fondersi con il chakra in circolo nel corpo, viene mischiato cercando di creare un energia gialla, gialla come il sole e avente la stessa potenza. Se ci fosse riuscito cercherebbe di far muovere ancora questo chakra giallo provando a convogliarlo all'interno della katana facendolo passare per tutto il corpo fino a raggiungere il fodere in cui essa è contenuta andando ad agire sulla di lei lama, ne amplifica la potenza e, sulla lama, dovrebbe crearsi una patina gialla, lo Zen andando ad allungare la di lama di 45 centimetri. Lo zan viene richiamato, il potere del suo clan si mostra agli occhi della Nara. Il bacino viene mosso, le leve inferiori ne seguono il movimento voltandosi in direzione della ragazza cominciando a scrutarla. La rabbia è passata ma la furia permane, la furia per quel potere che non le appartiene, per quelle parole da lei pronunciate<Non sai cosa vuol dire fare un patto con il diavolo>e ancora il chakra torna a muover all'interno del corpo mentre il sigillo impresso sul di lui collo inizia a risplendere di una luce violacea. Il chakra stesso percorre tutto il corpo cercando di convogliarsi in quel determinato punto infondendo in esso tutta la propria potenza, il proprio io, tutta l'energia di cui dispone cercando di attivare il potere maledetto che si porta dietro da mesi oramai. Lo splendore si fa sempre più forte e, se si fosse attivato, l'energia si espanderebbe per tutto il corpo dell'Oboro infondendogli una nuova forza con evidenti segni della sua presenza nel corpo del Jonin andando a crearsi dei parastinchi sulle gambe, para avambracci e un mezzo elmo sulla testa avente un lungo corno sul davanti simile a quello di un rinoceronte, l'animale per eccellenza che identifica Raido. Le iridi del giovane divengono completamente rosse, la sclera si colora completamente di nero, i capelli da bianchi diventano neri come la pece e un alone violaceo avvolge il di lui corpo. Lo zan da giallo si plasma divenendo nero al contorno a un grigio scuro al suo interno, un fulmine nero avvolge la di lui lama rendendolo, a tutti gli effetti, un demone<Non sai cosa significa farsi maledire per proteggere qualcuno>mostra alla ragazza tutta la sua forza, una forza percepibile anche senza particolari doti visive<Essere trasformati in un demone perchè la persona a cui tieni di più rischia la vita>l'energia aumenta sempre di più. Le braccia si allargano verso l'esterno, non ha una posizione di guardia ma mostra soltanto cosa il diavolo gli ha fatto, cosa è costretto a subire per colpa di una maledizione<Io rappresento l'oscurità che vi è in ognuno di noi, un oscurità che ho deciso di accettare, un potere che ho deciso di sfruttare per non perdere nessuno>ha deciso di mettere al proprio servizio il potere, di rendere sua questa maledizione, renderla qualcosa di positivo per fare del bene, per proteggere chiunque gli si avvicini<Tu invece piangi per tutte le perdite quando dentro di te hai il potere necessario per fare qualcosa. Cosa hai fatto in tutto questo tempo oltre a piangerti addosso? Hai mai provato a fare qualcosa di concreto? No. Non hai fatto niente. Non hai una maledizione, hai un dono immeritato che non riesci a sfruttare a dovere e allora dimmi. Furaya Nara, consigliera di Konoha...>si ferma prendendosi il proprio tempo, prendendo il tempo per dire ciò che deve dire<...perchè io, Jonin di Kiri, ora non dovrei ucciderti per essere in possesso di qualcosa che non meriti?>la vuole uccidere davvero? No ma solo farle capire che lo Yoton è un potere immenso che dovrebbe conferirle un grande potere ma continuando a piangersi addosso dimostra di non meritarlo, dimostra che non è degna di possedere tale forze, non è degna di farla sua. Improvvisamente il tono del Jonin si calma, si fa più pacato ma il potere del sigillo continua a scorrere nel di lui corpo in modo violento mischiandosi con lo Zan, aumentando a dismisura il proprio potere, la propria forza e resistenza fisica<Riuscendo a governare i nostri demoni riusciamo ad essere più forti di quanto pensiamo. Rifletti sulle mie parole Furaya e capirai che nessuna maledizione è presente in te perchè il potere lo hai ma lasci che le lacrime e il dolore lo sorpassino rendendoti debole e incapace di agire>le sua lezione di vita termina. Non ha più niente da dire in tal proposito, non ha niente da replicare sulle condizione della ragazza. Le ha mostrato tutto il suo potere, le ha fatto vedere cosa significa essere maledetti ma le ha anche dimostrato che si può convivere con la propria oscurità trasformandola in forza, una forza tale da essere invincibili. Non è una lezione facile da capire, da imparare, così come non è una lezione facile da impartire, serve la giusta esperienza, il giusto autocontrollo ma in pochi posseggono tali requisiti e quasi nessuno riesce a soddisfarlo. Durante il corso della vita ha imparato molto e vedere una donna come la Nara, maledirsi per qualcosa di cui non ha colpa gli da fastidio, ancora di più sapere che è in possesso di una forza immensa e non riesce a sfruttarla a dovere, non riesce a mettere in pratica i suoi propositi preferendo avere delle lacrime sul viso, preferendo racchiudersi in se stessa lasciando crescere il dolore giorno dopo giorno senza arrivare a un risultato concreto. [Chk 56/80][2/4 Zan no Yon + 2/4 Metamorfosi terrena I][Houjutsu 162,5][Resistenza 68,9][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

17:26 Furaya:
 Ryota rappresenta ed incarna il Fallimento e la Vittoria al contempo. Non può essere dimenticato, ma deve per forza di cose essere ricordato. Non si può togliere dalla mente di tutte le persone che lo hanno conosciuto, odiato e temuto. La fama ha i suoi lati positivi e negativi al contempo, basta solo capire quando lo è effettivamente. L'Innata Yoton permane attiva sul di lei corpo, coprendo ancora il braccio destrorso e il petto. Si allarga, però, si estende andando a coprire anche l'altra parte del petto, precisamente dalla spalla mancina a scendere. Praticamente, riprende a fuoriuscire dagli Tsubo del di lei corpo. Il calore è piuttosto elevato, ma non si preoccupa minimamente di cosa potrebbe causare qualora la Lava impazzisca sul serio e lei non riesca a controllarla. Per il momento, non sembra aver perso totalmente il lume della ragione, per cui potrà star ancora tranquilla. Tra l'altro, le parole di Raido la riportano quantomeno alla realtà. La domanda che lui le pone la riporta coi piedi per terra, ma neanche troppo. Ci hanno sempre provato a farle presente che lei non è Ryota, ma poi ci son persone che, invece, non vogliono che i loro figli stiano vicini a lei, proprio perché sta facendo lo stesso percorso di suo padre. Ogni persona, soprattutto gli anziani, pensano che, solitamente, un figlio deve essere per forza uguale al padre, solo perché vi è cresciuto, soltanto perché ha il suo stesso sangue. Tuttavia, è facilmente comprensibile come non sempre questo possa avvenire, dal momento che i figli crescono anche in modo diverso dai genitori stessi. Basti prendere proprio la Nara come esempio. Ha lo stesso Sangue di Ryota, ha sviluppato l'Innata Nara di cui Ryota stesso era portatore. Inoltre, è diventata persino Capo Clan, esattamente come lo era stato lui in passato, circa venti anni prima. Ciò vuol dire che, sotto sotto, sta seguendo il suo percorso, ma con mentalità differente. Tuttavia, qualcuno da fuori, qualche miscredente, potrebbe pensare che lo fa per le stesse ragioni del Traditore della Foglia. Anche solo il fatto di essere direttamente sotto l'Hokage e poter aspirare a diventarlo in futuro, lascia pensare e presupporre che potrebbe essere esattamente come lui. Inoltre, in base a quanto ha fatto suo padre, chi le vieta di andare direttamente contro Kibou stesso? I pensieri e le cattive parole della gente, per quanto non vi siano state quasi mai e mai le abbia realmente sentite, le pesano comunque addosso. I problemi se li crea lei stessa da sola, si fa pippe mentali assurde solo perché vorrebbe che il nome di Ryota Nara non sia associato a lei in alcun modo possibile. Il vero problema è che nessuno le ha mai detto o fatto capire, in realtà, il contrario delle proprie paure. La elogiano, ma pensa sempre che dietro vi sia del risentimento. Anziché aprirsi e chiedere apertamente se vi sia qualche problema, lei preferisce tenersi tutto per sé fino ad arrivare a casi come questo, dove finisce per esplodere letteralmente fuori tutta la sua furia, rabbia e risentimento. E quelle parole non fanno altro che avvalorare i propri sentimenti, per quanto effettivamente l'Oboro stia cercando esclusivamente di farla ragionare e di farle capire che, nonostante tutto quello che sia accaduto, la gente del Villaggio non l'ha cacciata. Vuol dire che, nella maniera più assoluta, tutti pensano che lei non sia realmente Ryota. Ha gli stessi occhi, seppur i suoi nascondano serenità e bellezza. Quelli di suo padre nascondevano cattiveria e subdola ostinazione. Ha gli stessi poteri, ma lei li utilizza per dar del bene e, nel caso in cui sia armi di distruzione di massa, è soltanto perché deve abbattere nemici che infrangono le leggi del Villaggio stesso, oppure minacciano la sua stessa persona o chi le sta intorno. Il problema di chi le sta intorno, però, è che sono comunque destinati a morire in un modo o nell'altro e, tolto questo, per la Nara il ragionamento non cambia. Le ci vorrebbe un lavaggio del cervello completo, affinché possano essere rimosse determinate cose che, per il momento, sono ben radicate nella di lei mente. Oppure ci vorrebbe soltanto più affetto per lei, avendo perso ogni cosa fosse ritenuta sua, qualsiasi cosa possa anche solo lontanamente consolarla. Eppure, per quanto possa essere futile, gli animali che ha con lei non sono morti. Nonostante questo, continua a pensare che tutti debbano morire in qualche modo, pertanto la di lei morte dovrebbe mettere fine a tutto ciò che ha creato. Al contrario, dovrebbe altresì ragionare con tutt'altra ottica. Tutti, prima o poi, sono costretti a morire e, in un mondo di Shinobi dove la guerra è all'ordine del giorno, non dovrebbe neppure stupirsi di quanto avvenga ultimamente. Ma la vicenda di suo padre l'ha segnata in modo irreparabile e niente sembra risollevarle il morale. Eppure, ora come ora, deve trovare altresì qualcosa da dire a Raido, anziché continuare a guardare il vuoto, verso la Cascata. Metter fine alla propria vita non è assolutamente la decisione perfetta e saggia da prendere. Dimostra d'essere codarda, ma anche di aver paura di continuare a vivere in quel mondo e con quella vita. E' sola. Apparentemente, nessuno le chiede veramente come stia. Son domande di circostanza che fanno tutti, alle quali si può mentire senza alcun problema e nessuno se ne accorgerà mai veramente. Vorrebbe soltanto parlarne con qualcuno che possa realmente capirla. Che questo qualcuno possa essere Raido? Ne siamo veramente sicuri? In fondo, è un parente di Kurako e il Senjuu, a modo suo, la capiva e la aiutava. Lo sguardo resta rivolto verso l'acqua che scorre, attorno a quelle due statue erose dal tempo e dalle innumerevoli battaglie che lì attorno si sono svolte, sia dentro che fuori dal Villaggio della Foglia. Sente lontanissimo quello scrosciare, ma riesce ad ascoltare quanto abbia da dire l'Oboro. Sta ancora cercando la forza interiore per ribellarsi e vincere. < C'è solo un modo per mettere fine a tutto questo. > Comincia, tono ancora grave e basso. < Hai ragione. > Indirettamente, glielo ha fatto capire. < Sono una codarda, eppure non riesco ad agire diversamente. Se muovo un dito adesso, posso sciogliere quelle statue. > Allunga il braccio sinistro, non ancora coperto totalmente dalla Lava, distendendo l'indice della relativa mano in avanti. Nel distenderlo, la Lava prende il sopravvento nuovamente, anche se lei non lo vuole esattamente. Il di lei inconscio non la blocca, la lascia avanzare. Così facendo, l'intero braccio, partendo dalla spalla e raggiungendo il polso, viene ricoperto da uno spesso strato di Lava rossa e infuocata, coi classici colori scuri e chiari al contempo. La Lava già presente, però, non si solidificherebbe affatto, dal momento che la stessa verrebbe ricreata sistematicamente dagli Tsubo presenti sul proprio corpo. Anche l'indice, precedentemente teso e or abbassato, poiché inutile indicar ancora qualcosa che l'altro dovrebbe aver ormai capito, si ritrova ad essere fatto completamente di Lava naturale, da lei stessa creata. < Non so come spiegarlo. > Ma non ha risposto alla primordiale domanda di Raido, purtroppo. < Quando comincio a provare qualcosa di forte.. Come questa rabbia, questo risentimento che sento-- Dentro.. > Porta la mandritta in prossimità del cuore. Sia il palmo - per meglio dire, tutto il braccio - e l'intera parte superiore del petto, son coperti dal proprio Yoton, per il momento non del tutto controllabile; ma che, per mera fortuna, resta attaccato al di lei corpo e non viene vomitato all'esterno dalle di lei ghiandole salivari. Un piccolo rivoletto scende ancora dal bordo del labbro inferiore, tuttavia come già accennato non reca danni a nessuno. Deglutisce. Che sia Lava o saliva, in ogni caso, a lei non fa alcun danno. E' un Potere immenso che lei può ricreare ed utilizzare al meglio. < ..Lei.. > Lo Yoton. < ..esce fuori. > O è l'Essenza di Mei Terumi stessa a risvegliarsi e a dominarla così? Distende il braccio destrorso, facendo ondeggiare lentamente la mano coperta da quell'Innata. < Osservala. Non vengo bruciata, ma se soltanto tu la osassi sfiorare, non avresti che un moncherino da osservare. > Assottiglia le palpebre, le labbra socchiuse. Sembra persa in un mondo tutto suo. < Ryota. Mio padre. > Non lo guarda direttamente, persa in un monologo interiore. < Me l'ha donata mio padre. > Spiega, il ché è evidente che stavolta stia rispondendo a qualcosa detto dall'Oboro e non più a qualcosa che non sta né in cielo né in terra. I di lei discorsi, nonostante tutto, sembrano attualmente fuori luogo in ogni circostanza si presentino. < Mi chiedo ancora se lo abbia fatto di proposito. > Sospira, chiudendo le palpebre per un istante, nascondendo gli occhi azzurri come il cielo terso e inespressivi al contempo, almeno in questo momento. Hanno perso la loro vitalità, essendo venuta a conoscenza dell'ultimo misfatto. < Hai idea di quanto lo Yoton sia distruttivo? > La Lava brucia ogni cosa, anche il materiale più resistente, a seconda delle temperature che essa raggiunge. Lui è di Kirigakure, dovrebbe sapere qual è la reale potenza dell'Arte della Fusione. < Se non avessi appreso l'utilizzo principale dello Yoton.. Se non fossi riuscita a gestirlo per almeno l'ottanta percento.. > Perché lei, quando viene pervasa da emozioni così forti - soprattutto negative - come la Rabbia o la Tristezza, non riesce più a governarlo come vorrebbe realmente. Al contrario, quando è troppo felice, non succede, perché il proprio inconscio sprigiona bei ricordi, sensazioni del tutto piacevoli, ma discordanti da quelle che prova in situazioni simili. < ..mi avrebbe divorata dall'interno. E' un Potere che io non ho voluto, che non ho desiderato. > Gli spiega, ancor grave nel tono, con la mandritta alzata e con i di lei occhi persi che osservano quel crearsi in continuo loop di Lava. < Avrei voluto incontrare Mei Terumi. > Pigola, sbattendo un paio di volte le palpebre. Piega la testa appena di lato. < Lo posso definire un Dono o una Maledizione? > Chiede al cielo, ma ovviamente anche verso l'Oboro che dovrebbe essere non molto distante dalla di lei posizione attuale. < Come vedi-- Tu stesso hai detto che potresti uccidermi. Infatti, a Kirigakure non dovrei farmi vedere assolutamente e, solitamente, questo Potere lo tengo nascosto. Lo uso in casi eccezionali, dove serve veramente il suo utilizzo. > Comincia a parlare, ad aprirsi maggiormente, in modo tale che possa esprimersi nella maniera più semplice e diretta possibile. < Oppure-- Come ti dicevo prima, mi succede questo. > Cerca di concentrarsi, ma lo Yoton vuole ancora coprirla e difenderla da quanto le succede intorno. Nonostante questo, potrebbe appunto definirsi un sistema protettivo indiretto che s'attiva quando accadono queste tipologie di cose alla Nara. Ergo, lo Yoton funge da ovvio protettore verso la di lei figura. Non vuole aiutarla esclusivamente in battaglia o a difendere le persone del proprio Villaggio, bensì vuol tenerla lontana anche dal male delle persone che non è tangibile col semplice tatto. < Non è un'Innata completa al cento percento, perché non ho alcun legame di Sangue con il Clan Yoton. Mi hanno soltanto iniettato un liquido appartenente alla Mizukage e lo Yoton ha legato col mio sangue. Sei libero di non credermi, Raido. In quanto Kiriano, avresti il diritto e il dovere di uccidermi adesso. Hai visto ciò che ho, ciò che si presume abbia rubato. Non negarlo-- L'hai pensato, vero? > Le labbra si incurvano in un sorrisetto che ha tutto, fuorché la serenità e ciò che realmente un sorriso vorrebbe intendere. < Su di me, sembrano pesare sempre le scelte che ha fatto mio padre. Io porto il suo cognome, poiché appartenente al Clan Nara, di cui ora sono capo. Sostituisco colui che lo è stato prima di me, ossia sempre Ryota Nara. > Stringe i denti, riabbassa il braccio lungo il proprio fianco e si lascia andare ad un lungo sospiro. China anche il capo in avanti, inspirando profondamente. Vuole riuscire a controllare l'Arte della Fusione ora risvegliata a mo' di protezione del proprio corpo. Nient'altro. Ma non vi riesce ancora, poichè sotto sotto non lo vuole veramente. Si sente bene, però al tempo stesso per niente. Non sa cosa fare della sua vita e di queste informazioni che ora il Jonin le ha dato e consegnato, in buona fede. < Mi han detto che ho i suoi stessi occhi. > Occhi che c'è chi reputava fossero stupendi, belli e luminosi. Occhi che han visto la Morte in faccia talmente tante volte che, ormai, sembra essere quasi un gioco. Potrebbe vederla di nuovo e dirle che, finalmente, si incontrano nuovamente. Occhi che nascondono il suo velo di tristezza, che tuttavia non può essere nascosto per sempre. Prova molto risentimento dentro di sé e non sa esattamente come liberarsene a fondo. < La sorella di mia madre.. Non vuole che sua figlia stia vicino a me. Ti rendi conto? > E' gente evidentemente bigotta, perché pensava che la stessa Kaneko fosse dalla parte di Ryota, quando lei stessa è morta per mano del suo stesso marito, il quale cercava assiduo potere da aggiungere a quello che già aveva in suo possesso. < Dimmi tu-- adesso. Secondo te, io assomiglio a lui? Secondo te, diventerò mai come lui? > E' la sua paura peggiore. L'unica che veramente le attanaglia le viscere ogni giorno della sua vita. Non per niente, soffre di Disturbo Post Traumatico, che però nessuno ha mai guarito seriamente, dal momento che la Consigliera tenta in ogni modo possibile di nasconderlo ad occhi indiscreti. La di lei vera natura non deve essere esternata per nessuna ragione al mondo. Con la coda dell'occhio, nota quella trasformazione, quell'alone nero, quella strana trasformazione. < Forse.. Ho già visto qualcosa di simile. > Il suo ex marito riusciva a trasformarsi, per via di un patto che fece anch'egli. Aveva un marchio sulla spalla, a ridosso del collo, che utilizzava nel caso in cui ci fosse reale pericolo e le sue sole forze non bastavano. Tuttavia, è tempo perso e ricordare non serve a niente, se già adesso ha problemi soltanto con se stessa e le paure legate a Ryota. A lungo andare, però, ciò che viene detto da Raido comincia ad innervosirla, un altro aspetto caratteristico dell'Hyperarousal di cui è affetta. Digrigna i denti, lascia che la frangetta copri la fronte e la parte superiore degli occhi. < ALLORA DIMMELO TU COSA DIAMINE DEVO FARE! > Il tono aumenta di intensità, la Lava scoppietta e comincia a coprire anche la parte inferiore del busto, sino alla vita. Non sembra andare oltre, ma per il momento il quaranta percento del proprio corpo è coperto da quella Lava resistente e calda, come se fosse lei stessa un vulcano che erutta in continuazione, almeno finché non sarà abbastanza stanco e tornerà a dormire, a riposarsi per chissà quanti altri anni. < A NESSUNO VA MAI BENE QUELLO CHE PENSO! NON E' COLPA MIA SE-- NON SO CHE FARMENE DEL POTERE! SONO SEMPRE STATA CONTRARIA, HO SEMPRE VOLUTO AFFIDARMI SOLTANTO SULLE MIE FORZE! IO NON SONO RYOTA! > L'ultima parola, il nome di suo padre, viene esternato con quanta violenza possiede. Lascia sputacchiare delle piccole gocce di Lava fuoriuscita dalle ghiandole salivari. A contatto col suolo, formano dei piccoli fossi laddove lo Yoton è entrato nella terra e l'ha bruciata. Ma niente di veramente così distruttivo da non poter essere fermato. Difatti, non succede niente, essendo appena una goccia di quell'immensità che ha dentro di sé e che potrebbe usare tutt'ora. < Perché sei così? L'hai voluto? L'hai cercato? Se veramente è come dici, se veramente ti serve solo per difendere, perché non mi aiuti a capire come io possa usare il Potere che ho per far del bene, anziché del male? > Chiede aiuto. < Sei cugino di Kurako. Non chiedermi perché, ma sento che potrei quasi fidarmi.. Eppure-- Chi mi dice che tu stesso non mi attaccherai alle spalle ora che hai visto cosa ho dentro di me? Per il tuo Villaggio, potrei essere giustiziata. Lo farei ios tessa se qualcuno rubasse l'Innata del mio Clan. > Sospira, cercando nuovamente di calmarsi, ma senza reale beneficio, per il momento. L'Arte della Fusione permane attiva, circolante ancora nel di lei apparato. < Raido Oboro.. Cosa vuoi fare adesso? Vuoi giustiziarmi? O vuoi aiutarmi? Vuoi essere ricordato per aver ucciso la Consigliera del Villaggio di Konoha, che ha ricevuto in Dono o per mero Scherzo altrui, un Potere di un altro Villaggio? O vuoi essere ricordato, magari-- Come un Eroe? Hai parlato tanto bene di me, per Kirigakure sono un'Eroina, giusto? > Sarebbe impensabile che, dunque, l'Oboro possa uccidere chi, per il suo Villaggio, è vista in un certo qual modo. E' vista senza dubbio di buon occhio, ma se solo sapessero cosa ha veramente la Nara, a questo punto, si presuppone che non le farebbero neppure valicare il confine, non la farebbero neppure mettere piede sul terreno dell'isola, figurarsi camminare su quel suolo. < ... > Abbassa, infine, lo sguardo verso il basso. Vuole sapere cosa stia realmente passando per la testa del'Oboro, in modo tale che possa capire lei stessa come comportarsi in una situazione simile. Nessuno si è mai messo realmente nei panni della Nara, nessuno si è mai interessato a cosa potrebbe lei stessa provare. Al contrario, però, Raido si sta dimostrando piuttosto comprensivo, anche perché non l'ha ancora attaccata, bensì ha voluto sapere e sentire ragioni. Del resto, fosse stata a Kiri e qualora avessero visto cosa sta sprigionando adesso, non avrebbe avuto tanta indulgenza. A conti fatti, quindi, aspetta un ipotetico responso, un ipotetico aiuto da parte di chi non sembra essere veramente convinto di ucciderla, non sembra essere veramente convinto che sia stata lei stessa a rubare quell'Innata al Clan Yoton. Ed, effettivamente, lei non ha fatto niente di tutto questo. Si è solo trovata impelagata in qualcosa più grande di lei, quando la vita sembra volgere sicura e liscia. Tuttavia-- E' questa la sua vita. Non può cambiarla in nessuna maniera. Deve soltanto imparare a conviverci e ad amare nuovamente coem in passato. < Voglio parlare con Yukio. > E perché mai, adesso? Conclude, finalmente, il di lei lungo e tortuoso discorso. Leggiadra, permane sul ciglio di quel baratro infernale, laddove la aspettano i mostri della sua Anima. [Chakra: 92/100][Arte della Fusione lv.4 ON]

15:39 Raido:
  [Cascata] Il sigillo agisce sul corpo, l'energia scorre in lui, una forza maledetta mentre quell'aura violacea intorno a se non fa che aumentare d'intensità. I simboli neri, la parte di armatura che caratterizzano quel potere sono ben visibili e gli occhi rossi, pregni di sangue, diventano più vividi ma ogni potere ha un prezzo. La metamorfosi della terra, logora il corpo, si sente debole, distrutto, le ossa fanno male così come i muscoli; muovere anche un solo, singolo arto, è una tortura per il corpo e la mente. Vorrebbe accasciarsi a terra, restare fermo e immobile finchè i malanni non passano ma non può, non può mostrarsi debole proprio ora che ha fatto uscire tutta la sua forza, una forza ancora in evoluzione. Pizzica, pulsa come non mai, il collo sta letteralmente per esplodere ma deve resistere, deve continuare a resistere a quella maledizione che gli pervade l'animo. Lo Zan non aiuta, il chakra diminuisce minuto dopo minuto, le forze si esauriscono in fretta e la debolezza arriva prima di quanto si pensi; deve trovare il modo di resistere per tutto il tempo necessario. La conversazione è lunga, distruttiva, stancante. I dubbi della consigliera sono tanti, molti più di quelli che avrebbe mai pensato e il suicidio è una delle cose che aleggiano intorno alla di lei mente, il mettere la parola fine alla propria vita. Una decisione estrema che comporta molte e molte conseguenze ma serve davvero? Uccidersi è davvero l'unica soluzione quando si sa cosa altro fare? Ripudia questa filosofia di vita, ripudia tutto ciò che priva della vita un essere umano. Parole che bruciano quanto lo Yoton che la Jonin ha in corpo, parole dettate dalla furia che ora l'alimenta, dalla paura di far ancora del male a chi ha accanto; non può impedirglielo ma non può nemmeno permettere che Furaya Nara compia un simile gesto<Scioglile>le parole escono tranquille, il tono diviene ancora più pacato nonostante la di lui figura non mostri segni di tranquillità<Sciogli le statue, fattele cadere addosso, renderai vana la tua vita e quella che gli altri hanno donato per te>la incita a farlo, se davvero lo vuole, se davvero vuole morire non deve fermarsi ma andare fino in fondo ma ben sa che non ne è capace. Sa fin troppo bene che, chi millanta il suicidio ad alta voce, non ha il coraggio di mettere tutto quanto in pratica. Il suicidio è un'arte, va fatto in silenzio lasciando tutti quanti all'oscuro, nessuno deve sapere niente e quando lo vengono a sapere, è troppo tardi, il danno è fatto e nessuno è stato in grado di impedirlo. In pochi riflettono su una questione del genere, in pochi capiscono l'importanza delle proprio parole e la Nara non è tra questi, non è tra coloro che si soffermano a pensare a ogni dettagli che la propria lingua e bocca fanno uscire. Persino la donna è consapevole del potere che porta dentro di se, un potere immenso e distruttivo come non mai, uno dei poteri più forti dell'intera Kirigakure, qualcosa che solo in pochi riescono a controllare e, sotto sua stessa ammissione, nemmeno lei vi riesce in toto lasciando che sia la rabbia a renderlo davvero immenso. La rabbia, la furia, sono ottimi incentivi per svelare il vero potenziale ma non devono essere un freno, non devono essere l'unica cosa in grado di far emergere la vera essenza ed è qualcosa che anche lei deve fare; capire come controllare le emozioni per renderle vantaggiose a se stessa. Ha pensato che avesse rubato tale potere, lo ha davvero pensato e, per un'istante avrebbe voluto impugnare la lama, tagliarle la gola per questo affronto fatto alla stessa Kiri ma da quella reazione, dalle parole pronunziate, è chiaro che non è così. Non ha rubato ma gli è stato donato, dato in regalo da quel padre per cui dimostra un odio così scellerato ma non insensato. Non risponde, non fiata se non all'arrivo di quella domanda...lei assomiglia a lui? Vede lui in lei? Non può rispondere di no. Ha studiato la figura di Ryota e molte cose combaciano con la descrizione della consigliera grazie a quel legame di parentela ma non è nemmeno così uguale al ricercato odiato dal mondo intero ma nota, in modo fin troppo evidente, che il di lei cuore è puro, pulito da ogni male<Siete una donna bellissima Furaya>comincia a parlare ma già in questa frase è insita la risposta, Ryota è un mostro mentre lei è bellissima, molto bella, sia dentro che fuori<Ma non posso dirvi se diventerete come lui o meno, posso solo aiutarvi a percorrere la strada giusta>non c'è un modo concreto per dire cosa può o non può diventare, è impossibile, nessuno ha questo potere, nessuno ha le capacità per predire tutto ciò. Sente il di lei urlo, il suo sfogo con quelle parole, su un potere che non vuole, sul potere che non desidera e ci crede. Nemmeno lui vuole il potere ma è ben conscio che al mondo ci sono essere di gran lunga superiori a lui, superiori persino allo stesso Yukio e serve un modo per difendersi, un modo per proteggere tutti coloro a cui si tiene. E' vero, lo ha ricercato personalmente, ha cercato una maledizione per essere in grado di proteggere chiunque e tutt'ora ne paga il prezzo. Parole, ancora parole escono dalla di lei bocca, domande, richieste, furiose come non mai ma deve rispondere, deve dire qualcosa, deve fare qualcosa. Lo Zan viene richiamato, la katana riposta nel fodero alla sinistra e il potere del sigillo si ritira facendolo tornare normale come un tempo, uno shinobi vero e non un mostro. La fatica si fa sentire maggiormente, il peso di ciò che ha tirato fuori ricade sulla di lui schiena come un vero macigno dal peso immenso<Io non sono un'eroe>un concetto che ribadisce spesso ultimamente, lui non è un'eroe, non lo è mai stato<Ma vi aiuterò a governare lo Yoton, vi aiuterò a rendere il vostro potere completo al 100% se me ne darete la possibilità. Come un sensi...come un amico>un maestro per istruire, un amico con cui confidarsi, queste sono le di lui proposte, questo è ciò che mette in gioco ora, in questo momento. Comincia a camminare in sua direzione, il passo è tranquillo, lo sguardo sereno fino a giungere a poco meno di un metro da lei; gli occhi la puntano dall'alto verso il basso, la mano destra trema per quello che sta per fare. Alza il braccio mentre il chakra viene convogliato in esso, una patina blu andrebbe a formarsi sulla mano; può perdere un mano, può perdere l'intero arto ma confida nella consigliera, confida in lei. Avvicina la mano alla di lei spalla sinistra cercando di poggiarla sopra, di poggiare il palmo su di essa; il calore dello Yoton è immenso, sente la propria mano sciogliersi sotto quel calore, la sta perdendo, sta per perdere un suo arto ma non può mollare proprio ora. Resiste, non grida, mantiene quell'espressione serena<Andremo insieme da Yukio>insieme hanno tirato fuori questa storia e insieme devono continuare, un passo alla volta verso il controllo vero e proprio. [Chk 56/80][2/4 Zan no Yon + 2/4 Metamorfosi terrena I][Houjutsu 162,5][Resistenza 68,9][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama][END]

17:01 Furaya:
 Socchiude le palpebre. Espira. Inspira profondamente e rilascia nuovamente caldi sospiri che si mischiano al vapore della Lava Bollente. In parte, si solidifica sul di lei corpo, ma non permette questo movimento al cento percento, dal momento che il Potere Yoton fuoriesce ulteriormente dalla pelle. Stringe le palpebre, serra i denti. Cerca in ogni modo di controllare quel Potere e, vuoi per le parole pronunciate dall'Oboro, vuoi perché sta consumando un bel po' di Chakra ad usarlo in quella maniera non del tutto consona, dovrebbe riuscire a placarlo in minima parte. Questo vuol dire che, se finora la Lava l'ha coperta per circa il quaranta percento del corpo, non sembra andare oltre. Non la ricopre per il cento percento, per la totalità, bensì resta lì dov'è, cominciando persino a ritrarsi lentamente. Lo sguardo è ancor perso nel vuoto, lì oltre il baratro. Si trova a fronteggiare il proprio Io interiore, quello Maledetto, quello Distrutto dagli Eventi. La corazza non sembra più dare l'effetto sperato, e non parlo della protezione garantita dallo Yoton. Può bruciare quelle Statue. Anche Raido glielo fa presente. Potrebbe buttarsi sotto i loro resti, le loro macerie e morire là sotto. Osserva ciò che rimane di Hashirama e Madara. Scruta quelle cicatrici lasciate dal tempo e da chi, prima di allora, ha lasciato su di loro solchi profondi. Occhi azzurri che si aprono, si mostrano. Riflettono la luce che contro essi batte. Par stia ritrovando la ragione. Scrutano quella Lava dorata, rossa e nera, nei punti in cui è solidificata ormai da tempo. < Inutile far sciogliere qualcosa o qualcuno. Non c'è nessuno con il quale valga la pena prendersela. > Un fil di voce appena. Gli occhi non osservano Raido, bensì ne restano lontani, come se la di lui figura potesse ricreare in lei la paura d'aver perso ed essere stata sconfitta da se stessa. < Ho ucciso chi meritava la propria Morte. Ho lasciato vivere chi, invece, non la meritava. Ho fatto errori, ne ho fatti di peggiori. > Ha mostrato il proprio VOLTO nel ruolo di GEKIDO ad un Prigioniero, soltanto perché si fidava. Sol per quello, dovrebbe già essere morta, ma NESSUNO lo ha mai notato. E or che è Generale, è altresì impossibile che qualcuno lo scopra, ormai. < Ora-- Tu stai lasciando vivere me. > Un sorriso, scuote il capo. La Lava comincia a ritrarsi maggiormente. < Dovrei ringraziarti. Ma altrettanto non posso fare, giacché la notizia che mi hai dato mi distrugge. > E lo ha ben potuto notare. Vorrebbe morire. Ogni cosa che osa toccarla, che osa legarsi a lei, immancabilmente è come se scegliesse di morire. Perciò, non vuol nessuno. Perciò non ci prova neanche. Per questa piccola ed insensata ragione, vuole restare sola. Come lo è sempre stata. Senza genitori, senza amici, senza nessuno che si promulgasse e le dicesse un sincero "ti voglio bene". Sola. SOLA. Lontana da tutto e tutti, aiutante del Villaggio in silenzio. Zitta, senza alcun sospiro, fiato e respiro. Niente e nessuno a disturbare quel Sonno immoto, quel Desiderio ardito. Un sol fuoco arde dentro di lei ed è il Fuoco della Foglia. La voglia di lottare, di difendere ciò per cui vive-- Ciò per cui ancora non s'è tolta la vita. L'ha pensato, mai negato. L'Oboro sa, ha sentito e visto. Non può farci niente, non vuole, lei. < Allora, indicamela. > Volge lo sguardo soltanto adesso verso Raido. Triste, malinconica. Solo gli occhi sembrano mostrare questo dettaglio, giacché le labbra son assottigliate e il resto del volto perfettamente inespressivo. < La strada corretta, perché credo d'averla smarrita. E se smarrisco la corretta via, non trovo modo di tornare in me. > Alza il mento al cielo. < Andremo da Yukio e, successivamente, voglio andare a Kirigakure. Voglio parlare con il Kage, con chiunque sia ancora presente e VIVO del Clan Yoton originale. Voglio mettere agli atti questa storia. VOGLIO DIMOSTRARE A KIRIGAKURE, al CLAN YOTON, che IO non ho rubato alcunché. Libertà, nessun pregiudizio. Chiedo QUESTO a Kiri. E Kiri stessa sarà libera di darmi una pena, in caso negativo. > Conclude. Si avvierà con Raido. Lo Yoton lentamente perderà presa sul corpo della giovane, ritrandosi. Nient'altro, se non un silenzio, una promessa d'un aiuto. [END]

Raido e Furaya si incontrano alle cascate dove l'Oboro comunica alla donna della morte di Kurako dopo una presentazione iniziale e poi il delirio

Leggetela, ci abbiamo messo un mese a finirla ma merita ^^