Entrata nei Medici - Toshi

Quest

Giocata di Corporazione

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Inizia pure per primo perché sono pigra ♥

14:00 Toshi:
 La pioggia oggi cade persistente sulle teste dei Kusani, tra cui ovviamente anche Toshi che girovaga senza scopo all'interno delle mura del villaggio, o meglio, ciò che rimane con le mani dentro le tasche e la testa leggermente chinata per evitare che l'acqua raggiunga direttamente gli occhi, sembra immerso nei suoi pensieri e vagare senza meta, anche se i suoi lenti passi una direzione in realtà ce l'hanno. Si tratta proprio dell'ospedale, non ha idea del perchè la sua mente ed i suoi piedi lo stanno portando in quella direzione, forse gli manca proprio l'aria di un ufficio medico? Nemmeno lui ne ha idea. Indossa i suoi soliti vestiti, una t-shirt bianca con uno smile nero ed un paio di jeans coperti da un'armatura leggera in cuoio rinforzato composta da un corpetto con spalle, un paio di bracciali che coprono gli avambracci nascondendo due fuuda per la sostituzione, un paio di guanti da shinobi con nascosti sotto ad essi due fuuda con quattro Mokujin Kamikaze l'uno ed un paio di stivali rinforzati che coprono fino alle ginocchia proteggendo la parte inferiore delle gambe. Legati a coscia destra e braccio sinistro ci sono due porta kunai e nella parte posteriore della cintura un porta oggetti, al suo fianco ha una Katana avvelenata per le emergenze. Sul petto ha un un ulteriore Fuuda che contiene la sua marionetta dello Shinigami. Legato alla sua testa ha ripreso nuovamente il suo posto il coprifronte di Kusa, ed il suo chakra è già impastato... non si sa mai quello che può succedere.[Chk On][Equip]

La pioggia scende scrosciante in quel di Kusagakure. Nubi scure coprono un cielo torbido ed il sole par quasi svanito dietro di esse. Buio, par quasi notte nonostante sia ancora primo pomeriggio mentre qualche fulmine, di tanto in tanto, strazia il cielo in crepe radiose. L'aria è frizzante, pungente e l'acqua piovana piuttosto fredda nel suo incedere, al punto da arrivare a far raggelare quasi le stesse ossa di chi, impreparato, s'è ritrovato a vagare privo di reali protezioni. In ospedale tuttavia si bada poco al clima all'esterno delle loro mura: feriti, malati e pazienti gravi occupano gran parte della giornata dei medici e degli infermieri che, tutti muniti di camice bianco, si dirigono qua e là per l'edificio di gran fretta. Al pian terreno, tuttavia, par essere tutto più calmo, più tranquillo. La sala d'ingresso è pulita, illuminata dalle lampade appese sul soffitto e piuttosto vuota. Delle sedie sono poste vicino ad un piccolo bar per i visitatori inquieti mentre poco oltre la porta d'ingresso vi è un bancone ove alcune infermiere si occupano di sistemare schede e fascicoli in opportuni faldoni e cassettoni di ferro. Silenzio v'è nella sala che si pone dinnanzi all'ingresso e quel tipico odore pungente e inconsistente tipico di ogni struttura ospedaliera. All'ingresso del marionettista, una infermiera alza il capo dal bancone rivolgendogli una rapida occhiata. <Buongiorno signore, in cosa posso esserle utile?> gli domanda tornando a contare e controllare dei fogli legati fra loro da una spilletta. La ragazza è abbastanza grande, sicuramente giovane ma non più come una volta. Un principio di rughe va formandosi ai lati delle labbra, degli occhi, senza però rovinare la bellezza ancora fiorente di un viso minuto. Le labbra sono rosse come ciliege e i capelli castani tenuti legati in un alto chignon coperto dalla cuffietta da infermiera. [Ambient]

14:32 Toshi:
 Il piede destro viene alzato meno di un millimetro dal suolo per essere spinto in avanti riappoggiandosi a circa mezzo metro dall'altro fungendo adesso come perno insieme alla gamba per il movimento del piede sinistro. Ciò è tutto ciò che fa man mano che cammina finchè non sente una voce femminile rivolgergli la parola, quindi, di scatto alza la testa ruotandola in direzione dell'infermiera, e dopo averla fissata per alcuni secondi per accertarsi che si sta riferendo a lui, annuisce con un cenno deciso della testa prima di rispondere < Uhm... > Riflette alcuni secondi su ciò che deve dire < Vorrei dare una mano qui ed approfondire le mie conoscenze anatomiche > Ovviamente non può specificare altro, probabilmente potrebbe non essere ben visto. I suoi occhi si soffermano sui lineamenti della donna, mentre i suoi capelli schiacciati dal peso dell'acqua ed incollati al volto e la barba perdono le ultime gocce di acqua così come i suoi vestiti ormai fradici < Sono uno Shinobi di Kusa > Indica con il pollice il coprifronte < E penso di poter essere utile > Detto ciò non fa altro che rimanere in silenzio in attesa di una risposta, nel suo volto compare un sorriso tranquillo, tenta di dare l'impressione di essere la migliore persona possibile, nonostante il suo volto... e l'essre bagnato fradicio ovviamente [Chk On][Equip]

La donna risolleva il viso dalle sue carte dopo aver finito di sistemare quel plico sbattendolo con un paio di colpi sulla scrivania così da permettere ai fogli di riordinarsi ed allinearsi. Ascolta il dire del ragazzo e schiocca la lingua sul palato alzandosi dalla sua sedia, tenendo fra il braccio ed il costato una serie di fascicoli piuttosto pieni. <Insomma vorresti lavorare qui e diventare un medico?> domanda la donna per accertarsi delle intenzioni esplicate dal ragazzo in modo quasi criptico. <I Kami solo sanno quanto bisogno abbiamo di un po' d'aiuto> commenta andando a scuotere appena il viso mentre si dirige vicino ad uno dei cassettoni in metallo posti dietro il bancone, attaccati al muro e apparentemente piuttosto pesanti. Ne apre un cassetto tirandolo verso di sé, rivelando una impressionante quantità di faldoni e fascicoli. Documenti di ogni tipo tenuti in custodia dalle stesse infermiere. <Beh, per avere il tuo colloquio devi parlare con la nostra luminare, è lei che si occupa delle assunzioni> rivela la mora andando ad infilare i vari fascicoli alle giuste postazioni, probabilmente ordinati in ordine alfabetico nei vari cassetti metallici. <Il suo ufficio è al secondo piano, in fondo al corridoio che ti troverai immediatamente alla tua destra> gli spiega lei finendo di sistemare i documenti e richiudendo il cassetto girando la piccola chiave argentata nella serratura. <Ti consiglio di bussare e di attendere che sia lei a dirti di entrare, non ama la maleducazione o l'irruenza> lo avverte dunque tornando al bancone, sedendosi nuovamente alla sua sedia, lo sguardo rivolto al giovane con fare tranquillo ed al tempo stesso serio. Il corridoio che il giovane si troverà davanti se deciderà di recarsi al secondo piano è piuttosto spoglio. Poche porte sparse sulla sinistra. Un magazzino, un bagno ed un ambulatorio per le visite. Sulla destra vi sono tre grandi finestre chiuse da cui si può vedere l'uggiosa giornata che incombe all'esterno ed il cortile interno dell'ospedale. In fondo alla via, invece, v'è una sola porta in mogano -chiusa- con accanto una targhetta dorata attaccata alla parete che recita le seguenti parole: "Dottoressa Tsuga Ryo, Luminare". [Ambient]

15:11 Toshi:
 Annuisce lentamente con un sorrisetto stampato in volto, mentre le gli avambracci verrebbero fatti sollevare portando le mani ad alcuni centimetri dal petto chiuse a pugno tranne per entrambi gli indici che indicano l'infermiera ed i pollici che formano un angolo di novanta gradi con gli indici < Eeesatto! > Accentua la E durante l'esclamazione per poi ascoltare attentamente le altre parole dell'infermiera ripetendosi tutte le informazioni mentalmente mentre tenta di memorizzare le informazioni riguardo la strada < Secondo piano > Indica verso l'alto con l'indice destro < In fondo al corridoio sulla destra > Distende completamente il braccio verso la sua destra per poi piegare il polso a formare un'onda con la mano per indicare l'ultima curva che dovrebbe compiere per entrare nella stanza < Niente maleducazione ed irruenza > Adesso conta man mano che elenca le due caratteristiche da non dimostrare, distendendo ancora una volta pollice ed indice, quindi, si volta verso le scale iniziando a camminare in loro direzione lasciando dietro di se una scia di bagnato che va assottigliandosi man mano che sale le scale in direzione del secondo piano. Una volta arrivato su, si volta verso il corridoio alla sua destra e lo percorre con relativa calma fino al raggiungimento dell'unica porta in mogano con l'etichetta ad indicare che si tratta di una Luminare. Si sofferma alcuni secondi prima di chiudere la destra a pugno e dare due rapidi e leggeri colpi alla porta nell'atto di bussare < Sono venuto per un colloquio, posso entrare? > Detto ciò rimarrebbe difronte alla porta chiusa in attesa di una risposta dall'interno [Chk On][Equip]

Alcuni secondi di silenzio seguono la bussata del ragazzo prima che una voce femminile risuoni ovattata dall'altro lato della porta, piuttosto seria e pacata. <Avanti> lo incalza semplicemente, senza dire altro. Se il ragazzo dovesse entrare ciò che potrebbe vedere dinnanzi ad i propri occhi è un ufficio non particolarmente grande ma accogliente. Una finestra chiusa dalle tendine chiare riempie la parete a destra con alcune pianticelle in vaso poste sul davanzale interno. La scrivania alla quale è seduta la dottoressa è posta frontalmente alla porta d'ingresso, in legno scuro, con un paio di sedie poste dinnanzi ad essa. Alla parete sinistra è posto un divanetto basso, comodo, di pelle scura con alcuni quadri appesi ad un paio di metri più su. Il muro posto alle spalle della scrivania è ricoperto da scaffali ricolmi di libri, librerie e altre cassettiere piene di documenti. L'aspetto della stanza è ordinato e professionale ma ciò che più di tutto par ispirare diligenza è la stessa donna seduta dietro la scrivania. Ha un viso morbido, ovale, dai lineamenti gentili e precisi. I capelli ricadono castani ai lati del viso fino a terminare sulle spalle non particolarmente larghe. Indossa un paio di occhiali dalle lenti rettangolari e dai bordi morbidi, smussati, la montatura doppia ma non dall'aspetto sgradevole. Non v'è traccia di trucco sul suo viso, né di rughe. Giovane, seria, ha una espressione tranquilla ma severa. Il suo camice bianco è appeso ad un appendi abiti posto dietro l'anta della porta che dovrebbe esser aperta all'ingresso del giovane. Indossa un tailleur nero piuttosto semplice ed una semplice collanina in oro al collo. <Si accomodi pure, signor...?> lo invita con un cenno della mano indicando i due posti dinnanzi la scrivania. Riporta le mani a poggiarsi ora su di essa, le dita intrecciate, sporgendosi appena col busto in avanti, così da distanziare la schiena di qualche centimetro dallo schienale dalla poltrona. <E' qui per un colloquio, quindi devo presumere che voglia entrare a far parte del nostro staff ed essere un nostro medico, dico bene?> va a chiosare la ragazza con la sua espressione ferma e misurata, posando lo sguardo sul viso dell'altro, gli occhi glaciali a cercare di penetrare i suoi stessi pensieri. <Come mai lo desidera?> domanda allora dopo qualche attimo di pausa in cui l'altro potrebbe rispondere alla sua precedente domanda piuttosto retorica. <Non è da tutti voler diventare un medico e non tutti ne possiedono le capacità.> Tace, ora, lasciando all'altro la parola. La sua voce è per tutto il tempo abbastanza bassa, mantenuta, un suono deciso e autoritario velato da una pacatezza accomodante. Ha un che di serafico e serio a seguire qualsiasi sua movenza e parola. [Ambient]

16:00 Toshi:
 Attende alcuni secondi prima di ricevere una risposta dall'interno, la mano si porta lentamente sulla maniglia per abbassarla delicatamente spingendo contemporaneamente la porta compiendo un passo in avanti, quindi, mentre la maniglia è tenuta ancora verso il basso, la mano sinistra si porta su quella interna per spingere la porta e chiuderla del tutto, quindi si muove verso la donna seduta dietro la scrivania, non sembra superare di molto la sua età, sul suo volto non si vede nemmeno una ruga. Nel suo volto rimane ancora il sorriso tranquillo di prima < Prego, non mi chiami signore, Toshi Chikamatsu, al suo servizio > Mantiene un tono cortese, con suo grande sforzo, segue con lo sguardo la direzione indicato dalla dottoressa muovendosi verso la sedia con estrema calma e sedendosi sull'orlo per evitare di bagnare troppo la sedia. Annuisce lentamente per rispondere in modo affermativo alla prima domanda retorica da parte della ragazza per poi ascoltarne con calma le parole prima di esordire con un silenzio di alcuni secondi alla domanda della luminare < Semplicemente, sono sempre stato appassionato all'anatomia umana, mia madre era una dottoressa civile, ed io sono un marionettista, potrei approfondire ulteriormente le mie conoscenze e contemporaneamente rendere un servizio utile alla società > Si sta proprio impegnando nel sembrare una persona ligia al dovere e come si deve, nonostante il suo aspetto completamente bagnato non lo aiuta di certo. Le sue parole sono state accompagnate da un tono alquanto educato e da un gesticolare non troppo eccessivo, tutto studiato e frutto di pratica, nel palazzo del consiglio ha notato che tutto sommato può essere in grado di convincere gli altri senza eccessivi problemi [Chk On][Equip]

Un impercettibile cenno del capo alla presentazione altrui, nessuna parola a seguire quel dire. Non trova ancora necessario che lei si presenti a sua volta. Chiosa tranquilla ponendo quelle domande per lei essenziali al fine di decifrare e comprendere la mentalità dei suoi sottoposti lasciandogli dunque modo di rispondere alla sua curiosità. Educato, attento, con quel sorriso cortese sulle labbra va ad esporre le sue motivazioni portando la donna ad inclinare appena il capo di pochissimi gradi verso destra, lo sguardo ad assottigliarsi attento nell'osservare l'espressione altrui. <Quindi è qui solamente per soddisfare dei suoi bisogni, non per offrire il suo aiuto al prossimo> riassume lei con calma agghiacciante, le iridi azzurre a non scivolare via dal viso bagnato di pioggia del suo ospite. <In tal caso posso perfettamente consigliarle di andare in una biblioteca e aprire dei libri. E' così che tutti abbiamo appreso i rudimenti dell'arte medica. Studiando.> dice lei pragmatica, la voce intrisa di una nota severa. <Conoscere l'anatomia ed essere un medico sono cose assolutamente diverse. Un medico ha bisogno di conoscere il corpo umano per agire, ma per conoscere un organismo non ha bisogno di divenire un dottore> continua lei andando a zittirsi per un istante, la lingua a scivolare per un istante appena fra le labbra per inumidirle. Scioglie l'intreccio delle dita e porta la destrorsa all'altezza del viso per sfilarsi gli occhiali e poggiarli con attenzione e senza alcun rumore sulla scrivania. <Lavorare qui vuol dire dedicarsi anima e corpo alla protezione del prossimo. Può capitare di affrontare turni anche di dodici o tredici ore consecutive. Interventi che richiedono ogni singola goccia del nostro chakra, del nostro sudore.> spiega la donna con fare serio, appassionato d'improvviso. <Essere un medico vuol dire saper valutare in ogni istante quando agire ed in che modo al fine di non incorrere in perdite evitabili. In combattimento bisogna assicurarsi di tenere in vita i propri compagni e non esporsi a pericoli inutili. La dipartita di un ninja medico è, spesso, la dipartita stessa del suo team.> La donna si alza dalla sua sedia, muove qualche passo oltre la scrivania andando a fermarsi dinnanzi la finestra che dà sul cortile interno dell'ospedale, la schiena rivolta al chikamatsu alle sue spalle. <Un medico lo è sempre e a tempo pieno; in qualunque Villaggio si trovi, chiunque abbia bisogno del suo aiuto va aiutato. Che sia di Kusa, Konoha, Kiri o Suna. Stiamo lavorando instancabilmente al fine di diffondere le nostre conoscenze e le nostre scoperte così da permettere ad ogni Paese di godere delle migliori cure e delle migliori possibili opportunità d'apprendere, ma vi sono segreti e poteri che siamo ben restii ad insegnare a chiunque. La storia ci ha insegnato quanto possa essere pericoloso affidare determinate conoscenze a chi desidera utilizzarle per se stesso> il pensiero vola a Kenji Tsuki, a Shin Shikyou, i due grandi spettri che ancora oggi macchiano la reputazione dell'Organizzazione dopo i loro sporchi tradimenti ai danni degli obiettivi della loro squadra. Un sospiro esce muto dalle sue labbra prima che il corpo vada a ruotare fino a porsi frontalmente al ragazzo, le spalle rivolte alla finestra. <Per cui le chiedo ancora, signor Chikamatsu, perchè vuole essere un medico?> domanda lei portando le iridi gelide a scontrarsi con lo sguardo di lui. [Ambient]

17:05 Toshi:
 Annuisce mantenendo anche lui la calma alla prima affermazione man mano che la dottoresa parla spiegando le sue ragioni ed il suo punto di vista. Gli occhi ne seguono i movimenti, ne osservano la figura mentre le orecchie restano attive nell'ascoltarne i discorsi. Sospira pesantemente, quasi come se il discorso lo avesse stancato < Siete o no a corto di personale? > Domanda con tono tranquillo alla dottoressa < Come ho detto prima,la mia motivazione è la curiosità, mista ad una passione che ho fin da giovane, il mio primo fine non è salvare le persone, ma imparare, il salvare le persone è un effetto di questo mio imparare > Fa una piccola pausa < Le mie conoscenze ed abilità imparate qui mi saranno utili poi anche sul campo di battaglia nell'assistere anche i miei compagni di Team. > Ferma il suo flusso di pensieri, ha detto il tutto con un tono tranquillo, senza alzare la voce come se stesse parlando di un semplice fatto scientifico < La mia curiosità e passione potrebbero giovare al vostro ritmo di lavoro permettendovi di salvare altre vite, sul serio preferireste perdere più pazienti e rimanere sotto organico pur di assumere soltanto persone che hanno un determinato tipo di comportamento? > Fa un'altra pausa,come per dare il tempo di elaborare alla dottoressa, rimanendo immobile, aspetta una risposta < Le chiedo una possibiltà, se non le vado bene fa niente, troverò un altro modo per imparare la pratica > Detto ciò ferma le sue parole, lasciando spazio alla dottoressa[Chk On][Equip]

Assottiglia lo sguardo, lei, osservando il modo di fare quasi stufato del ragazzo seduto nella stanza. <Sbaglio o è lei che è venuto a ricercare il nostro aiuto e non il contrario?> domanda lei, rigida, infastidita da quel sospiro così platealmente espirato. <Crede davvero che curiosità e passione siano elementi positivi, signor Chikamatsu? Che siano qualità innocenti?> continua portando le mani ad incrociarsi al petto, sotto il seno non particolarmente pronunciato. <Sono armi a doppio taglio che hanno portato alla nascita dei più grandi dittatori e criminali della storia. La conoscenza è potere ed il potere è morte in mano di chi non sa usarlo> continua gelida andando a muovere i suoi passi verso la sua postazione originaria, dietro la scrivania. Il ticchettio dei tacchi bassi segue il suo incedere quasi marziale, un passo è elegante, rapido, signorile. Rimane in piedi dietro il banco quasi questo possa donarle maggior autorità sebbene basti la sua sola sicurezza e calma a farla apparire minacciosa nelle giuste circostanze. <Se desidero assumere solo persone che hanno un certo tipo di comportamento? Certo. Assolutamente, ma questo non vuol dire che non possa dare una possibilità anche a chi non riesce a convincermi> aggiunge lei con un sorrisetto appena accennato, un incurvar di labbra che appare quasi minaccioso. Compiaciuto. <Non ho idea di come lei voglia sfruttare le nostre conoscenze e le nostre pratiche, per cui sarò io personalmente ad occuparmi della sua istruzione. Ad insegnarle e fornirle il materiale di studio che userà qui e qui dentro soltanto> Autoritaria. Decisa. Impavida. Il suo viso giovane e il suo fisico esile non riescono a demolire l'immagine di padrona che il suo sguardo e la sua voce hanno costruito. <La prenderò come tirocinante e possibile candidato all'assunzione solo se riuscirà a superare la prova alla base del nostro percorso di studi.> aggiunge lei fissandolo dall'alto della sua postazione. <Come le ho detto non tutti possiedono le capacità necessarie a divenire un medico e ora vedremo se lei ne è in possesso> La ragazza va a prendere dal porta penne posto sulla scrivania un taglierino dalla punta affilata. Tende una mano verso il ragazzo a palmo in su, ben distesa. Un solo fluido e rapido movimento di polso ed ecco che la lama tagliente dell'attrezzo va a lasciare sul suo palmo esposto una ferita sanguinante e precisa. Un graffio da cui sgorgano lacrime cremisi. Nessuna smorfia di dolore ad increspare l'espressione della donna. <Lezione numero uno> prosegue tenendo la mano ben esposta e poggiando il taglierino sulla scrivania. <Per poter utilizzare i jutsu medici è necessario che un ninja richiami il chakra medico. Non si tratta che di richiamare nelle proprie mani una delle due energie che forma il normale chakra. Lo si richiama, lo si fa fluire dagli tsubo posti sulle mani e lo si lascia avvolgere i propri palmi. Se dovessi riuscirci vedrai le tue mani risplendere di un alone verdastro> spiega lei fissandolo con fare critico, distaccato. Attento. <Se dovessi riuscirci allora dovrai porre le tue mani a pochi centimetri dalla mia ferita e far fluire il tuo chakra nel taglio. Se agirai correttamente si rimarginerà senza lasciare tracce essendo una ferita blanda e superficiale> Tace, attende. L'osserva con espressione meticolosa e severa, vuole vedere di cosa egli è capace, se davvero potrebbe possedere le potenzialità per divenire un medico. [Ambient] [Mani terapeutiche]

18:11 Toshi:
 Rimane serio nell'ascoltare le parole della luminare, non è da lui essere così tanto serio... Ma forse è meglo non infastidire troppo chi dovrebbe insegnarti come curarti. Alza le spalle per poi lasciarle ricadere nell'ascoltarne la seconda domanda < Boh,non ho mai affermato ciò in realtà... > Si limita a rispondere sempre con tono estremamente tranquillo. Quindi continua ad ascoltare il tutto senza distogliere lo sguardo, iniziando a nutrire qualche dubbio riguardo al lieve sorrisetto compiaciuto della dottoressa, anche il suo sorriso rimane accennato mentre la sua attenzione rimane attiva alle sue parole, sembra quasi interessato, e, nel momento in cui lei decide di tagliarsi il sorriso del Chikamatsu si allarga smisuratamente, quasi in modo inquietante < Uhuh... Ora si ragiona > Commenta in un tono compiaciuto osservando il gesto del tagliarsi il palmo, che donna! Annuisce con un cenno deciso della testa alla spiegazione mantenendo il sorrisone. Si concentra nel modificare la percentuale delle due tipologie di forze che compongono il chakra in modo da generare del chakra Medico che viene fatto fluire con particolare intensità lungo il braccio destro accumulandolo negli tsubo sparsi intorno alla mano per rilasciarlo poi tramite un flusso continuo che dovrebbe generare un alone verde intorno alla mano, nel caso in cui riesca con successo nel fare ciò, avvicinerebbe delicatamente la mano destra al palmo della dottoressa, posizionando adesso la mancina sul dorso della destra rilasciando anche da essa del chakra in modo da incrementare maggiormente il flusso di chakra che una volta posizionato a pochi millimetri dal palmo della mano ferito della dottoressa dovrebbe iniziare a fluire all'interno della ferita rimarginandola lentamente. Durante il passaggio di Chakra i suoi occhi rimangono fissi su quelli della luminare, nell'ovvio tentativo di impressionarla... Anche se è pur sempre la sua prima volta. [Chk 40/50 -10 Mani Terapeutiche B ][Equip]

Inarca appena un sopracciglio nel vedere l'espressione quasi fomentata del ragazzo alla vista del suo gesto, del sangue che stilla scarlatto dalla sua mano. Non riesce a comprendere se appaia estasiato dalla vista delle lacrime cremisi o se invece sia solo rimasto impressionato da quel gesto ostentato con sì tanta semplicità. Non dice nulla lei, non chiosa, osserva semplicemente il fare del ragazzo notando l'alone verdastro andare a nascere attorno alle sue mani, ad i suoi palmi. Una parte di lei desiderava quasi che non risultasse capace di realizzare tale esercizio, così da non avere motivi per accettare il rischio di prenderlo con sé; tuttavia il ragazzo pare invero piuttosto capace perchè bastano pochi istanti delle sue cure affinché la ferita si rimargini totalmente in un pizzicore locale e appena fastidioso. Rimane ad osservarlo per tutto il tempo sostenendo il suo sguardo senza batter ciglio, ritraendo la mano solamente una volta che avesse sentito il danno definitivamente guarito. <Mh> mormora lei stringendo appena le labbra. <A quanto pare sì> espira appena tornando a sedersi al suo posto. La mano corre agli occhiali riportandoli vicino al viso, indossandoli lentamente. <Bene. Come le ho detto poco fa da ora è tirocinante dell'ospedale, non ancora un reale membro del corpo medici> chiarisce lei con espressione seria. <Sebbene paia portato all'arte medica non ho intenzione di accelerare i tempi prima di essere sicura di chi ho per le mani. Voglio vedere il suo atteggiamento con i pazienti, con i colleghi e i risultati dei suoi studi quando avremo iniziato le nostre lezioni> Lo avverte fin da subito, trasparente e chiara come sempre nei suoi rapporti professionali. <Inizi a venire qui da domani e chieda a chiunque le capiti di me. Sarà la mia ombra ed io la sua> Le labbra si distendono in un sorrisetto apparentemente innocente ma dietro quelle parole si nasconde palese l'avvertimento. <Detto questo, è libero di andare. Se le mie condizioni le vanno bene ci rivedremo domani, altrimenti... buona fortuna per tutto.> Al Chikamatsu, dunque, la possibilità di scegliere cosa fare del suo cammino. Se accettare le condizioni della donna e lavorare sotto stretto controllo o se invece rinunciare a quella seccatura e cercare nuove vie per soddisfare i propri interessi. [Ambient] [End] [Fare end ♥]

18:55 Toshi:
 Il suo chakra lentamente scorre all'interno della ferita della dottoressa rimarginandola con discreta velocità. Una volta finita la cura il suo sguardo non si scosterebbe dal viso della dottoressa con quel sorriso ancora stampato sul volto, anche se adesso probabilmente può risultare meno inquietante adesso, dato che si è abbastanza ristretto fino a tornare ad un normale sorriso calmo, come se ormai sia passato il fomento iniziale causato dal gesto dell'altra ragazza. Ne ascolta le parole mantenendo il contatto visivo con la dottoressa, probabilmente potrebbe apparire ancora fradicio per via dell'acqua che lo ha bagnato precedentemente, la testa si muove ritmicamente mentre continua a prestarle attenzione, potrebbe addirittura sembrare interessato alle parole che gli rivolge la luminare. Una volta che ella ha terminato si alza dalla sua posizione < Non si preoccupi, ci rivediamo domani allora, e mi dia pure del tu > Fa un passo indietro < Sarà un piacere essere la sua ombra > Detto ciò il suo occhio destro si chiude nel fare un occhiolino prima di voltarsi e dirigersi verso la porta, aprirla ed uscire richiudendola delicatamente dietro di sè. Una volta abbastanza lontano dalla porta dell'ufficio inizia a fare ondeggiare spalle e testa ballando sul posto aiutandosi anche con le mani, felice di essere stato preso... E beh, anche per la sua nuova boss, che donna![End]

Toshi si reca in ospedale per cercare di entrare nella squadra medica ed apprendere così le varie conoscenze anatomiche utili sia allo scopo di curarsi da eventuali ferite che per i suoi obiettivi nell'ambito della meccanizzazione delle sue marionette.

La luminare dell'ospedale non rimane totalmente convinta dalle motivazioni che spingono il ragazzo ad entrare nell'organizzazione per cui acconsente a prenderlo come tirocinante previa la sua personale guida del suo cammino.


Dunque, l'idea sarebbe di mettere a Toshi il grado di tirocinante pur premettendo che i jutsu appresi saranno quelli del grado "medico" essendo lui uno special jonin con le competenze per le conoscenze ed i jutsu di grado B. Si tratta di una cosa puramente dovuta all'on e che non dovrebbe influire in off nella potenza dei suoi jutsu. Il grado corporativo di Toshi vorrebbe venir alzato a seconda del percorso da medico che intraprenderà e della sua capacità di convincere la luminare di non essere una minaccia come Kenji e Shin lo furono a loro tempo.

Per il resto, nessun px vista la natura della quest.

Uppo le mani terapeutiche B insegnate nella giocata.