Alla scoperta delle proprie origini

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Giocata di Clan

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16:12 Haran:
 <Cazzo...> Perchè ha deciso di mettere il naso fuori di casa la sera prima? Perchè non si è fermata ai due bicchierini che le hanno offerto al banco ed è tornata a casa? No. Ha dovuto prendere una intera bottiglia e ubriacarsi alle pezze. Ha dovuto dimostrare a se stessa che poteva farcela. E poi non ce l'ha fatta. E, ovviamente, doveva mettersi in ridicolo davanti ad uno dei ninja più forti dell'intero Villaggio. Giustamente. Lo stesso che solo quella mattina si era complimentato con lei, poi! Aaaaah, che pessima situazione! E oggi è anche il suo sensei. Cavoli, cavoli, cavoli, cavoli. Inizia a passeggiare sulla parete ripercorrendola per tutta la sua lunghezza e viceversa, le mani incrociate sul petto e i capelli versi a ondeggiare verso il basso attratti dalla forza di gravità. Impaziente. Il sensei della prima parte della lezione è sparito da pochi istanti e lei è lì che attende la seconda parte con la testa che le pulsa e il pensiero che vola al piccolo Hide. Sua nonna l'avrà fatto mangiare? Se lo starà coccolando? Conoscendola probabilmente tutt'eddue le cose assieme. Sospirerebbe lei con fare stanco, teso, continuando a misurare la lunghezza della parete coi suoi passi, il chakra ancor concentrato sotto le piante dei piedi in quella patina aderente ed appiccicosa che le dona stabilità e sicurezza. Nella sua mente spera che l'altro non si presenti, che magari un contrattempo lo porti a dover annullare quella lezione. Se proprio deve rincontrarlo sarebbe bello pensare che non debba necessariamente soffrire dei postumi da sbornia della sera precedente, ecco. E grazie al cielo che è riuscita a vomitare gran parte dell'alcol bevuto! Chissà in che condizioni sarebbe stata se tutto ciò non fosse successo? Ancora un nuovo sospiro, impaziente, mentre l'ennesimo passo verrebbe mosso quasi alla sommità della parete. Attende, semplicemente, che qualcosa accada. [Chakra: on] [Rilascio del chakra] [x5 kunai; x3shuriken]

16:22 Raido:
  [Giardino] Indosso porta un armatura leggera in cuoio fabbricata in proprio a ricoprire ogni angolo del corpo dandogli una maggiore resistenza ai colpi subiti; sopra il busto porta un kimono bianco che corre lungo tutto il corpo fermandosi all'altezza delle caviglie, maniche lunghe e larghe fino al polso. Il kimono è chiuso con una cintura rossa intorno alla vita e, sopra il kimono ha una piccola armaturina in metallo che ne copre il busto avente piccoli spuntoni sulla parte alta del petto che non vanno a intaccare il collo. Sul fianco sinistro ha la sua katana messa all'interno del fodero; sulla schiena, sempre alla vita, sia a destra che a sinistra ha due portaoggetti contenenti 5 tonici del chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno di ciascuno un tronchetto per la sostituzione e 10 fumogeni. Intorno alla coscia di entrambe le gambe vi sono posizionati due porta kunai e shuriken contenenti 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte. Sui polsi di entrambe le mani ha posizionato due fuda, uno per polso; nel polso destro vi è sigillata una nodachi, nel polso sinistro una katana a doppia lama. Sulla cintura che lega la vita ha posizionato un altro fuda, sulla sinistra, con sigillata all'interno una zanbato mentre sul lato destro della cintura un ulteriore fuda con dentro una wakizashi. In più ogni lama è cosparsa di veleno stordente grado S, una sicurezza in più per se. In ultimo, legata sulla schiena, ha lei, la samehada, la grande pelle di squalo ottenuta dal Kokketsu. Essa è avvolta in delle fasce bianche per coprirne le scaglie di squalo il quale hanno il potere di risucchiare il chakra nemico e non solo. Il chakra scorre in corpo, forte e potente come si addice a un maestro di spada la cui lama è elegante e raffinata quanto veloce e letale. Sulla parte destra del collo, in basso, vi sono stampati in rilievo 3 tomoe nere simboli del patto fatto con il diavolo. Ha ritardato per l'odierna lezione ma per fortuna i sostituti sono facile da trovare e il suo grado gli consente di avere una certa autorità all'interno del villaggio, un autorità non indifferente. Cammina per le strade Kusane con il solito passo tranquillo mentre sorpassa l'ingresso dell'accademia dirigendosi verso il giardino. Scende le scale fino a giungere nel luogo prescelto notando come la ragazza continua a camminare sul muro; un piccolo sorriso si crea sul di lui volto, la lezione è riuscita a quanto pare<Sei su quel muro perchè sei ubriaca o perchè hai attivato il rilascio?>chiede prendendola un po' in giro per quello che è successo la sera prima. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

16:40 Haran:
 Magari potrebbe andarsene. Magari, semplicemente, può dire che non avendolo visto arrivare ha pensato che non sarebbe più arrivato. Dopotutto non è mica colpa sua se sta arrivando in ritardo, eh, lei è arrivata in orario. Dopo dieci minuti, ma dettagli. Si morde il labbro con fare nervoso, fermandosi sulla cima della parete con le braccia conserte, i capelli a ondeggiare verso il basso smossi dalla brezza, da quella nebbia che quel giorno ha accolto l'Erba nel suo abbraccio umido. Tamburella con le dita sulle braccia mordicchiandosi le labbra coi denti, pian piano, senza usare forza. Orgogliosa e fin troppo attaccata alla sua immagine non sa come sostenere lo sguardo dell'albino dopo la sera precedente; fino al pomeriggio del giorno prima credeva di essersi fatta una certa reputazione e poi è bastato un po' di saké di troppo a farla crollare come un castello di carte. <Aaaaaah, al diavolo!> esclama esasperata iniziando la sua lenta discesa verso il basso, un passo alla volta, attenta a non disperdere la concentrazione per via della brutta caduta che avrebbe potuto conseguirne. Ha deciso, se ne va. Sì, adesso arriva fino a terra, riprende a camminare e... e... si ferma. Osserva con fare sconfitto e imbarazzato lo spadaccino sciogliendo l'intreccio delle braccia sotto al seno e portandole a ricadere lungo i fianchi, le mani strette a pugno. Troppo tardi, Meiko. <Sei in ritardo e fai anche lo spiritoso?> E poco importa che in teoria quello sarebbe un superiore al quale mostrare rispetto. Punta sul vivo, pungolata nell'orgoglio lì dov'è più sensibile. L'osserva con fare di sfida, le iridi dorate a scontrarsi con quelle di lui. Non avrebbe chinato lo sguardo nonostante l'imbarazzo vivo, nonostante si sentisse in difetto dinnanzi a lui. <Devo scendere, o devo rimanere quassù?> domanda infine, con fare sconfitto, storcendo appena le labbra in una smorfia rassegnata, non sapendo bene cosa sarebbe accaduto in quella seconda lezione. Magari se si fosse trattato di qualcosa legato alla prima avrebbe dovuto rimanere là sopra, no? [Chakra: on] [Rilascio del chakra] [x5 kunai; x3shuriken]

16:54 Raido:
  [Giardino] Osserva la genin ancora attaccata al muro con la solita espressione tranquilla ma divertita dal di lei comportamento anche se, non è proprio quello ideale da tenere davanti un superiore<Si e direi che posso anche permettermelo>risponde secco andando a zittire il suo caratterino troppo accesso e pieno di orgoglio represso. Cammina per il giardino andando ad estrarre la samehada dalla schiena per poi poggiarla contro il muro della suddetta mentre quella domanda arriva forte e chiara alle di lui orecchie; si volta verso il di lei ricercandone lo sguardo, ricerca quel visetto da peperina<Una persona normale sarebbe scesa appena finita la lezione ma se vuoi stare su quel muro, chi sono io per impedirtelo?>comincia a ironizzare sulla faccenda. Non è proprio di buon umore ma è grazie a Kaori che ora può essere tranquillo, grazie a lei quel ghiaccio nel proprio cuore è completamente sciolto; ora è libero di godersi la vita senza alcun freno a tenerlo fermo. Per fortuna, oggi non è qui per impartire lezioni, non è qui per insegnare bensì ha voluto vedere la ragazza per parlarle, annunciarle il proprio destino riguardo la sua famiglia e su ciò che è lei ora. Non è una situazione facile quella in cui si trova, il compito che si è imposto è arduo e difficile da portare a termine ma deve farlo, deve tentare a tutti i costi di ricreare quel clan, di rendere nuovamente tutti quanti uniti portando la pace all'interno degli Oboro<Comunque, non sono qui per farti alcuna lezione>commenta per poi portarsi al centro del giardino accademico. La katana viene estratta dal fodero attraverso la mano destra per poi andare a conficcarla nel terreno<Vieni davanti a me, dobbiamo parlare>lo sguardo del giovane diviene più serio, il tono di voce va ad abbassarsi. E' un argomento delicato quello che sta per andare a toccare, fin troppo ma come maestro Oboro ha il diritto e il dovere di prendersi questa responsabilità. Attende che la genin faccia come richiesto, aspetta in silenzio, in piedi con gli occhi puntati avanti a se e, solo quando fosse giunta a destinazione, tornerebbe a parlare<So che vivi con tua nonna ma...cosa sai della tua famiglia? Dei tuoi genitori? Cosa sai di loro?>tante domande, una più personale e intima dell'altra ma gli occorre sapere, sapere da dove partire con il discorso che sta per andare ad affrontare. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

17:14 Haran:
 <Touché> borbotta semplicemente ammettendo la sconfitta, non senza una certa difficoltà. Per quanto il suo carattere sia vispo e peperino non è propriamente stupida; sa che l'uomo che ha davanti è un ninja dalle capacità eccezionali e che farlo arrabbiare non è sicuramente una mossa saggia. Sa che se l'altro è giunto in ritardo è perchè, sicuramente, qualcosa richiedeva la sua attenzione e per richiedere il suo consiglio o il suo intervento doveva sicuramente trattarsi di qualcosa di grosso. Lo nota andare a sfilarsi nuovamente di dosso quell'enorme spada che ha sempre sulla schiena, sebbene a giudicare dalla forma di quelle bende e fasce sia piuttosto difficile definire quell'arma una spada. Troppo grande, troppo ampia. Persino spessa. <Cos'è quell'affare che hai sempre sulla schiena?> domanderebbe incuriosita mentre la pelle di squalo verrebbe poggiata contro la parete. <Non è che abbia proprio l'aria di una spada, anche se l'impugnatura sembra lasciar pensare proprio a questo> aggiunge poco dopo stringendosi appena nelle spalle. Lui si volta, l'osserva rimanere lì in piedi sulla parete e scherza ancora un po' portandola a storcere le labbra con fare stizzito. <Simpatico...> borbotta riprendendo a scendere cautamente fino a rimetter piede sul terreno. Il chakra viene rilasciato, la patina svanisce sotto le sue piante e la concentrazione va dissolvendosi pian piano. Un bene per la sua testa ancora dolorante. L'osserva fermarsi più o meno al centro del giardino a sfoderare una delle sue armi, una katana, per poi conficcarla nel terreno dinnanzi a sé. Parla, chiosa, invitandola a raggiungerlo, portandola ad aggrottare appena le sopracciglia con fare confuso. <Senti, se è per ieri sera non ti preoccupare, okay? Era la prima volta che succedeva una cosa simile volevo solamente fes-...> ma la sua voce si ferma quando, raggiunto l'albino, ode quelle domande andare a raggiungerla. Schiude le labbra, in silenzio, osservandolo negli occhi con fare interdetto, sorpreso. Nessuno le chiede mai della sua famiglia. Non i suoi superiori, per lo meno. Sbatte le ciglia per qualche istante ritrovandosi presa in contropiede, confusa. Richiude le labbra un istante più tardi andando ad infilare le mani nelle tasche della propria giacca, con fare sicuro. <Non ho genitori> dice semplicemente con fare semplice, diretto, senza girarci attorno. Forse un po' freddo, disinteressato, come se fosse un argomento di cui non ama parlare. <E' mia nonna la mia famiglia, non c'è nessun altro> L'atteggiamento peperino e vivace di poco prima lascia spazio ad una espressione ora glaciale, imperturbabile. <Non so niente di chi mi ha partorito, né loro sanno qualcosa di me, probabilmente. Fine della storia> E, spera, anche dell'intero argomento. Non è qualcosa di cui ama parlare o di cui vorrebbe sentir discutere: come potrebbe considerare genitori due persone che l'hanno abbandonata ancor neonata ai piedi del palazzo del Governo? Dei genitori non avrebbero mai abbandonato la propria creatura, non avrebbero mai permesso a niente e nessuno di separarli da lei. [chakra: on] [x5 kunai; x3 shuriken]

17:40 Raido:
  [Giardino] Porta la propria attenzione su samehada viste le domande che vengono poste su quell'arma di cui preferisce non parlare, preferisce mantenere la segretezza su tale argomento<E' una spada un po' particolare>va a rispondere chiudendo il discorso li, senza andare oltre dilungandosi inutilmente. Sorride sentendo l'affermazione della genin, si, è simpatico, se così si può definire ma la tensione va smorzata, almeno fino al momento tanto atteso. Pone le sue domande, una dopo l'altra curioso di sapere le risposte, curioso di sapere cosa avrebbe detto la ragazza in tal proposito eppure è tutto così prevedibile, così semplice. Sa quello che si sarebbe aspettato, sa ciò che ha immaginato nella propria testa, ovvero niente. Piena di risentimento verso quei genitori che l'hanno abbandonata, verso quelle figure che non ha mai conosciuto e mai l'hanno cresciuta. Respira in modo profondo cercando le parole per cominciare quel discorso, per cominciare a spiegare chi è lei veramente ma forse, la prima cosa da fare, è privarla di quel risentimento<I tuoi genitori erano degli eroi>sa ciò che dice, è tranquillo nel farlo perchè è la verità, la più pura e semplice verità e spera vivamente di essere creduto. Ricerca il di lei sguardo per scoprire cosa prova in quel momento, quali pensieri ne affliggono la mente ma non ha tempo da perdere<Io conosco la tua storia Meiko>la sa, sa cosa si cela dietro il di lei passato, sa cosa è successo ai suoi genitori<I tuoi genitori provengono da Kirigakure e anche tu. Sei nata nel paese della nebbia, all'interno del nobile clan degli Oboro, maestri di spada e grandi utilizzatori delle armi; ecco perchè sei così brava a destreggiarti con esse, ce le hai nel sangue>una spiegazione veloce e precisa la sua<Non sei stata portata a Kusa per essere abbandonata, al contrario, ti hanno portata qui per salvarti. Vedi, negli Oboro avviene tutt'ora una lotta interna per decidere chi deve guidarli e questo ha portato a molti scontro interni. Amico contro amico, fratello contro fratello, famiglia contro famiglia, una strage e i tuoi, purtroppo, erano dentro a questi scontri. Consci del pericolo che correvano hanno deciso di portarti nell'unico territorio neutrale e sicuro conosciuto, Kusagakure>la storia non è bella, non lo è per niente ma è vera, tutto ciò che il Jonin dice è vero<Tu sei una delle poche speranze per far riappacificare il clan. Tu sei Meiko Oboro>conclude il suo dire attendendo la reazione della genin sulla questione. [Chk 80/80][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

18:05 Haran:
 <Oh beh, tutto chiaro allora> commenta ironicamente scuotendo appena la testa. Non è pungente nel tono questa volta, solo divertita. È palese il fatto che l'altro non voglia parlare oltre di quell'arma: magari in realtà non gli piace, magari è brutta ed è per questo che la tiene tutta fasciata. Boh? Vallo a capire, insomma. Si ritrova quindi di fronte a lui, con le mani nelle tasche e l'espressione abbastanza piatta in viso; è lì per fare una chiacchierata a quanto pare e decisamente non è il momento migliore per lei per iniziare a sentire la predica su come un ninja non debba abbandonarsi a certi vizi considerato il cerchio alla testa che non le dà pace. Che poi, un vizio, neanche è per lei considerando che quella è stata la primissima sbronza della sua vita. Tuttavia rimane colpita quando l'altro non sfiori minimamente l'argomento uscendone fuori uno totalmente inaspettato. Spinoso. La lascia perplessa, inacidita, fredda. Sì, ha del risentimento in lei, Meiko, parecchio. Risentimento per quelle figure che l'hanno abbandonata senza neppure prendersi la briga di affidarla a qualcuno. Sua nonna l'aveva trovata in fasce e piangente sugli scalini del Palazzo del Governo una mattina di pioggia. Era sorta l'alba da poco e la piccolina strepitava alla ricerca di calore, d'attenzioni. Le manine paffute erano gelate, le lacrime scivolavano copiose dai suoi occhioni gialli. Era bellissima ed era sola. Rimane letteralmente spiazzata quand'ode quella prima frase spezzare il silenzio di quel luogo. Sgrana gli occhi osservandolo, a labbra schiuse, non riuscendo ad accettare nell'immediato il fatto che qualcuno fosse piombato all'improvviso a parlarle dei suoi genitori. Nessuno ne aveva mai saputo nulla fino a questo momento e ora le vengono a dire che erano degli eroi? Che volevano salvarla dai conflitti interni della loro famiglia? Ascolta con l'espressione congestionata dall'incredulità fino a quando, al tacere dell'albino, non si ritrova a fare un passo indietro aggrottando appena le sopracciglia, il capo a venir scosso di poco con fare di rifiuto. <Stronzate> Negazione. <E tu che ne sai?> domanda sbattendo le palpebre rapidamente, boccheggiando per un istante con fare interdetto, umettandosi le labbra. <Nessuno ha mai saputo dire niente a me o mia nonna di quello che mi fosse successo in anni, e ora spunti tu con questa bella favoletta?> No. Non ha senso. Non è vero. <Che c'è, ti hanno mandato loro?> una risatina sprezzante, amara a sfuggire alle sue labbra, puro ghiaccio che s'infiltra fra loro. <E sei riuscito persino a riconoscermi. Caspita. Eppure pensavo di essere cambiata parecchio da quando mi hanno visto l'ultima volta. Ero grande più o meno così> e nel dirlo eccola andare a sfilare le mani dalle tasche per porle a mimare il gesto del cullare un bambino fra le braccia. Sospira scuotendo il capo, si volta, gli dona le spalle iniziando a misurare l'ambiente ad ampie falcate. Niente ha senso di quello che ha detto! Niente! ...O sì? Cosa avrebbe voluto dire se davvero quel racconto fosse la storia della sua vita? Della sua...famiglia? È davvero possibile che l'abbiano lasciata lì per salvarle la vita? Un genitore farebbe questo per un figlio? Sì. Ma abbandonarlo? Perchè non rimanere al suo fianco? Si volta all'improvviso dopo molti secondi di silenzio teso, l'espressione dura, critica in volto di chi non è affatto convinto di ciò di cui sta parlando. <Mettiamo anche caso che sia la verità. Poniamo come vero che io sono chi tu dici che io sia> premette fissandolo con quel tono scettico, quasi accondiscendente, sfumato appena di una venatura contrariata. <Allora perchè abbandonarmi? Perchè non sono rimasti con me? O perchè non hanno potuto lasciare semplicemente un biglietto? O lasciarmi a qualcuno, invece di depositarmi come spazzatura su dei gradini in mezzo alla strada?!> la voce va pian piano alzandosi, le mani a stringersi a pugno nella foga del momento, il mal di testa a farsi atroce con fitte acute di dolore che le pulsano nelle tempie. Tace, si ferma, respira a fondo chiudendo gli occhi nel tentativo di ritrovare un istante soltanto di pace. Di quiete. <Non sono chi stai cercando. Hai sbagliato trovatella.> sospira infine portandosi una mano al viso, sulla fronte, a coprire persino gli occhi stanchi, le occhiaie appena accennate da quella notte insonne che ora par lasciare sulle sue spalle tutto quel carico di stanchezza arretrata. O forse è solamente la sua rabbia, la delusione, il risentimento che ha sempre covato dentro di sé che per la prima volta hanno trovato una via d'uscita, un modo per trovar respiro, libertà, avvolgendola adesso con spire velenose. [chakra: on] [x5 kunai; x3 shuriken]

18:34 Raido:
  [Giardino] Non viene creduto, nessuna delle sue parole passa per vera alle orecchie della genin che pare scettica, arrabbiate e furiosa per quelle rivelazioni tanto improvvise. Non è facile spiegare una storia del genere, non è facile nemmeno accettarla ma è così, non può cambiare il passato, deve riuscire, in qualche modo, ad accettarlo. La sente parole, inveire contro di lui usando un linguaggio che, di solito, non tollera ma l'occasione richiede il massimo sfogo e impedirle persino di parlare non farebbe altro che allontanarla dalla verità. Vuole risponderle a tono, magari gridare cercando di infilargli in testa tutto il racconto e farle cambiare idea ma rimane sereno, tranquillo a fissarla fino a ridere a un certo punto. Quella imitazione, quei gesti per mostrare lei stessa da piccolo lo mettono di buono umore e il sorriso va a riformarsi sul viso del Jonin, gli occhi leggermente socchiusi<Lo so perchè ero li quel giorno>ammette con tranquillità<Avevo all'incirca 5 o 6 anni, non ricordo bene l'età ma ero quando è scoppiato tutto, quando gli scontri hanno cominciato a entrare nel vivo. La mia famiglia non faceva parte di nessuna delle fazioni, se ne stava in disparte cercando di non interagire con gli altri ed è proprio per questo che tuo padre si è rivolto al mio>porta lo sguardo verso il cielo andando a rimembrare quel giorno di molto tempo fa<Tuo padre e tua madre vennero in casa mia con te in braccio chiedendoci aiuto, volevano farti scappare, metterti in salvo ma si, la domanda è giusta, come ti ho riconosciuto? Non ti ho riconosciuto semplicemente. Il Mizukage possiede un registro segreto con tutti gli Oboro venuti a Kusa durante quel conflitto, il tuo nome è finito in quella lista grazie a mio padre. Quando sono tornato da Kiri, 2 giorni fa, Hotsuma mi disse di trovare un altro Oboro presente nel territorio dell'erba>prende qualche attimo di pausa per riordinare le idee e capire cosa dire nel modo più semplice possibile<Mi disse il tuo nome ed è per questo che sono stato io a esaminarti, volevo vedere se il nome poteva essere accomunato alle tua abilità e non mi hai deluso. Hai dimostrato una padronanza non indifferente nell'uso delle armi e c'era una sola spiegazione, ti avevo trovata>finisce di rispondere alle prima serie di parole della ragazza. Un bel discorso ma non è sicuro di essere creduto nemmeno questa volta. Ode in silenzio le successive parole, ascolta ciò che viene detto<Secondo te perchè l'hanno fatto? Gli scontri incombevano e non potevano rischiare che la loro unica figlia venisse riconosciuta come un Oboro, volevano che il passato non ti perseguitasse e così è stato ma ora sei abbastanza grande e capace da badare a te stessa, da prendere le decisioni in completa autonomia>si ferma anche qui qualche secondo riprendendo fiato. Non ha mai parlato tanto in vita, non ha mai fatto un discorso tanto lungo<I tuoi genitori sapevano di essere segnati, se fossero rimasti con te sarebbero divenuti mukenin di Kiri e metterti in pericolo nuovamente non era contemplato. Sono tornati indietro, hanno combattuto ma, purtroppo, non ho idea di cosa si successo loro. Non so dirti se sono vivi o sono morti. L'unica cosa certa è che non sono più a Kirigakure>e qui, finalmente, finisce il racconto sulla di lei storia ma qualcos'altro va a stuzzicarlo. Ha sbagliato, davvero? No, non è mai stato tanto sicuro ed è proprio con questa sicurezza che allunga il braccio destro andando a prendere la katana dall'elsa, la mano si stringe intorno ad essa in una presa forte e decise mentre il chakra comincia ad agitarsi. Esso percorre tutto il corpo dell'Oboro andando a mischiarsi con il raiton presente in esso, si amalgama in un miscuglio unico per poi convogliarsi all'interno del palmo destra e, se ci fosse riuscito, andrebbe a spingere l'energia all'interno della lama della katana cercando di richiamare la propria innata. Se fosse riuscito a fare ciò andrebbe ad estrarre la lama dal terreno ed essa dovrebbe essere avvolta da un energia dorata che l'avvolge completamente andando a prolungare la suddetta lama di ben 45 centimetri. La solleva, la tiene ben in alto<Questo è il potere del nostro clan che si ottiene mischiando il chakra con il raiton. Esso permette di potenziare la lama di un arma>guarda la propria katana con orgoglio per poi tornare a fissare la giovane<Se vuoi dimostrarmi che ho sbagliato, prendi un kunai, ricerca il raiton nel tuo corpo, fondilo con il chakra e convoglia tutto quanto all'interno di esso. Se la reazione sarà la stessa, vuol dire che ho ragione, altrimenti, ti farò le mie scuse>e con questo va finalmente a zittirsi aspettando il di lei fare. [Chk 76/80][Se Zan no Yon][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

19:16 Haran:
 Il racconto di lui, quelle parole, quell'ammissione porta Meiko a fissarlo con le labbra schiuse, lo sguardo perduto. Può davvero esser possibile che stia mentendo? Che sia un caso che un'altra bambina fosse stata abbandonata a Kusa un certo numero di anni fa? È così normale trovare dei bambini abbandonati ai piedi del palazzo del governo? Ma, soprattutto, che motivo avrebbe dovuto avere di mentirle così spudoratamente? Sprecare tutto quel fiato, quelle energie per un racconto così dettagliato e preciso? È combattuta, è frustrata. Dentro di sé si sta agitando una battaglia e lei non sa neppure da quale parte si trovi. Probabilmente nessuna. Si frappone fra ambo le armate ricevendo colpi dall'una e dall'altra, indistintamente. Dolorosamente. Sente il cuore battere forte, la testa pulsare, girare, mentre lo sguardo rimane fisso sulla figura di lui. Sicuro, tranquillo, racconta senza lasciarsi abbattere o irritare dai di lei modi di fare portandola a rimanere immobile sul posto, a quella distanza di pochi metri, quasi volesse cercare riparo da lui. Eppure non sembra una minaccia, non sembra volerle far del male. Ma le sue parole... oh, quanta sofferenza quel racconto! Un dolore involontario, non desiderato, ma che le si infila fra le costole spezzandole il respiro. <Quindi sei venuto a prendere il nome di una lista> riassume infine, lei, brevemente. È per questo che un membro così importante dell'Erba aveva deciso d'esaminarla. È per questo che proprio lui oggi avesse richiesto la sua presenza. Obbediva agli ordini di un Kage che vuole riunire uno dei suoi clan. Un pastore alla ricerca di pecore che erano state sperdute anni prima. E questo cosa dovrebbe fare? Renderla felice? Orgogliosa? Non ha niente da condividere con Kiri, con questi Oboro, con l'albino o con lo stesso Mizukage. È a Kusa la sua casa, è sua nonna la sua famiglia. È per proteggere lei che ha voluto iscriversi all'accademia, per difenderla fino a quando i Kami non l'avrebbero richiamata a sé. Non le avrebbe voltato le spalle ora perchè qualcuno si è ricordato che era stata abbandonata tanti anni prima. Stringe i denti, lei, sentendo il sangue ribollirle nelle vene. Inconcepibile! Le parla ancora dei suoi genitori, della sua famiglia, cercando di difendere il loro onore e le loro azioni con parole nobili e gentili. Non sa che fine abbiano fatto, quali siano state le loro sorti e Meiko, semplicemente, si ritrova a distogliere da lui lo sguardo per fissarlo sulla parete opposta, con ostinata rabbia. Un rancore che non può svanire così, nel nulla, dall'oggi al domani. <Non m'importa. Sono estranei per me> e non è cattiveria a fuoriuscire dalle sue labbra ma pura sincerità. Non li ha mai conosciuti, non li ricorda, non sa nulla di loro. Come potrebbe provare affetto o dispiacere per qualcuno a lei totalmente estraneo? Prova rabbia, sì, ma non per loro come persone. Per le figure senza volto e senza nome che per lei sono i suoi genitori. Entità prive d'una reale essenza che solo ora sembrano divenire reali. Avverte l'altro muoversi con la coda dell'occhio, il viso ruota istintivamente ad osservarlo. Lo vede afferrar la katana, impugnarla e... illuminarla d'un tratto con una sorta di scarica elettrica. Scintille e fulmini che l'avvolgono in un bagliore giallastro che par quasi prolungarne il filo per parecchi centimetri. Osserva la scena con fare sorpreso, affascinato, seppur malvolentieri. C'è qualcosa di bellissimo e mistico in quella scena, in quell'arma illuminata di fulmini e saette. Lo vede sollevarla, puntarla verso l'alto mentre le spiega cosa ha appena fatto. Lei non dice nulla, si limita a fissarlo dalla distanza con le mani nelle tasche, l'espressione cupa, pensosa. Avverte il di lui sguardo posarsi su di lei, le iridi della ragazza a scostarsi fino ad intercettare quelle di lui. L'osserva, sostiene quel suo guardarla e ode quelle parole con fare impreparato. Una sorta di prova del nove, insomma. Un qualcosa al quale non potrà sfuggire. Sarà l'atto che potrà togliere a chiunque ogni dubbio. Ma vuole davvero scoprire la verità? Vuole davvero far questa prova? Non lo sa, ha sinceramente e profondamente paura di affrontare una simile decisione proprio ora. Lo sguardo si perde vacuo tutt'attorno, sfugge dalla figura dell'Oboro puntandosi verso terra. E mentre riflette la sua mano si ritrova d'un tratto a stringere un pugnale ninja fra le dita. Senza accorgersene, senza pensarci, l'ha sfilato dal proprio porta kunai per tenerlo stretto in pugno, sotto i propri occhi, solo ora tornati a vedere davvero ciò che vi è davanti a loro. Osserva il filo affilato dell'arma con le labbra schiuse, l'espressione seria, pensosa. <Se non succederà nulla ti arrenderai?> domanderebbe allora sollevando lo sguardo verso di lui, quasi a ricercare una promessa dai suoi occhi. E solo dopo che l'altro le avrebbe risposto ecco che andrebbe ad osservare nuovamente il suo kunai. Ne sentirebbe il manico ruvido per via delle fasciature di stoffa sul palmo, il freddo dell'anello metallico a sfiorarle il polso. La lama che rifletterebbe appena i raggi di sole che filtrano attraverso la nebbia. Andrebbe allora a concentrarsi su se stessa, sul proprio corpo, alla ricerca del raiton di cui egli ha parlato. Non ha mai pensato di possedere nulla del genere, non sa bene come fare, perciò cerca di pensare al suo corpo come ad una sorta di pila, un raccoglitore di energia elettrica pronto ad illuminare il mondo con la sua energia. Proverebbe a fondere quest'energia al chakra che le scorre come acqua nelle vene facendone un unico miscuglio, un'unica cosa. Una nuova forza. Tenterebbe di spingerla e guidarla lungo l'arto destro, dalla spalla fino al braccio, al gomito, e poi giù fino al polso ove parte la sua mano. Con gli occhi fissi sull'acciaio della lama tenterebbe di spingere quell'energia lungo il palmo, le dita, per poi andare a farla fluire da esse fin dentro l'arma andando a riempirla, ad avvolgerla, ad illuminarla di luce esattamente come ha visto fare all'albino. [Se Zan no Ichi] [Se chakra: 19/20] [x5 kunai; x3 shuriken]

Tira un D50

tira un D50 e fa 44

19:52 Raido:
  [Giardino] Per la prima volta, dall'inizio di questa conversazione, è la ragazza a sbagliare. Non è venuto a prendere il nome di una lista, bensì qualcosa di più, qualcosa di più importante ed è giusto che questo lo capisca<No>comincia a parlare, a negare ciò che lei ha detto<Non sono venuto a cercare un semplice nome ma una persona. Io intendo ricostruire le basi del clan a Kusa, un nuovo inizio e...questa volta...ne sarò a capo io stesso. Ognuno di noi verrà trattato con lo stesso rispetto, non ci saranno più scontri e preserverò le giovani leve>un chiaro riferimento alla stessa Meiko<Perchè essi sono il futuro del clan, il futuro di Kusa>ecco cosa è venuto a prendere, il futuro. In tutti i giovani vede un futuro nuovo, un qualcosa di solare, un futuro fatto di pace dove le guerre sono solamente un lontano ricordo per tutti, un qualcosa di passato che mai più deve ritornare. Si batte per questo da quando è nato e ancora oggi lo fa, deve farlo tenendo fede ai suoi stessi principi. Respira, respiri profondi vengono fatti, il petto si fa avanti per poi tornare indietro; non è agitato, vuole solo arrivare all'epilogo di questa discussione<Ti capisco, non sei costretta ad accettarli. Volevo solo che conoscessi tutta la storia senza altri segreti>e con questo chiude il discorso, non vuole proseguire oltre sulla questione dei genitori. Sa fin troppo bene quanto può essere delicato affrontare un discorso del genere e non gli va di prolungare un tale dolore ancora vivo nel di lei corpo e mente. Tace mentre osserva la ragazza prendere d'istinto quel kunai dalla propria tasca, nota la sua indecisione nel fare quello che sta facendo. Non è facile, è una decisione difficile da prendere, è la prova del nove di quello che si è detto quest'oggi ma se ha davvero sbagliato? Se avesse davvero sbagliato persona? Le scuse sono dovute ma sa che non è così, sa perfettamente che non è così<Si e non mi rivedrai più>glielo promette, gli promette di non farsi più vedere da lei in nessun caso, non hanno niente da spartire. Gli occhi fissi sul kunai, su quell'energia che sente scaturire verso l'esterno e poi ecco, lo vede uscire, lo Zan, vede l'energia degli Oboro avvolgere il kunai prolungandone la lama, un energia uguale a quella che scorre nella katana del Jonin anche se men potente<A quanto pare...avevo ragione>sorride verso Meiko. Ha ragione e lo zan che scorre nell'arma è la prova lampante<Non sono qui per costringerti a seguirmi, non sono qui per costringerti ad accettare chi sei, no. Sono venuto solo per raccontarti la verità, tutto qui. Adesso sai e la decisione spetta soltanto a te Meiko>ed ecco che l'energia smette di affiorare all'interno della katana, l'innata viene sopita nuovamente mente. La lama viene riposta all'interno del fodero ma non si muove, non ancora, vuole una risposta dalla ragazza, vuole sapere se ha deciso. [Chk 76/80][Zan no Yon OFF][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama]

20:16 Haran:
 Lo sguardo di Meiko si sofferma per lunghi istanti sul viso dell'albino. Non sembra una persona malvagia, non sembra inaffidabile o vile. C'è qualcosa in lui che la porta a non respingere totalmente le sue parole per quanto siano difficili da assimilare, da accettare. Il suo scopo è di stabilire lì a Kusa la sede del clan... un clan nuovo, diverso, ove non vi siano scontri né guerre. Niente più sangue, niente più dolore. Un bel sogno, senz'altro. Qualcosa che non le toglierebbe nulla di ciò che ha, di ciò che compone la sua vita, ma che potrebbe solamente offrirle qualcosa di più. Un'appartenenza reale, fatta non solo dall'affetto, dai ricordi che la legano a qualcuno, ma fatta di sangue e geni e identità intrecciate. Qualcosa che ha sempre desiderato e represso, qualcosa che ha sempre odiato perchè non avrebbe mai potuto credere di poterne far parte. <E Kiri rinuncia e basta a questo clan? Pensavo che il Mizukage volesse che ritrovassi i dispersi per riportarli a casa> Non più tagliente, non più scettica o aggressiva nel dire, quasi sconfitta, arrendevole nel discutere di quelle argomentazioni che non può più considerare estranee. Una parte di lei si ritrova a credere a quanto detto dall'albino, a quel racconto che potrebbe mettere in ordine ogni tassello. Ma un'altra... un'altra parte di lei continua a lottare, negare, rifiutare queste possibilità giunte troppo tardi. Sospira mentre i secondi passano e l'altro le promette che se si fosse sbagliato allora avrebbe semplicemente ceduto, lasciato perdere. Lei annuisce, stancamente, tornando a posare la sua attenzione sul kunai stretto fra le proprie dita ritrovandosi a tentare l'esercizio che l'altro le ha spiegato. È strano... è strano come tutto risulti così semplice, così naturale, giusto. Come se fosse qualcosa che la richiama, che trova vita nei suoi gesti. E lei lo sente. Nel momento esatto in cui va ad immettere il proprio chakra nella lama lei sente che sarebbe successo; che quella lama sarebbe divenuta fonte di luce, una piccola arma crepitante gemella di quella ben più grande e pericolosa di lui. La lama viene come prolungata da quell'energia di pochi centimetri, molto meno di quelli del jonin, ma in qualche modo ha compiuto la stessa medesima cosa. Continua ad osservare quella lama incapace di volgere a lui lo sguardo, non può più negare ormai, non può più combattere contro una verità così schiacciante. Assoluta. Sconfitta abbassa il braccio tenendo la lama ancora stretta in pugno, l'energia a venir rilasciata interrompendo il flusso di chakra che s'immette nel kunai. Lo Zan va svanendo, disattivandosi, mentre la voce dell'albino risuona attorno. Aveva ragione, sì. E lei ora sente di non saper chi sia ancor più di poco prima. Assurdo come la verità sulla sua identità possa averla confusa ancor più della stessa ignoranza, vero? E cosa può rispondere a quelle parole, a quella sua velata richiesta quando non è capace neppure di pensare, di accettare serenamente quella nuova realtà? <Decisione...> mormora lei con un sorrisetto amaro, un piccolo ghigno tristemente divertito. <E cosa dovrei decidere? Se mettermi nelle tue mani o se voltarti le spalle? Sarei davvero libera di continuare con la mia vita di sempre nonostante tutto?> domanderebbe lei alzando lo sguardo su di lui, l'espressione persa, disorientata, illuminata di una sincera perplessità. <Se davvero sei venuto da me per ricreare questo clan allora penso che non ti arrenderesti così facilmente> E non è un'accusa o un'offesa o chissà cos'altro; semplicemente il suo pensiero che fluisce, che si libra nell'aria arrivando a lui. Scuote il capo con fare stanco, la lingua a scivolar fra le labbra con fare lento, inumidendole pian piano. Sospira con uno sbuffo sfinito, il kunai a venir riposto nell'apposita custodia prima di muovere qualche passo verso l'Oboro, a bruciare quella distanza che li separa. <Ho bisogno di tempo per pensarci.> direbbe infine mentre un alito di brezza andrebbe a scostare la sua chioma smeraldina. <Non voglio darti una risposta adesso> .. <E non è un capriccio o un gioco o una sfida o chissà che altro. Semplicemente non ho niente da darti, ora> rivelerebbe con un ultimo sospiro. [Zan no Ichi off] [chakra 19/20] [x5 kunai; x3 shuriken]

20:38 Raido:
  [Giardino] Il discorso è complicato, diventa complicato man mano che passa il tempo e spiegarlo a parole è quasi impossibile. Dire tutto ciò che serve per spiegare come stanno realmente le cose, cosa ha realmente intenzione di fare con il clan<Non ha rinunciato al clan...è un obiettivo che mi sono posto insieme al Kage. Per il momento, coloro che stanno a Kiri diffidano tra loro mentre Kusa ha da poco ritrovato la pace e il clan deve rinascere qui, deve rinascere sotto una guida che non prova ostilità verso nessuno, rinascere con persone...no...rinascere come una vera famiglia. Solo così gli Oboro potranno tornare a casa...>già, tornare a casa, una bella cosa ma se, invece, si stabilissero definitivamente nel territorio dell'erba? Se la sede divenisse a tutti gli effetti Kusagakure? Non è una cattiva o malsana idea, vuole solo il bene della propria dinastia e Kusa può offrire tutto questo. Deve tentare e per prima cosa deve riuscire a ottenere il ruolo di capo clan, deve ottenere la guida degli Oboro. Non basta il rango di maestro, no, ci vuole qualcosa di più, deve comandarli se vuole mettere in pratica le sue idee. La mente divaga tra i pensieri, quest'oggi è nato un nuovo pensiero, è nato qualcosa di nuovo nella mente del Jonin e solo il tempo può dire se è un bene p un male in base alle azioni da lui compiute. L'innate esce dal kunai e, allo stesso tempo, viene fatta tornare nel corpo della ragazza. Ne osserva il viso sconfitto, rassegnato a quella verità, lei è un Oboro, è una di loro e lo zan è la provo inconfutabile di tutto quello che ha detto ma ciò che viene detto è giusto, non può negarlo, ne a lei ne a se stesso. L'ascolta prestando attenzione alle di lei parole esibendo un ennesimo sorriso<Hai ragione, non mi arrenderei così facilmente>arrendersi non è contemplato nel suo addestramento, non è incluso nel suo essere, nella sua natura. Sospira nel sentire quell'affermazione finale. La comprende e capisce, non è un qualcosa di facile da accettare, lui avrebbe fatto lo stesso al di lei posto<Capisco e io non ti voglio mettere fretta>un cenno del capo verso il basso viene effettuato verso la ragazza in segno di rispetto, il capo chinato per qualche secondo<Sappi solo che non sei sola, non più>un ultima frase prima di voltarle le spalle cominciando a incamminarsi verso l'uscito del giardino, verso le scale che portano all'interno dell'accademia. Non hanno più niente da dirsi per ora, il tempo è giunto ed è proprio il tempo a dover decidere le sorti di questa ragazza. [Chk 76/80][Zan no Yon OFF][Samehada equip][Equip: 5 tonici per il chakra, 15 tonici coagulanti, 10 confezioni di fili di nylon, 10 fumogeni, armatura leggera (+8 alla resistenza), 50 carte bomba, 50 bomba luce, 5 fuda con all'interno un tronchetto, 50 kunai, 50 shuriken, 50 kunai a tre punte, 1 nodachi sigillata nel fuda al polso destro, 1 katana a doppia lama sigillata nel fuda al polso sinistro, 1 zanbato sigillata in un fuda sulla parte sinistra della vita, 1 wakizashi sigillata in un fuda sulla parte destra della vita, veleno stordente livello S su ogni lama][END]

20:52 Haran:
 Ascolta in silenzio quelle parole, quel discorso, andando a sistemare una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Uno stabilirsi momentaneo lì a Kusa, un modo per unire delle persone che sono nate lì, che lì hanno la loro vita ed i loro ricordi per poi riportarle verso la patria dei loro parenti, dei loro avi, ma non la loro. Casa... una parola che lei non riesce a pensare al momento di pensare a Kiri, un'isola che non ha mai visto, di cui mai s'è interessata. Par così ironica alla luce di queste rivelazioni la presenza di questa nebbia, quest'oggi. Meiko l'osserva senza però dire un'altra parola, lasciando che solo i fatti parlino per sé. Osserva il viso dell'albino ed un sorriso mesto, triste, si fa a formare sulle sue labbra solitamente pungenti, velenose. <Hai l'aria d'essere uno testardo...> sospira lei chiudendo per un istante gli occhi, una mano a venir portata al viso per pizzicare leggermente l'arco nasale in mezzo ai due bulbi con pollice ed indice. Vorrebbe davvero tanto fare un bagno caldo, distendersi, dormire senza dover più pensare a nulla, senza dover più ragionare, decidere, scegliere. Abbandonarsi ad un sonno senza sogni. Per fortuna almeno l'altro non par voler affrettare la sua decisione, forse può capire il tormento interiore che al momento le sta crescendo dentro e le dona quelle ultime parole che la lasciano a bocca aperta prima di voltarsi e di andarsene. Non è sola. Non più. Adesso una famiglia potrebbe averla davvero, una con la quale avere in comune qualcosa a livello profondo, concreto. Ma questo non avrebbe mai potuto eclissare il sentimento che prova per la sua cara nonnina, la gratitudine, la riconoscenza, l'amore per quella donna che nonostante l'età avanzata ha voluto occuparsi d'una bimba appena nata. La sua eroina. La sua casa. [End]

Meiko incontra Raido all'accademia dove scopre le proprie origini Oboro ma non solo, scopre persino il proprio passato e poi, infine, richiama lo zan con successo. Non è sola, non più

Note: Free per me ed entrata nel clan per Meiko. Brava come sempre e fortunata come sempre.

Dadi 44/50
Io 40/50
Totale 84/50