L'amore per Konoha

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22:24 Akahiro:
  [Panchina] Illuminato da una lume artificiale vicino a lui, Akahiro è ben visibile seduto su di una panchina. I glutei sono poggiati sul bordo dello schienale, i piedi direttamente sul piano della panca. Si presenta con una figura albina dai capelli medio lunghi, il cui taglio crea un ciuffo che copre una parte del fronte abbellita(?) dalla targhetta metallica con il simbolo di Konoha, simbolo della sua appartenenza ai ranghi Shinobi del Villaggio. Le iridi sono azzurre che mostrano un'espressione vagamente seria, difficile però stabilire con precisione la sua età, tutta colpa della maschera blu scura che lo copre dal naso fino alla gola. Per il resto porta una giacchetta grigia dove dai bordi, sia del colletto, delle maniche che inferiore, spunta un piccolo strato di pelliccia che lo ripara anche dal freddo più pungente. La magli sottostante è coperta proprio dal giubbotto, però dietro la schiena è evidente il simbolo dei Nara, la sfera con la barra al centro diagonale. La parte inferiore del corpo è invece coperta da un paio di pantaloni neri, dove vi sono applicate il porta oggetti al gluteo sinistro e il porta shuriken e kunai poco sopra al ginocchio destro, senza dimenticare i sandali aperti classici dei Ninja. Ma cosa ci fa il sedicenne seduto sulla panca? Semplice, nella mano sinistra ha un piatto di dango, la destra invece tiene le bacchette che già afferrano una pallina già mezza morsa. Si potrà chiaramente vedere il giovane Genin masticare. Di solito mantiene una postura eretta, ben corretta, questa sera invece, almeno per ora, la schiena è appena ricurva in avanti, i gomiti invece poggiano sulle gambe, evidentemente è più intento a gustare i dango piuttosto che preoccuparsi dell'etichetta. Una volta ogni tanto concediamoglielo!

22:31 Shikami:
  [Centro di Konoha] [Tap-Tap-Tap] I suoi passi lenti risuonano nell'aria, il silenzio più assoluto in questa notte, la Luna risplende nel Cielo, manifestando uno spettacolo a dir poco magnifico agli occhi di Sasaky, come può, qualcosa di cosi distante da lui, rilasciare cosi tanta bellezza, infondendo in lui il benessere della pace e della tranquillità, le stelle in confronto non sono difatti che dei miseri puntini, coperti dalla magnificenza del satellite terrestre, più vicino rispetto a loro. Le iridi del medesimo colore dell'ametista sono fisse sulla Luna, ei è completamente assorto nei suoi pensieri, rimembrando ancora quel giorno.. All'interno di quella Foresta, insieme ad un altro Deshi, Hisamaru. In trance, non si renderebbe nemmeno conto che le sue labbra si dischiudono, lasciando uscire involontariamente un suo pensiero < ..Quando saprai aiutare la Foresta.. Cosa intendeva? > Borbotta sottovoce, andando a scuoter il capo e volgendo lo sguardo di fronte a se, osservando la strada che percorre. Tutta quella sensazione di leggerezza e quiete che aveva ottenuto svanisce, la sua espressione muta di colpo, le labbra che vengono mordicchiate dai canini, le sopracciglia aggrottate ed uno sguardo ricolmo di perplessità e tristezza, ricordando ora anche quel grave peccato che stava per commettere. Questa sera indossa un haori azzurrino, con le maniche spezzate da un candido bianco, come la neve pura che scende dal cielo. Per coprire la parte inferiore delle gambe un hakama completamente nero, del tutto opposto ai colori della parte del torso, infine, i classici sandali neri, nient'altro, un vestiario semplice, povero, nulla di stravagante, sobrio ecco! Riflettendo continuerebbe per la propria strada camminando sotto questo cielo stellato in tutta tranquillità, borbottando sottovoce, ma abbastanza udibile anche dagli estranei, un mormorio, un ronzare continuo.

22:59 Akahiro:
  [Panchina] Ancora rimane seduto sulla panchina, sempre nella stessa posa di prima. Ormai però il dango che già era in parte masticato, ora è bello che finito. Per questo le dita della destra muovono le bacchette in modo da afferrare una seconda pallina, tenendola così a mezz'aria sopra al piattino e vicino alle labbra che ancora finiscono di mangiare e ingoiare il precedente boccone. Il suo sguardo è ancora rivolto di fronte a se, appena assottigliato e sempre velatamente serio. Non si capisce bene a cosa stia pensando il Genin, se sta pensando a qualcosa, oppure a qualche particolare emozione da lui provata. Probabilmente si gusta quei Dango senz'altro nella mente in questo momento, o chissà qualcosa. Ma proprio in quel momento Sasaky dovrebbe passare davanti a lui, borbottando quella frase e qualcos'altro ma che non riuscirebbe a solleticare il suo udito come quel quesito che si sarebbe posto. Ed è qui che si desterebbe, alzando gli occhi verso di lui. Uno sguardo che chiaramente non potrebbe fare a meno di farsi perplesso, vagamente interrogativo. Ed è così che, dopo aver ingoiato quel boccone di dango che fino adesso stava masticando, si permetterebbe di fare una piccola battuta <Non lo so nemmeno io. Però prova a darti all'attivismo, legati con delle catene ad un albero e spera che non ti taglino via insieme insieme a lui> con un piccolo cenno delle spalle <Un pò eccessivo, ma forse soddisfa tale frase..chi lo sa..> e con questa battuta disinteressata e assolutamente fuori dal normale per il nostro Genin, morderebbe quella nuova pallina di dango.

23:04 Sakura:
  [Centro di Konoha] E'tardi. Forse troppo tardi, per la ragazza. Ma in fin dei conti, non dovrebbero esserci problemi. Sta pur sempre all'interno del suo villaggio e pensare che qualcuno come lei possa farle del male è fuori discussione. O almeno è così che suo padre gli ha detto, quando l'altro giorno si sono trasferiti qui. A Konoha. Perché rimanere all'interno del piccolo agglomerato di casupole mal messe all'interno della Regione del Fuoco, era davvero difficile. Non ne è stata per niente contenta, la ragazza. Ha più volte espresso il suo disappunto, nei confronti del padre. Ma le esigenze economiche della famiglia, così come l'apertura del nuovo negozio di Tempura da Asporto, le hanno imposto di partire e abbandonare quel piccolo aggloerato di casupole che definiva casa. Il risultato di questo trasferimento lo si può ben vedere. La ragazza si trova nel nowhere assoluto. O meglio, secondo la mappa che tiene in mano, dovrebbe trovarsi al centro nevralgico della città di Konoha. Alza lo sguardo dalla cartina e ciò che vede... Ebh diciamo pure che non corrisponde alla descrizione di suo padre di centro nevralgico. Odia tutto questo. Ritorna ad infossare la faccia sulla cartina, cercando di capire dove si trova, mentre con passi non troppo lenti e ben calibrati, continua a camminare lungo il sentiero, noncurante del fatto che di li a poco incontrerà i due ragazzi. La ragazza indossa un paio di pantaloni lunghi, non stretti, di un nero pece con dei piccoli ricami ai bordi, di un avorio puro. In vita una cintura che regge il pantalone, coperta dal cappotto bianco, aperto sul davanti e che lascia intravedere il maglioncino di flanella, con sopra stampato un gatto rosa. I capelli sono raccolti in un odango posteriore, mentre qualche ciocca esce fuori a causa dello stress causato dall'essersi persa. Non porta nulla con se, se non la mappa. E forse ha fatto male.. Magari qualche soldo l'avrebbe aiutata, anche solo per prendere una camera in un piccolo albergo.<Odio tutto questo.. Se ritorno a casa, il vecchio mi sente.> Borbotta ad alta voce mentre continua a camminare... Camminare...E se Sasaky o Akahiro non le diranno qualcosa, probabilmente andrà incontro al primo. E li si che ci sarà da ridere.

23:17 Shikami:
  [Centro di Konoha] Completamente assorto nei suoi pensieri continuerebbe a rimuginar a voce bassa ciò che gli è accaduto < .. Quando saprai aiutare la Foresta.. Quando saprai aiutare la Foresta.. > Come in un loop, infinito, o almeno cosi parrebbe. L'avambraccio destro vien posto sotto il petto, arrivando con le falangi fino alla parte opposta, permettendo cosi al gomito dell'arto gemello di poggiare sopra il dorso della mano, con l'avambraccio rivolto verso l'alto, portando indice e medio sotto la bocca e anulare e mignolo sotto il mento. Un espressione enigmatica di tutto rispetto la sua, non sembra pensare ad altro se non a quell'evento ma.. < Che?!? > Esclama di colpo ad alta voce, interrompendo il passo e praticamente sobbalzando sul posto, sorpreso come non mai di sentire una voce, praticamente dal nulla, era assorto nei suoi pensieri e quella voce l'ha praticamente "destato" da quello stadio di profonda trance in cui si trovava < Come scusa? > Chiede avvicinandosi ora all'albino, in realtà ha capito benissimo, la sua è una domanda retorica ovviamente.. Semplicemente vorrebbe essere sicuro che non abbia sentito male, d'altronde potrebbe aver benissimo scambiato qualche parola per un altra < Legarmi.. > Borbotta inizialmente sottovoce, abbassando le iridi a terra, ritornando a riflettere ed assumendo nuovamente quella posa di gran pensatore, riportando la mancina con le falangi tra la bocca ed il mento per poi ripetere, stavolta ad alta voce e ben udibile anche da Akahiro < .. Darmi all'attivismo e sperare che non mi taglino con l'albero.. > E' una battuta da quattro soldi! Nessuno potrebbe casc.. < .. Sei sicuro che possa andare? > La sua espressione è serissima, nemmeno un minimo d'imbarazzo per quel che chiede, sta praticamente dando per realiste, di normale quello che ei ha appena detto! Assurdo! < Se questo bastasse lo farei! > Termina infine, mostrando uno sguardo pieno di volontà, la Volontà del Fuoco che si risveglierebbe in lui per.. Una fesseria simile! Nemmeno si accorgerebbe nel mentre della figura di Sakura, non tanto per la sua figura da Loli, ma semplicemente non ci farebbe proprio caso dato che i pensieri si accavallerebbero uno sopra l'altro < Ma che..! > Esclama ancora una volta, volgendo immediatamente le proprie iridi verso di ella, puntandola, ma non riuscendo a vederne il volto, coperto dalla cartina < Occhio a dove guardi! > Afferma ma senza un minimo di rabbia o irritazione, semplicemente un avvertimento gentile il suo, difatti i lati delle labbra vengono sollevati mostrando un lieve sorrisetto di cortesia.

23:33 Akahiro:
  [Panchina] Eh si. Proprio una battuta da quattro soldi. Akahiro non è un gran burlone, proprio per niente, ma quando se ne esce con qualche battuta lo fa sempre in modo molto sottile(?). Ma persino lui non può crederci che quel ragazzo ci crede sul serio. Subito inarca le sopracciglia, cosa ben chiara per il deshi dato che sono l'unica parte del suo volto scoperta <Guarda che..> scherzavo? Si, sicuramente voleva dire quello. Però si blocca subito, non può farne a meno vedendo quel ragazzo rimuginare e peggio, prendere in considerazione una eventualità simile! Tanto che riesce solamente ad assottigliare il proprio sguardo, mostrando un'espressione perplessa, molto perplessa. Alla fine li riapre totalmente di scatto, rivolgendosi allo sconosciuto come sa fare meglio, ovvero con una vaga severità <Ma sei matto?!> una voce sicuramente più decisa si può sentire improvvisamente uscire dalla stessa maschera blu che gli copre la bocca, forse persino un atteggiamento con una vaga punta di isteria(?), chissà può darsi, potrebbe anche dare tale sensazione. Fortunatamente però non sfocia in una vera e propria grida, semplicemente riprende con un timbro colorito l'interlocutore occasionale(?) <Ma ti pare una cosa da prendere sul serio?? Come minimo ti segano veramente in due> e simulerebbe il taglio all'altezza della vita del giovane con le bacchette che ancora tengono il mezzo dango, muovendole a mezz'aria una linea orizzontale come a tracciare figurativamente dal fianco destro al fianco sinistro di Sasaky <E in ogni caso, anche fosse un bel gesto, dubito che ne valga la pena per un dubbio tanto superfluo!> Sasaky dovrebbe far più fatica rispetto al Nara ad accorgersi dell'avvicinarsi della ragazza, per lui potrebbe essere invece più semplice dato che vanterebbe di una visuale migliore. Se così fosse, la coda degli occhi azzurri cadrebbe proprio verso di ella. Certo non subito, l'oscurità della sera non lo aiuterebbe per niente, però il lume vicino a loro permetterebbe alla figura della sconosciuta di essere illuminata sufficientemente prima di un vero e proprio scontro fra i due. Quindi, se tutto ciò avvenisse correttamente, Akahiro la indicherebbe con le stesse bacchette che ancora reggono la mezza pallina, probabilmente starà pure rischiando di cadere se fa ancora due o tre movimenti con la palmare destra. Ma torniamo a noi, perchè subito le pupille del sedicenne si indirizzerebbero verso Sasaky <Occhio alla turista, piuttosto> perchè è questo che gli sembrerebbe, data la presenza della mappa. Chiaramente un'avvertimento fatto con una voce più calma rispetto a prima, ma allo stesso tempo un consiglio vagamente disinteressato. In ogni caso, l'altro Konohano gli verrebbe sicuramente più facile accorgersi di lei in tempo, sempre ovviamente che non l'abbia già fatto di suo.

23:41 Sakura:
  [Centro di Konoha] E infatti, eccola li che va a scontrarsi, fortunatamente non in modo brusco, contro Sasaky. Niente di che, una semplice botta che la costringe a retrocedere di qualche passo e pronunciare una piccola imprecazione, prima di alzare lo sguardo verso la figura nettamente più alta di lei e dire, spalancando gli occhi. <Oh mi dispiace.> Accompagna quelle parole con un lieve abbassamento della testa, in segno di scuse un po' più vigorose, per poi aggiungere. <Non posso farci nulla, questa cartina non mi sta aiutando. > Dice, alzando la testa per scrutare meglio l'uomo con cui è andata a scontrarsi. Non sembra un tipo cattivo. Il sorriso sulla faccia è la prova che sia una persona buona ed affidabile. L'ingenuità di questa ragazza di campagna porta solamente che guai, non c'è che dire. Finalmente si può far scrutare bene dai due,nella sua più completa e totalitaria "inadattezza" nel vestire. Potrebbe benissimo passare per la classica tipetta con il gruppetto di amici bulletto che invece di fare cose buone ed altruiste, si cimentano in atti di puro e semplice vandalismo. In realtà è tutto il contrario. Di amici sicuro non ne ha, dato che ha lasciato la sua unica amica, oltretutto più grande di lei, dall'altra parte del paese. Inoltre, è la tipa a cui piace starsene buona e tranquilla per i fatti suoi, senza dover scocciare niente e nessuno. Ed ovviamente, senza scocciare gli altri. <Chiedo ancora scusa, ma sto cercando di tornare a casa e.. Niente. Konoha è troppo grande, troppo larga, troppo alta, troppo profonda...> Sì, beh non stiamo facendo la descrizione fisica di parti anatomiche Sakura. <Detesto già questo luogo e mi ci sono trasferita da soli due giorni. > Il che rende l'idea di quanto la sua memoria fotografica o visiva sia scarsa. O ancor più, di quanto non le stia bene il fatto di essersi trasferita. Sul volto parte un'espressione contrariata, fin troppo a dirla tutta. Gli occhi si socchiudono e la bocca si storce verso destra. Detestabile questa situazione.

23:59 Shikami:
  [Centro di Konoha] Ahimè, purtroppo per il membro del Clan Nara, ha avuto un incontro con Sasaky, che purtroppo ha preso davvero sul serio ciò che egli aveva detto, ma doveva essere palese però che era semplice e pura ironia, nulla di più! < Dici? > Riferendosi ora per quanto riguarda l'argomento di venir tagliato in due e fare la fine del prestigiatore da quattro soldi che voleva fare il boom. Ancora una volta la sua espressione ritornerebbe sul riflessivo, enigmatico, ancora una volta sembra pensare e rimuginare < Hai ragione.. > Sussurra sottovoce, ma con un tono piuttosto affranto e rattristato, sperava di aver trovato la soluzione a questo dilemma che ormai da giorni lo tormentava.. Ma nulla invece, un mero buco nell'acqua < Scusa.. > Si dispiace persino di aver preso con serietà questa conversazione, andrebbe persino a svolgere un inchino con il busto, piegandosi più o meno di una 40ina di gradi in avanti, un semplice gesto che però potrebbe valere più di mille parole. Un sospiro ricolmo di tristezza fuoriuscirebbe dalle sue labbra mentre risolleverebbe il torso < Purtroppo.. Questo dilemma m'ha reso sordo.. > In senso metaforico, per non aver compreso al volo s'intende < .. E' avvenuto un fatto strano nella Foresta della Morte.. > Che sia l'inizio della spiegazione degli avvenimenti? Ma nel mentre si volterebbe in direzione della ragazza, a cui non si è rivolto per ovvi motivi < Sta tranquilla! > Cerca di rassicurarla, non è accaduto nulla di grave d'altronde, sono tutti sani come pesci d'altronde < Ti sei persa? > Una domanda più che razionale quanto scontata, che viene pronunciata dopo l'affermazione di ella riguardo alla cartina < Capisco.. > Mormora poi a bassa voce, ascoltando con interesse il problema di questa fanciulla < Più o meno da dove vieni? > Le domanderebbe con un sorriso del tutto amichevole nei suoi confronti, magari potrebbe aiutarla.

00:08 Akahiro:
  [Panchina] Stropiccia gli occhi quando i due si danno un botta dentro, anche se non è affatto poi così violenta, fortunatamente. Ma in ogni caso il Nara emette un piccolo respiro, più sentito rispetto agli altri chiedendo <State bene? Fortunatamente non vi siete fatti nulla> un tono sempre piuttosto sereno, gentile persino e pacato. Un fare che cambia rapidamente. Andare a dire a due Konohani che proprio il Villaggio ti fa schifo, non è la mossa più furba di questo Mondo. O almeno non di fronte al Nara. Difatti questo la guarda con occhi vagamente assottigliati, dove un chiaro velo di disappunto nel taglio delle palpebre <Strano...perchè a me piace così com'è Konoha> il tono si voce sembra apparentemente calmo, ma è chiaro come il timbro sia tirato, dando una chiara sensazione di freddezza. Le palpebre si inarcano, crea così una mimica volutamente perplessa <Sicura che non ti stai confondendo con la mappa che indica il tuo paese d'origine? Forse è per quello che non ci capisci, oppure la stai guardando al contrario> eddai! Non essere così cattivo! Non va bene, è in difficoltà povera! Ma si sa, Akahiro è un perfetto orgoglioso e questo non porta a cose buone. Orgoglioso per l'immagine che spesso vuole dare di se, ma sopratutto del Villaggio della Foglia. La ragazza è andato a toccarlo, senza volere ovviamente, poveretta, in un tasto in cui è molto sensibile. In ogni caso con queste due affermazioni, assolutamente poco carine e, se vogliamo dirlo, da bacco nel sedere, sta proprio alludendo alla furbizia della sconosciuta. Decisamente un comportamento poco empatico da parte sua ora. Vergogna. Eppure è stato gentile all'inizio, interessato alla sorte dei due sconosciuti. Ora invece è bastata una frase della ragazza, innocua oltretutto, certo non voleva offendere nessuno, per far si che il Genin cambi totalmente atteggiamento. Tutta la gentilezza che viene emanata da Sasaky, viene completamente bilanciata da un comportamento opposto da parte dello Shinobi. Akahiro oltretutto andrebbe a guardare di sbieco lo stesso deshi, ciò per i suoi modi carini verso di lei dopo che ha detto quelle cose. Tanto che persino gli domanda <Ma non ti infastidisce nemmeno un pò quello che ha detto di Konoha?> e glielo domanderebbe pure con una voce stupita, anche se dovrebbe essere lo stesso albino a imparare le buone maniere dall'altro.

00:20 Sakura:
  [Centro di Konoha] Si beh, le buone maniere piccola Sakura? <Oh scusatemi, sono stata una sciocca. Sono Kuchiki Sakura.> Non di certo una nobile ed antica famiglia, né una che viene ricordata negli annali del Paese del Fuoco. Una famiglia come tante, senza una storia particolarmente ricca di eventi o di grandi gesta eroiche dei propri membri. Discende da una famiglia di cuochi di Tempura. Tutti cuochi, ovviamente. Quanto alle parole del Nara, semplicemente si volta e dice <Sì, infatti. Meglio così.> Riferendosi all'eventuale danno causato dalla sua sbadatezza. O semplicemente poca attenzione a dove mette i piedi e contro chi si scontra. Lo sguardo passa verso il ragazzo alto, per aggiungere. <Provengo da un piccolo villaggio dall'altr aparte di Konoha. Ed ora.. Dovrei tornare qua!> Va ad indicare il punto sulla mappa. UN grosso cerchio rosso, con scritto casa a caratteri cubitali. Probabilmente suo padre si era già figurato sua figlia persa per le strade di Konoha. Al commento dell'albino, volge lo sguardo, socchiudendo appena gli occhi, come a volerlo scrutare. In fin dei conti, non ha detto nulla di male. O meglio, nella sua concezione delle cose non ha detto nulla di male. Magari ad uno proveniente da Konoha, l'espressione usata per descriverla non è propriamente bella. Ma, mettetevi nella sua posizione. Una città nuova, con nuove strade e negozi, nuove persone che per lo più non sembrano molto aperte ai suoi occhi e senza nemmeno un amico su cui poter contare. Cominciare da zero tutto quanto alla sua età, non è per niente semplice. Specie se si è maturata una certa stabilità, sia emotiva che sociale. <Ovvio che è di Konoha. Non sono mica stupida!> Se lei ha toccato un tasto dolente, lui ne ha toccato uno particolarmente doloroso per lei. Non le piace che gli altri mettano in dubbio le sue capacità, che possano essere fisiche o intelletive. Lo detesta dal profondo del suo cuore, più del Tempura di suo padre. Lo scruta ancora per qualche secondo prima di tornare con lo sguardo verso l'altro sconosciuto e dire <Io stavo seguendo questa strada e poi, non so perché, un tipo al chiostro mi ha detto di girare a sinistra che facevo prima... Ed ora eccomi qua. >Basta chiedere informazioni. La prima esperienza non le è servita come lezione. Quanto all'ultima affermazione dell'albino, inarca appena un sopracciglio, senza aggiungere nulla. L'ultima cosa che vuole è ritrovarsi contro un tipo sconosciuto.. O forse due?

00:35 Shikami:
  [Centro di Konoha] Volterebbe il capo in direzione dell'albino, con una lieve risatina imbarazzata accompagnata da un movimento della man dritta che verrebbe portato dietro la nuca iniziando a carezzar la pelle con le unghie cercherebbe di rendere il tutto più divertente < Già! E' stata proprio una gran fortuna! > Con un tono di voce allegro, ma non troppo, la giusta dose per quella risatina leggera. In un lampo anche ei rimembrerebbe le buone maniere, subito dopo la fanciulla difatti eseguirebbe un inchino con il proprio busto, poggiando la man dritta sul petto, all'altezza del cuore, mentre eseguirebbe un solenne inchino con il busto < Perdonate me invece, non mi sono presentato.. Il mio nome è Sasaky S..> Si arresta di colpo, un attimo, in cui ricorda ciò che era in precedenza, in un lontano passato < .. Miyamoto.. Il mio nome è Sasaky Miyamoto.. > La gioia della sua voce sembrerebbe ora svanire, divenendo più triste, malinconica, per chissà qual motivo. Risolleverebbe a questo punto il busto, sforzandosi di abbandonare quell'espressione cupa ritornando perlomeno con un lieve sorriso delle labbra, eseguito a stento < Mh? > Mugugnerebbe puntando le iridi sulla cartina, precisamente sulla parte ove è disegnato il cerchio rosso < Noi.. Dovremmo essere.. > Sollevalo sguardo guardandosi poi attorno, scoprendo solo ora che in realtà non lo sa nemmeno lui < Penso di non saperlo nemmeno io.. Ho camminato fino a qui senza dare molto peso a dove andavo.. > Un gran bel problema anche per lui in effetti, ci stanno ben 2 dispersi adesso! Gli occhi incrocerebbero poi lo sguardo del Nara, che sembra aver preso molto sul personale il discorso < Beh.. Non molto in realtà.. E' nuova del posto, penso che potrei comprendere la sua situazione se mi trovassi in un posto che non conosco.. > Per un attimo punterebbe lo sguardo sulla povera donzella sperduta, facendo sollevar i lati delle labbra maggiormente, un sorrisetto gentile e pacato nei suoi confronti.

00:47 Akahiro:
  [Centro di Konoha] Risponde allo sguardo assottigliato della ragazza con uno proprio, come a voler sostenere quella sua causa(?) nei riguardi di ella. Non risponde nulla alla ribattuta della forestiera, anche se poi non è nemmeno poi così forestiera dato che comunque è del Paese del Fuoco. Si limita semplicemente a mantenere le azzurre su di lei. Si limiterebbe dunque a portare, finalmente, quell'ultimo boccone della seconda pallina di dango alla bocca, masticando. Oltretutto è alquanto improbabile che riesca a mangiare con la maschera, una dimenticanza epocale da parte del narratore. Chiaramente per mangiare i dango avrebbe preventivamente abbassato la maschera, mostrando dunque i propri lineamenti facciali ai due giovani in sua compagnia, classici di un sedicenne. Una pelle piuttosto chiara, non bianchissima come a volte capita in alcune persone con questo raro genoma, fortunatamente oltretutto. Non è lui a essere deficiente eh, l'errore arriva proprio dall'alto(?). Chiudiamo questa parentesi e torniamo a noi, che è meglio. Akahiro guarda così i due colloquiare e dovrebbe notare come Sasaky si arresta prima di dire il proprio cognome, cercando di scrutarlo con una più attenta osservazione. Per un attimo gli occhi si socchiuderebbero, eppure non direbbe nulla. Semplicemente si limiterebbe a seguire con il volto il movimento di lui, osservandoli dunque nella lettura della cartina. Un'azione che a quanto pare risulta essere fallimentare anche da parte del deshi. Un sonoro sospiro viene emesso dal Nara, poggiando il piattino di dango, ormai vuoto sulla panca affainco al proprio piede sinistro. Con una piccola spinta scende dal piano ligneo riportando i propri piedi a terra, in una posa bene eretta che mostra per intera la sua "altezza" di ben un metro e sessantadue. Si, è un tappo. Proverebbe a muoversi verso i due <Mi chiamo Akahiro Nara> serio in volto, mentre a sua volta tenterebbe di affiancarsi alla ragazza <Fatemi vedere, provo a capirci qualcosa> e da dove viene questa improvvisa gentilezza?? Assottiglia lo sguardo verso la giovane <Tranquilla che non ti mando a perdere> come a volerla rassicurare, seppur sia una frase che viene emessa con ancora un vago pizzico di distacco e seriosità <Allora...noi siamo qui> con il polpastrello indicherebbe il Centro di Konoha <Tu devi arrivare qui> il dito passerebbe alla zona segnata di rosso <Quindi dovresti passare per questa strada> la mano muoverebbe il dito lungo la carta per segnalare il percorso che dovrebbe percorrere Sakura <Dunque..> un'espressione pensierosa si formerebbe nei suoi lineamenti, guardandosi intorno per cercare di orientarsi direttamente nel loco intorno a loro, oltre che nella cartina.

00:58 Sakura:
  [Centro di Konoha] Sebbene sia la novella arrivata, trova conforto nel sentire le parole del ragazzo. Nemmeno lui sa dove si trova e questo fa di loro due un duetto peggiore di un piccione viaggiatore ubriaco. Sospira, vistosamente, abbassando un pochino la testa e chiudendo gli occhi. Nella sua testolina, tra tutte le possibilità, proprio in loro due doveva imbattersi, Non che abbia qualcosa contro di loro, figuriamoci.. Però, tra quello che si è perso a sua volta ed il tipo scontroso e brusco, sembra quasi che l'universo le stia mandando dei messaggi negativi. E domani dovrebbe anche andare in accademia. Santi numi. Al sentir pronunciare il cognome dell'altro, riapre gli occhi. Nara. E' un cognome abbastanza famoso. Prima di arrivare qua ha letto qualcosa sulla storia del Villaggio, giusto per non arrivare impreparata. Nara, una delle famiglie più vecchie del Villaggio.. Diamine, proprio in un esponente di esse doveva imbattersi. Rialza la testolina quando l'altro si offre volontario per aiutarla.. Che soffra di sindrome bipolare con dissociamento della realtà? Diamine, questi cambi improvvisi non le piacciono.<G-Grazie per l'aiuto...> Si limita a dire, ad entrambi. Per quanto il primo non abbia poi risolto moltissimo, il secondo sembra metterci un po' di impegno. E l'averle mostrato già la via principale per tornare a casa, sicuramente aiuterà il suo più che malandato senso dell'orientamento. Una cosa su cui dovrà lavorare non bene, di più, nell'immediato futuro se vuole avere a che fare con il mondo degli Shinobi. <Sul serio, comunque... Come fate a vivere con tutto questo? Non lo capisco.. La calma di un bel paesino isolato non vi piace?> E lo dice con tono nostalgico, quasi limitrofo al pianto rotto. Le manca il suo paese. Le manca svegliarsi la mattina con il gallo che canta e non con la sveglia pelosa a forma di gatto che vibra e miagola. Le mancano le passeggiate di appena tre minuti, invece delle scarpinate infinte per trovare casa... Ai ai, povera!

01:17 Shikami:
  [Centro di Konoha] Ora il pensiero, la preoccupazione del ragazzo sarebbe quella di capire anch'egli dove si trova, d'altronde deve pur capire ove andare a sbattere la testa per ritornare a casa propria < Allora.. > Mormora sottovoce continuando a spostare le iridi di qua e di la, cercando di rimembrare almeno un po' la zona in cui si trova, magari anche che strada ha preso. Ancora una volta a trascinare all'interno di una qualche discussione è Akahiro, di cui ora il corvino scopre anche l'appartenenza, il Clan a cui appartiene < Nara? > Ripete rivolgendo lo sguardo su di lui, piuttosto sorpreso a sentire ciò non si tratta d'altronde di una famiglia di poco conto, ma una di quelle che contano di più a Konohagakure. Alla fine è proprio l'albino anche a risolvere la situazione anche per Sasaky < Capisco.. > Borbotta a bassa voce osservando poi la zona indicata, riuscendo più o meno a comprendere adesso il punto in cui si trova e a capire quali tratti di strada percorrere per arrivare a casa, ormai l'ora è tarda d'altronde, ma prima di andarsene si rivolgerebbe per la prima volta con un tono più serio alla fanciulla, diverso rispetto a prima < Io accetto il posto in cui vivo per com'è. Può avere i suoi difetti, ma è pur sempre la mia Terra.. > Non un minimo di tentennamento per ciò che dice, questa è la sua mentalità, d'altronde. < Vogliate scusarmi.. > Eseguirebbe un lieve inchino con il capo nel mentre < .. Ma si è fatto tardi per me, vi auguro una buona nottata. > Detto ciò si allontanerebbe salutando con un mero cenno della mano i due, allontanandosi dalla scena.

01:32 Akahiro:
  [Centro di Konoha] Volge lo sguardo e il volto verso di lei, sempre serio ma ora sicuramente meno distaccato rispetto a poco fa <Ringrazia lui> con un cenno del capo in direzione di Sasaky <Sono state le sue parole a convincermi ad aiutarti, anche se quello che hai detto prima mi ha infastidito sul serio> si, è esagerato. Ma quanto meno non è bipolare dai, una spiegazione c'è. In poche parole ha detto che la risposta del deshi lo ha fatto ragionare sulla situazione, invece che prenderla di petto in maniera inquadrata. Anche se non lo ammetterà mai esplicitamente che la sua coscienza è stata toccata, almeno quel minimo, da immedesimarsi nella situazione di Sakura. Gli occhi si alzano ancora, andando a puntare con la mancina un punto in particolare <I volti di Pietra degli Hokage sono quelli la> anche ora sarebbe ben dura vederli a causa dell'oscurità notturna, ma almeno grazie a quelli può orientarsi anche solo sapendo la loro direzione. Difatti tornando a puntare la cartina con le azzurre iridi <Stando a ciò, la via che devi prendere e..> un ennesimo movimento dei bulbi oculari lo portano ancora sull'ambiente che li circonda, puntando l'indice della mano destra in direzione della strada che deve prendere <E' proprio quella la> finalmente più sicure e decise queste ultime parole, segno che non sta più ragionando ma che finalmente è giunto alla conclusione giusta. E va così verso Sasaky, rispondendo dunque a quella domanda <Comunque si> un piccolo cenno del capo in segno affermativo <Faccio parte del clan Nara> inarca appena le sopracciglia, sfoggiando un'espressione interrogativa <Perchè?> sa bene l'importanza del Clan per Konoha, ci mancherebbe, ma spesso si sorprende di come reagiscono alcuni a questo, o molto semplicemente non pensa a questa possibilità, come è successo ora d'altra parte. Ma la risposta dovrà attendere, dunque si limiterebbe a seguire il movimento dello stesso deshi mentre si allontana <Buonanotte> speriamo non si perda dato l'orientamente che ha sfoggiato! In ogni caso, è un saluto che viene mosso con tono serioso, come anche lo sguardo, ma la voce era più calma e garbata. E una volta che l'oscurità avvolgerebbe la figura dell'altro ragazzo, svanendo dal suo campo visivo, Akahiro si muoverebbe verso la panchina provando ad allontanarsi dalla ragazza. Tutto perchè andrebbe ad afferrare il piattino ormai vuoto protraendo il busto in basso e usufruendo della destra <Comunque per rispondere alla tua domanda> muoverebbe di tre quarti il viso verso di lei, dovendo ovviamente inclinare anche il busto di conseguenza. La mancina a riporterebbe la maschera alla sua giusta altezza, ovvero a coprirgli dal naso fino al collo <Konoha è la mia casa, con una lunga storia. Ha difeso e continua a difendere me e chiunque ci vive, aiutando anche tutto il Paese del Fuoco. Nulla è più importante per mi riguarda> una frase schietta quanto sintetica, una risposta avanzata per la nuova arrivata al Villaggio chiara e coincisa, oltre che pronunciata con un atteggiamento sicuro e convinto per ciò che ha appena detto.

01:43 Sakura:
  [Centro di Konoha] Cavolo, possibile che quello che ha detto abbia ferito così nel profondo quel piccolo marmocchio alto quanto lei? Ma che cavolo.. Vabbè, non ci pensa nemmeno troppo, anche perché non servirebbe a nulla. Certe persone sono fatte così: appena si dice qualcosa di storto, se la prendono a male. <Buonanotte< Annuncia, pensando un attimo alle parole del ragazzo. E' vero, la terra in cui si nasce e si cresce si può considerare casa. Pertanto, seguendo questo ragionamento, il Paese del fuoco è la sua casa. Ma questo non da per scontato il fatto che Konoha sia la sua casa. Lei stava bene dover si trovava, ovviamente. Quella era la sua casa, dove è cresciuta e nata. Quella dove aveva instaurato rapporti saldi e ben ancorati alla sua sfera emotiva. Konoha ancora non è la sua casa.. E non lo sarà finché non vedrà con i suoi stessi occhi qualcosa che possa aiutarla. Che la faccia sentire veramente accettata. E per il momento, il ragazzo Nara non sta facendo un buon lavoro. Ciononostante segue tutte le indicazioni del ragazzo. I volti di pietra li ha già visti, diverse volte a dirla tutta. In qualsiasi direzione ci si trovi, loro sono ben visibili e sarebbe ottimo, come punto di ritrovo o semplice punto di richiamo. Per il resto, continua a seguire le indicazioni del ragazzo e fa mente locale su quanto detto, cercando di ricordarsi la strada. Deve esercitare la sua memoria visiva, per questo. <Capisco.> Afferma, decisa anche lei. Va a cogliere los guardo del ragazzo, ammirandolo quasi. Non solo per quello che ha detto, ma anche per la risolutezza presente nelle iridi. Non sa come spiegarlo, ma soprattutto non sa come poterlo decifrare. O dargli un nome. E' quello sguardo che si ha quando si ama qualcosa, o qualcuno. Un segno di riconoscenza.. o devozione. Dipende dai punti di vista. <Mettiti nei miei panni.. Se dovessi lasciare Konoha, per trasferirti in un posto dove non conosci nessuno, sradicato dalle tue radici, dai tuoi affetti.. Come considereresti quel luogo? Diresti di essere subito a casa? Non lo detesteresti un pochino? > Suvvia, stiamo cercando di far capire al Nara che lei non ha detto nulla di male. Nulla che fosse effettivamente rivolto al suo villaggio, ma bensì alla sua conformazione fisica. A come è fatto, più che altro. E' per questo che detesta profondamente quel genere di cose. < So che la tua famiglia è una delle fondatrici.. E posso capire il senso di appartenenza e di orgoglio nel trovarti a casa. Ma non mi giudicare se sento la mancanza della mia, di casa.>

02:00 Akahiro:
  [Centro] Non può fare a meno di distogliere lo sguardo verso l'alto, appena assottigliato <Sicuramente non vorrei fare altro che tornare a Konoha dopo due giorni..forse anche meno> piuttosto calma quella risposta, sincera. Socchiude appena le palpebre, tutto per riaprirle puntando le pupille sul viso di ella, compreso lo stesso volto che va nella sua direzione <Però è anche vero che se ti sei trasferita qui, è una cosa permanente. Continuare proprio a detestare un luogo dove dovrai passare tanto tempo, non è certo un aiuto per te stessa. Posso immaginare ciò che provi, come ti ho detto non vorrei fare altro che tornare a casa nella tua situazione, ma non so dirti se effettivamente detesterei il nuovo posto o meno> un altro sospiro emesso questa volta da sotto la maschera, seguito da un cenno del capo come a invitarla <Dai vieni..ti accompagno. Non sei troppo distante dal Quartiere Nara. Anche se ti sembra grande Konoha è comunque un Villaggio, ci metti poco a percorrerla> e nonostante sfoggi tale gentilezza, proprio ora condisce tale cose con un'atteggiamento sostenuto. Ha qualcosa di diverso però rispetto a prima, non è infastidito ne tanto meno offeso, semplicemente il suo modo di comportarsi è serio, la sua voce lo è altrettanto, seppur con una punta di garbo che certo prima era totalmente svanito quando se l'era presa in quel modo con lei. E dunque, una volta fatto quel cenno verso di lei, manovra il proprio corpo in modo da indirizzarlo verso la strada che proprio prima le ha indicato. I suoi passi dunque si alternerebbero uno dopo l'altro, con la sinistra che andrebbe dentro la tasca dei pantaloni, la destra ancora piena dal piattino con sopra le bacchette usate che non aspetta altro il primo cestino per essere buttato via. Una andatura calma e regolare, dove la schiena viene tenuta ben eretta <Come mai ti sei trasferita?> domanda dunque a freddo, tenendo sempre lo sguardo verso la strada che devono percorrere, a maggior ragione data la limitata visibilità a causa della tanta oscurità intorno a loro, ma con le orecchie ben tese verso la nuova cittadina di Konoha.

02:12 Sakura:
  [Centro di Konoha] Oh, finalmente un piccolo spiraglio di luce all'orizzonte. Finalmente riesce a comprendere, almeno in parte, ciò che sta provando la ragazza. Che non è disprezzo per la sua nuova 'Terra', quanto più un senso di poco adattamento, un cambiamento drastico e radicale che comporta tutta una serie di diversi step che portano alla completa e totale abnegazione. Insomma, è una situazione che la sta rendendo più schiva che mai.. E non è questo ciò che vuole. Ma che vogliamo farci: le donne sono tutte così, almeno all'inizio. <Magari detestare è un termine troppo.. Enfaticizzato. Non detesto Konoha, ma la situazione che si è creata.> E va da se che anche Konoha viene messa in questa equazione, almeno momentanea. <Non avere più le mie solite abitudini.. O i soliti amici e le solite persone. Scontrarmi con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui ero abituata. Non è semplice, Akahiro-kun.> Distoglie lo sguardo dal ragazzo, annuendo al suo volerla accompagnare. FInalmente un primo gesto di gentilezza, seppur riluttante, mostrato nei confronti della ragazza. Da parte sua, potrebbe essere considerato quasi qualcosa di potete.. O che abbia un'influenza positiva nei sentimenti della giovane, nei confronti del Villaggio. <Mio padre ha deciso di espandere la sua attività. E per farlo, toccava venire qui. A quanto pare il commercio è messo bene e gli affari dovrebbero filare giusti. Il problema è che non ha chiesto nulla a noi.. Mia madre, me e mio fratello.> E' la cosa che maggiormente la ferisce. Come se non avesse voce in capitolo. Lui prende e decide di andarsene dalla sua terra natia, dalla sua casa per... Fare più soldi! Quelli che hanno bastavano ed avanzavano... <Tu piuttosto... Hai un quartiere. O meglio la tua famiglia ha un quartiere. Mi sento un po' a disagio.> Un po' tanto a disagio. In confronto a lei, lui sembrerebbe essere piuttosto ricco. Senza considerare il fatto che da dove proviene lei, avere un appezzamento di terra era già il canone discriminatorio che indicava una ricchezza... Senza eguali.

02:32 Akahiro:
  [Centro] <Mmm?> un mugolio, fatto con una voce fievole ma chiara nel suo modo interrogativo di porsi. Tanto che questa volta anche il viso viene in parte rivolto verso di lei, di sbieco <Perchè mai dovresti sentirti a disagio? Tutti i Clan di Konoha hanno un quartiere, non è una cosa in particolare dei Nara, ma io non sono altro che un Genin e ci vorrà molto tempo prima che possa eguagliare la bravura di chi ha reso il mio Clan importante> si sta riferendo chiaramente a Shikamaru Nara e il suo successore, ma non solo, non sono certo li unici degni di nota nella storia dei Nara, a parte Ryota. Nuovamente il viso viene rivolto davanti a se, adocchiando finalmente un cestino che si avvicina a loro, o meglio, che loro si avvicinano al cestino. Non fa altro che allungare la mano destra verso questo, lasciando andare il piattino al suo interno. Non c'è nemmeno bisogno di fermare i propri passi, semplicemente continuerebbe la sua avanzata che ormai porterebbe lui e la ragazza fuori dalla piazzetta al centro di Konoha e già nella via che poco prima gli aveva indicato. L'arto superiore destro rimarrebbe lungo il fianco, lasciando che oscilli appena ad ogni passo alternato e con una piccola scrollata delle spalle <E non è nemmeno detto che raggiungerà la loro bravura e importanza> un ultima occhiata, attuata con la semplice coda degli occhi. Un modo come un altro per verificare se la ragazza ha compreso o meno il fatto che non deve affatto a sentirsi a disagio con lui. Presto le pupille tornano davanti a se, continuando così a portare avanti una conversazione <In ogni caso..> piccolo stacco <Tu cosa farai? Lavorerai nell'impresa di famiglia ugualmente immagino, anche se non hai deciso tu di venire qui, però è un'ottima occasione sia per te che per tuo fratello> è la prima conclusione che gli viene in mente, non penserebbe ad altre cose per lei, ma ovviamente rimane ad orecchie ben aperte, vediamo se verrà smentito.

02:44 Sakura:
  [Centro di Konoha] <Il paese da cui provengo, non possiede quartieri. Vengono considerati ricchi, chi detiene un piccolo appezzamento di terreno.>Conclude, finalmente, quel discorso mentale che si è fatta, chiarificando il motivo del suo disagio. In fin dei conti è difronte ad un esponente di una delle famiglie di Konoha più importanti. Lei di certo non può capire cosa significhi. E non lo capirà mai, a meno che non sposerà qualcuno di loro. Del suo discorso sulla famiglia, incomincia ad intravedere qualcosa. Si tratta di un discendente.. E come tale, sente il dovere magistrale di portare l'onore e l'onere del nome della famiglia. Una gran rottura di scatole, dal suo punto di vista. Gli obblighi morali e non sono immensi e non sa, effettivamente, come riesce a sopportarli. Magari li sopperisce con il suo orgoglio famigliare.. O semplicemente con qualche assurda e strampalata convinzione mentale. Sta di fatto che capisce, almeno in parte cosa voglia dire per lui essere un Nara. <Certo... Quello che dici è vero, ma tieni presente che la vita è la tua. Non devi necessariamente eguagliare o superare i tuoi antenati per essere ricordato. Puoi fare sempre qualcosa di speciale, senza dover arrivare al livello di chi ti ha preceduto. Ognuno ha una dote, che è diversa ed unica allo stesso tempo.>Parole sante della Vecchia Shizune del suo villaggio. Non c'è bisogno di essere migliori dei propri antenati. Ognuno di noi porta con se qualcosa di unico che lo rende unico, sia nella famiglia che nel mondo. <In verità no. Odio il Tempura ed odio la cucina.> Si vede che è la pecora nera della famiglia. Troppo nera, si potrebbe aggiungere. <Mi hanno adottato, i miei genitori. E per questo sono grata, ma non andrà mai e poi mai a cucinare il Tempura.> Già, l'adozione sicuramente ha influito parecchio sulla sua decisione. E non sarà altrettanto semplice per lei cambiare direzione. Per quanto voglia bene ai suoi genitori, quella non è la sua strada. <Da domani dovrei cominciare l'Accademia. Mi sono iscritta ieri mattina, con totale disappunto dei miei genitori. Dicono che il lavoro dello Shinobi è troppo pericoloso. >E non hanno tutti i torti, ma piuttosto che cucinare del Tempura o starsene a casa a cucire e rammendare cose, farebbe di tutto. <Però, sai.. L'idea di diventare shinobi mi ha sempre stuzzicato. Ed ora ho la possibilitò di mettermi alla prova. Se non dovessi riuscirci... Probabilmente troverà altro. > Sembra quasi un ripiego.. O una semplice azzardata per andare contro i voleri della famiglia, ma non è così. O almeno lei non la vede così.

02:55 Akahiro:
  [Strada] <Non hai capito> una fugace occhiata verso Sakura, tornando subito di fronte a se per non sbagliare strada a causa di quell'oscurità <Io ti ho detto questo per farti capire che non ti devi sentire a disagio con me> un pizzico di delusione vi è in queste parole, motivato dal fatto che il suo tentativo di farle capire che non serve sentirsi in quel modo in sua presenza non è andato esattamente come sperava <Non c'entra nulla ora quello che hanno fatto e fanno tutt'ora i membri più illustri del clan Nara> il timbro di voce già muta un pochino in quest'ultima frase. Perde quel velo di delusione, divenendo un'accompagnamento per le parole già più calmo e sereno, neutro. Ma improvvisamente i passi si andrebbero a fermare, il suo sguardo viene più serio e lentamente il viso viene mosso nella direzione della ragazza <Perchè vuoi diventare una Kunoichi?> improvvisamente le sue parole si intingono di totale interesse, oltre che essere intrise di serietà, anche più di prima. Rimane a fissarla con quegli occhi seri, immobile sul posto con la mancina che verrebbe sfilata dalla tasca dei pantaloni e agiata lungo il fianco esattamente come la gemella lo era da diverso tempo. Sembra aver fatto in tutto e per tutto una domanda molto importante per lui, con un'intensità molto grande nella sua stessa espressione <Sai cosa vuol dire diventare un ninja?> una seconda domanda fatta con grande coinvolgimento, allo stesso tempo però non pecca in calma, la voce rimane anche pacata, forse persino più di prima.

03:07 Sakura:
  [Centro di Konoha] Non si blocca quando lui incomincia a parlare. Certo che sa cosa sta dicendo ed è anche ovvio che lei lo capisca. Non è mica stupida lei. <Sì, ho capito cosa vuoi dirmi. La mia era una semplice riflessione. Mi spingo sempre oltre il limite. Perdonami.>Non lo dice a mo di scusa, ma più come se fosse una confessione. Come se tutto quello che sta dicendo sia una confessione, a dirla tutta. Non sa come ma le parole le escono di bocca, sebbene non le piaccia minimamente questo genere di cose. Non ha un grosso freno che le impedisca di fluire all'interno degli affari personali di una persona. Il che rende la situazione peggiore, a pensarci bene. <Tuttavia, un minimo di disagio lo proverò, almeno il primo periodo. Dovrò ambientarmi, in un modo o nell'altro.> Dichiara con assoluta certezza. E l'ambientazione non parte solo dallo scoprire e riconoscere il luogo in cui si abita, ma anche nell'accettazione dell eprsone che ci vivono. Nella conoscenza di esse. Avendo vissuto in un luogo piccolo e provinciale, conoscere gli affari di tutti ed intromettersi come se fossero propri, è una forma mentis piuttosto normale. Come è normale il fatto che lei l'abbia assorbita e fatta propria. Dovrà riconoscere alcuni limiti, indubbiamente. <Cosa significa essere un Ninja... Perché voglio diventare una Kunoichi...> Sospira. Certo, è una domanda che sicuramente sorge spontanea, dato che non è ancora legata a Konoha. Ci pensa sù, per una manciata di secondi, prima di rispondere. <Un Ninja protegge il suo villaggio. Ama il suo villaggio, al punto da sacrificarsi per lui. Io sono nuova di qui e l'appartenenza a Konoha ancora mi è sconosciuta.. Ma voglio diventare una Kunoichi perché ho bisogno di sentire qualcosa. Sento come la necessità di dover afferrare qualcosa che sia mio, ma che ancora non conosco.> Una cosa un po' strana, limitrofa ai canoni del totalitarismo. Della ricerca, sebbene non vera per lei, del potere. <Forse voglio semplicemente sentirmi parte di qualcosa.. Far si che la mia esistenza valga qualcosa e che non sia già stata scritta. Dimostrare che posso essere qualcuno.> Forse queste sue parole risuoneranno strane alle orecchie del ragazzo. E forse lo porteranno alla conclusione che lei non sarà mai e poi mai capace di essere un Ninja. Per famiglie come quella dei Nara, il senso di appartenza al Villaggio è ben radicato. Ma per famiglie come la sua, ancora no. Maturando, forse, riuscirà a sentirlo ed il suo concetto di esere un Ninja potrà cambiare. <Per ora questa è la base su cui voglio costruire il mio futuro. Non escludo che possa evolversi e cambiare, sempre in positivo.> No, lei il negativo non lo accetta per definizione. Non lo vuole accettare.

03:25 Akahiro:
 A dire il vero il giovane Nara, ascoltando la risposta della ragazza, non si esprime in negativo. Non mostra nemmeno chissà quale soddisfazione nel sentire tali parole, però un chiaro e limpido gesto del capo in segno affermativo viene rivolto verso di lei. Una tacita risposta che può non vuol dire niente, ma può anche vuol dire tanto, dipende come la si vuole interpretare. Una libertà di come tradurre tale cenno sopratutto a causa del fatto che viene portato con un'aria sempre molto seria, riprendendo subito la propria marcia verso la casa di Sakura <In accademia ci sono insegnanti molto validi> si spiega così il Nara, sapendolo bene dato che è fresco di studi <In particolare la Sensei Kagume Hyuga. E' molto capace e ci tiene ad insegnare correttamente, è una dei Ninja più potenti del Villaggio. All'apparenza può sembrare una donna indifesa, ma è una Dainin, come potenza dunque può raggiungere anche quella dell'Hokage> la coda dell'occhio si muove verso di lei, inquadrandola di sbieco <Forse anche più brava..chi lo sa> le parole lo tradiscono in un pizzico di ammirazione verso la donna citata, non a caso è una delle persone che ammira di più <Comunque sia, anche tanti altri insegnanti sono assai competenti> un cenno delle sopracciglia e delle palpebre <Anche se alcuni ti sembreranno stravaganti> e per la prima volta la neo-allieva dell'accademia Ninja potrà notare una voce vagamente più allegra, peccato che non può vederlo bene sotto la maschera, ma persino le labbra si sarebbero tirare in un piccolo sorriso. Si guarda ancora intorno, muovendo la testa a destra e a sinistra con il susseguirsi delle stradine ad intersecare. Tutto perchè non vuole perdere la strada giusta per la casa <Non dovrebbe volerci molto ancora> per questo i due, inghiottiti man mano dall'oscurità notturna, dovrebbero fare ancora poca strada per giungere alla casa di Sakura. Semplicemente poi Akahiro si muoverebbe verso il Quartiere Nara, dove lo attende un caldo letto e un riposo che domani gli permetterà di allenarsi al meglio. Ma qui fino al raggiungimento della casa, lasciamo che i due se la sbrighino da soli.(//Uscita)

03:31 Sakura:
  [Centro di Konoha] Ottimo. Bene. Per ora, quel tacito segno della testa non può fare altro che bene alla mente della giovane ragazza. Avere una brutta reputazione all'interno del villaggio non le gioverebbe minimamente la situazione. Anzi, probabilmente la porterebbe ad essere quasi odiata, se non temuta. Ma quella tacita risposta non può fare altro che convincerla ad andarci con i giusti mezzi e motivazioni. Sentendo il suo discorso, la motivazione aumenta. Se davvero ci sono Kunoichi all'altezza dell'Hokage, probabilmente l'insegnamento sarà più che stimolante. E la motivazione va avanti, ingigantendosi ancora di più. Tutto perché... Ci sono delle donne che hanno la stima e la forza alla pari dell'Hokahe. Tanto meglio così. <Ottimo, non vedo l'ora> commenta continuando a camminare ed annuendo all'affermazione del ragazzo. Manca poco.. Quindi tra poco potrà abbandonare le freddi strade per mettersi nel suo nuovo letto, con la sveglia pronta a suonare tra poche ore. Una sveglia pelosa che miagola. Santi numi, il suo gusto in fatto di oggettistica lascia molto a desiderare. (//Uscita-Grazie della giocata)

Sasaky incrocia per caso lo sguardo di Akahiro, intento a mangiare seduto ad una panchina dei Dango. Si mettono a discutere su una frase pronunciata dal deshi in un momento riflessivo, con l'arrivo repentino di Sakura intenta a ritrovare la strada di casa smarrita. Questa "offende" il Villaggio, trovando lo sdegno iniziale, o meglio dire, l'esagerazione, del Nara. Ma grazie a Sasaky la serata sembra migliorare fra i due, tanto che Akahiro, chissà, magari per sdebitarsi per come si è comportanto, la accompagna a casa.