L'imbarazzato, la vivace e l'affamato

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14:27 Akahiro:
  [Portico] Un sospiro in mezzo alla pioggia cadente e ai tuoni e fulmini che di tanto in tanto sferzano nel cielo, un sospiro che sicuramente si perde in mezzo a questi rumori e a quelli del villaggio di Konoha. Il respiro di un giovane deshi dai capelli albini, alto un metro e cinquantaquattro che, con un ombrello nella mano destra, cerca di ripararsi sotto un piccolo portico <Proprio oggi doveva piovere> ha un sacchetto nella mano sinistra, chiaramente ha dovuto fare delle spese anche se non è chiaro cosa abbia comprato. Gli occhi azzurri sono come sempre seri, apparentemente freddi persino, anche se oggi le palpebre assottigliate mostrano un'espressione vagamente scocciata. Rimane in piedi, con l'arto superiore sinistro disteso lungo il fianco e quello destro piegato verso l'alto in modo che l'ombrello, insieme al portico sopra la sua testa, lo protegga dall'acqua. I lineamenti sono ancora immaturi, proprio come si aspetta da un ragazzino di tredici anni. Veste con una giacca pianga che mostra la maglia nera sotto, dove vi è la sagoma di un drago come fantasia, i pantaloni sono blu scuri con diverse tasche e a calzargli i piedi vi sono un paio di sandali ninja blu.

14:45 Ayame:
  [Portico] La bella passeggiata che aveva in mente di fare la sedicenne se ne è andata insieme alle gocce di pioggia che continuano a cadere dal cielo, senza accennare a smettere nemmeno per qualche istante, non sia mai, che la ragazza riesca a tornare a casa tutta asciutta ed è per questo che, facendosi strada tra le gente che, dando un'occhiata al cielo, ha portato con sé l'ombrello e tra la moltitudine di gente lì presente, si potrà udire una vocina lamentarsi: <<Permesso! Fatemi passare! Perchè tutti qui!?>> e una chioma rosea la si vedrebb ondeggiare, dando delle lievi spinte con le braccia, per cercare di raggiungere quel piccolo portico che aveva adocchiato dall'altra parte della strada, dove anche un ragazzino si è fermato. Una volta giunta lì, nel mentre di riprendere fiato, la ragazza va a posare le mani sui fianchi ed emette un piccolo sospiro di sollievo <<Finalmente ce l'ho fatta!>> esclama tutta contenta con un'enorme sorriso in volto, annuendo alle sue stesse parole per la riuscita del suo obbiettivo, anche se ormai, la canotta nera e la striscia di stoffa verde che le pende da una spalla e che si ri-immette nella spessa cintura di stoffa grigia è bagnata, i pantaloncini neri con la piccola fasciatura e i sandali neri non sono poi eccessivamente bagnati; con un gesto lento del braccio destro si sposta tutti i capelli sulla medesima spalla, per poi girarsi verso il ragazzino e sorridergli: <<Aspetti qualcuno?>> domanda con dolcezza, aspettando e sperando in una sua risposta.

14:59 Akahiro:
  [Portico] In mezzo a questi suoni e rumori già citati in precedenza, compreso o schiamazzo di altri presenti nel centro cittadino, a ergersi vi è improvvisamente una voce femminile a lui sconosciuta. Parole che dovrebbero essere udite anche da Akahiro, facendo si che questo vada a muovere i propri occhi azzurri proprio verso la fonte di tale frase urlata in mezzo alle persone. Inizialmente probabilmente non individua la figura della ragazza, sicuramente per la sua vista persa in mezzo alle figure di tutte le altre persone presenti. Ma non li ci vuole molto per notarla, dato che questa si avvicina proprio al portico dove lui stesso si ripara. Un'espressione sempre seriosa si posa sulla sagoma della ragazza, immobile sempre sotto quel riparo improvvisato e nel sentire la sua esultanza(?), le palpebre si assottigliano disegnando così nei suoi giovani lineamenti una mimica vagamente perplessa, inarcando anche le sopracciglia. E rimane ancora in silenzio, almeno fino a che questa non gli rivolge la parola <Nessuno> un gesto con il capo in segno di negazione accompagna questa risposta, alzando poi il braccio sinistro e di conseguenza il sacchetto che viene tenuto dalle maniglie con il dito indice e medio uniti <Ho dovuto fare delle compere e mi sono messo in attesa che la pioggia si fermi un pò> riabbassando nuovamente il sacchetto così che il braccio si distenda di nuovo lungo il fianco, il capo viene appena inclinato di sbieco, di pochi grado, i connotati vengono così "stropicciati" da un'espressione interrogativa <Te invece come mai sei uscita con questa pioggia?> gli occhi si muovono poi in direzione dove la giovane è giunta <Ti ho sentita urlare se non sbaglio, sembrava quasi che la pioggia ti abbia presa alla sprovvista>

15:12 Ayame:
  [Portico] <<Compere?>> ripete tendendo il busto di poco in avanti, sorridendo a quella parola per colpa di un riflesso involontario dovuto al sue essere una femmina adolescente e quando il ragazzino lo alza per mostrarlo meglio, la sedicenne alza un sopracciglio e facendo qualche passetto verso il ragazzino si avvicina di poco a lui, riducendo lo spazio tra di loro; <<Che cosa hai preso di bello?>> chiede ancora una volta, questa volta avvicnandosi con un breve saltino che porta tutta la sua chioma sull'avanti, facendola adagiare dolcemente su entrambe le spalle, guardando dritto negli occhi Akahiro. <<Hai ragione>> conferma annunendo con vigore e uscendosene, alla fine, con una risatina divertita tipica della ragazza <<Stavo passeggiando e mi sono stancata, perciò mi sono seduta sotto un'albero e alla fine mi sono addormentata...>> inizia a raccontante con tanto di gesti delle mani ampi e per lo più tondi, che portano la sedicenne a farsi prendere dall'enfasi del racconto (?) <<Fino a che non sento qualcosa di umido in faccia e quando mi sono svegliata, puff, pioveva>> conclude sorridendo incrociando le braccia su petto per poi dire un'altra piccola cosa: <<Ecco perchè sono qui>>. Sgrana gli occhi come se si fosse dimenticata della cosa più importante del mondo, per poi sorridere amichevolmente al tredicenne e presentarsi, mettendo una mano sul petto e 'altra lasciandola lungo il corpo: <<Scusami, non mi sono presentata! Mi chiamo Kajitsu... Tu?>>inviterebbe, dunque, con'altro sorriso, Akahiro a presentarsi.

15:24 Akahiro:
  [Portico] Dopo avergli risposto il capo torna di nuovo di fronte a se, continuando a dare le spalle al muro che sorregge il portico e puntando lo sguardo proprio verso l'ambiente piovoso intorno a loro. Ma non ci vuole molto prima che la sua attenzione ritorni nuovamente sulla ragazza <Mmm?> la guarda con la coda dell'occhio e, in mezzo a tuta quella serietà, va a formarsi uno sguardo "diffidente". Non di quelli rabbuiati o arcigni, piuttosto improvvisamente esce fuori quella che ancora fa parte del suo carattere più infantile e che di solito viene mascherato dagli atteggiamenti seriosi e distaccati, fin troppo rigidi e formali per un tredicenne. Difatti questa diffidenza, dovuta per lo più da un pizzico di disagio che si può cogliere, anche se velatamente, nella sua mimica, non fa altro che donargli un aspetto buffo. Volge il proprio corpo in direzione della rosea(?) figura e nel vederla avvicinarsi sempre più, un piccolo velo di rossore si forma nelle sue gote e il piede destro vien fatto indietreggiare di un piccolo passo, nonostante la sedicenne non abbia fatto nulla che effettivamente possa metterlo a disagio <Ehm...mi chiamo Akahiro, piacere> ed è adesso che abbassa lo sguardo sul sacchetto, probabilmente anche per cercare di "nascondere" quel imbarazzo che aleggia in lui <Ho comprato dei fuda e altri oggetti utili per il percorso accademico> anche la voce è sfalsata rispetto a prima, un pelo più tremolante.

15:35 Ayame:
  [Portico] Non può far a meno di sorridere al lieve rossore che si forma sulle guance del tredicenne che portano la ragazza a fare un'ultimo passo verso di lui per poi fermarsi, ridacchia alla troppa dolcezza del ragazzino e puntando il dito verso dove si trova Akahiro, sempre con dolcezza e tranquillità gli va a dire: <<Fermati che sta finendo il portico, su, avvicinati>>invita poi il ragazzino con un movimento del polso destro, mettendosi poi di lato, appoggiando la schiena contro la probabile parete dietro di lei, portandola a giocherellare con una ciocca di capelli rosa mentre sorride al piccoletto (?); <<Akahiro...>> ripete alzando lo sguardo verso il cielo grigio per poi portarlo nuovamente sul ragazzino e annuire tutta convinta, perciò, ecco che domanda: <<Posso chiamarti Aka-san? Ti prego ti prego ti prego tii preeeeeeegooo>> e finisce con il giungere le mani e piazzarsi davanti a lui, pregandolo di darle la possibilità di dargli un soprannome affettivo che è abituata a dare a tutti, non contando nemmeno se quello lo voglia oppure no; <<Sei carino quando arrossisci>> commenta ammiccando verso di lui, per poi uscirsene con'altra risatina, sempre dolce e amichevole come in precedenza; <<Corso ac-- Anche tu fai l'accademia!? Anche io! Ci possiamo incontrare!>> esclama tutta felice indicando prima Akahiro e poi se stessa, <<Che ne dici se in giorni di questi ci rivediamo eh?>> propone tutta contenta, incrociando le braccia all'altezza del bacino, inchinata di poco verso l'avanti non si sa per qualche motivo.

15:43 Klaus:
  [centro] Sotto il cielo triste di konoha, passeggia una sagoma che ancor nel mondo non è ben definita.Uno spirito vagante, quasi del tutto spento, che va portandosi dietro un alone di mistero come un codice criptico ancora non decifrato. Si tratta di Klaus! Quel che tutti definirebberò come un semplice barbone, poveraccio o ancor piu comunemente: un mendicante. I passi, avanzano lenti e corti tanto bastano da avanzar lungo quella via principale.Lo sguardo è perso nei pensieri piu profondi, immersi in quella solitudine che ormai da anni lo attanaglia.La gente non da nessun tipo di credito ad un come lui..Sebbene konoha conosca i valori umani quali fra tutti la semplice umiltà, verso di lui sembrano comunque essersene scordati.Non fa dunque caso ai gesti ormai abitudinali di tutta quella gente diffidente, che abbassa lo sguardo al suo passaggio o che temendolo prende le distanze. < !!! > sembra poi che qualcosa attiri la sua attenzione, tanto da render vivi i suoi occhi. Un semplice venditore ambulante di caldo e morbido pane. Non mangia da un pò...probabilmente spera in un gesto caritatevole tanto che proverebbe dunque ad avvicinarsi.

15:52 Akahiro:
  [Portico] Come Kajitsu li fa notare della fine del portico, l'albino subito muove la testa dietro di lui, sgranando appena gli occhi. Scrolla appena il capo, come a voler riprendere una certo compostezza che per lui è consona. In poche parole vuole togliersi quel senso di disagio addosso <Mmm?> un altro piccolo mugolio, attuato con un'aria vagamente interrogativa. Rimane a fissarla per qualche secondo, emettendo un piccolo sospiro e, facendosi coraggio, cerca di avvicinarsi a lei, ma non eccessivamente. Il sacchetto viene per un attimo appoggiato a terra, tutto per avere la mano libera così da chiudere l'ombrello e poggiarlo vicino alla gamba destra, ovvero dalla parte opposta rispetto alla sedicenne. Lui stesso dunque appoggia la schiena al muro, ponendo nuovamente il volto frontalmente, verso dunque la strada davanti a loro dove la pioggia continua a gravare incessantemente. Sembra anche aver acquisito parzialmente quell'atteggiamento composto tanto ricercato dal tredicenne, ovvero uno sguardo più serio e un postura ben eretta. Ma presto nei lineamenti del suo viso viene dipinta una mimica interrogativa, con una voce assai perplessa che va ad accompagnale tale domanda <Perchè? Cos'ha che non va Akahiro?> Non capisce proprio perchè debba abbreviarli il nome, ma nel momento in cui quella si pone di fronte a lui non può fare a meno a tornare ad arrossire. Alza il capo verso l'alto, così che le pupille si puntino verso il portico sopra di loro. Sembra quasi voler sfuggire alla figura dell'altra allieva che si è posta di fronte a lui <Va bene, Va bene! Chiamami come vuoi!> ebbe, i modi di Kajitsu sembrano averlo proprio convinto! Anche se poi il capo viene posto alla sua destra, assottigliando le palpebre e con un atteggiamento vagamente seccato, buffo come può esserlo un ragazzino che si sforza di mostrarsi serio <Non sono carino quando arrossisco!!> la fronte è corrugata e le labbra sono stropicciate in una smorfia, guardando poi la ragazza con la coda dell'occhio e con un cenno del capo in segno affermativo <Va bene, ci incontriamo di nuovo, ma non sono carino quando arrossisco> anche se effettivamente ancora le guance sono belle rosse! Ancora non si accorge di Klaus, probabilmente perchè è in mezzo alla folla, ma anche perchè ora Kajitsu attira di più la sua attenzione.

16:18 Ayame:
  [Portico] <<Akahiro è un bellissimo nome>> dice agitando le braccia insieme alle mani da una parte all'altra come per scusarsi che il ragazzino abbia frainteso quello che lei voglia veramente dire, ma ovviamente, essendo una ragazza ancora con tratti infantili, sporge di poco il labbo inferiore e crea così una smorfietta che, secondo lei, dovrebbe apparire carina <<Ma volevo darti un soprannome, sai, come si fa tra amici, no? Se vuoi puoi darm un soprannome!>> dice tutta felice, facendo un'altro piccolo saltello verso un lato e rischiando quasi di cadere <<Nulla di offensivo eh>> si affretta ad aggiungere stringendo le mani a pugni e portandole sui fianchi, quasi ad assumere una posa autoriataria che non dura più di qualche secondo, siccome si mette a ridere. <<Yee!>> esulta quando il ragazzino acconsente al soprannome proposto e sarebbe quas tentata di abbracciarlo, tanto che inizia a fare qualche passo di lui con le braccia aperte, ma si ferma, arrossendo di poco anche lei e andandosi a grattare la nuca in segno di imbarazzo <<Scusa>> un'altra risata lascia le sue labbra, questa volta è nervosa però ed è più che palese. <<Va beeene, va bene... Non sei carino, sei bello.... Va bene così?>> domanda alzando un sopracciglio e sfoderandogli un sorriso sornione. Con la coda dell'occhio indiviua Klaus, e si fermerebbe, senza avvicinarsi, per il momento, con lo sguardo fisso su di lui, pronta ad intervenire se qualcosa non andasse come dovrebbe,

16:25 Klaus:
  [centro] Di storie tristi ce ne sono a bizzeffe.Ma la sua si può davvero definire TRISTE?! Colui che nasce e cresce per strada, senza mai avere un ricordo positivo, non può sapere cosa sia la tristezza ne la felicità.< posso avere un pò di pane? > accenna parola, domandanda cortesemente appena raggiunto quel venditore. Senza creare false aspettative infila la mancina all'interno della tasca di quei stracci che indossa come pantaloni, tirandone fuori qualche moneta porgendoli fin da subito. Non tutti dopotutto a Konoha dimenticano la generosità e qualche soldo di tanto in tanto riesce a procurarselo.Senza alcuna opposizione come abituato ormai da che ricordi, riceve il suo pasto cosi che egli possa poter girovagare altrove mangiando in tutta tranquillità.Altri passi andrebbe a deporre dunque solcando per cosi dire lo spazio circostante, muovendosi con sicurezza seppur il suo abbigliamento potrebbe causare nella magior parte delle persone un insicurezza decisa.Non è il suo caso. < ?! > mentre ridurrebbe sempre piu le dimensioni di quel pane a furia di morsi denota poi ragazzi piu particolari: Akahiro e Kajitsu, icuriosito perche forse suoi coetanei..Come potrebbe saperlo se non è consapevole nemmeno della propria età?!..eh già! non ha mai festeggiato il proprio compeanno. Non farebbe niente altro di particolare se ne rimane indisparte prendendo a sedere sul posto a terra, ponendo fine a quel che ne rimane del suo pasto.

16:34 Akahiro:
  [Portico] Gli atteggiamenti di Kajitsu non vanno altro che metterlo ancora più a disagio. Si preme talmente forte contro il muro che quasi sembrerebbe voler diventare parte di esso, ma ovviamente ciò non è possibile e rimane sempre di fronte alla ragazza, solo più imbarazzato di quello che già era prima. E quando addirittura arriva a dirgli che è bello, il volto diventa totalmente rosso. Un vero peperone! <Gra...grazie> E quando Kajitsu distoglie lo sguardo altrove, ecco che lo stesso albino, incuriosito e dopo un piccolo cenno degli occhi, cerca di seguirne la traiettoria. Tutto ciò dovrebbe portarlo a posare le iridi verso quella figura strana, portandolo subito ad assottigliare lo sguardo e a mostrare una espressione nuovamente seria. Ovviamente le guance sono ancora rosse, ma finalmente sembra che il distoglie dell'attenzione che non sia verso di se lo stia aiutando a reagire a tutto quel disagio. Sembra quasi voler studiare la figura di quello strano individuo, interrogativo ma allo stesso tempo come se non si fidasse del tutto lo guarda con un'atteggiamento diffidente <Chi è? Non l'ho mai visto fino adesso> o molto più probabilmente non ci ha mai fatto caso, non sempre guarda le persone che ha intorno. Ma un altro dettaglio ora lo coglie, ovvero la pioggia che ha smesso di cadere sulle strade e tetto di konoha <guarda..non piove più> stacca dunque la schiena dal muro, avanzando qualche passo con la mancina sempre riempita dal sacchetto, mentre la destra ora libera si oscillare ad ogni passo. L'ombrello l'ha lasciato temporaneamente attaccato al muro. Ed è proprio ora, quando ormai i primi passi sono stati portato oltre il portico, che si ferma posando i suoi occhi azzurri seriosi verso quel ragazzo <Ehi tu> la voce è forte quanto basta per farsi sentire dallo sconosciuto <Chi sei? Non ti ho mai visto>

16:42 Ayame:
  [Portico -> Centro] <<Non posso vederlo così...>> mugugna tra sè e sè abbassando lo sguardo e fecndo un passo in avanti, staccandosi con il busto dal muro, posando nuovamente gli su quel povero ragazzo a terra che mangia quel piccolo pezzo di pane, volta poi il capo in direzione di Akahiro, sorridendogli e scuotendo la testa e alzando le spalle in contemporanea <<Non l'ho mai visto qui a Konoha, sarà una di qualche altro villaggio>> commenta velocmente, rimanendo, però ancora sotto il portico, non accorgendosi del tempo che è cambiato fino a che il tredicenne non di qualcosa in riguardo. Segue a passo svelto il ragazzino e si piazzerebbe dietro di lui, posnadogli, se questo non si scansi, una mano sulle spalle e alzandosi sulla punte, nel tentativo di vedere meglio, essendo più bassa di lui di qualche centimetro; si limita ad osservare lo straniero, solo che c'è qualcosa in lei che la porta a preoccuparsi, infatti, dopo qualche secondo va verso Klaus e posandogli una mano sulla spalla, con delicatezza, andrebbe ad addolcire i tratti del viso, sorridendogli dolcemente e parlandogli con la massima gentilezza <<Hai bisogno di aiuto?>> domanda, facendo qualche passo verso la sua direzione, rivolgendo, dopo, una veloce occhiata ad Akahiro e sorridendogli nuovamente, questa volta con fare amichevole, tutto per il piccolo tredicenne.

17:00 Klaus:
  [centro] il tempo scorre inesorabile come sempre, puntuale in ogni secondo, cosi come la sua vita percorsa da quel suo dannato destino.Un destino che non ha scelto ma che ha saputo acettare. Effetivamente non deve essere stato facile per lui guardare le altre persone come se queste non potesserò ricambiare altrettanto come in un immagine astratta fatta di un vetro che lo separa da quello che è il reale mondo e la vita reale. Senza genitori, prenti o amici con cui crescere o contare, ha dovuto sapersi arrangiare cosi come poteva.Una vita di strada fatta da conoscenze aspre, e senza alcun sentimento .. Una vita di cui il sol sapore gli ricorda la Normalità. < uh? > si volta disturbato quasi da una voce che riconosce nel ragazzo cui precedentemento lo aveva incuriosito riprendendo lucidità potendo accorgersi di ciò che gli sta accadendo intorno. Poi una ragazza dal color prevalentemente rosato pone i passi anch'ella proprio verso di lui, sorridente.Tutto ciò a lui è INUSUALE. <.. ehm! > un pò sorpreso, si alza e pone un passo indietro. quasi a non voler che si avvicinino troppo < sto bene g-grazie! > risponde a lei, per poi tornar dal ragazzo < ..mi chiamavano Klaus > Le poche persone con cui ha avuto a che fare ovvero Barboni e mendicanti gli affibiarono proprio quel nome. Ora osserva il loro fare .. non chiede nulla a loro, non è abituato a conversare l'unica cosa che gli viene normale è scrutarli da capo a piedi uno per uno

17:08 Akahiro:
  [Centro] La risposta di Kajitsu non fa altro che renderlo ancora più titubante verso quel misterioso tipo, cosa assai chiara dallo sguardo di diffidenza che gli lancia contro. Non fa nulla quando sente le mani della sedicenne sulle proprie spalle, troppo concentrato sullo sconosciuto per imbarazzarsi o avere altre reazioni. La cosa assai rara(?) è che Kajitsu sia più bassa di Akahiro, ma non concentriamoci su questo dettaglio insignificante. Piuttosto concentriamoci sull'albino, perchè vedendo la rosea e vivace ragazza avvicinarsi a quello strano figuro i suoi occhi si fanno ancora più attenti. Le palpebre si assottigliano, la fronte di corruga appena e il corpo perde quella che è la sua normale scioltezza irrigidendosi di poco. La mano sinistra va a stringersi più forte al sacchetto, i suoi muscoli sembrerebbero essere pronti a scattare in ogni momento. Prova ad avvicinarsi a sua volta a quell'individuo che si identifica come Klaus, rimanendo comunque un metro indietro rispetto all'altra allieva <Che significa che ti chiamavano Klaus? A me chiamavano e continuano a chiamarmi tutt'ora Akahiro> o Aka-San a quanto pare, ma è una cosa per pochi, molto pochi. lo scruta sempre molto attentamente, serissimo in volto <Di dove sei? Non sembri di Konoha> una conclusione che probabilmente risulterà essere sbagliata, ma il deshi mai si aspetterebbe di incontrare un abitante del villaggio come lui. Posa gli occhi su Kajitsu per un attimo quando ella gli porge quel sorriso amichevole, tornando poi subito sul vagabondo senza mutare la sua espressione, come fosse diventato marmoreo.

17:28 Ayame:
  [Centro] Il suo sguardo si rattrista un po' quando Klaus indietreggia di poco, così si limita ad affiancarsi al tredicenne, abbozzandogli un sorrisetto colpevole per l'azioni dello sconosciuto, portando così la sedicenne ad incrociare le braccia sul petto e a sorridere al ragazzo, mostrandosi sempre dolce e disponibile; <<Klaus eh?.... Piacere, io sono Kajitsu>> tenderebbe dunque la mano verso lo "straniero" sperando che questo acceti almeno il gesto amichevole che la ragazza crede di compiere. <<Aka-san ha ragione... Comuqnue non mi sembri il tipo da fare del male a qualcuno... Se cerchi aiuto io ci sono, cercami, tantò passo la maggior parte del tempo a zonzo per Konoha>> aggiunge ridacchiando e portandosi una mano davanti alla bocca, nella speranza di smorzare la sua risatina <<Se vuoi potrebbo fare un salto a qualche negozio di vestiti, quando vuoi>> ci tiene a specificare e poserebbe la testolina sulla spalla di Akahiro, sfruttandolo (?) come se fosse un cuscino; forse è la sua natura troppo espansiva e ingenua, ma alla sedicenne non dispiace il contatto in genenrale con qualcun o anche con un'animale. <<Sei comodo Aka-san...>> dice a bassa voce, in modo che il ragazzino possa sentirla e forse anche Klaus, se tende l'orecchio potrebbe sentirla, ma per il momento sta ferma lì, con gli occhi socchiusi e dun dolce sorrisetto rivolto verso Klaus mentre, con fiducia, rimerrebbe con la testolina posata sulla spalla del tredicenne.

17:36 Klaus:
  [centro] le di lui iridi giocano ancora a palleggiare tra le due figure continuando imperpetue ad ammirale soffermandosi prima su Akahiro < non parlo spesso di me, della mia vita o delle mie attività!..> sorride appena mostrando i bianchi canini riflessi dai raggi che il sole ora concende < Sono cresciuto qui! > deciso va a rispodergli dettagliatamente. Poi passa ad incrociar lo sguardo della bella fanciulla che tanto ama sorridere.Di certo una ragazza con quella gioia non può aver passato ciò che ha passato lui. < Non ho legami! con nessuno quindi chi dovrebbe chiamarmi per nome? se nemmeno io conosco il mio?? > risponde ancora al ragazzo dando spiegazioni che solitamente non dà.Sbatte le palpebre, inspira e respira nella piu totale tranquillità continuando ad osservare la ragazza che va mostrare totalmente la sua natura gentile <?> un semplice gesto istituzionalizzato e conformista ovvero una semplice stretta di mano. Ricambia dunque imbarazzandosi non poco. < Sei gentile! > conlude

17:41 Akahiro:
 Ed ecco che ancora una volta la dolce Kajitsu riesce a spezzare del tutto la serietà dell'albino, compreso anche l'espressione di diffidenza nei confronti di Klaus. Insomma, tutto andato, perchè come sente e vede la testa rosea della sedicenne sulla propria spalla, il corpo diventa immediatamente rigido. Il volto torna a essere rosso come un peperone, tanto da trattenere persino il fiato. Eh si, sarà anche serio e responsabile quanto vuoi, ma è chiaro che con il gentilsesso è rimasto ancora quel ragazzino che dovrebbe essere a tredici anni <Ah...ah si? Sono...comodo?> mentre pone questa domanda, volge lentamente lo sguardo verso la ragazza, come anche la pupilla. Cerca dunque di concentrarsi sulle parole di Klaus, anche se sarà sempre chiara a tutti i presenti la sua rinnovata rigidità nel corpo, come anche nel volto dove gli occhi rimangono sempre appena sgranata <Capisco si, sei di Konoha> no, non capisce, il tono è ovattato, come se stesse rispondendo nemmeno fosse una macchinetta, ma in realtà di ciò che dice Klaus non sta recependo nulla. Non elabora niente <Allora ti saluto, io e Kajitsu siamo allievi dell'accademia e io a breve ho una lezione> vorrebbe scappare da quella situazione, fuggire via. Probabilmente è per questo che ora improvvisamente si muove in direzione dell'accedemia ninja di Konoha, ma purtroppo(?) per lui sarebbe la stessa meta della ragazza. Non si sa però se per tutto il tempo lei rimanga ancorata alla sua spalla.(//UScita)