La Volontà del Fuoco

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19:15 Kaori:
 Dopo gli eventi del pomeriggio con Medusa Kaori è tornata a Konoha. Fradicia per via del temporale sotto il quale è uscita si è diretta a casa per un bagno caldo, sperando di trovare nei tepori di quel vapore gentile un po' di pace. Effettivamente il bagno caldo l'ha aiutata a sentirsi un po' meglio, senz'altro a lasciar scivolare via dalla sua pelle la sensazione di quell'illusione così inquietante. Il sudore, la pioggia, s'erano uniti e mescolati sulla sua pelle facendola sentire sporca oltre che tesa. Nonostante gli effetti benefici di quel bagno, però, l'appetito sfugge da lei lasciandola con ancora la gola parzialmente chiusa. Più rilassata, più tranquilla, è ancora tuttavia preoccupata da mille pensieri. Sospira andando ad indossare una semplice felpa larga, nera, ed un paio di shorts corti e comodi. La felpa le ricade morbida fino alle cosce, le maniche le coprono le braccia e le mani lasciando visibili le sole dita oltre di esse. I lunghi capelli viola son lasciati liberi, sciolti, finalmente asciutti a ricaderle lungo la schiena mentre le gambe nude e agili terminano in un paio di calzari ninja neri. Non porta armi con sé, né strumenti, incapace com'è di utilizzarne la maggior parte, assicurandosi semplicemente al collo il coprifronte donatole da Azrael Nara così da mostrare a chiunque la incontri la sua appartenenza alla schiera ninja della Foglia. Esce di casa avanzando con passo cadenzato per le strade di Konoha. Vorrebbe tornare al suo posto preferito, quella cima montuosa da dove può osservare dolcemente l'intero Villaggio, godendosi la brezza frizzantina della sera e quel tramonto bruciante che va a avvolgendo il Paese. Sale le scale d'acciaio che portano sulla cima del Monte col chakra già impastato; poco prima di uscire da casa si è assicurata di risvegliare il proprio chakra come le è stato insegnato in accademia. Ha svuotato la mente così da favorire una maggiore concentrazione e ha visualizzato nella propria testa la sagoma del proprio corpo. Ha richiamato le due energie fondamentali che circolano nel suo essere – quella psichica e quella fisica- dividendole in due grandi fiamme vigorose e le ha lasciate scorrere nel suo corpo fino ad unirsi in una unica sola energia vitale e luminosa grazie all'aiuto del sigillo della capra. Sebbene sia ancora nei confini della città, è sempre meglio girare con quell'energia pronta ad essere sfruttata, a quanto pare i pericoli sono sempre dietro l'angolo. Sospirando sale l'ultimo gradino di quella alta scalinata e andrebbe a muovere pochi passi sul suolo roccioso ormai ben noto. [chakra:on]

19:24 Akahiro:
  [Ringhiera sopra ai Volti] Sotto quel cielo nuvoloso che rende la giornata ombrosa, una figura giovane e albine viene illuminata dalla scarsa luce che ormai è gradualmente in via di sparizione. Questa figura dai capelli bianchi, gli occhi azzurri e dai lineamenti ancora immaturi, si trova già sopra ai volti di Pietra dei vari Hokage. I capelli, mossi dal vento, formano un giuffo che scende per la fronte senza però infastidire la vista, il suo vestiario è composto da un paio di pantaloncini corti e comodi dal colore blu, sorretti da una cinghia che tiene anche un piccolo marsupio dove probabilmente sono tenuti alcuni suoi effetti. la maglia che copre il giovane busto è nera e a maniche corte, caratterizzata da una fantasia di una riga bianca obliqua che va dalla spalla sinistra fino al fianco destro, accompagnata da una riga, sempre bianca, al bordo del colletto e delle maniche. Infine ai piedi calza un paio di sandali blu, tipici dell'uso e costume dei Ninja. Il suo fisico è magro e si nota subito che è un ragazzo in forma, però, nonostante non sia una persona esile, si vede chiaramente che il grosso dell'allenamento per diventare Ninja lo debba ancora fare. Isomma, una figura come tante e che, a parte per la sua peculiarità di essere albino, non si fa notare più di tanto. Questa è la figura del serio Akahiro, attualmente appoggiato con il braccio destro e il gomito sinistro alla ringhiera, la cui mano chiusa a pugno sorregge il peso della propria testa al mento. La sua espressione è fin troppo seria per un ragazzo così giovane, fredda persino. I suoi occhi azzurri sono rivolti al panorama che dona Konoha a quella altezza, ma sembra quasi che di fronte a tale bellezza non si scomponga minimamente. Rimane li fisso, immobile, difficile da comprendere cosa possa frullargli in quel momento nella mente. Come se la vista i Konoha non gli dia alcuna suggestione, sembra quasi disinteressato da tutto ciò che vi è di fronte a lui. Le sue azzurre iridi non accompagnano in alcun movimento la nera pupilla, piuttosto questa se ne sta fissa, persa nel vuoto di fronte a se, prova del fatto che stia guardando il villaggio ma che in realtà non stia osservando nulla. Improvvisamente poi il suo sguardo cala maggiormente sotto di se, a lato nella sua sinistra, in direzione dell'Ottavo Hokage. Ed è in quel momento che la sua espressione fin'ora marmorea si tradisce, assottigliando le palpebre dandosi così una minima più dura e rabbiosa. La mascella si irrigidisce e quel poco che le labbra si schiudono, mostrano una dentatura bianca e serrata. Persino il pugno destro, adagiato come il braccio sulla ringhiera che evita al tredicenne di finire giù per i volti di pietra come un fesso, si stringe a pugno. Sarà evidente questa espressione per qualsiasi buon osservatore, o per meglio dire, per chiunque si preoccupi di osservarlo, anche se nulla spiega questo suo fare improvviso.

19:39 Kaori:
 Arrivata fin su al monte Kaori può notare il sole all'orizzonte bruciare i suoi ultimi istanti di veglia. Una fiammata rossastra va a lambire con lingue infuocate i monti e le vie del Villaggio sottostante, illuminando di tinte dorate gli alberi che circondano e caratterizzano il Paese del Fuoco. E' una visione indubbiamente suggestiva per chi ci si sofferma o ne è minimamente interessato. Lo sguardo della Hyuga ripercorre la strada dinnanzi a sé, quella sorta di spiazzo deserto e roccioso ove è giunta fino a notare la presenza d'una figura non molto distante. Un giovane dal bianco crine par rimirare distrattamente il paesaggio poggiato tranquillo alla ringhiera. Da quella distanza non può notare bene la sfumatura rabbiosa del suo sguardo, il modo di irrigidire la mascella, di stringere i pugni. Avanza di poco muovendo qualche passo fino a distare da lui solamente pochi metri. La sua mancina ripercorre la ringhiera ad ogni moto delle leve inferiori, quasi lasciandola scivolare sotto le dita, il braccio sinistro tenuto leggermente teso verso l'esterno. Nota solo ora l'espressione irritata di lui, quell'ombra che ne scurisce il viso andando a donargli un'aura buia. Ferma il passo schiudendo di poco le labbra, il capo ad esser leggermente inclinato verso la spalla sinistra con fare incuriosito. <Va tutto bene?> domanderebbe al giovane albino dinnanzi a sé, una sincera preoccupazione a baluginarle nello sguardo gentile. <Di questi tempi è rara una simile rabbia qui a Konoha> sospira lei andando a volgere lo sguardo ora verso il Villaggio sottostante, l'espressione stanca e provata causata agli eventi degli ultimi giorni cui ha assistito. <Ma non sei obbligato a rispondermi, ovviamente> assicura poco dopo tornando a rivolgergli una occhiata gentile con le sue iridi candide. <Non voglio essere indiscreta> [chakra: on]

19:55 Akahiro:
  [Ringhiera volti] Non si accorge dell'avvicinarsi di Kaori, sia perchè i suoi sensi non è che siano poi così sviluppati, almeno per il momento, sia perchè non pone tanta attenzione a ciò che lo circonda. Abituato in quel villaggio ad essere circondato da diverse persone e quel loco non dovrebbe essere tanto diverso, certo non porta attenzione al rumore di passi in avvicinamento, del chiacchiericcio generale e quant'altro. Solamente quando la ragazza gli pone quella domanda, Akahiro viene destato dai suoi pensieri e ad essere sincero ci vuole anche qualche attimo prima che diriga il viso in sua direzione. già, non si rende conto subito che ella si stia rivolgendo proprio a lui, per diversi attimi quell'espressione persiste nel suo volto, indugiando ancora nel volto in pietra dell'Ottavo Hokage. E poi lentamente un piccolo cenno delle sopracciglia, segno che la sua attenzione viene distolta da quella nuda roccia, rivolta poi in direzione della Hyuga. Il corpo viene mosso nuovamente in una posizione eretta, liberando la mano dal peso dalla testa che a sua volta grava sulla ringhiera. Inizialmente la osserva in silenzio per qualche attimo, pochi secondi che gradualmente lo aiutano a disegnare nuovamente nei suoi lineamenti giovane una mimica seria, forse persino un pò fredda, ma di certo non più rancorosa come pochi attimi fa. Le azzurre iridi si pongono sul coprifronte della ragazza, dettagli che viene osservato di più, ma cercando di non perdere nemmeno altri aspetti che caratterizzano la Ninja. Finiti questi attimi di osservazione, il proprio sguardo va alla ricerca di quello di lei, sempre serio e piuttosto fisso <Sono contento vedere che molti sono felici ma io non dimentico facilmente, anche se sono giovane> l'arto superiore destro scivola via dalla ringhiera, andando così a porsi lungo il fianco destro ora inclinato verso la figura della Hyuga, quando ancora il palmo e le dita della mano sinistra non lasciano andare quella stessa protezione metallica che fino adesso ha impedito all'albino di capitombolare giù di sotto. In ogni caso, nonostante la sua serietà e parvenza di distacco, i suoi modi rimangono garbati, andando difatti anche a presentarsi <Mi chiamo Akahiro, tu sei uno Shinobi, dico bene?> e formulando tale domanda, con l'indice destro va ad indicare il coprifronte metallico con il simbolo di Konoha.

20:11 Kaori:
 Ci vuole qualche attimo affinché l'altro venga riscosso dalla voce della kunoichi. Alcuni istanti perchè si rialzi in posizione eretta rivolgendo a lei la sua attenzione, il suo sguardo. Uno sguardo fermo, serio, ma meno duro e severo di poco prima. Un'espressione decisamente triste da vedere sul viso d'un giovane come lui. Sebbene anche Kaori sia ancora una ragazza, lui par essere ancora più piccolo di lei. La ragazza ode le sue parole, nota il tramonto incendiare nei suoi ultimi brevissimi istanti di vita prima di lasciarsi alle spalle un cielo buio e trapunto di stelle scintillanti. Una luna quasi piena a venir coperta a tratti da nubi scure, ultimi rimasugli della tempesta del pomeriggio. Ma è solo un attimo che lo sguardo della Hyuga si scosta dal cielo alle spalle dell'albino al suo viso, a quegli occhi ancor ancorati ad un passato piuttosto infelice, il momento più buio della Foglia negli ultimi anni. <Cosa non dimentichi?> domanderebbe lei sbattendo le ciglia una, due, tre volte con un movimento lento e cadenzato. <Cos'è che non riesci a lasciar andare?> chiederebbe con la voce bassa, serena, sfumata di una cautela leggera. Kuugo ha pagato per quel che è accaduto, per il suo tradimento. E così Ryota. Così i traditori che avevano voltato le spalle a Konoha. La pace è stata riconquistata, non comprende cosa potrebbe portarlo a non voler andare avanti. <Il mio nome è Kaori> si presenta a sua volta udendo la presentazione altrui, la mano sinistra ad abbandonare la ringhiera per ricadere semplicemente lungo il relativo fianco. <Kaori Hyuga> chiarisce per quanto possa esser un mistero la sua appartenenza a tale famiglia considerando quelle iridi uniche che la caratterizzano. <E sì, sono una kunoichi della Foglia, anche se sono al gradino più basso della gerarchia shinobistica> ammetterebbe con un leggero sorriso smuovendo di poco le spalle. <E tu? Sei un allievo dell'accademia?> domanderebbe a sua volta cercando di capire che tipo di persona ha davanti. [chakra: on]

20:26 Akahiro:
  [Ringhiera volti] Assottiglia le palpebre, fino a che queste non si chiudano del tutto fino a celare del tutto le iridi azzurre. Ed è così che il suo volto viene indirizzato ancora verso Konoha, ponendo lui stesso la propria attenzione a quegli ultimi atti di tramonto schiudendo nuovamente e lentamente le palpebre. Non risponde a quella prima domanda, nemmeno alla seconda. Rimane fisso a osservare il cielo con quell'aria sempre seria e piuttosto distaccata. Quando poi all'improvviso scrolla le spalle <Non credo serva a molto parlarne ora> e quando anch'ella si presenta il volto va di tre quarti verso la Hyuga, facendo un cenno con il capo <Piacere> e poi, per la prima volta, dà le spalle a Konoha ponendo la propria schiena su quella ringhiera che fino adesso ha accolto il suo peso, incrociando così le braccia la petto <Si, sono un allievo dell'Accademia> il suo tono ora è piuttosto calmo, come anche il suo sguardo. Molta di quella rabbia che poco prima era chiara nella sua espressione, ora sembra essere stata del tutto cacciata via, o per meglio dire assopita chissà dove <E sarai anche all'ultimo gradino, ma sicuramente più in alto di me, ancora io devo fare le mie prime lezioni> il suo tono fa ben comprendere una punta di riflessione mentre pronuncia tale frase, dove oltretutto il volto è alzato verso quel cielo nuvoloso, piegando così lo steso volto in direzione della Genin per l'ennesima volta <E' stato molto difficile, dico bene?> domanda interessato. Evidentemente cerca di capire cosa lo aspetti, anche se non sembra preoccupato, anche se è difficile capire cosa provi dietro a quelli occhi azzurri tanto freddi per un ragazzino della sua età <Gli Hyuga sono una famiglia di rinomati Ninja...mi sembra..> si mostra chiaramente incerto di ciò che ha detto, infondo ancora tanta storia ninja la deve imparare all'accademia, al massimo può sapere i Ninja di grande fama e molti di questi dovrebbero essere stati Hyuga nella storia di Konoha <E' per la tua famiglia che sei voluta diventare una Shinobi, o per te stessa?> nonostante la voce sia spesso seria, quasi distaccata, sembra quasi che un lato più infantile di lui emerga in tutte quelle domande che pone alla ragazza. Una curiosità latente, tipica dei ragazzini che ancora devono scoprire tanto della vita.

20:47 Kaori:
 C'è qualcosa di così strano in questo ragazzo... Il suo sguardo freddo, i modi posati e terribilmente quieti per qualcuno che appare ancora non esser entrato nel periodo dell'adolescenza. Tutti i bambini sono cresciuti con quegli occhi seri? Possibile che lei sola abbia conservato una innocenza e dolcezza tipica dei bambini più vitali e vivaci? O anche lui, un tempo, ha conservato nelle iridi azzurre una luce animata di purezza e genuinità? Non può saperlo Kaori, non saprebbe dirlo, ma sa che le dispiace vedere quella serietà così ostentata su un viso così fresco e giovane. Troppo presto per vedere il mondo con occhi così critici. <Potrebbe non servire, ma allo stesso modo a che pro mantenere vivo il rancore per qualcosa estinto ormai da molto tempo?> Non vuole fargli la predica o la paternale, non lei che del mondo conosce ben poco, che della vita non conosce quasi nulla. Della morte ancor meno. Però vorrebbe aiutarlo, se possibile. Impedirgli di aggrapparsi ad un astio destinato a consumarlo, un astio che brucia approfittando dei suoi ricordi, dei suoi pensieri, più che di qualcosa di concreto e reale. Osserva l'altro sistemarsi di schiena contro la ringhiera, annuire a quella sua domanda chiarendo la sua appartenenza alle classi dell'Accademia ninja. <Oh ma c'è tanto tempo davanti a te, Aka-kun.> sorride lei con fare sincero, dolce, quasi affettuoso mentre si ravvia con una mano la folta chioma all'indietro. <Quando tu ti diplomerai sarai un genin molto più precoce di quanto non lo sia stata io> spiegherebbe lei con fare tranquillo, portando lo sguardo verso il Villaggio lontano. Ode quella domanda e si prende qualche attimo di silenzio per pensare, riflettere. Difficile? Sì. E no. <Impegnativo, direi> risponderebbe dopo alcuni istanti, trovando la parola più adatta a definire quel periodo trascorso nemmeno troppo tempo prima. <Il difficile, posso dire ora, viene dopo> Sposterebbe le iridi perlacee sul viso di lui distendendo le labbra in un sorriso appena accennato, gentile. Cordiale. Ascolta la sua voce, quel commento che la porta a respirare a fondo, lentamente. Rinomati ninja, già. Sorride amaramente andando a muovere qualche passo verso la ringhiera, le mani a poggiarsi su di essa mentre lo sguardo vien volto lontano, sull'orizzonte indefinito e distante. <Come hai detto tu gli Hyuga sono una famiglia piuttosto rinomata qui a Konoha> dice lei osservando la luna brillare serafica sopra di loro, i raggi candidi a filtrare attraverso le nubi ovattate trasmettendole un vago senso di protezione. <Il nostro stile di combattimento deriva da una disciplina unica che solamente noi possiamo apprendere.> cerca di spiegare senza andare troppo nel dettaglio. Non sa bene quanto la gente sappia circa il Byakugan, ma non vuole sbandierare in giro i segreti del loro potere segreto con sì tanta semplicità. <Mio padre mi ha cresciuta spiegandomi la storia della famiglia e ciò che avrei potuto essere per portarvi onore. Ed io mi sono ritrovata nella dura posizione di possedere capacità invidiate da molti e da cui tutti si aspettano qualcosa> sorride amaramente pensando ai giorni in cui, ancora troppo piccola, aveva maledetto quegli occhi. <Quand'ero piccola ero convinta che sarei diventata un ninja solamente perchè era quello che tutti si aspettavano da me. Ma crescendo mi sono resa conto che sarei stata davvero meschina a lasciar morire delle potenzialità simili, capaci di salvare la vita di molte persone se ben utilizzate> spiega ancora prendendo un profondo respiro, un sorriso ora più sincero e ampio a illuminarle il volto. <Così ho capito che se volevo davvero proteggere le persone che amavo, fare la differenza nel mondo, avrei dovuto impegnarmi per sfruttarle al meglio. E così ho iniziato a desiderare di diventare un ninja> termina il suo racconto rimanendo per un istante soltanto in un breve, denso silenzio. <Credo di esserlo diventata per entrambi, alla fine> risponde così a quella domanda, voltando solo ora il capo verso il viso dell'albino. <E tu?> chiede con fare lento, misurato. <Come mai vorresti divenire un ninja?> [chakra: on]

21:08 Akahiro:
 Per l'ennesima volta non risponde quando si parla del suo passato, di cosa cova all'interno. Lascia letteralmente cadere il discorsi limitandosi ad osservarla con aria ferma, sempre seria. Piuttosto si concede di interessarsi maggiormente quando ella comincia a parlare della sua esperienza in accademia, senza mai interromperla. Rimane in silenzio e fisso sul suo sguardo e sulla sua bocca in movimento. E a dire il vero, quel suo iniziale atteggiamento dolce, così premuroso, lo porta a schiudere la bocca e a distogliere lo sguardo a lato. Si potrà anche notare quelle guance che si dipingono di poco di rosso, una cosa evidenziata data la sua pelle più chiara, non tanto quanto molti altri albini, ma comunque più chiara di altri. Ma nel momento in cui Kaori prende a parlare della sua famiglia, quell'imbarazzo svanisce nei suoi lineamenti, facendo si che il suo volto torni nuovamente su di lei. Peccato però che al posto di quella mimica imbarazzata e della stessa precedente serie, ora ne subentri un'altra differente, ovvero un chiaro dubbio che alberga nei suoi connotato non appena ella comincia a parlare dell'abilità della sua famiglia. Inclina appena il capo, chiaramente confuso. Al massimo avrà sentito nominare il chakra nella sua infanzia per strada, nella sua famiglia mentre vecchi ninja parlavano fra di loro al tavolo, ma non sa nemmeno nell'effettivo cosa sia e a cosa serva se andiamo a vedere. Non sa un ciuffolo di dettagli sui ninja, figurati se conosce il Byakugan e l'arte di combattimento Hyuga. Ma non pone alcuna domanda, semplicemente si limita a divenire più serio quando il discorso si pone su di un punto di vista che può già meglio comprendere, ovvero sul perchè sia divenuta una genin. E rimanendo sempre in silenzio la osserva, la ascolta con attenzione <Quindi se non facessi parte di una famiglia importante che ha una grossa eredità, non saresti una ninja ora?> il suo tono è più pesante adesso, non è accusatorio, però pone un quesito più mirato ed è una cosa che viene rimarcata anche da una voce più sentita. Un grosso sospiro quando la Hyuga gli domanda a sua volta il perchè vuole diventare uno SHinobi. E nuovamente il corpo si volta verso Konoha, poggiando ora entrambe le mani sulla ringhiera e nuovamente quello sguardo serio si pone sul volto in pietra dell'Ottavo Hokage <La mia storia non è diversa da tante altre, di un bambino che sogna di diventare un Ninja. Che li idealizza, quando poi il più importante di loro si scopre essere un vile traditore che poi attacca il suo stesso villaggio e uccide degli innocenti e..> ma si ferma, mordendosi appena il labbro.

21:23 Kaori:
 Quasi non s'avvede di quel tenue, dolce rossore, che imporpora leggero le gote altrui. Sarà il buio della notte, sarà il continuo passare lo sguardo fra lui e il panorama, ma si accorge appena di quel colorito più scuro. Qualcosa a cui lei è decisamente ben avvezza e che cerca ogni volta di reprimere sforzandosi con tutta se stessa. Il ragazzo la lascia parlare, non l'interrompe mai e par ascoltare con attenzione ogni sua parola ritrovandosi solo alla fine a smuovere le labbra per porre un unico essenziale quesito. Kaori volge lo sguardo verso il suo volto, sofferma le iridi perlacee in quelle azzurre di lui. Anche se è più giovane di lei par essere piuttosto sveglio, la sua mente è attiva e ben pronta, una cosa che apprezza nelle giovani leve del Villaggio. Rimane in silenzio per alcuni istanti prima di sospirare lentamente lasciando fuoriuscire l'aria dalle narici strette. <Non so dirtelo, questo> dice lei con fare stanco. <I nostri pensieri, le nostre convinzioni, i nostri desideri dipendono tutti dalla somma delle nostre esperienze, degli insegnamenti ricevuti, delle riflessioni fatte> .. <Se invece di sentirmi spiegare i principi di un ninja o il valore delle nostre capacità mi avessero insegnato come essere una brava moglie e madre forse avrei voluto una vita normale> dice lei alzando di poco le spalle, lo sguardo leggermente assottigliato nel solo accarezzare quell'ipotesi. <Oppure avrei ugualmente deciso di allenarmi e combattere per essere sicura di poter difendere con le unghie e coi denti la mia famiglia quando ne avessi avuta una. È qualcosa che non posso sapere o immaginare> spiega lasciando cadere un silenzio leggero fra loro, voltandosi ancora una volta a rimirare le vie illuminate della Foglia sotto di loro. Nota l'altro scostarsi, mettersi più comodo e ascolta il suo racconto fin quando non s'interrompe a metà. Ruota appena il capo andando a poggiarsi con gli avambracci sulla ringhiera, il busto appena sporto verso di essa, con le gambe tese leggermente più indietro in quella nuova posa. <e...?> domanda a bassa voce, quasi avesse paura di spezzare la tacita intesa nata quasi casualmente in quell'istante. <...smette di essere un eroe?> azzarda immaginando e, comprendendo in parte, la frustrazione e la rabbia altrui circa quanto accaduto in passato sotto il comando di Kuugo Gaito. [chakra: on]

21:37 Akahiro:
 <Anche, ma non solo!> il tono si fa più grave, come se quella ragazza, una sconosciuta appena conosciuta, fosse riuscita ad andare oltre a quella facciata di serietà e indifferenza. Gli occhi di Akahiro sono sempre rivolti verso il volto in pietra <Ma se fosse solo la perdita di un eroe, ora non sarei un Ninja. Quando ero chiuso nella mia stanza, da piccolo, che non potevo uscire perchè ero cagionevole, perchè avevo paura dei bulletti, sognavo i grandi ninja. Liberi di fare le loro avventure e forti nel difendere il proprio villaggio. Poi una coppia di ragazzini come me che presto sono diventati miei cari amici, mi hanno risollevato e aiutato contro i bulli e avevano la mia stessa voglia di diventare un ninja, fino a che Kuugo Gaito ha tradito, distruggendo tutti quei sogni e idee su quel bel Mondo degli Shinobi, rivelandosi invece essere un Mondo pieno di persone che invece di proteggere i propri concittadini, li mettono a repentaglio per la sete di potere. Ma sopratutto..> forse Kaori potrebbe notare la presa delle dita intorno alla ringhiera farsi più salda, quei lineamenti immaturi farsi più duri, quella fronte corrugarsi più di quello che dovrebbe accadere in un giovane volto come il suo <Arrivare ad attaccare il proprio villaggio quando questo si riprende ed è di nuovo in pace e mostra quello che forse è il lato migliore del Mondo Ninja, uccidendo tanti innocenti, fra cui il mio migliore amico!> di scatto volgerebbe il proprio volto verso la Hyuga, con occhi determinati e rabbiosi diretto verso i suoi <Ma non voglio piangermi addosso, quel giorno tanti hanno sofferto della morte di molte persone vicine, come è successo anche in altre situazioni. Semplicemente io diventerò uno Shinobi per onorare il ricordo di Heiachi che il suo desiderio più grande era di diventare un Ninja, tanto da darmi nuovamente quel desiderio a me stesso, ma sopratutto per uccidere tutti quei maledetti che tradiranno il villaggio della foglia, sia apertamente che per corruzione come fece fin dall'inizio Kuugo Gaito e li ucciderò prima che facciano del male!>

21:42 Akahiro:
  [Edit] <Ma se fosse la perdita di un eroe, ora non vorrei diventare un ninja>

21:55 Kaori:
 Rabbia. Ve n'è tanta in quel giovane dal crine argenteo, Kaori la può sentire fluire dalle sue parole, dai suoi occhi, dalla forza che impiega nello stringere la ringhiera con le sue mani. Osserva la sua figura, la sua sagoma, ascoltando con attenzione le sue parole. Comprende la delusione che può aver provato, quella che -dopotutto- chiunque ha vissuto nello scoprire la reale natura di quell'uomo che era stato creduto un eroe. Sono discorsi tristi da sentir pronunciati da un ragazzo così giovane, riflessioni che si dovrebbe iniziare a fare solo dopo molto tempo e che denotano una certa maturità del ragazzo stesso. Determinato, deciso, ambizioso, par avere le idee chiare su quello che desidera fare della sua vita e del suo futuro, portando la Hyuga ad osservarlo in silenzio, senza dire neppure una parola. Lascia ch'egli termini il suo sfogo, il suo discorso, osservandolo con fare mesto. <Io sono stata fortunata> direbbe dopo alcuni attimi di silenzio straziandolo con la sua voce bassa, gentile. <Non ho mai perso nessuno a cui tenessi. Non ho visto la morte che un'unica volta, la fine d'un uomo pessimo, pericoloso. Per cui non posso dire che comprendo il tuo dolore, sarebbe un insulto ai tuoi sentimenti> dice lei guardandolo negli occhi seria, sincera, fermandosi un istante soltanto prima di riprendere la parola. <Tuttavia la rabbia che provi, il dolore, non devono essere l'unico motore dietro la tua decisione> La sua voce sarebbe una carezza leggera nell'aria, un tocco gentile al suo udito mentre un'ombra scura andrebbe a baluginarle nello sguardo. <Non combattere per i morti. Combatti per i vivi> .. <Combatti per qualcuno che ami, per proteggerlo, non per vendetta.> Par quasi una richiesta, la sua. Una indicazione forse per un cammino che vorrebbe l'altro seguisse, un consiglio per impedirgli di cadere nel dolce tranello del rancore. <Molti grandi ninja nella storia hanno iniziato il loro cammino volendo vendicare persone amate e perdute. Hanno ricercato la forza, il potere, perdendosi sulla loro strada e commettendo sbagli terribili> spiega lei umettandosi le labbra, fermandosi un istante ancora per raccogliere un respiro profondo. <Sta' attento alla strada che cerchi di percorrere. Ai sentimenti che guidano la tua volontà> mormorerebbe lei avvicinandosi a lui di un passo ancora, un sorriso che vorrebbe essere dolce e accogliente ad incresparle le labbra di rosa mentre le sue iridi ricercano quelle azzurre di lui. <E ricordati che non sarai solo su questo cammino> [chakra: on]

22:14 Akahiro:
  [ringhiera volti] <Non lo so se la si possa definire "vendetta"> ancora un'altra volta il suo viso si piega in direzione dei volti di pietra, indugiando nuovamente verso l'Ottavo Hokage <Come si fa a vendicarsi contro un uomo già morto. Ciò che so, è che non voglio che altri soffrano a causa di traditori, o gente corrotta, che ha giurato di proteggere il proprio Villaggio e poi l'ha tradito. Odio chi ha tradito e chi tradirà Konoha in futuro, ma disprezzo anche l'idea di chi lo fa nei confronti dei paesi e villaggi esteri. Essere uno Shonobi di Konoha significa proteggerla, o almeno ciò è quello che mi hanno sempre deto, immagino che voglia dire anche la stessa cosa nei per tutti gli altri villaggi Shinobi..> ora nel suo volto si scorge un velato dubbio instaurarsi in quei lineamenti sempre colmi di rabbia, pieni di passione che seppur negativa, è sempre passione, aggiungendo difatti <..almeno credo che anche negli altri villaggi il significato sia lo stesso, o simile> ma in tutto il suo discorso in riposta alle parole di Kaori, sicuramente più positive del suo, non si è minimamente reso conto dell'avvicinarsi di ella. Per quanto questa vicinanza non sia certo ancora così stretta, comunque porta Akahiro a volgere il corpo verso di lei abbastanza repentinamente <Mmm?> un piccolo mugolio con aria interrogativa, mentre le iridi azzurre si abbassano ai piedi della ragazza, o meglio, a misurare la distanza fra loro. A reprimere l'imbarazzo, almeno per il momento, è sia la rabbia che ancora è accesa in lui, cosa che si evince ancora dalla sua mimica, ma anche per il fatto che ella non ha fatto nulla per imbarazzarlo ancora, almeno non per ora. E difatti, mantenendo ancora quegli occhi seri, pone la sua attenzione a lato, seppur ora il volto si sia di poco rasserenato e il suo tono calmato, anche se ancora spigoloso per la rabbia esternata pochi attimi prima <Sappi che non racconto a molti queste cose...sei una rara eccezione> il suo volto è ancora volubile, sicuramente un aspetto infantile che, fortunatamente, è ancora vivo in lui. E' sicuramente difficile cambiare una rabbia simile mostrata all'esterno, però non è nemmeno impossibile che lentamente il suo fare si ammorbidisca in determinate situazioni e questa, seppur ancor di poco, è una di quelle.

22:44 Kaori:
 Un sorriso va a dipingersi sulle labbra della genin all'udire le parole e le riflessioni del deshi. La sua rabbia non è totalmente 'oscura'. C'è in quel miscuglio di sensazioni e sentimenti, il desiderio di proteggere la Foglia per impedire che si verifichi una seconda volta la storia di Kuugo. C'è l'innocente pensiero rivolto agli altri Villaggi, il modo in cui anche i loro ninja combattano per mantenere la pace e l'ordine. Forse si è sbagliata. Forse non è la sola vendetta a muovere l'animo giovane e vivo dell'altro. Forse, al contrario, è semplicemente la vita. Il desiderio di proteggerla e diffonderla il più possibile con ogni suo mezzo. <Immagino di sì, Akahiro-kun> sorride lei fiera, compiaciuta e toccata dalle sue parole, da quella dimostranza di maturità notevole per essere più giovane di lei. Lei che ancora si sente così piccola, così acerba, così inesperta del mondo. <Sono davvero colpita dalla tua determinazione. E sono contenta che tu pensi e provi questo dentro di te> gli sorriderebbe andando ad illuminarsi per un istante di dolcezza, nel viso e nello sguardo. <Sai come viene chiamato questo profondo desiderio di proteggere la Foglia?> gli domanderebbe inclinando appena il capo, le iridi perlacee a studiare i lineamenti giovani ma precisi del suo viso. <Volontà del Fuoco. Si dice che sia lo spirito che anima i ninja di Konoha attraverso le generazioni> spiegherebbe in caso l'altro non dovesse saperlo per poi respirare a fondo e far spallucce. <Non so se sia così per tutti i Villaggi. Ma penso che nessuno vorrebbe vedere la propria casa o la propria famiglia venir distrutti dalla sete di potere di qualcun altro> direbbe esponendo così il proprio pensiero, l'unica cosa che è in grado di dire per rispondere alla sua considerazione. Nota i sentimenti sul viso del ragazzo mutare come la forma di una fiamma scostata dal vento. V'è rabbia, sì, ma anche curiosità, passione, determinazione, tenerezza. Mille sfumature di pensiero che tingono il suo sguardo di luci vivaci. C'è ancora così tanta semplicità nell'animo di questo ragazzo che la sua rabbia e il dolore non hanno potuto intaccare. Kaori è felice di questo e ascolta le sue ultime parole con una certa contentezza. Il sorriso sulle sue labbra si fa radioso, una luce che raggiunge persino lo sguardo portandola ad osservare il profilo di lui, il suo sguardo perso altrove, lontano dal viso della genin che, snudando i denti bianchi fra le labbra di rosa va a godersi quel breve attimo di pace. <Sono contenta e onorata di esserlo allora> direbbe con la voce gentile, candida, portando ambo le mani a scivolare semplicemente lungo i fianchi. <Farò tesoro di questo discorso, te lo prometto> Seria, sincera, gli dedica un ultimo sorriso prima di inspirare a fondo l'aria della notte concedendosi di chiudere per un istante soltanto gli occhi. <Ero venuta a cercare un po' di pace dopo alcuni eventi degli ultimi giorni. Ma incontrarti mi ha aiutato ancora di più. Mi fa piacere sapere che Konoha può contare sulla tua ambizione, Aka-kun> rivelerebbe riaprendo gli occhi e puntandoli su di lui, mestamente. <Mi hai resa felice> rivela con la solita ingenua spontaneità di sempre prima di muovere un solo passo indietro e volgere lo sguardo verso la luna sopra di loro. <Credo che sia ora di rientrare, per me. Domani mi aspetta una lunga giornata> direbbe con fare tranquillo, riabbassando il capo e sorridendo alla volta altrui. <Spero davvero di incontrarti presto, magari quando sarai un genin affronteremo qualche missione assieme, chissà?> direbbe lei serena. <Ti auguro una buonanotte, Akahiro-kun. Alla prossima> e, detto questo, ecco che andrebbe a volgergli le spalle, ritrovandosi a ripercorrere la scalinata che solo poco tempo prima l'aveva portata fin lassù. [End]

23:05 Akahiro:
 Quando ella dice quelle parole, ovvero che è colpita dalla sua determinazione, subito un cenno avviene nelle sue palpebre e sopracciglia. Si muove così di scatto il volto verso la Hyuga, mostrandole un'espressione sorpresa oltre che vagamente interrogativa. E' chiaro dal volto che si pone su quello di Kaori che non si aspettava tale reazione e forse nemmeno capisce perchè debba essere così rallegrata, tanto che non le risponde nulla. Rimane semplicemente attonito ad ascoltarla, inclinando appena il capo e inclinando di poco le sopracciglia <Volontà del fuoco?> no, è chiaro che non l'ha mai sentito dato che ripete sottovoce queste tre semplici parole e ben spiegate dalla Hyuga. E da li continua ad ascoltarla, calmo seppur sempre serio. Ma presto la perplessità torna ad essere esternata nei suoi giovani connotati <Non capisco come possa averti resa felice> queste parole escono spontanee dalla sua bocca, non sono burbere, nemmeno serie e distaccate, semplicemente è un'affermazione sincera detta con tutto il dubbio che può metterci un ragazzino, tanto che nuovamente quelle guance tornano ad arrossarsi. Ovviamente è in imbarazzo, tanto che distoglie lo sguardo ponendo il viso alla sua destra <Ma se lo sei, va bene> deglutisce <Mi ricordi molto un'altra persona a me molto cara> più bassa quest'ultima frase, come se non volesse farsi sentire ma non riuscisse a tenerla per se <Buo...Buonanotte Kaori-Senpai> tirando così un lungo sospiro dirige con fermezza e sicurezza il volto sulla figura della genin, probabilmente volendo essere anche serio, anche se tale espressione è sfalsata dall'imbarazzo e dalle guance rosse, il che probabilmente lo rende più buffo che serio in questo momento <Ti prometto che la prossima volta che ci vedremo sarò un Genin!> ed è qui che sfocia forse quello che è il suo lato più bambinesco, un aspetto che Kaori è riuscita a tirare fuori da un ragazzino troppo serio e distaccato per la sua età. Non è mica poco! E vedendola andare via, lui fa lo stesso. Ovviamente i suoi passi vengono portati avanti con la stessa serietà e vaga freddezza che spesso in questa giornata, e non solo oggi, lo hanno caratterizzato, ma forse stasera se ne torna a casa con qualcosa in più.(//USCITA)

Kaori incontra Akahiro sulla cima del monte dei Volti di Pietra. Il ragazzo appare leggermente rabbuiato e una breve conversazione fra i due porta a capire il perchè.

La genin ascolta la sua storia e, per quella che è la sua esperienza, cerca di offrirgli dei consigli e delle piccole perle apprese con il tempo e la pratica.