Due menti a confronto

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con Kurona

13:39 Utente anonimo:
  [Boschi] Il sole si staglia alto oggi nel cielo pomeridiano lasciando così goder di una magnifica visuale e di un'orizzonte favoloso per chiunque si trovi ora presso una qualche tipo di altura; Kayoko per sua fortuna potrebbe vantare proprio tale posizione, infatti ormai prossima al fallimento della propria locanda e ormai lontana dai giorni in cui prestava servizio come shinobi avrebbe deciso di sfidare la sorte e di recarsi al di fuori dei confini della stessa Kusagakure, che ormai sembrerebbe esser sempre più vicina alla guerra oltre che a una possibile rivolta civile, sempre che gli abitanti non muoiano prima tutti di fame ovviamente, ma questo ora non ha importanza, il puzzo di sporco e morte non sembra esser presente nel verdeggiante bosco del monte Kakuri, ove la vita sembra ritrovar nuovo vigore tra le fronde degli alberi e tra i bassi cespugli grazie ai vari e curiosi animaletti che come sempre sono facili da udire in quelle zone; La rossa al momento rispecchierebbe proprio la sua precaria e pessima situazione, infatti la giovane indosserebbe al momento il suo caro e vecchio abito da rissa di strada composto da un'unico pezzo ben aderente al corpo e chiuso da una cerniera che correrebbe lungo tutta la schiena, vari gli strappi visibili sulla superficie dell'abito così come sarebbe altresì visibili chiari rattoppamenti di varia sorte, i capelli legati in una lunga coda di cavallo permettono al viso di rimaner libero da intralci di ogni sorta se non per un unica ciocca che selvaggia ricadrebbe proprio a lato dell'occhio sinistro dlla giovane, per concludere ai piedi la ex shinobi indosserebbe un paio di sandali ormai consumati da shinobi di color nero come la tuta da combattimento; Le occhiaie sono pesanti e segno di notti insonno, il fisico leggermente più asciutto del normale ne segnano la scarsa nutrizione al minimo necessario per mantenersi in piedi e il passo lento e stanco ne mostrano l'attuale debolezza; Insomma la giovane è messa proprio male e forse proprio in cerca di riposo da tutto ciò, sarebbe ora in quel luogo lontano da ogni tipo di conflitto e dolore.[Ck:Off]

15:20 Kurona:
  [Albero] Si tratta di giorni difficili, é appena tornata dalla sua formazione al Dojo nel Paese del Fuoco e nella testa le frulla più di un pensiero contrastante. Effettivamente di questi tempi, oscilla come un pendolo da un polo all'altro senza saper realmente cosa farne di questa carcassa senz'anima e senza motivo di proseguire nella sua misera vita mollata da una dea piuttosto infame in balia di un fato sadico che meglio non ha da fare che gettarla più volte nelle fauci di una bestia affamata. Cos’ha fatto lei nei tre anni passati? E’ morta- semplicemente è deceduta per il governo ed ha dato la sua dipartita lasciando in grembo al consiglio quello che è stato battezzato dalle sue mani come nuovo shinobi dell’erba a cui ha fatto da sensei, ed a cui ha dato il dono più grande che potesse fare a qualsiasi umano. Il suo sangue. Vestita con un tipico kimono mozzato nero opaco, di quelli che non riflettono la luce fioca del sole, con delle carpe color dell’alba alle prime luci che navigano la bordatura dell’abito tradizionale in un mare notturno senza stelle. Il tipico vestito dalle maniche ampie, che nascondono le mani sotto sottili strati di stoffa pregiata ripescata nel vecchio armadio che ancora dorme lontano dagli antichi splendori di quella che un tempo fu geisha votata alla bellezza ed ora- è una kunoichi il cui nome cavalca la fama di illusionista e combattente senza scrupoli. E’ davvero questo, Kurona? Gli occhi rossi come eclissi che se ne stanno pigramente serrati in un siparietto che filtra la luce dalle ciglia; come quando ti stendi nel bel mezzo di un prato, ed aspetti che il sonno sopraggiunga ristorando le tue carni stanche, così lei appoggia la tempia ad un tronco lasciando che il vento carezzi il kimono spezzato da un obi piuttosto sottile che fascia in tre giri totali il busto, appena sotto un seno tutto sommato acerbo. I capelli legati in una coda alta, si spostano in balia alle braccia di un geloso amante, carezzandole il viso minuto ed affilato, afflitto dalla tormenta di cui si vestono i suoi giorni. La man destra solamente s’issa, tra le luci puntellate di quella corona d’alberi che adombra la sua nicchia accogliente. Semplicemente vestita di quell’abito, da cui spuntano le bende che la fasciano completamente, solcando il setto nasale e lasciando libera la parte degli occhi e della fronte, incastrandosi sotto la mandibola. E’ il passo di Kayoko a distrarla da se stessa –quale sollievo- e si ritrova ad abbassar gli occhi guardandolapassare a quattro metri sotto i suoi sandali di mogano e stoffa nera. <?> Oh, la lascerebbe andare. E’ solo una donna ai suoi occhi. Una donna che si trascina via dal suo posto per cercare rifugio chissà dove. Ma ecco che- il magnanimo stato di Kurona, la spinge a far ruzzolare una mela rossa come il vino ai piedi dell’ex kunoichi, limitandosi a guardarla. <Scappi?> Chiosa quella voce della densità del miele, una voce che può facilmente trarre in inganno e non mentiremo a riguardo; l’ha già fatto. Eppure ora, non suona astiosa ne arrabbiata, ha quasi una vena cordiale. Di chi cerca qualcosa, in qualcuno- che raramente va al di la di una conversazione. [ck on]

15:39 Utente anonimo:
  [Boschi] Occhi bassi per la rossa, ad osservar i piedi che stanchi e demotivati si trascinan sempre più a fatica in quel suo pellegrinare; La meta non è scelta e la sua assenza di sicuro non verrà notata, infondo ormai nessuno le rimaneva se non un fratellastro fin troppo impegnato e ricercato sia nel bene che nel male da vari paesi; Poco importà però al momento la mente è vuota e annebbiata dalla stanchezza, la sola cosa che la spinge a proseguire è quella voglia di pace e tranquillità al momento e forse anche la fame che di certo ormai da parecchio tempo non sembra mancarle affatto; Di Kurona non sembrerebbe prendere notizia, troppo impegnata a guardare il suolo, la polvere e i sassi mentre le orecchie sembrano non ascoltar veramente ciò che le sta attorno come se distratte da qualcos'altro; La situazione però sembrerebbe cambiare già forse proprio perchè impegnata a guardarsi i piedi la rossa potrebbe notare quel frutto, del medesimo colore dei suoi capelli, rotolarle accanto, una visione quasi celestiale per la ex special jonin che non attenderebbe alcun istante prima di chinarsi e tentar così di raccogliarla bramosa di poterne assaggiare il sapore e la consistenza, dunque le ginocchia verrebbero flesse e la mano destra andrebbe a muoversi lesta verso il frutto cercando così di poterlo afferrare con quanta più forza le sarebbe ora possibile, le dita affusolate si contrarrebbero attorno alla mela le ginocchia ancora vicine al terreno non verrebbero mosse come a voler guadagnare tempo e il braccio subito si muoverebbe per avvicinare loggetto alla bocca ma ecco che una voce, forse già udita in passato, andrebbe a porle una domanda forse molto ovvia in questi tempi duri; Il braccio dunque si fermerebbe a pochi centrimetri dal volto, il capo ruotato in cerca di quella persona dal tono gentile, che forse potrebbe venir localizzata e purtroppo non a pieno riconosciuta dalla donna, visto che solo una volta ebbe occasione di incontrare la Kokketsu; <Io...Cerco tranquillità e distacco dall'odore di morte e sofferenza> non sembra usare giri di parole la donna, anche a volere non ne sarebbe ora capace infondo, <Tu, non arrivi da Kusa immagino> eppure qualcosa sembra ferle credere di aver già visto quei occhi così vicini ai suoi ma come ricordare? Be al momento non sembra riuscire nell'impresa ponendola così in una stato di semplice dialogo con una sconosciuta.[Ck:Off]

16:00 Kurona:
  [Albero] Si riversa come una cascata di lava sul viso d’una donna toccata dalla carestia. Forse è passato troppo tempo, poiché non sembra rivolgersi inizialmente a Kayoko con l’idea di fermar un vecchio conoscente. Del resto si son ritrovate compagne di team senza neanche saperlo e senza oltremodo averlo deciso loro stesse, dal momento che non era una missione organizzata ma un attentato. Tuttavia, come avrebbe potuto riconoscerla? E’ passato così tanto tempo, che la stanca e tranquilla Kurona è cambiata nei tratti che nasconde egregiamente sotto quelle bende elasticizzate, espirando ora lentamente e rendendo bollente quel sospiro tramite la stoffa che la copre, lasciando l’inconfondibile kanji libero sull’occhio destro, che le solca il sopracciglio e la gota, strappandole di dosso quella che fu una bellezza pura, femminea. Il viso s’abbassa piano sotto le parole di lei, che accoglie nel religioso silenzio che lascia spazio solamente al fruscio fresco delle foglie che pigre, giocano tra loro in cima a queste querce che paiono vecchie signore. Una domanda ovvia? Oh- non diamo mai per scontato quello che dice Kurona, che in questa terra è come un brucaliffo serafico e sornione, che si lava di dosso la cattiveria con cui è stato trattato nella sua vita, per riversarla in altri in momenti e modi ovviamente più profiqui. Quella mela lasciata ruzzolare a terra- non è ne un infame illsuione, ne la trappola per qualche gioco malsano. Potrà raccoglierla, venendo seguita dallo sguardo curioso della special jonin che usa la destra, prima affusolata ed estesa verso l’esterno, per ritirarsi all’interno della manica del kimono che è lungo fino a metà coscia, e le fascia il corpo minuto. <…> E’ interessante tuttavia, la risposta di Kayoko, che si spoglia di menzogne per apparire un anima nuda agli occhi della pallida donna ancora seduta su quel ramo alto e nodoso, così forte e spesso, da apparire il re di quell’altura. Non risponde nell’immediato, ne alla sua risposta, ne a quella domanda retorica lasciata alle supposizioni di veder Kurona senza alcun riconoscimento di sorta. Dalla manica esce un kiseru, una pipetta nipponica dallo stelo in legno e il bracerino in oro e rame, così come il boccaletto da cui si tira il fumo. Indice, medio e pollice, a sostenere quel bracere da pochi centimetri, mentre gli occhi scivolano dalla sua figura per trovar conforto in qualcosa di più vicino, le sue cosce. <Che importa da dove arrivo..> Un brusio cheto quella voce ovattata dalle bende, mentre un fiammifero infiamma la sua testa con una luce rossa che pitta la pelle pallida di quel viso volpino. <Non ne sono certa neanche io.><Volessi invece sapere per chi combatto, è facile.> Schiude gli occhi, mentre il tabacco diviene brace, e la brace diviene fumo fruttato, dolce. Una delizia per il peccato capitale di Kurona. <Per nessuno.> O per tutti? Non è pienamente chiaro nemmeno a lei, quel che desidera. Vendetta, o redenzione? Espira uno strato di fumo dalle narici fasciate, che si sparge in una evanescente nuvola. <Un po come te, scappo.> Quelle ciglia ricurve verso il cielo, bianche come il latte, s’abbassano appena a guardarla. <Non importa dove, l’importante è che sia lontano da casa; ma la domanda è, perché scappi?> I piedini lasciati sospesi oscillano di poco, s’accavallano l’uno sull’altro. <Cosa ti ha fatto male.. Tanto da conciarti in queste vesti. Affamata e malconcia?> [ck on]

16:20 Utente anonimo:
  [Boschi] Attende la risposta da parte della Kokketsu, non si muove ne mangia quella mela che da sola sembra capace di portar la rivolta più totale lo stomaco brontolante della giovane e dello stesso palato che avido sembra produrre tanta saliva quanta è la fame che l'attanaglia al momento, gli occhi lesti avvolte sembrano ricadere sul frutto come a bramarlo loro stessi e quasi sembrarebbe possibile per una volta mangiare con gli occhi ma ciò non accade, non è lo stile di Kayoko ignorare un discorso per ingordigia personale ne tanto meno vuole risultare ora così rozza e maleducata; Dunque verrebbe atteso il tempo necessario a sentir ancora quella voce familiare ma al tempo stesso dimenticata che giungendo alle sue orecchie porterebbe risposte vaghe ma sufficenti per quanto ormai concerne la ex specila jonin, che attendendo silente la fine del dire della giovane mummia e prendendosi dunque a sua volta il tempo necessario per rispondere andrebbe con il dire a sua volta, lasciando però che questa volta il proprio sedere ricada al suolo, permettendo così al corpo di riposare dalle fatiche del viaggio, <Hai ragione poco importano le origini, importa ciò che noi siamo e nulla più> senza contare che effettivamente neanche Kayoko sarebbe realmente di Kusa ma sarebbe una mezza Otiana e una mezza Kiriana, <Non combatti per nessuno dici, quindi sei una combattente solitaria, votata al maggior offerente forse? O magari lotti solo per coloro la cui causa si sposa con il tuo modo di ragionare e agire?> domande forse lecite e forse anche ben fuori luogo al momento <Ma ti chiedo subito di perdonarmi non è affar mio sapere cosa ti spinge e dunque non è necessaria alcuna risposta da parte tua, anzi dovrei esserti grata per questo frutto> concluderebbe quindi la giovane che per l'ultima domanda a lei posta andrebbe quasi involontariamente ad osservare il suo stesso vestiario come se non sapesse effettivamente cosa stia indossando al momento, <Come già ti ho detto sto cercando rifugio lontano dalla morte e dalla sofferenza ma forse> aggiungerebbe come a mostrare un pensiero più approfondito <Scappo da un luogo ormai caduto vittima di gente egoista che non pensa più al bene altrui ma solo alle proprie tasche, scappo da un luogo ove non mi è rimasto nulla se non un locale ormai vuoto e un gran dolore nel cuore, scappo da me stessa, dalla vergogna di ciò che mi sono lasciata alle spalle e dalla paura di ciò che posso diventare in futuro, senza però averne più uno in cui sognare o sperare> direbbe riprendendo lentamente fiato mentre lo sguardo andrebbe ora ad abbandonare la figura di Kurona a favore del suolo che freddo non può giudicare <Da questo scappo e questo mi ha ridotto così, un villaggio in tumulto e una vita ormai senza significato> e con queste ultime parole piene di rammarico la ex shinobi prederebbe del tutto la parola a favore del vento e della natura.[Ck:Off]

16:51 Kurona:
  [Albero] E’ quasi divertente vederla desiderare quella mela- ma contenersi per mera educazione. E’ una cosa che sveliamo- Kurona apprezza infinitamente. Da sotto quelle bende, labbra color del vino reso opaco, si distendono in un mezzo sorriso malcelato, rimanendo silente per tutto il tempo che è necessario a Kayoko per esprimersi e rispondere alle sue stesse domande. Si scusa? Perché dovrebbe, dal punto che Kurona stessa è innaturalmente invadente. Forse perché Kurona è la scomodità degli spilli sotto pelle, tutto quello che vuole te lo tira fuori, bene o male, o con le parole o con la forza, risultando scomoda. Invasiva. Ed altri la definirebbero addirittura una nemesi da non poter guardare negli occhi. Non è il temibile potere di Kurona a metter queste soggezioni a chi la incontra, che sia chiaro, ma è il semplice riuscire a raggirare una persona con le parole. E’ un po, questo momento, quando sfoderi un vecchio coltello e t’accorgi che è sempre stato affilato, non che sia in procinto di usarlo contro di lei- no- semplicemente si soddisfa di quel poco che riesce ancora a fare, tenendola una semplice parentesi abbandonata a se stessa mentre l’altra ancora s’esprime. Il bocchino tra le labbra, dorato, scintilla sotto la luce del sole, lasciandole il tempo di tirar una boccata prima d’emettere un riflesso fastidioso persino per gli occhi attenti e minuziosi della genjuster. Trae a se quelle spezie dolciastre di cui è intriso il tabacco da pipa –sfilacciato e secco- gonfiando appena il petto ed issando pian piano le spalle. <Comprendo.> Monocorde quella voce espirata tra una nube di fumo, fa da dolce preludio al suo soppesar i dilemmi di Kayoko. Di certo non è in grado di aiutarla. Non è in grado di darle un motivo per vivere, una posizione, non è in grado di fare nulla per lei. Solamente- semplicemente, parlarle. Il gusto dei lamponi che le bagna le labbra dal pieno color dei frutti, le lascia il sentore serafico che le rilassa ogni singolo muscolo. Visibilmente, abbassa le spalle e stacca il busto dal tronco, mentre i piedi di staccano –ricoperti da zori di cotone nero che le arrivano alle ginocchia-, lasciando staccare la parte posteriore dei calzari in modo pesante. <Suppongo tu sia cosciente del fatto che per quanto tu possa scappare in preda alla paura di quello che sarai.. Più è probabile che la tua persona ti piomberà addosso come una tempesta?> La coda che oscilla nell’aria, come lo sbuffo bianco d’un drago, facendole saltare quella distanza minima senza alcun problema di sorta. Le ginocchia si flettono appena, ed un onda d’urto issa un cerchio perfetto attorno ai piedi di Kurona la quale- non accusa quel salto per il semplice fatto che è una misura minima, ancora agganciabile. Le dita scivolano sul bracere, abbassando il capo in direzione di Kayoko. Guarda lei, guarda la mela—e gli occhi si tirano in un espressione da Maneki Neko- sorniona e divertita. <Avanti, mangia..> E’ austera, infinitamente calma. Un metro e sessanta di donna dalla fisionomia giapponese e gli occhi di un felino in costante cerca della preda. I fianchi appena accennati sotto la stoffa, così come il seno ed il ventre che risulta ancora piatto, o almeno lo sarà per poco- grazie al fratello di Kayoko. Eppure è un esser austero, non come un generale, o un comandante. Ma più come una madre. E’ nell’indole di Kurona, esserlo. Le spalle minute s’abbassano appena. <Anche io sono come te. Sono scappata a lungo, più da me stessa che dal giogo del mio villaggio.><Sono scappata fino al punto di rendermi conto che io ero la mia ombra- e che forse, dico forse, l’unica soluzione era abbandonare queste terre e concedermi la pace..> Gli occhi serrati, si chiudono per qualche attimo- parlando del suo suicidio. <Mi buttai dal dirupo dell’Eco.> -- <Svenni, mi si ruppe qualche osso. Quando rivenìì, avevo il sentore pesante d’aver dannatamente fallito. Ogni mio passo! Ogni mia decisione!> Espira una risata scarna, voltandole le spalle e muovendosi con calma. <Ma quando un onda mi poggiò sugli scogli, sai cosa pensai giovane eremita?> Chiosa verso la rossa, fermando il passo e abbassando la pipetta per osservarla meglio. <Che tuttavia, ne qui ne oltre- mi libererò di me stessa.><Fai pace con quel che sei e accetta quel che sarai. Hai la tua ombra cucita addosso da un narrator di storie poco simpatico. Sarai la tua unica compagna per il resto della tua vita.> Il mento fa un cenno, affilato, la invita a seguirla in direzion della Magione di Yukio. Dove potrà ristorarsi. Mangiare. Lavarsi. Abbassa il volto per qualche istante. <Dimmi, giovane donna..> Un tono placido, poggiando il bocchino sulle labbra. <Pensi di aver vinto, ora?> Gli occhi come rubini preziosi, scivolano oltre la spalla, vestendo Kayoko. <Pensi che abbandonar la guerra e spogliarsi di obbiettivi, sia il modo più profiquo di continuar a vivere?> Le labbra si chinano in un sorriso, stropicciano le bende e disegnano due rigonfiamenti nelle stesse. <Devi combattere.><Se la vita è cattiva… Non ti rimane che esserlo più di lei.> [Ck on]

17:18 Utente anonimo:
  [Boschi] Le due sembrano aver trovato il dialogo, cosa che difficilmente si sarebbe creduto fino a quelche tempo prima, si infondo Kayoko era la donna irrascibile e intrattabile forse più malconosciuta in tutta Kusa eppure ora è li con una donna che non riesce ad inquadrare, tranquilla, affamata e decisamente più chiaccherona del solito, forse la solitudine e il dolore l'hanno spinta a questo ma chi può dirlo infondo? Di certo c'è solo una cosa, ovvero che la prima affermazione di Kurona ovvero la paura, Kayoko andrebbe finalmente a rialzare lo sguardo verso di questa con dipinto un leggero sorriso, <Io non ho paura di cosa sarà, infondo sono già il peggior soggetto che Kusa abbia conosciuto> direbbe quasi divertita nel ricordare tutti quei combattimenti ben poco legali da lei sostenuti nei bassifondi un tempo ben più ridotti di adesso, <Io ho paura di ciò che potrebbe accadere, nella mia vita ho lottato e perso tante persone a me vicine> si tante è un parolone ma per una come lei forse è il termine più adatto <Dunque la mia paura è che il futuro mi riservi solo l'oscura amarezza della solitudine e dell'abbandono, non credo che potrei sopportare altre perdite importanti> commenterebbe esponendo quindi la sua più grande paura, infondo non voleva tornare come era un tempo, sola e lasciata a se stessa; Ordunque terminato il discorso sentirebbe l'invito a mangiare ma sola la risposta giungerebbe con un leggere scossone del capo in segno di dissenso, <Per quanto la mia volontà possa esser forte scadrei in un deprorevole spettacolo di ingordigia, quindi se per te non è offesa preferrei rendermi indecente solo innanzi alla natura> si insomma non vuole mostrare alla giovane la sua fame ne tanto meno il poco controllo con cui farebbe svanire quel frutto al momento; <Io scappo ormai da una vita, prima da una falsa famiglia, di cui ormai non porto più nulla, poi dalla morte di colui che ha vegliato su di me come mai nessun'altro, quindi dalla mia vera famiglia che mi ha disconosciuto e bollata come traditrice credo e infine dalla perdita dell'unica persona che io.....a cui abbia mai tenuto davvero ma ora, ora non so cosa fare e come continuare, più proseguo più perdo ogni cosa, ormai mi è rimasto solo il mio fratellastro se così si può dire> si insomma una vita felice la sua, invidiata da tutti quanti, ma nessuno può giudicare se sia lei la peggio messa al mondo, infondo i casi son tanti e tutti hanno le loro problematiche; <Non nego le tue parole, hai ragione, solo la nostra ombra ci rimarrà sempre a fianco senza fiatare ne tradirci ma è così sbagliato sperar di poter avere anche qualcun'altro a sostenere le nostre scelte? Sono davvero così illusa?> domanderebbe ora forse inutilmente, lasciando che siano ora le gambe e non più le labbra a muoversi così da poter riprender una posizione eretta e forse più "nobile" di quel suo rozzo modo di seder al suolo <Ci sarà mai un vincitore? Ogni cosa che facciamo ci porta a una conseguenza e per quanto ci sforziamo di lottare alla fine il destino ci investe con forza e con grande crudeltà, in più ora come potrei lottare, ormai sono meno che un ricordo di ciò che fui un tempo e per di più ogni mia scelta potrebbe portarmi verso una amara conclusione> null'altro le direbbe, senza parole e forse spinta a sentir un leggero tepore nel cuore a quelle ultime parole in tratti molto simili a quelle di Kurako.[Ck:Off]

17:57 Kurona:
  [Albero] Gli occhi d’Icaro sorvolano bassi sui fili d’erba piegati da quel leggero venticello che ci suggerisce il tramonto del pomeriggio presto. Ha sostato, nel tempo in cui è stata Kayoko a parlare, soppesandone le parole come se le vestisse lei stessa. E’ vero, non è un argomento che la tocca, l’esser affiancata da qualcuno. Com’ha detto lei stessa a Kurako, le nostre vite sono solitarie. A volte s’accompagnano. A volte rimangono sole e silenziose in qualche angolo tetro del mondo a fingere che vada tutto bene. No, non si permette di guardarla in faccia in questo momento, irrigidendo le spalle e il collo- dalla sua linea pallida e sottile, disegnata da un interseco di bende che si sovrappongono l’una all’altra fino a mostrarsi in un mosaico di strisce e triangoli minimalistici e tesi. A volte s’alza, a volte s’abbassa sotto quel respiro che pare il filo di pelle d’un drago dalle scaglie di fuoco. Si perde nella voragine del vuoto, lanciando il proprio sguardo tra quell’ammassarsi di foglie e tronchi che altro non sono che un silenzioso pubblico per questo discorso. La sofferenza di Kayoko… E’ il suo vestito rosso. Come la sua lo è per Lui, che più la osserva, più la odia. Quel prurito—è così leggero, evanescente. Che lo tiene per se e altro non fa che serrare la sinistra a pugno e alzar la destra tremolante a portare la pipa alle labbra. Vorrebbe confortare Kayoko. Non pensate ch’ella non sia umana. Vorrebbe dirle che andrà meglio, vorrebbe dirle che la vita ha le porte aperte e tutto quello che serve, è gettarsi a battar con ambo le mani finchè qualcuno non ci apre e ci da conforto. Dovrebbe dirle l’opposto di quel che ha detto a Kurako fin la prima volta in cui è capitato tra le sue braccia. Ora che ci pensa, ora che ripensa a quel che fu il suo migliore amico, al tempo avrebbe dovuto stringerlo più forte. Volergli più bene. Ma è stata forgiata come una serpe, scaltra e infida, calcolatrice. Semplicemente, avrebbe dovuto mentire. Ora tuttavia, si preserva di stare in silenzio e dare le spalle a Kayoko. No, non parla. Aspira quel fumo e lo scaccia dalle narici, come un toro su tutte le furie. <…> Il capo chino a scoprire la nuca, ove i capelli bianchi son raccolti in un nodo nero da samurai, si alza lentamente. <Mangia.> Tutto qui. A lei non importa di veder scempi e bava. Non importa di veder la fame perché infondo, sotto sotto, la conosce. E’ la stessa –ma diversa- fame che le attanaglia lo stomaco ogni giorno. <Possiedo una iena, una donna affamata non è più orribile di un cadavere appetitoso per gli occhi della tua più cara compagna.> Riferendosi alla iena con quel tono monocorde di chi ha sentito qualcosa che non voleva sentire. Un po come quando parli a tuo padre ed è incazzato, ma non vuole dirtelo. Il rialzarsi di Kayoko, le fa muovere dei passi lenti tra gli alberi, in un sentiero battuto dai passi ma non dalle carovane. <Pensi che l’amore ti dia una spalla su cui piangere?> .. <L’amore ti espone. Ed espone chi ami.>..<Saranno tutti troppo impegnati a pensare alle loro guerre, o ai loro affari, per amarti tanto quanto tu ami loro..> Espira, soffermando il suo camminare piano, volgendo gli occhi di scatto verso Kayoko- una scia incandescente e furiosa. <Pensi che l’amore ti salvi?!><Io sono una bastarda, forse poco tempo fa—mi domandavo anche io se fosse giusto così. Ma poi, sai cosa? Ho amato, ed ho perduto. Ed ogniuno di loro, non s’è curato di lasciare una ferita nella mia carne.> Schiude le labbra, rimanendo ivi dov’è—distante da Kayoko, ma a guardarla con la stessa intensità d’un fulmine che ti colpisce a ciel sereno. <Anche chi giura di non volerti far male è il primo ad affilar le lame. Stolta!> .. <Questa è la tua vita, è accettala. Ci sei tu. E ci sono gli altri. E mi sembra evidente—che stai camminando il tragitto più vicino ad una dipartita da perdente, in ogni caso.> Allarga le braccia, svuotando la pipetta a terra in un volteggiare di pietrine e scintille. I palmi che si rivolgono verso l’alto. <Allora dimmi, tu che ti muovi da sola su questo cammino. Sai che la vita è un continuo perdere. E dunque tu sosti, e decidi di non combattere più. Che—affascinante- soluzione.> La destrosa muove un passo verso Kayoko, alzando le spalle e camminando cheta—quella furia calma, di un corpo che freme- ma ancora non esplode. <E’ giusto.> Ripiega le labbra in una smorfia di sdegno. <Una morte da vera guerriera.> .. <Scegliere di autocommiserarci perché ci è stato tolto tutto?> Annuisce- ma no, si legge tra le righe che non sta dando ragione a Kayoko. Il tono di scherno- incazzato. <La sai la differenza tra me e te?><Io ho scavato il fondo, e sono risorta dalle mie ceneri.> .. <Mi riprenderò tutto, mostrerò i denti alla vita e banchetterò sul sangue dei miei nemici.> La destra si allunga, la mano docilmente, poggia il dorso delle falangi ultime sulla gota di Kayoko. <E tu, invece, ti sei fermata appena hai sentito male.> Eppure—dannazione se le piace, Kayoko. Le piace, perché solo da queste ceneri, può nascere un mostro capace di accompagnarla. Di sentire quel feeling tra anime- tra menti. E la pelle bruciare d’ira. Nel rosso, sempre, si nasconde il fuoco. Le labbra di Kurona si rendono soffici, da quella smorfia seriosa—si tendono in un sorriso appena addolcito. Il dorso delle dita, le unghie nere, passano sulla gota della malridotta taijuster, fino a scostarle una ciocca di capelli. <Dicon d’acqua e legno, gli occhi più forti.> .. <Solo perché non hanno mai visto il fuoco, che per trovare una nicchia dove riposar libero, deve distruggere..> Espira- piano, ritira la mano. <Non è colpa nostra, del resto. E’ stata la vita a farci questo dono infame.> [ck on]

18:19 Utente anonimo:
  [Boschi] Una risposta più secca questa volta da parte della Kokketsu, evidentemente qualcosa le aveva dato fastidio nel dire della rossa ma al medesima tempo alcuna spiegazione verrebbe richiesta dalla ex shinobi che non sarebbe interessata a molestar più del dovuto la sua compagna di chiaccherate, preferendo dunque l'azzannar quella povera e innocente mela con tanta foga che probabilmente neanche un morto di fame andrebbe a mostrare per ritegno, il frutto è piccolo e la rosso vi metterebbe pochi morsi e solo tre giri dell'oggetto tra le dita prima di lasciarne il torsolo quanto più pulito e che ora risiederebbe ancora nella mano destra della rossa Kusiana, che cercando di ricomporsi quanto più velocemente possibile dopo la "pessima" figura direbbe <Una iena? Animale domestico insolito, deve esser brava come addestratrice> e si infondo non si era mai sentito di un allevamento di iene o simili no? Ma ancora è presto per cantar vittoria infatti sarebbero pochi i passi che le due andrebbero a percorrere prima che, come sempre accade, Kayoko finisca per incombere nelle furie della sua interlocutrice, che proprio non sembrerebbe gradire il fare della rossa, quel fare lascivo e di abbandono della lotta, silente ascolterebbe tutta la manfrina che le verrebbe propinata, il cuore e il sangue le si scalderebbero come sempre succede quando i toni stessi si scaldano e forse nel viso e negli occhi già si potrebbe notare quella fiamma che da tanto non si accendeva e che per ora verrebbe tenuta a bada con grande sforzo portandola a dire soltanto con tono calmo quanto più possibile, <Un modo disfattista di vedere il mondo, un modo di vedere che porta solo ad allontanarci da tutti e da tutto e forse è proprio per questo che ora combatti per nessuno, perchè non hai nessuno con cui schierarti alla fine; Non posso dire che sbagli a pensare in questo modo, anzi forse è il modo migliore di veder le cosa e probabilmente il più reale> ammetterebbe avendo constatato tutto questo sulla propria pelle infondo <Ma non tutto possiamo combattere senza motivo o per il miglior offerente, io ho sempre seguito uno scopo e dei principi ma ora che non ho più lo scopo e che per continuare a lottare dovrei tradire i miei principi cosa dovrei fare? Abbandonare me stessa all'oscurità solo perchè questo mondo non conosce la pace? Tornare a combattere mi porterebbe a rivoltarmi contro ciò che un tempo giurai di proteggere, combattere mi porterebbe a tradire chi un tempo erano miei compagni, perchè ora lottare significherebbe distruggere quell'istituzione che oggi si chiama consiglio di Kusa per il male che non solo fanno a me ma che fanno anche a coloro che ora stanno morendo per la strada> il tono si scalda e alza in quelle ultime parole prima che il silenzio ricada per qualche istante lasciando così tornar la calma nell'animo della rossa <Anche mi ero ripromessa di non aver pietà per il mio nemico ma a cosa è servito? Be a nulla alla fine lui muore e io continuo a vivere in questo mondo falso e ipocrita> si insomma la giovane sembra aver perso molta motivazione nel combattere per quanto il suo odio verso il consiglio ormai si dimostri ben radicato e presente.[Ck:Off]

18:43 Kurona:
  [Albero] Nonostante la furia infiammi gli occhi di Kurona, non si rende tanto cieca da non assorbire la parole di Kayoko. L’ascolta in silenzio, ancora una volta- guardando quel muso sporco dal succo della mela che le è stata offerta. Le labbra che si ripiegano tra di loro, soffici, premono come lembi di una chiusura ermetica fino a far impallidire le stesse oltre la vista della compagna di chiacchere. Ora che lei parla- che lei s’esprime, s’accorge di aver già visto questo crine e questi occhi da qualche parte. Ma dove? Ricurva il capo lentamente, soppesando quella domanda forse più del dovuto. Parla di valori e compagni perduti, parla di principi, di solitudine, di combattere per qualcuno. Non può far a meno di aggrottar un sopracciglio. <Ah, si?> Incalza Icaro dal pallido crine, che ora si muove in una folata violenta, mischiandolo al polline di primavera- come se fosse improvvisamente cambiata la stagione. <Cosa pensi che io sia, un cane?> Certo, uno shinobi degno di nota risponde ad un villaggio, eppure Kurona non le ha risposto in precedenza. Ha deciso di non lottare per nessuno? No, ha deciso di lottar per la cosa giusta, al momento giusto. Ora come ora, egoista come una bambina, lotta per sfamare se stessa e la sua sete di vendetta. Lotta per il villaggio di Kusa che sta morendo nella fame e nella merda lasciata dal Consiglio regnante. Lotta per amore- anche, perché ha deciso di sedere finchè è in vita al fianco di Yukio. Lotta per Irou. Lotta per i suoi allievi. Freme- i kami solo sappiano quanto vorrebbe colpire Kayoko per le sue parole così fiacche. Eppure, in quello spicchio di fiamme che le riverbera negli occhi, vorrebbe vederla in preda alla furia, piuttosto inveirle contro, che gettarsi alla deriva. O forse- sarebbe saggio lasciarla in questo modo, con la convinzione che quello che fa è giusto? <Tu quindi, lotti solo per i tuoi compagni- che ora, kunoichi di Kusa, hai deciso di lasciar morire perché trovi ingiusta la tua vita?> Riepilogo fugace delle stesse parole di Kayoko. O forse è delirante e quindi, s’appiglia a qualsiasi argomento per dar torto alle parole malevole di Kurona? Certo, non è mai stata un pezzo di pane, questa donna in miniatura. Ha negato amore. Ed ha risposto con sincerità sempre, lasciando profondi solchi nella carne degli altri. E’ egoismo, ma lei lo accetta. <Oh, si- loro moriranno. Ma ricorda che non è il mondo ad esser falso ed ipocrita. Le persone lo sono.><Le stesse persone che tu risparmi smettendo di combattere.> Issa le spalle abbandonando quella ciocca di capelli rossa e muovendosi per tornare a camminare verso la magione. <Pensi che sia giusto così? Va bene. Allora smetti di combattere e continua a camminare e morire di fame, mentre Kusa viene schiacciata dal consiglio. Sicuramente vivrai libera. Sicuramente vivrai una vita mediamente felice, trovarai qualcuno con cui accompagnare le tue notti fredde ed i tuoi pasti scarni, denigrando me—che non ho padroni. Sono sola? Forse si, lo sono terribilmente. Forse sono terribilmente sola e triste.> Ripensando al suicidio di cui ha parlato poco prima, abbassando le spalle e ponendo il Kiseru nuovamente nel kimono. <Lo sono. La vita mi ha fatto a pezzi. Ma combatterò per ogni causa in cui credo. Scelgo ogni mio compagno. > .. <Non credere che io non abbia valori, perché ne ho. Solamente, i miei valori non sono legati a persone o a luoghi.> Issa il mento guardandola. <Io sono io, e non appartengo a nessuno. Loro cosa ti hanno dato, per guadagnare questa tua fiducia cieca? I tuoi compagni ti hanno salvato? Ti hanno amata? Ti hanno mai stretto la mano alla fine di una missione, o fatto un sorriso caloroso? Il tuo paese, invece? Ti ha dato onore? L’amore, l’amore—ti ha salvata? Ti ha dato un posto, un pasto, una famiglia?> Curiosa, incessante. Cos’è che lega Kayoko alla sua distruzione? E a denigrare Kurona per aver scelto di esser un ronin. Socchiude piano gli occhi, come se volesse inquadrarla meglio. <Io combatto per il popolo. E per me stessa. Non rispondo a qualcuno. Perché l’unica persona al di sopra di me, sono io.> [ck on]

19:00 Utente anonimo:
  [Boschi] Parole mal comprese in parte forse quelle di Kayoko, che mai volle offendere la giovane sconosciuta ne tanto meno le sue scelte anche se non perfettamente in linea con le proprie, il discorso però ormai è acceso e di certo la rossa non è il tipo che ama tagliare i discorsi a metà ne tanto meno abbandonare con tanta "facilità" una lotta, per quando questo non sembra comprensibile agli altri, <Se io combattessi ora, dovrei uccidere personalmente coloro che erano miei compagni> scandisce bene le parole la rossa questa volta i cui pugni andrebbero ora a stringersi non curanti di quel torso di mela che probabilmente finirebbe per venir schiacciato dalla forza della rossa che intanto continuerebbe a parlare con fare lento e si spera chiaro <Il mondo, il nostro mondo è composto dalla persone che lo abitano, trovare qualcuno che mi accompagni? Già lo avevo, l'amavo e ora lei non sa più neanche chi sono ne tanto meno che faccia io abbia e probabilmente se dovessi schierarmi sarei costretta a combatterla è così difficile da capire che il motivo per cui non voglio lottare è il solo motivo che dovrei lottare contro qualcuno a cui tengo e contro le volontà di coloro che mi protessero morendo?> si insomma la difficoltà e le perplessità che attanagliano la rossa sono tanti e molto forti ma ormai non si aspetta di venir capita dagli altri, nessuno lo aveva mai fatto; <Io non denigro le tue scelte, ognuno è libero di seguire le proprie scelte e le proprie convinzioni e se mi chiedi cosa mi leghi agli altri miei compagni, be la risposta è molto più sciocca di quello che credi, ovvero tutto risiede nel codice d'onore, un combattente non attacca ne tradisce mai i propri compagni d'arme> si un semplice codice morale e di condotta nulla più dunque <E l'amore> direbbe ora con tono più amaro <L'amore mi ha permesso di non diventare un mostro senza cuore, nel momento a me più buio> si dopo la morte del fratello insomma, quando nulla le era rimasto se non la vendetta; <Tu combatti per qualcosa di giusto ma dimmi una cosa, il popolo merita sempre di esser protetto? Sono domande che mi pongo spesso e non trovo risposta, forse perchè ormai nulla ha più valore ma forse tu puoi dirmelo> questa sarebbe ora la richiesta finale della rossa che cercando di calmarsi andrebbe a riaprire i palmi lascando cadare ciò che rimarrebbe della povera mela.[Ck:Off]

19:22 Kurona:
  [Albero] <Il popolo merita l’opportunità di difendersi.> Ecco la risposta- più sciocca di quanto non avremmo supposto, e Kurona la concede calando le palpebre e nascondendo quelle pepite di fuoco puro dietro quel sipario pallido e sfregiato. Ha inspirato piano, in precedenza- gonfiando e sgonfiando lentamente il petto per dar modo ai propri occhi di rilassarsi da quella luce arcana- non scura, e non chiara, dove l’ululato del vento passa tra le foglie accompagnando i conflitti compresi di Kayoko. Non è che non riesca ad arrivare a quel che Kayoko abbia dentro, è semplicemente difficile da comprendere. Kurona non si è mai badata dei suoi compagni di squadra e se Kayoko rimembrasse, la rivedrebbe far esplodere polmoni ad alleati e nemici senza guardare in faccia nessuno. E’ sempre andata dritta come un treno fino al suo obbiettivo, perché il mondo ha bisogno di persone che siano sempre al loro posto, coerenti con la loro persona. Non c’è onore. Non c’è codice morale. Le stesse piastrine pesanti che Kayoko si porta al petto, obbligandola ad abbassar il collo davanti a qualcosa che particolarmente disprezza. Il suo esser così rigida, tuttavia… <Non vuol dire esser umani.> Esplica senza guardarla, forse ferita- per esser debole d’innanzi alla sua vita. Esser debole, nonostante ella che è nata con il nome di Ruko sembri una donna tutta d’un pezzo, con i suoi pensieri e le sue convinzioni. Che Kurona sia nata così, puramente cattiva? Dannatamente no. Però, per quanto può parlarle, non può convincere Kayoko che il suo modo di pensare è sbagliato. Semplicemente, prende una boccata d’aria e abbassa le spalle, avvertendo quella fioca fitta al petto. <Resistere nei momenti bui, non è essere umani.> Lo ripete, come se dovesse rimarcarlo. Come se- non fosse del tutto convinta di averlo detto ad alta voce, prima. Gli occhi si riaprono ed il busto si gira piano in direzione di Kayoko, mentre il vento le issa pigramente la stoffa del kimono, trascinandoselo con se come un bambino dal comportamento beffeggiante. <Ad ogni azione, corrisponde una conseguenza. E se la mia pace risiede nella vendetta, e la tua nel ritiro, è frutto degli avvenimenti che ci hanno portato a questo punto, non credi?> Deglutisce piano, lasciando che il suo verbo scada nel silenzio. <Io- > Chiosa dolcemente, facendo ricadere quella voce nel vuoto, soffermandosi a ricalibrarsi e valutar le sue stesse parole. <Io non sono un mostro.> A suon di avviso- cosa pensi che sia successo per arrivare fino a qui? Violentata da suo padre, venduta, picchiata, usata come un oggetto ed addirittura, programmata per esser un assassina senza scrupoli ancora conserva la sua lucidità a sprazzi e picchi d’ira incontrollabili, in cui ha il solo desiderio di schiacciare tutto quello che si para davanti. Di prenderne possesso e controllarlo, come farebbe un bambino con la formica e la lente d’ingrandimento. <Se pensi che quello che fai è la cosa corretta—allora perché il tuo cuore è in pena?> Scivola gli occhi su di lei. <Dovresti esser in pace. E non cercar conforto in un viandante. Dovresti sorridere, perché sai di star facendo la cosa giusta.> Riferendosi all’essersi aperta con lei, che è pur sempre una sconosciuta. Ma il discorso –a differenza di Kayoko- lo lascia cader volentieri, lei, massaggiandosi la tempia con la sinistra. <Se vuoi, a casa mia, c’è un letto e un pasto. A patto di non sentire discorsi deprimenti su cosa è giusto e sbagliato nella vita.> Un patto abbastanza semplice,con cui—molto facilmente, leverebbe le tende. Che Kayoko la segua, o meno, verso la Magione di Yukio al monte Kakuri.

19:34 Utente anonimo:
  [Boschi] <Il popolo merita anche di vivere una vita giusta e non schiacciata dai politici> commenterebbe la rossa che non nega certo il dire di Kurona ma non può neanche vederne il lato negativo <Il problema risiede nel fatto che, per poter difendere il popolo si deve uccidere e ciò causerebbe dolore a qualcun altro, il solo modo per difendere il popolo senza causare troppo dolore sarebbe eliminare il problema primario ma nessuno può raggiungere direttamente il consiglio o già sarebbe stato fatto> si insomma tagliar la testa al toro è difficile quando questi ha un collare in acciaio a proteggerlo; <Molto dici e nessuna delle tue parole è in torto ma ognuno di noi vive la propria vita seguendo non solo ciò che ci circonda e accade ma seguendo anche i nostri limiti e le nostre coscienze; Mi chiedi perchè sono tanto in dubbi be il motivo è semplice, io vorrei distruggere il consiglio per ciò che sta facendo al villaggio ma al tempo stesso non voglio venir costretta a combattere i miei compagni e si so anche che dovrò scegliere che mi piaccia o meno perchè prima o poi la guerra arriverà anche da me> questa la sua risposta, la rabbia ormai scemata in buona parte sembra lasciar spazio al raziocigno e alla calma; <Non posso rifiutare l'offerto e condizioni accettate se son solo queste, ti porgo i miei ringraziamenti> non saprebbe cos'altro dire infondo dopo tutto questo la ragazza le aveva offerto anche di ospitarla, fin troppo insperata gentilezza che le permetterebbe di seguire il cammino della Kokketsu che non potrà altro che portarla a subire una grossa sorpresa visto che la magione di Yukio è a lei ben conosciuta.[Exit]