Dopo l'incubo

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00:55 Azrael:
 È lì, girato sul fianco destro nel letto, il cuscino poggiato dietro la nuca, piegato a metà per permettere ai lembi esterni di tamponare le orecchie per via del fastidio che quel dannato incubo gli ha portato che – purtroppo – non viene dalle orecchie o dall’apparato uditivo in genere, ma direttamente dal sistema nervoso. Bel problema. Il mal di testa è imperante in quel momento, il sonno c’è, ma non riesce a conciliarlo con quel dannato ticchettio che non lo sta proprio lasciando né da’ cenni di volerlo fare. Digrigna i denti, si sente un lamento costante, ma appena udibile, un continuo grugnire e ringhiare. Non riesce a non pensare a quanto accaduto, a tutto quello che l’Oblio gli ha detto, al fatto che lo sputo non lo ha colto, che è la cosa che più gli spiace in verità. Però tutto sommato non ha torto, la sua controparte gli ha dato svariati spunti di riflessione. E poi quelle visioni, quelle di come sarebbe il mondo senza la propria esistenza, Mekura tra le braccia di Yukio. Preme le mani sul cuscino e dunque sulle orecchie, come per schiacciarsi la testa e ricacciare via quei brutti pensieri. Indosso non ha nulla se non un pantalone grigio scuro, come potrebbe essere quello di una tuta, ma piuttosto malconcio, dati i numerosi utilizzi. Aveva trovato un equilibrio, diamine, ci era riuscito in tre anni ed è bastato un incubo ad incasinargli di nuovo la testa? Non ancora, non del tutto. Certo, senza emicrania sarebbe tutto più facile, ora non potrà nemmeno più meditare. Nemmeno s’è accorto se c’è o meno la Hyuga, di certo ha fatto il possibile per non essere di disturbo, per non svegliarla, chissà se c’è riuscito.

01:05 Mekura:
 Stava dormendo, nella mattinata che sarebbe seguita a quella notte sarebbe andata in giro a cercare criminali, per questo è qui cercando la presenza di Azrael. Qualcosa nella notte l'ha chiamata, le ha fatto corrugare la fronte mentre dormiva tanto da farla girare in direzione del Nara cercando di appoggiare il corpo contro questo sospirando pesantemente nel sonno e rigirandosi nella coperta cercandolo a tentoni. <...hum Az...> Non ha ancora detto nulla di quanto è accaduto insieme a Katsumi, di come ha ucciso quella donna e quel bambino. Ha avuto modo di pensarci e di rivedere quella immagine ripetuta nei suoi sogni e non migliora. Immagina che sia la sua maledizione alla fine. Non era ancora pronta a parlare e forse è per questo che si è inoltrata nella notte cercando di non fare rumore per non svegliarlo infilandosi sotto le coperte di questo. Aveva solo bisogno di qualcuno che potesse capirla, di cui ci si potesse fidare a prescindere dal sigillo dell'empatia che li collega quasi mentalmente l'uno all'altra e di riposare...molto. Indossa i soliti abiti, tranne la divisa della akatsuki che invece è abbandonata insieme all'anello in un angolo, ha avuto il tempo solo di togliersi le scarpe prima di crollare. Lentamente anche lei si riprenderebbe. Sbatte gli occhi ancora assonnata sollevando la schiena con le mani appoggiate sotto il petto <ah..> sospira girandosi verso il Nara, cercandolo per poi trovarlo li, sconvolto ed in uno stato sofferente. Sbatte gli occhi non proferendo parola e cercando di tenere a freno anche i pensieri, ma riconosce quello sguardo..perso, pervaso da un dolore e da un senso di impotenza infinito, nella sua testa una realtà risuola "il sogno" <...> prende un lungo respiro mettendosi in piedi, lo lascia in pace per fargli riprendere fiato e cercando di rimettersi in piedi cerca dell'acqua, dalla sua borraccia o da quella del Nara. La prende e gliela porge, preoccupata ma contenendosi: sa per esperienza quanto è fastidiosa una pioggia di domande come fa sempre in una situazione come questa alcune volte è meglio il silenzio.

01:20 Azrael:
 In fondo lo sa di averla chiamata, non se ne è consciamente accorto sul momento, ma poi si è reso conto di averle punzecchiato la psiche con quel suo messaggio. Quel suo modo di chiederle perdono per il suo presunto egoismo, quello che lo ha portato a non sparire dal mondo, pur con la possibilità che lei avrebbe avuto di essere felice. E quando la sente muoversi al fianco non sa se girarsi, abbracciarla, scoppiare in lacrime o… mugugnare senza senso, infastidito senza alcun motivo se non il costante ronzio in testa. E proprio questo fa, emette un suono strano, gutturale, sembra voler comunicare un “lasciatemi tutti in pace”. < Sei libera di pensare, tanto non ti sento > mugugna con la faccia immersa nel cuscino, la voce ovattata contro di esso, ma che risuona comunque come tutt’altro che una richiesta d’aiuto. Piuttosto comprensibile, data la situazione piuttosto particolare. Si volta verso di lei quando gli porge l’acqua, di quella ha decisamente bisogno. Solleva il busto per mettersi seduto, è piuttosto sudato, un sottile strato di sudore freddo che gli permea tutto il volto ed il torso nudo. Con la mancina raccoglie la borraccia e senza nemmeno guardarla, ne prende un grosso sorso, talmente scomposto che diversi rivoli d’acqua fresca gli colano lungo il mento, raggiungendo in poco tempo pettorali ed addome. Ansima, quando manda giù quella sorsata di liquido, incurva la schiena in avanti, tiene lo sguardo basso e, per la posizione, i capelli corvini si concentrano sul volto, occultandolo quasi del tutto. < Mi hai sentito? > Domanda, in un filo di voce. Quasi spera che la risposta sia negativa.

01:34 Mekura:
 Si gira a guardarlo sentendo quelle parole gravi. Le accoglie come si accoglie un peso a schiena dritta, come se non fosse qualcosa di terribile anche se ne capisce la gravità. Non lo compatisce, ma al contrario, vuole capirlo, dargli il tempo per reagire senza che lei si comporti con il suo solito fare inquisitorio...alcune volte sa essere davvero frustrante nella sua ricerca della verità. Lo lascia bere e si mette a sedere a sua volta sul letto, lasciandogli spazio e sollevando i piedi dal pavimento freddo <hum?> mugugna guardandolo mentre sente quel tono basso <...> quella chiamata è stata, strana, non sa come descriverla, ricorda solo che le ha chiesto scusa per il suo egoismo...ma si domanda il perché le chieda scusa. <ti sei agitato nel sonno, mi sono preoccupata e mi sono alzata> tralascia quel messaggio piegando la testa di lato, non dicendolo apertamente ma neppure negando di averlo "sentito" come lui afferma. Rimane li, abbassando il capo scostando indietro una ciocca di capelli per poi notare qualcosa di scarlatto, quasi nero per come si è seccato sulla pelle nelle orecchie. Sgrana gli occhi, leggermente con un piccolo sussulto mentre cerca di avvicinarsi, con passi ponderati alla figura di Azrael <hai del sangue alle orecchie..> si guarda intorno cercando qualcosa per pulire e tamponare, forse la pressione causata dal sogno? deve essere stato terribile <cerco qualcosa> si alza in piedi dopo aver sussurrato quelle parole per prendere della stoffa, un panno, qualcosa.

01:52 Azrael:
 Porta il cuscino davanti al petto, lo stringe, poi lo impugna nella mano destra e lo getta ai piedi del letto, frustrato, sistemandosi poi i capelli con la stessa mano. Scuote lentamente la testa, alzando lo sguardo in modo da posare di taglio gli occhi su Mekura. Non sorride, sembra piuttosto rammaricato per qualcosa, per un sacco di cose. Manco avesse tutto il peso del mondo sulle spalle. < Mi spiace, non volevo svegliarti. > Sospira profondamente, lasciandosi scappare una risatina più che amara < Non intendevo quello, lo sai. Ho cercato di… chiamarti. > E resta a guardarla, inerme, finché non si avvede anche lui di quella robaccia che gli sporca il collo. Con la mancina va a toccarsi, grattando per scrostare un po’ di quel sangue raggrumato. Si porta le dita al volto, strofinandole per avvertire la consistenza delle cellule ematiche secche sui suoi polpastrelli < Oh, non ci credo! Che schifo. > pronuncia, sprezzante ed alquanto disgustato dal suo stesso sangue < Non te ne andare, per favore, resta qui. > Quasi la implora, nel tono è piuttosto supplichevole. Quindi prenderebbe qualunque cosa lei gli abbia preso e la userebbe per ripulirsi la parte attorno alle orecchie e al collo sporche, passando anche dell’acqua per fare in modo che sia bello pulito, per cancellare le prove tangibili di quel che è successo < Mekura… > La chiama per nome, ma non la guarda, è un po’ spaventato dal farlo, mentre le pone quella domanda < … se io e te non ci fossimo mai conosciuti > si ferma, la domanda non è formulata bene, c’è qualcosa di più del semplice conoscersi < se io non fossi mai esistito, come sarebbero andate le cose? > è piuttosto vago, sicuramente la Hyuga potrà trovarlo alquanto strano, eppure – nella testa del dainin – ha tutto un senso.

02:21 Mekura:
 La situazione è struggente. Si gira verso Azrael che la supplica in un momento di debolezza e lei lo guarda come quando Ai urlava nel cuore della notte ripensando a quello che aveva vissuto. Afferra il lembo della sua sciarpa, la tira via e gliela porge rimettendosi di fianco a questo, più vicina di quanto non lo avesse fatto prima. <sono qui> cerca di chiamarlo, in modo dolce cercando di tranquillizzarlo allungando una mano sulla sua spalla stringendola sempre con garbo mentre con l'altra mano cercherebbe la sua. Quando sente la domanda, quella strana domanda, capisce dove è andato a toccare il suo demone, almeno in parte, cosa è venuto a cercare da lui, quali dubbi. <non avevo poi tutto questo sonno comunque> sorride stanca per poi aggiungere <si..si hai cercato di chiamarmi, sono qui, dove voglio essere> vede tutto lo spavento nei suoi occhi e per una volta lei deve essere la forza di tutti e due, quindi dopo aver cercato di rispondere alle altre domande, alle altre parole, ai dispiaceri di Azrael, solo allora decide di parlare <...sarei morta schiacciata da un gigante impazzito durante la guerra a Konoha> la prima guerra civile <e con me molte persone> prende un lungo respiro mentre cerca nella mente i vari episodi dove lui è stato essenziale.anche quelli stupidi <non sarei mai svenuta in mezzo all'acqua del mare per aver visto una persona così bella> cerca almeno di allentare quello stato di tensione <senza di te..., senza di te non avrei potuto tenere Ai durante la guerra a Oto, sarebbe stata da sola e spaventata a morte> sospira <senza di te l'avremmo persa e io mi sarei fatta molto male per vendicarla> sospira appoggiando la testa contro la spalla di Azrael se permesso <senza di te mio fratello sarebbe morto molto prima e così Furaya e anche Hitomu si sarebbe trovato in difficoltà,> breve pausa mentre chiude gli occhi e rimane in silenzio per un po' ripensando anche a Kuricha <..senza di te persone malvagie sarebbero ancora in circolazione e io..non sarei io> cerca di guardarlo negli occhi affrontando la parte del discorso più critico <Azrael, amore mio, lo so che tu...avevi un certo comportamento con le donne e con gli uomini, ma tu mi hai comunque scelto e non per una botta e via..cosa sarebbe successo? io sarei ancora con Yukio nella peggiore delle ipotesi, cercando di combattere per anni con una donna più sicura di se e più feroce la quale presto o tardi avrebbe trovato il modo di mandarmi via> Kurona <avrei cercato di capirlo, adorandolo e rispettandolo come una brava moglie, magari avrei smesso di essere una kunoichi asservendomi completamente alla sua figura..svanendo completamente dietro di lui mentre lui non ci sarebbe stato per me> ha i suoi dubbi infatti che sia stata lei a tradirlo per primo <e quando le belle intenzioni sarebbero scomparse e i sogni infranti avrei cercato di portare avanti la famiglia...ma un bambino con il sangue maledetto non vive a lungo e vive nel dolore> abbassa lo sguardo <sarei stata debole, un giocattolo rotto e poi...e poi vedo solo nero in questa immagine, abbandonata da tutti, sola, isolata> solleva la testa con gli occhi lucidi trattenendosi ancora una volta <sei stato l'unico, a starmi vicino quando ne avevo più bisogno: non Daiko, non il mio clan, non Yukio, tu...tu solo tu..> sospira <io ti devo la mia anima, la mia vita, letteralmente se io non ti avessi mai conosciuto...> la gola si stringe mentre lo dice, ma non parla più sorride e basta afflitta dal peso di questi pensieri, ma sarebbe disposta a scavare ancora nel suo dolore per dirgli quante altre cose è meritevole lui, di quanto sia stato importante non solo nella sua vita ma di tutti.

15:17 Azrael:
 Non ci sono molte parole per descrivere quel momento. Struggente, sì. Un Azrael disperato, con le potenzialità per capovolgere il mondo, eppure rintanato nel letto, afflitto dal mal di testa ed implorante dell'aiuto della donna che ama. È umano, questo è certo. Una cosa di cui lo incriminava anche la sua controparte. Lo ha invitato ad abbandonare quel suo lato, a tralasciarlo per lasciare spazio invece a qualcosa di più potente e controllato, ma privo di alcuna traccia di umanità. Si sarebbe svegliato e non avrebbe affatto chiesto della Hyuga, probabilmente l'avrebbe lasciata lì, con la possibilità che lei non si ricordasse nemmeno di chi fosse quella figura, l'uomo con cui stava dormendo. Quanto sarebbe stato infausto quel destino, ma ancora non è convinto del fatto che abbia fatto bene ad evitarlo. Non per sfiducia nei confronti di qualcosa o di qualcuno, ma perché parlare con la sua controparte lo ha portato a credergli, a dare un fondo di verità quasi innato alle sue parole e a quelle visioni. < Io non sono più come lui... > Mormora in maniera piuttosto confusionaria, sconnessa rispetto al discorso che stanno facendo. Un refuso di quel brutto incubo che però non svanisce, resta nella memoria come immagini fisse e non evanescenti come un sogno dovrebbe essere. < Lui-- lui è l'Oblio > le presenta il suo demone, la rende partecipe del mondo in cui quella creatura infernale lo ha condotto < Si è mostrato a me con le mie sembianze da giovane, giovanissimo > Praticamente non più che un bambino, un ragazzo avvezzo ai maltrattamenti e alla violenza sia compiuta, che subita. < Ha cercato in più modi di colpirmi, di farmi del male e mi ha mostrato quello che secondo lui sarebbe stato il mondo, se io non fossi mai esistito. Kuricha ancora viva, Furaya in una posizione ancor più di rilievo nella società al mio posto, tu... > si ferma, singhiozza, benché non mostri segni di pianto, ma solo di profonda ansia < Tu e Yukio... felici, senza che io avessi influito nella vostra vita. > Distoglie lo sguardo, luccica appena appena di una lacrima annidata sul retro della cornea < Sorridevi > Rimarca di nuovo ciò che ha visto, nel minimo dettaglio. E poi silenzio, poi la ascolta, quieto, rapito dalle sue parole, dai gesti che lasciano trasparire una dolcezza unica. Le stringe la mano, la prende nella propria – naturalmente più grande – e la accarezza col pollice. È vero, quando tutto è iniziato non c’erano le più nobili delle intenzioni, ma quanto sono veritiere le dolci parole di chi conosce la propria nuova fiamma da un paio di giorni? Poco e nulla. I sentimenti veri si maturano sempre pian piano, spesso senza nemmeno che i cuori in cui stanno mettendo radici ne siano consapevoli. E per quanto gli sono sembrate sincere le parole della sua controparte, non possono di certo sembrargli meno sincere quelle della propria vera metà, di colei che DAVVERO sente come suo unico e solo completamento. E poi, secondo logica, non c’erano possibilità che quello con il Kokketsu sarebbe stato un futuro felice, con o senza la presenza del Nara. < Sai, mi ha offerto di far diventare realtà quella che mi ha mostrato solo come una possibilità apparente, che tutti vivessero senza che la mia presenza influenzasse le loro vite. Di essere dimenticato dal fato. > Il tono è basso, raccolto, come se le stesse sussurrando quelle dolci parole all’orecchio per fargliene fare tesoro, senza che fuggano ad orecchie inopportune < E allora gli ho sputato in faccia… dopo essermi scusato con te per la sensazione di averti privato di quel futuro. > Che ora sembra assurdo, ma che in quel frangente era la cosa più reale che avesse mai provato. < Mi sono sentito egoista, perché non volevo che tu stessi semplicemente bene… > Le si avvicina, macina i centimetri che intercorrono tra i loro volti con una lentezza che ha dell’esasperante < … sono un egoista perché voglio che tu stia bene con me, voglio essere io a farti bene, solo così posso esserne sicuro. > Ed infine cercherebbe di poggiare le labbra sulle sue, piano, anche un po’ incerto se vogliamo. La mano libera salirebbe ad accarezzarle il viso in quel contatto tra i due, non particolarmente approfondito, ma intenso, carico di emozioni al momento inesprimibili.

15:43 Mekura:
 Per quanto i loro demoni siano letali e temibili, quello di Azrael la spaventava più del suo, più di quello di Kurako. Il suo è un sentimento di debolezza, che infido cerca di prevalere e di avere: è avido e rancoroso la odia di riflesso quanto lei odia se stessa, altrettanto quello di Kurako il quale invece è descrivibile come feroce e meschino nel senso più diretto del termine. Questo invece..è il nulla, la negazione di un mondo, la morte, ma la morte definitiva dell'anima, senza coscienza, senza ricordo, l'abisso catatonico senza sofferenza e senza ricordi, con il triste destino di essere distaccato da tutto e da tutti. <ti prego, guardami> afferma mentre una mano verrebbe portata al volto di questo quando scorge le sue lacrime scendere cercando di massaggiare la guancia e risalire fino alla attaccatura dei capelli dietro l'orecchio.. Si lascia toccare e si avvicina a questo assottigliando gli occhi mentre lo ascolta, in silenzio continuando a consolarlo per come può rimanendo paziente di fronte a lui con la pelle che lancia scariche elettriche per come le dita del Nara la toccano con lentezza. <Azrael> lo chiama di nuovo con un tono basso <tu non mi hai tolto nulla: mi hai dato solo una scelta tra quelle che potevo seguire, sono io l'artefice e responsabile del mio destino, non puoi e non devi biasimarti per gli altri se no fai il mio stesso errore> curioso che adesso sia lei a dirgli questo quando di solito è il Nara. <così ha fatto anche Kuricha, così anche Furaya è artefice del suo destino, della sua storia > commenta sospirando ormai a fior di labbra. Chiude gli occhi e allunga il volto verso il suo cercando di mantenere il contatto con le labbra di questo, con sicurezza, guidandolo senza forzarlo a continuare si distaccherebbe solo per qualche centimetro per potergli mormorare due uniche parole <ti amo> e avrebbe mandato all'inferno lo stesso oblio per lui [ch on]

16:10 Azrael:
 Essere dimenticati è diverso dal non essere mai esistiti. Se tutti ti dimenticassero ci sarebbero ancora sulla terra i segni intangibili delle azioni che hai fatto, ma nessuno le imputerebbe a te. Ma la non esistenza è qualcosa di diverso. È prendere la linea spazio – temporale in cui un individuo ha vissuto, brandire una gomma e cancellare pezzo per pezzo la sua vita, le sue azioni, i suoi atti, magari uno sguardo ha dato forza ad un uomo per vivere la giornata col sorriso ed invece questa cosa non esisterebbe più, ogni ispirazione, che sia essa positiva o negativa, diventa polvere di gomma da soffiar via dal foglio. Inutile, vuoto e solo… eppure senza il peso dell’esistenza sulle spalle. Ci sei, vivi, ma senza vivere davvero. Una condizione che per molti sarebbe impensabile, invece, per come gli è stata posta dall’Oblio, sarebbe stata accettabile dal Nara. La consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono semplicemente sparendo. Ma se gli avesse mentito? Se poi le cose non fossero andate davvero così? O se fossero andate così in una prima battuta per poi calare nello stesso baratro di disperazione e dolore in cui sono cadute con la presenza di Azrael? Avrebbe visto tutto, avrebbe visto Konoha cadere sotto i colpi dei criminali cui ha tolto la vita, senza poter fare nulla. Peggio, con la consapevolezza che si è rifiutato di fare qualcosa, con l’impotenza di non poter ormai più influire col corso degli eventi. < È ancora nella mia testa, così non posso dimenticarlo. > Mormora, labbra contro labbra, non appena avrà l’occasione per prendere un attimo di fiato da quel bacio da cui – diciamocelo – non si staccherebbe mai < Non sento la sua voce, né parole specifiche, ma ho questo ticchettio continuo che mi fa impazzire. > Sussurra, frustrato, desideroso di un aiuto che al momento nessuno può dargli. Poggia la fronte contro la sua e socchiude gli occhi, dal taglio delle palpebre si intravede giusto la pupilla nero pece, che riluce appena di un istante di commozione < Ti amo > Si spinge di nuovo verso le sue labbra, si protende in un ennesimo bacio – sempre che la Hyuga non rifiuti – stavolta più affamato, bisognoso. Schiude le labbra e le richiude come se stesse ansimando, più che concentrarsi nel semplice atto di baciarla, tale è il bisogno di quel toccarsi reciproco che persino la mano sul volto di lei diventerebbe leggermente più pressante, con le unghie a graffiarle mollemente la guancia, come per aggrapparsi ad essa.

16:29 Mekura:
 Appoggia la testa alla sua sospirando pesantemente mentre sente quelle parole. Stringe i denti in uno sguardo di stizza, no di ira come se stesse facendo una promessa a se stessa <massacrerò chiunque ci abbia fatto questo> usare le loro debolezze solo per guidarli come marionette, giocare sporco prendendosi un vantaggio su conoscenze che non dovrebbero appartenergli..e ora, ora è così miserevole da creare cicatrici nella mente delle persone, addirittura che sfociano sull'ambito fisico? poteva accettare se stessa, che qualcuno l'avesse violata per prendere qualcosa da lei, ma la tortura continua che sta subendo il suo compagno e tutti gli altri? no, no questo è al di la del perdono. Si è finto un Dio per troppo tempo chiunque gli abbia fatto questo, chiunque continui a esercitare il suo controllo per renderli impotenti, come lei si sente adesso nei confronti di quel tichettio perpetuo che non rallenta. <allora...confondiamo quel suono> afferma lei sussurrando con le mani che scivolano alle sue tempie, non può aiutarlo forse, l'unico modo per farlo è salvare Akendo ed affrettarsi <rimani con me, non con lui> offrendosi ancora, gemendo leggermente quando questo inizia a grattarle il volto quasi avesse intenzione di afferrarla. Stringe le dita dietro il collo accogliendolo con tutto l'affetto che è capace, con tutto il trasporto e con tutto il dispiacere che prova nel poter essere di così poco aiuto per lui, di così poco conforto da non riuscire ad eliminare quel rumore ed il suo demone.

17:27 Azrael:
 La reazione della ragazza lo stupisce un po’. Specie quelle parole, lo fanno sorridere abbastanza, sorridere in maniera sincera, non quel ghigno amaro frutto della malinconia che ha portato con sé al risveglio da quell’incubo. < Perché io sono il grande Azrael, ho il sigillo maledetto, spacco tutto, ARGH! > Si imita, per un’autoironia che dovrebbe sdrammatizzare la situazione piuttosto pesante. In effetti “massacrerò tutti” è una frase che direbbe tipicamente il Nara < Quindi adesso io devo cercare di farti desistere dall’idea di ammazzare tutti, giusto? > Porta la mano dietro la nuca e prende a grattarsi l’attaccatura dei capelli, sorridendo, ridendosela di gusto per quello che ha appena detto. Non si stacca da lei, perché mai dovrebbe, il cuore della notte li avvolge e permette loro di vivere quei preziosissimi attimi di intimità. E poi, in mezzo a quel timer che gli scocca il contare dei secondi nel cervello c’è la voce della donna, della sua donna, quel lievissimo gemito che gli taglia il respiro in gola, che lo porta a stare più tranquillo, come avesse acquietato il mal di testa < Ci sono cose che non mi stancherei mai di ascoltare. > Sussurra, spostando le proprie labbra lungo il viso della giovane, lambendone la guancia, lo zigomo, fino ad arrivare appena sotto l’orecchio < Mi spiace per tutto quello che ci sta succedendo qui > La voce roca e scura le viene soffiata direttamente nel padiglione auricolare, anche volontariamente provocatorio, sebbene l’argomento sia piuttosto serio < Ma presto finirà tutto e torneremo a casa. Promesso. >

17:52 Mekura:
 <spacco tutto roar, roar, Mekura vieni qui, distruggo il palazzo> si unisce anche lei con una risatina facendo eco a Azrael e continuando unendosi a lui in quel momento gioioso. <huhu si, fai quello che farei io> ridacchia avvicinandosi mentre sfiorerebbe il naso di questo strusciandosi con il proprio. <cosa farebbe Mekura?> chiede a bassa voce, quasi la cosa lo fa sorridere: cosa farebbe Mekura? e quando mai si è sentita una cosa del genere? Assottiglia lo sguardo e continua a ridacchiare spingendosi contro questo con la testa per giocare con quella provocazione del Nara. <maniaco> afferma in modo scherzoso stringendo le labbra tra loro. <magari fosse solo qui> afferma un po ' tra l'ironico e un po' tra lo sconforto. Ha in mente quello che ha subito fin ora e non solo con il demone, lei le sembra un nemico si, ma almeno un nemico abbastanza onorevole dal dirle che cosa stesse succedendo e quando Azrael parla di casa Mekura abbassa lo sguardo assottigliando le labbra mentre prende un lungo respiro. <si> dice solo questo per il momento, non specifica altro se non accennare una singola cosa <ahm...ho bisogno di parlare con te, di alcune cose che sono successe> non nasconde che anche lei non sia proprio al massimo <...ma dopo l'isola..una cosa alla volta va bene?> ha ucciso un bambino, una mamma, due innocenti che non centravano nulla con questa storia e per di più casa, il suo stesso clan potrebbero essere dei nemici.

00:16 Mekura:
  [ripresa] <spacco tutto roar, roar, Mekura vieni qui, distruggo il palazzo> si unisce anche lei con una risatina facendo eco a Azrael e continuando unendosi a lui in quel momento gioioso. <huhu si, fai quello che farei io> ridacchia avvicinandosi mentre sfiorerebbe il naso di questo strusciandosi con il proprio. <cosa farebbe Mekura?> chiede a bassa voce, quasi la cosa lo fa sorridere: cosa farebbe Mekura? e quando mai si è sentita una cosa del genere? Assottiglia lo sguardo e continua a ridacchiare spingendosi contro questo con la testa per giocare con quella provocazione del Nara. <maniaco> afferma in modo scherzoso stringendo le labbra tra loro. <magari fosse solo qui> afferma un po ' tra l'ironico e un po' tra lo sconforto. Ha in mente quello che ha subito fin ora e non solo con il demone, lei le sembra un nemico si, ma almeno un nemico abbastanza onorevole dal dirle che cosa stesse succedendo e quando Azrael parla di casa Mekura abbassa lo sguardo assottigliando le labbra mentre prende un lungo respiro. <si> dice solo questo per il momento, non specifica altro se non accennare una singola cosa <ahm...ho bisogno di parlare con te, di alcune cose che sono successe> non nasconde che anche lei non sia proprio al massimo <...ma dopo l'isola..una cosa alla volta va bene?> ha ucciso un bambino, una mamma, due innocenti che non centravano nulla con questa storia e per di più casa, il suo stesso clan potrebbero essere dei nemici.

00:27 Azrael:
 Continua, gonfiando il petto e le guance per darsi un'aria più - fintamente - autorevole possibile < Oh, ma Azrael! Non prendertela con i palazzi se hai avuto un confronto con uno che ci prova spudoratamente con me e mi ha trattato come la sua battona, anche se solo in missione! > ... < E smetti di dare pugni ai muri che ti fai male anche se sei forte e resistente come il titanio! > In ricordo di vari episodi piuttosto divertenti accaduti nella loro insolita vita di coppia, per quanto la vita di coppia di due ninja possa essere considerata "normale". Tutta l'ilarità però si spegne nel momento esatto in cui - alla fine di quel teatrino - la Hyuga mette a questo povero Dainin una pulce bella grossa nell'orecchio. Indietreggia con busto e testa, inarcando un sopracciglio in aria piuttosto apprensiva e preoccupata < Cosa-- > Scuote la testa, che pulsa e fa male, premendo appena sulla tempia per cercare di focalizzare la propria attenzione sul sigillo dell'empatia, cercando di tratte informazioni senza far domande, senza cercare di tirare fuori le suddette informazioni con le pinze dalle sue labbra. Eppure... /Toc... Toc... Toc.../ risuona nel cervello il ticchetti che lo accompagna dalla fine dell'incubo con l'Oblio e che - probabilmente - per tanto lo tormenterà. Arriccia le labbra, arrabbiato. Non è proprio il caso di ripiegare sul sigillo, al momento < Cosa è successo? Contro chi devo mettermi? Kurako ti ha fatto qualcosa? Kimi? Yukio? > Si passa tutti i possibili che possono averle fatto qualcosa, per fortuna, Katsumi si salva da quel covo di squilibrati, almeno per quanto ne sa ora il Nara. Non che egli abbia una situazione mentale particolarmente stabile, al momento. < Non farmi preoccupare, per favore > allunga la mano per trovare quella della ragazza e prenderla in uno slancio di affetto che ormai sono diventati abituali, ma che allo stesso tempo sono - ognuno a modo proprio - unici.

00:49 Mekura:
 La recita continua per un po' ad Azrael verrebbe rifilato un piccolo colpetto sul petto a mano chiusa, dato mollemente e accompagnato da una carezza successivamente verso il collo. <sarai anche un titanio però mi prendo cura di te> cinguetta rimanendo in silenzio per diversi secondi prima che il Nara si accorgesse che qualcosa non va. Trattiene un sospiro pesante e solleva la schiena in modo da guardarlo in volto <no no, loro non c'entrano nulla> afferma amaramente assottigliando le palpebre. Non vuole parlarne, non vuole farlo preoccupare ma in ogni caso, anche se non gli rivelasse nulla lo renderebbe più vulnerabile a quel rumore. Ma ha fatto una promessa con lui: nessun segreto ed è giusto che la mantenga, perciò, facendo un lungo respiro e raccogliendo il coraggio a due mani gli parla <ti farei preoccupare comunque, ma...Az tu, tu hai mai ucciso degli innocenti? gente che non centravano nulla con criminali? bambini?....neonati?> e già li il Nara dovrebbe capire che cosa la affligge. <...era una mia responsabilità, la madre era morente non sarebbe sopravvissuta, il bambino...non...potevo permettermi di salvarlo, ti badarlo di> prende un lungo respiro portando una mano di fronte al volto <...salvarlo era al di la delle mie possibilità, ho ucciso per pietà sia lei che lui, Katsumi mi ha aiutato dandogli una illusione per non far sentire il dolore, ho colpito lei al cuore e...rotto il collo a lui> si sentiva il petto stretto a ricordare ancora quel evento, il modo in cui gli ha parlato per scusarsi. Non piange, guarda verso il basso ma non piange, tuttavia è consapevole della gravità del gesto che ha appena compiuto. <abbiamo dato fuoco alla grotta in modo che di loro non rimanesse più nulla, un funerale degno...> afferra la mano di Azrael e la stringe senza guardarlo <è pesante>

01:19 Azrael:
 Non è difficile capire il motivo per cui la Hyuga è in quelle penose condizioni. Se li ricorda bene i civili, in quella piccola grotta che era poco più di un pertugio nella roccia. < Ti avevo detto che potevo occuparmene io. > Scuote la testa, sospirando piano. Tiene lo sguardo basso, in effetti è una domanda complicata, quella di Mekura. < Ho certamente ammazzato chi non lo meritava. Ho più volte promesso ai prigionieri che, se mi avessero detto tutto ciò che sapevano, li avrei lasciati vivere. > Una pausa, un sorriso a metà tra il fiero ed il senso di colpa imperante < Poi li ho uccisi. > Poi rialza lo sguardo, comprende che è un gravissimo peso da portare sulle spalle, forse anche troppo per una persona sola. Fortuna vuole che, in quella piccola alcova, di persona non ce ne sia solo una. < Hai reso loro molto più onore di quanto ne avrebbero avuto se fossero morti assiderati o per le ferite in un punto imprecisato di quest'isola. > Principia, prima di portarsi la mano alle labbra e poggiarvi un bacio sopra, una dolce rassicurazione < So che non avresti voluto farlo, ma questa era la scelta migliore che potessi compiere. > E, per altro, sarebbe accaduto lo stesso. A loro o a qualcun altro che l'Incantatrice potrebbe ancora prendere in ostaggio. < Ma se vogliamo rendere loro ancora più omaggi, dobbiamo eliminare questi criminali al più presto, dobbiamo evitare che altri innocenti cadano. > Non salvare tutti, ma salvarne il più possibile. E' quello il concetto importante da rispettare. E, a prescindere dalle risposte della Hyuga, ora vorrebbe abbracciarla < Stenditi con me > E dunque si appoggerebbe sul fianco, disteso per farla rilassare tra le proprie braccia.

01:34 Mekura:
 Lo sa bene che poteva farlo lui, ma se lascia fare a lui anche parte del suo lavoro e delle sue stesse responsabilità allora Kurako ha ragione di dire che nella akatsuki non ci deve stare. Lo ascolta, ne guarda le reazioni, ma non giudica a solo voglia di sentire che non è da sola ad aver passato quella esperienza. Si lascia baciare la mano e annuisce <si, lo so bene, ho fatto l'unica scelta giusta> l'unica rispettosa. Si stende insieme a lui appoggiandosi su un fianco mentre il volto è diretto verso il suo, tenendolo sempre d'occhio e sempre attenta seppur il sonno stia riprendendo piede <awm lo so, a che punto sei con la tua caccia? Katsumi e io forse sappiamo dove si trova Katana, eliminata lei ne rimangono solo due> e già una mezza idea potrebbe essersela fatta. Accuccia la testa contro questo e inizia a chiudere gli occhi sistemandosi meglio contro il Nara e agitandosi un poco tra le sue braccia <dovremo presto ricominciare le ricerche su Akendo abbiamo aspettato troppo tempo> mugugna con la voce ovattata dalla posizione in cui si trova la bocca mentre altro le passa per la mente: il suo incubo <e poi, ho una cosa che mi preoccupa riguardo al clan..qualcosa non torna, credo> anzi, non solo non le torna ma la spaventa come non non è mai successo.

01:50 Azrael:
 La caccia ad Harley Quinn non l'ha ancora nemmeno iniziata. Delle cose che doveva fare sull'isola non ne ha ancora fatta nemmeno una. Il punto è che sono stati troppo dispersivi, Kurako è una mina vagante, di Kimi non ne parliamo proprio e a pensarci anche Yukio è così e quindi... < Secondo me siamo fregati. > Lapidario e piuttosto rassegnato, anche se c'è una ragione per cui non sono ancora tutti morti < La verità è che, singolarmente, siamo gli shinobi migliori della nostra epoca. Questa è l'unica ragione per cui usciremo vivi da qua dentro. Non perché siamo una squadra, non perché ci siamo impegnati nell'organizzare un piano, ma solo perché siamo troppo ostinati per lasciarci le penne. > Deve davvero cercare Katsumi, devono trovare l'obiettivo ed eliminarlo o non se ne andranno più da lì < Per ora sono in alto mare, domani all'alba andrò da Katsumi e ci verrà in mente qualcosa. > E poi c'è il Rikudo Sannin, a sentirne parlare si intristisce visibilmente < Quell'uomo mi ha cambiato la vita, forse, usciti da questa situazione, non dovrei aspettare gli altri e dovrei semplicemente andare a salvarlo. > Immerge il volto nel crine della giovane, strusciando la punta del naso contro il suo collo < Amo l'odore della tua pelle, è inconfondibile > Inizierebbe a tracciare una scia di umidi baci dalla base del collo fino al lobo, poi scendendo e spaziando sulla nuca, all'attaccatura dei capelli. Perso in lei, le avvolge le braccia attorno al ventre e se la preme contro, come volesse inglobarla come un sarcofago, così da poterla proteggere < Cosa c'è ancora? > Mormora, distratto, accarezzandole debolmente l'addome.

02:15 Mekura:
 <secondo me qualche speranza ce l'abbiamo> ma ha ragione lui, individualmente sono ottimi ninja ma insieme non riescono a collaborare come una squadra: troppe personalità forti o semplicemente incapaci di collaborare per un fine comune. La conforta un po' sapere di non essere poi troppo mal messa nella sua ricerca, il problema sarà trovarli alla fine ma la preoccupa il tempo che ci stanno mettendo nel trovarlo, è preoccupante. LI a pensare cose serie e sussulta quando questo si struscia contro la sua pelle facendo tendere la sua pelle in modo languido e sorridere maliziosamente verso il Nara. <solo l'odore della mia pelle?> chiede lei prima di piegare il collo in modo che Azrael avesse libero accesso sul suo lato, gemendo delicatamente quando questo le accarezza l0addome, quasi a volere di più <ho avuto anche io degli incubi, causati dalla mia controparte...credo che si senta sola e che faccia eco a qualcosa che non conosco del tutto....ti ricordi che ti ho parlato del progetto degli hyuga puri?> domanda la ragazza mentre con le nocche gratta la superficie della pelle dalla schiena verso il petto. <è tornato fuori e centra qualcosa con me e voglio capire quanto ci sia di vero in quello che mi ha detto>

02:37 Azrael:
 Annuisce, piuttosto convinto < Non vedo come, in sei, sia possibile fallire un lavoro per cui basterebbero anche due a caso di noi. > Tracotanza? Forse. Eccesso di sicurezza? Assolutamente. Ma d'altronde non è una cosa nuova ed, in più, è impossibile non arrivare per logica alla conclusione che, da soli, Azrael e Yukio non avrebbero avuto problemi a fare piazza pulita di tutta l'isola incriminata. E poi - al momento - il ninja delle ombre sta pensando a tutt'altro. Inspira forte, che lo si potrebbe scambiare per un cocainomane davanti ad una striscia, inalando quel profumo a cui ha appena fatto riferimento. < Amo ogni singola > parole scandite una per una dai baci che diventano sempre più frequenti, in punti studiati, particolarmente sensibili nella zona della gola e del collo in generale < dannata > ancora, un altro bacio < parte di te. > conclude, sorridendo con le labbra a fior di pelle. Nemmeno parlare del clan e della controparte della Hyuga lo distrae. Al massimo, e rallenta il decorso < Cosa ti ha offerto, cosa ti ha costretto a vedere? > Qualche ricordo sparso e qualche idea riguardante l'incubo della ragazza c'è, non è molto difficile immaginare a cosa si sia appigliata < Spiegati meglio, cosa ha a che fare tutto questo con te? > Domanda ed attende la risposta, nonostante il ticchettio che gli impedisce di ascoltare i propri stessi pensieri. Tenere quieto quel rumorino incessante non era una cattiva idea ed è proprio in nome di questo che le carezze del dainin si farebbero più accentuate, più insistenti, prendendo porzioni d'addome sempre più vicine al basso ventre < Fallo di nuovo... > quell'adorabile lamento compiaciuto, di risposta alle attenzioni del giovane < Sei tutto ciò che mi interessa davvero ricordare. > Le confessa, in un sussurro flebile, prima che - magari - possano lasciarsi andare in un attimo di intimità, ma questo dipende molto dalla Hyuga.

13:42 Mekura:
 Solleva un sopracciglio capendo perfettamente a chi si stava riferendo e magari era la scelta migliore: lasciare loro due a combattere il crimine ed a sfogarsi in quest’isola come se fosse il loro parco giochi/area di relax quando si arrabbiano troppo, del resto la prigione a Kusa aveva quella funzione per il tessai. Stringe le spalle quando sente quel respiro, quel modo di inspirare l’aria a contatto con il suo collo che la fa letteralmente vibrare di piacere; le mani tremano per un breve secondo e le dita affondando nella pelle mentre si stringe con le braccia attorno alle sue spalle ed al collo aprendosi come sempre ad ogni suo assalto. Tiene gli occhi chiusi, corrugando la fronte mentre porta indietro la testa lasciandosi sfuggire un’altro sospiro rotto e così dissoluto da vergognarsene per la velocità con la quale Azrael gli stesse tirando fuori quella parte di lei. Dire a voce che amava ogni suo dannato bacio sembra ridondante. Le risulta difficile rimanere concentrata a parlare a rispondere a quella domanda tanto che ci mette il suo tempo a parlare, sia perché sta ascoltando lui, sia perché sta
ascoltando il rumore dei suoi pensieri: vetri rotti, quella bambina, quel sangue…quelle parole. La mano destra passa sui capelli di Azrael coccolandolo e abbracciandolo istintivamente e alla fine risponde <non mi ha offerto nulla> sussurra <mi ha spaventata tuttavia> non mente, quella storia non le piace per nulla <credo che mi abbaino preso qualcosa senza che io me ne accorgessi> cerca di non specificare la possibilità di una figlia in qualche sotterraneo di Konoha, anche perché non lo sa ancora che diavolo succede o meglio ha solo un quadro frammentato. Sospira scuotendo il capo e lasciando perdere <ora, smettila di interrogarmi signor capo Anbu> commenta la ragazza cercando i afferrargli il mento <..e pensa a torturarmi…> lo sguardo e le parole coincidono in modo lascivo e basso in modo che fossero solo parole per lui reprimendo un’altro gemito sulle labbra nel tentativo di poggiarle a quelle del Nara, con affetto, accogliendo con questo una notte insonne. [end]