{La vendetta di Kurako.}

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02:24 Yama:
  [Interno Tanzaku] Scontro finito ed avversari Ko che se ne scappano, tra un mukenin morto per mani di Kurona, Hiashi che deve cambiare soprannome (?) e sangue quasi del tutto assente sulla sua lama il biondo ha quasi da rilassarsi in un certo senso, fino all’arrivo di Kurako ecco. In tale istante la parte non tagliente della lama verrebbe fatta scorrere lungo l’impermeabile in direzione del fodero, quasi per rinfoderare e pulire la lama allo stesso tempo, movimento semplice come da tradizione si impera < ah, dovevi chiedere proprio me di infangare le lame ? > sfoderata la katana in se più tagliente il giovane s’avvicinerebbe così verso il Mukenin tatuato per infierire a quest’ultimo un taglio netto < ah, non dirgli di,… quella cosa, poi torna qui > chissà se lo Hyuga gli sarà complice sulla messinscena del doping test (?), una solache solo il tempo potrà dire. Un taglio netto dall’alto verso il basso sarà quello effettuato dallo spadaccino per la presa della testa del malcapitato, intento a restare per altri affari, pare che resti al di fuori del locale per fare consegnare la testa stessa allo Hyuga. Il tutto si direbbe cambiare con la kokketsu tuttavia < sarebbe stata tua, se la missione fosse stata prenderla > cosa che porterebbe il biondo a tenere la testa piuttosto che consegnarla, a chiunque < facciamo così, portiamo l’intero corpo ad Hitomu per fare riconoscere il cadavere e poi te la prendi, trattare il pezzo di un corpo come un oggetto trovo sia cosa in se irrispettosa e disonorevole, …. Di qualsivoglia territorio si tratti > tanto di invito dopo tale sera si direbbe fatto alla Kokketsu si direbbe, non rimane da sapere se si contenderanno luoghi sul territorio Kusano o meno. [end]

02:24 Kurako:
  [Casinò | Retro] Le vesti, composte da una semplice maglietta grigia a maniche corte aderente al corpo costernata da piccoli rombi grigi, pantaloni neri da shinobi larghi nella parte delle cosce per poi stringersi man mano che si arriva alle caviglie; sandali ninja neri, anello giallo con il kanji del sud impresso sopra messo sull'anulare sinistro, una tasca portaoggetti legata alla vita e posto dietro la schiena contenente il minimo necessario per affrontare quelle battaglie per lui insostenibili ovvero 5 tonici coagulanti, 5 tonici per il recupero del chakra, 7 fuda contenenti, in ognuno di essi, un tronchetto per la sostituzione e 20 fuda potenzianti con il sigillo potenza impresso su di essi. La mantella nera con nuvolette rosse, simbolo della sua appartenenza all'Akatsuki, scende per tutto il busto del senjuu arrivando fin dopo il polpaccio, la cerniera è chiusa coprendo metà del volto mentre la chioma nera scende per la schiena, in testa ha il solito cappello di paglia con drappi bianchi che scendono sul viso impedendo ad esterni di vederne il viso in modo corretto. Sotto tutto quanto, a coprire la pelle del giovane, vi sono delle fasciature legate intorno a busto, braccia, mani, vita, collo e viso fino a metà del naso. Resta fermo al muro ascoltando le parole di Hiashi, spiega quello che è successo ma poco gli importa, anzi, non gli importa niente di quello che è successo perchè ora, l'attenzione, è tutta per lei, Kurona. Si è finta morta ed ora eccola davanti ai suoi occhi, intenta a squartare il nemico come un capretto, il sangue che esce<Sisi..ehm...>cerca nei ricordi di Kurako il nome di quest'ultimo, in fretta e senza impegno<...Hiashi. Ora levati dalle scatole>si lecca le labbra nel vederla, nel vedere quel sangue che scorre per terra, tutta quella morte improvvisa all'interno di una sua proprietà. Si distacca dalla parate piano, senza movimento brusco alcuno; la testa sui piega verso destra e poi verso sinistra facendo schioccare il collo. Gli occhi si illuminano trasformandosi; sclera bianca, l'iride di un color oro acceso e la pupilla nera, segno della presenza di Hanga in quel corpo, segno che Kurako oramai è scomparso. Le leve inferiori si muovono, piano, dolcemente, prima il destro, poi il sinistro e così via. Si avvicina sempre di più a Kurona mentre nella di lui testa, nel limbo oscuro qualcosa succede "E' bellissima Kurako" come al solito Hanga è in piedi e Kurako legato a una sedia, immobile, inerme "Ora capisco cosa ci trovavi in lei, devo dire che mi attizza" lo sguardo diviene malizioso ed è quello sguardo a scatenare qualcosa nel Senjuu. Inizia ad agitarsi, il cuore pulsa, batte più forte e violente mentre le lacrime scendono dagli occhi irrigando il di lui viso "Kurona, sei viva" piange la resurrezione dell'amata, piange nel rivederla nuovamente viva, sana e salva, piange per quello che può succederle sotto le grinfie di Hanga "Lasciala stare, non toccarla" cerca di gridare ma la voce viene soffocata dalla presenza di quel demone, troppo grande per poter essere combattuto, troppo potente per essere affrontato "Lasciarla stare? Forse ho trovato una che può farmi divertire" una piccola risata e finalmente Nan si avvicina alla donna. La parole gli viene rivolta<Sono ansioso di ascoltare le tue spiegazioni, Kurona>si avvicina ancora fermandosi davanti a lei. Inizia ad annusarla con una certa volgarità, ne sente l'odore per poi fare un piccolo versetto con la bocca<Kurona, la morte ti ha resa ancora più bella>la mano destra si alza e verrebbe portata in avanti cercando di accarezzare i di lei capelli, farli passare tra le dita dolcemente. [Chk on][Equip in scheda]

02:45 Kurona:
  [Tavoli] Kurako, Yukio, Hanga, Irou- ora come ora Kurona si presenta come una statua. Di una presenza ostica, compatta, immobile, senza luce negli occhi, senza tono nella voce. E' come se questa cosa la svuotasse completamente. E ora, ora deve affrontare ancora l'amore di Kurako? La sinistra si posa sullo scalpo della sua preda, lo carezza-- e c'è qualcosa di fottutamente dolce, nei suoi movimenti. E' ancora caldo. Chissà quando questo cranio diventerà freddo.. <Kurako.> Risponde a tono- lo lascia avvicinare, trovandosi a scansare lievemente il volto, il mento, non così palesemente da volersi allontanare da lui, quanto per respirare e prendere aria, mostrandogli il collo fine, pallido, per metà bendato, per metà lasciato nudo. Le braccia coperte dalla palliccia di lupo di Irou, e sotto una canottiera dal giro spalla largo che lascia intravedere il seno bendato ed il costato, il tutto stretto nella pettorina della zanbato, rimanendo composta sulla sua poltrona. <I tuoi uomini mi davano fastidio.> ... <I ragazzi-- mhn, una missione?> Alza le spalle disinteressata, come se la cosa non la riguardasse. <Mi hanno insultato più di una volta.> Come se si stesse giustificando con lui, perchè sì, perchè Kurako è suo amico, infondo, dopo l'astio, dopo l'odio, dopo i baci, le carezze, gli abbracci che si sono scambiati. E' passata troppa acqua sotto i ponti per poter chiudere del tutto certe dighe, tant'è che non lo scaccia con riluttanza e quasi, e dico quasi, trova conforto in un odore che non sentiva da.. Quattro anni. Si, sono già passati quattro anni da quando Kurako e Kurona si sono abbracciati l'ultima volta. E quasi tre da quando si sono baciati la prima, ed ultima volta. La lingua pigia sul palato, lasciando che pensieri e parole si scivolino addosso. Schiocca in un tonfetto ovattato, lasciando che Yama lasci il retro del casinò, la penombra, l'odore di Kurako e gli occhi di Hanga... E' troppo tempo che non lo guarda in faccia, ma quasi giurerebbe che gli occhi del Senjuu Kopijuster eran di un color castano scuro, intenso. Ma poi lui la carezza, le si avvicina, e gli occhi si fanno di una dolce fessura-- come se stesse rinnegando dal piu profondo di se, qualcosa di superiore, il suo contatto fisico. La sinistra gli bloccherebbe il polso con un cenno fermo, avviluppando dita affuolate, come quelle d'un pianista, nodose e delicate, ma sempre costantemente ferite. <La morte mi ha resa insoddisfatta.> Lapida con il tono fermo, ma non è cattiva, è solo talmente atarassica da sembrar severa. La mano s'addolcirebbe, lasciandolo andare. <La bellezza mel'ha strappata il tempo.> .. <Non è una cosa che m'appartiene, il narcisismo.> Bugia, bugia, bugia.

03:10 Kurako:
  [Casinò | Retro] Quella mano passa tra le ciocche di capelli, accarezza quella parte soffice di lei con una dolcezza infinita, una dolcezza che nasconde qualcosa di peggiore, il vero intento di Hanga, intento che solo Kurako riesce a sentire. Viene fermato dalla di lei di mani, una presa salda, forte ma allo stesso tempo soffice e delicata; la sinistra viene alzata cercando di poggiarla sulla mano di lei, quella mossa a fermare la destra. La poggia delicatamente<Il tempo ti ha solo resa perfetta>oh, non è narcisista, forse non lo è davvero ma rinnegare qualcosa di così affascinante è possibile? E' pensabile? <Non mentire Kurona, lo sai meglio di me che non è vero>d'altronde ha strappato il cuore di Kurako con la sua bellezza e non è solo esteriore. Le lascia andare la mano allontanandosi si qualche passo; cammina piano, lentamente, silenziosamente. Quel momento è sacro, il momento in cui deve portare a termine le sue perversioni. Nuovamente il limbo oscuro, quella parte del pensiero a cui hanno accesso solo Hanga e Kurako stesso "Dimmi Kurako, come ci si sente a essere deboli?" passeggia intorno al Senjuu guardandolo con disprezzo e con eccitazione allo stesso tempo "Non riesci a liberarti nonostante sai cosa ho intenzione di farle.." il Senjuu inizia ad agitarsi, stringe i pugni facendo forza sugli avambracci per liberarsi dalle corde che lo tengono imprigionato nella sua stessa mente "Cosa c'è? Non è quello che volevi? In fondo sei tu che mi hai fatto entrare, non ti ho obbligato io". La pura verità, ha concesso lui ad Hanga di prendere possesso del suo corpo, lo ha fatto entrare, lo ha reso potente e ora, senza alcuna regola, è inarrestabile, irrequieto più di Yukio stesso. Si sta pentendo della sua scelta? Forse si, forse ha davvero sbagliato a dargli così tanta libertà, sbagliato nel concedergli il corpo per comunicare con il mondo esterno ma lei è morta. Buro lo ha avvisato. Kurona si è tolta la vita. Quale altro motivo di vivere ha senza di lei? Nessuno, ecco perchè si è lasciato andare ma ora tutto cambia, è viva, davanti ai suoi occhi e con una forza mai vista prima "Mi dispiace" parla a bassa voce abbassando la testa, il flusso di lacrime continua a rigargli il volto scendendo verso il basso, posandosi nel nulla di quel limbo "Ti dispiace? Oh povero bambino, vieni qui che ti faccio le coccole ahahahah" divertito da tale situazione inizia a saltellare intorno al ragazzo prendendosi gioco di lui. Ride come un pazzo, un maniaco che non ha altre ambizioni se non rendere la vita di tutti un inferno. Passeggia davanti a Kurona, le idee sono chiare, Kurako è troppo debole per fare ciò che vuole? Allora lui gli concederà ogni cosa, tutto ciò che gli è stato negato, proibito, tutto quello che perso<E chiamami Nan. Kurako fa parte del passato, così come tu sei morta, anche lui lo è>certo che lo è, Kurako Senjuu non esiste più, ora c'è solo Nan, l'unico e solo, colui che può portare morte e distruzione nel mondo..se solo avesse questo nei suoi piani<Se avessi saputo prima che queste cacche ti stavano insultando, le avrei date in pasto ai cani>...<Ma è questo che mi affascina di te, sei riuscita a farti valere. Hai ucciso questi esseri ignobili>inizia a camminarle incontro. Gli occhi la puntano squadrandola dal basso verso l'alto, osservano ogni lato di essa, ogni curva, ogni forma, ogni dettagli presente nel di lei corpo<Un bel bocconcino>sussurra a bassa voce mentre un urlo rimbomba nella testa. Un urlo potente, carico di rabbia e dolore, un urlo di qualcuno che non può fare altro che guardare la scena come semplice spettatore senza poter fare niente<Sai, ho pensato a noi due e forse si può rimediare, magari da solo io e te, tu e io..>si ferma davanti ad essa guardandola negli occhi<...che ne dici? Facciamo la pace, dimentichiamo il passato, ci coccoliamo come...un tempo>un sorriso falso va a creare sul viso di Nan; la follia visibile negli occhi, qui, si mostra come non mai. [Chk on][Equip in scheda]

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15:09 Kurako:
  [Casinò | Retro] Quella mano passa tra le ciocche di capelli, accarezza quella parte soffice di lei con una dolcezza infinita, una dolcezza che nasconde qualcosa di peggiore, il vero intento di Hanga, intento che solo Kurako riesce a sentire. Viene fermato dalla di lei di mani, una presa salda, forte ma allo stesso tempo soffice e delicata; la sinistra viene alzata cercando di poggiarla sulla mano di lei, quella mossa a fermare la destra. La poggia delicatamente<Il tempo ti ha solo resa perfetta>oh, non è narcisista, forse non lo è davvero ma rinnegare qualcosa di così affascinante è possibile? E' pensabile? <Non mentire Kurona, lo sai meglio di me che non è vero>d'altronde ha strappato il cuore di Kurako con la sua bellezza e non è solo esteriore. Le lascia andare la mano allontanandosi si qualche passo; cammina piano, lentamente, silenziosamente. Quel momento è sacro, il momento in cui deve portare a termine le sue perversioni. Nuovamente il limbo oscuro, quella parte del pensiero a cui hanno accesso solo Hanga e Kurako stesso "Dimmi Kurako, come ci si sente a essere deboli?" passeggia intorno al Senjuu guardandolo con disprezzo e con eccitazione allo stesso tempo "Non riesci a liberarti nonostante sai cosa ho intenzione di farle.." il Senjuu inizia ad agitarsi, stringe i pugni facendo forza sugli avambracci per liberarsi dalle corde che lo tengono imprigionato nella sua stessa mente "Cosa c'è? Non è quello che volevi? In fondo sei tu che mi hai fatto entrare, non ti ho obbligato io". La pura verità, ha concesso lui ad Hanga di prendere possesso del suo corpo, lo ha fatto entrare, lo ha reso potente e ora, senza alcuna regola, è inarrestabile, irrequieto più di Yukio stesso. Si sta pentendo della sua scelta? Forse si, forse ha davvero sbagliato a dargli così tanta libertà, sbagliato nel concedergli il corpo per comunicare con il mondo esterno ma lei è morta. Buro lo ha avvisato. Kurona si è tolta la vita. Quale altro motivo di vivere ha senza di lei? Nessuno, ecco perchè si è lasciato andare ma ora tutto cambia, è viva, davanti ai suoi occhi e con una forza mai vista prima "Mi dispiace" parla a bassa voce abbassando la testa, il flusso di lacrime continua a rigargli il volto scendendo verso il basso, posandosi nel nulla di quel limbo "Ti dispiace? Oh povero bambino, vieni qui che ti faccio le coccole ahahahah" divertito da tale situazione inizia a saltellare intorno al ragazzo prendendosi gioco di lui. Ride come un pazzo, un maniaco che non ha altre ambizioni se non rendere la vita di tutti un inferno. Passeggia davanti a Kurona, le idee sono chiare, Kurako è troppo debole per fare ciò che vuole? Allora lui gli concederà ogni cosa, tutto ciò che gli è stato negato, proibito, tutto quello che perso<E chiamami Nan. Kurako fa parte del passato, così come tu sei morta, anche lui lo è>certo che lo è, Kurako Senjuu non esiste più, ora c'è solo Nan, l'unico e solo, colui che può portare morte e distruzione nel mondo..se solo avesse questo nei suoi piani<Se avessi saputo prima che queste cacche ti stavano insultando, le avrei date in pasto ai cani>...<Ma è questo che mi affascina di te, sei riuscita a farti valere. Hai ucciso questi esseri ignobili>inizia a camminarle incontro. Gli occhi la puntano squadrandola dal basso verso l'alto, osservano ogni lato di essa, ogni curva, ogni forma, ogni dettagli presente nel di lei corpo<Un bel bocconcino>sussurra a bassa voce mentre un urlo rimbomba nella testa. Un urlo potente, carico di rabbia e dolore, un urlo di qualcuno che non può fare altro che guardare la scena come semplice spettatore senza poter fare niente<Sai, ho pensato a noi due e forse si può rimediare, magari da solo io e te, tu e io..>si ferma davanti ad essa guardandola negli occhi<...che ne dici? Facciamo la pace, dimentichiamo il passato, ci coccoliamo come...un tempo>un sorriso falso va a creare sul viso di Nan; la follia visibile negli occhi, qui, si mostra come non mai. [Chk on][Equip in scheda]

15:30 Kurona:
  [Retro del Casinò.] La schiena s'ammorbidisce sulla poltrona, eppure la presenza di Kurako- dopo così tanto tempo, non sembra esser la stessa. Forse perchè l'ultimo litigio, ha dato uno strappo netto a quello che erano, forse- troppo vicini all'esser fratelli, per esser quel che Nan avrebbe desiderato. E ora, tuttavia, sembra che un forcone le si punti nel mezzo della schiena ogni qual volta che lui s'avvicina a lei senza rispondere a quel moto di fastidio palesato. E' solo una bambina capricciosa, tuttavia. Con gli occhi bassi sul crine del suo nemico che si presenta raso, con l'ultima espressione, l'ultima immagine stampata negli occhi come se fosse un disegno che perpetuerà a ritrarla come un assassina, una dannata assassina dalle mani sporche. E al di la del crine bianco legati da un laccio nero in una coda lunga, tanto lunga da sfiorarle le scapole e andare oltre, fermandosi tra le stesse in lingue di neve lievemente arricciate. Lo sente parlare, ma ogni suo movimento, ogni suo sguardo, le scivola addosso come acqua su un impermeabile. E' così, ora come ora. O furia, o niente. Un sapore insipido che le bagna la lingua facendole chinare il viso in direzione di Kurako che si muove sicuro di se, sicuro di quello che vuole fare, sicuro delle sue mosse, delle sue carte. Se solo potesse sentirlo piangere, al di la di questa scorza dal nome di Nan che presenta il suo antico affetto come deceduto. La sinistra tra le ciocche corvine del deceduto che le bagna d'un rosso vivido le cosce accavallate, si poggia pigramente sul bracciolo della poltrona. E' passato davvero troppo tempo, da quando è morta? Quella sfumatura di tristezza negli occhi, che raddensano il sangue e lo rendono d'un cremisi pieno, come l'opaco colore che le ri-disegna le labbra del colore del vino. Lo segue, ma sta in silenzio. Forse parlare non sempre è la via migliore per arrivare al dunque in una situazione. E non sempre ci è concesso proferir parola. Quando incalza il far la pace; loro due, con metodi assai poco vaghi nonostante non siano citati, il capo s'abbassa a poggiarsi sulle nocche della mancina affusolata, le unghie smaltate di nero pece che si richiudono sulla mano, e la guardia della Zanbato che sbuca da oltre la schiena ripercorrendo lo stesso medesimo tragitto del capo. Lascia che i capelli argentei scivolino di lato, addosso alla spalla coperta dalla pelliccia di lupo, ed ogni movimento, sebben flebile, porta con se il tintinnare docile delle armi che l'accompagnano. Quattro coltelli in tutto, due per costole, posti verticalmente in fodere color cuoio, con bottoni a pressione d'ottone -color bronzeo-.Come se si stesse interessando a quel che lui vuole dirle, fa scivolare il sandalo tipico nipponico -laccio in stoffa, suola in legno- sul polpaccio sinistro appena flesso dalla parte del corpo che si poggia sulla poltrona, con il bacino appena alzato dal lato destro, e il piede superiore -destro sempre- che ciondola in un moto di noia. <La pace.> Constata dopo una manciata di secondi passati in silenzio, il petto che si alza e s'abbassa frenetico ancora per il combattimento portato a termine in poche mosse necessarie. Gli occhi passano sul cadavere dissanguato dalla sua zanbato, poi sul cadavere senza testa. Come se stesse valutando. <Nan.> Lo ripete come se volesse sentirlo uscire dalla poca bocca, seguito nell'immediato da un sospiro di strazio. <Assieme alla mia morte, è morto anche il mio desiderio di avere qualcuno al mio fianco.>...<Conosci l'arte di decorare gli oggetti rotti?> Lo guarda, dritto negli occhi d'un color oro. E i suoi, i suoi sono sempre stati gli stessi. Folte ciglia, occhi immensi, color della lava. <Quando un vaso si rompe, ricolmano le crepature con l'oro puro.> China il viso, piano. <Noi non siamo quel caso.>...<Io e te non siamo amici.> Le labbra s'increspano, inaspettatamente. Eppure, a differenza di tempo prima, non lo sta attaccando. Non lo insulta. Non lo denigra. E' come se-- Kurona, con la venuta del padre, si fosse stancata di provare qualcosa. Anche solo il desiderio. Anche solo il terrore, l'amore, la tristezza. Si è-- stancata. <Forse, effettivamente, non lo siamo mai stati.>...<Riparare qualcosa che non è mai esistito-- Non è nel mio interesse. Ne, nei miei piani.> [Ck on][Equip in scheda]

15:09 Kurako:
  [Casinò | Retro] Questa volta è Hanga a prendere il completo controllo del corpo, l'essere, il diavolo, la tentazione che da sempre vive nell'animo del Senjuu, la tentazione di fare tutto ciò che ha sempre voluto ma una parte di se glielo ha impedito; combattuto ogni volta da mille domande, è giusto? Cosa mi succederà? Devo davvero farlo? Non c'è un altra via? Troppi pensieri, poche azioni venendo relegato a successore di Akendo ma senza succedergli veramente; amico di una donna che lo ha scacciato e, a sua volta, ha scacciato e minacciato lei per il rifiuto rimanendo solo, senza nessuno; una squadra che non lo guarda come loro futuro capo ma bensì come un problema da risolvere il prima possibile e senza spargimenti di sangue. La sua stessa esistenza è alla stregua di un problema, lui è un problema, un indesiderato dagli amici, dal padre, dalla donna che ama e forse l'unica via è la morte. Oh si, quella dolce carezza nera che sfiora il viso con tanta delicatezza quanto con la perfidia strappandoti al mondo e portandoti in un limbo più oscuro di quello in cui si trova Kurako "Dimmi ragazzo, dimmi di lei" Hanga parla, istiga e violenta la mente del Senjuu. La pressione non è mai stata più alta, la mente nella mente, Hanga in Kurako. Perchè ho accettato? Perchè ho fatto questo? Le domande irrompono nella sua vita, irrompono nei suoi pensieri; lei dovrebbe essere morta, lei non è qui, non è reale eppure la bellezza proibita di Kurona si trova proprio dinanzi ai suoi occhi, il fascino di una donna che gli ha strappato l'anima con violenza facendo restare nient'altro che il nulla più assoluto. La mente di Kurako ora è un tripudio di colori, un tripudio di luci psichedeliche dove non ha il controllo e dove Hanga regna sovrano "Parla Kurako, parla di lei" con voce sottile, tagliante come una sega avvicinandosi con l'orecchio per sentire quei sussurri di dolore, quelle parole strappate con la forza<Già>. Le ginocchia vengono flesse e piegate, Nan si abbassa andando a poggiare i gomiti sulle ginocchia, le mani intrecciate a formare il sigillo del serpente mentre la testa viene poggiata sopra. In basso, sia da destra che da sinistra, cominciano a lampeggiare due piccole luci, una azzurra e l'altra marrone ovvero il suiton e il doton; esse cominciano a muoversi per tutto il corpo, passano per i canali del chakra immettendo in essi il potere della terra e dell'acqua. Da due lati diversi il corpo del ragazzo viene plasmato, da destra il suiton e da sinistra il doton cercando di convogliare entrambi nei palmi delle mani unite. Se ci fosse riuscito tenterebbe di fondere questi due elementi l'uno con l'altro facendoli mischiare in un vortice miscelatore e, se tutto va per il verso giusto, dovrebbe andare a crearsi un nuovo tipo di forza avente un colorito marroncino ovvero il Mokuton o arte del legno. <Non ti va di fare la pace...capisco>si alza rimettendosi in piedi. Gli occhi color oro vanno ad incontrare i suoi, iniettati di follia, di sangue mentre le leve inferiori vengono mosse in sua direzione, il busto piegato in avanti avvicinando il naso al suo; ne sente il respiro, sente la vita scorrergli in corpo<Neanche a me>un sorriso a 32 denti va a crearsi per poi rialzare il busto, tornando diritto<Ho detto che ti avrei ucciso davanti a Yukio e in tutta risposta mi hai minacciato. Quale...>...<...errore>la voce esce sospirata continuando a guardarla. [Chakra 117/120][Se Mokuton III][Equip in scheda]

15:26 Kurona:
  [Retro] La gamba superiore che ciondola dolcemente, facendo passare la punta dei piedi ad accarezzare la caviglia della gamba inferiore. Gli occhi che lo seguono come schegge di fuoco, infami scintille che scivolano in aria solo per poi scagliarsi al suolo come riccioli di cenere. Il suo silenzio che si tramuta in silenzio di Kurona. Forse- è stata per l’ennesima volta cattiva nei confronti di Kurako, o qualsiasi cosa sia nel suo corpo in questo momento, nel tentativo di rivolgersi a lei. E quegli attimi dove inghiotte la lingua, mordendosela per tacere davanti a parole che non sembrano cantare del suo—solo suo, Kurako, osserva l’oro fuso dei suoi occhi che è tutto, fuorchè il color degli occhi del Senjuu. Rosso come il fuoco, castano come il legno. Radicato nel terreno fino all’apice, fino al cuore della terra. Il legno è saggio, forte, stabile. Ed il fuoco è impeto, violento—ma così dolce da gustare. L’oro parla di molte cose, ma non degli occhi di lui. La lingua che scivola sul palato, lo carezza, lasciando uscire dalle narici un respiro di sdegno—uno sbuffo taurino che le fa alzare il viso con le palpebre leggermente calate in una fessura d’acidità pura. Cinica bastarda, lo è sempre stata. <A dire il vero, dovrei ringraziarti per quella notte.> Un brusio che non accenna a muoverle le labbra, mentre la schiena dai tratti affusolati e rassodati dall’allenamento per portar l’arte delle lame si rizza sulla sua poltrona. Eppure non si alza, non si scansa dalla sua posizione, non teme le gesta di Kurako- o di chi gli si accuccia di fronte, trovandosi a fronteggiare un paio di cosce accavallate. Sode, ma sempre minute. Non che manchi di carne, il corpo di Kurona, affatto. Anzi, sta constantemente fisicamente bene, parte sporadici punti in cui il malore è radicato dall’interno. <Dopo quella notte io e Yukio siamo diventati un tutt’uno…> Le labbra lentamente prendono una sfumatura adombrata, si tendono nel sadismo che prova a fargli male. A far male a colui che le si posa di fronte, nell’attivazione del Mokuton. <Siamo prossimi alle nozze.> Anche se—è una bugia, poiché in vero non ne hanno mai discusso. Solo per ferirlo, tutto- per ferire colui che l’ha resa piccola ed impotente. <Ah- N a n.> Scandisce il nome, abbassando la schiena a protendersi verso di lui, sfiorargli la mascella con la punta dei polpastrelli, lasciando cadere i capelli bianchi in avanti, e schiacciando quella testa mozzata con il ventre. <Ricordi il mio nome?> Non è Kurona, no. <Vorrei sentirlo uscire dalle tue labbra.>

16:09 Kurako:
  [Casinò | Retro] Un errore molto più che grave, provocare un nemico al di sopra delle proprie possibilità, un nemico un tempo docile ora pazzo, sadico, voglioso di fare tutto quanto, voglioso di avere tutto quanto, di prendere ogni cosa con la forza, uccidere chiunque intralci il proprio cammino. La testa piegata di lato, sguardo fisso ascoltando le di lei parole, occhi strizzati cercando di cogliere la piccola sfumatura che aleggia intorno a quella frase, ringraziarlo? Pure? Ma la verità è ben peggiore di ciò che si possa pensare, un verità atta a distruggerlo, farlo a pezzi in modo barbare, crudele e sadico. Kurako trema, quella sedia di legno trema, le stesse corde con cui è legato tremano...sono diventati un tutt'uno, sono diventati un unica cosa e nuovamente una piccola, dolce lacrime scende dai suoi occhi "Kurako, Kurako, Kurako fai più danni che altro e tutto perchè non hai avuto le palle di prendertela quando potevi" continua a infierire, gira il coltello nella piaga aumentando il dolore, la sofferenza "E si devono sposare, che bella..." si sposta davanti al Senjuu, il busto piegato in avanti, le mani vanno ad appoggiarsi violentemente sulle ginocchia di Kurako, gli occhi a incrociare i suoi "...notizia, non trovi anche tu?" un risata folle scaturisce da quella bocca, un risata sadica pregna d'odio. Si allontana, cammina in quel limbo oscuro, passeggia tranquillo dandogli le spalle, fischietta come se niente stesse accadendo in questo momento "Qual'è il suo nome Kurako? Qual'è?" ma ora è proprio il Senjuu a ridere, un risata folle al pari di quella di Hanga, una risata soddisfatta ma non risponde, non dice niente rifiutandosi di proferire il vero nome di lei. E' soddisfatto, non può fare niente, oramai è scoperto e Kurona è salva "D'accordo, se la metti così..." le mani di Hanga si congiungono con loro, polpastrello contro polpastrello all'altezza del plesso solare "...farò del mio peggio" e all'improvviso un urlo a squarcia gole rimbomba nel limbo, Kurako urla, si dimena cercando di liberarsi ma Hanga è più forte. <Il tuo nome?>Nan passeggia voltando le spalle persino a lei, guarda il vuoto dinanzi a se, il muro di mattoni che ha davanti<Non ha più importanza, non siamo amici>le mani vanno a congiungersi nel sigillo del serpente all'altezza del plesso solare, il chakra viene inviato verso i fuda potenzianti presenti sul petto attivandone uno solo per potenziare le proprie abilità. Il mokuton si muove nel corpo di Nan, veloce e potente come è giusto che sia per gli appartenenti a quel clan di buonisti; si muove verso il basso cercando di giungere al terreno per convogliarsi in esso, convogliare tutta l'energia che ha in corpo. Se ci fosse riuscito andrebbe a farla muovere nel sottosuolo macinando tutta la distanza che lo separa da Kurona, una manciata di metri, 2 a mala pena per poi tentare di far fuoriuscire dal terreno due grovigli di legno, due tronchi di legno, uno a destra e uno a sinistra, andando ad alzarsi verso l'alto provando ad avvolgersi ai polsi della Kokketsu per poi tirarli verso l'esterno andando ad allargare le braccia, tenerle distese nella rispettiva direzione in modo tale da bloccarne i movimenti e non farla reagire. Se ci riuscisse farebbe alzare la ragazza dalla poltrona, sospesa in aria con solo il legno a tenerla. Si volta a guardarla, cammina silenzioso con un sorriso stampato in viso mentre la osserva<Ho promesso di ucciderti quel giorno>abbassa il capo guardando per terra<Ma non ti ucciderò>un altro sorriso, ancora più largo va a crearsi sul di lui viso<Mi prenderò ciò che mi spetta>una piccola risata fuoriesce ma lo sguardo diviene serio mentre torna a guardarla<E ti farò>...<molto>...<molto>...<male>un sorriso malizioso ma demoniaco allo stesso tempo si forma. [Chakra 114/120][Mokuton III][Uso innata][1 fuda potenziante usato][Ninjutsu 137,5][Mente 110][Forza legno 55][Velocità legno 110][Equip in scheda]

16:43 Kurona:
 Ignara di quel che succede nella testa del Senjuu- delle sue razioni, come una bambina che soffia parole che potrebbero imbarazzare o ferire, non si cura del dolore che provoca alla radice di quell’uomo- nel farlo a pezzi da dentro. Tuttavia, lo segue immobile sulla sua poltrona, alzando la destra a sfiorarsi le labbra, un secondo frastagliato prima d’immergerla all’interno del taschino interno della pelliccia e tirar fuori una sigaretta dal filtro pallido, per buona parte spiegazzata, per altra ancora integra, facendola affacciare alle labbra opache e rosse che si schiudono appena- ma non lo perde un secondo di vista. Qualsiasi cosa sia questa che le passeggia davanti, una fiammella tremolante colora di un vivido rossore che infiamma la notte, le illumina il viso a sprazzi incandescenti, dello stesso colore di quegli occhi accesi, vividi, spaventosamente vispi- come quelli di chi può schizzar isteria sulle pareti d’un colore ossidiana puro. Quando il chakra reso ligneo l’afferra, le allarga le braccia e la issa dalla sua poltrona, costringendola ad una posizione quanto più scomoda, il capo sta ciondolando verso il basso, facendo ricadere l’ampio cappuccio sul crine bianco come il latte. Hanga, d’altra parte, ignora ogni sua arte. Almeno che non sia Kurako stesso a cantargliene come un cagnolino, approvando questa situazione, forse- infondo. La sigaretta che pende dalle labbra emettendo un filo di fumo flebile che s’arriccia come una corda nell’aria, non ride, non piange, non si lamenta. I soli polsi tesi sul legno che l’immobilizza lì, davanti a lui, ancora una volta troppo debole per pareggiare e rispondere all’ennesimo degli insulti. Aspira il fumo che fuoriesce dalle narici, dal volto adombrato dal cappuccio ricaduto. Le cosce scoperte dalla canottiera bagnata di sangue color dell’alba, scivola l’una sull’altra in un mezzo passo andato a vuoto, sul posto, come a cercare una stabilità—una qualsiasi. Il mento ed il labbro inferiore sporco ancora di sangue raffermo, ferreo, che sporca l’aria del suo puzzo. Quella ferita inferta alla lingua in precedenza stuzzicata dai denti, si chinerebbe su di lui—come l’ultima volta. <Mi vuoi?> Lo soffia basso sul suo volto, così dolcemente—da dar alla sua voce di sirena un tono perverso, invitante. Cercherebbe di sfiorarne le labbra bendate con le sue, debolmente. <Mi hai sempre voluto, non è vero? Da quella notte nella vasca, ti ricordi?> Parole che vibrano dolcemente, non forza i rampicanti. <Non hai idea di quanto mi arrapi esser sottomessa—troppi giorni passati a dominare.><Mi vuoi? Allora- prendimi. Prendimi finchè puoi.> Chinando il viso di poco, e quella testa mozzata che ruzzola per terra dalle sue cosce oramai distese. Tenterebbe d’incastrare le labbra tra le sue, far scivolare la linguetta biforcuta tra le sue labbra. Schiuse, come petali su cui ha soffiato tanto brutalmente il vento, e il sapore ferreo del sangue nero che vorrebbe invaderlo. E’ tutto nella norma, dal punto che le hanno spaccato il labbro con un calcio. Ma il chakra attivato in precedenza, mai spento nel corso della battaglia contro gli spacciatori, fluisce nel corpo rimarcando l’apparato venoso ed arterioso, aderisce sulle vene, sulla sua dannazione più grande, anche questa- calcolata dal padre. E poi, viene il suo, d’elemento. Il suiton rende il chakra liquido- o meglio, nel caso del kurochi, attiva le proprietà celate nello stesso. Altro non sono che proprietà dormienti. Le avesse permesso quel bacio, le avesse permesso di provocarlo ancora una volta- entità perversa, Hanga dovrebbe vedere due lacrime sorgere dalle ciglia bianche di Kurona. Sporcarle, appesantirle, e poi scivolare verso il basso, solcando la gota, fino a morire alla base del mento, con un alone violaceo, mortifero. E i denti bianchi come il latte esposti in un mezzo sorriso sporco di quello stesso sangue che gocciola giù dal mento. Una risata bassa, che parte dallo stomaco. <Parassita figlio di puttana.> La lingua carica di saliva e sangue scatta in una goccia nero sporca, uno sputo, diretto a Nan. A colui che ha preso il corpo di Kurako che, sicuramente ferito, non avrebbe mancato di farle male pronunciando il suo vero nome. <AHAHAHAHAH!> [Ck on- 3/50|-3 pv][Kokketsu no Hijutsu attivazione]

17:13 Kurako:
  [Casinò | Retro] Presa, immobile, non la lascia andare, ora è in suo potere, ora è sua, completamente sua. Gli occhi la guardano, Hanga la guarda, Kurako la guarda eppure quest'ultimo vorrebbe impedirlo, vorrebbe ribellarsi a tutto questo ma è la forza a mancare, la forza di reagire a un entità che lui stesso ha permesso di entrare. La mascella serrata, guarda in basso nel suo limbo, vede il volto di Kurona, immobile e inerme o, almeno, è quello che crede. Non piange ma resta in silenzio, la rabbia e l'odio per quell'essere accrescono ma forse può impedirlo, forse può impedirgli di fare ciò che ha in mente "Smettila, smettila" lo invita, voce pacata, tranquilla ma vorrebbe esplodere, vorrebbe potersi liberare e buttarlo fuori "Dimmi cosa vuoi ma smettila, lasciala stare" continua nel vano tentativo di convincerlo ma come può convincere una creatura nata dalla sua debolezza? Parlare, trattare con un essere che lui stesso ha creato; il suo io scaturito da tutto ciò che ha rifiutato di mettere in pratica, dal suo esitare, dalle sue voglie represse, da tutta quella rabbia che non è mai riuscito a sfogare completamente "No Kurako. Io non voglio niente, sei tu che lo vuoi" inizia nuovamente a ridere, una piccola risata soppressa quasi subito "Sei tu che me lo hai chiesto, non ricordi? Volevi tutto e tutto ti sto dando" minuscolo sorriso "Ora taci e guarda" non può fermarlo, non può fermarsi perchè quello che vuole. Hanga è Kurako, Kurako è Hanga, sono la stessa persona; uno è il buono, l'altro i sentimenti repressi che finalmente emergono alla luce del sole. La voce di Kurona è ammaliante e, nonostante la volgarità di quelle parole, resta incollato al suolo ad ascoltarne il suono; quella ragazza che ne ha rapito l'essenza, quella figura ora davanti a se, ferma e immobile, alla sua mercé ma è davvero quello che vuole? Prenderla? No, non la vuole in quel modo, non è questo quello a cui ambisce. Lascia le di lei labbra avvicinarsi, piano e lente<Stupida>impedendo, però, quel bacio. Dal tronco che avvolge il polso destro va a creare un piccolo ramo allungandolo fino alla bocca di Kurona cercando di pigiarlo al di sopra di essa impedendo il bacio e chiudendole la bocca<Un errore non si commette due volte>ricomincia a camminare andandole di spalle, piano mentre ne fissa il corpo con maggiore malizia; nel frattempo va a far agire nuovamente il mokuton precedentemente convogliato nel sottosuolo. Alle spalle di Kurona, 30 centimetri a separarli il chakra viene inviato nuovamente in un fuda potenziante per mantenere salda la potenza lignea; un piccolo tronco fuoriesce dal terreno, diviso in due parti si allunga verso Nan e verso la Kokketsu all'altezza della vita; prendendo la forma di una mano va ad abbassare piano, lentamente ciò che copre l'intimo di entrambi fino a far toccare terra<Hai detto che ti stai per sposare>si avvicina, le arriva addosso toccando la schiena con il petto, la vita con la vita scoperta. Ne annusa il collo chiudendo gli occhi, assapora quel profumo che l'avvolge<Lascia che ti dia il mio regalo>...<Auguri alla coppia felice>e con un movimento del bacino va a spingersi in avanti lasciando che quel che deve accadere, accada. [Chakra 111/120][Mokuton III][Uso innata][1 fuda potenziante usato][Ninjutsu 137,5][Mente 110][Forza legno 55][Velocità legno 110][Equip in scheda]

18:06 Kurona:
  [Retro] <AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH> Un urlo ovattato dal ramo che le blocca il morso, come quello che si mettono ai cavalli –dal punto che chiuderle la bocca è impossibile, facendole scivolare il sangue oltre il mento, oltre la gola, la bagna misto alla saliva che ha tentato di trasmettere a Kurako per aver il possesso del suo corpo, per manipolarlo, fargli del male dall’interno, dove Hanga vi ha fatto il nido. E’ un soffio, quello in cui il mondo le si è riversato addosso, mettendola all’angolo, spingendola a schiacciarsi sotto il peso degli eventi. Le ginocchia chiuse, il corpo che s’abbassa a scender di peso su quei legni che la vogliono bloccare. Impossibilitata a parlare e a difendersi da quello che ha voluto prendere parte della sua carne e farla sua. E’ una sensazione così comune—così tanta gente, vorrebbe possederla come si fa con un trofeo. La doppia lama dell’esser una femme fatale: Attiri sempre uomini poco raccomandabili. Tra cui Yukio. Tra cui Kurako, a capo della Yakuza. Il petto schiacciato in un pianto isterico, la fanno mugolare goffamente mentre qualcuno chiude la porta del retro per lasciare al proprietario del casinò il suo angolo di privacy perversa. Le dita che s’avviluppano affusolate ai rampicanti, abbassando il corpo a limitarlo, a rendergli tutto più difficile. Ma i rampicanti che s’infilano sotto il filo nero che ridisegna solamente curve dal bianco semi trasparente di quella canotta sporca, scivolano come serpi sulla pelle. E cerca di bloccarli accavallando le gambe, urlando. <N—h—ahh- > Morde, sbraita, e delle lacrime nere si ramificano sul viso bianco di porcellana corrompendone la pelle, macchiandola, scivolano a terra come gocce gravitazionali disegnando sulla pavimentazione un pattern a punti sporadici. Cerca di colpirlo con il fianco, la canottiera arricciata il giusto da scoprire l’utile all’atto di Hanga- ora scivola nuovamente a coprirla, ad impedirgli quei movimenti. <Io—ti ammazzo—ti ammazzo! Hai capito?!> La voce storpiata dal rampicante in bocca, e un filo di sangue filtra dai denti, unificandosi lentamente, come piccole particelle di polvere in aria. Espira rauca, tossisce—le brucia così tanto il petto. Con quale faccia si presenterà poi, da quello che dovrebbe essere suo marito? O meglio, il suo compagno. Con quale faccia tornerà da Yukio questa notte? Cerca di affusolarsi attorno alla gola di Hanga, tre metri di corda per quaranta centimetri di spessore, cerca di soffocarlo, dimenarsi, ringhiando e spuntando sangue a terra. Il viso arrossato dalla furia, le colora le gote, dalla voce austera che squarcia il silenzio di quel riso. Il silenzio del pianto di Kurako. <NO!> Mugola, urla, piange—no- non ancora una volta. [Ck on- 6/50][Innata Kokketsu][2/4 SE utilizzo innata][NIN 55]

19:07 Kurako:
  [Casinò | Retro] Tutto volge al termine, tutto sta per succedere in quella notte. La vendetta per essere stato rifiutato, per essere stato ammaliato, sedotto da una donna libertina; prendersi ciò che dovrebbe essere suo per diritto ma...no, invece no. Perchè prendere quando può dare? Il gusto nel prendere dove si trova? Nella vita bisogna donare al prossimo e Nan prende questa filosofia alla lettera. Un regalo è il miglior dono che un essere umano possa ricevere e il matrimonio è l'evento più felice che possa avere una donna e insieme, le due cose creano la perfezione assoluta. Ma provocare la sofferenza con essi diviene un impresa ed è per questo che, chi ci riesce, crea un opera d'arte, un miscuglio di situazioni, reazioni e conseguenze di una bellezza sconvolgente. Ti piace aver giocato Kurona? Adesso puoi scoprire cosa davvero vuol dire giocare con il fuoco. Ogni emozioni, sentimento esce in quello che mira ad essere il suo atto finale, rovinare la vita a chi te l'ha rovinata, darle ciò dovrebbe dare a un altra, prendere ciò che dovrebbe essere di un altro; quello che dicono è vero, la vendetta è dolce come il miele e avere ciò che si vuole lo è ancora di più. L'agitazione di Kurona non è una difficoltà, prova solo a impedire l'inevitabile, impedire che tutto si compia come il destino ha predetto anni or sono. Con il sigillo del serpente ancora formato e il chakra in un nuovo fuda potenziante per accrescere la potenza ma perchè fermarsi qui? Il chakra viene inviato a 10 fuda potenzianti, la potenza aumenta a dismisura ed è con quella forza che dal terreno, sotto la chunin e in mezzo alle gambe, passando con forza, andrebbe a crearsi un altro tronco di legno la cui punta si divide in due parti diretta una verso destra e una verso sinistra assumendo la forma di due mani fatte interamente di legno. Si muovono verso le gambe incrociate della giovane e, prendendole per le caviglie, cercherebbe di sciogliere l'accavallamento della giovane per aprirle nuovamente e tenerle larghe, aperte con il legno a fare da fermo, fare spazio. Ogni tentativo è blando, inutile, uno spreco di energie perchè un secondo tronco si forma cominciando ad attorcigliarsi intorno a Nan, si attorciglia facendo da protezione ma lasciando libera solo la zona della vita e, in questo modo, la corda della giovane dovrebbe essere fermata e annullata dalla resistenza e potenza del legno creato. Ogni tentativo risulta vano, non può più fermarlo, oramai è deciso<Mi prenderò tutto>le sussurra all'orecchio avvicinando il bacino al suo. Cosa c'è di più eccitante nel vedere chi ti ha privato della vita soffrire come un cane? Come ci si sente a venire violentati da quello che un tempo consideravi il migliore amico? Come ci si sente a essere violata? Un brutta sensazione vero? Il corpo viene strusciato su di lei adagiando lievemente la bacino. Ogni attimo è importante, ogni singolo momento lo è, deve soffrire, deve patire le stesse pene dell'inferno. Ogni movimento del corpo è calibrato, preciso e lento; non deve provare piacere, non deve essere felice ma solo pensare alle conseguenze, mi hai trasformato nel diavolo? E io ti mando all'inferno, ti mando dove il mio potere è illimitato, in un abisso di dolore, lo stesso in cui mi hai gettato. Il seme della vita ne avvolge l'essere, la famiglia si forma e il regalo viene recapitato. Il legno intorno ai polsi si stringe maggiormente, la bocca si avvicina all'orecchio di lei, voce soffusa<L'inferno è dolce>la lingue viene tirata fuori, appoggiata alla guancia di Kurona muovendola verso l'alto e poi tutto succede veloce. Il polso sinistro viene liberato mentre quello destro resta serrato, il tronco si muove, un movimento a frusta verso destra lasciando volare via Kurona, libera, libera di sbattere contro il muro di mattoni, quello che deve essere fatto è fatto ma è nel limbo che avviene il vero risveglio. Kurako ha visto tutto, sentito tutto, percepito le stesse sensazioni di Hanga, ogni movimento del corpo "Bastardo" va a imprecare contro il diavolo e le corde si spezzano. Le mani tornano libere, i glutei vengono alzati dalla sedia e con uno scatto va a dirigersi verso Hanga prendendolo per la gola "Cosa vuoi fare Kurako? Tu mi hai fatto entrare perdendo ogni diritto sul tuo corpo. Rassegnati" lo lascia andare inginocchiandosi a terra, le lacrime sgorgano dagli occhi, le mani a coprire la faccia "Ti ucciderò" la rabbia incontrollata. Nan ha compiuto il suo volere e con lo stesso sorriso malizioso esce dal cortile e dal tanzaku gai stesso. [Chakra 108/120][Mokuton III][Uso innata][10 fuda potenzianti usati][Ninjutsu 250][Mente 110][Forza legno 100][Velocità legno 200][Resistenza legno 125][Equip in scheda][END]

Eh boh. boh, non so niente come gion sno.
La giocata risale alla settimana scorsa, quindi chiedo se può esser valutata come free della settimana scorsa dato che non abbiamo avuto modo di finirla ^^