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[Casinò | Retro] Quella mano passa tra le ciocche di capelli, accarezza quella parte soffice di lei con una dolcezza infinita, una dolcezza che nasconde qualcosa di peggiore, il vero intento di Hanga, intento che solo Kurako riesce a sentire. Viene fermato dalla di lei di mani, una presa salda, forte ma allo stesso tempo soffice e delicata; la sinistra viene alzata cercando di poggiarla sulla mano di lei, quella mossa a fermare la destra. La poggia delicatamente<Il tempo ti ha solo resa perfetta>oh, non è narcisista, forse non lo è davvero ma rinnegare qualcosa di così affascinante è possibile? E' pensabile? <Non mentire Kurona, lo sai meglio di me che non è vero>d'altronde ha strappato il cuore di Kurako con la sua bellezza e non è solo esteriore. Le lascia andare la mano allontanandosi si qualche passo; cammina piano, lentamente, silenziosamente. Quel momento è sacro, il momento in cui deve portare a termine le sue perversioni. Nuovamente il limbo oscuro, quella parte del pensiero a cui hanno accesso solo Hanga e Kurako stesso "Dimmi Kurako, come ci si sente a essere deboli?" passeggia intorno al Senjuu guardandolo con disprezzo e con eccitazione allo stesso tempo "Non riesci a liberarti nonostante sai cosa ho intenzione di farle.." il Senjuu inizia ad agitarsi, stringe i pugni facendo forza sugli avambracci per liberarsi dalle corde che lo tengono imprigionato nella sua stessa mente "Cosa c'è? Non è quello che volevi? In fondo sei tu che mi hai fatto entrare, non ti ho obbligato io". La pura verità, ha concesso lui ad Hanga di prendere possesso del suo corpo, lo ha fatto entrare, lo ha reso potente e ora, senza alcuna regola, è inarrestabile, irrequieto più di Yukio stesso. Si sta pentendo della sua scelta? Forse si, forse ha davvero sbagliato a dargli così tanta libertà, sbagliato nel concedergli il corpo per comunicare con il mondo esterno ma lei è morta. Buro lo ha avvisato. Kurona si è tolta la vita. Quale altro motivo di vivere ha senza di lei? Nessuno, ecco perchè si è lasciato andare ma ora tutto cambia, è viva, davanti ai suoi occhi e con una forza mai vista prima "Mi dispiace" parla a bassa voce abbassando la testa, il flusso di lacrime continua a rigargli il volto scendendo verso il basso, posandosi nel nulla di quel limbo "Ti dispiace? Oh povero bambino, vieni qui che ti faccio le coccole ahahahah" divertito da tale situazione inizia a saltellare intorno al ragazzo prendendosi gioco di lui. Ride come un pazzo, un maniaco che non ha altre ambizioni se non rendere la vita di tutti un inferno. Passeggia davanti a Kurona, le idee sono chiare, Kurako è troppo debole per fare ciò che vuole? Allora lui gli concederà ogni cosa, tutto ciò che gli è stato negato, proibito, tutto quello che perso<E chiamami Nan. Kurako fa parte del passato, così come tu sei morta, anche lui lo è>certo che lo è, Kurako Senjuu non esiste più, ora c'è solo Nan, l'unico e solo, colui che può portare morte e distruzione nel mondo..se solo avesse questo nei suoi piani<Se avessi saputo prima che queste cacche ti stavano insultando, le avrei date in pasto ai cani>...<Ma è questo che mi affascina di te, sei riuscita a farti valere. Hai ucciso questi esseri ignobili>inizia a camminarle incontro. Gli occhi la puntano squadrandola dal basso verso l'alto, osservano ogni lato di essa, ogni curva, ogni forma, ogni dettagli presente nel di lei corpo<Un bel bocconcino>sussurra a bassa voce mentre un urlo rimbomba nella testa. Un urlo potente, carico di rabbia e dolore, un urlo di qualcuno che non può fare altro che guardare la scena come semplice spettatore senza poter fare niente<Sai, ho pensato a noi due e forse si può rimediare, magari da solo io e te, tu e io..>si ferma davanti ad essa guardandola negli occhi<...che ne dici? Facciamo la pace, dimentichiamo il passato, ci coccoliamo come...un tempo>un sorriso falso va a creare sul viso di Nan; la follia visibile negli occhi, qui, si mostra come non mai. [Chk on][Equip in scheda] [Retro del Casinò.] La schiena s'ammorbidisce sulla poltrona, eppure la presenza di Kurako- dopo così tanto tempo, non sembra esser la stessa. Forse perchè l'ultimo litigio, ha dato uno strappo netto a quello che erano, forse- troppo vicini all'esser fratelli, per esser quel che Nan avrebbe desiderato. E ora, tuttavia, sembra che un forcone le si punti nel mezzo della schiena ogni qual volta che lui s'avvicina a lei senza rispondere a quel moto di fastidio palesato. E' solo una bambina capricciosa, tuttavia. Con gli occhi bassi sul crine del suo nemico che si presenta raso, con l'ultima espressione, l'ultima immagine stampata negli occhi come se fosse un disegno che perpetuerà a ritrarla come un assassina, una dannata assassina dalle mani sporche. E al di la del crine bianco legati da un laccio nero in una coda lunga, tanto lunga da sfiorarle le scapole e andare oltre, fermandosi tra le stesse in lingue di neve lievemente arricciate. Lo sente parlare, ma ogni suo movimento, ogni suo sguardo, le scivola addosso come acqua su un impermeabile. E' così, ora come ora. O furia, o niente. Un sapore insipido che le bagna la lingua facendole chinare il viso in direzione di Kurako che si muove sicuro di se, sicuro di quello che vuole fare, sicuro delle sue mosse, delle sue carte. Se solo potesse sentirlo piangere, al di la di questa scorza dal nome di Nan che presenta il suo antico affetto come deceduto. La sinistra tra le ciocche corvine del deceduto che le bagna d'un rosso vivido le cosce accavallate, si poggia pigramente sul bracciolo della poltrona. E' passato davvero troppo tempo, da quando è morta? Quella sfumatura di tristezza negli occhi, che raddensano il sangue e lo rendono d'un cremisi pieno, come l'opaco colore che le ri-disegna le labbra del colore del vino. Lo segue, ma sta in silenzio. Forse parlare non sempre è la via migliore per arrivare al dunque in una situazione. E non sempre ci è concesso proferir parola. Quando incalza il far la pace; loro due, con metodi assai poco vaghi nonostante non siano citati, il capo s'abbassa a poggiarsi sulle nocche della mancina affusolata, le unghie smaltate di nero pece che si richiudono sulla mano, e la guardia della Zanbato che sbuca da oltre la schiena ripercorrendo lo stesso medesimo tragitto del capo. Lascia che i capelli argentei scivolino di lato, addosso alla spalla coperta dalla pelliccia di lupo, ed ogni movimento, sebben flebile, porta con se il tintinnare docile delle armi che l'accompagnano. Quattro coltelli in tutto, due per costole, posti verticalmente in fodere color cuoio, con bottoni a pressione d'ottone -color bronzeo-.Come se si stesse interessando a quel che lui vuole dirle, fa scivolare il sandalo tipico nipponico -laccio in stoffa, suola in legno- sul polpaccio sinistro appena flesso dalla parte del corpo che si poggia sulla poltrona, con il bacino appena alzato dal lato destro, e il piede superiore -destro sempre- che ciondola in un moto di noia. <La pace.> Constata dopo una manciata di secondi passati in silenzio, il petto che si alza e s'abbassa frenetico ancora per il combattimento portato a termine in poche mosse necessarie. Gli occhi passano sul cadavere dissanguato dalla sua zanbato, poi sul cadavere senza testa. Come se stesse valutando. <Nan.> Lo ripete come se volesse sentirlo uscire dalla poca bocca, seguito nell'immediato da un sospiro di strazio. <Assieme alla mia morte, è morto anche il mio desiderio di avere qualcuno al mio fianco.>...<Conosci l'arte di decorare gli oggetti rotti?> Lo guarda, dritto negli occhi d'un color oro. E i suoi, i suoi sono sempre stati gli stessi. Folte ciglia, occhi immensi, color della lava. <Quando un vaso si rompe, ricolmano le crepature con l'oro puro.> China il viso, piano. <Noi non siamo quel caso.>...<Io e te non siamo amici.> Le labbra s'increspano, inaspettatamente. Eppure, a differenza di tempo prima, non lo sta attaccando. Non lo insulta. Non lo denigra. E' come se-- Kurona, con la venuta del padre, si fosse stancata di provare qualcosa. Anche solo il desiderio. Anche solo il terrore, l'amore, la tristezza. Si è-- stancata. <Forse, effettivamente, non lo siamo mai stati.>...<Riparare qualcosa che non è mai esistito-- Non è nel mio interesse. Ne, nei miei piani.> [Ck on][Equip in scheda]