{Lets play a game--}

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18:13 Yukio:
  [Stanza] Ed eccolo li, accompagnato da Katsumi e da Gojio a fare delle compere e altre cose simili. Questa volta si è semplicemente adibito a sunese, ogni piercing è stato tolto ed i propri tatuaggi celati sotto le proprie bende risultando una semplicissima persona di suna con il volto coperto fin sopra al naso così che solo i suoi occhi cerulei possano fuoriuscire da quella fessura, ormai è dentro, il problema rientrata se fosse lui a dover uscire o rientrare in quella divisa, un po' complicato. "Fermi" Pronuncia Gojio, irrompendo con la sua vocina effeminata che non azzecca niente con il suo corpo totalmente diverso "C'è qualcuno" Cosa, chi, come. Immediatamente Yukio ruoterebbe il proprio corpo verso la parte destra della porta rimanendo adiacente al muro che da alla propria camera lasciando scendere dalla sua manica uno spiedo di metallo impugnandolo fra l'indice ed il medio destri. La sinistra solleverebbe due dita per indicare prima katsumi e poi la porta come a volergli consigliare di mettersi dall'altro lato, gojio penserà ad entrare. "C'è un odore strano..." Pronuncia sempre il sottoposto di yukio ponendo la mano sul pomello della propria porta per poterla spingere ed aprire così da poter vedere l'interno, la mano destra che è libera andrebbe a comporre un pugno e solo da quel gesto l'ammasso di muscoli che si vanno a comprimere diventa praticamente madornale; ma nessun allarme da parte sua "Libero. C'è una visita soltanto" Lo dice però con la voce bassa, come se stesse dicendo un segreto. Incuriosito da quelle parole e dal modo in cui vengono dette non esiterebbe due volte ad accedere alla camera notando immediatamente la figura di Kurona e quella scritta visibile sopra il letto "Pf..." Sorridendo, scuotendo leggermente la testa andando verso la cucina. Quasi sicuramente Med aprirà gli occhietti ma proprio in quel momento l'indice sinistro di Yukio si solleverebbe per mettersi sul proprio naso "Shhh..." Lasciando scemare quella voce. Gojio nel frattempo si dirigerebbe verso la porta: se ci fosse ancora li katsumi lo inviterebbe ad entrare così da poterla chiudere senza alcun problema con un doppio scatto, ma non fa in tempo a togliersi le cose di dosso che yukio subito gli rivolge la parola "richiedi un servizio in camera per la pulizia fra quattro ore comunque, il tempo che sistemiamo e vado a farmi una doccia" A bassa voce come sempre mentre si dirige nella cucina per riporre tutte le buste della spesa iniziando a metterle a posto e a preparare un buon caffè sui fornelli. Nell'attesa inizierebbe a togliersi quello schifo di cose pesanti e sudate da dosso lasciandole su di una sedia in quella cucina che da al salone dopo una arcata in puro stile sunese con i pavimenti ricchi di tappeti, una suite coi contro cazzi insomma.

18:30 Hanae:
  [Stanza] Il passo è lento accompagnando il travestito Yukio per il corridoio che porta alla sua stanza d'albergo. La propria mente in qualche modo non ha un preciso pensiero sul quale focalizzarsi. Ha realizzato tante cose, ha tante idee, ma ancora deve scegliere da dove iniziare. Deve cercare un nuovo punto di partenza, e..forse questa volta sarà quello giusto. La mancina scivola all'altezza della fronte, indice e pollice a massaggiare appena tale parte del proprio corpo, sottotono udibile un sospiro. Essendo Yukio in incognito, non è il caso di attirare le attenzioni sulla propria identità, motivo per il quale lo stesso Uchiha ha optato per muoversi con qualche sopraveste in più. Oltre alla solita camicia e pantalone nero, accompagnato da stivali, si ritrova a coprire il tutto una sopraveste simile ad un insieme di stracci dal color giallastro. Delle bende nascondono i propri tratti maggiormente riconoscibili quali tatuaggi e cicatrici. <...> Non ha molto da dire, in effetti in questa giornata è stato meno loquace del solito. Gojio si trova in avanguardia, in quella che si puo' paragonare ad una formazione, e difatti sarebbe lui a dare un primo avviso di attenzione. Le pupille dell'Uchiha a dilatarsi appena, si affianca repentinamente ad uno dei lati del corridoio, e il proprio chakra andrebbe rapido a convogliarsi all'altezza dello stomaco. E' prossimo all'attivazione della propria innata, tuttavia..prima di rendere irreversibile quel processo, verrebbe confermato che non ci si trova dinnanzi ad una situazione ...di pericolo. Rilassa i propri muscoli e sospira. Si fa avanti, per cercare con lo sguardo l'identità dell'ospite di Yukio, ma ciò che vede...è una scritta, e assieme a quella una Iena, assieme alla presunta padrona. Ha già visto quella iena, la propria mente impiega poco a ricondurre i propri ricordi ad una serata al lago nero, e conseguentemente ad una missione assieme a Kurako e Kurona. Aggrotta appena la fronte, dal momento che è venuto a conoscenza del suicidio della kokketsu. Una messa in scena? Ha forse provato a resettare tutto senza successo? Chissà. Con l'ausilio di entrambe le mani andrebbe a strappare dal volto le bende utilizzate per non dare nell'occhio, per poi far cadere a terra la sopraveste indossata. Si concentra per qualche istante di troppo sulla scritta lasciata con il sangue, distogliendo lo sguardo soltanto quando il proprio olfatto andrebbe a trovare l'aroma tipico del caffè. < Ottima idea..> sussurra appena, riguardo la bevanda che sta venendo preparata. [ ck on ]

18:46 Kurona:
 Indisturbata fino ad ora, s’era assopita facilmente nel giro di qualche scarso secondo, i piedi poggiati sulla poltrona, fatti di sporadiche ferite e taglietti dovuti semplicemente all’aver camminato tanto a lungo senza i suoi classici tabi che ora come ora, son buttati da qualche parte nella suit di Yukio. E il respiro che le fa issare le spalle gracili, una volta, due volte, tre. Regolare come quello di una bambina che s’appisola dopo una giornata di mare, da qualche parte. Med che alza il capo al posto di Kurona non appena il pomello della porta cigola facendo presente prima Gojio, che viene accolto da uno snudarsi delle zanne e poi Yukio, oramai conosciuto come figura di riferimento dalla iena, che le fa battere in tonfi costanti la coda nervosa e compatta sul tappeto a terra, una volta, due, fino a che esso non si china a farle cenno di stare in silenzio, ove le orecchie si tirano indietro rispetto al testolone e la cresta s’alza appena, in un abbassarsi del capo a rispetto delle spalle, sbuffando taurina e posando il mento nuovamente a terra, osservando con quegli occhi dorati lo spostarsi prima del Kokketsu, e poi di Katsumi, rimanendo in silenzio. Una folata che scivola dallo spiraglio di passaggio creato dall’aprirsi improvviso della porta, il sonno così debole di Kurona che la fa muovere, leggera e scomposta allo stesso tempo, non a distendersi di certo, ma a farsi più piccola sulla sedia. Le ginocchia che si issano un poco, poi si rilassano nuovamente in un scivolare di pelle su stoffa morbida, un cigolio della poltrona e di nuovo, il fruscio dei vestiti scarsi che porta addosso. Come la criniera di un leone color del latte i capelli scivolano fino ai fianchi, lievemente gonfi e arricciati, carezzandole le cicatrici e i tatuaggi che porta con tanta grazia: Delle simil “x” rosse cucite sotto la pelle a mano, con una minimalistica precisione dell’ago, ricopre a spirale il braccio destro e la gola esposta, così come il petto, il ventre e appena più sotto, scivolando dritta e composta nella pelle bianca. Così come i due serpenti bicromi che s’intrecciano tra le scapole e la stella a cinque punte tatuata sull’avambraccio destro che la collega direttamente a sua figlia, nonché figlia di Yukio, il tempo che fu, sparita misteriosamente da tre o quattro anni. La destra scivola, e l’odore di Katsumi, come quello di Yukio, corrompono l’aria metallica che s’era creata li dentro, che l’aveva fatta sentitr a casa, finalmente. Ci mette un po- un po troppo, a far scivolar i piedi nella pozza di sangue a terra, quando le ferite si son oramai asciugate, sebbene sian ancora pericolanti, si alza dalla poltrona con un contrarsi dei lombi, silenziosa, strofinandosi un occhio e poggiando i piedi, trascinandosi metaforicamente, verso l’odore di Yukio. L’unico che può permettersi di interrompere questo idillio serafico. <Nh—Yukio?> Occhi cremisi come pozze di sangue senza fondo, acceso come il fuoco e spenti, come il fumo, brancolano atarassici bloccando tanto Katsumi Uchiha, quanto la sua amata controparte sadica. Le labbra serrate, il capo che si scosta dalla spalla e scivola dolcemente. Confusa. <Mi dispiace..> Per la suite; ma del resto Yukio sa bene che Kurona non è il tipo di donna che ama non avere quello che vuole –Yukio, in questo caso-. <Pulirò io.> Gli occhi stanchi, apatici, si soffermano su Katsumi, come spilli sotto l’epidermide. E lento, straziante, gli rivolge un sorriso serafico che però, non ha nessun gusto. Un sorriso di circostanze. [Ck on]

19:01 Yukio:
  [Stanza] Si toglierebbe i sandali sunesi comprati ieri con la punta dei piedi ad alternarsi gettandole sotto il tavolo della cucina. Gli occhietti cerulei si posano su Katsumi, ruotandoli di pochi gradi dato che l'ha seguito praticamente in cucina "Già, anche se fa caldo non posso farne a meno..." E già aveva preparato quattro tazzine, anche a Goji piace ed è inutile chiederglielo anche se si è già ritirato nella sua camera. Il caffè è pronto ad uscire, la caffettiera sta borbottando e non solo quela; anche una certa kurona si è svegliata dal suo sadico letargo muovendosi come un fantasma verso di loro nella cucina "Nh... Nhhhhhhh" Mugugna, ripetendo i stessi versi di kurona quando pronuncia il suo nome andando ad abbozzare un sorrisetto dolce ed amorevole sulle proprie labbra. "Siediti che è già tutto pronto, forza" Incitandola con quella vocina dolce e calda "Ci sono dei cornetti da qualche parte, dovrebbero essere nell'armadietto" Mugugna in direzione di Katsumi "Se vuoi qualcosa basta che prendi eh" facendogli un occhiolino con il sinistro. Le tazze vengono messe tutte e quattro in file con ognuna una dose o meno di zucchero in base alle esigenze iniziando a versare il contenuto dalla caffettiera in esse. "Gojio! Caffè!" Alza appena la voce per farsi sentire mentre prende tutte le tazzine per metterle sul tavolo in cucina "Ci dovrebbe essere del latte in frigo o non so" Ma che è colazione?! E quindi? Che ce frega "Non pulirai te" Sollevando i propri occhietti verso di lei, provando ad intrecciarli "...Sei un danno" Lasciandosi sfuggire una piccola risata sotto i baffi "Vi conoscete... No?" Alternando i propri occhi prima su Katsumi e poi su Kurona, situazione molto sbagliata. "Tesoro... Lui è un nostro... Uhm... Devo trovare il termine" Muove la lingua al proprio interno come se stesse provando ad ammorbidire qualche cibo duro come un pezzo di pane o chissà cosa "Compagno, ecco" Sollevando gli occhi, in cerca di una risposta da entrambi, la parola compagno è facilmente gestibile da katsumi per deviare anche ciò che voleva intendere yukio non avendo forse ben reso l'idea ma almeno un inizio l'ha dato.

19:20 Hanae:
 Suna è terribile, per ogni suo aspetto. Non riesce a sopportare il clima e l'ambiente in generale, si trovava molto più comodo nei laboratori Uchiha una volta presenti ad Oto. Ma ormai il villaggio del suono è diventato un ricordo facente parte del proprio passato. La cosa peggiore è che inizia ad avere fame, e fino ad ora è stato troppo occupato in altre faccende per poter soddisfare tale bisogno. < Stavo pensando..> per un attimo pensieroso, tornando poco dopo ben serio. < Il consiglio di Kusa potrebbe crollare dal'interno..con una piccola spinta. > Potrebbero mettere i membri del consiglio uno contro l'altro abbastanza facilmente, se solo trovassero un tassello mal riposto nel quadro imperfetto da loro creato. Forse parlare del consiglio è semplicemente un modo per aggirare tutta questa situazione? Non ne hanno discusso, ma forse non serve. E' già stato detto il necessario. < Non..> lui parla di cornetti, scuote leggermente il capo. < Non sono i miei gusti culinari. > Insomma, ha iniziato a vivere di un solo e unico pasto, del quale dovrebbe rifornirsi al più presto, per non cadere in una forma di astinenza. Lo sguardo scivola una volta ancora sulla scritta formata con il sangue. < Mi va benissimo il caffè. > Deglutisce appena, mentre lo sguardo scivolerebbe sulla figura di..Kurona. E' definitivamente diversa dalla prima volta. O forse è sempre stata cosi', ai propri occhi. Un cumulo di cicatrici e sangue tenuti assieme da una psiche instabile. Ha odiato Kurona, per essere tanto simile alla propria identità dal poterla quasi capire. < Non quanto dovremmo, presumo. > risponde alle parole di Yukio che introducono la loro conoscenza. La mancina a sistemare appena la montatura degli occhiali, con l'ausilio del medio sinistro. Un mezzo-sorriso, indecifrabile nel suo significato. Viene poi definito un LORO compagno. Lo sguardo scivola sul tessai per un'istante, prima di schiudere appena le labbra tornando sulla lei. < Suicidio, mh..> china leggermente il capo di lato, quasi come a cercar da lei una giustificazione a quell'evento. [ chakra on ]

19:36 Kurona:
 Gli occhi che s’abbassano alle parole di Yukio e trovano riparo nella superficie del tavolo, rimanendo in silenzio, con le labbra perennemente rivoltate verso il basso in una smorfietta crucciata, pensante, ed allo stesso tempo appare come un vetro appannato; impossibile da decifrare. I piedi che si posano a terra nuovamente scivolano silenziosi in direzione del dinamico duo. E’ come se stesse cercando di collegare due figure troppo lontane. Primo punto in comune: Alba. Oh beh, è già ad un buon punto. La destra che scivola a ridosso della tazzina nera e senza zucchero –o con zucchero se Yukio è tanto amorevole da averlo già messo- soffiando via il fumo caldo con un solo sbuffo, così da farlo disperdere nei pressi del viso, obbligandola per certi versi a socchiudere gli occhi di qualche millimetro. Il senso caldo di torpore. L’odore dolce del caffè che bene o male, ci ricorda sempre il mattino ed i suoi aromi. E’ forse la tensione del momento che la obbliga a spingere la lingua di piatto sul palato, saggiando il sapore sulla stessa, neanche l’avesse già bevuto. Un compagno? Cosa vorrebbe dire? Fosse stata carica d’adrenalina e su di giri, forse si sarebbe alzata sbraitando e lanciando la tazzina di caffè addosso a Katsumi, additandolo come una rovina. Come una minaccia. Come se volesse portarle via il suo Yukio. Ma gli occhi arrossati si alzano su Yukio, cheti come il mare dopo la tempesta. Il loro compagno. Forse anche Irou, dovrebbe essere il loro compagno. Ma Kurona a differenza di Yukio è tanto egoista da volerlo solo per se. Da volerlo tenere tra le dita come una marionetta e torturarlo, a tempi alterni a dolcezza immane, solamente lei. <….> Gli occhi su Yukio, lo soppesa, come se si aspettasse di sentire di più di quel che sta dicendo. Un compagno, in che senso? Un amico di giochi? Sono diventati poligami? Tuttavia, lo sguardo di Kurona è come un soffio di vento silenzioso che passa da Katumi, a Gojio, a Yukio, a Med che si siede al suo fianco. Silenziosa, avvicina le spalle facendo scivolare la camicia di Yukio sulla sedia, rimanendo con la maglietta intima che la copre come un vestito largo ed informe. Le cosce unite, seduta di fronte ad entrambi per poterli fissare meglio. <Troppo.> Lapida il discorso andando contro Katsumi che sfarfalla un “non abbastanza” facendogli capire bene, quanto ambo son immersi in qualcosa di deviato ed intangibile, poiché effettivamente nessuno potrebbe dichiarare quale tipo di alchimina/nemesi ci sia tra loro due. Non è detto a parole, ma solo, vagamente, espresso. Le labbra lucide di caffe pulite dallo straccetto rosa biforcuto, scivola, leggero, tirando un semplice sospiro, come se si fosse ulteriormente stancata di subire domande e commenti a riguardo del suo suicidio. Gli avambracci che scivolano verso Katsumi, così come il busto che posa lentamente il ventre sul tavolo, direzionata a sporgersi lentamente verso di lui, conscia che probabilmente non si farà toccare. <Non è il tuo pasto preferito, non è vero?> Una voce estremamente dolce, come il canto di una sirena, allungando la destra ferita più volte, sporca di sangue nero, sulle labbra di Katsumi, come se volesse accarezzarlo e sporcarlo allo stesso tempo. Sapendo più che bene che se inghiotte il suo sangue può esser solo pedina, o cadavere. <Mi sono ritrovata in un periodo particolarmente..> Instabile. <Confuso..> .. <Della mia vita.> Quindi si, ha tentato il seppuku, ed è tutto altamente vero. Unica pecca? Non è morta. <Ma a quanto pare la puzza della baia dei cadaveri mi ha tenuto in vita.> Le unghie scivolano morbide, potesse toccarlo, verso la guancia, ma è tanto fugace da sembrare irreale. Il dispetto di uccidere un gioco di Yukio, per mera gelosia. <Compagno.> Ricalca cinica, ostica figura da decifrare, facendo stridere la sedia a terra, a caffè terminato. <Al massimo un giocattolo.> .. <Ed anche parecchio difettoso.> Scusate lei è quella sana qui. <Esplica il termine Compagno, Yukio.> Passi morbidi che la vedono allontanarsi dal tavolo e dirigersi, in silenzio, verso il bagno.

19:52 Yukio:
  [Stanza] Tutti i caffè sono già stati zuccherati in base alle esigenze, compreso quello di kurona. Lui a differenza di Kurona e Katsumi si sta facendo bellamente i cavoli suoi in fondo alla cucina a rollarsi una semplicissima sigaretta con il caffè sul piano della cucina alla sua sinistra mentre poggia i glutei su di un profilo di un mobiletto dietro di se. "Yawn si,forse si potrebbe far collassare tutto... Immagina se si ritrovano solamente dei soldi in meno... E quei soldi presi da loro li diamo ad un'altro di loro come se avesse rubato tutto... Oppure si iniziano a far giare voci direttamente ai loro servi, si può semplicemente dire che l'altro consigliere se la fa con la moglie e così via, un ciclo che non finirebbe più fino a quando non si ucciderebbero a vicenda" Mugugna stanco e quasi scocciato anche se non lo è "Domattina me ne vado da questo posto comunque, ho deciso. Mi sono stancato di questo caldo, mi sta sulle palle" Sbraita, leccando la colla provvista nella cartina per chiuderla con il filtro all'interno "Allora se vuoi ci sono delle cose che potrebbero interessarti nel frigo... Ci sono le etichette" A cosa allude...? Potrebbe ben capire Kurona "E ti ricordo, piccola, che non è l'unico ad avere una alimentazione... Normale" Sollevando gli occhi come se doverglielo ricordare fosse chissà quale impiccagione. "Compagno di stanza" Sollevando lo sguardo verso di lei, fissandola dritta negli occhi "E non gli piace essere toccato." Accendendosi la sigaretta artigianale con il proprio zippo sorseggiando subito dopo il caffè già abbastanza raffreddato "Ci conosciamo da svariati anni, è ok" Assicura a Kurona mantenendo sempre quel suo tono basso e caldo ma che si alza quando la vede andare via "E NON SCULETTARE!-bha..."

20:13 Hanae:
 Tragicomiche, le casualità che hanno portato a questa giornata di caldo. A questa giornata che vede quelle tre figure chiuse in una sola e piccola stanza. Piccola, ma potenzialmente immensa per ciò che contiene. L'atmosfera è alleggerita dalla presenza di Yukio, eppure pochi sguardi son necessari alla tatuatrice ed al cacciatore di taglie per risvegliare i giusti pensieri. Forse, se non fosse per questo contesto, sarebbe stata la volta buona per portarla in quella buia stanza dal pavimento a quadri. Buia, accessoriata solo da una scomoda sedia in legno sulla quale poggiano della manette arrugginite. Forse un giorno, le mostrerà quella parte del proprio mondo. Potrebbe piacerle, qualunque posizione vi ricopra. < Ipnosi sharingan..> Sussurra il nome della tecnica Uchiha che permette di manipolare nel modo più esplicito una mente vulnerabile. La soluzione più semplice per creare le situazioni appena elencate dal tessai. Eppure, nonostante si rivolga a lui, lo sguardo scivola appena sulla piccola figura della Kokketsu. Un mezzo-sorriso rimane palese sul volto, sembra quasi gentile, normale, troppo normale. Un'ombra che insegue un'altra ombra, cosi' simili da confondersi, ma abbastanza diversi dal non farlo. Lei gli si avvicina, tanto dal dare l'impressione di cercare un contatto. Rimane immobile a quella vista, ascolta quelle parole che tanto sottili lo provocano. < Sai..> lo sguardo scivola su di lei per un solo istante, impercettibile nello scorrere del tempo. Una piccola onda di chakra ad essere espulsa dai propri tsubo, non particolarmente densa di energia. Cerca la mente di Kurona, vuole raggiungerla e chiuderla per un'istante nella propria ragnatela. Una ragnatela che farà sentire a lei ciò che gli altri non potranno sentire, che le farà vedere i movimenti delle labbra dell'Uchiha. "Se il cannibalismo è la massima manifestazione d'amore.." un sorriso sul proprio volto, non legato al genjutsu. "Giocare col cibo non è poi cosi' sbagliato.." E tutto finisce, dopo quelle parole. Come un fulmine, semplicemente svanisce, lasciando solo un ricordo nella mente altrui. < Odio essere tentato. > Si scosta appena dai movimenti della lei, lo sguardo a scivolare sul tessai. < Dopo darò un'occhiata al frigo. > Non apprezza particolarmente essere osservato mentre mangia. Cercherebbe il proprio caffè, per godere di quei pochi sorsi della sostanza stessa. < Non è forse vero che siamo tutti difettosi, qua dentro? Come marionette senza fili..> alza appena le spalle, facendo seguir euna risata. < Non vedo l'ora di andarmene da qua..> risponde soltanto adesso alle parole iniziali del tessai. [ Chakra on ] [ illusione udito-vista per Kurona] [125 alle stat utili.]

20:28 Kurona:
 Il labbro inferiore che si sporge appena ascoltando quel che Yukio ha da dire a proposito di Katsumi; il suo compagno di stanza? Il capo scivola in direzione della spalla, si china appena, confessando spudoratamente. <Peccato.> Non che lei si faccia strani pensieri Yaoi, anzi a dire il vero Kurona è leggermente vecchio stampo, per certe cose, non che li impiccherebbe, ma semplicemente non lo capisce, non la disgusta, e non lo sostiene in alcun modo, un po come se non ci potesse arrivare a tanto. Non che sia una perbenista, date le sue usanze con il fratello oramai disperso in qualche angolo buio di Kusagakure. Un sospiro che la vede rigettare il fiato verso l’esterno, facendogli un cenno con la mano di spalle, mentre si dirige al bagno. <Lo so- lo so.> Che non gli piace farsi toccare, ne tanto meno che ha alimentazioni particolari. E anche Katsumi sa bene di averlo visto più volte divorare cadaveri o simil morti. Le anche si muovono dolcemente, la destra scivola alla base della magliettona bianca, sull’esterno della coscia, rialzando leggermente il bordo con il solo premersi del palmo sulla pelle nuda e il risalire, leggera, lenta, come se fosse spontaneo e dato semplicemente dai movimenti, rivelando il bordo nero delle simil culotte di semplice cotone che fanno capolino sulla dolce curvatura del gluteo, dove sotto la fossetta che si crea tra antica e coscia, c’è un tatuaggio a lettere oramai illeggibile, e divenuto di un verde scuro e cicatrici sottostanti, segno di un vecchio metodo di tatuaggio. Infame, al suo ordine scherzoso di non sculettare, infilza i polpastrelli nella carne, stringendo appena, allargando, per poi lasciar uno schiocco leggero: Una palese provocazione a Yukio, come ad indispettirlo. In precedenza alle parole di Katsumi non ha risposto, sel’è conservate in un angolo polveroso della mente, rimuginandoci sopra e trovandosi a soffiar via dalle labbra una risata silenziosa; E’ curioso, no? Giocare con la propria vittima, è più un segno di squilibrio, che d’amore. Si ritrova a scuotere il capo, scivolando dentro il bagno e attraversando con lentezza il marmo bianco. Non lascia del tutto andare quel flusso energetico che l’ha corrotta senza troppe resistenze da parte di Kurona, come una bambina viziata, il suo stesso, di pari potenza, scivola attorno a quel braccio e lo arpiona, riversandosi con la violenza di chi ti disturba e vuole farlo, intaccando l’udito sulle sue ultime frasi, prendendone possesso con la forza che ti lascia solo lievemente stordito, ma senza dare ulteriori fastidi. “Vuoi giocare con me?” Dolce, è un tono che s’addice ad una donna, ma non è per nulla volgare, o sporco, con la leggerezza di chi parlerebbe di qualsiasi altra cosa, si posa sul bordo ed apre l’acqua tiepida, socchiudendo appena gli occhi. “Ogni tanto ci penso.” … “Ma non so se mi piacerebbe guardarti negli occhi tanto a lungo. Kh.-“ La lingua passa sul palato, leggera, per poi comunicare apertamente: <Potresti congedare Gojio e offrirgli qualcosa da mangiare, mhn.><Vergognarsi di quel che si fa, è in parte, un ammissione di star errando.> Gli occhi si chiudono, comunicando dal bagno senza problemi. <O forse, gli piacciono i corpi ancora caldi, Yu-Yu..>

20:28 Kurona:
 Edit:[Gen puramente narrativo udito][125 bla bla lo sappiamo tutti]

21:03 Yukio:
  [Stanza] Delicata quella mancina tatuata scivolerebbe lungo il manico della tazzina di caffè, finita, lasciandola sul piano della cucina in legno pregiato, tutto in quella stanza ha un certo valore e di certo quando si è in simili posti lo schifo non fa per Yukio, affatto essendo una cosa che detesta. Il sopracciglio destro ad inarcarsi alle prime parole di Katsumi lasciando sfuggire un sorrisetto malizioso data l'assenza di Kurona ma non è questo il suo motivo, semplici pensieri perversi ad accompagnare la sua mente "Può essere una soluzione valida questa" Afferma le parole dell'uchiha con un flebile cenno di capo che fa smuovere la sua corvina capigliatura verso il basso facendo partire due ciocche a destra ed una a sinistra dalla sua ampia cresta. La cornice così formata ornerebbe quel viso di metallo e carne lasciandovi sbucare le due fessurine con bordi oscurati dalla penombra causati dall'inclinazione del volto verso il basso di colore celeste. La leva inferiore sinistra si muoverebbe per prima accennando un avvicinarsi a katsumi "Ma fai ugualmente attenzione alle illusioni" Riducendo le distanze fra loro due con tre piccoli passi strisciati quasi al suolo tappezzato. "Non vedo l'ora di riprendere ciò che mi appartiene..." Mugugna, lasciando fuoriuscire i canini dalle proprie sedi per punzecchiarsi il labbro inferiore. "Gojio... Puoi andare... Ti ricordo che prendi ordini anche da lei... Ci vediamo più tardi e avvertimi se c'è qualche movimento strano" Lasciando così la suite interamente libera a loro tre. Rimarrebbe a pochi centimetri da Katsumi, necessari da poter infilare le proprie labbra nell'insenatura fra collo e spalla destri di lui. Quelle labbra a muoversi in direzione del lobo dell'uchiha mentre quelle due ciocche sulla sua destra sfiorerebbero le labbra ed il naso "Andiamo... A lavarci... È stata una giornata molto afosa..." È il tuo piccolo demone che te lo sta suggerendo, o forse imponendo? Chi lo sa come vengono girate le cose. Il palmo della destra passerebbe dal ventre di lui, se glielo permetterebbe, fino al petto nella zona del cuore "Mi libererò, giusto per qualche oretta... Promesso..." Le dita si divaricherebbero mostrando quei tatuaggi su ogni falange della mano andando a contatto con il vestiario di lui premendo contro di esso e la sua pelle "~boom~" Sorridendo da quel nascondiglio in cui trova riparo il suo volto non essendosi spostato dal collo dell'uchiha. Le due energie che risiedono in lui si espanderebbero in modo sferico fino ad incontrarsi come un punto di tangente nella mezzeria, ovvero la sua bocca dello stomaco creando una piccolissima scintilla che le fa unire ad aspirale dentro al suo corpo. "...Ahhhh" Assaporandone l'essenza, troppo tempo da 'astemio'. L'onda d'urto la genererebbe unicamente verso due parti nella stanza, una verso katsumi e l'altra verso il bagno, facendo avvertire l'attivazione anche a Kurona sdraiata nella vasca da bagno tiepida. Una sottospecie di movimento d'aria risulterebbe visibile sui tappeti che ornano il suolo andando ad inglobare interamente la suite con il proprio chakra. Il tocco sul petto di katsumi nei pressi del cuore andrebbe ad accentuare quella pressione intenzionato ad invaderlo completamente con la propria essenza lasciandogli addosso una sensazione di caldo piacevole ma allo stesso tempo... imponente. "Possiamo andare..." Stringendo la maglietta che indossa con le proprie dita quasi a volerlo portare con se "Amoreee...~" Dalla cucina direzionando la voce verso al bagno oltre una porticina in un corridoio "Arrivo..." Il tono muta rispetto a quello precedente divenendo una sinuosa melodia che accompagna quei passi verso il bagno "Ed uno è già con me..." Già, far investire Katsumi in quell'onda d'urto è servito proprio a far si che il proprio chakra si impossessi completamente dell'uchiha "Ah, dimenticavo una cosa... padroncino" A bassa voce, verso di lui "Sei sotto il mio controllo... Il mio sangue ha delle... particolarità" le labbra a tirarsi formando una insenatura su quell'estremità che viene tirata in un sorriso non del tutto rassicurante. "Prego, a te il primo accesso" E se la porta fosse aperta lascerebbe fluire il proprio chakra e la propria vista proprio contro Kurona, rimanendo appoggiato allo stipite della porta con le proprie braccia lungo i fianchi.[se ck on: 135/tentativo di aggancio per genjutsu/Mente 125/gen 125]

21:39 Hanae:
  [Stanza] Alza appena le spalle parlando della possibilità di sfruttare il genjutsu probabilmente più potente dello tsukuyomi, quando si parla di influenzare la realtà. Poter dare un'ordine, poter manipolare i ricordi...è del tutto mostruoso come potere. Si stupisce che non sia una tecnica segreta, accessibile a molti genjutser del clan. Partendo dal passo, si potrebbe creare un esercito. La propria mente è una vera e propria fortezza per i genjutsu, eppure quando il chakra di Kurona andrebbe a bussare alle porte della propria mente..la lascerebbe semplicemente entrare. Fa parte del gioco iniziato a quel primo incontro, non è mai stata chiusa quella partita. < gh..> quasi un ringhio il proprio, espresso nella forma di un sussurro. Quelle parole vengono salvate nella propria mente, le risponderà, al momento ideale. < Se tu fossi un pittore..> rivolto a Kurona. < E riuscissi a creare la tua tela migliore...> inspira profondamente, prima di proseguire. < La mostreresti a qualcuno, quella tela? Qualcuno non in grado di capire la fatica impiegata nel crearla, perfezionarla. Forse la terresti per te, la contempleresti in silenzio. L'artista non ha bisogno di essere riconosciuti. > Non aggiunge altro, concentrandosi invece sul tessai. < Lo è.. > Termina ciò che si lega quello stesso argomento, attendendo le parole che seguono. Lo mette in allerta riguardo ai genjutsu e gli si avvicina. < Cosa? > lo sguardo scivola sul tessai, riguardo a "ciò che gli appartiene." Cosa vuole riprendersi? Inarca lentamente il capo verso l'alto al fare altrui, non gli si oppone, gode di quel contatto tanto..particolare. Forse malato, più una necessità che un semplice piacere. La mancina scivola sul capo di lui, sui suoi capelli. Vi stringe appena la presa, senza tuttavia tirarli. < Non sono il tuo intrattenimento..> un lamento, flebile. Quello che è successo..non è stato causato dal desiderio di trovare un concubino. Eppure non si ritrae da quel tocco, non è quello che vuole, non è quello che cercava, ma gli va bene. Quando tuttavia percepisce il suo chakra, come un'ondata di calore, qualcosa scatta. Sgrana appena le pupille. In un certo senso percepisce di trovarsi in una tela. Intricata e colma di fili, priva di una via d'uscita visibile. Le parole che seguono glielo confermano. Il proprio chakra va rapido ad agitarsi per il proprio keirakukei. Verrebbe convogliato allo stomaco in due sfere azzurre, che con fare piu' che repentino andrebbe poi a sospingere verso l'alto, cercando il proprio sistema visivo, per raggiungere il nervo ottico. Da esso proseguirebbero in direzione delle pupille, le quali verrebbero inondate di tale energia per poterle far reagire con il proprio gene: il gene uchiha, in grado di risvegliare il suo sharingan a tre tomoe. Lo sguardo ricadrebbe rapido sul proprio corpo, la propria mente ad esser messa sull'attenti dalla possibilità di un genjutsu. E poi un flashback. La notte precedente, quando ha assaporato parte del suo sangue nero. < Il tuo sangue, da ieri notte..> Aveva forse pianificato tutto quanto?! <Non per altro sei il mio demone..> la lingua schiocca sul palato, sorride appena. Ma se ciò che sta ora speculando è vero, ha dentro di se una sorta di bomba a comando. Sono davanti al bagno, dove si trova Kurona. < Ma non era necessario. > Qualche passo verso il bagno, passo dopo passo si troverebbe ad entrare in quella stanza dove risiede la stessa kokketsu, non puo' fare altrimenti. E forse..gli va bene cosi', per ora. [ Chakra on ] [ sharingan]

22:28 Kurona:
 Ascolta le parole di Katsumi in silenzio, un silenzio dove le parole che scorrono in aria sono ovattate dall’acqua che scorre creando un fosso limpido nel bianco della vasca. E per qualche istante, mentre lui parla, passa le iridi a contemplarsi con astio, il suo riflesso corrotto dalle onde che la rompono e la riaggiustano in frazioni separate. Una tela. Come al solito preferisce inghiottire e lasciarsi andare al potere che la tiene in pugno, forse troppo debole per rispondergli e per potersi altrettanto controllare senza disturbarlo o creargli scosse. <…> Un soffio sull’acqua, sospiro amaro dell’astio che prova nei confronti di quel riflesso, piegando le ginocchia sul bordo al fine di alzarsi, dolce, con la porta lasciata aperta per semplice abitudine nei confronti di Irou, quanto di Yukio. Sarebbe una bugia dire che non pensi al suo passerotto lasciato al Tanzaku Gai con l’amaro avviso che sarebbe tornata entro pochi giorni a casa. E tra le ciglia folte, pensa anche a questo. Come starà Irou, ora che è solo? Oh, stronza, non sono fatti suoi probabilmente. E con un moto d’ira, issa la maglietta del compagno di viaggio, facendola cadere a terra, cozzando contro la sedia e scivolando sul marmo dove sosta stropicciata. Non ha più importanza ora. Non ha importanza quello che dice Katsumi. Non ha importanza quella sensazione di disgusto nel guardarsi riflessa. La schiena tesa, invero ancora non s’è immersa nell’acqua, ma sosta e cammina nervosamente avanti ed indietro, fino a bloccare il passo, minuto stelo d’un giglio bianco, infilando i pollici sotto le culotte e facendole scivolare sui fianchi, muovendo le ginocchia, le cosce, fino a farle cadere a terra. La schiena che si abbassa gradualmente fino a notare dallo spiraglio accanto la coscia, le gambe di Yukio sostare sullo stipite del bagno e dietro di lui, Katsumi. <…> Gli occhi che sostano su una, sull’altra figura, fino ad alzar il capo e la schiena precedentemente piegata e guardarli da sopra la spalla. Un corpo che uno dei due, conosce sicuramente bene. Niente di volgare, niente che possa piacere agli uomini. Una scia di fasce nervose, i lombi in tensione, e due piccole fossette appena sopra le antiche che presentano volente o nolente, il duro allenamento da kunoichi. I capelli coprono il seno acerbo, e i due serpenti arricciati invadono la schiena riportando lo stesso tatuaggio di Yukio. Uno bianco, ed uno nero. Il mento s’alza appena, li osserva. <E’ un gioco comune.> Mormora, muovendo pochissimo le labbra. <Tutti sono attratti dal nero del nostro sangue. Noi omettiamo parte delle verità.> Il fatto di manipolare le persone con il sangue nel corpo. Eppure la carnagione di Katsumi, beh, non confessa alcun tipo di malore. Che sia un buon portatore del gene Kokketsu? Il piede destro scivola fuori dalle culotte lasciate a terra, volgendo il busto morbidamente, in una torsione che muove ogni muscolo, verso di loro. Con quella dannata flemma, di chi ti ha in pugno. O di chi ha poco riguardo nei tuoi confronti. <Mh-> Passo, passo, passo, ed i piedi non sembrano neanche toccare terra, mentre si avvicina a Katsumi. La destra di accosta alla montatura leggera dei suoi occhiali. <Forse io non mostrerei la mia tela preziosa. Tuttavia, la diversità tra un’artista ed un malato sta proprio in questo.> Tenterebbe di sfilarglieli, con quel fare materno e dolce che non s’impone a Katsumi come un obbligo, ma come un favore. <Un artista conosce il vanto, ed è artista perché narcisistico: Alla fine, desideriamo ritrarre il bello. Il malato ha un capolavoro a parte. A volte tragico. A volte macabro. Altre straziante. Ma riconosce nel suo capolavoro---> Si avvicina, e i capelli che scivolano piano sulle spalle, tra i lombi, fosse riuscita poserebbe gli occhiali di Katsumi sul marmo del bagno, con gentilezza, scostandosi appena, tendendosi—come una falena in cerca di luce, in cerca, ossessionata, delle labbra di Yukio. <Qualcosa di estremamente intimo. Qualcosa da non poter condividere. Qualcosa che parla di lui, e delle sue più malate- > Gli sfiora le labbra, sulla punta dei piedi, scivolando con la linguetta sul suo labbro inferiore, piano. <Perversioni.> Espira—così dolce e così instabile allo stesso tempo, scivolando via dal corpo di Yukio- in direzione della vasca. Passi cheti, come se fosse davanti solamente a Yukio. <Mhn.>...<Cos’è quella luce nei tuoi occhi, nh?> Verso il tessai. <E perché hai attivato il chakra. E’ pericoloso.>

23:03 Yukio:
 <Dalle mie parole non è uscito mai niente di ciò che hai accennato... Padroncino...> Ma non parla, quelle labbra non si sono mosse, cosa- <Grazie per avermi lasciato passare...> Sorride unicamente a Katsumi, rivolgendogli uno dei strani sorrisi macabri da lui nati e da kurona, unicamente, comprensibili. Katsumi riuscirebbe a percepire un brivido lungo la sua schiena che parte dalla parte più bassa di essa fino a risollevarsi fra le scapole, un brivido piacevole, fin troppo, un aumento di percezioni fisiche? Come un virus, Yukio sta iniziando ad intaccare ogni singola cosa ma una manca al suo appello, la realtà "Oh... Lo dici tu che non era necessario... Lei dice bene... È un nostro gioco comune che ci diverte veramente tanto" Ruotando debolmente le proprie orbite verso Kurona, lasciando che venga investita dalla stessa energia che appartiene a Yukio, inglobandola in un medesimo genjutsu unicamente con lo sguardo ma ancora non da segni della sua presenza. I denti vanno a serrarsi bruscamente, come infastidito dalle ultime parole della sua donna. Scioglie quella pressione con dei filettini invisibili di saliva fra i propri denti mentre l'innata accenna soltanto a farsi viva con il sangue fuoriuscito da quell'attaccatura violenta fra i propri denti; il suiton a mostrarsi sopra tutti gli altri elementi che cela yukio prendendone il posto, regnando. L'intero corpo ad avvolgersi di celeste, come i suoi occhi originali ed il sangue fuoriuscito dalle proprie gengive a ritornare nella sua sede "IO. Sono pericoloso... Non sono gli altri che devono incutere timore a me... Tesoro" Schioccando quella lingua biforcuta in modo possente sul suo palato, facendo sbattere i due lembi che fugaci e serpentini fuoriescono, leccandosi le proprie labbra "Vediamo di chiarirci per il ritorno a Kusa... Visto che ci siamo ritrovati tutti e tre" Oh ma che bella occasione! Complimenti. ruoterebbe di scatto il corpo e il volto verso katsumi alla sua destra, osservandolo a pochi centimetri di distanza con quel suo sguardo enigmatico, inquietante in certi versi e... demoniaco. L'indice destro poserebbe l'unghia sotto il mento dell'uchiha, premendo dolcemente come se fosse l'inizio di un massaggio "Già... Non si vedono effetti collaterali... Ma la dosa era poca... Te la farò uscire io... Domani, forse" Ed ecco una strana sensazione che giungerebbe dentro lo stesso corpo di Katsumi, una sottospecie di forza non brutale che smuoverebbe il suo corpo a... sollevarsi <A sedere, padroncino> Ovviamente verso katsumi, andando a ruotare il suo corpo e di seguito quello del clone a due centimetri in aria per farlo posare delicatamente sull'orlo della vasca senza più toccarlo in quel tragitto, restando completamente fermo in quella sua posizione sulla porta. In quel preciso istante l'attenzione del proprio chakra passerebbe a Kurona, un moto veloce, l'intera zona dell'appartamento rivestita con il suo chakra,un controllo totale, classica mania. <Colpa tua che mi lasci certe perversioni...> Una sensazione, un tocco forte che causerebbe, se non trattenuto, un sobbalzo alla kokketsu; la sensazione di una sculacciata sulla natica destra come ricordo e poi un tocco, un delicato tocco che stringerebbe la medesima parte come a tenerla stretta a se. "Non ti preoccupare... Non ti farò del male... Mi conosci bene, no?" Verso katsumi, parlando a voce e questo sarà visibile per tutti e due i presenti. <Di me ti devi solo fidare...> Pronuncia nella sua mente mandando di conseguenza un tocco soave sul suo petto, due mani che si avventerebbero con passione sul suo corpo come a volerlo possedere (già fatto). "Bene... Visto che ci siamo ben sistemati, organizziamoci per l'attacco" Sorridendo bastardamente entrando a tutti gli effetti in quel bagno che più di tale uso sembra un'altra stanza da letto per quanto è grosso. Il tacco del piede destro farebbe chiudere la porta alle sue spalle mentre le sue affusolate e rovinate mani dall'inchiostro scivolerebbero sul suo corpo per rendersi libero da ogni vestiario, ovviamente intenzionato a immettersi in quella vasca "Mi servono prima di tutto delle persone all'interno di kusa facilmente controllabili dall'esterno... Non vorrei usare il popolo per questa cosa ma qualcuno... Vicino ai consiglieri... riusciamo a prendere da parte i loro maggiordomi? Voi che dite?" Domanda ad entrambi mentre tutti i suoi tatuaggi diventano visibili, poco alla volta, in una danza di sottofondo che rimbomba ovattata dall'esterno in quella stanza piena di vapore che lentamente s'innalza. Per kurona un altro tocco, un dito che sale lungo il suo ventre, passando in alto, fra i suoi seni fino ad arrivare in vetta alle sue labbra, stuzzicandogliele così come ha stuzzicato le sue prima, realmente. Solo una volta che fosse completamente spoglio si dirigerebbe nella vasca, immergendosi con cura.[ck: 135-70][ingaggio genjutsu katsumi nella precedente azioni: 30+mantenimento seconda azione+10/ingaggio e controllo genjutsu kurona secondo turno+30][pv: 100-4][turni utilizati: precedente turno 3/4 (richiamo + illusione completa dei sensi| secondo turno: 4/4 (illusione completa dei sensi + innata][oggetto utilizzato da innata: sangue presente nel corpo di katsumi, non richiede la creazione di un altro oggetto]

23:43 Hanae:
 E' dentro quel genjutsu, ha lasciato che il tocco altrui lo cogliesse dopo aver abbassato la guardia. < Aaah..> la mancina scivola sulla propria fronte quando le parole di Yukio nuovamente lo raggiungono. Un brivido sussegue, assieme all'inarcarsi della schiena e ad un irrigidirsi dei muscoli corporei. < Odio contraddirmi, ma pare che tu mi abbia appena reso una marionetta...con i fili. > Chiude gli occhi, inspirando profondamente. E' caduto vittima del gioco altrui, con una facilità..spiazzante. E' umiliante, ma non odia quella sensazione. Perchè è unica, una volta e una soltanto proverà quello stesso sentimento, e se mai si ripresenterà, per un proprio errore, non sentirà quello stesso peso. Lei si avvicina. Non si oppone a quel suo fare, è curioso nei confronti di quel loro gioco. Curioso di comprenderne il funzionamento. Lascia che i propri occhiali vengano sfilati, mostrando le iridi cremisi sporcate dalle tre forme di virgola denominate Tomoe. Lei parla della differenza tra un artista e un malato. La ascolta, mantenendo il capo leggermente chino sul lato sinistro. < Un pensiero cosi' razionale..> una risata di circostanza, a seguire. Forse sa in cosa si riconosce maggiormente, tra i due lati. < L'arte deve confortare il disturbato e disturbare il comodo. > E nel proprio piccolo angolo di paradiso, visibile quando contempla la propria arte, riesce in entrambe le cose. < Ma tu..tu sei il comodo. > Sussurra appena, verso Kurona. < Ma non vieni disturbato. Ma non è neppure quello il motivo..> per cui tanto vorrebbe torturare la sua anima, per cui tanto è infastidito. < Forse perchè hai costruito una tela migliore. > Scuote leggermente il capo, sbruffando. L'argomento viene posto nuovamente in un angolo, quando Yukio accenna a effetti collaterali legati allo stesso sangue. Il suo indice a premere sul proprio mento. < Mi fido. > Nel peggiore dei casi dovrà fare da se, ma preferirebbe ricorrere al metodo semplice. Fa suonare il tutto come una semplice affermazione, nessuna sfida, placido. E come se qualcosa di vivo fosse presente in lui, si ritroverebbe ad esser mosso dall'interno, a causa della manipolazione di quel sangue nero. Inutile dire che sia tutto enigmatico. < Se non mi fidassi mi sarei già perforato lo stomaco, mi conosci anche tu... > Per annullare quel genjutsu e per smaltire quel sangue nero. Il dolore fisico del resto non è cosi' male, e più che essere una marionetta nelle mani sbagliate gli va benissimo rischiare. Segue tuttavia un discorso che ha del serio, l'inizio dell'attacco a Kusa. Rimane fermo all'orlo di quella vasca. < Dovrebbe funzionare. Presumo che ci siano delle squadre di shinobi che pattuglino il palazzo del consiglio, se riuscissi ad avvicinarmi abbastanza potremmo renderli uno ad uno alleati per un possibile assalto. Ma ho bisogno che la mia mente sia in netto vantaggio perchè funzioni. > Affermerebbe, indicando con un cenno del capo anche Kurona, la quale conosce abbastanza bene il funzionamento della tecnica. < Ma sembra tutto troppo semplice, sulla carta..> sbruffa. [ sharingan on] [chakra on]

00:00 Kurona:
 La destra che si accosta alla nuca e la scopre con veemenza, la parte esterna della mano che la carezza, scosta il crine a scivolare a ridosso della spalla destra, mentre il piede corrispondente si muove, s’alza appena, e scivola all’interno dell’acqua torpida della vasca. Non bollente e non fredda, il giusto per rifocillarsi dalla giornata pesante trascorsa, dall’aver messo a soqquadro la suite di Yukio nella furia che la muove il cercarlo e non trovarlo esattamente dove aveva previsto. Come un eroinomane e la sua dose, lo stretto necessario per vivere. E ora che è qui, ora che è con lei, che sente il suo odore ed il suo sapore sulle proprie labbra, ogni muscolo si rilassa, il respiro scivola fuori dalla bocca come se fosse l’ultimo sospiro. Ed ora che entra a contatto con l’acqua, le spalle si curvano appena, s’incassano nel piccolo sterno e lasciano che le collar bones si spingano all’infuori, come un mostro sotto la pelle bianca. Le ciglia che prima puntavano l’acqua, e la prima bozza del suo profilo, s’alzano sul suo compagno non appena percepisce la pressione del suo flusso di chakra nella sua mente, lo accoglie tuttavia, non lo scaccia ne allontana, ma come trasporta il corpo ad entrare nell’acqua, un’improvviso schioccho le fa rizzare la schiena dolcemente, con una curvatura che vede il scivolare dolce e morbido dei lombi verso l’esterno, e lo stringersi delle spalle. <Ahh-n-- > Un gemito di sorpresa, che per Katsumi non vorrà dire niente ma- in sottecchi, guarda prima verso Yukio, poi verso l’Uchiha. Chi è stato dei due? Dannati genjuster- ma la voce di Yukio toglie qualsiasi dubbio, facendole gonfiare le guance in una smorfietta, man mano che s’immerge, con le gote paonazze, nell’acqua, lasciando che i lembi torpidi la vestino e le accendano ogni senso. La pelle issata in brividi, che rassodano, ed allo stesso tempo rilassano ogni muscolo. <Uhm.> Gli incisivi che s’infilzano del labbro inferiore, già livido normalmente, tiracchiandolo appena, ma senza ferirlo o tagliarlo. Se ne sta in silenzio, tra quei tocchi, il fremito sottomesso- quanto soffocato, che porta le ginocchia a stringersi di lato, semi accavallate. Dirgli di smetterla? Assolutamente no. Dopo aver ascoltato le parole di Katsumi con il viso rivolto verso il muro –per nascondere il rossore- mugugna a labbra strette annuendo solamente <Nhm-nhm-> E le labbra che lentamente si schiudono sotto il passaggio di quelle mentali di Yukio, soffice, dolce, rimanendo sospesa metaforicamente a mezz’aria. Le parole che seguono, quelle che marcano un argomento più serio, la fanno muovere in avanti, sulle ginocchia, con della schiumetta poco fissa che le sporca le dita e l’avambraccio, scivolerebbe accanto a Yukio, silenziosa, ma il calore della pelle raggiungerebbe Katsumi.<Sarebbe troppo lungo, uno ad uno.> Mormora a bassa voce, facendo percepire a Katumi le dita che si affusolano sui fianchi, sul capo, lo arpionano con la sua scarsa forza e quel sorriso da bastarda che le dipinge le labbra; lo tira giù, infame sirena, senza riguardo per Katsumi stesso ed il suo talento in equilibrio, traendolo in acqua. <Mi mette a disagio esser guardata.> Soprattutto quando è nuda, farei notare (?) dato che qui son tutti figli di madre natura. Gli occhi che scivolano su Yukio, fosse riuscita a tirarlo in acqua, come se fosse stata una bambina cattiva, pentita, ma sotto sotto orgogliosa di quel che ha fatto(??). “Voglio giocare con lui, Yu-yu—“ Una voce che gli cinguetta nella mente, sporgendo piano il labbro inferiore e guardando verso Katsumi, che sia esso rimasto arpionato al bordo(????) o meno. Si adagia sulle cosce dell’Arufa, minuta, posando l’ossosacro contro il suo ventre, e i lombi contro la sua pancia. I capelli che s’allargano in acqua come alghe bianche.. <Potremmo muovere una ribellione dai deshi, sono le ultime pedine. Li attiriamo fuori e consegnamo a gradini più alte delle missive.><Passai da Kusagakure prima di venire qui. Il paese…> La voce si spegne piano, espirando e allungando un piede, dispettosa, verso Katsumi stesso. <Il paese si sta spegnendo, Yukio. I campi si stanno seccando. Manca il riso, persino.> Iridi incandescenti che scivolano sopra la spalla, lo osservano—ma di tutta risposta, il bacino e la zona pelvica si ricurvano appena, come lui ha torturato lei. Muove appena l’acqua, di poco, spostando il busto in avanti, verso l’Uchiha. <Vuoi una mano?>

00:29 Yukio:
 Rimane serio in volto, decisamente serio fra i vari pensieri che sommergono la sua mente, un altro genjutsu?! Da chi viene?! Una stanza, non è più nel bagno: una stanza color grigio, si intravedono le pareti per via dei bordi ombreggiati, non ci sono finestre, solo un enorme soffitto alto chissà quanto per poterlo esprimere e delle pareti lontanissime, quasi irraggiungibili. Avanti a se una cancellata di mastodontiche dimensioni con all'interno un becco, un corvo? No. Una maschera, c'è una maschera che si muove al suo interno che ad ogni movimento lascia a Yukio la possibilità di verificare i contorni identificando il demone che racchiude dentro il suo scrigno "[Non udibile a nessuno] No... NO!" un urlo che farebbe smuovere una patina d'acqua sul pavimento, non se n'era nemmeno accorto di quel liquido a terra. Uno spruzzo semicircolare si getterebbe contro le inferiate andando a toccare e corrodere l'ombra che vi è racchiusa "[non udibile a nessuno] Aspetta ancora un paio di giorni..." Tutto collassa, la maschera si rintanerebbe nelle profondità della stanza dal lato opposto di yukio, una chiave a ciondolare sulla vita del tessai color viola scuro con delle fiamme non reali a circondarla come se fosse un'aura, ed il nulla. Sgrana gli occhi di colpo, tutto in una frazione di secondi e mancano realmente pochi secondi fino a che qualcuno non si renda conto della sua presenza nell'hotel. Ripristina la sua lucidità in frazioni di secondo come se nulla fosse accaduto. "[per katsumi] Non sei la mia marionetta. Sei semplicemente il MIO padroncino... E ti sposto nelle zone che trovo più adatte a te. Vicino a me" Sorridendo dopo avergli donato un'occhiata di sottecchi con quelle pupille che escono da sotto le sopracciglia. "Ok, cambio di programma. Scenderò in campo arruolando direttamente le persone al mio passaggio. Più della metà della popolazione ormai è povera, riesce a malapena a campare... Li avrò dalla mia parte ma mi basterà unicamente il loro appoggio, non voglio spargimenti di sangue... Immaginate metà popolo contro i più potenti... Ci saranno anche dei clan non calcolati dai nobili che volgeranno a nostro favore" Sospira, ma quell'aria pensierosa svanisce a causa di kurona che si piazza sopra di lui; inutile descrivere un abbozzo di ciò che avviene sotto quel corpo da fanciulla pieno di tele e cicatrici, tutto è avvertibile, sopratutto accentuato dato che il genjutsu continuerebbe ad essere attivo, ancora per poco, dentro i due. Il tatto ad aumentare di intensità per lei nella zona in cui si è messa sopra il tessai, una sensazione piacevole, poco ma sicuro, più forte e più... privata "[Kurona]Giochiamo allora... Se è questo ciò che vuole la mia psicopatica, questo avrà" Dentro la sua testa quella voce sensuale arriverebbe immediatamente a quella richiesta. Le mani di Yukio a muoversi realmente sopra le cosce di Kurona, avvolgendogliele verso l'interno per tenerla attaccata a se usando come scusa il: ti tengo, ancora cadi; quando cerca di buttare dentro la vasca Katsumi. Le braccia si distenderebbero per lungo su quella enorme vasca prendendo il lato maggiore dei due, sdraiandosi letteralmente. Un'ultimo sguardo a Katsumi ed ecco che quella pesantezza dentro di se accenna a svanire, ma non il chakra che avvolge il suo corpo "[Katsumi] Padroncino... Abbiamo voglia di giocare... Io anche ho tanta... tanta voglia" parole dette nella sua mente ma che nella realtà mutano in uno sguardo da gattino bastardo con il capo chino e le gote rossicce, un'azione involontaria per quella circostanza. "Ed ora... Ho finito di fare la mia parte" Già, facilmente intuibile da entrambi che erano sotto lo stesso controllo di Yukio, cosa confermata adesso a tutti gli effetti. L'ultimo segno suo prima di abbandonare i loro corpi con il chakra è diviso in due cose provviste di tatto per entrambi: il tocco di due mani a spostarsi sulla vita di Katsumi, intenzionate ad incitarlo a sbottonarsi la parte inferiore del suo vestiario, scendendo infami lungo le sue gambe, internamente, niente di volgare sia chiaro. Mentre per Kurona le stesse mani che la toccavano prima scivolerebbero lungo i suoi di fianchi fino ad innalzarsi, prima era passato attraverso i seni di lei, questa volta vengono avvolti da questi pannelli di seta invisibili ma tangibili interiormente, due pezzi delicati al tocco ma così tanto... Attivi, vivaci e sicuri di se, di ciò che sta facendo. "Adesso... Relax..." Abbandonerebbe i loro copri lentamente come una doccia d'acqua tiepida che passa dentro i loro corpi uscendo da ogni tsubo presente in loro, una uscita elegante e raffinata ritraendo quella patina di chakra creata su quel pavimento della suite, riprendendo a se il proprio potere e la propria innata.[tutto off]

01:03 Hanae:
 Rimane ancora comodo, sull'orlo della vasca già occupata da due dei tre presenti. Lo sguardo ricade su entrambi, leggermente più fugaci le occhiate su Kurona. Più durature quelle sul tessai, non tanto per preferenza, quanto per abitudine. Non sa cosa potrebbe portare questa notte, ma sta di fatto che le decisioni che stanno venendo prese influiranno sul futuro del villaggio dell'erba, se non dell'intera alleanza ninja. Una volta questi problemi erano affidati "ai grandi" agli occhi dell'Uchiha. Soltanto adesso si rende conto di quanto tutto sia dannatamente ilare. Il gemito della lei a fargli inarcare un sopracciglio. <oh~> schiude leggermente le labbra, reagendo al fare altrui, per quanto non ne conosca la causa. Lo sguardo si sposta poi su Yukio, le parole che a lui vengono trasmesse ad essere accolte con un mezzo-sorriso. Gli sembra quasi palpabile una certa bipolarità nel suo carattere. E' cosi'..differente, da quella sera passata su un divano, con un bicchiere sempre pieno di sakè. O forse è soltanto Katsumi che continua a cadere in un'illusione generata dalla propria mente. " Dovrebbe essere il mio ruolo..scegliere dove spostare te. "Flette leggermente il busto in avanti, in direzione di Yukio. Permane sul volto un accenno di sorriso. < Ho sentito che la povertà si sta diffondendo oltre il 50% della popolazione. Forse agire direttamente non è la scelta migliore. Basterà una piccola spinta..> indica Yukio, rappresentato come il movente di una rivolta in questa situazione. < E si introdurrà l'anarchia. E subito dopo..il caos. > le braccia si allargo come a simulare un'esplosione, dando un'idea di ciò che porterà fare le cose in grande. < Ma forse è meglio cosi'. Ci sarà sangue, ma al termine di tutto il caos avrà riportato la marea al suo normale livello. Dobbiamo solo essere abbastanza veloci nel raggiungere il consiglio..> Oppure gli aghi della bilancia volgeranno in loro favore. < Non staranno tutti a guardare, nell'illusione di contare qualcosa in tutto ciò. > Osserva il tessai, sempre parlando della popolazione. Lo sguardo su Kurona. < Già..> tutto troppo lento..non è granchè, forse è meglio creare caos, e dal caos equilibrio. < m-- > Si sbilancia appena in avanti a seguito del tocco altrui. Il proprio corpo scivola in quella vasca colma d'acqua, increspandola per dei secondi e bagnando di conseguenza le proprie vesti. < Ti guarderò comunque..> sospira, cercando dunque un piccolo spazio in quella vasca e mettendosi quanto possibile comodo. Braccia tirate indietro a poggiare con i gomiti ai bordi della vasca, e capo leggermente inarcato verso l'alto. E' il tocco di yukio a dargli un incentivo per togliere quei vestiti, assieme a quelle parole...tanto suadenti, troppo. Sarebbe prossimo a rimuovere il tutto da se, eppure viene interrotto dal fare della lei. Quel suo piedino, e le parole che ne seguono. < Anche due, Kurona-chan~ > risponde, quasi dispettoso in risposta ai movimenti della lei. La invita ad avvicinarsi con un cenno della mancina, per rimuovere almeno la parte superiore del proprio vestiario. Se vuole essere un gioco...devono diversi tutti. Qualora le proprie vesti venissero rimosse sul petto diverrebbe visibile parte del disegno del centipede che parte da sotto l'occhio sinistro. E se vi fosse l'angolatura giusta, diverrebbe visibile anche il centipede che attraversa per intero la sola schiena. [ Chakra on ] [lo sharingan va off assieme all'illusione di yukio]

01:28 Kurona:
 Ogni singola sensazione recepita, sembra pungerla su più parti—il suo impazzire, come l’ha additata Katsumi, non è ne distubato ne comodo. E’ come un ribollire sul fondo dello stomaco di una sostanza acida che non fa altro che dormire, svegliarsi, dormire, svegliarsi. E forse è in parte lo stesso Yukio, gli occhi rossi di Katsumi, a svegliare quella parte di lei che sarebbe meglio far dormire il più a lungo possibile, tendendo un sorriso che sembra tagliato da orecchio a orecchio, nel tendersi a buttare l’Uchiha nell’acqua, con le mani che le avvolgono l’interno coscia. Impercettibilmente freme, le labbra schiuse tremolano, di quel color opaco che ricorda il vino riscaldato, denso, lasciando che i movimenti tintinnino nell’aria fredda che penetra dalla finestra, ove il vapore sembra fuggire come una presenza fuori luogo. Gli occhi scarlatti che si soffermano torpidamente nel vuoto, immersa ed incastrata tra le mani di Yukio; il suo vestito preferito da indossare, nel silenzio e nel buio della loro magione. <Gh-> Le gote leggermente rosse, sul pallore del viso di Kurona, dai capelli bianchi che scivolano per metà fuori, e per metà dentro alla vasca, inumiditi maggiormente dallo schizzo provocato dallo scivolare nella vasca di Katsumi. Lascia che il discorso razionale svolazzi via assieme al vapore, morbidamente le gambe scivolano attorno ai fianchi di Yukio, i polpacci attorno alle sue cosce ed il busto che s’era sbilanciato in avanti, esce dall’acqua lasciando che avide gocce le percorrano la pelle, tra le dita del tessai, sotto il ventre, e come quel movimentarsi esponenziale delle sue sensazioni l’abbandona, come se ogni singolo nervo si atrofizzasse, sembra quasi volerlo ricercare- agonizzante, un eccitante che la lascia a bocca asciutta, e con il morboso desiderio di averne ancora, di averne di più-. Le mani carezzano quelle di Yukio con delicatezza, posate sulle gambe di Katumi, ma è un movimento fugace che la vede tendersi, tanto da far salir a galla delle costole sul fianco maggiormente esposto- è come sentirsi coccolati, non è vero? Anche la fastidiosa sensazione di avere delle tomoe sul corpo, dove da qualche parte, avrà il mangekyou marchiato a fuoco, in quell’arazzo di cicatrici. Le dita che fanno pressione sulla camicia, scivolano verso il basso prendendosi i suoi tempi, sfiorandolo con la punta delle dita ed abbassando il capo su di lui, su quelle labbra che spesso l’hanno soppesata rimanendo sigillate. Ma non lo tocca, non concede così facilmente le sue, del resto. Bottone dopo bottone, come farebbe un’amante devoto che si strazia da solo attendendo di vedere la carne, la pelle, anche solo un lembo del polso, o del collo. Inspira pigramente. <…> e nel farlo, nello stesso istante, abbassa la punta del naso a sfiorargli la pelle scoperta. Gli occhi chiusi. Il silenzio immobile da parte sua, come se stesse costantemente pensando. E’ vero, c’è una tempesta che non le permette di esprimersi lucidamente. E’ dannatamente vero. Come ambo le parti della camicia si schiudono, pesantemente attaccati alla pelle, le dita s’infilano sotto la stoffa e passano piano, Il palmo non preme con insistenza ma gli occhi, d’altro canto, sembrano spogliarlo anche dell’epidermide, per guardare sotto, guardare quella tela che lui non vuol mostrare tanto facilmente, mentre quella di Kurona. Quella tela intima, privata, cel’ha proprio davanti agli occhi. In ogni cicatrice, ogni tatuaggio. Lascia che la camicia cada per terra, adagiando il basso ventre contro quello di Yukio, al suo posto precedente. La schiena disegna una curva morbida, le labbra si avvicinano alla pelle, al mento di Katsumi. Espira, inspira- <Non è forse..> E’ solo vapore bollente sulle labbra—è come se ti stesse baciando, ma senza mai farlo realmente. Le mani scivolano verso il basso, sfiora il petto, il ventre—oltre. Occhi incandescenti che scivolano come lava sulla pelle, resi torpidi dallo stesso piacere che fino ad ora l’ha ammutolita. <L’apice del narcisismo, questo?> Forse la linea tra malato ed artista, è piu sottile di quanto non avesse immaginato. Oh sa quante somiglianze ci siano tra loro due. Sa di non poterlo guardare troppo a lungo. Sa dei suoi occhi, di cosa può farle. Come può scottarla nuovamente. E vedere dentro, forse terrorizzarlo, sapendo cosa l’ha spinta a suicidarsi e rimanere li, a morire, fino all’arrivo di Irou. Ma la carne soffoca il pensiero, e per ironia della sorte, la sua ossessione per la pelle di Yukio è forse pari o maggiore, all’enorme sofferenza che si porta sulle spalle. Il mento s’alza, piano, poggiando la nuca contro la spalla dell’Arufa. I capelli che lo sfiorano, ricadono oltre la sua spalla e la destra nel ritirarsi, non abbandona Katsumi—lo trae a se, verso il suo corpo, verso Yukio—forse per baciarlo, mentre la sinistra scivola sotto l’acqua, oltre l’ombelico. O forse, beh—forse no. [END HAPPY]

ALLORA, non descrivo niente perchè è meglio di no.
Non so se ci sono tutte le azioni.
Yukio/Katusmi/Kurona.
I cattivi si trovano tutti nella stessa stanza, cosa può mai succedere?

[Yukio said] Se lui raggiunge i px, passarli a Misa!