La Nenia d'una Consigliera

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15:35 Furaya:
  [Monte] I raggi solari illuminano il Monte dei Volti di Pietra, ricostruito anni addietro e ormai perfetto. Tutti i Volti degli Hokage sono tenuti ben puliti, curati, onde evitare lo stesso sfregio che gli Uomini di Ryota compirono anni addietro. La figlia dell'omonimo traditore si trova, quest'oggi, lungo le scale di ferro - ricostruite anch'esse - che portano direttamente al primo volto: Hashirama Senjuu, e alla piazzola poco più avanti alla stessa. Indossa uno Yukata corto, nero con dei fiori di ciliegio che si inerpicano per tutto il tessuto, partendo dal basso e risalendo verso il petto e le spalle. Le lunghe maniche coprono i vambraci in metallo, i quali terminano in un paio di guanti neri, a mezze dita, con lamina in metallo sul dorso. Sui rispettivi polsi, ha due Fuda: uno - a destra - contiene la Falce; l'altro - a sinistra - la Naginata. Entrambe le armi sono avvelenate e non le lascia mai a casa, ma le porta sempre con sé. Valgono come effetto sorpresa, perciò son nascosti dalle lunghe maniche dello Yukata. Ai piedi, ha un paio di sandali ninja, alti fin sotto le ginocchia, rinforzati altresì in metallo lungo i polpacci. Contro il fianco mancino, sorretta da un fodero e una cintura, vi è la Katana, quella dal manico bianco e nero. L'altra, si sa, è al Cimitero dei Dannati, accanto ad una tomba che molti conoscono e che nessuno visita ormai più. I capelli rosei son raccolti in una sorta di chignon alto, con alcuni ciuffi - ormai decisamente lunghi - arrivanti sino alle spalle, sfiorandole sospinti dalla lieve brezza pomeridiana. Il coprifronte della Foglia è tenuto attorno al collo, difendendolo da possibili attacchi miranti un punto vitale. Attorno alla coscia destra, vi è una Tasca Porta Kunai e Shuriken, accompagnata da una Porta Oggetti posta al di sopra del gluteo dal medesimo lato. La Consigliera della Foglia sale lentamente quei gradini, uno dopo l'altro, contandoli mentalmente. Gli occhi spaziano da un lato all'altro, osservando i dintorni con fare disattento. Non se ne cura molto. Il Chakra, come sempre, è già in circolo, pronto per essere utilizzato, qualora serva. Non ci spera. Vuole tranquillità. [Chakra ON]

16:13 Kaori:
  [Monte] Una brezza leggera le scuote i capelli viola, la lunga treccia che le ondeggia dietro la schiena, mentre il sole illumina limpido il Villaggio della Foglia. Si trova lei in cima al monte dei Volti di Pietra, il posto che preferisce in assoluto in tutto il Villaggio. Lì la pace è assoluta e la vista era meravigliosa sull'intera Konoha. E' come se potesse abbracciare l'intera città fra le sue braccia, tenerla d'occhio da lassù. Distesa sul terreno duro e nudo osserva il cielo limpido e terso rincorrendo con lo sguardo qualche nuvola ovattata bianca che passeggiava qua e là. Le braccia sono tenute piegate dietro la nuca, le gambe dritte lungo il suolo in una posa semplice e naturale. Indossa abiti normalissimi: una felpa nera dal cappuccio e gli orli viola lunga fino alle cosce, un porta kunai e shuriken legato alla vita ed un paio di stivali ninja alti al ginocchio color pece. La brezza carezza il suo viso nudo, semplice, dai tratti delicati scostando appena i ciuffetti viola che le coprono la fronte non molto alta. Ripensa alla lezione del mattino, a quell'incontro con Hiashi e al suo invito a chiedergli aiuto quando ne avesse avuto bisogno. Sicuramente le avrebbe fatto piacere allenarsi con lui: per quanto riguarda il taijutsu ha davvero molto da imparare, mentre per quanto riguarda l'apprendimento dei ninjutsu sembra cavarsela piuttosto bene anche da sola. E poi la solitudine la aiuta a concentrarsi meglio nel controllare il chakra. Sospira pensando a quanto ancora abbia da imparare, a quanto ancora sia lontana dall'essere un ninja mentre il silenzio la culla in quell'attimo di pura pace. E' speranzosa però, di riuscire a migliorare con la forza della sua determinazione grazie anche ai consigli e le parole che Hitomu le ha detto qualche sera prima proprio in quel punto. Non s'avvede, così persa fra i suoi pensieri, dell'arrivo di qualcun altro, del leggero e flebile tonfo sordo di passi sul ferro.

16:53 Furaya:
  [Monte] Arrivata all'ultimo scalino, il piede sbatte contro il terreno, non più sul metallo. La sinfonia e il tonfo cambiano, altresì quando poggia l'altro piede. Raddrizza la colonna vertebrale, fermandosi per riprendere fiato. Accenna ad un paio di passi, allontanandosi dalla balaustra che continua fino al primo volto. Gira il capo e, di conseguenza, il relativo busto, verso il panorama sottostante. Sono innumerevoli le volte durante le quali ha avuto modo e piacere di guardare Konohagakure dall'alto. Ma a quanto serve guardarla, non sapendola difendere? Contro un mostro com'è stato suo padre, lei da sola non è riuscita a spiccicare un passo. Vederlo, scatenava un Terrore violento, impedendole di fare e pensare qualsiasi cosa. Debole. Per anni, s'è ripetuta d'essere debole. Anche quando lo ha pugnalato - in fin di vita - s'è ripetuta la stessa frase: "Sei Debole". Ora come ora, nel guardare il Villaggio, con lo sguardo diretto verso il Quartiere Nara - dove vive - quella frase fa capolino, abbastanza per farla innervosire. <Tsk.> Lingua che schiocca contro gli incisivi superiori, e sguardo che si volge verso le scale di ferro, sentendo dei passi. Nota l'avanzare e il relativo sopraggiungere d'una ragazzina - mai vista prima - dai capelli chiari. <...> Lo sguardo non si sposta, restando puntando su quella. Non apre ancor bocca, aspettando che la Hyuuga arrivi a destinazione, presentandosi, magari. D'altro canto, la Nara si presenta - data la sua fama - come una figura d'elevato spicco all'interno della società di Konohagakure e dintorni. <Salve.> Tuttavia, quella mera educazione rimastale le impone di salutare, quantomeno, un nuovo arrivato. Cerca di squadrarla, nel tentativo vano di trovare un riscontro con qualcuno di familiare o semplicemente un coprifronte che la etichetti come Genin effettivo della Foglia o di chissà quale altro Villaggio alleato. Occhi che si spostano frenetici, osservandola, cercando persino delle armi. La Santa Barbara qui è lei, ma ciò non vuol dire che non stia attenta lei stessa per quanto riguarda gli altri. Modo di fare ben visibile, poiché non nascosto. [Chakra ON]

17:07 Kaori:
  [Monte] Guardare le nuvole rincorrersi come bimbi innocenti nel cielo la fa sentire libera. Le fa dimenticare la paura di deludere la famiglia, di essere indegna di appartenere a quel nobile e antico clan, il timore di non saper essere una shinobi degna di tale nome. La fa sentire semplicemente leggera, come se da un momento all'altro possa sollevarsi in volo fino a sfiorare quelle nubi ovattate con un dito. Si è allenata durante tutta la mattina, in Accademia, e ora ricerca un po' di riposo prima di provare ad allenarsi nuovamente nella sera. Dopotutto affaticare troppo il corpo non è affatto salutare, non rende più forti, ma invero tende ad indebolire. Bisogna saper trovare un giusto equilibrio per non fare più danni che il resto. Mentre osserva tranquilla la placida calma di quelle nubi bianche, ode d'un tratto un suono improvviso, basso e flebile. Si alza a sedere, presa alla sprovvista, ritrovandosi a osservare alla propria sinistra la figura di una kunoichi piuttosto bella. L'abito è elegante e grazioso, indossato con un portamento invidiabile, mentre i capelli rosa ne risaltano le forme ed il colore scuro, avvicinandosi in parte alla trama dei fiori di ciliegio che ne descrivono i contorni. Conosce quella donna, è famosa a Konoha: Furaya Nara, figlia di Ryota Nara. Kaori non ha mai pensato che suo padre avesse definito chi era lei. Non crede di doversi tenere alla larga da quella donna per colpa della fama del genitore. Ognuno è diverso e una linea di sangue può sempre trovare cambiamenti nel corso del tempo. <Oh, salve Furaya-sama> saluta la giovane deshi una volta riscossa dai suoi pensieri e da quel breve attimo di trance. Si alza in piedi pattandosi appena le mani sul lato inferiore posteriore della felpa, così da pulirlo da eventuale terriccio in eccesso e muove qualche passo verso la donna, timidamente, lentamente. <Anche lei qui per ammirare il panorama?> domanda con fare cortese, un sorriso gentile sulle labbra rosee mentre inclina appena il capo verso la spalla destra, la lunga treccia violacea a ondeggiarle alle spalle. <Spero non le dispiaccia non esser sola> aggiunge poi riferendosi alla propria presenza.

17:33 Furaya:
  [Monte] Certo, la Fama non fa per lei. In realtà, mai l'è importata più di tanto. Tuttavia, tra l'essere ricordata per essere Consigliere e l'essere ricordata per essere l'unica figlia di un crudele dittatore e assassino, ovvio preferisca la prima. Inarca il sopracciglio destro, distogliendo per un attimo lo sguardo dalla ragazza. Lo riporta sul Villaggio sotto di sé. In una visione maledettamente utopica, sembra che dall'alto il Villaggio possa essere calpestato da un momento all'altro. Piega il capo di lato, con le labbra a piegarsi in un piccolo sorriso. Oh suvvia, dovrebbero saperlo tutti che ormai la mente della Consigliera può essere considerata in viaggio verso chissà quali altri lidi. Dorme poco e, quando riesce a chiudere occhio, fa incubi. L'Hyperarousal non la lascia mai da sola. Un'amica segreta, recondita nel proprio cervello che ogni tanto appare, e di tanto in tanto scompare. Socchiude gli occhi, sollevando la mano destra verso il volto. Il palmo si sposta dall'alto al basso, dalla fronte al mento. Sospira, tornando ad ascoltare quanto viene pronunciato da Kaori. Le spalle si rilassano, volgendo il collo, gli occhi e metà tronco in sua direzione. <Sì, mettiamola così.> Ammette, per quanto riguarda la prima domanda ch'ella le pone. Effettivamente, sì, il Panorama è mozzafiato da lassù. <Ne feci anche un disegno, anni fa. Ad acquerello.> Si stringe nelle spalle, ricordando eventi d'una vita passata e felice, interrotta da un uomo caparbio, crudele e vendicativo che fece tutto per amor della figlia, spirando con ultime parole che non hanno fatto altro che distruggere psicologicamente la Consigliera. Bello, eh? <Ne deduco che, appunto..> Riferendosi all'ultima frase della giovane. <..tu sia qui per la stessa ragione.> Rilassa ogni fibra del proprio corpo, abbassando altresì il braccio lungo il fianco. Stringe le dita, le serra a pugno. Le unghie strisciano contro il palmo, ma senza ferirsi. Oh, la voglia di usare la Lava per far sì che quella rabbia repressa si plachi è molta. Ma non può farlo lì. <Ci siamo dimenticate di presentarci.> Un plurale inutile, quasi come a voler prendere in giro la povera Deshi. <Considerando che conosci il mio nome..> Cosa ovvia. <..vorrei poter conoscere anche io il tuo.> Gli occhi azzurro-cielo - stanchi, evidenti - si stagliano in quelli altrettanto chiari di lei. Come a volerne scrutare l'anima. [Chakra ON]

17:49 Kaori:
  [Monte] Quando si sente parlare di personalità famose e influenti, non ci si sofferma mai a pensare a loro come vere e proprie persone. Sono solo ninja molto dotati. Sono eroi. Sono mostri. Sono semplicemente figure demonizzate o glorificate conosciute soltanto per le loro gesta, come se la somma della loro esistenza non facesse che limitarsi a questo. Azioni. Uccisioni. Decisioni. Ma nessuno pensa mai che anche loro siano capaci di gesti comuni. Un sorriso, una carezza, un disegno. Questo pensa Kaori quando l'altra le rivela di aver disegnato quello stesso paesaggio una volta. E' strano pensare ad una persona famosa come lei che fa qualcosa di semplice come un disegno, eppure al tempo stesso non dovrebbe esserlo. Non è solo una delle Consigliere di Konoha, non è la figlia di un dittatore, è una persona. Una ragazza con delle passioni, dei sentimenti, delle speranze. Le sue labbra rosee si incurvano in un sorriso gentile, intenerito mentre osserva la donna davanti ai suoi occhi guardandola ora con una consapevolezza diversa. <Io non sono mai riuscita ad usarli gli acquerelli. Ho sempre reso il foglio fradicio con chiazze di colore troppo liquido ovunque> rivela portandosi una mano al capo, grattandolo timidamente. <Però disegno molto in genere, anche se non amo colorare> aggiunge innocentemente come se stesse parlando con una sua pari. Un atteggiamento forse troppo confidenziale, forse inappropriato, ma che le riesce naturale in quel momento così quieto. <Diciamo di sì> risponde Kaori quando l'altra velatamente le chiede se sia lì per lo stesso motivo. <Questo posto mi rilassa, mi aiuta a non pensare o a concentrarmi a seconda di cosa ho bisogno. C'è pace qui.> spiegherebbe andando a volgere il capo verso il Villaggio sotto di loro. <La sera le luci dei negozi e delle case sembrano come un concentrato di piccole stelle da quassù, scintillano nel buio lontanissime eppure raggiungibili. Di sera osservo sempre il Villaggio da qui> rivela per poi tornare a volgere alla donna la propria attenzione, il proprio sguardo. <Oh, ha ragione, mi scusi> si affretta a dire la deshi quando l'altra le fa notare che non v'è stata una vera e propria presentazione fra loro. <Io mi chiamo Kaori, Kaori Hyuga, Furaya-sama, ed è un vero piacere conoscerla> si presenta Kaori con un sorriso cordiale, lo sguardo sincero e allegro di una giovane appena affacciatasi nel mondo reale. <Ho sentito parlare molto di lei, ma è la prima volta che la vedo così da vicino.> dice mentre il suo sguardo si rivela ora più timido, le fote tinte appena di un rosa imbarazzato e delicato. <Spero di poter diventare una kunoichi come lei, un giorno...> mormora con la voce inconsciamente più bassa, giocherellando nervosamente con le dita, abbassando lo sguardo su di esse, incapace di dire tali sincere parole guardando la donna in volto.

18:12 Furaya:
  [Monte] Anche un Hokage, un Consigliere, un Eroe, un semplice Ninja, persino un innocente schiavo. Tutti sono persone. C'è chi lo è in un modo, chi lo è in un altro. Anche Ryota Nara era un uomo. E non solo: l'Ex CapoClan dei Nara era anche un Marito fedele, un Padre amorevole, un Amico gentile, un Ninja valoroso. Una persona Vera. Anni di ricerca del Potere, anni di vicinanza con l'Ottavo Hokage Kuugo Gaito, l'hanno ridotto ad un intriseco groviglio di Cattiveria, Malvagità e Rancore. La Figlia non ha seguito il suo stesso percorso, ma lentamente sta arrivando a capire - forse - perché l'ha fatto. Potere. Nient'altro che quella Forza che pervade il corpo umano, quell'Istinto Primordiale di rivaleggiare e SUPERARE chiunque si pari innanzi. Quella Forza e quell'Istinto, insomma, che la Nara non possiede. Di suo padre - come sempre è stato detto - non ha preso nulla, se non la sua Innata Base, i Nara; o gli occhi azzurri, identici a quelli altrui. La mente di lei, di tanto in tanto, la porta a ricordi felici, interrotti da Flashback impensabili. La grotta scura, le catene con le quali venne immobilizzata. E non solo. Le Frustate sulla pelle, il caldo bollente del metallo sulla pelle, tra le scapole, dove ancora serba quell'orribile segno. Non lo ha rimosso. Non vuole azzardarsi a farlo. Ora, è questione di principio. Prima, l'avrebbe anche fatto, l'avrebbe nascosto con ogni mezzo possibile ed inimmaginabile. Adesso, quel Marchio, segna la fine d'una vita e l'inizio di un'altra. La fine di un'Era e la nascita della successiva. Ma senza divagare oltre, gli occhi tornano a focalizzarsi sulla figura di Kaori. <E' facile. Ci vuole solo pratica. Prepari un foglio.> La guarda, cercando di capire se la stia seguendo o meno. <Poca acqua, il minimo per intingere la punta del pennello. Poi lo passi nel colore, affinché ne assorba un po'. Dopo, devi solo avere pazienza, mano ferma e fantasia.> Si stringe nelle spalle. <Ovvio che non è facile la prima volta. Ho sbagliato così tante volte prima di riuscire a farne uno decente, che ormai ne ho perso il conto.> Ammette, sincera. Non sorride, sia mai che lo faccia. Già il fatto che le stia dando confidenza è orrendamente sbagliato, considerata la Maledizione che la costringe a non aver rapporti umani con nessuno. <E' lo stesso motivo per cui vengo qui. Oppure, scelgo le Cascate. Il refrigerio dell'acqua che ti scende sulle spalle e lungo la schiena, mentre mediti..> Fa spallucce. <..è qualcosa di miracoloso.> Si sta aprendo troppo. E troppo in fretta. Sta sbagliando e il campanello d'allarme comincia a far udire il suo tetro suono. <E' un ottimo passatempo, se così vogliamo definirlo.> Si riferisce ad osservare Konohagakure la notte. <Appartieni al Clan Hyuuga?> Sorpresa, ne osserva gli occhi. <Conosco un po' di gente di quello stesso Clan.> Il suo Ex Marito, la sua Ex Cognata, uno dei Chunin migliori del Villaggio. Insomma, un bel po' di gente senza dubbio(?). <Non credevo d'essere diventata così importante.> E non pecca di modestia.. Non lo immaginava sul serio. E poi, l'ultima frase la fa ridere. Porta la mano in direzione del volto, coprendo le labbra. Cerca di calmare l'ilarità del momento, scuotendo il capo e deglutendo. <Scusami, ma..> Alza gli occhi al cielo per un istante. <..mi sembra stupido.> Per quale ragione? <Diventare come me solo perché sono un Consigliere o, comunque, ho una certa nomea..> Si stringe nelle spalle, osservandola, con l'angolo delle labbra che trema. <Non credo di essere così..> Gesticola con la mandritta. <..interessante da voler diventare come me. Anzi, sarebbe meglio non diventarlo affatto.> Non le farebbe piacere sapere che un'altra persona sta passando quel che ha passato lei. E' un pensiero contorto, ma reale per lei. <Non hai idea di quel che ho passato io.> Il tono si fa grave, le palpebre s'assottigliano. Quando non scherza, non scherza. E quando mai, direbbero alcuni(?). [Chakra ON][FREEZE]

16:03 Kaori:
  [Monte] Mentre la giovane Consigliera parla, spiegandole i piccoli trucchi per un buon disegno ad acquerello, Kaori ascolta con estrema attenzione, quasi l'altra le stesse rivelando il più grande segreto dell'arte ninja. La fissa annuendo di tanto in tanto così da farle intendere di star seguendo le sue istruzioni e la fissa con una certa determinazione. Alla fine le sue labbra i schiudono in una sorta di 'o' mentre realizza, forse, il punto alla base di tutti i suoi insuccessi. <Oooooh, allora forse io sbagliavo perchè usavo troppa acqua?> domanda portandosi l'indice della man destra a poggiarsi sul viso, a poca distanza dalle labbra rosee. <Pensavo che chiamandosi acquerelli il trucco alla base fosse proprio il fatto di doverne usare tanta. Ma mi sa che non c'entrava proprio niente> rivela arrossendo appena per il pensiero sciocco, portando ora la destrorsa dietro la nuca a grattarla appena con fare nervoso e imbarazzato. E dire che dopo tutti quei tentativi avrebbe dovuto capire che c'era qualcosa che non andava! <Allora appena possibile proverò a farne un altro! E se riesce bene glielo porto, per ringraziarla di avermi fatto capire come fare> disse poi con uno scintillio entusiasta e ingenuo nello sguardo dalle iridi perlacee e uniche. Alcuni trovano semplicemente inquietanti quegli occhi privi di pupilla, di veri e propri colori, li trovano inespressivi e freddi, quasi possano analizzarti dentro e scavare i segreti più profondi. Eppure è quasi ridicolo il modo in cui l'espressività di Kaori riesca quasi a dar vita a quelle iridi rarissime. Il suo modo di parlare con ogni piccola parte di sé, che siano esse le mani, le labbra, o le sopracciglia sempre in movimento su quel volto gentile, rende impossibile il pensare di trovarla inespressiva. Alle parole della bella kunoichi Kaori inclina di poco il capo schiudendosi in un sorriso ampio e cordiale: è la prima volta che affronta una conversazione così leggera e casuale con qualcuno di importante. Per la prima volta le loro parole sono lontane dal parlare della dura vita del ninja, delle leggi difficili e complesse che la regolano, ma sono semplici, allegre. Parlano di colori, disegni, cascate. Di tutto ciò che di bello e semplice v'è d'apprezzare al mondo. E ne è felice. <Non ci sono mai stata ad esser sincera... ma appena ne avrò la possibilità le visiterò! Ho sempre voluto sapere cosa si provasse a trovarsi sotto il getto continuo di una cascata> rivela sincera con voce allegra, candida, sorridendole per tutto il tempo com'è sua indole fare. Si sta trovando a suo agio con questa donna, a parlare di cose così semplici, le fa sinceramente piacere affrontare una conversazione simile con lei. Forse è soltanto perché da qualche tempo i suoi giorni vertono solo attorno ai suoi allenamenti e le sue lezioni, forse perchè le piace scoprire la persona che si nasconde dietro la kunoichi che ha di fronte, ma è davvero felice di quel momento che sta vivendo. <Sì, Furaya-sama. Diciamo di sì...> il suo entusiasmo scema un po' al sentirsi chiedere se appartenga o meno al Clan Hyuuga. Il sorriso si restringe appena, involontariamente, e l'espressione si spegne un poco. Anche se è figlia di un membro del Clan e ha ereditato i suoi occhi, non si è mai sentita parte della famiglia. Non del tutto. Tutti i ninja del Clan sono estremamente potenti in virtù del potere speciale e segreto tramandato di madre o padre in figlio e ad esso devono la loro potenza e pericolosità. Il Byakugan, di cui Hiashi era perfettamente in grado di usufruire, era un'arma potentissima di cui ancora lei non conosce benissimo le particolarità e di cui non è in possesso. Nonostante abbia già sedici anni non è mai riuscita a risvegliarlo: non sa neppure se ne sarà mai in grado. A volte capita che questo tipo di poteri possano saltare delle generazioni e Kaori teme nel profondo che questo possa essere accaduto anche a lei. Quale disonore sarebbe stato per suo padre che, fin da piccola, l'aveva voluta crescere come una ninja capace di divenire fra i più forti del Paese? <Oh, davvero? Mi fa piacere. Spero che siate in buoni rapporti> aggiunge poi cercando di scrollar via tutti quei cattivi pensieri con una scossa del capo appena accennata. Alle successive parole della deshi, la kunoichi ride di una risata cristallina e limpida, deliziosa, accorrendo subito a coprir le labbra con le dita in un fare che Kaori trova semplicemente elegante. I modi di fare di quella donna sono aggraziati, delicati; nel vederla è sicura di avere sotto gli occhi un meraviglioso fiore di ciliegio nel momento della sua fioritura, quand'è più bello, quand'è più vivo. <Non m'importa la fama o essere conosciuta> spiega la Hyuuga guardando l'altra in viso, il capo appena inclinato mentre una brezza leggera le carezza il viso. <Ma vorrei essere abbastanza forte e intelligente da meritarmi un incarico come il Consigliere come lei, o crescere bella e aggraziata come lei. Perchè mai non dovrei aspirare ad obiettivi come questi?> domanda ingenuamente sinceramente incuriosita del dire dell'altra. <Naturalmente vorrei farlo a modo mio, arrivandoci attraverso le mie esperienze e le mie scelte. Ma alla fine vorrei arrivare ad un punto in cui sentirmi simile a lei> spiega meglio ampliando il sorriso dolce, le mani incrociate dietro la schiena, all'altezza delle cosce superiori. Nota il tono dell'altro farsi appena più serio, più duro forse, e come di riflesso anche lei perde un po' della leggerezza mostrata fino a quel momento. Le parole di Furaya lasciano intendere una certa serietà e Kaori non intende mancare di rispetto ai pensieri della Nara con un atteggiamento troppo frivolo. <Effettivamente no... non so molto di lei, solo quello che si racconta in giro. E quello che viene raccontato in giro è sempre solo una storia a metà> ammette la deshi, ben consapevole che quando grandi imprese vengono raccontate, non si parla mai di cosa prova chi le compie, come si sono sentiti, cosa hanno perso. Di una partita come una guerra o una battaglia, si racconta solamente il risultato, tuttalpiù il colpo di scena che capovolge la situazione. Ma mai l'intera faccenda e Kaori lo ha capito nel tempo, quando ad ogni diceria si ritrovava a chiedersi come fosse stato vivere quelle particolari situazioni in prima persona. <Ma dubito che esista un ninja con una storia felice da raccontare, no?><Non voglio certo sminuire le sue esperienze, come ho detto non so cosa ha dovuto passare per arrivare dove è ora, ma dover perdere qualcosa, affrontare dei sacrifici, è qualcosa che accettiamo di fare quando decidiamo di intraprendere questa strada.> La voce di Kaori perde ora quello scampanellio, quell'allegria che l'aveva intrisa fino a quel momento, così come le sue labbra perdono il sorriso in cambio di una espressione più consona, più seria. <E' facile da fare quando rimane tutto astratto, lo so. E solo quando davvero ci troveremo ad affrontare scelte difficili capiremo cosa voglia dire davvero essere uno shinobi o una kunoichi, ma questa è la strada che voglio percorrere> Solo quando termina di parlare accenna appena un nuovo sorriso. Non è felice, non è radioso. E' quasi rassegnato. Consapevole. Ma ugualmente deciso così come lo sguardo sicuro della ragazzina.

16:21 Furaya:
 Per quanto riguarda la questione del disegno e di come farne uno decente, va ad annuire col capo. <Può darsi. Il trucco sta nel non usarne troppa né troppo poca.> Si lascia sfuggire una debole risata, continuando poi a guardare davanti a sé. <Non ce n'è bisogno, davvero.> Si stringe nelle spalle, volgendo il collo in sua direzione, lanciandole una rapida occhiata. <Per il momento, secondo le regole vigenti all'interno del Villaggio..> Rammenta, avendo un'ottima memoria. <..non puoi uscire dal Villaggio se non sotto consenso dell'Hokage.> Espira, focalizzando nuovamente lo sguardo all'orizzonte, come se guardare lei potesse farle del male più del dovuto. <Oppure, devi essere almeno Genin.> Aggiunge, rendendole noto. <Ad ogni modo, quando potrai.. Fidati. E' un bel luogo da visitare e da osservare. E' rilassante.> Lo ha già detto, ma adora le Cascate. L'hanno salvata più di una volta. Ne nota, successivamente, il tono con cui dice d'essere una Hyuuga o quasi. Senza tatto apparente, chiede di getto: <Non sai ancora utilizzare l'Innata, giusto?> Volge gli occhi azzurro-cielo verso la ragazza, questa volta soffermandovisi più del dovuto. <E' questo che ti trattiene dal vantarti d'appartenere ad uno dei Clan più antichi di Konohagakure.> Le braccia ciondolano ai lati dei rispettivi fianchi, mentre, con una lieve torsione del busto, dovrebbe darle anche buona parte del busto. <Diciamo di sì.> Ribatte, per quanto riguarda i buoni rapporti con gli altri conclannati. <Potrei presentarteli.> Per lei, la risposta alla domanda che le ha fatto, è già un sì. <Così, saprai come allenare la tua Innata, quando sarai pronta psicologicamente e fisicamente.> Ascolta, in seguito, quanto l'altra le dice a proposito di diventare come lei, in futuro. Continua a sembrarle qualcosa di troppo astruso e stupido per potervi aspirare. <L'Incarico da Consigliere, non è un gioco. Non è neanche divertente.> Lo sguardo si fa truce. <Ciò che vedi, ciò che vivi è diverso dalla normale vita che faresti.> Espira, alzando il braccio destrorso verso il volto. Le dita si intrecciano coi capelli sulla fronte, spostandoli dalla stessa. <Anzi, se proprio vuoi consiglio, ti direi di evitare di fare il Ninja, a meno che questa non sia la tua massima aspirazione.> Ma che diamine sta dicendo? Un Consigliere dovrebbe INVOGLIARE i giovani ad entrare in Accademia e a diventare dei Ninja fatti e finiti: delle Macchine da Guerra. <Forse, va bene per ora che siamo in un periodo di pace.> Ma neanche tanto, considerata la recente perdita di Sukui Aburame. <E non dovrai vedere com'è fatta una vera Guerra.> .. <Presumo tu abbia studiato l'ultima, no? Quella di tre anni, quella di Ryota Nara.> E lei dovrebbe appunto sapere chi ha davanti. <Storie a metà. Storie che non narrano come esattamente sono andate le cose. Storie che non spiegano come ci si senta un essere umano traviato dall'insensato ragionamento d'un altro essere umano.> Ringhia, alzando gli occhi al cielo e strizzando le palpebre. Il nervosismo. Hyperarousal. Come sempre. Sia mai che non le faccia compagnia quel dannato Stress Post Traumatico. <No. Io non ho accettato--Ah, lasciamo perdere.> Agita nervosamente la mano, socchiudendo le palpebre. Dentro di sé, vorrebbe piangere. Vorrebbe andarsene e sparire immediatamente dalla vista della giovane. Non è colpa di Kaori, ovviamente. La sua mente è stata distrutta, letteralmente. <Se la vuoi percorrere, allora è un problema tuo.> Forse è troppo dura, ma non può farci niente. L'hanno fatta maturare presto, con vicissitudini che preferiva non vivere. <Ma sappi che davanti a te avrai SEMPRE qualcosa che ti farà vacillare. Morte, Distruzione, Perdite. Non voglio intimorirti..> Si rende conto d'essere troppo dura. <Ma è QUESTA la vita dello Shinobi.> Punto, insomma. [Chakra ON]

16:45 Kaori:
  [Monte] Un sorriso leggero si dipinge sulle labbra di Kaori quando l'altra le ricorda che non può uscire dal Villaggio a meno di non essere autorizzata dall'Hokage o di essere una genin della Foglia. Sapeva di questi limiti, per questo non ha mai avuto modo di visitare le cascate di cui parla la kunoichi. <Spero di visitarle senza il bisogno di disturbare il Nono> sorride mesta in una mezza risatina. <Se i miei allenamenti stanno dando i loro frutti dovrei diventare genin nel giro di qualche giorno. Ormai l'esame è vicino> spiega lei con un mezzo sospiro a metà fra l'eccitazione e la preoccupazione. Non vede l'ora di potersi mettere alla prova, di poter imparare qualcos'altro e sapere se è degna o meno di diventare un ninja, eppure al tempo stesso teme di fare qualche errore, di non essere idonea ad un cammino del genere. L'esame avrebbe potuto fornirle delle risposte o forse le avrebbe solo posto altre domande, questo la deshi proprio non lo sa. <Comunque lo farò senz'altro> annuisce pensando di andare alle Cascate immediatamente dopo il diploma, se fosse riuscita a prenderlo. La domanda che l'altra le pone di getto, in modo disarmante e schietto, la porta ad arrossire quasi istantaneamente. Sente le gote andare a fuoco, sicuramente dev'essere rossa come un pomodoro maturo. Batte le palpebre rapidamente chinando di poco lo sguardo, imbarazzata all'idea di osservare ora l'altra negli occhi. Si sente quasi una persona a metà ogni volta che riflette sulla sua incapacità di utilizzare quei dannati occhi. <Già...> mormora senza riuscire a dire altro. E' un tasto piuttosto dolente per lei e l'altra non le ha posto alcuna domanda. Ha compreso tutto in un istante, probabilmente non c'è neppure bisogno di aggiungere altro da parte di Kaori. La kunoichi si volta verso la giovane Hyuuga e alla sua proposta la ragazza alzerebbe entusiasticamente il viso con uno scintillio contento negli occhi dalle iridi perlacee. <Ne sarei felice. Per ora ho avuto modo di parlare davvero soltanto con Hiashi Hyuuga. Mi ha insegnato all'Accademia i rudimenti dell'houjutsu> spiega lei pensando al giovane. Era stato gentile e bendisposto, ma appena distaccato come quasi tutti gli Hyuuga che abbia mai conosciuto. E' stata però sinceramente felice di ricevere il suo invito a trovarlo a casa, appena possibile sarebbe andata di sicuro da lui. Dopo di che l'atmosfera cambia in maniera sempre più distinta e violenta. Furaya pare infiammarsi ad ogni parola, il suo sguardo brucia di una fiamma che Kaori non è in grado di comprendere, a metà strada fra la rabbia e l'odio. La osserva schiudendo le labbra, aggrottando appena le sopracciglia, confusa. Da quando i ninja cercano di far desistere le giovane leve dall'idea di divenirlo a loro volta? Ascolta in silenzio, leggermente colpita da quella sorta di rimprovero improvviso e inaspettato e incassa tacitamente ogni parola. Tiene le braccia lungo i fianchi, come morte, con lo sguardo chino fino a quando l'assalto della Nara sembra placarsi lasciandole così modo di dire la sua. La ragazza alza appena lo sguardo puntandolo sulla figura elegante dell'altra e la sua espressione si rivela ora più seria. Non v'è alcuna traccia di risa o gioia su quel volto gentile, alcun segno di cordialità sulle labbra tese in una linea sottile. <Crede che esista qualcuno che sia pronto a percorrerla questa strada?> domanda lei con disarmante semplicità. <Che esista qualcuno che prima di diventare un ninja sappia davvero cosa voglia dire diventarlo?> aggiunge inclinando di poco il capo. <Nessuno lo sa. In accademia non impariamo ad essere ninja, impariamo come essere preparati ad esserlo. Impariamo ad impersonare qualcuno, a lanciare delle armi, a usare tecniche. Ma questo non ci rende ninja> continua lei con voce ferma, convinta, seria. <L'esperienza ci rende ninja.>..<Se dovessimo lasciarci frenare dal non sapere cosa voglia dire essere uno shinobi, se dovessimo fermarci per la paura, allora chi resterebbe a difendere il Villaggio? Allora nessuno dovrebbe essere un ninja.> E di questo, Kaori, ne è convinta. <Ma io voglio fare la mia parte per la Foglia e i suoi abitanti. E sì, anche per i suoi stessi guerrieri. Voglio dare il mio contributo per impedire che altri muoiano, che malvagi salgano al potere come è già accaduto.> aggiunge con determinazione, le mani strette a pugno nella convinzione del suo dire. <So già che farà male. Che farà paura. Che non sarà facile. Ma so anche che non rimarrò a guardare altri rischiare la vita per tenere la mia al sicuro.> Conclude schioccando appena la lingua sul palato, un alito di brezza che le scivola sul viso, dietro la nuca, scostando appena qualche ciocca viola di capelli. Questo è quello in cui crede più di ogni altra cosa, questo è quello che vuole fare della sua vita. Metterla a disposizione del suo Villaggio, a tutela dei suoi abitanti, dei suoi altri difensori. Vuole essere un'arma di giustizia, fare qualcosa di reale e concreto per la crescita della Foglia.

17:17 Furaya:
 Il capo vien mosso dall'alto al basso in un tacito annuire, nel mentre la ragazzina replica alle di lei parole. <Perfetto.> La schiena vien tenuta diritta, le gambe lievemente divaricate. Le braccia vanno a sollevarsi e a piegarsi entrambe sotto al seno. Rilassa le spalle, ma lo sguardo è come sempre rivolto al panorama del Villaggio sotto di sé. <Era proprio lui quello di cui parlavo. Un altro Hyuuga sarebbe il Consigliere Daiko, ma è sparito ormai da tempo immemore.> E, inoltre, lei non sarebbe mai andata a cercarlo. Hanno divorziato(?). Ci sarebbe anche Mekura, ma considerato Hiashi, le sembra più che sufficiente per il momento. L'argomento finale, ad ogni modo, è quello che maggiormente preme alla donna. Sta cercando in ogni modo di sviare Kaori dalla voglia di diventare come lei. Che voglia portarla ad odiarla? Non sarebbe una cattiva idea, ora come ora. Non sopporterebbe l'idea che qualcuno, col desiderio di diventare come lei, finisca i suoi giorni a ripensare a quanto si è deboli; a quanto si è stupidi nello sperare che la Pace trionfa sempre. <La Pace non trionferà per sempre.> Piega la testa di lato, rispondendo alle altrui parole con qualcosa che, per lei, è veramente significativo: la Realtà dei Fatti. <Tutti possono diventare Ninja, se c'è l'Impegno, se c'è la Voglia di fare e se quello è il Sogno che vogliono perseguire fino alla fine dei loro giorni.> Asserisce, seria e atona. Non guarda mai Kaori se non per qualche secondo netto, prima di tornare a rimirar con attenzione il Villaggio. <Proprio perché nessuno lo sa, io lo dico a te.> E' proprio in uno di questi momenti che la scruta, forse per saggiarne le decisioni e la mimica facciale. O, per meglio dire, riassumendo il tutto, le Emozioni. <Sei libera di non credermi. In fondo, io sono solo.. Una Consigliera.> Scuote il capo, agitando lievemente la mano destra, la quale si solleva dal braccio manco su cui è poggiata. <Sai perché ti rispondo così?> Chiede, abbassando per un attimo lo sguardo. <Perché, alla tua età, quando ancora dovevo finire l'Accademia.. Ero esattamente come te.> Scandisce per bene l'ultima frase, volendo far sì che le si ficchi nel cervello e non vada più via. <Volevo a tutti i costi rendermi utile per il Villaggio; volevo essere usata per difenderlo e non mi arrendevo davanti a niente. Lottare, lottare, lottare. Questo mi sembrava sensato.> Annuisce, espirando. <Eppure, non era giusto. Difendere tanto il Villaggio, per cosa? Ritrovarmi come sono ora. Piena di cicatrici, e non intendo solo quelle fisiche. Quelle dell'Anima fanno più male di quelle visibili.> Socchiude le palpebre. <Ma sono quello che sono e in quanto tale devo battermi fino alla Morte. Non per la mia vita.> Trae un profondo respiro. <Ma per quella degli altri.> Un discorso quantomento profondo che, però, avrebbe non voluto toccare affatto. Per parlarne, sta cercando di mantenere una calma assoluta che, qualora vacilli, potrebbe disturbare lo Yoton che arde in lei. [Chakra ON]

17:34 Kaori:
  [Monte] <Sembra un bravo ragazzo, vero?> sorride Kaori riferendosi ad Hiashi, un'espressione innocente e semplice sul viso gentile. <E' stato davvero un bravo maestro, mi ha aiutato molto a capire delle cose che prima sbagliavo sempre> spiega lei con fare tranquillo, quieto, ripensando a quell'unico incontro col giovane. <E poi ho potuto vederlo mentre usava la nostra innata... ho molte domande da fargli, quando sarà il momento> rivela prima di storcere appena le labbra in una espressione pensosa. <Uhm... Daiko Hyuuga. Credo di averlo già sentito, ma non ho ben presente chi sia..> dice incerta grattandosi il capo con un dito, l'espressione confusa e indecisa a dipingersi sul volto candido. Sicuramente, comunque, non lo conosce di persona: questo è quel che alla fine conta ai fini della discussione con la Nara. Si domanda, Kaori, come mai la kunoichi non riesca -o non voglia- guardarla in volto se non per pochi, pochissimi istanti. Attimi brevi e sfuggevoli che a stento riesce a cogliere in quella conversazione ora così seria. Esattamente come prima non chiosa parola durante la discussione dell'altra e ascolta attentamente le sue parole cercando di farne tesoro, di assimilare e comprendere i suoi avvertimenti nonostante non ci sia possibilità alcuna che essi la distolgano dal suo obiettivo di divenire una kunoichi. Schiude appena le labbra, colpita, quando l'altra le rivela che un tempo era esattamente come lei. Si sente toccata da quel dire, da quella rivelazione, osservandola ora con uno sguardo leggermente diverso, più incuriosito. Le parole della Consigliera sono sicuramente vere, sono pensieri e dubbi che qualunque shinobi debba aver avuto, eppure non possono comportare un limite. Il pensiero va istantaneamente a Kurako, a quella conversazione avuta proprio lì, sul monte dei volti di pietra, solo poche notti prima. Anche lui aveva sofferto, sta soffrendo ancora, eppure neppure per un istante ha pensato o detto di voler mollare, di trovarlo ingiusto. Neppure una volta ha tentato di far cambiare idea a Kaori. E questo porta la giovane a prendere un respiro profondo quando giunge il suo turno di proferir nuovamente parola. <Ma è questo il punto... so già che alla fine ne uscirò solamente piena di cicatrici. Ma è proprio questo quello che vuol dire essere un ninja, no? Prendere queste responsabilità, questi dolori su di noi per salvare altri dal provarne> O almeno questo è quello che crede la piccola, innocente, dolce Kaori. Lei dalle sue idee sognatrici, lei dagli ideali utopici e perfetti, che vorrebbe un mondo privo di dolore per chi le è caro e vicino al cuore. <Un ninja combatte per gli altri, non per sé. Almeno io credo che dovrebbe essere così... Dopotutto un ninja è come un'arma, uno strumento... uno strumento non combatte per salvarsi, ma per salvare altri... no?> domanda allora la deshi ricercando lo sguardo dell'altra.

18:01 Furaya:
 <Non sembra, lo è.> Ribatte per quanto riguarda il discorso dello Hyuuga. Le sbuca un piccolo sorrisetto sulle labbra. <Ecco.> Aggiunge, come a voler dar per scontato anche lei pensa le stesse che Kaori ha appena pronunciato. <Fa niente.> Replica, invece, per quanto riguarda Daiko. Non le importa più di tanto, ora come ora, tant'è che, come prima, si concenterebbe maggiormente sulla questione che la riguarda da più vicino. Sta ragionando assieme ad una Deshi. Per quanto questo possa sembrare insensato, non vuol dire che un Deshi sia meno intelligente di qualcun altro, magari dal grado superiore. Kaori, infatti, le sta dando da pensare. La cosa le sta addirittura piacendo, considerando che, dal canto proprio, voleva dissuaderla. <Non oso dirti di più. Volevo capire fin dove ti saresti spinta. Se la paura di provare, t'avesse fermato o non avesse sortito alcun effetto sperato.> Si stringe nelle spalle, districando le braccia. Comincia a compiere un paio di passi in direzione della Hyuuga, poiché dovrà sorpassarla per scendere dal Monte e tornare giù. La osserva dritto negli occhi. <Alla fin fine.. Non dovresti neanche ascoltare le mie parole. Io parlo, dico e faccio. Ma sei tu a decidere cosa farai della tua vita. Non lasciarti condizionare dagli altri.> Spiega, cercando di essere poco più docile e gentile. <I miei sono pensieri d'una mente stanca.> Rivela, espirando. <Un Ninja, sì, è l'Arma del Villaggio di appartenenza. Aiuta e difende, sconfigge e uccide chi minaccia i concittadini o le proprie terre.> La osserva per un'ultima volta. <Se è questa la tua Volontà, sono sicura che, un giorno, diventerai anche meglio di un Consigliere.> S'appresta dunque a superarla, scendendo lentamente i gradini in ferro che la riporteranno, tra non molto, alle pendici del Monte dei Volti di Pietra. <E' stata una bella chiacchierata, Kaori. Buona fortuna per l'esame.> Le augura, prima di avviarsi altrove, lontano da lì. Deve schiarirsi a sua volta le idee, perché questi suoi sbalzi d'umore non fanno del bene né a lei né a chi le sta intorno, quei pochi che ancora la sopportano. [EXIT]

18:12 Kaori:
  [Monte] La conversazione sta lentamente giungendo al termine, il sole compie il suo arco discendente verso l'orizzonte avviandosi lentamente al tramonto. Una luce rosata investe come alone di fiamma il Villaggio della Foglia e giunge dorato e fiammeggiante sulle pareti rocciose del Monte ove le due giovani konohane conversano. Quasi non s'è accorta, Kaori, del tempo che passava, così immersa nella conversazione con la Consigliera. Le chiacchiere semplici e leggere han lentamente ceduto il passo a tematiche ben più complesse e spinose portando la deshi a ragionare con un certo impegno. Anche se spesso i dubbi attanagliano la sua mente ed il suo cuore, in altri momenti è perfettamente certa di quello in cui crede, di quello che desidera realizzare. Questo è uno di quei momenti, mentre ascolta il dire dell'altra, il suo dirle che nonostante ciò che altri possano dire solo Kaori può scegliere cosa fare di se stessa. La deshi accenna un leggero sorriso annuendo di poco mentre nota l'altra avviarsi pian piano alla scala che l'avrebbe condotta nuovamente a valle. Ode le sue parole, il suo dire e le sorride ampiamente quando la ode tacere. <La ringrazio davvero tanto per i consigli che ha voluto darmi, per gli avvertimenti e le sue parole> dice la deshi con un mezzo inchino grato. <Li terrò in gran considerazione quando avrò finalmente compiuto il primo passo verso questa strada. Farò di tutto per rendervi fieri di me, ve lo prometto> sorride allora colma di buoni propositi e gloriose intenzioni, prima di tornare in posizione eretta e salutare per un'ultima volta la bellissima kunoichi. <Spero davvero di rivederla, è stato un vero piacere conoscerla> rivela dolcemente aprendosi in un sorriso innocente. <La ringrazio> conclude allora, prima di vederla allontanarsi senza più voltarsi indietro. [END]

Kaori e Furaya s'incontrano sul Monte dei Volti di Pietra. N'esce fuori una discussione che vede Kaori come la ragazza sognatrice che vuol diventare Ninja ad ogni costo, e la Consigliera che cerca di farla desistere per far sì che non veda l'Incubo della Guerra.