La magia del monte

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20:11 Kaori:
  [Sopra il Volto del Quarto] Una brezza leggera scuote la chioma violacea della deshi, lassù sulla cima del Monte dei Volti di Pietra. Siede con le gambe incrociate, coperte da opportuni pantaloni piuttosto leggeri e aderenti, stringendo fra le dita un foglio abbastanza stropicciato. Lì ha scritto in quei giorni i vari appunti delle lezioni svolte e si sta impegnando a leggerli e rileggerli ogni giorno fino a quando essi non finiranno impressi nelle cellule del suo cervello. Indossa una semplice maglietta bianca ed una giacchetta color pece dalle maniche arrotolate fino ai gomiti. I capelli lunghi e lisci son lasciati liberi di ondeggiare nella brezza serale mentre il sole disegna la sua parabola discendente verso l'orizzonte. Il cielo è striato di bagliori fiammeggianti, lingue violacee iniziano a tingere la volta infinita mentre un paio di stelle iniziano già a scintillare silenziose. Il brusio della vitale Konoha arriva indistinto fin lassù, ove il vento appena ulula per via dell'altezza considerevole. Kaori sospira poggiando il foglio per terra dopo aver finito di ripetere per l'ennesima volta le basi delle arti ninja. La cosa che più vorrebbe imparare a fare è comporre i sigilli alla giusta rapidità. E' ancora piuttosto lenta nel comporli durante l'esecuzione delle tecniche e vede la differenza con la velocità meccanica dei ninja più esperti come suo padre. Un sospiro amaro sfugge alle sue labbra rosee. A volte teme di non essere abbastanza determinata da compiacerlo: ormai ha sedici anni e ancora pare incapace di risvegliare la propria innata. Sembra che il Byakugan abbia saltato una generazione questa volta e suo padre spesso si lamenta della debolezza della sua unica figlia. Vorrebbe una prole capace di grandi imprese, di portare vero onore alla famiglia, ma Kaori non pare neppure dotata del vero potere di uno Hyuga. Continua ad essere comparata a suo cugino, un ragazzo che aveva risvegliato il potere dei propri occhi già a otto anni, una volta ottenuto il diploma all'Accademia. Suo padre avrebbe voluto ricevere le stesse gioie da lei, ma nonostante tutto cerca ancora di sperare nel miracolo. Kaori, dal canto suo, si impegna con tutta se stessa per migliorare e rafforzarsi ed è proprio in virtù di quest'obiettivo, del desiderio di rendere fiero suo padre di lei, che siede da sola e in silenzio ad allenare le proprie dita in un'importante parte dell'esecuzione di un ninjutsu.

20:25 Kurako:
  [Monte | Piazzola] La vita è un qualcosa di breve; inizia ma non sai come continua e non sai come finisce. Non sai cosa ti riserve, cosa può darti; non sai cosa farne finché non viene vissuta appieno in tutto ciò che essa offre ed è forse questo che crea rimpianti, risentimenti verso la vita stessa. La vita viene considerata preziosa, un dono dei Kami concesso ai comuni mortali..in verità non è niente di tutto questo; la vita è un percorso designato, scritto in passato per ogni persona che calpesta questa terra. Un destino già segnato, una strada da percorrere e ognuno ha un proprio compito da svolgere. La vita non è libertà e niente avviene per caso, il caso non esiste ma è solo una menzogna creata per colore che non riescono a vedere oltre i propri occhi, per coloro che non percepiscono la vera essenza della permanenza su questa terra fatta di insidie e dolore. Il dolore è ciò che più costerna l'esistenza del giovane che ora risiede sotto la testa di Hashirama Senjuu, primo Hokage del villaggio nonché parente, un avo di cui va fiero; la morte la fa da padrone, l'oppressione delle colpe per ciò che ha compiuto in questi anni...dall'omicidio di Shusui Hyuga fino alla morte della sua amata, Kurona. L'unica donna la cui voce è penetrata nella carne scuotendo un cuore oramai marcio e consumato dall'odio e dalla vendetta; ogni parola da lei detta è paragonabile a un balsamo, un momento di pace in un mondo in cui la violenza è all'ordine del giorno e la felicità sembra sempre più lontana. Il cuore è morto con lui; per colpa sua la vita di Kurona è svanita nel nulla, il suo essere l'ha uccisa, ha preteso troppo da qualcuno che non lo ha ricambiato allontanandola da se per sempre ma anche dopo la dipartita continua a provare quel sentimento tanto forte da guidarlo in ogni direzione in ogni momento della vita. Ha imparato da ciò che ha fatto, ha imparato da quell'errore per cui egli stesso ha rischiato la vita portando al massimo sforzo il corpo. Gli occhi neri, come l'oscurità che lo ha intrappolato, sono fissi sul volto del Primo mentre la leggera brezza soffia sul monte dei Kage, il sole tramonta in un cielo rosso e la visione del villaggio della foglia regala un paesaggio invidiabile al mondo. Le vesti vengono smosse, composte da una semplice maglietta grigia a maniche corte aderente al corpo costernata da piccoli rombi grigi, pantaloni neri da shinobi larghi nella parte delle cosce per poi stringersi man mano che si arriva alle caviglie; sandali ninja neri, anello giallo con il kanji del sud impresso sopra messo sull'anulare sinistro, una tasca portaoggetti legata alla vita e posto dietro la schiena contenente il minimo necessario per affrontare quelle battaglie per lui insostenibili. La mantella nera con nuvolette rosse, simbolo della sua appartenenza all'Akatsuki, scende per tutto il busto del senju arrivando fin dopo il polpaccio, la cerniera è chiusa coprendo metà del volto mentre la chioma nera scende per la schiena mossa dal vento. Il corpo è rigido, lo sguardo fisso, pensieroso, contempla il suo passato in cui risiede, anche, il futuro. [Chk on][Equip in scheda]

20:39 Kaori:
  [Sopra il Volto del Quarto] Sembra tutto così silenzioso mentre la notte cala, scivola bellissima e compatta su una Konoha finalmente in pace. Uno spicchio di luna pallida appare ora limpida fra piccoli banchi di nubi ovattate, illuminando di luce riflessa il Paese del Fuoco. Le ultime lingue fiammeggianti del tramonto scompaiono oltre l'orizzonte deciso e la deshi guarda senza vedere il mutare rapido del paesaggio. Tante sere ha passato lassù per rimirare quel meraviglioso momento, proprio lì, pochi giorni prima, aveva avuto modo di conoscere Hitomu Kibou il Nono Hokage della Foglia, ma quella sera, quella sera lei è lì solo per ricercare pace, silenzio. Ha bisogno di migliorare, bisogno di dimostrare a se stessa e a suo padre che anche lei può renderlo fiero. Che anche lei può essere un ottimo ninja, capace di difendere la sua famiglia e il suo Paese a costo della vita. Ricerca disperatamente l'approvazione del genitore e si impegna ogni giorno nello studio e nella disciplina. Compone, uno alla volta, i vari sigilli corrispondenti ai dodici segni dello zodiaco, mormorando di volta in volta il nome corrispondente. E' lenta. Troppo lenta. Ma sta imparando. Ormai non ha più bisogno di controllare la posa delle mani sul foglio preso in Accademia. Non confonde più Capra e Cane o Bue e Cinghiale. Li abbina perfettamente, solo con lentezza. Un alito di vento frizzante le carezza il volto dai lineamenti gentili e candidi finendo con il portar via dal suo fianco quel foglio ingenuamente lasciato a riposare sul terreno nudo e irregolare. Kaori lo vede danzare nel vuoto, scivolando lentamente fin sotto i volti di Pietra incisi nella parete rocciosa sotto di lei e si sporgerebbe appena, carponi, sul terreno con una mano allungata verso il nulla. <No!> esclama istintivamente mordendosi il labbro inferiore, l'espressione corrucciata e abbattuta di chi ha fatto un bel casino. Ormai non potrà più recuperarlo: il vento lo avrebbe portato chissà dove, e sicuramente non avrebbe potuto saltare da un'altezza del genere. Sospirando, ravviandosi i capelli con una mano, torna a sedere con le spalle appena appena basse, un leggero senso di sconforto addosso. Beh, non era un gran danno tutto sommato: ha studiato per giorni quelle parole, ma sapere di poter andare a rileggerle fino a prima dell'esame genin le dava sicurezza.

21:54 Kurako:
  [Monte | Piazzola] Incantato nella visione del suo avo, anni di storia in un solo volto. Il fondatore del villaggio, primo Hokage nonché capo clan dei Senjuu e lui, suo diretto successore di sangue non è niente di tutto ciò. La volontà del fuoco è un qualcosa che non fa parte della vita, non è penetrata nelle viscere come ha fatto con tutti coloro che son nati nel paese del fuoco; non ha ereditato la volontà del proprio clan, non è un Senjuu, non è un ninja bensì un qualcosa che si muove per la terra senza più un vero scopo. La forza di combattere per proteggere, difendere il proprio territorio, niente di tutto ciò gli appartiene ma continua a dirigersi a Konoha per ammirare il volto di colui che un tempo avrebbe sognato di emulare, diventare potente come lui e, forse, superarlo in grandezza. La strada ha preso, però, una piega ben diversa...ha scelto l'omicidio, l'essere il reietto del villaggio e accettando la strada intrapresa da Madara Uchiha, una tortuosa via in salita. Ora niente ha più senso, tutto ciò che ha fatto, la strada percorsa, niente serve più, il potere conquistato si rivela inutile; ha perso l'unica cosa che lo trattiene in questo mondo, ha perso lei, non ha fatto niente per farla vivere, non ha fatto niente per proteggerla ma l'ha soltanto offesa, tradita, ferita nell'orgoglio, ha rotto l'unico vero e importante legame che questa vita gli ha dato, ha sprecato la sua unica opportunità per diventare più umano. Le palpebre si abbassano, gli occhi si spengono mentre si gode il silenzio della notte e la brezza che rinfresca quel loco montuoso ma tutto quanto dura ben poco e il vociare di qualcuno lo riporta alla realtà. Non è solo, i suoi pensieri non sono l'unica compagnia presente; gli occhi si spostano verso il posto di provenienza della voce fino al quarto Hokage osservando la ragazzina sopra di esso. Scruta a giovane e il foglietto che vola via, piano, trasportato dal vento. Il chakra, la fonte di potere di ogni shinobi, si muove, si concentra percorrendo il corpo del Senjuu e dividendosi in tutte le zone di quest'ultimo; si convoglia nella parte bassa, la zona dei piedi dove cercherebbe di creare una patina di chakra, un piccolo velo sotto la pianta fatto interamente di chakra, invisibile agli occhi. Una volta che fosse riuscito nell'impresa scatterebbe in direzione del foglio di carta, gli arti inferiori vanno a smuoversi, le gambe si agitano violente a una velocità che non ne permette la visione, se non a pochi eletti dal destino. Con la sua invisibilità afferra il foglio per poi percorrere il fianco della montagna arrivando sul volto di Minato, al fianco della ragazzo<Credo abbia perso questo>la voce soave, gentile ma allo stesso tempo distaccata e fredda. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Equip in scheda]

22:12 Kaori:
  [Sopra il Volto del Quarto] Accade tutto in un istante. Un momento labile, sfuggevole, di cui neppure si rende pienamente conto. Un istante è china quasi oltre il precipizio ad osservare quel foglio fuggire via nel vento, e il successivo osserva dinnanzi a sé un uomo dal crine nero, gli abiti egualmente scuri e l'espressione semplicemente... ferma. C'è qualcosa di lontano e indecifrabile in quegli occhi seri, in quelle labbra strette. Emana una sorta di timor riverenziale per quanto riguarda la deshi nonostante il tono cortese della sua voce e la gentilezza di averle recuperato qualcosa di sua sponte. <Oh... g-grazie> dice sorpresa lei sbattendo le palpebre a più riprese, la voce bassa, confusa, mentre ancora non realizza pienamente come abbia fatto a giungere lì così rapidamente. <Credevo di averlo perduto ormai> aggiunge schiarendosi la voce. Si alza in posizione eretta afferrando il foglio che il ninja ha recuperato durante la sua caduta lenta e irregolare. Le sue iridi chiare, violacee, osservano i lineamenti dell'altro alla penombra di questa notte nuvolosa e si sgranano appena nel riconoscere d'un tratto quelle forme definite e dure. Schiude appena le labbra prima di schioccare la lingua sul palato. <L-lei è... Kurako Senjuu?> Il suo tono è incerto, a metà strada fra l'affermazione e la domanda mentre ripercorre le forme e i tratti di quell'uomo. Ci sono voci contrastanti su di lui nel Villaggio. Alcuni pensano che sia un traditore per aver abbandonato la Foglia. Altri trovano indifferente la sua scelta, ben più preoccupati di altri problemi e situazioni. Lei, di per sé, non sa bene cosa pensare di quest'individuo. Non è solita pensare con idee altrui. Non ama cadere nel pregiudizio e per questo non sente preoccupazione o rabbia quando riconosce in quel volto un vecchio concittadino. <Pensavo che avesse lasciato la Foglia molto tempo fa> dice lei accennando appena un sorriso cortese. Non vuole essere pungente o invadente, né tanto meno vuole nascondere fra le sue parole una sorta di sarcastico rimprovero. E' solamente il suo pensiero, le poche informazioni che ha riguardo questa persona, un modo per spezzare quel silenzio calato improvviso fra loro. Non ha motivo di trattarlo con sgarbo o sdegno: è una persona che ha scelto la sua strada e che ha idee forse diverse dalle sue. Una persona che ha aiutato una ragazzina senza motivo, forse per il solo istinto di fare qualcosa che è nelle sue capacità. Una persona dallo sguardo distante, freddo, lontano. Le trasmette un profondo senso di solitudine e tristezza, quegli occhi sembrano mostrare tenebre profonde e pericolose. Sono occhi che conoscono il dolore e la stanchezza.

22:35 Kurako:
  [Monte | Testa Quarto] Gli occhi si posano per qualche secondo sul foglio osservandone le scritte, gli appunti e memorizzando ogni cosa; semplice teoria, sigilli da eseguire ma tanto basta per capire, almeno in parte, la ragazza che ha difronte per poi porgerle ciò che le è dovuto. Un apprendista, una deshi di Konoha che ha appena affrontato la prima lezione del percorso ninja, forse la più importante di tutte. Nell'osservare ciò si lascia scappare un sorriso malinconico, le occhiaie si gonfiano maggiormente e lo sguardo si perde nei ricordi di un lontano passato quando ancora Kurako Senjuu non era altro che un semplice ragazzino di 17 anni ansioso di diventare un ninja. Un bambino si può dire vista la mentalità, un ragazzo ingenuo e genuino, voglioso di mettersi alla prova, di superare i propri limiti circondandosi di amici, compagni fidati ma tutto questo è svanito nel nulla, la vendetta ha oppresso il suo cuore, la sete di potere lo ha costretto ad andare via da un villaggio che non ha fatto altro che frenarlo senza permettergli di arrivare dove avrebbe voluto e costringendolo ad unirsi all'Akatsuki. L'Akatsuki, punto di svolta della sua vita, ha abbandonato tutto e tutti perseguendo il suo destino al fianco di Akendo; con lui ha raggiunto il potere di un semi-dio, secondo soltanto al possessore del rinnegan, un potere così elevato da fare invidia a molti ed è così che pian pian il suo nome ha cominciato a divenire famoso, non solo a Konoha ma anche a Oto per aver salvato il villaggio e a Kiri distruggendo la prigione. Dimostrando la propria potenza si è fatto avanti negli anni, divenendo una figura ben più che riconosciuta solo di vista. Un eroe per alcuni, un mostro e un nemico per altri, ecco cosa rappresenta il Senjuu al momento<Di niente>il capo viene chinato verso il basso, le palpebre chiuse per qualche secondo mentre il sorriso dal viso svanisce quando la ragazza ne pronuncia il nome. Tanto giovane ma sa già tanto, a quanto pare è ancora sulla bocca di tutti e come non esserlo? Indagato per la morte di Shusui Hyuga e anni dopo ha aiutato il villaggio nella guerra contro Ryota Nara, un combattimento avvincente ma non emozionante<Così dicono, e lei?>stavolta ne scruta gli occhi. La visione è strana, li ha già visti, non tempo addietro, in un ricordo remoto<La foglia riesce sempre a richiamarmi a se>in qualche modo, dovunque sia, torna sempre a casa nonostante provi a starle lontano per anni<Konoha ha uno strano potere, un energia che nessun altro posto possiede..un posto che un futuro ninja dovrebbe proteggere>una volta avrebbe voluto distruggere il villaggio ma ora, che senso avrebbe? [Chk on][Rilascio del chakra finale][Equip in scheda]

22:54 Kaori:
  [Sopra il Volto del Quarto] Non sa bene come si sente, Kaori, in presenza di una figura così celebre e importante. E' un guerriero senza dubbio formidabile, una persona che nessuno sembra conoscere con precisione. Troppi pareri contrastanti, troppe idee diverse in giro. Il fatto che quasi nessuno concordasse fra loro su di lui le fa pensare che forse la persona che si nasconde dietro il ninja è tutt'ora sconosciuta. Kurako Senjuu. Un nome sulla bocca di molti, nella mente di nessuno. Conoscono il suo nome e credono di sapere tutto di lui. Ma chi può sapere davvero chi sia? Chi può dire di sapere se Konoha ha un posto speciale nel suo cuore? Qual è il suo cibo preferito? Il colore che preferisce fra tutti gli altri? Chi sa quali funesti pensieri adombrano così selvaggiamente quello sguardo stanco? Abbandonare il proprio Villaggio è sicuramente un'azione grave, ricca di ripercussioni e conseguenze. Anche senza tradirla, ma semplicemente smettendo di esserne al servizio, ci si macchia di una fama spiacevole. Un ninja dopotutto è uno strumento nelle mani del proprio Paese e uno strumento non decide da chi farsi usare. Per chi lavorare. Kaori ha studiato quelli che sono i doveri di un ninja, i limiti e i confini del suo arbitrio e per questo crede di sapere cosa sia giusto o sbagliato. Ma nel vedere ora questa persona, teoricamente macchiata di un crimine grave, guardarla con occhi così vuoti e spenti, come può credere di doverne star lontana? Di doverlo giudicare e condannare senza neppure sapere cosa lo abbia spinto ad una scelta sicuramente così combattuta? Dubbi, mille dubbi giungono nella sua mente. Dubbi che aveva sempre avuto per la testa ma che mai han trovato voce. Ma ora, essi, son più forti che mai, risvegliati con prepotenza dalla prova fisica e vivente del loro motivo d'essere. <Io non sono ancora nessuno> sorride appena la deshi con fare tranquillo, inclinando leggermente il capo, una ciocca di capelli viola a scivolare lungo il viso, fin sul petto, lungo l'addome. <Kaori Hyuga, aspirante ninja di Konoha> si presenta allora guardandolo in viso. Le parole di quest'uomo la portano a trovarlo terribilmente intrigante. In un senso totalmente astratto e innocente. Quel che dice sulla Foglia, sul suo non riuscire a starle lontano conferma semplicemente il suo non volerlo giudicare per una scelta presa anni prima. Tace per alcuni secondi Kaori volgendo lo sguardo ora verso il panorama. Il villaggio si staglia sotto i loro piedi in un trionfo di luci lontane. Un chiacchiericcio vivace si spande per le vie tranquille e appena affollate, poco prima del rientro a casa e del riposo. <E' casa> dice semplicemente osservando gli edifici semplici, un po' ammassati, colorati. <Tutti vogliamo tornare a casa di quando in quando. Almeno credo> aggiunge con un mezzo sorrisetto, la voce bassa e tranquilla. <Anche se alcuni pensano che l'abbiate abbandonata e tradita, vegliate ancora sulla Foglia, vero?> domanda d'un tratto senza sapere da dove le sia venuto di fare una domanda così personale a qualcuno che neppure conosce. Qualcuno di così tanto più importante e forte di lei. Muove il capo ruotandolo verso la figura accanto a sé. Ne ricerca il viso, lo sguardo, fissandolo con le sue iridi chiare, violacee, e l'espressione serena ed innocente che tanto la caratterizza. <Le vostre parole sono amorevoli> dice come per spiegare cosa le abbia fatto pensare una cosa simile. Non può credere che qualcuno capace di tali parole possa lasciar morire il proprio Villaggio.

23:25 Kurako:
  [Monte | Testa Quarto] Qualcosa nel cuore lo spinge a tornare a Konoha, una strana forza lo riporta nel posto che l'ha visto crescere, l'ha visto maturare, diventare uomo fino al giorno del suo abbandono. Lo sguardo viene posato sul villaggio ammirandone il panorama e, mai come ora, non desidera altro che tornare indietro nel tempo fino al giorno in cui il padre li ha abbandonati per poter morire, impedire che la sua vita vada avanti, non conoscere nessuno, non far soffrire nessuno. Perchè ha fatto certe scelte? Perchè ha fatto ciò che ha fatto? Possibile che il destino abbia davvero previsto questo per lui? Un intera esistenza di sofferenze senza mai trovare la pace, non trovare mai qualcuno che possa solo lontanamente fargli assaporare quella sensazione e quando lo trova gli viene strappata via senza pietà riportandolo in un baratro infernale. Il dolore torna a pervaderne il cuore, la solitudine si fa più presente; l'Akatsuki stessa è lontana, ogni membro lo odia o lo tiene lontano, lo stesso Akendo non si fa più vedere da anni...lo ha lasciato solo, senza una guida che possa indicargli la via e, per la seconda volta, ha perso un padre, ha perso una persona in cui ha riposto i suoi sogni, le speranze e le ambizioni, la sete di potere. Solo lui, solo Akendo riesce a capirlo, comprenderlo senza giudicarlo; forse è in quel momento che ha visto in lui una nuova figura paterna con cui poter condividere i pensieri più oscuri, più brutali, tutto ciò che passa per la mente di Kurako, in Akendo trova un senso. Tutto questo, Konoha non lo ha mai fatto, non lo ha mai accettato veramente come uno di loro, lo stesso Hitomu lo ha ripudiato per scelte fatte, specialmente da quando è tornato dalla morte, da quando ha finto la propria morte per poter voltare le spalle al passato e incominciare una nuova vita oramai distrutta dalle intemperie degli avvenimenti. Ecco cosa c'è nel cuore del Senjuu, ecco una piccola parte dei suoi sentimenti mai espressi e sempre repressi; solo Kurona, con la sua voce, è riuscita a liberarlo eppure anche quella piccola gioia è perduta per sempre per colpa di ciò che ha deciso il destino per lui...vivere una vita nera, una vita dannata<Io credo che noi tutti siamo qualcuno e non per il villaggio, quello è solo una facciata ma per coloro a cui teniamo veramente. Cosa è più importante, essere qualcuno per degli sconosciuti o per le persone a cui teniamo?>se si fosse posto prima queste domande, forse non avrebbe intrapreso una strada tanto brusca e piena di salite<E' un piacere conoscerla>ecco dove ha visto quegli occhi, gli stessi di Mekura prima che risvegliassi il byakugan. Un altra Hyuga incrocia il suo cammino ma è un qualcosa di positivo? Ogni singolo Hyuga ha finito con l'odiarlo o ha intrapreso una via oscura. Troppo tempo non chiacchiera con qualcuno di quel clan, l'ultima volta ha tradito la fiducia di Mekura e ora cosa può succedere?<Già>gli arti inferiori si muovono, si flettono andando a sedersi sul bordo del capo del Quarto osservando il paesaggio<Io veglierò sempre su Konoha, me ne andai per questo motivo in principio. Diventare più forte per proteggere quello che considero casa mia>forse le sue parole sono una contraddizione ma è così, dopo la morte di Kurona tutto cambia drasticamente<Ti prego, dammi del tu Kaori>volta il capo e guardandola, un piccolo sorriso si forma. [Stessi tag]

23:52 Kaori:
  [Volto del Quarto] Un quesito sicuramente complesso quello posto dal Senjuu. Kaori lo osserva rimanendo in silenzio per alcuni secondi pensando seriamente a quelle parole. Per tutta la sua vita ha sempre e solo desiderato compiacere suo padre, l'uomo che l'ha sempre stregata e colpita per la sua forza, la sua dolcezza, il suo modo di coccolarla e viziarla in virtù di tramutarla in un'arma perfetta. Le ha instillato il desiderio di proteggere il Villaggio, la sua gente, il voler diventare forte per impedire ai suoi cari di svanire e rimanere ricordi lontani. Eppure Kaori sa che suo padre è deluso da lei, dalla sua debolezza, dalla lentezza con la quale i suoi poteri si stanno risvegliando. Se mai abbia dei poteri da risvegliare. Lentamente la dolcezza che li aveva sempre legati è stata sostituita da un rapporto fatto di allenamenti e massime di vita, il desiderio profondo di lei di compiacerlo e renderlo fiero della sua bambina. Per quanto le riguarda l'unico modo di essere speciale e importante per la persona a cui tiene di più è essere qualcuno per il suo Villaggio. Essere forte, temuta, rispettata come una degna ninja della Foglia. Sorride con accennata amarezza prima di Scuotere appena le proprie spalle. <Vorrei essere importante per la mia famiglia> rivela lei in un impeto di sincerità, donando voce per la prima volta a quei pensieri, quei dubbi e timori che sempre ha represso nel proprio petto. Dopotutto quella figura sarà solo un ricordo fra poco tempo e quelle rivelazioni svelate nella fresca brezza di una notte estiva saranno solamente perdute nel tempo. <Ma per farlo dovrò essere abbastanza forte da portar loro onore.> aggiunge inclinando di poco il capo, continuando ad osservare quel volto malinconico e distante. <Perciò dovrò diventare qualcuno per loro tanto quanto per il resto del Villaggio.> spiega con fare semplice. Sarebbe stato bello se il discorso posto dal Senjuu fosse stato così logico e lineare. Nella teoria è un'argomentazione perfetta, senza falle o punti deboli. Nella realtà... beh, nella realtà l'essere umano non sa cosa sia la perfezione. Il sorriso si allarga dolce sulle labbra della deshi, snudando appena dei denti candidi e dritti. <Il piacere è mio> E lo è davvero. Non le sembra una persona da cui stare alla larga. Non le sembra un mostro da tenere a distanza, da temere e odiare. Le sembra una persona sola. Non appena nota l'altro chinarsi per sedersi, andrebbe a muoversi allo stesso modo prendendo posto a poca distanza da lui. Le gambe oscillano appena nel vuoto, le braccia son abbandonate lungo il ventre, fra le cosce, stringendo con cura il foglio che ha sancito quel loro incontro. Lo osserva mentre chiosa, mentre guarda il suo vecchio Villaggio vivere ignaro di lui e dei suoi sentimenti, lo osserva quando pronuncia quelle parole protettive e gentili senza mostrar dubbio alcuno. Non dice nulla, Kaori, quando l'altro tace, come sopraffatta da quelle rivelazioni. Qualcuno ha mai saputo tutto questo? Qualcuno ha mai creduto al suo desiderio di proteggere la Foglia? Lo osserva dubbiosa, confusa, ritrovandosi a sorridergli quando o shinobi le chiede di dargli del tu. <Lo hai mai detto a qualcun altro?> domanda allora lei fissando le iridi chiare in quelle scure dell'altro. Un'ombra di preoccupazione nello sguardo, la curiosità di capire meglio le vere difficoltà di un ninja a scorrerle nelle vene. <Si sentono pareri contrastanti su di te. Gente che ti rispetta, gente a cui non importa, gente che ti disprezza.> Un po' le dispiace doverlo dire chiaramente, ma ha bisogno di capire, bisogno di comprendere la strada che si sta apprestando a percorrere. <Se sapessero cosa provi... forse potrebbero capire.> continua lei con fare speranzoso, una luce forse un po' ingenua nello sguardo innocente. <Hai detto che faresti il possibile per la Foglia. Che sei diventato più forte per proteggerla ed io ci credo, ci credo davvero perchè non posso credere che potresti mentire con quegli occhi così tristi...> ... <Ma questo il Villaggio non lo sa... non è giusto!> Sembra una bambina capricciosa, una infante che non accetta un qualcosa di scomodo o di piacevole. Un ninja non sceglie questa via per la gloria o per il prestigio. Lo fa conscio di dover sopportare enormi sacrifici, di affrontare vie pericolose a volte persino vili o scorrette. Eppure... eppure non trova giusto che una persona così desiderosa di proteggere la Foglia, venga tradito proprio da lei. Venga demonizzato e accusato di tradimento per scelte fatte secondo la sua sola logica. <Dovrebbero sapere che vegli su di noi...> mormora infine abbassando poi lo sguardo sul Villaggio sottostante. La loro vita continua serena, placida, e intanto qualcuno cui han voltato le spalle si preoccupa per loro, la loro sicurezza. No, non è giusto per niente...

00:30 Kurako:
  [Monte | Testa Quarto] Casa, una parola potente e decisiva, indica un legame indissolubile con qualcosa di concreto e tangibile, qualcosa di raro che ha perso anni fa ma risiede sempre e comunque dentro di se. Negli anni è cambiato drasticamente, il suo pensiero muta, ogni giorno, incessantemente, e questo lo porta a diventare diverso da ciò che è. La concezione stessa di casa è estranea al Senjuu, non ne ha più una, non esiste più, la sua stessa madre lo ha rinnegato dopo che ha finto la propria morte; cacciato via dalla sua stessa magione ha trovato un posto in quel di Kusagakure, accolto per la cappa che porta, per l'organizzazione a cui appartiene. Rispettato e temuto, nessuno si oppone anche quando, occasionalmente, partecipa a missioni per aiutare il villaggio dell'erba, non per denaro, non per fama ma solo per tenersi in movimento, solo per fare qualcosa e passare il tempo nell'unico modo che conosce...combattere fino alla morte. Non la sente casa sua, Kusa non rientra in questi canoni, non fa parte di tale settore del suo cuore, essa è solo una piccola tappa nella sua vita, un minuscolo puntino che prima o poi deve sparire, come tutto il resto, ritornando a non avere più niente. Ma cosa lo lega tanto a Konoha allora? Tempo fa avrebbe voluto distruggere quel villaggio che lo ha ripudiato, che non lo accetta per quello che è in realtà, non rispetta i canoni che, secondo loro, dovrebbe avere un vero Konoha e per giunta Senjuu; amore per il proprio villaggio, amore per la patria e i suoi abitanti, la volontà del fuoco e tutto ciò che c'è di bello in questo mondo ma è la vita stessa ad insegnargli il contrario. Il pensiero del fuoco è sbagliato in principio, non si può avere una visione totale del mondo sempre in positivo ma bisogna cambiare...forse è per questo che, sotto sotto, vuole proteggere Konoha, altrimenti non l'avrebbe aiutata contro Ryota, non avrebbe messo a repentaglio la propria vita per salvare il salvabile. Farla cambiare, cambiare il modo di pensare, farla crescere, forse è questo il motivo che lo spinge a vegliare di nascosto sul villaggio e a proteggerlo da chiunque tenti di mandarlo in rovina. Un impresa titanica, caricarsi sulle spalle il destino di un intero paese e dei suoi abitanti ma solo andandosene avrebbe potuto farlo, solo restando libero avrebbe potuto realizzare questa sua piccola convinzione...lontano da parenti, amici, lontano dal governo di un Kage, ecco come vede il concetto di protezione. Dall'interno si è incatenati ma fuori si ha la completa autonomia, una libertà che permette di agire indisturbato e senza freni<...>i pensieri vengono zittiti mentre ascolta il dire della Hyuga. Conosce fin troppo bene gli Hyuga, sa cosa pretende quel clan dai propri ninja, sa quanto possono essere severi<Conoscevo uno Hyuga tempo fa, il suo nome era Daiko>tira fuori una vecchia storia, l'unico modo che ha per spiegare un concetto delicato come questo<Amava una donna e aveva due sorelle. Voleva proteggerle e per fare questo si comportava come un cretino, non permetteva loro di fare determinate cose, non erano libere e tutto perchè le amava troppo>lo ha spiegato a modo suo<Capisci cosa intendo? La tua famiglia non vuole questo, loro ti vogliono bene ma gli Hyuga hanno difficoltà a dimostrarlo e agiscono come idioti e fidati, Daiko lo era>un ennesimo sorriso con la solita malinconia nel ricordare un suo vecchio amico sparito nel nulla, scomparso dal villaggio senza un apparente motivo<Non pensare di venire accettata solo per l'onore, non lo pensare nemmeno per un secondo. Stai con loro e vedrai che ho ragione>l'esperienza serve anche a questo. Sono un clan difficile con cui trattare, parlare ma bisogna provarci e capire la loro filosofia. Il respiro rallenta, il petto fa avanti e indietro piano, cerca di rilassare il corpo dopo tutto quello che ha fatto e successo. Chiude gli occhi, alza il capo, si gode la brezza della notte<No>una risposta secca ma non c'è altro da dire, altro da aggiungere<E così deve essere, le gente deve tenermi lontano. Solo restando da solo posso fare ciò che è giusto e necessario>una decisione sofferta ma presa tempo addietro. Un dolore immane ne attanaglia il cuore, un dolore che non augura a nessuno<Forse ma non posso rischiare>...<Molte cose non sono giuste ma ora tu lo sai, qualcuno lo sa e va bene così. Non c'è bisogno che tutti ne vengano a conoscenza>un sorriso strano va a crearsi, la semplicità di quella ragazzina è unica, pura come non ne ha mai viste<Non preoccuparti, va bene così e poi, voi siete le nuove generazioni. Tocca a voi proteggere Konoha dall'interno>poggia le mani sulla nuda pietra mentre fissa il paesaggio della foglia in tutto il suo splendore. [Stessi tag]

14:12 Kaori:
  [Monte dei Volti di Pietra] La voce di Kurako è rilassante, bassa e strazia quel silenzio denso e assoluto attorno a lei. Le sue parole lasciano intendere una certa conoscenza dei clan della Foglia, per lo meno di quello della deshi, ma al tempo stesso risultano piuttosto difficili da credere per lei. Kaori non crede che i suoi genitori la odino o chissà cosa, ma teme che siano delusi della sua debolezza. Il solo pensiero di essere fonte di delusione per loro la uccide dentro: lei guarda a suo padre come un modello inarrivabile e assoluto e sogna fin da piccola di renderlo orgoglioso di lei. Sentire il suo rammarico per i suoi lenti progressi è davvero deprimente ma al tempo stesso la invoglia a fare sempre meglio, a impegnarsi al suo massimo e anche oltre per non deluderlo del tutto. Nota lei il sorriso triste dello shinobi e incurva dolcemente le labbra verso l'alto quando lui le dice di non pensare di essere solamente una questione d'onore per la sua famiglia. C'è una gentilezza nascosta in quel suo modo di rassicurarla che la fa sentire più leggera, confortata. Forse persino compresa. <Lo credi davvero?> Una bambina in cerca di rassicurazioni, una fogliolina che danza trasportata nel vento. <Cercherò di tenere a mente le tue parole, allora. Ti ringrazio, Kurako. Mi fa sentire meglio sapere che non è un problema di mio padre, ma una mentalità diffusa nell'intero clan...> sorride lei sincera, sollevata, sperando davvero che le sue parole corrispondano a verità. <E farò di tutto per essere diversa, in questo senso. Se voglio bene ad una persona voglio dirglielo e dimostrarglielo nel modo giusto, anche se onestamente non so quale sia. Spero che essere sinceri possa bastare...> ridacchia appena alzando il viso verso il cielo, lo sguardo che incontra la falce di luna ora libera dalla copertura di quei banchi di nubi bianche. Sarà perchè è una ragazza, sarà che è mezza Hyuuga e mezza no, ma lei questa difficoltà nell'esprimere i suoi sentimenti proprio non la comprende. Lei ha sempre detto chiaramente ai suoi genitori di voler loro bene, ai suoi amici di essere felice di averli conosciuti e non ha mai trovato difficoltà o imbarazzo nel farlo. Magari con un ragazzo sarebbe stato diverso, magari se mai si fosse innamorata non sarebbe riuscita ad essere sincera allo stesso modo, ma questo per ora non può proprio saperlo. Riabbassa lo sguardo sulla figura del Senjuu quando gli chiede se lui avesse mai raccontato a qualcun altro di quei suoi sentimenti per la Foglia. Sapere di essere la prima la rende contenta, onorata di un simile privilegio, eppure al tempo stesso la riempie di tristezza. Quanto male doveva sentire quella persona dentro di sé se non poteva parlare a nessuno di qualcosa di così importante? Qualcosa di così speciale da spingerlo a rischiare la vita? Schiude le labbra con fare mesto, Kaori, udendo quelle sue parole, quella consapevolezza difficile da rivelare. <Ma... Perchè?> domanda testardamente non riuscendo ad accettare il destino solitario dell'altro. <Siamo una debolezza forse per te? Non è giusto! Nessuno dovrebbe essere solo...> mormora lei mordendosi il labbro inferiore con fare teso chinando lo sguardo, le dita a stringersi appena contro il foglio fra le sue mani. Sa che le sue parole non servono a nulla, che l'altro sa perfettamente i limiti e i rischi della strada scelta, ma non può davvero accettare serenamente di sapere che una persona così coraggiosa sia completamente sola. Alza lo sguardo sul viso di lui, l'espressione corrucciata di chi ha un pensiero che le tormenta la testa. <Non lo dimenticherò> promette allora lei quando l'altro tace, vedendolo portare lo sguardo sulla Foglia che lentamente inizia a riposare sotto di loro. <Non dimenticherò che da qualche parte ci sarai sempre pronto a difenderci. Io lo saprò.> dice sicura, cercando di imprimere in quelle parole una sorta di rassicurazione sottintesa. Un modo velato di dirgli che, per quanto le riguarda, da quella sera in poi sarebbe stato un poco meno solo perché adesso ci sarebbe stato qualcuno che non l'avrebbe dimenticato. <Mh> mormora poi Kaori portando una mano alla tasca della propria felpa. Un fazzoletto, qualche monetina, un ferretto per capelli. Sfila la mano andando ad afferrare il foglio e porta l'altra nella tasca opposta. Qualche cerotto, la chiave di casa... un nastro di quelli che solitamente usa per legare le sue trecce. Lo estrae osservandolo alla luce gentile della luna. E' di un viola più scuro rispetto a quello dei suoi capelli, di raso morbido, lucido. Volge lo sguardo verso quello dello shinobi e poi allungherebbe appena la mano verso di lui, porgendogli quel nastro le cui estremità ondeggiano cullate dalla brezza frizzantina della notte. <Portalo con te.> dice Kaori accennando appena un sorriso incoraggiante, una scintilla di gentilezza nello sguardo preoccupato. <La strada che hai scelto dev'essere insopportabilmente dura e solitaria... e la solitudine è un male violento di cui nessuno dovrebbe soffrire. Perciò...> si ferma non sapendo bene come formulare il suo pensiero, una leggera timidezza ad affacciarsi nel suo sguardo, su quelle gote sfumate di un rosso delicato. <Perciò... quando ti sentirai solo forse potrà ricordarti che da qualche parte c'è qualcuno che sa chi sei e che non si dimenticherà dei tuoi sacrifici> Adesso le sembra un gesto sciocco, infinitamente stupido, dopo che nella sua mente le era sembrato carino. Dopotutto è solamente una ragazza di cui non sa nulla, di cui probabilmente rimarrà solamente un vago ricordo nel tempo, in che modo avrebbe potuto sentirsi meglio pensando a quella sola conversazione? <Prometto che diventerò forte e che proteggerò Konoha con tutte le mie forze. Così, se sarai lontano, saprai che io ci sarò a combattere per la sua tutela, con tutta me stessa.> Accenna un sorriso, una sorta di incoraggiamento, di promessa fatta per tenere alto il valore del suo profondo desiderio di difendere la Foglia. Se prima Kaori voleva proteggerla per un radicato senso del dovere e della giustizia, per compiacere la sua famiglia, la sua Casata e l'Hokage stesso, da quella sera avrebbe avuto una persona in più per cui combattere.

14:58 Kurako:
  [Monte | Quarto Hokage] La brezza delle sera continua incessante a soffiare sul villaggio della foglia, i capelli neri, soffice come le piume di un cuscino, vengono smossi in una movenza ondeggiante come fossero quelli di una ragazza. La veste dell'Akatsuki segue lo stesso destino, anch'essa viene smossa leggermente donando a quegli abiti un valore in più, la loro leggenda prende vita in questa notte d'estate, l'Alba di Pain torna ancora una volta come è successo a Oto, il rosso cremisi si affaccia ancora una volta su Konoha. Proprio Konoha, ora, è il posto sul quale posa lo sguardo di Kurako, le sue case, i suoi negozi, quel mormorio infinito dei suoi abitanti...persino il pianto degli infanti sono un tuffo nel passato; ricorda ogni singolo momento passato in quel villaggio, le passeggiate serali per dimenticare una giornata pesante, intere giornate al campo di addestramento dell'accademia ad allenarsi in vista dell'esame per diventare un ninja; il sudore versato in quel posto e la vita passata riempiono la sua mente fino a farlo pensare...che cosa ha fatto? Perchè ha lasciato Konoha? Perchè ha abbandonato casa sua? Il potere, tutto all'insegna del potere ma a cosa serve se non si ha niente da proteggere, niente a cui badare? Il messaggio di Kurona riaffiora ancora e ancora, prepotente come non mai; ha perso tutto, ha perso ogni cosa e poi quel giuramento...avrebbe distrutto il villaggio, marcio fino alle sue fondamenta ma è davvero così? Le convinzioni di una vita iniziano a vacillare, ora non è sicuro di niente, nemmeno del suo destino e se tutto questo non è altro che una prova per vedere se è davvero in grado di badare al villaggio come un vero protettore oppure è solo un percorso fatto di scelte sbagliate, scelte stupide e inconsistenti. Un altro ricordo ritorna alla mente, meno potente ma efficace. Le parole di Hitomu, il giorno del suo ritorno, si palesano nella sua mente; ricorda il volto del nono mentre gli dice che non ha capito cosa significa il suo clan, non ha capito cosa vuol dire essere un ninja della foglia, essere un ninja del paese del fuoco. Tradito e amareggiato ha lasciato il villaggio giurando vendetta assoluta su di esso e sui suoi abitanti...mai decisione è più sbagliato ma forse ora ha capito, le parole del nono, le parole di Furaya, di Kurona e di tutti coloro che hanno cercato di cambiarlo in qualche modo, magari con una diversa visione del mondo. I punti di vista sono innumerevoli, alcuni positivi, alcuni negativi ma nel loro insieme hanno contribuito a creare un qualcosa, un qualcuno che ha capito. Sa cosa deve fare, sa cosa fare. La destra viene stretta lievemente, pian piano sta tornando; non il Kurako ragazzino e ingenuo ma quello più maturo, lo stesso che ha lasciato il villaggio per Alba, lo stesso che si è finto morto. Sta tornando migliorato, lo stesso che è riuscito a smuovere Hanabi Uchiha quando ha mostrato che entrambi sono uguali con le stesse esperienze di vita; sta tornando e la sensazione è piacevole. Certo, non può rinnegare cosa è diventato, il carattere, l'essere subdolo, doppiogiochista e manipolatore rimane ma forse può usare questi "valori" in un contesto più ampio, più complesso e deciso. <Si, un genitori vuole sempre il meglio per il figlio ed è normale, per questo ti spinge a fare di più e si lamenta dei mancati progressi. Ti vuole bene e anche se non diventa la migliore in tutto, continuerà a volertene>non lo sa con precisione assoluta, anzi, non sa praticamente niente della famiglia e dei genitori, non sa come fare il padre ma avrebbe desiderato tanto che suo padre si fosse comportato così anche con lui. Avrebbe voluto solo amore da quell'uomo che tanto odia e disprezza e forse non sarebbe diventato così, forse, ora, Kurako Senjuu sarebbe a Kiri a combattere da taijutser come il suo vecchio; un campione di arti marziali famoso in tutto il mondo conosciuto ma purtroppo il fato ha scelto diversamente preferendogli una vita difficile fatta di odio<Non pensare, se gli vuoi bene, quella persona lo capirà da se>...<Ciò che significano davvero sono i piccoli gesti, piccoli ma, appunto, sinceri>un gesto fatto con il cuore vale più di mille mosse fatte per dimostrare qualcosa e questo lo sa, lo ha fatto con Furaya ed è con lei che ha avuto successo a suo tempo anni or sono ma anche lei fa parte del passato oramai, un altro pezzo della sua vita perso e impossibile da ritrovare e riavere. Ha sbagliato anche con lei, le ha mentito su molte cose, tenuta all'oscuro di altre e ora tutto è svanito nel nulla più assoluto, i rapporto sono distrutti completamente per via di una stupidità immane di cui solo lui è capace. Ostinata come non mai nel capire il motivo dei suoi gesti, capire perchè ha fatto determinate cose facendosi carico di un peso immenso e insopportabile, difficile da portare sulle proprie spalle senza un aiuto, senza qualcuno che ti sorregga e ti accompagni lungo il cammino. Sospira, rispondere è difficile, spiegare un intero pensiero è complicato e semplificarlo lo è ancora di più<Perchè...>davvero, perchè? Mai domanda è più difficile, avere una risposta semplice e concreta è difficile<Quando vuoi proteggere qualcuno a cui tieni, faresti di tutto>ha deciso di provarci lo stesso, non sa quanto successo può avere con queste parole ma provarci non costa niente e più avanti può rimediare<La vita è come un viaggio, si cammina, si va avanti percorrendo tutte le strade che abbiamo difronte ma a volte capita di imbattersi in posti oscuri e pericolosi dove non tutti possono sopravvivere e cosa fai? Porti con te i tuoi amici, i parenti e tutti quelli che ami sapendo che morirebbero oppure lasci che percorrano un altro sentiero e tu ti accolli il peso di andare per quello oscuro?>ecco il suo pensiero. Ha intrapreso una via oscura, dannata per proteggere qualcuno perchè sa che qualcuno avrebbe dovuto farlo prima o poi perchè è una delle strade da intraprendere<E' lo stesso che ho fatto io, ho lasciato che gli altri vivessero le loro vite nel migliore dei modi mentre io mi sono allontanato per far si che tutto andasse sempre nel verso giusto>non è chiaro e lo sa benissimo ma spiegarlo è dannatamente difficile che nemmeno uno come lui può scrutare fino in fondo e con precisione la sua psiche; troppo complessa, troppo complicata anche per il suo stesso possessore. <Grazie Kaori>non ha altro da dire, un semplice ringraziamento, semplice ma sincero questa volta; qualcuno sa e questo è l'importante, non ha bisogno della benedizione del Kage per agire o dei suoi abitanti ma qualcuno sa e se dovesse morire non tutto verrebbe vanificato. Un piccolo sorriso viene esibito su quel viso stanco, triste e segnato dal tempo e dalle battaglie, un viso che ha visto tanto troppo in fretta; quelle parole rappresentano un balsamo per una mente affaticata, distrutta dal tempo. Allunga il braccio destro, la mano leggermente aperta, le dita allungate in direzione della ragazza ne vanno a sfiorare leggermente la di lei mano e, con un leggero tocco, appoggerebbe i polpastrelli sulle estremità delle dita, un tocco docile, innocente per poi prendere il nastro<Lo porterò con me, ovunque vada e...>abbassa il viso ridendo dentro di se<...mi ricorderò che Konoha è in buone mani>in ottime mani a quanto pare. La determinazione della ragazza è forte e ora, sembra anche più determinata di prima<Confido in te, Kaori Hyuga>gli occhi si posano per un attimo su quelli di lei andando a sorriderle. [Chk on][Rilascio del chakra finale][Equip in scheda]

15:40 Kaori:
  [Monte dei Volti di Pietra] Kaori ascolta le parole dello shinobi mordendosi appena il labbro inferiore. Ha quasi paura a credere al suo dire, come se sperare davvero in quella verità potesse causarle troppo dolore in caso di una eventuale e futura delusione. Il suo discorso fila, ha senso, e sicuramente la paura di non essere all'altezza delle aspettative di suo padre l'ha incoraggiata a fare sempre meglio come probabilmente non sarebbe successo se lui fosse stato più gentile e accondiscendente. Eppure di tanto in tanto avrebbe voluto sentire un complimento, vedere un suo sorriso, sentirsi riconoscere almeno la forza del suo impegno. Ma, forse, è solo un pensiero infantile, un egoistico bisogno di essere accettata e glorificata per qualcosa che è un suo dovere. <Sì... ha senso, in effetti> accenna lei un sorriso mentre qualche ciuffo violaceo le ondeggia dinnanzi al viso scostato da una brezza leggera, quasi il respiro di un'amante desiderosa di sfiorare la sua pelle ancor candida e intatta. <Ti ringrazio. Sono più fiduciosa ora> estende quel sorriso scegliendo in cuor suo di credere a quella spiegazione, a quelle parole, pensando a tutte le volte in cui quand'era più piccola suo padre le era stato accanto proteggendola e viziandola. Il tempo trascorre placido, tranquillo, senza quasi che i due se ne rendano conto. La loro voce spezza quel silenzio denso e la conversazione prosegue mentre i secondi scorrono come sabbia che scivola in una clessidra. Non sembra, eppure esso continua a fuggire incessante, scandendo il tempo a loro disposizione. Kaori osserva la figura del ragazzo accanto a sé. L'espressione malinconica è talvolta sfumata di gentile compassione; il suo aspetto è giovane, fresco, eppure la luce del suo sguardo, le sfumature della sua espressione, lo rendono più maturo di quanto non appaia. Ha gli occhi di chi cresce troppo in fretta, di chi matura prima del tempo per poter sopravvivere in un mondo dove l'unica speranza per i deboli è essere protetti da qualcuno di più forte. Quali oscuri ricordi devono nascondere dietro quelle iridi buie? Kaori si sente impotente nel realizzare quanto dolore l'altro nasconda dentro di sé. Si ribella alla sua situazione quasi scalciando i piedi come una bambina scontenta, sentendo il cuore stringersi in una morsa colpevole. Quante notti della sua vita ha dormito tranquilla nel suo letto perchè lui era là fuori a proteggerla senza che lei neppure lo sapesse? Quante persone ha salvato senza che nessuno gli rivolgesse neppure un sorriso, un grazie sincero? Il solo pensiero di una simile esperienza le fa scorrere un brivido lungo la schiena: la fa sentire sola, irrimediabilmente sola. Un destino che non sa se sarebbe capace di affrontare. Un destino che avrebbe trasformato il suo sguardo esattamente come quello del Senju accanto a lei. <Sei ancora dentro quell'oscurità?> la domanda sorge spontanea alle sue labbra, lo sguardo ricerca quello di lui come per leggervi dentro una risposta. Ma essi sono bui, velati di una tristezza antica e lei è così acerba da non poter comprendere i dolori vissuti dal moro. <I tuoi occhi sono tristi... Sembrano così stanchi> mormora lei osservandoli, le sopracciglia appena aggrottate come a cercare di volerne comprendere l'entità stessa. <Non c'è il rischio che tutta questa oscurità ti spezzi? Non c'è qualcuno che può aiutarti a portare questo fardello?> domanda cercando in qualunque modo una scappatoia alla solitudine disperata di quel giovane. Lei... lei è troppo debole. Lei non potrebbe mai essergli d'aiuto, è solamente un'allieva. Ma lei è anche fin troppo legata a quel Villaggio per pensare di abbandonarlo, di proteggerlo standone lontana. Lei desidera poter difendere quelle vie dall'interno, difendere le persone col suo stesso corpo, l'Hokage stesso a costo della vita. Se proprio quella strada dovesse condurla alla morte, è lì e lì soltanto che vorrebbe morire. Lì vorrebbe che il suo corpo trovasse pace, lì vorrebbe essere sepolta e lasciata a giacere per il resto del tempo. Kurako sembra apprezzare le di lei parole, il suo gesto di non voler dimenticare la sua esistenza stessa, il suo sacrificio. Kaori annuisce appena a quel suo ringraziarla e accenna un sorriso amaro. Non vuole che quello sia un addio, non vuole che quella sera sia l'unico ricordo di quella conoscenza. E al tempo stesso non vuole che sia lui a dimenticare che lì, da qualche parte per il Villaggio, esiste qualcuno che ricorderà per sempre i suoi sforzi e la sua Volontà del Fuoco. Mpf, sciocco, sciocco Kurako. Ha creduto per così tanto tempo di essere sfuggito al potere nascosto tramandato fra i ninja di Konoha, eppure forse più di tutti sembra esserne portavoce. Lui che da solo viaggia nell'oscurità per impedirle di allungare le sue fredde e putrescenti dita verso il Villaggio. La deshi gli allunga perciò l'unica cosa che ha con sé che possa donargli come semplice promemoria del loro incontro. Un nastro. Un qualcosa di semplice, stupido, che però avrebbe potuto portare ovunque. Lui allunga una mano e per un istante le loro dita si sfiorano in quel donargli quel nastro a monito del suo non essere più solo. Kaori sente la sua mano calda, la sua pelle ha una consistenza rassicurante al tatto e la porta ad osservarlo in volto nel più totale silenzio. Le sue parole la fanno sorridere, una contentezza leggera a illuminarle il viso, prima che ella porti le mani ai fianchi fissandolo con cipiglio scherzosamente offeso. <Che fai? Adesso prendi in giro?> sorride sapendo che al momento non può fare nulla per proteggere la Foglia. <Guarda che diventerò forte sai? Forse diventerò anche forte come te!> dice incrociando le braccia al seno e alzando di poco il volto con fare altezzoso, un modo divertito di fare per rendere l'atmosfera più leggera, frizzante. Non riesce a reggere oltre quel fare scherzoso e ride deliziata di quel gioco ingenuo volgendo nuovamente il capo verso di lui, l'espressione giocosa di un'anima ancora innocente. Ancora per quanto? <Hai sorriso, alla fine> dice lei notando l'espressione di lui ammorbidirsi per un istante. Quella tristezza è quasi puntellata di vago sollievo, forse è solo una impressione della deshi. Ma sarebbe solamente felice di sapere di aver potuto aiutarlo a sopportare un po' più a lungo quel peso che sembra gravargli addosso.

16:14 Kurako:
  [Monte | Quarto Hokage] I problemi del villaggio della foglia sono tanti, innumerevoli, una consapevolezza che si porta dietro da anni senza effettivamente sapere cosa fare per cambiare una tale situazione. Non sa quale sia la radica ma l'istinto gli suggerisce di pensare ad Hashirama stesso, il fondatore del villaggio, per via del comportamento assunto. Troppo buonista, troppo accondiscendente per i suoi gusti ma forse non è nemmeno lui il problema, forse sono tutti gli altri venuti dopo di lui che, cercando di emularlo, non hanno fatto altro che rovinare un villaggio splendente come quello della foglia. Solo in pochi incarnano il giusto modo per ridefinire i canoni di quel posto e portarlo nuovamente al suo antico splendore, solo pochi hanno la volontà del fuoco che fa mettere il bene del popolo davanti al proprio ma, molte volte, bisogna fare ciò che è necessario, non ciò che è giusto. Bisogna compiere dei sacrifici per un bene supremo e questa sua concezione non può cambiare, una concezione formatasi con il tempo, capita nella solitudine del suo essere con nessun altro a fargli compagnia e poi confermata durante il soggiorno a Oto dove ha visto come quei due clan hanno preso il potere perchè nessuno ha osato fare qualcosa prima per prevenire tutto questo. Lui non può, non può fare niente, non ha potere all'interno di Konoha, anche se ha deciso di proteggerla non può fare niente per cambiare le cose...spetta al Kage e ai suoi abitanti, il massimo che può fare è impedire che qualcuno o qualcosa rovini la quiete di quel luogo come ha cercato di fare Ryota anni fa e fallendo miseramente sotto i colpi dei ninja che, contro di lui, si son rivoltati. L'amore per il proprio villaggio è forte in loro, così forte da non far temere niente, nemmeno la morte stessa; essa è solo un piccolo intoppo perchè la volontà resta, volontà che viene tramandata di generazione in generazione, di padre in figlio. Un cenno del capo, solo un piccolo cenno viene fatto in risposta alle parole di Kaori; è contento che la fiducia sia aumentata, contento che ora può osare di più, può fare molto di più di quanto la sua mente non avrebbe potuto prima<Non perdere mai quella fiducia, non vacillare mai o tutto sarà reso vano; piuttosto aumentale, giorno dopo giorno fai crescere quella fiducia, così niente potrà fermarti>avere fiducia in se stessi è un grande aiuto quando si è soli ed è così che è riuscito a sopravvivere per tutti questi anni in solitudine. Forse ha sopravvalutato le sue abilità ma è solo grazie a questo che è ancora vivo, crede di poter battere chiunque e così dev'essere, non può permettere a se stesso di credere il contrario, non deve mai succedere, nemmeno quando tutto si fa più nero e luce sembra sempre più lontana. La gamba sinistra va a piegarsi, e, con una piccola dose di forza, va a sollevare l'intero corpo rimettendosi in piedi mentre lo sguardo contempla ancora il paesaggio dinanzi a se, il villaggio della foglia. La notte è ormai giunta, le luci sono accese in tripudio di colori notturni, uno spettacolo invidiabile che nessun altro villaggio possiede<...>è ancora dentro le tenebre? Potrebbe mentire ma così mentirebbe anche a se stesso, sa quale è la verità e non dirla lo farebbe tornare quello di un tempo<Si, ci sono ancora dentro ma è questa la via che ho scelto, non posso tornare indietro>una volta presa la decisione non può tornare sui suoi passi ma solo proseguire diritto e vedere fin dove riesce ad arrivare, vedere quanto mente e corpo possono ancora reggere una simile condizione<Il rischio c'è sempre ma faccio in modo che ciò non succeda>resiste più che può fin a quando non arrivi il giorno in cui tutto divenga così insopportabile da farlo cedere ma sa che, quel giorno, è ancora lontano, molto lontano<Tu daresti a qualcun altro un peso del genere? Condanneresti qualcuno a una simile vita>una domanda in risposta, una risposta cruda e decisa, una risposta che significano tanto ma giusta. Chi potrebbe mai condannare qualcuno a una vita così? Nemmeno il suo peggior nemico, in questo caso, suo padre, nemmeno per lui augura una cosa del genere. Il nastro, un simbolo. Sbottona la mantella nera abbassando la cerniera andando a legare il nastro al proprio braccio per poi ricoprire nuovamente il tutto<Ecco, ora sarà sempre con me>mentre tira nuovamente su la cerniera fino al limite ovvero a metà del viso<Ahahahahahahaha>una risata fatta con gusto, spontanea nel vedere quella ragazzina. Ha dimenticato come è bello ridere, ha dimenticato queste piccole gioie che ogni tanto concede la vita<Non dire così, al massimo superami>non serve arrivare al suo livello, bisogna superarlo, questo vuole e questo cercherà di ottenere<Già, grazie>un altro cenno. Quel momento, però, non può durare molto, il tempo passa ed è ora di andare, la sua vita non gli permette di soggiornare troppo in un posto, il suo essere è diverso<Devo andare. Addio Kaori>il piede destro va a farsi avanti lasciandosi cadere giù dalla testa del quarto per poi scomparire nella notte. [END]

16:40 Kaori:
  [Monte dei Volti di Pietra] Non risponde subito, il ninja, quando la deshi gli domanda se sia ancora immerso nelle tenebre. Si prende qualche attimo forse per pensare alla risposta, forse per metabolizzare quanto male possa fare realizzare la verità dei fatti. Kaori si pente quasi della sua impulsività, di quel suo essere così dannatamente spontanea. Eppure lui risponde. Dilania quel silenzio con la sua voce seria, grave, spiegandole che nonostante fosse così non se la sente di fare altrimenti, di sobbarcare un simile peso e destino a nessun altro. La deshi sospira stringendo appena le labbra. <No><Per questo mi fa male sapere che tu ne sei condannato> Sincera, non mente nel dire che quella verità le fa male. Le stringe il cuore, la fa sentire impotente e inutile. Quella persona ha sacrificato la sua vita per proteggere la loro, non è ugualmente giusto. Nobile, certo. Ma giusto? No, non può esserlo! Non per lei... Eppure la vita è questa. E' fatta di battaglie senza vittorie, di scontri senza regole e con solo perdite. <Non è giusto...> sussurra ancora abbassando lo sguardo sulla città, la voce flebile come se stesse parlando fra sé e sé e le mani annidate sul ventre ancor strette attorno al foglio di appunti che aveva suggellato quel loro incontro. <Troverò un modo per aiutarti. Troverò un modo perché non debba farlo da solo> dice allora la ragazza con sguardo serio, le iridi perse a vagare per le strade del Villaggio mentre un alito di vento fresco le scivola sulla nuca. E' allora che lei gli dona il nastro, quel simbolo a perenne memoria del loro incontro che lui va ad afferrare cautamente. Lo osserva mentre scosta la mantellina per assicurarlo attorno al proprio braccio, un modo per averlo sempre con sé e non perderlo durante i suoi viaggi. Kaori sorride, contenta, osservando ogni suo gesto sperando che in qualche modo possa davvero riuscire ad aiutarlo. Chissà che ricordo avrà di quella serata, lui? Lei sa che non dimenticherà facilmente quella notte. La tristezza nel suo sguardo, la gentilezza delle sue parole, del suo cercare di darle conforto quando lei gli ha esposto i propri dubbi. Ma, più di ogni cosa, non dimenticherà la sua forza, la sua determinazione, l'amore verso Konoha che lo ha portato a sopportare una strada fatta di dolore e solitudine. Ricorderà ogni cosa, ricorderà la sua volontà e non la renderà vana. La risata di lui affiora sconosciuta alla mente della deshi che, contenta, lo osserva un po' meno malinconico, un po' meno distante. Ha una risata calda, bella. Ma qualcosa le dice che dev'essere anche piuttosto rara. Forse è proprio questo a darle bellezza? Chissà. <Beh... per ora devo raggiungerti. Poi potrò cercare di superarti> sorride lei dondolando appena le gambe nel vuoto dinnanzi a sé prima di notare l'altro alzarsi. Il suo è un saluto rapido, breve, che la porta a osservarlo con fare spiacevolmente sorpreso. Il loro tempo è già terminato. Quella notte è già finita. Ma il suo ricordo sarà ancora vivo. <Arrivederci. Sono sicura che ci rivedremo> mormora lei alzandosi e osservando la figura di lui lanciarsi nel nulla, nell'oscurità di quella notte silenziosa. Sì. In qualche modo vuole credere che quello non sarebbe stato un vero addio, che lo avrebbe rivisto e quando questo sarebbe accaduto sarebbe stata più forte, più prossima a raggiungerlo. Forse, gli sarebbe stata più vicina. [END]

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