In memoria...

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16:25 Yukio:
  [Altare] Che ci si può aspettare da un semi-dio totalmente infuriato? Ovviamente una sottospecie di apocalisse. La zona della cattedrale, seppur distante dal centro effettivo del Paese, in questi giorni è visibile a giorni di cammino. Una miriade di corvi svolazzano interrottamente a spirale attorno a quel raggio di luce violacea e nera che parte dalla cappella principale della cattedrale, passando attraverso a quell'enorme rosone da cui viene proiettato il fascio. Solo in quella locazione, e si estende anche per qualche chilometro, una serie di nuvoloni tetri avvolti da fasci elettrici ornano il cielo, oscurandolo completamente. I fulmini cadono imponenti sul suolo circostante della cattedrale e ormai ben poche persone si recano in quel luogo. Non hanno osato avvicinarsi nemmeno i sottoposti di Yukio tranne, ovviamente, Totoro, che è rimasto sempre al suo fianco per qualsiasi motivo. Dentro la cattedrale si può vedere il semi-dio seduto sulla sedia in marmo nero dell'altare, la gamba sinistra sollevata si flette sul bracciolo del trono, il gomito destro è poggiato sul bracciolo destro ed il dorso della medesima sostiene il volto di Yukio dalla guancia. La mano sinistra, invece, avvolge uno spuntone sopra lo schienale della poltrona, una specie di sostegno ma alla fine più per comodità. La gamba destra, infine, ciondola lentamente avanti e indietro rimanendo a pochi centimetri dal suolo. Il vestiario è molto povero ma lascia trasparire il suo sblocco: una tunica leggera avvolge la schiena da sotto le scapole collegandosi con delle semplici maniche del medesimo colore bianco, lunghe fino ai polsi e larghe per celare tutto l'arto all'interno, finisce il tutto con un enorme spacco sul petto che si estingue per via della fusciacca sopra il bordino dei pantaloni lasciando che i due lembi di tunica continuino lungo i suoi fianchi fino alle caviglie; le gambe sono coperte da un paio di pantaloni di tessuto leggero ma neri, larghissimi e gonfi ma con degli elastici alle caviglie per sostegno. Un bastone simile a quello del dio delle sei vie svolazza alla destra di Yukio, con tanto di sfere attorno ad esso che lo ornano e due anelli che non si toccano mai ma che si muovono in maniera inversa rispetto a quella del bastone. Gli occhi annoiati sono posati in avanti, verso l'enorme portone d'ingresso della cattedrale. Un corvettino, uno dei figli di Corax, svolazza per la navata principale, gracchiando allegramente in quel sottofondo di canti gregoriani decisamente tetri e bassi. Totoro ha il suo da fare, prendendo per il momento il posto di Yukio deve badare a molte faccende, è semplicemente seduto su di una sedia vicino al tavolo dell'altare a mettere a posto varie scartoffie nel silenzio tombale di Yukio.[ck on][innata on]

16:54 Kurako:
  [Cattedrale] Prima di partire per la sua destinazione deve fare qualcosa, qualcosa di importante anche se, l'inesperienza in questo campo si fa sentire. Kurona è morta e non c'è una tomba su cui recarsi, niente di niente, per questo motivo si è diretto alla cattedrale dei "Kokketsu", loro luogo di ritrovo e unico posto dove rendere omaggio alla sua memoria. I passi lenti, decisi, dirigono il giovane in direzione della chiesa percorrendo la foresta circostante ma in quel frangente gli occhi si posano sulla sommità del cielo; corvi neri come la pece svolazzano sopra la cattedrale, fulmini e saette si abbattono sul territorio, la furia di Yukio divampa sul territorio. Il cuore comincia a battere, il petto sta per sfondarsi, il tessai è li, è li in quel posto anche lui e ora cosa può fare? Entrambi stanno soffrendo, entrambi periscono dentro per via di dolore inimmaginabile ma come fare? E soprattutto come fare riferimento al figlio? Come può dirgli che ha preso con se il suo erede? Ogni domanda non ha una risposta e non devono averne, non ne hanno bisogno. Le vesti anche quest'oggi sono le solite, una maglietta grigia a maniche corte, pantalone nero avente la parte delle cosce più larga e man mano che si va verso il basso si restringe, sandali ninja neri, portaoggetti legato alla vita e posto dietro la schiena, anello giallo con kanji del sud sull'anulare sinistro, mantella nera con nuvolette rosse dell'Akatsuki posizionata su tutto, maniche lunghe e cerniera tirata fino al massimo andando a coprire il viso fino a metà del naso. In testa ha infine il solito cappello di paglia mentre i capelli scendono lungo tutta la schiena legati in una treccia a coda di cavallo con un nastro blu alla fine per tenerli fermi. Tutto il busto, al di sotto della maglia, è coperto da delle fasce bianche comprese braccia, collo, mani e metà del viso andando a gareggiare con la mantella dell'organizzazione. Si dirige verso l'edificio, non cambia direzione ma prosegue diritto evitando i fulmini o meglio, passandoci in mezzo fino a giungere al portone; la sinistra si alza andando ad appoggiarsi su una delle ante e, con un minimo di forza, va a spingere verso l'interno aprendo un varco ed è al suo interno che, finalmente, potrebbe vedere il tessai nella sua disperazione. La destra si solleva andando a togliere il cappello dal capo, i piedi guidano il ragazzo all'interno della cattedrale, pochi passi per poi fermarsi. Gli occhi puntano sulla parte più alta come se vedesse la donna proprio dinanzi a se e, per un momento, si abbandona al suo ricordo. [Chk on][Equip in scheda]

17:09 Yukio:
  [Altare] Buia la sua vista, le palpebre chiuse non permettono di vedere niente attorno, ma l'udito avverte qualcosa di diverso dai soliti canti gregoriani e da quel gracchiare. Lo scricchiolio del portone si fa forte ai timpani di Yukio il quale sgrana immediatamente gli occhi, osservando la figura di Kurako. Due sottospecie di saette cremisi partono dagli occhi di Yukio, fino a conficcarsi nelle pupille di Kurako, come a voler ottenere la sua attenzione. Fuori la tempesta si fa più pesante e i tuoni più potenti, distruggendo qualche zolla di terra attorno alla locazione attuale. Gli occhi di Yukio si riempiono in fretta di lacrime che iniziano a scendere, pupille cremisi e sclere nere si imbevono di lacrime, luccicando fra quei fulmini in alto nel cielo ma così tanto vicini da essere pericolosi per i comuni ninja. La bocca a schiudersi lascia scorrere due goccioline dal labbro superiore a quello inferiore rigandone il volto ed il mento "Non è posto per gente... Normale... Questo" Il bastone si ferma dal suo ondeggiare e con un gesto netto va a schiantarsi nel terreno, generando un vortice d'aria attorno a se, imprimendone sempre una massiccia quantità di chakra, sfruttando la sua intera dispensa in questa giornata. "E lo sai bene..." La mano destra si stacca dalla guancia, aprendo il palmo in avanti, in direzione di Kurako. Una sfera si stacca dalla gravità del bastone iniziando a fluttuare sopra quel palmo in un mutamento senza rumori, una sfera che si schiaccia, si allunga, diventando striminzita e poi enorme, una serie di mutazioni che per ora non hanno alcun fine "Porta rispetto, prima di tutto, a questo luogo." Un segno di rispetto? Deciderà Kurako su quello da fare, più una questione per la persone che è venuta a mancare per il reale luogo o la persone che ha difronte Kurako, quelle due sono le cose che al momento hanno minore importanza.[ck on][innata on]

17:27 Kurako:
  [Cattedrale] Gli occhi incontrano quelli di Yukio, tristi e ricolmi di dolore proprio come quelli del Senjuu che, nonostante tutto, ricambia lo sguardo, anch'esso triste e malinconico. Un luogo sacro è la cattedrale, per loro quanto per gli altri, la casa dei Kokketsu essa è, il luogo dove sono nati, dove hanno vissuto per anni e, nel vedere il tessia, le lacrime cominciano ad solcare il viso del di Kurako, percorrono le guance fino a cadere per terra. Non parla, non osa parlare, non vuole dire niente solo restare in silenzio a contemplare la morte di Kurona ma il dolore è un qualcosa che li accomuna e la sue parole ne sono pregne. Non è un posto per gente normale e lui lo è? No, se fosse stato normale non avrebbe mai fatto tanto male alla donna che ama, non avrebbe mai osato ferirla in quel modo barbaro e bruto allo stesso tempo. Le colpe aumentano, i sensi di colpa lo distruggono giorno dopo giorno e ancora non è riuscito ad accettare, completamente, la sua dipartita e forse, in un angolo dentro di se, non vuole; forse torna, forse fa come ha fatto lui, forse ha finto e prima o poi tornerà. Queste le speranze ma sono solo pensieri vuoti, il nulla vi è in loro, è andata per sempre;muove lentamente le mani portandole all'altezza del plesso solare formando il sigillo del serpente.In basso, sia da destra che da sinistra, cominciano a lampeggiare due piccole luci, una azzurra e l'altra marrone ovvero il suiton e il doton; esse cominciano a muoversi per tutto il corpo, passano per i canali del chakra immettendo in essi il potere della terra e dell'acqua. Da due lati diversi il corpo del ragazzo viene plasmato, da destra il suiton e da sinistra il doton cercando di convogliare entrambi nei palmi delle mani unite. Se ci fosse riuscito tenterebbe di fondere questi due elementi l'uno con l'altro facendoli mischiare in un vortice miscelatore e, se tutto va per il verso giusto, dovrebbe andare a crearsi un nuovo tipo di forza avente un colorito marroncino ovvero il Mokuton o arte del legno. Il chakra del suo clan aumenta il potere, la forza ma non per attaccare, negli occhi non ha queste intenzioni bensì vuole solo fare ciò che ha detto il tessai, ovvero portare rispetto e lo fa nell'unico modo che conosce, sfruttando il suo vero io. Nuovamente il sigillo del serpente viene mantenuto per pochi istanti cercando di attivare l'innata per poi portare il destro in avanti, il palmo della mano ben aperto mentre il mokuton va ad agire. Cerca di far fuoriuscire il chakra dai punti di fuga andando ad aderire al braccio, colorandolo ma non è come prima, adesso è nero, completamente nero...lo ha trasformato, ha plasmato la sua innata fino a farla diventare dello stesso colore della donna. Agisce all'interno del palmo, infonde maggiore energia in esso cercando di far fuoriuscire una rosa, una rosa nera. Se ci fosse riuscito ne prenderebbe lo stelo con la punta delle dita per poi tentare di avvicinarsi all'altare; passi lenti mentre con gli occhi, ancora bagnati dalle lacrime, osserva Yukio. Osserva la di lui figura per poi distogliere lo sguardo una volta arrivato per inginocchiarsi davanti l'altare e appoggiare la rosa al suolo<Perdonami>un unica parola rivolta a entrambi. [Chk on][Innata on]

17:35 Buro:
  [Cattedrale] La porta della cattedrale va a schiudersi lentamente, un cigolio quasi impercettibile l'accompagna mentre una sagoma si staglia controluce. Probabilmente il tessai non ne avrà memoria, lo stesso clone non lo ha visto più di una volta, forse è un bene, l'uomo non aveva mostrato molta simpatia per l'albino, il primo giorno in cui si sono incontrati, anzi, sembrava stesse per fargli qualcosa, la replica fallata si era salvata solo per un colpo di fortuna. Eppure ora eccolo lì, all'ingresso della cattedrale di Kusa, i capelli candidi svolazzano leggermente, sciolti, liberi e portati all'indietro, l'haori della madre, nero come il cielo notturno, si agita con ogni movimento, lo stemma della casata cui lui ora appartiene è motivo d'orgoglio, portato con fierezza dietro la schiena, ricamato dalla madre, ai piedi un paio di semplici stivali neri di pelle, celati dal lungo soprabito, gli occhi rossi scrutano la penombra della cattedrale e i suoi due ospiti, il respiro è lento e silenzioso, unito alla pallida carnagione del ragazzo, lo farebbe sembrare uno spettro. Una mano, sola, scoperta, si avvicina al petto, le dita assumerebbero la posizione del sigillo caprino al fine di richiamare a sé il chakra. Le energie della mente, quella di colore rosso acceso, e quella del fisico, di croma verde, si andrebbero ad attivare, vorticando come in un mulinello, si avvicinerebbero l'una all'altra, avvolgendosi l'una all'altra fino a scontrarsi violentemente al centro dell'organismo, presso la bocca dello stomaco, colliderebbero e si impasterebbero, dovrebbero amalgamarsi così da formare il chakra azzurro, fonte di energia dello shinobi. Non una parola fuoriesce dalle labbra chiare, semplicemente, il clone imperfetto si addentra nella struttura, chiudendo la porta dietro di sé, avvicinandosi il più possibile ai due. <Kurako..> Sussurra in rispetto per quel luogo sacro, poi volta la testa verso il tessai, chinandola in saluto. <..Signore..> Non osa chiamarlo per nome, almeno non in sua presenza, mantenendo un tono formale. Resterebbe dunque in silenzio, non turbando la quiete della cattedrale, in attesa di una mossa dai due. [chk on]

17:47 Yukio:
  [Altare] Segue con attenzione i movimenti di Kurako, ha le stesse intenzioni sue, non fare niente di dannoso, almeno in questo periodo. Abbassa la testa quando nota la rosa nera che va a crearsi grazie alla sua innata, lasciando che quella parola non vada verso Yukio ma direttamente a Kurona. Un chino della testa in forma di rispetto per la stessa restando questa volta in un silenzio totale, lasciando che gli ennesimi canti diano 'armonia' a quella situazione, seppur in maniera negativa come dall'inizio. La mano destra fa sollevare la sfera che ritorna al suo bastone, ritornando al centro di gravità dell'estrema asta assieme alle altre sfere. La mano destra si allungherebbe, stranamente, verso Kurano, mano in verticale e dita appena aperte... Una stretta? "...Non sarò più come prima... Ma voglio che fra di noi si ripristini tutto..." Resta in silenzio con gli occhi appena bassi, la prima volta che non guarda negli occhi una persona in queste circostanze, di norma è quello lui, il forte della situazione, l'orgoglioso e l'acido, ma stavolta ha messo sul serio tutto da parte in un gesto che si può definire banale, ma non per chi lo conosce realmente. [?] È colpa tua e questo lo sai bene. L'hai fatta soffrire con i tuoi modi, con la tua burbera violenza e con la tua freddezza... Fai schifo [/?] Un blocco in gola,la saliva stenta a scendere per quegli attimi, ma solo una cosa lo riporta alla realtà, eccolo, quel Kimono. "...Sai come mi chiamo... No?" Verso Buro, ovviamente, guardandolo un attimo da capo a piedi mantenendo solo su questo uno sguardo fisso nelle sue iridi, attendendo una sua risposta che ovviamente si riporta al discorso di come l'ha salutato "Non c'è il bisogno di tutta questa formalità" Rassicura, porgendogli un semplicissimo cenno di capo. Gli occhi si rialzano, ad osservare il rosone che riflette quella spirale alta nel cielo con la fine fra quei nuvoli che danno un ambiente in cui vivere ai suoi corvi. Corax è quello che si sente di più, il suo gracchiare sembra quasi un'armonia, le piume cadono dolci dal cielo, poggiandosi sulla cattedrale per poi svanire sotto forma di polvere, come in un incantesimo.[ck on][innata on]

18:05 Kurako:
  [Cattedrale] Si cambia, tutto quanto cambia e anche Yukio, colui che ha sempre spadroneggiato sul mondo, lo stesso che lo ha messo in ginocchio più di una volta adesso diventa il più umile, quello debole tra i due. Mantiene lo sguardo fisso sulla rosa, non lo alza rivolgendo il proprio pensiero a lei e a nessun altro, adesso è lei al centro di ogni cosa, così come è sempre stata al centro della sua vita, vita che per anni ha consumato in utili inseguimenti, inutili dibattiti quando sente il braccio del tessai spostarsi porgendogli la mano aperta. Gli occhi si muovono appena andando ad osservare quel gesto, una trappola per ucciderlo? No, nessuno dei due vuole la violenza, non in un posto come questo e non in questo momento, non è tempo per combattere, non è tempo per odiare. La vita cambia e i nemici tornano amici, succede sempre così, anche quest'oggi. Minuscola la forza impressa nella gambe e nei piedi mentre si rialza rimettendosi in piedi, la testa ancora chinata verso il basso; il respiro rallenta, il corpo va a rilassarsi mentre le lacrime sgorgano incessanti dagli occhi irrigandogli il viso, bagnato, secco, il viso di uno che ha sofferto le pene dell'inferno come solo pochi hanno fatto, solo pochi possono capirlo realmente. Alza lo sguardo e il capo, il braccio destro si solleva con la mano aperta andando, con semplici movimenti, a stringere quella dell'altro, un segno per riappacificarsi, almeno per lui<I-io...ti chiedo scusa, ti chiedo perdono...>il battito aumenta e con esso anche l'agitazione<...non sono riuscito a farlo con lei, almeno voglio farlo con te>la stretta alla mano aumenta leggermente, le parole sono sincere, più di quanto potrebbero mai essere. Le labbra si chiudono con forza iniziando leggermente a tremare. Non ci riesce, non è morta, non può essere morta, perchè, perchè tutto questo, perchè sempre a lui? Perchè è nato? Per soffrire o per far soffrire gli altri? Non ne ha idea, non ne ha la minima idea ma non ce la fa più, non riesce più a sopportare niente, ha raggiunto il suo limite. La porta attira la sua attenzione così come quella dell'altro, dei passi si avvicinano e quella voce che conosce fin troppo bene; volta leggermente il capo<Amburoshia>il ragazzo è venuto a rendere omaggio alla madre ma son le successive parole a farlo pensare anche in una situazione come questa. Come fa a chiamarlo signore quando è il padre e la reazione di Yukio? Forse, allora, ha pensato male, forse non si conoscono ma poco importa, hanno in comune più di quanto ne abbiano loro, che sia un segno del destino? Deve lasciarlo andare con Yukio? Non lo sa ma le domande si affollano nella testa. [Chk on][Innata on]

18:06 Buro:
  [Ospedale] Gli occhi si abbassano leggermente a osservare il lucido pavimento della cattedrale mentre le parole fredde del tessai lo invitano a un atteggiamento meno distaccato e più informale, non se lo aspettava in effetti, ha sempre creduto di non piacere all'Arufa, ciononostante il ragazzo ricambierebbe il cenno, voltandosi verso il Senjuu, ormai completamente ripreso dall'ultima visita in ospedale, quasi non sembra aver accusato il trauma, questo solo nel fisico naturalmente. <..ho ricevuto il tuo messaggio. Verrò.> Accetta, stringendosi leggermente nel tepore confortante della veste nera, traendo un profondo respiro, il profumo di Lei ancora forte nel tessuto dell'abito. Un pensiero. Una curiosità intollerabile.. il bisogno di una risposta. <Voi lo sapete.. non è vero?> Chiede con espressione mesta. <Yukio-sama, lei ne aveva parlato durante il nostro primo incontro.. poi tu, Kurako.. sapevi bene di cosa parlava 0-21.. sembra che io sia l'unico a non sapere chi o che cosa sono..> Continua con voce fredda, amareggiata. <..perciò vi chiedo.. di smetterla di tenerlo nascosto. E' un mio diritto..> Giunge ora il momento solenne. <...Che cosa siamo?> Loro. Buro..e chiunque altro fosse stato prima di perdere la memoria. Le iridi rosse tremano, come le mani, la tensione è troppa perché il giovane possa sopportarla, le unghie affonderebbero nei palmi, graffiando, lacerando la pelle in dieci piccoli forellini, il liquido ematico, nero come la pece, come la sua anima maledetta da quella donna, che sola, lo aveva accolto. Le gocce di sangue inizierebbero a fuoriuscire, sgusciando tra gli strati di pelle, tingendo pigramente le sue dita di rosso mentre il chakra inizierebbe a pervadere le vene e lo stesso liquido, lo sentirebbe, vivo, in moto, sotto la pelle, nei capillari, tra le sue dita, quel "dono", glielo conferì la sua padrona, è ora quanto più lo rende un Originale. Una parte di Lui. Una parte di Buro. [chk on][innata on]

18:20 Yukio:
  [Altare] "In un mondo come questo, tutti abbiamo colpe ma nessuno sa di averne..." Verso Kurako, avendo ancora le lacrime agli occhi. Un sospiro pesante viene fatto, stringendo di conseguenza la stretta di mano, una stretta sicura e decisiva, forte e allo stesso tempo sincera. Finalmente alza lo sguardo, osservando le iridi del Senjuu per qualche secondo. La stretta verrebbe sciolta poco dopo,una durata nella norma per riappacificare gli animi dei due, ma ecco che gli occhi si dirigono verso Boru, curioso di domande. Come biasimarlo del resto? Una persona che vaga nel nulla che ottiene cose che non pensa nemmeno di ottenere. "Se questo è quello che vuoi sapere..." Nel ruotare gli occhi svolazza su Kurako "Ho il permesso?" Mentre si mette composto per alzarsi da quel trono in marmo. La gamba sinistra accavallata sul bracciolo viene fatta poggiate al suolo così da potersi sollevare; la manica sinistra della tunica viene alzata dalla destra, visibile il tatuaggio del serpente che si aggroviglia su tutto l'arto, ma non è questa la parte che interessa; l'inchiostro nero va a mutare lentamente, il sangue prende posto del tatuaggio iniziando ad invadere completamente l'arto sinistro fino ad inglobare parte del suo corpo e del suo vestiario, la tunica per metà mantiene il bianco puro e per l'altra metà un nero pece con un'aura violacea a circondarlo. La mana assume delle forme aguzze, fredde e totalmente nere, quasi scheletriche con delle unghie taglienti e abbastanza lunghe da far invidia a dei kunai "Se vuoi sapere ciò che tu sei, dovrai accettarlo in ogni modo e mantenere alto l'onore per la tua casata. Questi sono i patti." Verso Buro, mettendosi ben eretto fra Kurako e il ragazzo ma rimanendo sempre vicino al suo trono in marmo nero. Certo che l'attuale visione dell'Arufa nei confronti del piccolo del clan non è delle migliori, forse inquietante, forse non molto rassicurante, ma che altre scelte ha il ragazzino del resto?[ck on][innata on]

18:43 Kurako:
  [Cattedrale] Non è il suo caso, ne ha anche troppi di peccati e sa benissimo quali sono, li ricorda tutti dal primo all'ultimo, prima fra tutti aver fatto soffrire Kurona. Non pensa nemmeno a Shusui, non pensa che ha ucciso il suo migliore amico perchè al momento, è la cosa minore, la cosa meno importante fra tutte. Le sue colpe verso la donna sono immense, è lui che l'ha uccisa con i suoi modi di fare, l'ha allontana da se quando invece avrebbe dovuto proteggerla invece di cacciarla, di minacciarla come un idiota qualunque. Si è sempre vantato della propria intelligenza, del proprio essere eppure, ultimamente, sta dimostrando quanto non sia altro che un idiota, il suo comportamento lo dimostra abbondantemente, anche in questa situazione lo sta facendo<So bene quali sono e non c'è modo di rimediare>affranto da tale affermazione lascia andare la mano del Kokketsu per poi voltarsi in direzione di Buro. Ha deciso di partire con lui, di partire per il viaggio di "conoscenza" che ha deciso di fare<Bene>va a rispondere apatico e senza alcun segno di sentimento nel viso ne nella voce e poi tutto finisce anche qui. Comincia con le sue domande in un momento come quello, domande per sapere chi è, per sapere cos'è? Ma lui come fa a saperlo? Non conosce bene i Kokketsu ma dall'ultima conversazione con Katsumi ha capito solo una cosa molto evidente<Non era difficile comprendere le sue parole. Siete uguali e molto simili, cosa significa questo secondo te? Tu sei come lui Amburoshia, avete lo stesso sangue nelle vene>non rivela apertamente che è un Uchiha ma lo lascia intuire, lascia che sia la sua intelligenza a farla da padrone in simil momento. Volge lo sguardo su Yukio per poi abbassarlo...deve farlo? Deve lasciare che scopra la sua vera identità a tutti i costi? E' se questo lo allontanasse da lui? Perderebbe l'unica cosa di Kurona rimasta in questa terra ma, in questo modo, si comporterebbe esattamente come ha fatto con lei, da egoista e da idiota<E' tuo>da il permesso al tessai facendosi da parte, indietreggia di qualche passo per far in modo che abbia campo libero sul genin<Adesso saprai Amburoshia, adesso saprai...>e con queste parole finisce. [Chk on][Innata on]

Kurako si allontana dal pc per una mezz'oretta (cerco di fare il prima possibile, promesso)

18:53 Buro:
  [Ospedale] Rimane muto alle parole del tessai, lo ascolta in silenzio, non un fiato, non una protesta, lui non sa del giuramento. Aveva già fatto quella promessa, l'aveva accettata, era ormai un suo volere, non un obbligo, non un atto forzato, un dovere nei confronti del clan. No. Lui "voleva" mantenere alto l'onore dei Kokketsu, lui "voleva" essere motivo d'orgoglio per i suoi superiori. Quella era l'unica gioia che gli era rimasta. <Yukio-sama, io ho già fatto quella promessa a Lei. Era il nostro patto..> Sussurra, abbassando di nuovo il capo, il dolore della perdita torna a farsi sentire, i ricordi, lei che salta, il silenzio. <Cosa siamo, Noi?> Chiede di nuovo, il sangue si avvolgerebbe su sé stesso, avvinghiandosi e formando tanti piccoli filamenti, come quelli che utilizzava Kurona, essi, neri come la notte, si allungherebbero fino a quasi un metro, andando ad accarezzare le guance del giovane, come se volesse illudersi che a toccarlo non fosse lui stesso ma la madre ancora viva, dietro di lui. <Lo stesso sangue..? Ma come.. noi siamo diversi da lui.. lo siamo sempre stati, è l'unica cosa di cui sono certo.> Un'espressione incredula, quasi disperata gli si dipinge in volto. <Katsumi è una persona deprecabile.. l'ho percepito quando ci siamo incontrati.. era come se già lo conoscessi..> Gli occhi si socchiudono sovrappensiero, le iridi fisse su quelle di Kurako. <..sono un peso per te. Lo so. Lo fai solo per Lei.. e immagino.. ciò ti renda una persona ammirevole.. ti seguirò.. vedrai di cosa sono capace.> Gli risponde, gli occhi ora accesi di un barlume inusuale, non è da lui essere determinato o addirittura prendere decisioni per sé stesso.. possibile? Che stia sviluppando una personalità? [chk on][innata on]

19:08 Yukio:
  [Altare] "Certo, le memorie possono svanire... Ma recuperarle non è così difficile" Scrocchia il collo a destra e a sinistra mentre il braccio sinistro in cui si vede più di tutto il resto l'attivazione dell'innata rimane fermo, quasi rigido e gelido ad un eventuale contatto, che è quello che accadrà presto. Un cenno di capo a Kurako ed ecco che l'intero corpo di Yukio viene preso per intero dal proprio sangue che ne prende il possesso. Una lunga tunica nera simile alla cappa del Mietitore fa la sua comparsa, due puntini rossi al posto degli occhi, cappuccio e vuoto, sembra che dentro quel vestito non ci sia niente se non il vuoto. "Ti devo tenere fermo, scusami" La destra punterebbe verso Buro, con una velocità quasi impercettibile una sagoma nera si posizionerebbe alle spalle di Buro, una sottospecie di pozza di sangue che si estende in verticale si schianta contro il corpo del ragazzo, intrappolando. Un passo viene fatto verso di lui per accorciare le distanze facendo rimbombare quel rumore acceso in tutta la cattedrale. Un vento spira da Yukio verso Buro, un vento strano che non ha fonte naturale. La mano sinistra, gelida, si avvicinerebbe al volto del ragazzo che già a pochi centimetri potrà avvertire la gelida presenza. Un tocco quasi da ustione da freddo rimane sulla testa di Buro "Buon viaggio" Ed ecco che lentamente tutto ciò che circonda Buro va a svanire,un tassello dietro l'altro, blocchi regolari di svariate dimensioni sprofondano nel buio più totale. Un tremolio del reale e puff, non c'è più niente attorno a Buro. Una stanza infinita completamente buia "[Gen] Eccomi... Sii forte [/]" Comparendo al fianco destro di Buro mentre al sinistro si creerebbe la figura di Kurako, volendo immergerla appositamente nell'illusione per fargli una compagnia più sicura, del resto è lui che l'ha tenuto per più tempo al suo fianco. La mano destra di Yukio trapasserebbe una barriera invisibile, ricomparendo più grande del normale avanti al trio, come se stessero vedendo un film su di una tela. La mano strapperebbe via un telone nero, lasciando la visione di tutti i frammenti più importanti di Buro. La mano viene ritratta, ritornando nel primo strato dell'illusione in cui sostano sia Buro che Kurako al suo fianco. La visione dello schermo presenta i vari spezzettoni della sua creazione, ricreandoli secondo anche le sue esperienze e secondo quel che sa di come vengono creati i cloni, nel laboratorio. Il processo non è andato bene, semplice da intuire, ma quell'uguaglianza? Semplice anche questo da riproiettare, non ci vuole molto a capire che è un clone di un'altro clone, Katsumi. Una famiglia di cloni si può definire, Yukio la fonte del clan mentre Buro un estraneo che si è trovato in quella situazione per caso "Dimmi quando vuoi uscire..." La mano sinistra, non più gelida, si poggia sulla spalla sinistra del ragazzo, in attesa di una sua parola.[ck on][innata on][Nushi Arazu Kigaau]

19:41 Kurako:
  [Cattedrale] L'incredulità di Buro è lecita, sa cosa ha appena detto, cosa gli ha appena rivelato ma avrebbe dovuto capirlo da solo. Katsumi non è uno stupido, non parla perchè gli piace e questo il Senjuu lo ha capito e di conseguenza ha capito ciò che significano le di lui parole<Non parlo di voi ma di te>continua a ripetergli<Ora sei un Kokketsu ma prima cos'eri Amburoshia? Questo ti sto dicendo, tu sei un Uchiha proprio come lo è lui, ha solo cercato di fartelo capire>le parole escono calme e prive di rabbia o qualsiasi altra emozione, non vuole distruggerlo bensì spiegargli tutto quanto ma l'ultima frase lo lascia stranito. E' vero, lo fa per lei, lo tiene come obbligo morale verso di lei per evitare che rimanga solo, è tutto vero ma non è un peso, e forse non ha ancora capito i suoi reali intenti<Amburoshia>comincia a parlare mentre Yukio effettua i suoi movimenti. Osserva il sangue nero uscire dal corpo, avvolgere il ragazzo, sta per scoprire ogni cosa sul suo passato, sta per scoprire chi è. Inizia a camminare verso di lui, piano ma deciso, gli occhi lo fissano e, nel momento in cui Yukio ha fatto la sua mossa, va ad appoggiare la mano sulla spalla<Non sei un peso ragazzo, voglio prenderti come mio allievo ufficiale. Voglio renderti forte come lei, voglio che tu la superi, voglio che tu mi superi>ecco la sua volontà, il suo obiettivo ma perchè tutto questo? Ha chiesto a Kurona di superarlo e non ha fatto in tempo ma forse lui può riuscirci, può diventare davvero molto più potente del Senjuu un giorno. Il viaggio serve anche a questo, serve a farlo maturare oltre che a conoscersi; niente viene lasciato al caso ma tutto è ponderato per essere perfetto nei minimi dettagli, una caratteristica che contraddistingue da sempre Kurako. [Chk on][Innata on]

19:43 Buro:
  [Cattedrale] Il genin si stringe i lembi dell'haori scuro al petto, gli occhi si spostano sulla figura di Yukio, che nel frattempo ha ripreso a parlare, le sue parole sono fumose, coperte da un alone di mistero, il braccio si tende, una mano, la destra, lo afferra, non si ritrae, anzi, apprezza il contatto umano, quasi nessuno si è degnato di concederglielo, Kurona lo accarezzava di tanto in tanto. <..non c'è problema..> Riesce a sussurrare con un filo di voce, il corpo si irrigidisce in risposta agli stimoli e alle sensazioni percepite di colpo, gli occhi tremano, fissando le movenze del tessai, poi il buio. Una voce, quella dell'Arufa, lo guida nella scoperta, dei ricordi, forse suoi, forse no, gli scorrono ora dinnanzi agli occhi sbarrati, un'espressione di dispiacere, rimorso, quasi dolore di esistere gli adorna il viso, sapeva di essere un clone, non ne aveva la certezza ne sapeva cosa fosse, ma ne aveva il presentimento, sentiva di non essere "unico". <...sono un abominio..> E' il commento asciutto, il tono della sua voce freddo ma la delusione è evidente. <..aberrante.. persino per loro..> In effetti è un clone difettoso. Soffre di albinismo, il tratto più evidente, e non può nemmeno sviluppare il tratto comune di ogni Uchiha: lo sharingan. Un fallimento totale. Ma forse.. <..Yukio-sama.. se il mio scopo era somigliare a 0-21.. e non ci sono riuscito.. anzi, sono completamente diverso, sia all'apparenza, sia nella mente.. ciò mi rende.. in qualche modo..?> "Originale". Non osa dirlo, come se non spettasse a lui, le iridi rosse, chiare, si posano su quelle del Kokketsu, ansiose di conoscere il suo parere. <..per me è sufficiente..> Conclude in un sospiro, abbassando lo sguardo, i fili neri composti del sangue maledetto si agiterebbero lenti nell'aria intorno al ragazzo, quasi come serpenti in agguato. <..accompagnerò Kurako nel suo viaggio.. ho promesso a Kurona-sama che sarei diventato più forte..> Si volta lentamente verso il Senjuu, i capelli bianchi ondeggiano lentamente, così simili a quelli di Lei.. <[chk on][innata on]

20:01 Kurako:
  [Cattedrale] L'operazione del tessai giunge al suo termine rivelando a Buro ciò che è in realtà, un clone di Katsumi ma non difettoso come lui pensa, non un abominio. Nonostante sia in un genjutsu può sentirlo, le parole le pronuncia anche nella realtà<Non sei un abominio, sei unico proprio come me, come Kurona e come Yukio. Nessuno di noi è chi dovrebbe essere eppure siamo sopravvissuti, siamo diventati più forti>un modo come un altro per renderlo più sicuro ma d'altronde è vero, Kurako è tutto meno che Senjuu, non ha niente di quel clan se non il nome e le capacità. L'illusione ha termine e tutto torna normale per il genin<Bene. Yukio, noi andiamo>un cenno del capo verso il Kokketsu per poi dargli le spalle<Andiamo Amburoshia, due cavalli ci attendono fuori, più avanti ti dirò ogni cosa>e con dietro il ragazzo va a dirigersi verso il portone. [END]

Kurako e Yukio rendono omaggio a Kurona mentre Buro ottiene risposte.

Note: nessuno raggiunge le 6 azioni