Buro è suicida

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con Kimi, Buro

17:44 Buro:
  [Bosco dei Ciliegi] Giornata tranquilla a Kusa, il classico pomeriggio tranquillo con qualche nuvola, un occasionale venticello attraversa il territorio intorno al villaggio, rendendo il Bosco dei Ciliegi il luogo perfetto per passare il resto del proprio tempo libero. Così infatti ha pensato il clone imperfetto, che dopo aver appreso il suo primo genjustsu, la mattina stessa, ha deciso di recarsi nel luogo dove aveva fatto il suo primo incontro con degli esseri senzienti, qui, in questo bosco, si imbatté svariate settimane addietro, in una coppia di ninja alquanto bizzarra: il maschio possedeva un potere che ora paragonerebbe a quello della sua padrona, l'alto ninja invece, una donna, era capace di far appassire ed uccidere le povere piante che calpestava e probabilmente lo stesso albino avrebbe fatto tal fine se l'avesse toccata. A coprire il neo-genin vi sono un haori bianco ed un hakama-himo nero, ai piedi dei normali tabi da ninja del medesimo colore, il nuovissimo coprifronte di Kusa viene portato con orgoglio, legato intorno al collo. Passeggia lentamente, con calma, godendosi il paesaggio nonostante le cattive condizioni del povero bosco, distrutto ma in lenta guarigione.

17:45 Kimi:
  [Spiazzo] Il sole batte su quel bosco, illuminando un luogo tornato alla vita in questi tre anni, che ha conosciuto la distruzione ma che pian piano è tornato a crescere forte e rigoglioso, la vita sta tornando tra quegli alberi, tanto che il cinguettare degli uccellini arriva chiaro alle orecchie di quella donna che così come il bosco sta pian piano tornando alla vita dopo aver conosciuto il dolore, la sofferenza più di quanto avrebbe mai creduto le spettasse. Lei si è seduta a meditare le gambe incrociate a terra, le mani poggiate sulle candide ginocchia piegate, se ne sta in un piccolo spiazzo, libera di farsi colpire dai raggi che passano attraverso le rigogliose fronde degli alberi che la circondano, libera di sedere su un soffice manto verde, un manto che non par essere avvelenato però. I capelli sono sciolti e abbastanza lunghi per arrivare a lambirle la parte più bassa della schiena, dovrebbe tagliarli e forse un giorno lo farà ma per ora quel mare nero le cade addosso, aumentando il contrasto con la bianca pelle resa ancora più chiara da quel sole morente che proietta su di lei la sua forza e la sua luce. Indossa solo un paio di calzari ninja neri, un paio di pantaloncini neri e sul petto una sciarpa ben legata così da andare a contenere quel seno sviluppato il giusto, insomma la pubertà ha fatto il suo corso e non è proprio una tavola piatta ma al contempo nemmeno una donna particolarmente formosa, tanto che può concedersi solo quel drappo di seta viola che dopo aver accolto i suoi seni va a legarsi dietro al suo collo, così da coprirla e sorreggerla. Nel suo tragitto il tessuto va a coprire sia la cicatrice “k-21” che la testa di lupo, dato che incrociandosi forma una x esattamente all’altezza delle clavicole, per poi avvolgersi intorno al collo, una farfalla ricamata sull’indumento è ben nascosta dal nodo che regge tutto quel top improvvisato. Dei ciuffi ricadono si quelle spalle magre e ossute, il resto delle cicatrici sono ben visibili per quanto chiaramente in via di guarigione. Gli occhi sono chiusi, palpebre calate su quel volto appuntito e che trasmette sofferenza oltre che un distacco totale, le occhiaie scure rovinano quella bellezza da bambola, da molto tempo non dorme come si deve, l’insonnia è ormai una costante nella sua vita, incubi e sensi di colpa la tormentano grazie a quel piccolo esserino che le sta appoggiato sulla nuda palla destra. Una periade del biancospino dalle ali bianche venate di nero, la sua piccola creatura. Apòria sta sulla spalla a vegliare sul suo inconscio, pronta a tormentarla a giocare con lei, continua a metterla alla prova senza riuscire però a spegnere la Doku che finisce sempre di più per identificarsi con quell’esserino. I colori così simili, il dolore che infliggono a chiunque le circondi così intenso. La periade spicca in mezzo a tutte le altre farfalle che svolazzano intorno a loro due, le più coraggiose si avvicinano tanto da sfiorare la pelle nuda di Medusa mentre le altre si limitano a stare lì illuminate anch’esse dal sole, dai colori più disparati alcune marroncine, altre viola o azzurre, non c’è distinzione di specie, sono solo state richiamare da quella sciarpa, usata come top ora, viola che la ragazza indossa, l’odore di sandalo la pervade, il SUO odore, quello di Zasso, l’uomo che le ha permesso di avvicinarsi alla sua famiglia a quelle farfalle infernali a cui sente di appartenere per nascita. Lei figlia del re degli inferi, lei principessa del male e morte discesa sulla terra potrebbe mai non riconoscersi nelle farfalle dell’ade? [chakra on]

18:01 Buro:
  [Bosco dei Ciliegi] Il viso pallido e rilassato del giovane albino è illuminato dai tiepidi raggi del sole che lo carezzano e lo fanno sembrare meno bianco del solito, i capelli bianchi sciolti al vento ondeggiano leggermente con ogni movimento del capo, non si accorge della presenza della Medusa, e forse è un bene, l'ultima volta lo ha abbandonato al limite del bosco, fuggendo senza spiegazioni. Forse un giorno scoprirà di chi la donna parlava quando, iraconda, gli urlò in faccia, chiedendogli perché "gli" somigliasse tanto. Quanto è cambiato da allora, la Kokketsu ha iniziato di buon gusto a plasmare il suo carattere, facendo i suoi pensieri quelli del ragazzo, trasformando l'albino in qualcosa di più di un semplice esperimento fallito. Gli occhi rossi dell'albino scrutano l'orizzonte, il gioco di luce dei raggi lo affascina, portandolo a sorridere leggermente, quel tepore gli è così caro in qualche modo. Lentamente, l'imperfetto si avvicina ad una panchina, una di quelle situate vicino alla strada che attraversa il bosco, sedendovi e portando pigramente una mano al petto, la mancina, componendo il sigillo caprino e mescolando le energie, fisica e psichica, presenti all'interno del suo corpo, sprigionando il proprio chakra e lasciando che questi attraversi il proprio organismo donandogli quella insolita sensazione di benessere. Mero esercizio, in modo da tenersi allenato per le lezioni sulle Arti Illusorie che lo attendono nei giorni futuri. <Ahh..> Sospira, chiudendo gli occhi e abbandonando la testa all'indietro. [Chakra on]

18:18 Kimi:
  [spiazzo] E’ presa dalla sua meditazione lei che permane quindi avvolta da quelle farfalle Il respiro è lento e per quanto non si trovi troppo distante da Buro non si accorge della sua presenza, non sta cercando altre presenze, lei cerca solo di immergersi in quel suo dannato inconscio, di addentrarsi nel demone che è davvero, in quel mare nero della sua anima, per un istante che ha lasciato la casa di Yukio, abbandonandolo a sé stesso nella speranza, forse vana, che non torni a star male tanto presto. Si concentra su sé stessa e soprattutto su quegli esserini che la circondano. Il venticello leggero le fa svolazzare i capelli all’aria mentre umanamente le sue spalle si alzando, il suo petto si gonfia palesemente ogni volta che inspira, una respirazione lenta e controllata certo ma che non viene mascherata dalla postura o i movimenti, non le importa apparire come un fantasma. L’essenza di sandalo danza nel vento andando forse a raggiungere il naso del neo genin seduto poco distante ma sicuramente grazie a quello spirare fresco e piacevole altre farfalle potranno venir attirate a lei ed è questo che potrebbe notare Buro, un paio di piccoli esserini che prima svolazzavano senza alcuna meta nell’istante esatto in cui quel profumo li raggiunge si alzano in volo ulteriormente solo per andare a superare lui e la panchina, apparentemente sprezzanti del pericolo che il ninja potrebbe rappresentare per loro, tutto questo solo a causa dell’odore dell’anbu di Kusa che è riuscito ad ammaliare non solo quei piccoli e diffidenti esserini ma persino lei, persino Kimi . Ancora una volta le somiglianze si sprecano, l’attrazione fatale da subito percepita per Zasso non è altro che la riconferma di quel suo essere naturalmente parte di quel mondo, un’altra creatura infernale che si è fatta sedurre dal Kusano. Se Buro deciderà di approfondire l’argomento potrà trovarla lì, ancora seduta a gambe incrociate per terra, con le palpebre calate su quelle iridi gelide e azzurri, quel volto scavato e i capelli lunghi, il corpo martoriato da tante ferite tagli e bruciature autoinflitti, cicatrici che pian piano stanno svenando, segni di un animo che così come il corpo ha in qualche modo trovato un modo per guarire, all’apparenza quantomeno. Respira lenta con la piccola Apòria ancora miracolosamente ferma sulla sua spalle, che quasi osserva le altre semplici farfalle volare, quasi in attesa del momento giusto per giocare con loro e mostrare la differenza che intercorre tra loro[chakra on]

19:00 Buro:
  [Bosco dei Ciliegi] Sente il flusso di energia scorrere all'interno di sé, gioendo di quella sensazione così inebriante, così effimera eppure a suo modo grandiosa. Gli occhi si schiudono lentamente abituandosi di nuovo alla luce solare, permettendogli di vedere la forma della Medusa, non troppo distante dalla sua panchina. Un sussulto gli sfugge, ricordando quel viso, se potesse impallidirebbe. Non sa cosa fare, la ragazza potrebbe fuggire di nuovo oppure potrebbe addirittura suonargliele, pensando che la stesse seguendo. <...> Decide dunque di rimanere in silenzio, a fissarla, osservandola giocare con quella specie di farfalla, sorridendo leggermente, la testa ancora piegata all'indietro rispetto alla panchina, le braccia e la schiena poggiate contro lo schienale. A modo suo la ragazza è carina, eppure esita a chiamarla, temendo di farla svenire di nuovo o nel peggiore dei casi dare vita ad un combattimento da cui di sicuro non uscirebbe illeso.

19:00 Buro:
  [Bosco dei Ciliegi] [edit][chakra on]

19:22 Kimi:
  [spiazzo] Esattamente come poco prima non può notare o sentire l’altro, lui non parla e non si muove, nessun rumore turba quell’apparente calma che ha sviluppato, quella tranquillità data dalla meditazione che la porta a restare lì ferma immobile, ancora persa nella sua meditazione, occhi chiusi, palpebra calate sulle iridi fredde e gelide. Solo l’anello sul mignolo verde la identifica come membro dell’Akastuki, non c’è altro che possa ricondurla a quell’associazione al momento, un attaccamento che sfugge giorno dopo giorno rispetto a quel gruppo di ragazzi, Mekura non è più vista come una figura positiva e materna, una donna di cui fidarsi, Azrael si è unito a loro e questo aumenta ad aumentare quell’incertezza già data da Kurako con cui sa di avere una specie di patto di non belligeranza molto debole. Insomma se poi a tutto questo sommiamo il rapporto con Katsumi è facile capire perché si stia allontanando pian piano, nonostante il momento di bisogno. Ma non è importante adesso, osserviamo più che altro Apòria che si alza dalla sua spalla, lei con quelle ali bianche e nere va pian piano a superare in altezza tutte le altre farfalle, allontanandosi tanto dal controllo di Kimi, non troppo ma comunque abbastanza perché lei apra semplicemente gli occhi, riveli quei due ghiaccioli che si ritrova e sfidando la luce del tramonto la si vede alzare il capo, il mento che si tende verso il cielo così che inclinando la testa lei possa inseguire con lo sguardo la piccola farfalla, unica nel suo genere, diversa da tutte le altre ma soprattutto molto più importate per lei, una differenza che quindi dovrebbe riuscire a permetterle di osservarla, tenerla d’occhio , quasi per assicurarsi che stia bene, lei che rappresenta non solo il suo tormento ma anche la cosa più preziosa che ha al mondo, forse paragonabile solo a Katsumi. La fissa lasciando che le labbra si aprano appena, si fa catturare dal potere di quella farfalla che orgogliosa sfida e supera tutte le altre. La mano destra sale lentamente sulla sua fronte quasi a proteggersi dai pochi raggi di sole, permetterle di guardare più lontano senza farsi accecare[chakra on]

19:45 Buro:
  [Bosco dei Ciliegi] La fanciulla sembra non notare nemmeno la sua presenza, o forse lo sta soltanto ignorando, non è il caso di correre rischi, però. Il neo-genin solleva quindi lentamente la testa, battendo le palpebre un paio di volte, gli abiti tradizionali che indossa sventolano ad ogni spira di corrente fresca, sollevandosi e facendo un leggero rumore di stoffa che si agita. Forse è il caso di agire, la sua curiosità continua a solleticarlo, stuzzicandolo e spingendolo ad indagare, non ha un'idea precisa del motivo di tale interesse, ma la ragazza sembra sapere qualcosa sul suo passato, qualcosa che a lui sfugge, che potrebbe aiutarlo a scoprire chi è o, meglio, cosa è. Con un movimento lento e fluido, il giovane clone imperfetto si alza dalla panchina, aggirandola e scegliendo il percorso più lungo per raggiungere la ragazza, descrivendo un semi-arco piuttosto che andare direttamente da lei in linea retta, in questo modo dovrebbe trovarsi alle spalle di lei, a camminare su quel terreno soffice e umido, lentamente si avvicinerebbe alla fanciulla da dietro, cercando di trovare delle parole adatte per non adirarla e allo stesso tempo per non farla fuggire via, non che sia particolarmente abile nelle conversazioni, non ancora almeno, l'unica persona che passa del tempo ad ascoltarlo è Kurona-sama, e ciò non avviene spesso poiché la sua padrona è spesso occupata con affari più importanti. <...Sei ancora arrabbiata con me?> Chiede, la voce ridotta a un sussurro. Pessima scelta di parole.

19:45 Buro:
  [Bosco dei Ciliegi] [edit][chakra on]

11:57 Kimi:
  [Spiazzo] Lo sguardo sta seguendo la piccola Apòria che svolazza sopra di lei, librandosi verso il cielo e raggiungendo quel solo che va a nascondersi dietro alle nuvole di una probabile tempesta. Una voce giunge alle sue orecchie, una voce che non riconosce ma verso cui si volta. Mentre il ragazzo si avvicina le farfalle tendono ad allontanarsi, come a voler scappare da Buro che non era previsto, che non ha lo stesso odore di cui la ragazza si è ricoperta tramite quel drappo viola. I suoi occhi si limitano a calare sulla figura del genin, Katsumi, la somiglianza è innegabile ma anche quella con Irou. Una stretta a suo cuore non appena lo intravede, forse questo è il modo giusto per mettersi alla prova, riuscirà a restare fredda ed impassibile? Riuscirà a smettere di sanguinare per lui? I sentimenti sopiti in qualche angolo del suo animo, circondati da una gabbia che le impedisce di stare male o anche solo ricordare cosa sia l’amore, ricordare davvero ciò che provava e ciò che ha provato anche per il gemello, entrambi l’hanno fatta ferire e se non può disfarsi del loro ricordo, per diversi motivi, allora si libererà del ricordo di ciò che le fanno provare < vuoi qualcosa?> il mento torna ad abbassarsi per quanto lei fatichi a staccare gli occhi dalla farfalla dalle ali bianche venate di nero, non vuole sperarsene, deve tenerla al sicuro. La voce è fredda, come suo solito suona lontana e stanca, quasi avesse fatto tanta strada prima di poter uscire da quella bocca infernale e poi null’altro, non c’è inflessione nel suo tono, non comunica sentimenti o stati d’animo, così come quello sguardo capace di raggelare persino il fuoco, persino la lava nei vulcani. Attende una risposta lasciando che intorno a lei quell’idilliaca pace si disperda insieme alle colorate ali delle farfalle, solo una rimane, solo Apòria le resta e lei è ancora l’, che vola più in alto di quanto si penserebbe possibile per un simile insettino, sfida le leggi stesse della natura, mostrandosi ben più di un semplice animale, proprio come lei ora sta seduta con quello sguardo che se non altro fa ben capire che è ben distante da un comune essere umano[chakra on]

12:11 Buro:
  [Spiazzo] Le palpebre si congiungono due volte dopo la domanda della fanciulla, non comprendendone il significato preciso: perché dovrebbe volere qualcosa da lei? Perché non ha voluto rispondergli? E' così fredda, forse perché è un estraneo, forse perché somiglia a Lui, senza saperlo, non è colpa sua, l'ingenuo clone mal riuscito non è neanche a conoscenza del fatto di essere stato creato dal sangue di 0-21.. Eppure.. Quel senso di colpa, come se una parte di lui comprendesse le emozioni di quella fanciulla. <E' una domanda molto generica.. perché me la poni? Perché non hai risposto alla mia..?> Sussurra, socchiudendo gli occhi, lentamente e quasi senza fare rumore si siederebbe a gambe incrociate dietro di lei, mantenendo comunque una distanza di all'incirca un metro, forse una dozzina di centimetri in meno anche, la donna non sembra più tanto minacciosa, tutto d'un tratto. <...non ti conosco...o non ti ricordo?> Un nuovo interrogativo per la Medusa, la testa si piega leggermente di lato, sovrappensiero, confuso, non riesce a ricordare nulla, solo buio, freddo, il dolore dei vestiti logori contro la sua pelle mortificata. La domanda più importante di tutte però gli si blocca in gola, quasi temesse di ferirla di nuovo, le mani tremano leggermente, intimorito dalla vicinanza della ninja. <Ti ho fatto qualcosa?> Cerca di smorzare il colpo, attutire l'impatto delle sue domande, si morde il labbro, teso, le mani vanno a carezzare la chioma candida, un tic nervoso che servirebbe a rassicurarlo. [Chakra on]

12:32 Kimi:
  [spiazzo] E così mentre lui va a sedersi alle sue spalle le farfalle pian piano e timidamente tornano ad avvicinarsi ai due shinobi, lentamente e attratte da quell’odore di sandalo, quel profumo che solo Zasso possiede. Ascolta le mille domande che le vengono poste e semplicemente andrebbe a ruotare così da essere faccia a faccia. Per potersi girare si limiterebbe ad utilizzare gli addominali così da alzare quel che basta le gambe e poi con le mani andrebbe a far ruotare, usando le natiche come perno, il corpo così da poter osservare comodamente l’altro. In tutto questo Apòria ricomincia la sua discesa <se mi parli vuoi qualcosa da me> replica lei <sarò anche sparita tre anni ma dubito ci si dimentichi della morte> parla pacata lei, distante e senza alcuna fretta, sta semplicemente esponendo un dato di fatto, dal suo punto di vista non c’è un giudizio di valore in quelle parole. Punta gli occhioni in quelli rossi di lui, faticando a rimanere completamente lucida, se non fosse per il differente colore della sclera finirebbe per scambiarlo con Katsumi, se non fosse per l’albinismo accentuato finirebbe per confonderlo con Irou, stupidi cloni. Ad ogni modo ascolta quei quesiti lasciando che termini prima di perdersi tutto il tempo per rispondere, scuote le spalle <forse in una tua vita passata ti ho portato all’altro mondo> ancora una volta non si fa problemi, non esprime giudizi di valore e soprattutto non lascia trapelare alcuna emozione <forse sei desideroso di morire ora> la farfalla intanto l’ha raggiunta e ha finito per posarsi esattamente sul suo palmo destro <in tutta sincerità non mi interessa> no non nominerà lui, si sta impedendo in tutti i modi di pensare a 0-21, sta tentando disperatamente di allontanare la sua figura dalla sua mente. Le iridi azzurre si scostato e strisciando fino alle ali della farfallina, l’unica che le si appoggia addosso, mentre le altre tornano a volare intorno ai due, a patto ovviamente che Buro rimanga immobile [chakra on]

12:56 Buro:
  [Spiazzo] Ricambia lo sguardo, fisso, gelido, non ci sono emozioni sul suo viso, non le conosce ancora tutte, chissà se le scoprirà un giorno, ora il tempo sembra rallentare intorno a loro, perso com'è in quella discussione. <Io non ho ancora iniziato a vivere.> Risponde, non è sicuro di cosa significhi nel profondo, ma è così che si sente, è stato un pensiero ricorrente, un brandello di coscienza, il primo mai percepito, lo afferrò il giorno che fuggì dal laboratorio e non lo lasciò più andare. Le parole affilate della ragazza vorrebbero ferirlo di nuovo eppure quelle affermazioni sono per la maggior parte prive di senso per lui, non ricorda la sua vita attuale, figuriamoci una passata, non vuole nemmeno pensarci, l'idea di non poter fisicamente ricordare qualcosa gli fa venire voglia di urlare dalla disperazione, ma ha imparato a convivere con quel tormento. <...> Raccoglie le forze, si butta, è giunto il momento. <...somiglio a lui...> Sussurra il giovane albino, fissandola in volto, non potendo guardarla negli occhi poiché ella continuerebbe a fissare la curiosa farfalla che non sembra abbandonarla. <...ma Lui... chi è?> La domanda fatale, pericolosa nella sua semplicità, lasciando spazio a pochi modi per aggirarla. <Tu sai che cosa sono.. non è vero? Lei non ha voluto dirmelo.> Si riferisce alla sua padrona, la Kokketsu. <Dimmelo.. non lasciarmi nel buio.> Mormora, non interrompendo il contatto visivo, è così vicina a lui, se volesse attaccarlo non avrebbe difficoltà, ma questa volta sarebbe meno vulnerabile della prima volta che si sono incontrati. <Sono bloccato in questo mondo, senza ricordi, senza quella che voi chiamate una famiglia. Non vi comprendo, per quanto mi sforzi..> Si affligge, battendo le palpebre, congiungendo le mani e carezzandosele, strofinandole l'una sull'altra. <..è questo l'affetto..?> Domanda, i suoi occhi colmi di un misto tra lo smarrimento e il dispiacere. <..dimmi chi sono..> [Chakra on]

13:15 Kimi:
  [spiazzo] Se fin ora si era mossa lentamente e con un fare quasi pacato ora la barriera, quella freddezza, che la teneva in piedi si distrugge. Scatta a fissare nuovamente Buro con un movimento secco capace di andare a far allontanare le farfalle che per quanto attratte sembrano aver deciso di tenere della distanza, la piccola Apòria dal conto suo si alza lieve in volo giusto per farle il viro del volto, quasi voler attirare la sua attenzione e poi si posa sulla sua testa, tra i capelli, come per memorizzare meglio, nuovo materiale per i suoi incubi, perfetto. Lo sguardo si fa pieno di rabbia e dolore, sentimenti profondi che è stata in grado solo di allontanare dalla sua mente ma mai di rimuovere o superare. Si morde il labbro inferiore fin quasi a per farselo sanguinare <il medio destro> replica lei prima di tutto, quasi a volerlo identificare senza però dare un vero nome a quella figura, nella disperata speranza che questo basti a tenere tutta la sofferenza lontano da lei <ma lui> prende un respiro molto profondo e va ad abbassare le palpebre. Chiude gli occhi mentre inspira solo per poi rivelare le sue iridi che ancora radono di rabbia <è> pronuncia lentamente, scandisce le lettere <morto> o almeno vorrebbe che lo fosse per lei. Ed eccola poi la risata isterica, famiglia. Ride le viene spontaneo ridere, si lamenta di quell’assenza lui, appena la risata cristallina la scuote la farfalla prende nuovamente il volo quasi per manifestare anche lei lo stesso sentimento. Proprio verso Apòria si volta <hai sentito piccola? Lui vuole affetto> ed è in questo istante che andrebbe semplicemente ad concentrarsi così da andare a portare il suo chakra verso le ghiandole salivari, le sacche in cui è contenuto il suo veleno, l’andrebbe ad immergersi solo per poter far sue le proprietà tossiche della sua innata prima di tornare normalmente in circolo, dotato ora del potere dei Doku. Si limiterebbe a alzare la mano destra così da allungarla verso il dorso delle mani del ragazzo, con l’intento di accarezzarle, di donargli quel tocco avvelenato <è questo che credi ti sia mancato?> un sorriso malvagio sul volto mentre andrebbe a staccare le dita, i polpastrelli, dalla pelle dell’albino <rassegnati la famiglia è meglio non conoscerla> e semplicemente andrebbe a fissare la periade <non toccarmi ora> un ordine, donato però con dolcezza nel tono, quasi a volerle far capire che è meglio per lei <la famiglia è solo sofferenza> e con queste parole semplicemente si rialzerebbe guardandolo dall’alto verso il basso, quasi per mettere bene in chiaro la differenza tra loro due, proprio come aveva fatto poco prima la farfalla dalle bianche ali innalzandosi più delle altre ora lei torna in piedi e osserva semplicemente la sofferenza che potrebbe aver inferto al ragazzo[chakra : se tocco: 78/80][arte del veleno liv 2]

14:29 Buro:
  [Spiazzo] Il clone non si aspettava quello scatto improvviso, colto alla sprovvista, gli occhi si sposterebbero sulle proprie mani, che ora brucerebbero e pungerebbero, donandogli una sensazione insopportabile alle dita, su tutti e dieci i polpastrelli; un sospiro, un sussulto di dolore, le braccia gli tremano per l'impulso di allontanarle ma non avrebbe senso, il veleno è già in circolo, gli occhi d'un tratto si adombrano, lo sguardo diventa gelido, quasi di disprezzo, un'espressione così simile a quella di una certa persona, a sua insaputa ovviamente, ma così..familiare. Le dita scivolerebbero sopra quelle della Doku, incrociandosi con esse e unendo entrambe le mani in due nodi tanto semplici quanto significativi, non lascerebbe la presa, fisserebbe soltanto la donna nelle iridi, le sue labbra tremolanti per il dolore provocato dalla tossina andrebbero a schiudersi.. <..Lui ti ha donato il Dolore..> Proferisce in un sussurro, le sue sono supposizioni, senza dubbio, ma di sicuro non gli appartengono, un risultato della sua personalità amorfa: lo stretto contatto con la Kokketsu sta avendo un effetto inusuale sulla sua mente, una specie di imprinting. <..e questo? Cos'è?> Chiede, se quello sguardo affilato fosse concreto potrebbe trapassarle gli occhi come coltelli, le mani si alzerebbero all'altezza dei loro volti, permettendole di osservare come la presa sarebbe ancora serrata intorno alle sue dita. <Guardami...mi stai facendo male.> Aggiunge, addolcendo la sua espressione, sorridendo.. sta provando dolore.. per la prima volta.. non fisico. [Chakra on]

14:46 Kimi:
 Lo avvelena, una piccola lezione che voleva infliggergli, quasi per metterlo in guardia e lui per tutta risposta stringe la sua mano. Osserva dapprima quello sguardo in grado di arrivare a pugnalarla, che la colpisce nel profondo a causa di quella maledetta somiglianza con Katsumi e Irou. Si morde nuovamente il labbro inferiore lasciando che il veleno entri nuovamente in circolo in lui, che quindi ora avrà sommate le due dosi. Con rabbia poi tenterebbe semplicemente di scuotere il braccio lasciando la mano quasi priva di vita. Il gomito si flette mentre sale verso l’alto, la spalla viene innalzata rispetto alla gemella, velocemente fatto questo andrebbe semplicemente ad abbassare sia il gomito che la spalla a causa di questo, della forza e della velocità con cui effettua il colpo, lei dovrebbe riuscire a liberarsi. In tutto questo il polso si limita ad assecondare i movimenti del braccio, agendo quasi come una frusta e donando passivamente forza al colpo. Se fosse quindi riuscita a liberarsi si limiterebbe a guardarlo, truce <la famiglia è dolore> puntualizza. No non parlerà di Katsumi con quella copia, non ha intenzione di parlare nemmeno con l’originale al momento, figuriamoci con un clone uscito male, insomma <lo so che ti sto facendo male> ed ora andrebbe ad alzarsi <se ti riuscisse morirci te ne sarei grata> chissà con chi sta parlando al momento, chissà se ancora una volta non è solo la rabbia trattenuta verso 0-21, chissà se non si sta solo sfogando per quel dolore che ha patito e inferto per anni, chissà se non è semplicemente arrabbiata per ciò che è. Non possiamo saperlo con certezza l’unica cosa che sappiamo è come pronuncia quelle parole, con quale freddezza nel tono e nello sguardo, si so sta erigendo a superiore, una delle rare volte in vita sua in cui non solo si identifica come diversa dagli umani ma persino meglio <fossi in te la smetterei di far domande su di lui> ed è con queste parole che se libera si limiterebbe ad allontanarsi da quel luogo, lasciando che solo aporia la segua, diretta nell’unico luogo in cui si sente protetta, lì accanto all’unica famiglia che ha scelto e che non reputa sofferenza, la magione di Yukio. Assurdo quando lei sia legata alla Kokketsu senza che l’allievo della stessa lo sappia, sorellastre, non amiche ma comunque abbastanza rispettose da non aver mai tentato di annientarsi a vicenda [chakra : 76/80][arte del veleno liv 2][se lasciata libera end]

14:59 Buro:
  [Spiazzo] Il dolore è forte, entrambe le mani lo stanno martoriando, il tormento continua a diramarsi, nei polsi, gli avambracci, poi tutti e due gli arti superiori, fino alle spalle, lasciandolo immobile, scosso e tremolante per la sofferenza patita. La mascella serrata, contratta nel tentativo di non gridare, i suoi occhi si chiudono, svanendo alla vista della ragazza mentre l'albino va a chinare il capo, le labbra si increspano andando a formare un sorriso, i denti candidi vanno a scoprirsi, lasciandola andare, non degnandola di uno sguardo, non servirebbe a niente, le braccia vanno ad inarcarsi, congiungendosi al petto, strette, la schiena si inarca mentre il suo corpo va a raggomitolarsi, tremando e ridendo sottovoce, isterico per via del dolore che lo sta tormentando, la sua risata va ad aumentare lentamente di volume, senza però sfociare in una specie di sclero o roba simile, si culla lentamente, avanti e indietro, dagli occhi iniziano a cadere le prime lacrime, non è tristezza, no, quella non la conosce ancora, semplicemente non è mai stato così male in tutta la sua breve vita... a mano a mano che l'effetto della tossina andrebbe a disperdersi, riacquisterebbe a poco a poco la lucidità, sollevando lentamente la testa. Una risposta gli sorge, dettata dall'ammirazione provata per colei che lo possiede. <..io muoio.. solo per lei.> [end]

Kimi sta con le farfalle, Buro decide di parlarle e come al solito finisce nel veleno

(Feels in abbondanza)