{let me d i e in you.}

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13:56 Hitomu:
  [Prateria] Gocce d'acqua che cadono dal cielo e sbattono contro il terreno e la pietra delle lapidi presenti alla Prateria risuonando quel tintinnio solito della pioggia battente. Qua e là, saette e fulmini squarciano il cielo grigio cadendo chissà dove e rimbombando nel vasto cielo. Il Kyudaime passeggia a fianco dei tanti monumenti dedicati alle vittime di Konoha trovando, ora, riparo sotto degli alberi che circondano la zona. I capelli biondi sono leggermente bagnati e lasciano scivolare gocce di pioggia lungo i lineamenti del suo viso, per poi cadere nel vuoto e spegnersi sull'erba umida. Il jinchuuriki indossa l'haori bianco da Hokage sopra alla maglia a maniche lunghe di color blu e al giubbotto verde da shinobi. Sotto, invece, porta un paio di pantaloni di color nero con una fasciatura bianca legata attorno alla coscia destra e ai piedi, un paio di sandali neri. <Che brutto tempo..> alza gli occhi al cielo mentre si delinea sul suo volto un'espressione triste. La pioggia non mette tutti di buon umore, anche se qualche volta può piacere pure. Le iridi azzurre si spostano sui presenti che danno un saluto ai loro cari scomparsi portando dei fiori nuovi e togliendo quelli appassiti. In questo periodo, il tempo che si ha da trascorrere con la propria famiglia è maggiore rispetto a soli pochi anni fa. E il jinchuuriki di Konoha ne è felice perchè le persone possono passare più tempo con quelli che amano, senza buttar via mesi per combattere delle guerre. Spostando lo sguardo verso gli alberi, il Kibou noterebbe una figura a lui familiare o quanto meno, già vista precedentemente. <Mmh.. Ci siamo già visti, vero?> alza il tono della voce rivolgendosi nella direzione della persona appoggiata ad un albero. Si ricorda di lei, ma il suo nome sfugge al momento al Nono. Compie pochi passi in sua direzione, giusto per avvicinarsi e diminuire le distanze tra loro. [chk off]

14:10 Kurona:
  [Albero] Esattamente come tre anni prima. Il viso pallido adombrato dal cappello di paglia. Le labbra, il mento, il setto nasale bendato da fasce bianche ed elasticizzate che ne ripercorrono i tratti quasi perfettamente. Il silenzio fa posto alla tempesta che scheggia il cielo di pioggia e fulmini. Forse Yukio non ha tutti i torti sul ritorno di Kurona; sempre in un giorno di pioggia e caos. I capelli bianchi lasciati liberi sulle spalle, si muovono come serpi infuriate, a ciocche scomposte e lievemente arricciate, accarezzando le spalle e frustando la stoffa del kimono nero che indossa: Seta pregiata, opaca, che ritrae negli inserti rossi che ne ricamano il motivo, lo stemma del suo clan nativo e piuttosto.. Raro, se così lo vogliam chiamare. Ai pieti tabi semplici, in qualità del suo arrivo come persona, e non come ninja-- sebbene siano comodi per combattere, oltre che per camminare. Le maniche ampie che si collegano tra loro alla base del ventre, tenendo le mani comunemente unite tra loro, in una posa di ristoro e riparo. L'obi di corda spessa come al solito, non ricade ne davanti come quelli d'un uomo, ne a livello dei lombi come è previsto per una donna. Ma alla base del costato, in un fiocco composto e ordinato. Oh beh- non è la prima volta che si reca a Konoha per controllare le sue spie ed i suoi interessi, a dire il vero. Ma è la prima volta che cerca così direttamente il Kyudaime, o che si lascia trovar facilmente. Gli occhi rosso intenso che sostano con pigrizia sulle sagome che vanno e vengono dalle tombe dei loro cari, mentre lei- lei ha solo un fiore da consegnare. La voce del Kyudaime ne attira lo sguardo, che ozioso, si sposta da loro a lui, issando con la destra il cappello di paglia per poter svelare gli occhi- unica parte immutata dell'ex corvina. "Si." La voce ne trasmette la sicurezza di quel che lui aveva incalzato. "Tre anni fa. Proprio qui." Sebbene Hitomu non sia una figura da lei stimata come ninja- o come solamente uomo- aveva detto ai tempi, qualcosa che bene o male l'ha marchiata silenziosamente. Certo, non qualcosa di cui tutti possono vantarsi. Un sorriso lieve tende le bende, docile, cheta- una figura serafica e inamovibile. "Siete il fulmine da cui non mi posso nascondere." Non s'aspetta di smuover in lui il ricordo, ma la schiena si stacca dal tronco e la sinistra si protende verso il Jinchurichi, offrendosi come compagna per una passeggiata a lume di tempesta. Scivolerebbe sotto il suo braccio, in un tocco gentile, ponendo la mano bendata sotto il suo avambraccio. "Ho bisogno di voi. E di parlarvi." - [Ck on]

14:33 Hitomu:
  [Prateria] Le iridi del jinchuuriki rimangono fisse sulla ragazza seguendo i suoi movimenti lenti. La donna alza il cappello di paglia che indossa lasciando che il suo sguardo incroci quello del jinchuuriki del Kyuubi. Le iridi rosse della Kokketsu vengono notate dallo shinobi di Konoha. Le sopracciglia si abbassano leggermente lasciando sul viso dell'uomo un'espressione seria. Lo sguardo del Nono Hokage si concentra sulle di lei caratteristiche, come quelle bende che porta sul naso o sulla mano. <Tre anni sono tanti.. E, ad esser sincero, ne sono successe di cose da allora> afferma verso la ragazza. Dalla guerra contro Ryota fino ad ora, di giorni ne sono passati. E ricordarsi di chi ha visto una volta, dopo tutto questo tempo, non sarebbe semplice. <Certo, andiamo.. Posso sapere il tuo nome, prima?> semplice curiosità del jinchuuriki di Konoha che vuol sapere, almeno, con chi sta avendo a che fare. Muove i passi nella direzione della ragazza lasciando che le suole dei piedi poggiano sui fili d'erba bagnata lasciando il segno dei suoi passi. Si lascia prende sotto braccio iniziando così a passeggiare sotto gli alberi che permettono ad entrambi di rimanere riparati dalla pioggia incessante che cade dal cielo su tutta Konoha. <Di cosa vuoi parlarmi?> di solito, la gente che vuol chiedere qualcosa al Nono Hokage chiede appuntamento in Magione e si reca lì per parlare di ciò che ha bisogno. La ragazza, fortunata o abile nel crearsela, è riuscita a trovarlo in giro e ora avrebbe la possibilità di chiedere ciò di cui bisogna. Il biondo rimane silente ora poggiando lo sguardo sulla ragazza e lasciando a lei la parola.

14:55 Kurona:
  [Albero] <Presagi, voci, curiosità.> La risposta arriva quasi nell'immediato, incalzando il discorso che prima aveva solamente accennato. La mano sull'avambraccio di lui rimane flebile, con la grazia che ha sempre avuto prima di tutto quel che è successo. Di certo s'aspetta di non esser riconosciuta. E forse, è una carta che gioca a suo favore. Il sorriso bendato che si amplia, divertita dalla compostezza del decimo, ma è un cenno senza rumore, mentre fa scivolar il cappello di paglia sul retro del kimono, liberando il capo che pian piano, si bagna con la pioggia. <Kurona Kokketsu. O semplicemente Kurona. Allevai alla strada ninja Hana Hyuga, agli inizi della guerra. Ricordate?> Gli occhi scivolano dal vuoto d'innanzi a lei, alle iridi azzurre dell'ex senjuu, soppesandolo con qualche istante di silenzio. Incalzerebbe quella camminata nel limitrofo delle lapidi in memoria, così da non camminare nel mezzo del campo, e così da avere un minimo di privacy sul discorso che vuol intraprendere. Le spalle che s'allentano leggere, rimanendo a braccetto con l'uomo, seguono un sospiro lieve- una virgola tra le parole. <Vorrei sapere come vi è stato possibile entrare in possesso di Kurama e che rapporto c'è tra voi e lui.> Senza comunque lasciarsi scappare il suo interesse premeditato per il Gyuki, sui quali sta tutt'ora facendo ricerche così da potersi muovere con saggezza e capir quale via sarebbe la migliore per entrare in possesso del demone e aquisirne i poteri, e non solo. Il capo albino che s'abbassa, leggero, guardando i fili d'erba piegarsi inesorabilmente sotto i passi. <So che non mi conoscete, Kyudaime. E so che per voi rappresenta un rischio muovervi contro le regole politiche-> Un sussurro, flebile, mentre arresta il passo scivolando verso il basso, reggendosi ancora al braccio del Decimo per tender la mano opposta verso un fiore azzurro, quelli che noi conosciamo come Non-ti-scordar-di-me. Semplici, eppure bellissimi. Le unghie lo recidono di netto, in un movimento fluido accompagnato dal ricominciare quella passeggiata. <Ma presto o tardi dovrò lasciar le fila di Kusagakure per prendere qualcosa che non m'appartiene. Ed ho bisogno d'asilo- ho bisogno di voi, come maestro.> Non lo guarda- mentre comunica che probabilmente per far quel che vuole fare- una manovra pericolosa per lei, e per la sua nomea, diverrà Mukenin dell'erba. E probabilmente di tutta l'alleanza. <La prossima guerra è vicina. Ed è una guerra che non prevede trambusto e spargimenti di sangue.> ... <Sarà silenziosa.> [ck on]

15:13 Hitomu:
  [Prateria] La ragazza rimane, inizialmente, sul vago spiegando solo quali saranno i vari punti del suo discorso. Le iridi azzurre seguono ancora attentamente ogni fare della ragazza. Il suo modo di parlare, di rivolgersi al jinchuuriki e le sue espressioni.. Ogni particolare della Kokketsu cerca di rimanere impresso nella memoria del Kyudaime. <Kurona..> qualche ricordo, ora, arriva nelle immagini della mente del Kibou lasciandosi aiutare anche dal dire di sua nipote, Hana, che citava spesso il nome della Kokketsu. <Ora ricordo, sì..> afferma mentre la guardo in viso <Non voglio esser ingombrante, ma qualcosa in voi è cambiato. O sbaglio?> non se la ricordava con quell'aspetto. O sta diventando vecchio da non ricordare neanche più il viso di una ragazza conosciuta o il giovane biondo ha ragione. Successivamente, il discorso entra nel vivo e il jinchuuriki ascolta le domande poste dalla kunoichi con il kimono nero <Kurama?> si chiede il giovane Hokage. Gli sembrava che la Volpe non dicesse il suo nome in giro, ma può darsi che sia appuntato in qualche libro storico <C'è un sigillo che mantiene il Kyuubi dentro di me. Se il sigillo si rompe, il bijuu è libero di uscire anche contro la volontà stessa del possessore..> spiega in poche parole il contenitore di Kurama. Ascolta il suo dire e, nella mente del Kibou, il suo discorso non sembra voler essere un solo insieme di informazioni da ricevere. <Quali sono le tue intenzioni, Kurona?> vuol sapere la verità da lei. Insomma, può fare tutte le supposizioni del caso ma vuol che la ragazza spieghi ciò che ancora ha tenuto nascosto <Mi parli del rischio di muovermi contro le regole, di aver bisogno di me come maestro..> in pratica, il jinchuuriki sta facendo due più due. Ma aspetta ancora prima di saltare a conclusioni affrettate. <Una guerra silenziosa è pur sempre una guerra, non credi?> lo sguardo si fa ancor più serio al solo udire quella parola <E io sono contrario ad ogni tipo di guerra..> spiega il suo pensiero. Ha lottato duramente per questa pace.. Non vuole rovinare questa situazione attuale del Mondo. Anche se, in cuor suo, il timore che tutto possa tornare come prima, c'è.

15:40 Kurona:
  [Albero] Il capo di Kurona s'abbassa lievemente alla sua prima notifica. E' vero, molte cose sono cambiate negli ultimi tre anni. Compresa Kurona- fuori, e dentro, senza alcun dubbio. <E' passato tanto tempo.> Fa eco alle parole stesse del Kyudaime, facendo scivolar gli occhi dalla strada a lui, e puntellandoli nei suoi ora che corre verso le conclusioni, chiedendo spiegazioni a Kurona. Certo non è interessata a fargli presente che vuol entrare in possesso di un Demone- probabilmente, a conti fatti, Hitomu lo vedrà da se che anche lei, come lui, porta un sigillo di tipologia ss sul corpo. Le labbra si schiudono- ma non vi esce parola nell'immediato. Lo lascia concludere fino all'ultimo vocabolo, per poi replicare prontamente; <E' anche peggio.> Una guerra silenziosa, è una guerra che non si può combattere con le armi. Ma il pensiero è fondato su sospetti e voci di corridoio. Cose che Kurona stessa non può provare al momento, ma lo farà sicuramente il tempo per lei. Le esorbitanti entrate di Kusa annotate dalle sue spie. Movimenti immotivati-- son tutte sciocchezze di un fanatico, o in rivoluzionario, tutte sciocchezze che ora nessuno nota. Tanto meno che ne paga maggiormente le conseguenze: I contadini e cittadini del Villaggio di Kusa. Le labbra richiuse lasciano cadere un groppo di saliva lungo la gola coperta come al solito, dal coprifronte di Kusa, mentre una folata di vento trascina con se il crine bianco come la neve. <Non è di buon auspicio parlare della conclusione di una missione prima del tempo.> Porterebbe male a lei, ai suoi piani- per questo non può dir direttamente quel che ha in mente di fare? Anche, probabilmente. Da una parte non si fida di questa figura che ricorda- in gesta e aspetto, il fu Minato. Non lo conosce- non come conosce chi potrebbe darle protezione senza batter ciglio; Yukio. Certo sarebbe facile nascondersi dietro ad un tessai e viver delle sue azioni. Ma ci vuole uno strappo drastico per uscir dall'ombra di qualcuno, e saper camminare sulle proprie gambe. Come fece Killer Bee con Naruto un tempo- quel che gli chiede è di insegnarle- senza far noto di voler esser un Jinchuurichi- ad avvicinarsi ad un demone. Prende un respiro, lo trattiene nel petto che rimane per qualche secondo contratto, irrigidito, ma poi lo lascia andare. <E' stato probabilmente prematuro richiedere certi sforzi da parte sua. Ma ci son delle persone che amo- e che voglio proteggere.> . . . <Ma il consiglio non è formato da ninja che comprendono il senso del dovere nei confronti della comunità, e della famiglia.> Il passo che s'arresta, girandosi lentamente, in direzione dell'Hokage. Le labbra premute in una linea severa, seriosa. <Sono venuta da voi perchè siete l'unico che potete darmi certe risposte. E siete l'unico ad esser ninja, prima d'esser kage.> La destra che s'alza- leggera, tentando di prender il lato del bicipite dell'uomo, con forza, ma non tanto da dolergli. <Se dovessi divenir mukenin, giurando ora, su due piedi, su me, l'uomo che amo, e la mia terra, di non voler ledere ne al mio villaggio, ne a nessun'altro villaggio dell'alleanza-> . . . <Se dovessi prometter di giurarvi fedeltà come maestro.> Abbassando la voce, sebben il tono rimanga sicuro- con l'incrinazione che la frustrazione di abbandonare il proprio villaggio porta- non è una scelta facile. Come buttarsi nelle fauci di un leone. Ma se potesse Hitomu dargli la certezza- una minima, certezza, di poter tornare a Konoha e ricever i suoi insegnamenti-- <Se dovessi farlo, Kibou-sama, lei mi potrebbe assicurare un posto dove poter tornare. E i suoi insegnamenti?> Gli occhi, come brace ardente, infilzan la calma piatta di quel cielo d'estate. Il fiato graffiante- raschia la gola. E' come se- potesse esser uccisa già ora da Hitomu stesso. Ma sa di non aver colpe dichiarate. Solo piani. Solo piani da metter in atto. Ma la fiducia è una lama a doppio taglio. Lei non si fida di lui, perchè mai il Kyudaime dovrebbe fidarsi di lei? [ck on]

16:04 Hitomu:
  [Prateria] Resta concentrato sul discorso della ragazza. Cioè, il jinchuuriki di Konoha non è mica stupido. Tra domande, informazioni e considerazioni che sta facendo la Kokketsu, ci sta arrivando pure lui a dove vuol parare la ragazza. Non che ci sia qualcosa di sbagliato.. Ma da come parla la ragazza, sembra che qualcosa di sbagliato ci sia. E su questo, il Kyudaime deve ancora arrivarci. Il discorso sembra farsi molto più serio ora. La Kokketsu inizia a parlare di divenir mukenin, ma senza danneggiare nessun villaggio <Le tue parole si contrastano da sole, però..> afferma il Kibou guardando la ragazza, mentre lei prende il bicipite di lui stringendolo <Dici di diventare mukenin, senza ledere nessun villaggio.. Come può essere possibile ciò? Diventi mukenin se commetti qualcosa contro un Villaggio.. Pensa a tutte le conseguenze delle tue azioni. Hai già pensato come reagiranno il tuo Villaggio o gli altri Villaggi, in merito al tuo piano?> si chiede molte cose il jinchuuriki e ha molte perplessità, a dire il vero. Per lui avere un jinchuuriki a cui fare da maestro, se le cose fossero come lui presuppone, non creerebbe problemi, anzi.. Ne sarebbe pienamente felice. Sarebbe il suo sogno veder riuniti tutti i bijuu e combatter tutti per giuste cause. Ma, da come parla la ragazza, sembra che questo piano possa portare a problemi più grandi delle possibilità di lei stessa. Per questo, forse, sta chiedendo aiuto al Kibou. <Fino a quando non capirò per intero il tuo piano, Kurona.. Non potrò darti una risposta..> si prende alcuni secondi rimanendo in silenzio, per poi continuare <Voglio esser sincero con te.. E dico ciò non perchè si tratta di te, lo farei a chiunque questo discorso. Se il tuo piano prevede azioni che possono modificare l'equilibrio e la pace creata negli ultimi anni, non potrò aiutarti seppur mi dispiaccia> si sa che il Nono è di buon cuore e aiuterebbe chiunque glielo chiedesse. Ma sempre dentro certi limiti, comunque. <Il Mondo è fatto di equilibri e il volerlo rompere significherebbe causare conseguenze gravi.. E, forse, non si tratterebbe più di una guerra silenziosa.. Ma delle solite guerre a cui tutti eravamo abituati. Prendi, ad esempio, il domino.. Se fai cadere la prima pedina, di conseguenze cadono tutte le altre e ci vorrà molto prima che tutti ritornino in piedi, ma molte non saranno più al loro posto..> cerca di farle capire cosa intende per l'equilibrio del mondo.

16:23 Kurona:
  [Prateria] L'albina che rimane li, guardandolo direttamente e ritirando pian piano la mano che prima era posta sul braccio del Kyudaime. Lo ascolta parlare- d'equilibrio, di pace- come se la guerra alle porte fosse direttamente collegata a lei- un pensiero che le fa scuoter lentamente il capo, riprendendo a seguito del discorso del nono hokage. <No- non sarei io la causa di alcuna guerra. Abbandonare il proprio villaggio, abbandonare l'alleanza, è motivo di tradimento pur se non avessi fatto niente per ledere al bene pubblico.> Scuote appena il capo, e la mano che si ritira, finirebbe a sostare appena sopra il ventre. <Io conosco come vien trattato il potere. Forse non da Konoha- ma chi ha potere è tanto rispettato quanto temuto. Ciò che non è conosciuto, porta le persone a muovere la mossa sbagliata- quasi la maggior parte delle volte.> Se abbandonasse Kusa per prender possesso di qualcosa che non appartiene al suo villaggio, pur essendo divenuta mukenin -e quindi non far rispondere al suo villaggio dei suoi crimini- quando tornerebbe sarebbe comunque vista come Mukenin. Pur avendo sempre protetto Kusa. E pur essendo un nuovo asso nella manica. Probabilmente, anche Kurona stessa, non vuole più rispondere a nessun villaggio, avendo visto come trattano Yukio. Che è tanto una "forza" di Kusa, quanto qualcosa che tengono sotto contollo e sedano, se necessario, come una bestia. Gli incisivi sostano sul labbro inferiore, lo tirano appena, carezzando la seta che ricopre il gomito della destrosa. <Probabilmente la cosa migliore da fare in questo caso, è tornar qui, volente o nolente. E lasciar che voi soppesiate le mie azioni. E poi lasciarvi decidere se consegnarmi- o tenermi qui.> La stessa destra ora s'alza, prende nel palmo una ciocca bianco latte, carezzandola con calma. E' come la richiesta di cancellarsi e poi rinascere come una persona nuova. Una persona buona. E riversar l'odio per le sue azione, nel bene che può far agli altri. Nella voglia di giustizia. E nella voglia di combatter per la propria gente. <Solo una pesona buona come lei può lavar via i peccati di una persona che ha errato tanto a lungo come me.>...<Ricordate che qual'ora busserò di nuovo alla vostra porta, sarà per ricominciare. E non per minare al vostro bene.> [ck on]

Freeze

17:31 Hitomu:
 Il potere. Tutto il mondo ruota intorno a questa parola. Parola che non ha mai toccato il pensiero del jinchuuriki che ha sempre deciso di puntare su altri valori, come i legami che si creano. Forse perchè ci crede davvero, forse perchè quel potere lui lo ha ricevuto senza desiderarlo davvero. <Dipende dalle situazioni.. Andar via dal proprio Villaggio per seguire una propria strada non è un atto di tradimento. O almeno, non lo è se fatto di comune accordo con il proprio governo..> al contrario, invece <Ma se si lascia il Villaggio per compiere qualcosa che va contro le leggi imposte, in quel caso è chiaro che si tratterebbe di tradimento..> cerca di spiegare alla ragazza le dfferenze. Il kyudaime suppone che, siccome la parola tradimento è citata dalla ragazza, vada per la seconda delle opzioni elencate dal Nono. <Pensi che il potere sia essenziale, Kurona?> quante persone sono passate da lui dicendo di voler raggiungere il potere e poi perdersi per la strada intrapresa e non riuscire più a fuoriuscirne. <Ho incontrato molte persone..> il tono si fa più serio, ancor di più di prima <..sulla mia strada, che cercavano di raggiungere il potere per proteggere le persone accanto a loro, per non doversi preoccupare della loro salute.. E, poi, cadere.. Cambiare, non esser più gli stessi, lasciarsi divorare da questo potere..> le iridi azzurre si posano sulle di lei pupille <Credi di esser in grado di cogliere un potere tanto grande dentro di te? O rimarrai vittima del tuo stesso desiderio?> essere un jinchuuriki, se è questo che vuole la ragazza, non sarebbe come bere un bicchiere d'acqua. Molto dipende anche dalla volontà del bijuu che se contrario al suo contenitore, sfrutterebbe qualsiasi occasione di ira per poter prenderne il possesso. Insomma, non una situazione delicatissima. <Tornerai qui e deciderò.. Sai bene di mettermi in una posizione complicata? Mmh..> sbuffa in un leggero sorriso guardando ancora la ragazza. Che situazione.. <Te ricorda le mie precedenti parole, invece.. E rifletti su ciò che vuoi fare chiedendoti se ne vale la pena..> la lascia nuovamente con queste parole ora in un discorso che sembra esser giunto al termine.

17:52 Kurona:
 La tempesta che svuota in poco tempo le praterie- la gente lascia le lapidi e i monumenti ai caduti, scivolando come tasselli silenziosi e sfumati attorno a Kurona ed Hitomu che affrontano un discorso scottante. Perchè questa decisione? Le parole del Nono Kyudaime, la sua gentilezza- i suoi stessi occhi che la vestono di spine e spilli- facendole pesare quella domanda, come mai vorrebbe. Ma non perchè essa non abbia una risposta, il contrario. Cel'ha- ed urla nella sua testa di andare avanti. O questo, o perire. Le labbra dal colore rosso intenso- qualcosa che negli anni non è cambiato. Le bende che vengono tirate giù dalla punta delle unghie per snudare il volto davanti agli occhi del Jinchuurichi del Kyubi. Un semplice schiudersi, svuotar il petto in un tonfo graffiante- che le brucia appena. <Ne vale la pena?> Gli fa eco, scostando gli occhi oltre le spalle dell'uomo, nettamente più alto di lei, lasciando che qualche goccia d'acqua scivoli dal cappello di paglia, e finisca a terra, sulle spalle coperte dalla soffa del suo tipico haori nero. Gli occhi socchiusi, calano le ciglia sulle gote, dolce. <Ho passato venticinque anni a rifiutar l'ingordigia umana che ci porta a cercar il potere. Ho visto persone consumarsi.> Yukio. <Divenire malinconici dubbi- e pesi immensi.> Akendo. <O smaniosi.> Kurako. <Morti.> Enma. Il pizzicar del naso che le fa arrossare le gote- il bagliore e dilatarsi degli occhi- lo stringersi delle pupille- come spilli. Il dolore. <Non è solo perchè amo.> .. <Devo poter sapere fronteggiare Yukio, solamente io, se qualcosa si mette per il verso sbagliato.> Le labbra premute con leggerezza, soffici, mentre nuovamente fa scivolar gli occhi dal vuoto, ad Hitomu. Un azzurro così intenso- così pacifico. Che tira fuori il più straziante dei sorrisi. Sa ch'è innamorata di un potenziale pericolo. E sa altrettanto che non può proteggere Yukio da se stesso. Proteggere se stessa dal dolore. La destra s'alza con gentilezza, si tenderebbe a posarsi sulla guancia dell'altro- al fianco dei tre baffi, simbolo della possessione del demone. Ci passa il pollice- in un amaro gesto affranto. <Mi dispiace di avervi messo in una posizione tanto difficile, Venerabile Kyudaime.> Le sopracciglia s'aggrottano- trattengono le lacrime delle perdite avute fino ad ora. Si dilungano in una carezza dolce- ma senza alcuno scopo. Ne quello di far breccia nel cuore dell'Hokage, ne quello di sedurlo. <Ho-- pensato. Che se non posso nascondermi da un fulmine- tanto ne valeva morirci dentro.> O forse, è lo stesso fulmine che rende più intensa l'ombra? [ck on]

18:22 Hitomu:
 E se quel fulmine fosse costretto ad andar contro il tuo volere? Se fosse così veloce da non poterlo raggiungere? Se il cuore e la testa di Hitomu andassero contro le azioni di Kurona, cosa succederebbe? Lui ama aiutar i shinobi a crescere e diventar sempre più forti tramite, sempre, certi valori umani. Ma, dal lato opposto e come già spiegato alla ragazza, è contro ogni atto intento a scombussolare l'equilibrio creatosi. Guarda le bende che vengon tirate giù dal volto della ragazza scoprendo i lineamenti che la contraddistinguono. Nota i segni di color nero accanto alla sua bocca, con le labbre dipinte di rosso. Ascolta le sue parole, gli esempi che darebbero ragione ancor di più al discorso precedente del jinchuuriki. <Capisci ora le mie parole, allora..> afferma nuovamente verso la ragazza. <Yukio?> sembra sempre esser in mezzo quel testone. <Penso che l'unico che possa poter fermare Yukio, sia Yukio stesso. Anche se non so se questo sia un pericolo o un aiuto per lui..> difficile comprendere quell'uomo. Ancora di più lo sarebbe cercare di farlo ragionare. Yukio è così, che si voglia o no. <Non esistono molti poteri in grado di poterlo fermare..> ed in un uno contro uno, si avrebbe comunque difficoltà. <Cosa vai cercando in questo mondo..> sarebbe una domanda ma retorica, dal quale non vuole una risposta perchè sa che non la avrà come successo precedentemente. <Suppongo che ciò che farai, sarà rischioso per te stessa e che le tue azioni non passeranno inosservate.. Pensaci bene, ti chiedo solo questo> cerca di far ragionare la ragazza. Rischiare la propria vita nel tentativo di avere la possibilità di fermare Yukio, è da pazzi. Ma è forse l'amore a far prendere queste decisioni? Ma se non bastasse il potere per fermare qualcuno come Yukio? Sono mille le domande, mille i dubbi che avvolgono questa storia. E solo il tempo potrà risolvere. <Sarò qui ad aspettar notizie, allora> ovviamente lui è sempre a Konoha, quindi facilmente reperibile dalla ragazza <Spero solo che il prossimo incontro, ci veda come due persone che possono vivere in pace.. Senza il bisogno di altro> senza il bisogno di farsi guerra per qualcosa. <Sai bene..> nel frattempo, si gira dando ora le spalle alla ragazza <..quanto doloroso sia morire dentro un fulmine..> un avvertimento, forse. O solo un modo per metter in guardia la ragazza e far si che pensi bene a ciò che vuol fare. <Arrivederci, Kurona..> la saluta, conscio che potrà esserci un altro incontro. E in seguito, una saetta gialla si disegna verso il Villaggio per tornare a casa e ripensare a questo incontro. END

Kurona si reca dal Kyudaime a cercar aiuto e risposte.
Qui gli confessa il suo desiderio di lasciare Kusa, per perseguire la sua ricerca del Gyuki.
Vorrebbe, però- assicurarsi un posto al capezzale di Hitomu, ed i suoi insegnamenti come il fu Killer Bee con Naruto.

Hitomu, d'altra parte, si domanda se aiutar Kurona significherebbe mettersi in guerra con qualcun'altro.
Il discorso di chiude con un punto interrogativo; Hitomu deciderà solo quando Kurona avrà finito le sue imprese. Ed il dado sarà oramai tratto.

-lov you hit-