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con Kimi

00:48 Kimi:
  [ext-Rovine] E’ ancora lì a fissare il vuoto, tra le rovine che sono diventate solo quello, un luogo di desolazione e null’altro, sparito Zasso, sparita quella figura misteriosa di cui non ne ha mai abbastanza non è rimasto nulla. Ancora indossa quell’abito bianco dalla lunga gonna fatta a strati, dei veli candidi e tutti strappati, la parte inferiore di quell’abito è sporca di sangue. A coprirle il petto un bustino bianco con scollo a cuore, sul fianco destro di questo c’è una grossa macchia di sangue, quasi fosse stata lei quella ad essere pugnalata quando invece è ovvio che sia stato il suo nemico a perire, un assassino commesso a distanza ravvicinata e che ha fatto sporcare anche il suo abito di sangue. Il resto del busto e delle braccia coperti da altri strati di veli bianchi e quasi trasparenti, fatti come la gonna, nessuna cicatrice in vista ma invece il ciondolo dei cacciatori spicca al suo collo. Se ne sta lì con lo sguardo perso nel vuoto e la mano destra che invece sta toccando le labbra. Quasi trema lei che ancora ripensa a quel bacio intenso appena ricevuto, quel trasporto provato per un uomo ben diverso da Katsumi, puro piacere, pura attrazione fisica, una calamita che l’attira a sé. Il drappo viola è legato intorno al collo dato che fino a poco fa era issato a coprile il naso e il volto, pelle candida appena sporcata dal sangue del lavoro appena terminato. Sulla sua spalla destra c’è una piccola farfalla, il corpicino nero e le ali bianche con venature nere, assurdo come quell’insetto finisca per richiamare lei anche fisicamente, stessi colori quelli che si portano addosso. Gli occhi sono socchiusi per proteggersi dal vento e dalla sabbia <chi sei> mormora appena con l’indice che ancora sta sulle sue labbra, le accarezza, la lingua che corre verso il dito come per far suo quel sapore ancora una volta gustarsi il bacio ormai svanito insieme all’uomo. Le ha dato ciò che voleva e si è preso la sua ricompensa, il mistero che lo avvolge fa sì che lei non ne abbia mai abbastanza, non ha mai rivelato ad Irou di quei suoi incontri, quasi temesse che a dire tutto l’incontro possa svanire, vuole tenerselo per sé, nessuno a Konoha li ha visti e nessuno ha le prove di averli visti anche ora, in quei tre anni costellati di fiori da parte sua, regali profumati che l’hanno tenuta legata a lui nonostante la presenza di Irou al quale è finita per abbandonarsi sempre di più, Katsumi al momento è solo un ricordo che vuole tenere lontano, può dire di stare bene finalmente, di non sì soffrire più per lui, si sente quasi pronta a tornate Medusa per quanto ora resti spetto. I capelli sono legati in una coda alta che danza in quella brezza. Sente il tocco della farfalla e sorride tornando a coprirsi la bocca e il naso. Resta però ancora immobile a guardarsi intorno <mi prenderò cura di te> si riferisce ora a quel piccolo insetto, ha promesso, ha deciso di provare sulla sua pelle ciò che ha fatto patire ad Irou e Katsumi in questi anni. Si prenderà cura di una creatura identica a lei, così simile dal farle pensare che forse sono le farfalle ad essere la sua vera famiglia [chakra on]

01:19 Kimi:
  [ext-Rovine] Lo vede in lontananza, Irou e la testa, sorride sotto a quella benda che nascondono le sue labbra e le narici <Apòria lui è Irou> sussurra a bassa voce mentre l’altro si affretta a raggiungerla. Annuisce a quella domanda, semplicemente tornando seria e fissandolo, proprio come l’altro sta cercando segni di qualche ferita, un corpo non al massimo della forma. Tutto sembra nella norma, lui sembra stare bene e un peso viene levato dal suo cuore, prendersi cura di quel ragazzo significa prendersi cura di sé stessa <lei è Apòria> ripete continuamente quel nome, facendolo suo ancora incredula, grata e al contempo spaventata per quell’opportunità, non riesce a non pensare al bacio ricevuto poco fa, insomma il suo corpo è ancora scasso da quell’uomo misterioso, dal suo gusto. L’attrazione è ancora nell’aria per lei e ammettiamolo ora si ritrova davanti il sogno proibito, Katsumi come era un tempo e in più sporco del sangue della vittima, non è proprio facile per lei restarsene lì immobile. Fissa i suoi occhi su quel corpo che ormai ha imparato a vedere come familiare, distingue i due fratelli certo ma comunque dentro continua ad illudersi di avere con sé una parte del suo amato, non che non abbia sviluppato dei sentimenti anche per 0-22 in questi anni, qualcosa di simile all’amore fraterno anche se qui parliamo di una persona che non ha mai avuto qualcuno ad insegnarle cosa sia la famiglia e che si rivede completamente in una farfalla <mi assomiglia non trovi?> un passo verso Irou, un passo che andrebbe a compiere continuando a fissarlo, se fosse possibile la mano destra andrebbe sul volto del ragazzo, per pulire una goccia di sangue sulla guancia, si muoverebbe lenta e senza veleno in circolo, è assopito in lei ora, scorre solo nel suo sangue, voleva incontrare Zasso, voleva vedere le farfalle e per questo motivo ha evitato di rendersi velenosa. Sulla sua spalle rimane ancora quel piccolo animaletto, lei ora fissa in silenzio il ragazzo mentre il pollice sfiora delicatamente la pelle di lui per andare semplicemente a pulirlo, eppure quante cose trasporta quel gesto. Desiderio, amore, affetto, rabbia e sete di sangue, un demone che pian piano si risveglia e che viene invogliato ad uscire, il demone che è sempre destinata a diventare ma che ancora resta al suo interno, uscendo solo parzialmente e solo ora, libera da quel dolore che tanto l’ha tormentata, si gode i suoi attimi di pace[chakra on]

00:30 Kimi:
  [etxp] Il pollice si muove delicato su quel volto mentre fissa il ragazzo, un sorriso quasi divertito spunta su quel volto scavato, deperito e che porta con sé il peso della sofferenza, la sua e quella che invece ha imposto ad altri. L’ingenuità del ragazzo riesce ancora a sorprenderla, a toccare un cuore malato e ferito come il suo, un cuore ed una mente che tendono sempre più ad allontanarsi dalla realtà, rifugiarsi in un suo mondo, un mondo che prevede l’uccisione di colui che le ha donato la vita. Il demone supremo, colui che per lei è il re degli inferi, sarà suo quel trono, deve averlo se vuole proteggere il ragazzo che le sta davanti. Arriva poi la seconda risposta <ringrazia> sussurrerebbe con una tenerezza innata all’esserino, quasi materno il suo tono. Quel modo di fare amorevole e completamente spinto verso il prossimo, per quanto questo prossimo non sia altro che un insetto, stride enormemente con il suo modo di fare e con quell’aspetto di ghiaccio, con quei grossi occhi azzurri privi di emozioni, capaci di far raggelare il sangue nelle vene. Lenta sposta le iridi, scivolano verso la mano altrui, lo lascia fare, lo osserva mentre lecca quella goccia di sangue, non è la prima missione che svolgono insieme ma vederlo reagire così è sempre una strana sensazione. Attende solo che lui abbia fatto prima di lascia scivolare le sue dita, sfiora il labbro inferiore, lenta passa sul mento e solo alla fine, dopo aver accarezzato anche il suo collo lascia cadere la mano. Non sa come reagire ora, ama Katsumi, non ha mai smesso di amarlo per un istante ma ciò che prova per Irou è così confuso e indefinito, così strano. Il bacio che poi ha ricevuto qualche istante fa dall’anbu non aiuta certo. La farfalla si alza in volo, andando a staccarsi da lei, all’improvviso la pace, il silenzio e la calma assurda creata in quel luogo dai due cacciatori si rompe, il suo mento scatta alla ricerca di quella creatura, la intercetta ma non le stacca le iridi di dosso e forse è anche meglio visto che fissare l’Uchiha in quello stato non fa altro che confonderla <credo d’essere più simile a lei che agli umani> ammette sinceramente, il volto orientato verso il cielo le palpebre socchiuse per evitare ai suoi occhi troppa sofferenza, la luce che le colpisce la pelle candida, passa oltre al tessuto rendendo visibili le sue cicatrici, la collana dei cacciatori che risplende al contatto con i raggi. Non aggiunge altro mentre osserva il delicato volo di quell’esserino all’apparenza così fragile e indifeso, proprio come lei, ma che nasconde al suo interno un demoniaco potere, in grado di tormentare e distruggere una persona. Quella farfalla è già diventata il monito di ciò che è e non deve mai più permettersi di dimenticare: una creatura della distruzione, un essere destinato e creato solo per portare sofferenza sulla terra e sui suoi abitanti. Le labbra si socchiudo appena mentre osserva attratta e persa le ali bianche venate di nero che ora muovendosi veloci paiono lasciare un’oscura scia[chakra on]

01:09 Kimi:
  [extp] Nemmeno si accorge di quello che Irou le concede, ora le palpebre si distendono appena lasciando che le sue iridi azzurre risplendano diventando quasi bianche quando colpire dai raggi. Lei non se ne accorge eppure ora fa molta meno fatica a guardare la farfalla che vola in cielo. La guarda ancora salire, per un attimo, un solo lunghissimo istante si spaventa mentre lei sale. L’ha persa, ha fallito il suo colpito. Le labbra si spalancano ora, il volto inizia a deformarsi un’espressione terrorizzata, eppure proprio mentre i suoi lineamenti si muovono per dar forma a quel nuovo sentimento le parole dell’uomo di Kusa le tornano alla mente. No lei tornerà, deve solo volare in alto, può farlo la farfalla che raggiunge le altezze meno aspettate da un simile esserino. Senza nemmeno accorgersene aveva iniziato a trattenere il fiato, ora finalmente respira, si concentra per non controllarla, deve essere libera proprio come è nella sua natura, la capisce fin troppo bene, quel bisogno di alzarsi in volo dell’insetto è lo stesso che ha portato lei a rischiare la vita così spesso, che l’ha portata a cacciarsi in situazioni impensabili per poi dimostrare poi il suo potere, annientando il nemico e lasciandolo a marcire con il suo veleno, così come Apòria raggiunge l’altezza che nessun altra farfalla può anche solo sognare. Il mento si riabbassa e lei punta lo sguardo sull’uchiha, lo fissa silenziosa, assapora il suono delle sue parole e semplicemente lo osserva. Per tre anni, quasi, l’ha sopportata, per tre anni si è impegnato giorno dopo giorno solo per poterle sanare il cuore, per permetterle di camminare da sola anche senza l’amore, un amore impensabile sin da principio essendone lei la protagonista. Un passo per avvicinarsi, silenziosa. Se fosse riuscita le sue braccia si allungherebbero, per cercare di passare oltre alle sue spalle, si andare poi a portarselo al petto, cingerlo con forza in quell’abbraccio che non è comunque obbligato, certo scatta, si muove d’istinto ma non usa alcuna forza, lascia solo che lui decida se assecondarla o meno. Se fosse effettivamente riuscita però proverebbe a bloccarlo lì, stringere con più forza <grazie> sussurra lieve nell’orecchio destro di lui <grazie d’aver accolto uno spettro> si riferisce a sé stessa, a quel nome che ha preso nell’istante in cui ha abbandonato la sua identità per dedicarsi unicamente alla cura del suo cuore infranto e della mente malata <e avergli fatto capire cos’è> una piccola pausa un cui proverebbe ad affondare il volto tra il collo e la spalla di lui. Respira attentamente provando a concentrarsi sul profumo di lui. Lei che ora odora di sandalo, a causa della seta viola attorno al suo collo e di gigli, l’odore ricondotto solitamente alla morte, un odore che l’ha da sempre caratterizzata ma che raramente si riesce a percepire, bisogna avere un olfatto sviluppato <la morte ti è debitrice> ed eccola tornare a quel paragone. No le parole di Katsumi non avevano senso, lei è la principessa degli inferi, lei porta morte dolore e distruzione ma ora sta amando nella maniera più pura che abbia mai conosciuto, senza esitazione alcuna, senza blocco o imposizione, sta donando parte della sua umanità a quel ragazzo[chakra on]

00:06 Kimi:
  [extp] La farfalla sta sopra di loro, vola senza alcun pensiero, osserva da lontano cosa sta accadendo e forse questa notta la tormenterà per quell’istante in cui si è concessa di stringere a sé il gemello di Katsumi. Dopo tre anni di quella strana convivenza le è preso un gesto più che spontaneo. Si gode fino in fondo quel contatto fisico che solitamente rifugge se non protetta dal suo stesso veleno. Si abbandona alla stretta del ragazzo lasciando che lui le tocchi la testa, cullandosi in quell’abbraccio dal quale non sembra volersi ritrarre. Ascolta le sue parole e poi si allontana appena. Lo osserva rimanendo anche lei persa nei ricordi di quel periodo passato, di quei tre anni trascorsi insieme. Ed è proprio mentre la farfalla lieve sta tornando verso di lei che le labbra dei due si incontrano. Glielo concede, quel bacio eppure nons i lascia andare o trasportare troppo, sempre in bilico e per quanto assurdo possa sembrare vede lui quasi come un fratello, sì un fratello che si è baciata più volte con la scusa dell’antidoto e che ora sta contraccambiando. E così senza concedere troppo esita e scambia quel semplice gesto con l’Uchiha. Istanti passano mentre le sue mani semplicemente si spostano tra i capelli del ragazzo, eppure non c’è distanza o tempo che regga nel momento stesso in cui le palpebre si chiudono tutto cambia e quello su cui ha le labbra non è più Irou, troppa la somiglianza fisica, troppo grande l’affetto che prova per entrambi e troppo trattenuto l’odio per Katsumi. Si distanza quindi concludendo prematuramente quel bacio riaprendo le palpebre e cercando in tutti i modi di nascondere la verità, persino a sé stessa, di nascondere come quel bacio vero, e non quello dato per pura passione e attrazione di poco prima, le abbia terribilmente portato alla mente quanto le manca Katsumi e quanto vorrebbe stringere lui. Così nell’istante in cui Apòria le si poggia sulla spalla destra lei torna in sé stessa. Fissa Irou <sai cosa si dice sul bacio della morte vero?> domanda appena. Sembra quasi cambiata quando le zampe l’han toccata, ha solo ripreso controllo di ci che è eppure quelle parole ce le si aspetterebbe da quell’esserino così intrattabile <non innamorarti di me perché io non sono Medusa> c’è del pentimento in quelle parole, le è chiaro e lampante ora la sofferenza che ha inflitto ad Irou, una sofferenza che nemmeno lui voleva, lui a differenza sua non ha scelto di prendersi cura di una creatura capace di creare incubi a lui è stato quasi imposto. Eppure egoisticamente alza la mano destra così da andare ad accarezzargli il volto ancora una volta <appena torneremo a Kusa io smetterò d’esistere> forse non era stata chiara, forse non aveva mai parlato di quel piano, forse ha solo sbagliato tutto[chakra on]

00:55 Kimi:
  [extp] Giù ha decisamente sbagliato con quel ragazzo. Lo osserva arretrare, sfuggire da quel suo tocco che voleva essere delicato e di conforto. Piomba amaramente in uno stato confusionale, si rivede in lui, quei gesti, quel dolore che legge attraverso la sua freddezza, che immagina attraverso quello sguardo distaccato. Esita quindi sul posto. Lo osserva con attenzione mentre torna a farsi del male, come non sentirsi esattamente come lui? Lo comprende forse meglio di chiunque altro dato che ci è passata per prima. Ancora resta ferma sul posto, incapace di muoversi davvero, assiste a quel dolore senza dire altro. Gli occhi, i suoi, si riempiono di lacrime, per la prima volta va oltre al suo semplice egoismo soffrendo non per sé stessa ma per lui. Apòria le farà scontare anche questa ne è certa. Ad ogni modo ora scatterebbe in sua direzione, decide di non stare ferma davanti alla distruzione di un’altra relazione per lei importante, forse non sarà l’amante che lui sperava ma ci tiene, abbastanza da soffrire di quel distacco, non l’ha mai solamente usato si è affezionata e l’ha amato, in un modo unico e suo probabilmente ma l’ha fatto e ancora continua a farlo. Per questo tenterebbe di scattare in avanti con la destra che si alza solo per raggiungere il braccio del ragazzo e allontanarlo dal volto, non vuole vederlo cercare sollievo nel dolore fisico non adesso. Così tenterebbe solo di fermare quel suo autolesionismo utilizzando tutta la sua forza. Scatterebbe con la gamba destra, velocemente andrebbe a flettere entrambe le ginocchia per poi sollevare la gamba destra e portala avanti, il busto sbilanciato verso di lui, la mano protesa velocemente in sua direzione così che possa fermarlo, le dita che si andrebbe a chiudere intorno al suo polso. Se fosse riuscita ora la gamba sinistra andrebbe a raggiungere la gemella <no> mormora appena. Dopo averlo fermato non lo tratterrebbe ulteriormente anzi, lo lascerebbe andare per limitarsi ad osservarlo <non voglio dimenticare> replica lei, con un filo di voce, senza ancora piangere ma chiaramente sul punto di farlo. Sta per andare in pezzi ancora una volta, sta per seguirlo e distruggersi proprio come all'inizio di quel viaggio. Dovrebbe evitare gli uchiha come la peste eh [chakra on]

01:41 Kimi:
  [extp] Proprio come la sabbia sotto ai loro piedi anche lui le sfugge fin troppo facilmente, allontanandosi da lei con quelle parole. Alla domanda si limita a scuotere la testa lentamente. Una speranza nel momento in cui i volti si avvicinano come se le fosse possibile placare quel dolore, fermarlo, come se ci fosse miracolosamente riuscita e poi quella semplice frase, beh se l’era meritata. Così con quella pugnalata che arriva direttamente al suo cuore lo lascia allontanarsi, almeno per oggi, almeno fino a Kusa. Ricomincia a sua volta a camminare per addentrarsi nelle rovine e solo quando crederà di essere abbastanza lontana si sentirà un urlo di dolore levarsi proprio da lei, abbattuta e ferita. Si morde il labbro inferiore e incapace di trattenere tutta quella rabbia si limiterebbe a prendere a pugni ogni superficie di quel luogo fino ad arrivare a farsi sanguinare le mani. Passeranno dei minuti continuerà fino a quando non sarà riuscita a sfogarsi, urla e colpi che si susseguono lasciando che quella sia la sua unica maniera di esprimersi, maledetti 0-21 e 0-22, maledetti gemelli che l’hanno condannata ad un’esistenza ancora più solitaria e sofferente del previsto. Eppure sarà in quegli istanti che il volto cadrà sulla farfalla, osservandola si ricorderà ciò che è davvero, il suo destino e a chi appartiene realmente e per quanto assurdo possa sembrare sarà proprio lei la sua chiave per uscire da quel delirio. Oh ovvio passerà delle nottate d’inferno grazie a quell’esserino, diventerà il suo esperimento e la sua mente verrà piegata ulteriormente eppure in quel momento è solo grazie ad Apòria che pare ritrovare u po’ di stabilità. Non piangerà una sola lacrima questa volta, ormai le ha finite tutte. Ci vediamo a Kusa [chakra on][end]

No io non ce la faccio. Nulla, diciamo che 'sti due parlano soltanto.