Evento - [ Gran Galà ] { Kusa }

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Un invito scivola dal cielo, l’annuncio della luna nuova fa da cappello e antefatto iniziale a questa serata che s’imperla dei raggi scarlatti di un tramonto arrivato agli sgoccioli, giunto allo stremo per poi vedersi sparire dietro le sfumature dorate dell’edificio che da pochi giorni troneggia sulle colline di Kusa, svettando in tutto il suo splendore. Sulla bocca di tutti ormai, non c’è nessuno tra coloro che vantano nascita e residenza a Kusa che non sappia di oggi: un grande evento che, si vocifera, dev’essere stato allestito per un qualcosa di “eccezionale” o “magnifico”. Qualcosa di “irripetibile”. C’è chi ha provato ad azzardare addirittura l’ipotesi di una revisione dei trattati di pace o di guerra, chi invece ha dedotto che il nuovo Kage di Kusa sia stato eletto giorni fa e oggi sarebbe stata “cosa ufficiale”. L’ipotesi più plausibile e navigata è, invece, quella del rientro a Kusa di un famoso esponente che, tramite una scoperta sensazione, è riuscito a tornare a casa e rendere gloria a Kusa in un modo o nell’altro: a chiedere meglio in giro, non ci si impiegherebbe praticamente nulla a scoprire la verità eppure c’è chi ama cucire nuove storie sulle storie già inventate. Ad ogni modo è per la grande occasione che un’immensa e massiccia struttura, dai tratti soffici e tuttavia eleganti, è stata ricostruita in un batter d’ali nel bel mezzo delle colline di Kusa. La rapidità con la quale è stato costruito il palazzo, si dice, sia la medesima rapidità con la quale lo si vedrà sparire in questi giorni eppure, ora che c’è, tanto vale godersi la visione. Per rendere nota la situazione, ogni abitante e/o famiglia di Kusa e degli altri paesi dell’alleanza hanno ricevuto un invito ove, nello specifico, era chiarita la posizione della location nuova agli occhi di tutti e la raccomandazione del vestito elegante una volta tanto. Per dare un pizzico di “scherzosità” al tutto, proprio nello stile dei membri del consiglio del paese della foglia, è stato deciso di apporre la specifica della “maschera” di modo che l’evento potesse risultare il più mondano possibile, lontano dall’austerità e dai toni decisamente marcati che un evento ufficiale può offrire. Ogni singolo essere umano che si è recato lì, di fatto, indossa un abito elegante e l’accenno di una maschera diversa di modo che la maggior parte del viso risulti occultato da qualcosa: nell’effettivo questa non è un’imposizione, soltanto il modo migliore per non creare eventuale scalpore e non distogliere l’attenzione dal focus centrale del Galà. Una stradina, un selciato è stato battuto di modo che eventuali carrozze o viandanti potessero raggiungere la sfilza di scale dorate che danno luogo all’atrio esterno della struttura sopraelevata rispetto al livello delle collinette. Un ponte di scale marmorizzato dà l’accesso al portone principale, dalle porte sbarrate, incorniciato da svariate statue di cui le più grandi, dorate, sembrano tutt’uno con le colonne dell’intera struttura regolata da una cupola dorata protesa verso l’alto. Il corpo di polizia di Kusa è stato districato nei dintorni, non è difficile notare come di ronda e di pattuglia ci sia sempre qualcuno, alla stessa maniera non è nemmeno difficile notare come all’entrata ci siano due guardie statuarie pronte a chiedere “l’invito” scritto per poter accedere alla struttura – una mera formalità. E mentre il brusio inizia a farsi più vispo, a causa dell’area che or ora si popola di partecipanti sebbene si tratti ancora dell’esterno, sarà possibile notare – percepire, appena flebilmente e soprattutto soltanto a chi è in grado di impastare il chakra – una sorta di dislivello, pressione ovattata. Una cupola trasparente, pressoché invisibile, circonda tutta l’aria investendo sia il palazzo, sia le scalinate, sia buona parte delle colline circostanti. E’ una percezione flebile quella che, nonostante tutto, un qualsiasi genin o buon deshi può avvertire: una differenza minima, eppure pressante nel momento in cui ci si avvicina sempre di più all’entrata. Inevitabilmente, chiunque tenterà di utilizzare parte del proprio chakra, vedrà quest’ultimo drasticamente limitato: probabilmente per una “questione di sicurezza” , del resto prevenire è meglio che curare. [ INIZIO AMBIENT – Evento; Gran Galà a Kusa. ] [ Entrata Libera ] [ Turnazione libera ] [ Niente tempo ] [ Pace e amore ]

Esterno Palazzo > http://www.wallpaperup.com/uploads/wallpapers/2013/07/16/119082/big_thumb_3f2167a340d2c4a144c9e4d7b511fe82.jpg

19:45 Kurako:
  [Palazzo del Galà | Ingresso] L'ennesima serata da passare nell'ozio del nulla, non fa niente da mesi e, da quando ha ricevuto quella lettera di Kurona, non vuole fare davvero alcun tipo di attività; la sua vita è ridotta alla sedentarietà di una panchina nel centro di Kusagakure, vi passa tutto il giorno e quando giunge il tramonto la via di casa viene presa e il letto impossessato. Ecco la nuova vita del Senjuu, ogni suo singolo obiettivo risulta insulso, la ricerca del potere è quanto di più inutile ci sia ora, a che serve avere il potere quando non puoi usarlo? Un dura lezione imparata grazie alla Kokketsu, il potere senza nessuno da proteggere non serve a niente e adesso ne ha in abbondanza, troppo, troppa forza per una sola persona. Dovrebbe darsi una svegliata ma lo vuole veramente? Non, certo che no, non gli interessa, sta solo aspettando che il tempo passi, diventare vecchio e morire di vecchiaia o di una qualche malattia strana, non lo sa nemmeno lui. La vita si è praticamente conclusa, ha smesso di godersela, ha smesso di fare tutto ma nonostante ciò si è diretto sulle colline per partecipare a un ballo di gala in maschera, sotto invito naturalmente; una decisione, la sua, molto strana ma forse vuole solo passare una serata diversa cercando di non annoiarsi e di non andar a dormire presto come suo solito, avete presente una larva? Uguale. Per l'occasione ha tirato fuori il suo vestito pseudo elegante composto da un pantalone nero, scarpe nere lucide e appuntite con un piccolo tacco sotto il tallone, camicia bianca classica a maniche lunghe con gemelli dorati messa all'interno dei pantaloni, cintura nera che passa intorno alla vita, giacca nera a maniche lunghe anch'essa posta sopra la camicia e chiusa con i tre bottoni di cui è costituita lasciando uno spacco a V. Una sciarpa rossa viene tenuta intorno al collo sciolta e penzolante sul busto senza mai superare la zona dell'addome. I capelli sono, per la prima volta, legati in un treccia a coda di cavallo con un nastrino blu alla fine per tenere il tutto, avanti presentano una frangia che ricade sulla fronte mentre, in viso, ha una maschera dorata con brillantini per rendere il tutto più luminoso. La maschera presenta una forma ovale avente, però, i lati arrotondati, due buchi, anch'essi ovali, per gli occhi e una forma per coprire il naso. Passo lento e tranquillo cammina in direzione del maniero allestito per l'occasione, all'ingresso mostra l'invito alle guardie per poi riporlo nella tasca interna alla giacca e, infine, entrare al suo interno in tutto quel brusio i gente. [Chk on][Parte del vestito http://img06.deviantart.net/6bee/i/2011/128/d/f/ichigo_kurosaki_elegant_day_by_ichigograph-d3fw0kl.png]

20:15 Mekura:
  [palazzo galà/ingresso] La sera è fresca e anche se leggero, l'abito da lei scelto permette alla giovane di non soffrire il freddo. Lo ha scelto per diversi fattori, il primo in tutto è perché è blu e signorile seppur semplice e senza troppi fronzoli. La gonna in due pezzi cade morbidamente sulle sue forme sottolineandole senza accennarle troppo permettendo alla parte in blu di svolazzare quasi mentre la sottogonna di seta ricamata copre le gambe fino alle caviglie con un accenno di pizzo poco sopra l'addome in una sorta di vedo, non ti vedo. Al livello del busto il secondo motivo della sua scelta: la particolarità. Infatti le braccia e il petto con un accenno anche ai fianchi sono coperte da delle fasce di pelle scura opaca perfettamente allineate l'una all'altra e che si chiudono, nel caso di quelle sui fianchi ed al petto, poco sopra al livello dei reni creando una forma a v che si spinge verso il basso lasciando la schiena libera. Le spalle invece sono coperte da un leggero coprispalle in pizzo nero le quali coprirebbero solo le spalle congiungendosi dietro il collo ma senza mai prendere troppo spazio alla schiena lasciata nuda. Con se inoltre porta una maschera non troppo semplice nella decorazione legata al volto con un nastro nero in modo da nascondersi piuttosto bene nei suoi capelli e una collana lunga, filiforme in oro che scende fino al petto stretto nel vestito. <oh!> è agitata come una bambina, è ovvio che si sta già esaltando solo per lo sfarzo a cui sta assistendo tanto che trova anche di classe la cupola trasparente di chakra che staglia sopra il luogo. <guarda! sembra d'oro> squittisce lei cercando la mano del suo accompagnatore e compagno allungano il passo mentre tirerebbe fuori da una pochete bianca il suo invito e quello di Azrael una volta arrivati di fronte al personale addetto. [ch on][abito -> http://s14.imagestime.com/out.php/i1068274_Schermata20160512alle16.54.45.png][maschera -> https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/10/4d/06/104d063def06cd2456c7f581c22903bd.jpg]

20:33 Hiashi :
 Un invito ed un evento, un modo per tornare nel mondo dopo gli anni trascorsi a Suna e per fortuna che nei giorni scorsi ha interrogato un bravo sarto per sapere cosa indossare altrimenti sarebbe presentato con la sua classica divisa da shinobi questa sera. Invece si è tirato a lucido per l'occasione andando ad indossare una semplicissima e sobria camicia bianca dal colletto inamidato che potrebbe quasi sembrar esser fatto di marmo, una cravatta nera sottile, una giacca grigia lucida sagomata in vita con un bordino nero a percorrere il bavero del colletto, pantalone in tinta con la giacca chiaramente e scarpetta nera lucida con tre passati. Una cinta nera si intravede appena attraverso l'ultimo bottone della giacca lasciato aperto. Il volto è parzialmente coperto da una maschera che ha utilizzato molto nel primo periodo del postustioni, un evento risalente ad anni ed anni fa chiaramente ma che lo ha segnato per diverso tempo preferendo nascondere il proprio volto dietro quell'oggetto metallico piuttosto che farsi vedere in giro senza niente. Infine i capelli che son già lisci di loro, sono fermati da una fascettina bianca a livello delle scapole prima di lasciarli scendere fino all'altezza dei reni. E' appena sceso da una carovana che ha preso appositamente per giungere fino a qui e resta meravigliato dalla maestosità del palazzo che è stato creato appositamente per l'occasione <Hanno fatto le cose in grande> commenta tra se e se prima di cominciare ad avanzare provando a raggiungere l'ingresso e le guardie in attesa alle quali chiaramente proverà a mostrare il proprio invito prima di poter entrare. Ha avvertito la strana sensazione causata dalla cupola, ma al contempo apprezza una simile misura di sicurezza [Completo: http://jocajo.altervista.org/_10.JPG][Maschera: http://www.imperat.net/wp-content/uploads/2015/01/ma045-maschera-cyber.jpg][Chakra on]

20:46 Azrael:
 A passo lento e cadenzato avanza sul selciato che dalle colline porta tutti gli invitati al palazzo in cui si terrà il grandioso evento che vede partecipe una moltitudine di persone non solo dalle terre dell’Erba, ma chiunque appartenga all’Alleanza. Non si ha uno specifico motivo per cui i presenti si trovano lì, molte sono le voci al riguardo, tuttavia è la cosa meno importante, dato che ormai, libero dalla maggior parte degli impegni politici cui era delegato anni or sono, l’unico motivo per cui si è presentato lì è quello di partecipare ad una serata in pace ed in compagnia di Mekura, cui si affianca mentre si avvicinano a quella splendida struttura ornata d’oro. Il vestito è costituito da un completo giacca e pantalone neri, una leggerissima trama a linee verticali per particolareggiare il tessuto, bottoni dorati la cui chiusura è posta poco più a destra rispetto alla linea addominale sopra la quale si intravede una camicia rosso scarlatto ed un cravattino più simile ad un fazzoletto in stoffa che ad una cravatta vera e propria, nera con l’orlo e le decorazioni dello stesso colore dei bottoni. Le mani coperte da un paio di guanti in cuoio nero, stesso materiale di cui sono composte le scarpe chiuse che terminano l’abbigliamento. Sul volto è poggiata una maschera che copre il minimo indispensabile. È bianca, copre metà del volto prendendo rispettivamente l’occhio sinistro, il naso e la zona fin sotto lo zigomo, tralasciando le labbra e la metà opposto del viso scoperti, da cui si potrà intravedere una fila di denti bianchissimi esposti da un sorriso sereno e rilassato e l’accenno di barba perfettamente curato che gli orna il mento. I capelli perfettamente tirati all’indietro, sebbene ricadano morbidamente lungo le spalle ed ai lati del viso, sfuggendo alla presa della maschera, la cui chiusura è comporta da un semplice laccetto nero, che si confonde col colore corvino della chioma. Raccoglie la mano della ragazza, intrecciandola con la propria nell’avanzare in direzione dell’ingresso, ove andrà a mostrare l’invito o qualunque cosa sia necessario per farli accedere al salone principale, prendendosi quegli attimi di stasi per osservarla, come in estasi, tale da doverlo far focalizzare con maggiore attenzione sulle sue parole, ché all’inizio erano passate quasi in secondo piano rispetto alla sua bellezza < Oh, sì. Volevano fare qualcosa di grande e così è stato. > Forse anche troppo in grande, per i suoi gusti, eppure non gli spiace essere circondato dalla luce riflessa sul dorato della facciata del palazzo. < Ma a battere la bellezza di questo posto ci sei senz’altro tu. > Le mormora, portando la mano che tiene stretta della propria nei pressi delle proprie labbra, per poggiare un leggerissimo bacio sul dorso della stessa, prima di lasciarla ed estendere il braccio in direzione dell’interno del luogo, lasciando che sia lei la prima ad entrarvi < Prego, mia principessa. > direbbe, seguendola all’interno, ove andrà ad osservare ognuno dei singoli presenti, per cercare, nonostante le maschere, di individuare qualcuno di conosciuto.[C on] [Completo: http://static.zerochan.net/Alucard.(Hellsing).full.1708267.jpg] [Maschera: http://www.polyvore.com/cgi/img-thing?.out=jpg&size=l&tid=62368709]

20:56 Yukio:
 "Uhuhuh... Che brutto rialzarsi dal letargo" Ossa che scrocchiano rumorosamente quando compare nel bel mezzo della folla in un piccolo cerchio formato da un eventuale deflusso della gente che entra attraverso le scalinate. Con se c'è unicamente totoro a fargli compagnia, ha preferito così, Kurona chissà dove si è cacciata, dovrebbe arrivare o è già arrivata visto il ritardo madornale di Yukio, ma questa è un'altra storia. "Bhe, andiamo o no?" Lasciando che Totoro si prenda il suo tempo per cercare il proprio invito mentre, Yukio, fa lo stesso, o meglio lo tira fuori immediatamente dal taschino interno della propria giacca, total black oggi, pure la maschera "[T] Ma perchè ti vesti sempre di nero?! Che diamine..[/]" Scossone di testa da parte del tessai, abbozzando un sorriso impercettibile avendo la maschera "Sono già pronto ai funerali, almeno" Lasciandosi sfuggire una amabile risata fra se e se ponendo a totoro un cenno di invito a seguirlo. "Forza, andiamo" Sopra le proprie spalle una mantella di tessuto raffinato, nero opacizzato con ai bordini un colore più luccicante, stessa intensità ma di un materiale diverso e appena riflettente, la maschera forse è quella che attira più l'attenzione, un lungo e ricurvo naso, quasi inquietante se lo si vede nel contesto, che padroneggia il proprio volto. I capelli sono raccolti completamente dietro la propria nuca tramite un elastico a modo di samurai. Al proprio mignolo sinistro l'anello dell'akatsuki, la mano destra viene ricoperta di vari anelli da lui precedentemente posseduti e quasi mai messi in mostra, una sfarzosa collana con un corvo a fargli da pendente si presenta oltre la solita cravatta di cui oggi è sprovvisto lasciando che quei occhi incastonati di rubini brillino alle luci varie della zona. Il bastone nella sua mano destra ricoperta da guanti neri in pelle viene stretto appena, un movimento flebile a formare una mezza luna al suolo ed ecco che la propria mantella ondeggia generando una repressione del proprio chakra, a seguire Totoro, vestito quasi uguale ma con almeno colori più tranquilli e non lugubri come quelli del kokketsu compare dopo la svolazzata della tunica affiancandosi con il collega. "Eccolo" allungando la mano sinistra, libera da ogni cosa, mostrando il proprio invito fra l'indice ed il medio. Un semplice controllo per poi rimetterselo nel taschino senza troppi mezzi termini attendendo anche l'accesso di Totoro all'interno della zona "Uhm..." Guardandosi attorno, quella specie di repressione che viene percepita appena varcata la soglia della cupola. "Ebbene, amico... ALLE BOTTI DI VINO!" VINOOOOOOOH. ok meglio non iniziare.[ck on][Abito sprovvisto di cravatta: https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/a1/95/c8/a195c81f91ce818a511c3dccfd76c6bc.jpg/ Maschera: http://www.thegoldenalbatross.com/jpegs/masks/masquerade/crow-poplet1.jpg][Altri oggetti citati in scheda]

In balia dell’etere una soffusa melodia s’intreccia sul pentagramma immaginario costruito per la serata, piano, archi, arpe e flauti s’alternano per intonare la canzone della serata e rendere il clima molto più piacevole, issando e trainando a sé - sulle note del valzer iniziale - un’aria che sappia di “leggero” mitigando qualsiasi tipologia di sentimento negativo, levigandolo e plasmandolo in qualcosa di meno accentuato nell’animo di chi sente il sangue ribollire e allo stesso tempo drenare a causa dell’effetto della cupola protettiva – una panacea che culla bene o male tutti, distraendoli dalle fatiche settimanali e proiettandoli in una dimensione unicamente di svago. Difficilmente qualcuno potrebbe effettivamente accorgersi della pattuglia di anbu dispiegata nei dintorni, gli unici i quali non sembrano accusare dell’effetto riduttivo della cupola e che riescono a destreggiarsi col chakra sempre al massimo – ma questo è un dettaglio, una mera formalità per poter prevenire qualsiasi trambusto e provvedere alla sicurezza assoluta. Un flusso sempre maggiore di partecipanti ora come ora varca il pavimento della sala, oltrepassando gli scaloni. Lo stesso Kurako, tirato a lucido per l’occasione, fornirà l’invito alle guardie dell’esterno che – osservando e leggendo a tratti – si premureranno di constatarne la veridicità e dargli il via libera per procedere ed entrare. La stessa cosa toccherà a Mai che, seguendo le altre persone si ritroverà faccia a faccia con le guardie che chiederanno lei di fornire l’invito scritto: solo donando loro l’invito, potrà entrare nella sala interna. Hiashi dal canto proprio, separatosi dal suo abbigliamento ninja, potrà notare da sé come il nuovo look funzioni alla grande: un paio di sguardi femminili s’attaccheranno proprio sulla figura elegante dello Hyuga che potrà effettivamente notare come la scelta e la rinfrescata di stile sia stata una buona opzione. Anche per lui stessa prassi: dovrà consegnare l’invito alle guardie per poter entrare nella sala interna. In compenso, prima di salire il primo scalino, potrà notare un paio di calzari ninja STRANAMENTE della sua misura nei quali si troverà ad inciampare qualora non faccia attenzione: dubitiamo che tuttavia un chunin del suo livello non sappia evitare di cadere in un paio di calzari STRANEMENTE così simili a quelli che indossa sempre. Mekura e Azrael, giungendo nel luogo, s’accaparreranno invece lo sguardo di un paio di coppie che – invidiose – sembreranno anche guardarli piccati, infastiditi. Una donna pizzicherà il braccio del suo uomo per potergli intimare di essere un briciolo affascinante quanto Azrael < Lo senti?! L’Ha chiamata “mia principessa”! NON PUOI FARE LO STESSO NO EH? Sei sempre il solito buzzurro nerd dimmer-ATCIU’! E dammi la giacca, maleducato!> e viceversa, l’uomo di un’altra dama non sembrerà staccare gli occhi dalla scollatura di Mekura. L’arrivo di Yukio, sebbene in maschera, farà leggermente rabbrividire le due guardie poste ai lati del portone principale che – guardandosi in volto – scrolleranno le spalle e daranno il via libera anche a lui, di modo che possa rientrare nella sala. Il lato positivo è che se non farà notevole trambusto nessuno noterà le sue… u-urla. E nessuno noterà ovviamente il cameriere che, inciampando nei passi di Yukio, si ritroverà a far da giocoliere con le flûte di spumante al fine di non farle cadere. Iniziamo. L’interno che si para dinanzi agli ospiti offre la visione di una smisurata sala dalle rifiniture dorate, così come l’esterno della struttura. Colonne bianche rivestite da polvere d’oro in prossimità dei capitelli e delle foglie d’alloro marmorizzate intorno, sorreggono il soffitto presso il quale sono stati dipinti enormi affreschi raffiguranti la volta celesta adornata dalle sagome dei kami e svariate divinità riunite in un pantheon senza volto o quasi: sono i simboli che si riconoscono a caratterizzarli, come il sole, la luna, la tempesta, lo specchio di Amaterasu raffigurato insieme alla spada si Susanoo, al magatama e altri elementi che solo chi alzerà lo sguardo al cielo potrà notare raffigurati sul soffitto. Enormi arazzi coprono invece le pareti della sala da ballo, raffigurano gli eventi passati fino all’ultima guerra, quella di tre anni fa. All’estremità della sala, due rampe di scale di cristallo danno la visione ad una sorta di balconcino sul quale si può accedere sempre mediante le stesse scale che si protraggono fino al piano superiore la cui galleria troneggia in alto, rispetto la sala. Su quella sorta di atrio sospeso a cui vi è l’accesso mediante le scale, risulta esserci una colonna massiccia e bianca a mezzo busto, scarna attualmente. La Sala risulta completamente libera, il pavimento lucidato per l’occasione, l’orchestra posta su di un palchetto marmorizzato e lateralmente, in modo che possa avere sia il suo momento di gloria che rimanere in disparte così come sono stati messi in disparte eventuali tavoli adornati dalle tovaglie dorate, lasciando che eventuali stuzzichini e cocktail siano disposti alla mercè degli ospiti. Non è difficile notare una manica di maggiordomi muoversi elegantemente, nella loro uniforme bianca e nera con tanto di fazzolettino dorato nel taschino, per la sala ad offrire sui loro vassoietti delle flûte di spumante a tutti gli ospiti illuminati dalla sfarzosa luce offerta dai candelabri dorati e dai lampadari di cristallo e dalle rifiniture d’oro capaci di ricreare e riflettere la luce da loro emessa. E mentre la sala s’anima, ovviamente non dei primi passi di ballo visto che ancora dev’esser dato il “la” iniziale al tutto, il suono di un campanello interrompe la musica che diventa soffusa fino a scomparire esattamente quando tutti gli astanti rivolgeranno lo sguardo in direzione di coloro che spunteranno dalle scale superiori, discendendo fino a quella sorta di atrio separato dalla sala soltanto dalle due scalinate di cristallo. I membri del consiglio si presentano in tutto il loro splendore, accostandosi alla colonna bianca a mezzo busto. Attirando l’attenzione di tutti, uno dei più anziani – Sakamane per chi è in grado di riconoscerlo data la fama – tirato a lucido come gli altri prenderà parola, sorreggendo il calice di spumante. < Signore e Signori!> sorride, vispo, interrompendo il brusio di massa con l’apertura del discorso. < Ebbene, vi starete chiedendo come mai un Galà del genere ha preso luogo in questo posto e proprio in questo giorno!> principia, modulando la propria voce: sarà udibile a chiunque < Neanche ieri l’affermato archeologo, Maximillian Leroy, è ritornato nella sua patria per poter annunciare la sua ultima scoperta > vari sguardi si susseguono lì, tra le “prime file” dove un uomo in maschera dal folto crine dorato sorride, ammicca, complice e consapevole. Due maggiordomi sbucano dalle spalle del consiglio tutto, sorpassandoli soltanto per poter porre una teca di cristallo coperta da un quadrato di velluto rosso sulla colonna presso la quale sono incisi svariati simboli magici. < Il famigerato cimelio, ennesima eredità dei Kami, ha fatto ritorno nel suo luogo d’origine. Quello che viene chiamato “Vaso di Susanoo” è stato rinvenuto in un vecchio sito archeologico, tra le rovine delle guerre andate. Ed ora che questo evento più unico che raro si è ripresentato-> a riprendere le parole di Sakame ora è Mitsuo, uomo di mezza età riconosciuto per le sue capacità d’orazione < Non potevamo fare a meno d’indire un gran Galà per omaggiare il popolo tutto e lo stesso mecenate della sua strabiliante scoperta!> un’occhiata piccata da parte di Ateru, il più silenzioso e riservato tra tutti, che in disparte subisce le prese di posizione dei due. D’altro canto, Kotetsu, l’ultimo membro del consiglio non può far altro che guardare tutti dall’alto verso il basso reputando che sia addirittura inutile “sprecare parole” in quest’occasione. Ad ogni modo, Mitsuo riprende il suo discorso < Per questo, che le danze abbiano inizio!> un enorme applauso scoppia all’interno della sala, i primi calici vengono levati verso l’alto per un brindisi che possa esser poi seguito dal valzer d’apertura. [ Esiti di riferimento conclusi – Da qui la giocata procede in free ] [ Entrate libere ][ Turni libere ] [ No time ] [ Pace e amore (e coccole extra per me)] { Theme della Valzer - https://www.youtube.com/watch?v=6kHPVCWiw1s }

21:15 Yukio:
 "Oh, HEI-Mio. Grazie, gentile, mi scusi eh, A te amico l'altro!" La mano destra scivola dolcemente in aria, afferrando una delle bottiglie da gioco del cameriere, pollice vicino all'estremità per tenerla saldamente, restando fermo prima di stapparla per non fare la sua solita figura. Troppo tardi. Totoro a modo suo, senza farselo ripetere due volte, afferrerà allo stesso modo di yukio un'altra bottiglia, tenendola come quest'ultimo. "Uhm... Vaso di susanoo... L'hanno dato i kami... Uhm..." Avvicinandosi a Totoro "I kami... Un vaso... Mi piace... Lo voglio" E quando mai. Totoro, totalmente sbigottito, lo guarda peggio d'un cadavere "[T] M-ma come ti viene in mente?! E che te ne fai?! Non hai abbastanza cose dentro quella casa del diavolo? Non ci si può manco muovere a momenti, che diamine![/]" - "Lo voglio. Voglio fare un'asta. Che c'è? Ho i soldi, che me ne può fregare, uhuhuhuh...." Leccandosi dolcemente le labbra, sentendo poi gli applausi "Oh si, inizino le danze" Pollice assieme a quello di Totoro che premono sul tappo in sughero ancora a sigillarlo. "Quattro-tre-due-quattro-uno-due-tre-uno-quattro-uno-due-tre-uno" Gomitata da parte di Totoro al costato di Yukio e finalmente "OH SI, EVVAI!" I pollici premerebbero finalmente sui tappi, facendo un bello scoppio e dirigendoli chissà dove, chissà addosso a quale testa. Poretti. "Oh mi scusi, ci siamo dimenticati i bicchieri" Sempre a quel povero cameriere che sta cercando di riprendersi. Due bicchieri da spumante per entrambi e via, dileguandosi in mezzo alla folla "Oh ma non stavo scherzando, voglio quel vaso, su su rassodare le chiappette-EEEH-OH!" Braccio preso da una signorina che lo invita prontamente a ballare "Oh mi scusi, non per niente ma dovev-" Una piroetta leggiadra che fa svolazzare quella sfarzosa gonna stile vittoriana, avvolgendo lo stesso corpo di Yukio in quel gesto "Ehm. Ok. Vuole favorire?" Cingendola con la sinistra che sostiene il bicchiere dietro la vita della donna mentre la destra incita a farle vedere la bottiglia "Pss... HEI... Oh... Pazzo d'un cinese" Verso totoro, questo perchè ha gli occhi lineari come un orientale top. "E dammi una mano, no?!" E niente, se la ride bellamente a vederlo così impacciato.[stessi tag]

21:18 Hiashi :
 Il Chunin non può non notare quegli sguardi femminili che si spostano verso la propria figura, sguardi che ricambierà naturalmente con un cenno del capo invitando le signorine ad entrare per rivedersi all'interno del palazzo. Appena attraversato l'ingresso però, finisce col pestare quasi un paio di calzari che per quanto possano essere comuni sembrano in tutto e per tutto simili ai propri calzari <e questi che ci fanno qui?!> tenta di prenderli e prova a raggiungere le guardie all'esterno <Ho bisogno di una grossa cortesia, tenetemi questi da parte per favore. Prima di andare via ricompenserò la vostra generosa concessione> cerca insomma di comprarsi le guardie affinchè nessuno gli rubi più i suoi calzari: ci è affezionato! Una vota raggiunto l'interno però comincerà ad esaminare innanzitutto la struttura della sala, con le possibili vie di fuga, la posizione di eventuali ripari. Cerca di identificare quelli che potrebbero essere delle guardie interne mascherate da musicisti o camerieri magari: insomma ricorre al suo addestramento anbu che più che addestramento è diventata una sorta di modo d'essere. Ma ecco che qualcuno arriva andando a svelare il perchè di quella cerimonia, un importante ritrovamento archeologico che sembra unico nel suo genere ed ecco spiegato anche il motivo di un tanto imponente sistema di sicurezza che è stato studiato ed applicato [Completo: http://jocajo.altervista.org/_10.JPG][Maschera: http://www.imperat.net/wp-content/uploads/2015/01/ma045-maschera-cyber.jpg][Chakra on]

21:19 Hana:
  [Sala] Arriva come l’acquazzone di mezza estate che non t’aspetti: imprevisto, d’un tratto, ti coglie di sorpresa. Arriva tuttavia, senza la classica irruenza della grandinata ma con il passo lieve dello stillicidio celeste: che paradosso parlare di pioggia in una notte ghermita di astri e stelle che, rilucenti, offrono al paesaggio uno splendore del tutto unico camuffato e ovattato soltanto dalla mirabolante creazione issata in poco più di qualche giorno nei pressi delle colline. E senza indugio ci si è recata, confezionando tranquillamente un abito adatto e aiutando a scegliere l’abito probabilmente allo stesso Hokage che – qualora fosse riuscito ad accompagnarla sotto le pressioni di una nipote che gli ricorda quanto sia importante per un Kage presenziare anche al minimo evento mondano – forse onorerà gli altri della sua stessa presenza. C’è chi la guarderebbe con occhi sconcertati ora come ora, se solo si venisse a conoscenza delle sue reali intenzioni: una semplice voce, nulla di chiaro, eppure è giunta alle sue orecchie. Così come piccioni, sparge le sue briciole per attirare a sé degli uccellini capaci di cantare qualcosa di allettante: l’invito è arrivato e con esso la mezza informazione – seppur cantico lontano – che una sorta di reliquiario o giù di lì sia stato riportato a Kusa. Quale informazione più allettante, deliziosa, sulle labbra e nelle orecchie di una studiosa che ha passato gli ultimi tre anni su un malloppo di pagine ingiallite e macchiate dalla storia del popolo ninja? Se c’è davvero qualcosa di così antico e prestigioso, allora non esiste – la linea di sangue le ha fatto dono non solo di due occhi, ma anche di due occhi “speciali” e sarebbe un vero peccato non sfruttarli per poter ammirare qualcosa di tanto acclamato, tanto raro, tanto pregiato. Non è difficile distinguerla, del resto – bianco e nero – sono cromie che appartengono quasi esclusivamente alla Hyuga che ha fatto della sua vita due colori radicali nel mezzo del quale lei cammina, non vedendo tuttavia sfumatura alcuna. Per onorare la provenienza e la nascita, un ricamo di foglie dorate s’intreccia sul corpetto dell’abito leggero, non poi così tanto vaporoso, la cui gonna lunga ricade dalla vita – sulla quale la stoffa si stringe – fino ai piedi, in veli delicati, seta pregiata e morbida. Sulla schiena le foglie d’alloro dorate e ricamate giocano in un motivo variegato ed ovale che lascia scoperto il derma dal quale si intravedono minuziose vertebre coperte da un filo di perle. Nessun fronzolo ulteriore ad intaccare i ricami delicati del corpetto intessuto nelle rose dorate, nessun gioiello a parte una coppia di orecchini la cui rosellina bianca reca all’estremità una goccia di cristallo. Il miracolo è che non sia ancora caduta dalle scarpe rialzate, addirittura il tacco e parte della calzatura è rivestita dai motivi che prevalgono sull’abito. Per concludere, oltre i capelli ondulati che incorniciano il volto, una maschera quasi interamente di cristallo e tessuto sembra esserle stata cucita sul viso incastrando la bicromia degli occhi nelle due fessure – lei, già anonima di suo, non ha bisogno di ulteriori maschere. I passi s’alternano, lenti, mentre le mani affusolate che sorreggono l’invito ora come ora non fanno altro che dilungarsi verso le guardie all’esterno per fornire la certificazione che dovrebbe concederle l’accesso interno. Dovrebbe dilungarsi senza particolari difficoltà, risalendo gli ultimi scalini ed elargendo poche ma calibrate occhiate in giro. Di suo l’ha notato, quella sottile pressione esercitata dal contrasto del chakra drenato da qualcosa che – ad occhio nudo – non è percepibile. Sospira, calcando il pavimento lucidato dell’interno. Quasi rimane abbagliata dalla sfarzosità della sala, eppure anche lei sembra quasi essere arrivata con la spedizione di chi reputa che “l’antico vaso andava portato in salvo”. [Chakra on ] [ Outfit - http://necrosinera.altervista.org/Hanako/HanaHyugadress.png ]

21:35 Mekura:
 Risponde alla galanteria di Azrael sorridendo e donando la mano molle lasciandola a lui in modo che potesse baciarla nel modo più classico e romantico che ci si possa aspettare in una situazione del genere. Accoglie con un certo orgoglio certe occhiate e sorride anche a queste. Il vestito, le attenzioni ed il fatto di portare dei gioielli in vista, non sa perché ma la diverte fin troppo...forse nel suo animo è un po' oca, ma ha così poche possibilità di divertirsi così. <ti aspetto dentro mio re> risponde a tono mimando un inchino mentre solleverebbe i lembi del vestito con le dita e portare indietro la gamba destra mentre abbasserebbe le ginocchia. Al fine si solleva ritta con la schiena e sorride di nuovo a questo per poi entrare. RImane estasiata alla vista: non riusciva ad abbracciare con lo sguardo tutto lo splendore: la gente, l'eleganza, il soffitto, il cibo, le bevande, la musica ed i balli. RImane li senza sapere con cosa iniziare mostrando un sorriso raggiante mentre porta avanti qualche passo con le mani strette tra loro <wow..> non proprio elegante quel wow ma lo tiene così strozzato e trasognante che lo sentirebbe solo lei. Poi i saluti da parte del consiglio, quella bella gente, di Kusa che mostrano il motivo della festa, ovvero il ritrovamento di un antico tesoro, un cimelio perduto nel tempo e ritrovato. Non fa in tempo ad avvicinarsi che verrebbe colpita da qualcosa in testa <ah!> Non farebbe male, ma ha fatto un discreto volo. <humm> non ritroverebbe il tappo neppure a terra dato che sarebbe rotolata via e quindi si girerebbe verso Az <qualcosa mi ha colpito i capelli sono sporca?> domanda preoccupata che del cibo le sia caduto addosso <comunque cosa vuoi fare per prima cosa? ci sono un sacco di posti> ancora non si renderebbe conto della presenza di certi individui attorno al vaso. [ch on]

21:53 Kurako:
  [Sala] Classica sala da festa, ampia, tanto spazio da poter contenere un vero esercito, ogni persona invitata entra con una certa eleganza, non fa molto caso agli invitati in quanto si dirige direttamente al bancone in cui sono posti i cibi e le bevande. Gli occhi vengono indirizzati verso l'architettura del posto, guarda con attenzione la stanza, il soffitto e poi la voce del consiglio di Kusa attira, seppur per poco, la sua attenzione; il viso si volta verso di loro, le parole vengono recepite ma niente di tutto ciò scaturisce nel Senjuu quell'interesse sperato<Tanto casino per un vaso>commenta soltanto andando a prendere un qualcosa dal tavolo più vicino, qualcosa da mangiare possibilmente così da poter fermare quel piccolo brontolio che rompe la quiete del suo essere in questo giorno di festa. La mascella si muove, la bocca chiusa mentre mastica il tutto, ingurgita il boccone<Non male>già, non è per niente male ciò che ha mangiato ma il punto è proprio questo, cosa ha mangiato? Un incognita che preferisce non risolvere, non si sa mai. La noia comincia a salire, non riesce a divertirsi e le persone sono troppe, così tante da sentirsi claustrofobico, il suo spazio vitale gli viene tolto, non ha motivo di restare li, in quel luogo pieno di allegria e gente che balla, si diverte insieme alla propria dama. La dama...un particolare che gli da pensiero; china il capo per qualche secondo prima di posare gli occhi sulla nuova entrata ovvero Hana; non ha mai visto quella ragazza, ne a Kusa ne a Konoha ne da nessun altra parte<Gente interessante>un mezzo sorriso si forma sul viso del giovane, troppa gente, troppe persone, troppa vita, è troppo persino per lui<Credo che mi ubriacherò>le gambe si muovono, i piedi battono il pavimento cominciando ad inseguire i vari camerieri per procurarsi da bere, champagne, vino o saké, non gli interesse purché sia qualcosa di abbastanza alcolico da fargli dimenticare cosa stia accadendo, con le ragazze ha chiuso, ora tocca la relazione con la bottiglia. [Chk on]

21:58 Azrael:
 Nell'entrare in quella sala resta addirittura stupido, un po' gli ricorda lo sfarzo ed i fasti in cui ha vissuto mentre era in oriente in compagnia del Rikudo Sennin. Le labbra si allargano in una piccolissima "o" formata con la bocca, in segno di sorpresa. Ritorna dunque in un'espressione neutra, le orecchie dovrebbero essere in grado di captare quelle frasi di invidia che un po' nutrono il suo ego particolarmente sviluppato, un po' meno fanno gli sguardi rivolti alla propria donna, di cui ha sentito anche all'interno delle mura del villaggio. Tuttavia non si scompone, anzi, segue la ragazza in modo da poterle stare alle spalle e poggiare su di esse le mani, per fermarla e sussurrare al suo orecchio < Qualcuno perderà gli occhi e la lingua se non la smette di guardarti e di parlare di quanto siano interessanti le tue gambe > riferimenti a fatti avvenuti in magione di cui si è sparsa la voce puramente casuali < Ma non stasera, forse. > Le ammicca, tornando a starle accanto, per ascoltare il discorso e la motivazione di quel gran galà. Decisamente è interessato a quel cimelio, ma di certo al momento non può avvicinarsi ed iniziare a domandare tecnicismi senza essere preso per pazzo. Solo quando lei glielo fa notare s'accorge di quanto accaduto al tappo della bottiglia < Uh? > interrogativo, prima di notare che, no, non c'è nulla che non vada nei suoi capelli. < Perfetta come sempre. Dovresti portarli così più spesso. > Poi parte la musica ed allora perde - al momento - tutto l'interesse verso la folla attorno al vaso, ha in mente una sola richiesta < Ho voglia di ballare. > Le tende la mano e s'avvicinerebbe alla pista. Non che non abbia individuato personalità importanti od interessanti, ma al momento è meglio concentrarsi su se stesso che sugli altri. Sia mai che scoppi una rissa in stile Centro di Konoha. [C on]

22:06 Kurona:
 Eccoci, eccoci anche noi. E poi insomma, conosciamo Kurona, come mancare a qualcosa di sfarzoso e soprattutto in onore della bella e pacifica Kusa? In rigoroso ritardo come il compagno, probabilmente arriva anche d'altre sedi e con altri accompagnatori a seguito. Vestiti con una camicia bianca, una cravatta nera, e una giacca foderata da i medesimi ricami in pizzo sugli spallacci, Kassim e Daikijin dietro di lei e ai suoi fianchi, s'ergono silenziosi facendole da seguito con passi decisi, forse più militareschi che tranquilli. Del resto a loro, non può fregar di meno che d'un galà di un villaggio al quale neanche appartengono. Il vestito di velo e pizzo solca la pelle bianca, crea sprazzi tra nero e candore, come il filtrar della luce attraverso le foglie d'un bosco. Sporadici ricami, dal fitto merletto dei bordi del collo, dei bordi dei polsi, fino allo scollo della schiena, appena più ampio di quello che dovrebbe dar sul seno, invece alto fino alla base del collo bendato ed affusolato. Lo stile occidentale, è così lontano da quello che conoscono e si vede ogni giorno. Uno stile che Kurona ha ampliamente abbracciato da tempo, sebbene non tutti l'abbiano vista in certe.. Vesti. Scende per le gambe, che si muovono ed alternano creando un fruscio lieve, dolce, fino a sfociare nella sala. Il solo occhio visibile, il sinistro, saetta come scintille sulle persone presenti. Curiosa. Ammaliata da tanta bellezza in una sola sala. Un pensiero che tien per se, mantenendo un serafico sorriso sulle labbra, immutabile dolcezza e pallore su petali di ciliegio che ancora non accennano a muoversi. I capelli bianchi raccolti con ferma capelli fatti d'ossidiana che pende in un rosario sul crine, incontrandosi con ciocche mosse, tenute miracolosamente a bada dagli stessi. Ricordano a dire il vero, gli orpelli delle geishe, in un modo celato, elegante. Così come la benda che copre lo sfregio sull'occhio destro, volendo celare -magnianimo gesto- quel che le è successo negli ultimi tre anni. Eppure sembra aver un carattere remissivo, immutabile, enormemente composto. Due lagrime nere sulle gote, risalgon la corrente mostrando a chiunque la guardi il ritirarsi dell'innata, spegnersi come un fiore in inverno su una distesa di neve. <Senjuu-san.> Kurako, oh, non te lo aspettavi? Gli sfila di lato abbassando il capo come si fa con uno sconosciuto che si saluta per, educazione.. Certo, ha visto Yukio, ha catturato qualche figura. E lascia anche che Yukio la veda al fianco di Kurako, mentre scivola con Daikijin e Kassim di fronte a lui, guardandolo con la coda dell'unico occhio rosso disponibile. Quando esso di posa su Yukio, una fitta di freddezza le passa l'occhio, ma non spegne il sorriso che rimane lì, perno, presente. Ma subisce l'incrinazione di chi si sta trattenendo dal far qualcosa. Abbassa solamente il capo, guardando colei che lo segue, come a voler far un cenno amichevole talmente finto da essere palese. Un po come la gentilezza di sto corvo nero divenuto bianco. Ma, non si muove tuttavia verso Yukio. <Che piacevole trambusto.>...<Dov'è l'alcol?> Abbassa il capo, lo curva di lato in una mossa.. Poco femminile. Verso la spalla, verso Kassim. <Caro.. Accompagnami.> Scivola con il braccio sotto al suo, rivolgendogli un sorriso dolce e infilandosi tra la gente. [/]"Kokketsu-sama, sicura di voler.. Ancora.."[/] Un cenno con la mano, abbassa la voce, assottigliando gli occhi. <Shhh, sh. Finchè non parliamo con nessuno, nessuno parlerà con noi. In caso, fingiamo di amoreggiare.> [CK ON][Vestiario: http://m.imgur.com/ad81WB8]

22:18 Yukio:
 "Oh ed eccoci alla fine del ballo. Addio" Il bicchiere a sollevarsi essendo tenuto nella mano sinistra mentre la bottiglia ancora sana ma stappata rimane fra le dita della destra "[T] Signore... per favore, non staser-[/T]" - "Oh ma certamente Totoro, tu tieni e al resto ci penso io-OH ti ho vista" Eseguirebbe una sottospecie di di piroetta, ennesima piroetta, quando s'avvede avvicinarsi Mai. La mano libera dalla bottiglia che (che si, sta svolazzando in aria e anche abbastanza velocemente per non far fuoriuscire il contenuto così che possa essere presa facilmente da Totoro, poveretto, condannato come sempre; la mano ora libera si poserebbe su quella di Mai, prendendogliela eventualmente, si inclinerebbe data l'altezza della ragazzina con la schiena per porgerle un saluto elegante con un lieve incrocio di gamba sinistra dietro la destra e un movimento dolce e sinuoso con la mano opposta che va a mettersi dietro la propria schiena "Gentilissima per l'offerta ma... ne dovrei fare una tra poco, e non di ballo, mi scusi signorina. Le posso consigliare comunque quel tipetto li, si sta dirigendo molto probabilmente ad ubriacarsi da solo, un po' di compagnia non gli farebbe male." E chi potrebbe mai essere questo sconosciuto? Niente poco di meno che... KURAKO! quant'è bello e bravo kurako. Un gesto veloce per sciogliere quel contatto con la mano della ragazzina, iniziando a schivare peggio di matrix le persone, per dirigersi verso Kurona e il tipo con lei. "Hai dimenticato il fattore: finché non ascolta nessuno... O meglio, qualcuno nello specifico. Buonasera" Inarcando il sopracciglio destro, anche se invisibile questa cosa data la maschera "Vuoi essere la mia nuova cavia?-OH ma certo che no! Che tesoro che sei" Dando un piccolo schiaffettino innocente sul cuzzetto di Kassim. "Tesoro, buonasera" La mano sinistra, repentina, a poggiarsi sulla schiena della donna provando, se accetta, la stretta da parte sua nel tenerla vicino a se "Ebbene... Devo farti i complimenti per questo abito, anche se odio che la gente di posi certe occhiatacce... Devo per forza trattenermi, uhm?" Tutto ciò sempre se accetterebbe l'invito a cambiare il proprio accompagnatore.[stessi tag]

22:27 Hiashi :
 Individuati i punti di interesse che potrebbero andare a catturare la sua attenzione per qualche secondo decide di dedicarsi alla bellezza della costruzione ed ai magnifici decori che sono stati appositamente preparati probabilmente per un occazione tanto importante come questa. Eccolo poi passare al famigerato vaso, deve studiarlo meglio per cui cerca con attenzione di memorizzare quei dettagli che ne costituiscono i motivi: potrebbe riuscire a ricavarne degli indizi importanti per poter scoprire di cosa si tratti realmente perchè non può essere solo un vaso qualunque per aver portato ad una celebrazione come questa. Decide ad ogni modo di farsi da parte, vuole rimanere ad osservare, ma tanto per non dare nell'occhio proverebbe a prendere al volo un bicchiere di qualsivoglia bevanda preferibilmente alcolica. Non ha intenzione affatto di bere, nè di annebbiare i propri sensi ma può far finta quantomeno per passare inosservato quasi fosse una colonna: visto da tutti, notato da nessuno. Ad ogni passo il tacco delle scarpe producono un suono abbastanza molesto, soprattutto per uno come lui a cui piace il silenzio, ma fortunatamente il brusio delle altre persone e la musica prodotta dall'orchestra sono sufficientemente forti da permettergli di muoversi indisturbato, o quantomeno così dovrebbe essere nelle sue intenzioni [Completo: http://jocajo.altervista.org/_10.JPG][Maschera: http://www.imperat.net/wp-content/uploads/2015/01/ma045-maschera-cyber.jpg][Chakra on]

22:36 Mekura:
 Quando sente il commento riguardo alle sue gambe non capisce subito, anzi, solleva un sopracciglio da dietro la maschera perplessa <quali commenti su quali gambe?> chiede lasciando perdere per ora pensando piuttosto a divertirsi.<magari, non posso andare in missione o al lavoro con i capelli così curati> commenta lei dopo essersi assicurata che non ci fosse nulla sulla testa. Quindi prenderebbe la sua mano e si dirigerebbe verso la pista accompagnando Azrael. Prende un lungo respiro e girandosi verso questo porgerebbe anche l'altra mano guardandosi di lato mentre noterebbe qualcosa: l'abito di una certa donzella accanto ad uno ben vestito e con una maschera particolare. Non le ci vorrebbe molto per capire che uno è Yukio e quello che considera il pidocchio rivestito, Kurona. Solleva il mento e guarda verso Azrael con un sorriso di sfida. <vogliamo dominarla questa pista?> domanderebbe verso il Nara con un sorriso che si spande <e parlando di gambe, quella non sembra farsi un gran che di problemi> c'è una certa nota di veleno nella sua affermazione sibilante. [ch on]

22:39 Kurona:
 ­­­Le luci, la musica, il muoversi ed il brusio delle persone che la circondano, un po tutto ed allo stesso tempo niente attira l'attenzione della donna. Si trova a muover il volto come a voler cercar qualcos'altro in particolare. O forse nulla a dire il vero. Per certi versi potremmo dire che si sta godendo a modo suo questa serata particolare e del tutto innovativa. Qualcosa di stimolante, oltre ogni limite. Dove poter rivedere vecchi visi. Nuovi visi. Visi che non vedeva da anni e che forse, avrebbe preferito non rivedere più. Le dita affusolate che si muovono sull'avambraccio di Kassim al suo fianco, che dopo la sua ultima uscita, non s'è risparmiato di arrossire e star ritto in silenzio. Minuta, su classici tacchi in camoscio nero dalla punta chiusa ed arrotondata che le donano i centimetri da "donna" che le mancano. I fianchi ondeggiano docilmente, flemmatica e leggera nei movimenti come sempre, scivolando pian piano, finchè l'arzilla voce di Yukio non fa -letteralmente- impietrire Kassim che diventa una sorta di soldatino di latta a cui mancano solamente il buffo cappello troppo lungo per un cranio normale, e la tutina rossa molto cool e molto black parade. Kurona invece, alza solamente lo sguardo verso l'Arufa, curvando il capo in direzione della spalla, come un cane che non ha sentito bene, o non ha capito correttamente un comando imposto dal padrone. Lo lascia avvicinare, si lascia avvolgere un fianco, così come Kassim molla Kurona immediatamente, infilando le mani in tasca e rispondendo alle parole di Yukio [/]"No Kokketsu-sama.."[/] Eh, no, hanno lo stesso cognome ma non sono sposati, potrebbe sembrare ma non è così. Abbassa gli occhi e Kurona che guarda tra divertimento e isteria abilmente sedata tutta la scena, congedando il suo accompagnatore con un cenno del capo. Muove un passetto in direzione di Yukio, così da curvarsi verso di lui, posar le labbra sull'angolo delle sue, lasciandoci un bacio privo di schiocco. <Devi.> Semplice, miagola, guardandolo da sotto le ciglia folte e dipinte con uno strato finissimo di kajal nero, così da apparir nero opaco, come il bordo esterno dell'occhio. <Dovessi non trattenermi, tu saresti chiuso nella magione.>...<E il tuo simpatico carattere espansivo minerebbe cadaveri come un campo di battaglia.> Un sospiro, lieve, tornando al suo fianco e seguendolo, in caso. <Ma del resto...> Ti amo anche per questo? Lascia che il brusio inghiotta il resto delle sue parole, scostando il viso per guardar qualche figura. C'è da dire che in mezzo a tanta gente, sembra meno eccentrica e strana. E la benda sull'occhio, potrebbe apparir più come una ferita di battaglia, che come un dato di fatto che caratterizza lei, quanto Yukio. La destra -opposta al corpo di Yukio- s'abbassa, affusolata, a catturar la gonna e il piccolo strascico alle sue spalle, permettendole di camminare liberamente, così da decidere lei -a sto giro- dove andare. Il banco degli alcolici! <Piano (a): Rubiamo una bottiglia, e ci nascondiamo a fare cosacce. Piano (b): Infastidiamo le coppie. Piano (c): Roviniamo questa festicciola simpatica?> Si, ma sempre testa alta e sorriso sulle labbra. E mentre lo sguardo scivola sulla folla: Ecco Mekura, dietro ad una maschera, ed il suo Anbu che non identificherebbe manco senza maschera, al momento. E la faccia da stronza che si ritrova, issa la sinistra, dolce, e la saluta con un che di raggiante e tranquillo. <Oh..> Oh, qualcosa di divertente. <Oh, Anata... Vuoi andar a salutare?> [CK on][Vestiario lo stesso]

22:42 Kurako:
  [Sala] Quando si parla di noia qualcosa riesce sempre a farla divenire vana e in questo caso è la presenza di Kurona. La Kokketsu si presenta alla festa con un abito a dir poco seducente e ammaliante, ne riconosce la bellezza, una bellezza che solo lei ha, una bellezza che lo lascia incantato ma non per questo la sua espressione cambia nel momento in quest'ultima passa al suo fianco salutandolo...lo riconosce nonostante abbia vestiti diversi dal solito e sia molto più elegante rispetto alle giornate normali. Non risponde a quel saluto ma in quei pochi secondi cerca di dire una sola frase, vuole che la ragazza senta ogni singola sillaba<Spero tu abbia quel potere>riferendosi a ciò che le ha detto in quella lettera di risposta, la provoca? No ma spera che abbia raggiunto l'obiettivo per fare ciò che gli ha promesso. Solo questa piccola e insignificante frase per poi continuare sulla sua strada, non guarda nessuno, non pensa a nessuno. Potrebbe benissimo crogiolarsi nel dolore come fatto altre volte ma ormai non serve più a niente, non otterrebbe niente facendo in questo modo, deve solo aspettare che quel giorno arrivi senza avere fretta, attendere il giorno del giudizio. Con la coda dell'occhio, però, la seguirebbe vedendo con chi si approccia, quella figura non può essere altro che Yukio, con nessun altro avrebbe fatto una cosa del genere, forse con lo stesso Senjuu al tempo, acqua passata purtroppo, tutto è rovinato, tutto è distrutto, cancellato, non esiste più niente e il passato resta passato. Ricomincia a camminare in direzione dell'uscita, meglio andarsene da quel luogo o forse no? No, non proprio questa è la sua idea, difatti andrebbe a mettersi davanti ad Hana, passo leggero e calmo, si ferma davanti alla ragazza chiudendo le gambe ed esibendo un inchino dinanzi a lei, il braccio destro viene viene allungato e la mano leggermente aperta<Mi permette questo ballo signorina?>domanda alla Hyuga con tono cordiale nella speranza che quest'ultima accetti. [Chk on]

22:49 Kioku:
  [---->BALDORIA] Che sia un ballo, un evento, una mostra o quel che possa essere, si tratta pur sempre di una riunione tra le più alte cariche di ogni villaggio…nessuno escluso e dunque…perché mai perdersi una simile occasione? In un angolo buio della sala, un violaceo baglio risplenderebbe nel infrangersi con il riflesso delle luci, dei bicchieri e di quant’altro ci possa essere, un abito nero coprirlo interamente dal collo in giù, la semplice tunica dell’Akatsuki semplicemente capovolta, perché nessun abito elegante? Perché Akendo è uno della scuola di pensiero… I don't Give A Fuck, celando così le nuvole rosso cremisi che di norma adornano il vestiario, in volto quale maschera migliore se non quella di Madara Uchiha? Un po’ come quegli ubriaconi del capodanno che si ritrovano davanti ai negozianti di ramen con le maschere giganti di Naruto e di chi altri ha fatto la storia, l’unica differenza è che la maschera di Akendo non è gigante e sembra quasi reale…forse lo è. Rimane celato ad occhi altrui, attendendo il momento propizio, mentre si terrebbe occupato con diversi pensieri quali, il leggero fastidio che percepisce nel proprio chakra, l’incredibile quantità di guardie e controlli e forse….quell’ammasso gigante di cupola di chakra che riveste l’intero edificio e forse…causa di tutti questi fastidi, ovviamente nulla che limiti troppo il possessore del Rinnegan, i cui occhi, dotati di una grande abilità hanno saputo adocchiare ciò che è celato. Pensieri futili alla vista di una delle due persone che ora come ora occupano maggior spazio nella mente del Rikudo Sennin…Hana, riportando alla memoria gli attimi goduti in sua compagnia non molto tempo fa, il giorno del suo ritorno nel mondo ninja. Agile coi propri passi, noncurante della gente se non di chi riuscirebbe o meno a riconoscere, si proietterebbe alle spalle d’ella, quanto basta affinché il suo respiro ed il suo flebile sussurro siano chiari ed udibili…<potevo forse mancar ad un simile evento? Quale modo migliore per tornare alla vita?> parole non a caso pronunciate, riferendosi ovviamente al suo ritorno nel mondo ninja dopo quasi tre anni, tre anni in cui molti pensavano fosse morto altri ricongiunto agli dei. La destra lentamente posarsi sul suo fianco, quasi a richiamare una semplice torsione del di lei busto, affinché si gira, che voglia o meno, ad attenderla…i violacei occhi risvegliati ben prima del suo ingresso nell’edificio…un sorriso, il solito. [Chakra on] [rinnegan on] [akatsuki equip al contrario on]

22:52 Yukio:
 "Oh diamine... Ora che ci penso..." Iniziando realmente a guardarsi attorno, prima se ne fregava altamente, ma pensa tu che povero sventurato "Qui ci dovrebbero essere un po' di nemici..." E appena ruota lo sguardo, ecco che un gruppettino che scorrazza bellamente per la sala lo punta. "Oh diamine..." La mano sinistra si solleva, come per salutarli, ma ecco che con dolcezza uno spiedo di sangue nero inizia dolcemente a formarsi, fuoriuscendo dalla falange estrema e facendo brillare la punta tramite le luci interne e i vari riflessi, donando a quel piccolo oggetto mortale un non so che di raffinato e ammaliante. "Ciao ciao ~" Salutando amorevolmente quel gruppetto, mostrando di proposito lo spiedo creato per poi farlo scomparire velocemente nella manica "Oh-Mh si scusa ero distratto, dicevi?" Ascoltando nuovamente le parole di Kurona, fermandosi e posando il docile sguardo su di lei quando. "Oh-" Le labbra sfiorano quelle della donna "Oh dai come siamo pessimiste, allora facciamo una bella cosa. Compriamo il vaso di Susanoo, e NON si rompe quello, andiamo ad ubriacarci e siamo felici e contenti. O prima ubriacarci... Aspetta" Si guarderebbe nuovamente attorno, adocchiando Totoro che è intenzionato a ballare con una signorina di tutto garbo, e bravo a Totoro "Il vaso. Fai tu. Metti sul mio nome se riesci a prenderlo" Si vabbè, cerca di fare più labiale che altro, del resto risulterebbe difficile parlare decentemente in una simile circostanza. "Ooooh... Capisco..." E come non poteva scorgere la figura di Akendo? Impossibile "Ottimo... Ottimo... Andiamo tesoro" A bere, ovviamente. Gli occhi sfuggono dolcemente verso Azraele e Mekura a cui Kurona vi pone un saluto, immagina già che tipo di saluto ma lui... Bhe c'è solo da mettersi le mani nei capelli. Solleva la mano destra e la agita in aria per salutare Azrael e Mekura, peggio d'un bambino "Oh andiamo, si si" La mano sinistra che si posava sulla schiena di lei scivola di lato, sfiorandole il fianco dolcemente con i propri polpastrelli, staccandosi, in cerca della mano di lei per cingerla, reazione in volto? Semplicemente serena, senza star li a pensarci molto "Con cosa vogliamo iniziare? Ci sono un po' di bottiglie qui..." Mugugnando fra se e se osservando i vari camerieri e le tavolate, quasi sicuramente presenti da qualche parte, vicino a loro.[stessi tag]

22:59 Azrael:
 Quali commenti su quali gambe? Il Nara ridacchia, si potrà vedere chiaramente la smorfia delle labbra che si allargano e si arricciano accompagnando con la gestualità quella flebile risata divertita, anche con uno scuotere lievissimo della testa, come ad accennare una serie di “no” col capo. < Lo sai, nonostante gli anni passati, alla Magione ho ancora qualche conoscenza. > Principia, attendendo che una scintilla di consapevolezza si accenda nella mente della giovane Hyuga, sebbene nelle parole del ragazzo non vi sia alcun genere di accenno di rabbia, fastidio o quant’altro. < E da buoni amici, sai no, si parla di belle ragazze, di chi utilizza il proprio corpo per distrarre le guardie… > Lascia anche intendere che non siano state propriamente dolci ed amorevoli le parole che gli sono giunte all’orecchio, ma nonostante ciò non si scompone affatto, nemmeno avesse già ridotto a cadaveri chi ha osato asserire simili affermazioni. La fortuna di quegli uomini è costituita dai tre anni passati in compagnia di quell’uomo che or ora fa il proprio ingresso e che calamita la sua attenzione in uno scatto del capo in sua direzione. Insieme dunque gli si prospettano diversi scenari, la Hyuga che sentenzia velenose frasi contro la coppia di Kokketsu, in una delle quali riconosce certamente il Tessai, da lui pienamente ammirato e rispettato come amico e collega e nell’altra quella oscura figura che la Hyuga dipinge costantemente come una poco di buono, Kurona. Non ne ha ricordi freschi, a malapena ricorda che viso abbia, ma di certo avere uno scorcio così evidente del suo corpo non è una cosa che gli spiace. La osserva, per memorizzarne i tratti, forse per un attimo di troppo e – nonostante la cosa possa essere fraintesa – lo fa con intenti tutt’altro che fisici. Cerca semplicemente di ricordarsene, con scarsissimi risultati. Quello che sta per comunicarle potrebbe farglielo risuonare direttamente in testa, tramite sigillo dell’empatia, eppure non lo fa, preferisce che lei possa leggerlo direttamente dalle sue labbra. Le stringe la mano, richiamando su di sé l’attenzione < Non ho la benché minima intenzione di perdermi in drammi, stasera. > è perentorio, severo, a tratti potrebbe risultare anche un po’ troppo autoritario a giudicare da quanto è scuro in volto. Al Tessai lascia unicamente un educato cenno del capo in saluto, prima che esso torni in direzione di Mekura < Devo andare a salutare un vecchio amico, mi seguirai e poi andremo a ballare e a distrarci, senza rendere questa serata un brutto ricordo per nessuno dei presenti. > Calma piatta in quelle parole, le iridi scure immerse nelle violacee come a volerla ipnotizzare < Ok? > non è che glielo stia proprio chiedendo, di fatti poi s’avvicina alla figura del possessore del Rinnegan, nel tragitto togliendosi la maschera per appuntarla alla propria vita, dove dovrebbe stare una cintura, così da poter andare in giro a volto scoperto. D’altronde abbiamo detto che la maschera è solo una formalità, no? Giunto nei pressi del Rikudo, andrà a sorridere, pur senza dir nulla, non che abbiano bisogno di particolari parole quei due per salutarsi. Unica cosa che sente bisogno di dirgli è la seguente < Bentornato. > nel mondo reale, si intende, giacché loro due non si sono mai realmente lasciati. [C on]

23:00 Hana:
 Si fa strada lasciandosi alle spalle il drappeggio rosso delle tende che danno accesso alla sala, adocchiando la dislocazione del vario mobilio e dell’arrangiamento – non solo musicale, che ora pervade i timpani, quanto più dell’intero ricevimento. Nonostante l’affluenza, ci si può muovere anche con una certa libertà rendendo la cosa più agevole di un matsuri le cui strade cittadine si riempiono di troppe persone. L’atarassia s’insinua endovena, prendendo possesso di ogni suo gesto che – calibrato al millimetro – s’avvale di una grazia quasi surreale, anche nel modo che ha di guardare in tralice chi la circonda: dona più attenzione ai dettagli della struttura che alle stesse persone, per tanto si ritroverà a ripercorrere le medesime righe di storia dei libri sugli arazzi posti ai lati. Inutile dirlo che, nelle sue mire ci sia semplicemente l’oggetto che – posto al centro dell’attenzione – potrà osservare da lontano appurando la veridicità di quei pettegolezzi che da Kusa hanno fatto il giro dei paesi limitrofi. Forse un puro caso quello che porterà il suo sguardo ad incastrarsi nell’etere con quello di Kurako, ricambiandolo – privandosi tuttavia d’una espressione, una sola, che possa anche solo lontanamente classificarsi come “decifrabile”. Non è per le cose semplici, lei. Non è nemmeno per le letture facili o momentanee. Inspira, forse in parte disinteressata nell’elemosinare l’attenzione di chi conosce o chi non conosce – a renderle facile il tentativo di rinchiudersi nel proprio mutismo vi è la maschera che, sul volto di ognuno, ricama un anonimato non del tutto indifferente. Meglio così. S’immerge nella nonchalance più pura quando, smuovendo il proprio passo lentamente calcando la pista con un ticchettio inesorabile ma ovattato dagli altri passi specie i primi di danza, ricerca anch’ella la via migliore per poter procedere verso la scalinata. Le ciglia costruiscono per lei un nero ventaglio che ne occulti parzialmente le iridi, mentre un maggiordomo si frapporrà tra lei e la scalinata, offrendole una flûte di spumante che lentamente si premurerà di agguantare con la destra, lasciando scorrere le dita affusolate lungo il collo di cristallo a poca distanza da Kurako che, probabilmente, avrà ricercato il medesimo maggiordomo. In questo caso, dovrebbe ritrovarsi anche a poca distanza da Kurona donando lei parzialmente le spalle, almeno fin quando la sua sfilata lungo lo sguardo vigile del Senjuu non sarà compiuta. Forse, in quel caso, basterà poco alla Hyuga per notarla e sentirsi combattuta come un bambino che non sa quale giocattolo agguantare per primo: raggiunge il vaso a pochi passi oppure omaggiare una degna sensei. < Nh> la propria attenzione glissa rovinosamente verso Kurako, facendo capolinea sulla sua figura con lo sguardo: un’occhiata davvero effimera se si considerando i pochi secondi che le ci vogliono per osservarlo e rendersi conto d’averne incrociato lo sguardo poco fa. E’ come se, nell’effettivo, fosse rimasta nel limbo perenne fatto da “Vaso-sensei” e a tenerla imbambolata lì con il bicchiere di spumante tra le dita affusolate è solo l’agire che – ora come ora – manca. Perfettamente in linea con il suo amato wu wei. Pacatamente e senza nemmeno scadere in fretta ingiustificata, adagerebbe nuovamente il calice sul vassoio del maggiordomo per poter rispondere in maniera educata – così come s’addice alle sue corde – alla proposta che Kurako le propone. E’ pronta a ricambiare col medesimo inchino, se non fosse che – rasente una ventata d’aria fredda – ciò che soggiunge alle sue spalle sembra lasciarla impietrita. Le palpebre si sgranano ma non prima che a lambirle il collo ci sia la consapevolezza che la presenza, ciò che c’è dietro di sé, non sia altro che… lui. Che sia sorpresa, su questo non ci piove. Accarezzare la sua voce in un trambusto simile, la riprova che potrebbe riconoscerla tra mille. Neanche il tempo di schiudere le labbra, rispondere al Senjuu che la sua mano – proiettata sul fianco della Hyuga – dovrebbe bastare per farla voltare. Riscoprire lì parti di un’immagine calcata nella memoria qualche giorno prima e ritrovare, con una certa nonchalance, un vestiario che in parte la lascia sorpresa quasi quanto la sua comparsa. Batte le palpebre, iniziando ad avvertire il classico sentore d’allarmismo che la pervade quando è in compagnia di Hitomu e lui si comporta in maniera sconsiderata. Cosa diamine gli passa per la testa? Trovarsi qui. Così. In questi vestiti. Annaspa aria riempiendo il torace d’ossigeno, filtrandola. Quale miglior modo di tornare alla vita? Modulerà la propria voce di modo che risulti quasi del tutto calma, ponderata, serena benchè interiormente non lo sia quasi mai. La destra s’allungherebbe verso il suo viso, cercando di sfiorarne parte della guancia destra fino a discendere sul mento, provando a calcare col pollice il labbro inferiore altrui < Quello di non perderla prima del tempo, ad esempio?> inclina di poco lo sguardo, inspirando parte del suo profumo. E’ in pubblico e queste cose non le si cuciono bene addosso, benchè in parte abbia imparato a farsene una ragione. In quei pochi secondi che prega diventino di più, si ritrova tuttavia a porsi al suo fianco tentando quasi di non sciogliere l’abbraccio che la cinge < Mi scusi, devo momentaneamente rifiutare.> cinguetterà in direzione di Kurako, inclinando il capo < Mi farò perdonare.> forse, un giorno. [ Chakra ON ] [ Outfit - http://necrosinera.altervista.org/Hanako/HanaHyugadress.png ]

23:22 Kurona:
 Ha quel potere? Impercettibilmente ha stretto i pugni a quelle parole. Non l'ha guardato in faccia, non ne ha bisogno. Conosce Kurako in ogni curvatura delle sue labbra. Come si pone. Come si curva appena la sua schiena nella posizione eretta. Il muoversi del suo petto. I capelli neri. E la pelle bendata come la sua. Forse, un tempo, sarebbero davvero sembrati fratelli. Ora invece, son lo yin e lo yang, troppo distanti. O forse-- uno ad un soffio dall'altro. No, non ha quel potere. Non riesce a prenderlo. O abbracciarlo. Lo può veder dal suo nervosismo quanto ne sia ossessionata. Sotto il pizzo, il velo, i muscoli bendati si contraggono in una posizione fiera, ma indotta dal suo stesso subconscio, come se ne avesse bisogno, pateticamente, per esser qualcuno. Eppure piglia le sue parole sempre, come un affronto. Come un desiderio di farle male, in qualche modo. Di entrarle sotto pelle, come lei ha fatto con lui. Forse son i troppi riguardi verso chiunque non sia Yukio. Forse, son i trascorsi con lo stesso Kurako. <Spero tu possa cessare questa patetica messa in scena. Cosa c'è, Kurako, hai deciso di non poter vivere nella tua stessa pelle?> Scivola l'occhio su di lui, sadica, con quel sorriso dolce, che non muta manco a strapparglielo. <Non uccido per pietà. Se ti fa male vivere, allora, vivi.> Come chi cerca il modo più... Sadico, di fargli del male. Come se potesse legger su ogni millimetro di pelle la voglia, ardente, di vederlo soffrire. Più di quel che ha fatto fino ad ora. Più di quel che fa ora, che non ha più uno scopo. Ma non certo perchè non gli ha mai voluto bene, anzi, proprio per questo. Perchè l'amato come un fratello e ora, lui si comporta come se lei non valesse niente. Non una grande bugia. Kurona stessa lo sente. Come kunoichi. Come donna. Come madre. La fitta pensosa soffocata dal suo migliore sedativo, la stravolge, rivolgendo tutta la sua attenzione solo su Yukio e abbandonando definitivamente Kurako alla compagnia di Hana che, invece, non riesce ad inquadrare nell'immediato. Cattura assuefatta ogni movimento di Yukio, eppure, riesce a tranquillizzarla anche quando gli spezzerebbe il collo per aver toccato un altra donna. Sospira, semplicemente, ascoltando il susseguirsi nervoso delle parole del suo piccolo pierrot, scivolando con la tempia sul lato del suo collo, un gesto fugace, mentre sente la mano percorrer il lombo, il fianco, per poi scivolar a tenerle la mano. Il palmo che scivola contro il suo, un gesto a cui non bada più, quasi automatico, ma non per questo meno importante. Le dita che scivolano tra le sue, lo carezzano, fino a stringerlo come se volesse dargli si, sicurezza, ma non costrizione, infatti la presa per quanto salda, non è ne dura, ne continuata. <Bene, andrò a parlar con cui si occupa del reperto. Del resto, è giusto che un oggetto di tal valore stia nella Magione, al sicuro.> Un cenno biaco della mano, come uno sfarfallare delle dita. <Ma dall'altra parte ho sentito dire che i Consiglieri del Palazzo son restii a dar via proprie bellezze..> La voce bassa, sulla musica dolce, mentre curva le labbra in una smorfia scocciata. Come se avesse più lavoro di quel che vorrebbe. Ma probabilmente romperebbe anche quel vaso perchè, diciamocelo, Kurona e le crisi son proprio una cosa simpatica da vedere. Un ragazzetto che le passa a fianco con il classico vassoio di simil-martini con olivetta, la fa tender a prender un gambo vetrato al volo. <Grazionee--> Cinguetta andandosene bellamente e mollandolo li impalato, ascolta, sorseggia, guarda verso Mekura, ed altrove, pensando principalmente a cosa fare per divertirsi assieme al suo bel tessai schizzato. Porta il bordo alle labbra, leggera, raggiungendo finalmente il profilo di Hana. Come dimenticare la sua allieva, anche dopo anni. Forse Hana non ne è nemmeno a conoscenza, ma sepesso è andata a Konoha -fugacemente, sappiamo quanto odi rimaner al villaggio della foglia- per aver sue notizie. Sui suoi progressi. Sul suo status, la sua carriera. Per un momento, nel guardarla, il suo sguardo diviene miele. Si lascia coccolare dal calore di Yukio, la osserva. Vorrebbe, per certi versi, lasciarlo e andar da lei. Abbracciarla. Congratularsi per il suo meraviglioso esame teorico e pratico. Ma si perde in istanti lunghi una vita. Tra il saltellar delle note. La luce soffusa. Il lontano suono della voce della sua piccola cho-chan. Curva il capo, scivola, facendo spostar quelle pietre nere su capelli bianco latte, mentre ne guarda le movenze, immaginandosi, da sensei, cosa potrebbe dirle: Congratularsi è banale. Darebbe lei soddisfazioni eccessive. Le labbra serrate, gentili, il capo che si abbassa leggermente nel camminare, mentre si curvan gli angoli ancora, in quel sorriso dolce e divertito. Sereno. Torniamo a noi. <Buonasera Hyuga-chan --> Verso Mekura, abbassando il capo in un cenno di saluto garbato e composto. Fortuna vuole, che agli sguardi indiscreti(?) arrivi solamente velo su bende bianche, poichè a parte il viso, non v'è una sola parte del corpo di Kurona priva di bendaggi. L'occhio in vista, sosta su Azrael, curiosa, qualche istante, per poi tornare su Mekura. <Come sta, la tua bambina?> Ai, ovviamente. E' ancora viva? [CK ON][Stessi tag]

Yukio ci teneva (?) quindi cambiamo canzone, coff https://www.youtube.com/watch?v=64HLXWjbJxE

23:31 Kurako:
  [Sala] Le parole di Kurona arrivano in risposta a ciò che viene pronunziato dal Senjuu in risposta a quel saluto della giovane ma quelle frasi non riescono più a fargli niente<Non mi fa male vivere perchè sono già morto, ora sono solo un fantasma che vaga per le terre senza una vera meta>risponde tranquillo, arrabbiarsi non serve a niente, lo ha capito a sue spese e si maledice per averlo fatto. L'aria si fa più pesante in quel posto, la tensione sembra salire all'istante, gli occhi si muovono andando da destra verso sinistra alla ricerca di questa sua strana sensazione come se qualcosa di grande stesse arrivando, un sensazione che non prova da anni, tantissimi anni. Sente la voce provenire alle spalle di Hana, il suo braccio viene ritirato, la mano chiusa in un pugno, l'abbassa andando ad osservare la figura di Akendo comparire in quel giorno di festa. E' sparito per anni senza farsi sentire, è sparito senza far sapere più niente di se nemmeno a lui, non ha risposto al suo messaggio, alla sua richiesta di un incontro; tutto questo brucia, ogni cosa brucia dentro di se, è deluso, deluso come non mai; in tutto questo tempo ha avuto un bisogno enorme della sua guida ma la sua assenza ha fatto si che tutto ciò che ha conquistato divenisse fumo e adesso nemmeno la stessa Akatsuki ha più senso, non ha gli interessa più, la fiducia in quell'organizzazione vacilla troppo<Oh>piccolo verso di sorpresa viene emesso dal ragazzo<Bentornato padre>sottolinea quest'ultima parola cercando di marcarla sempre di più appesantendone il reale significato di quello che davvero rappresenta per lui e per lo stesso Akendo, forse<Non si preoccupi, sarà per la prossima volta>un cenno cordiale verso la Hyuga per poi superare entrambi. Ora la voglia di partecipare ai festeggiamenti è davvero passata, vuole solo andarsene lontano da Kusa e dal mondo intero. I passi vengono accelerati, i piedi compiono vari movimenti cercando di raggiungere la porta da cui è entrato. Non guarda in faccia più nessuno, ne Akendo, ne Kurona, ne Yukio; l'unica cosa è la via davanti a se, la stessa via che può portarlo lontano da quel posto ma non prima di aver strappato a un cameriere due bottiglie di champagne; l'obiettivo della serata è fin troppo chiaro, si sente depresso e rimanere in questo posto non fa per lui, ha sbagliato a venire e ora ne paga le conseguenze. Varca il portone d'ingresso uscendo all'aria aperta. Una delle due bottiglie viene poggiata a terra mentre l'altra stappata<Alla salute>cominciando a bere sotto le stelle. [Chk on]

23:35 Mekura:
 I due continuano a ballare e Mekura ascolta quello che Azrael le dice <oh?> cerca di nascondere un sorriso guardando altrove <pff...> ma si tradirebbe da sola <scusami, non volevo allarmare nessuno mentre cercavo informazioni, era tardi e non potevo aspettare il giorno successivo...e poi è una esagerazione> guarda altrove sollevando il mento <non le ho fatte vedere così tanto..> Borbotterebbe prima di notare come il tessai la saluta e anche Kurona <Ciao Yukio> saluta entrambi facendo un cenno del capo ma solo verbalmente a Yukio mentre continuerebbe a danzare con il suo cavaliere e quindi concentrasi su questo <certo che no...ma non trovi anche tu graziosa la sua sottoveste?> afferma lei seriamente <anche la biancheria nera da nonna..si la smetto non c'è bisogno che me lo dici> Piega lo sguardo ancora su Kurona rigirando lo sguardo su di lui e sulla sua richiesta sorridendogli teneramente <ormai hanno salutato, li congedo subito e ti raggiungo subito, ne approfitto anche per prendere qualcosa da bere, poi balleremo e faremo tutto quello che vogliamo> sorride cercando di dargli un bacio a stampo sulle labbra <non rovinerò la serata e non me la farò rovinare..> sorride cercando poi di dare un buffetto ala mano <vai ora, arrivo subito> commenterebbe la ragazza guardando Kurona e salutandola <Buona sera Kurona -chan oh? Ai? sta bene, più di me alcune volte, voi? > guarda di nuovo Azrael che si distanzierebbe e fa segno verso il banco degli alcolici <mi dispiace non parlare troppo ma il mio cavaliere si sta allontanando e vorrei seguirlo con qualcosa di fresco per la gola> afferma lei mentre farebbe qualche passo verso il banchetto <vuoi seguirmi? almeno per quei metri che ci sono> afferma gentile con un sorriso di circostanza. [ch on]

23:37 Hiashi :
 Un vaso importante, ma comunque un vaso con nulla all'interno ed è così che in pratica si sente il chunin da quando ha fatto visita a quell'inferno fatto di sabbia, sangue, dolore e morte che gli ha permesso di rinascere naturalmente, ma incompleto e questa è qualcosa che continuerà a portarsi avanti almeno finchè non ci sarà qualcosa che possa riuscire a scuoterlo sul serio. Rimane silenzioso, in disparte. Più volte continua a portarsi il bicchiere alla bocca facendo finta di bere ma è pur sempre una finzione, di personaggi importanti sicuramente è piena quella sala, ma le maschere vanno a complicare non poco il lavoro di analisi per il quale il ragazzo è giunto fin qui dalla lontana Konohagakure. Decide però che rimanere solo in disparte senza far nulla potrebbe sembrare più sospetto che non provar a far qualcosa e per questo motivo lascia il punto d'osservazione che si era scelto appoggiando il bicchiere sul primo tavolo utile e comincia a cerca con lo sguardo quella che potrebbe essere una donna isolata alla quale chiedere di ballare, magari una di quelle che ha notato all'ingresso. Non gli interessa realmente farlo ma trovare qualcuno in una folla di persone che fanno la stessa cosa è molto complicato ed è per imitazione che vuole confersi nella folla, niente di più che pura osservazione e ripetizione dei gesti compiuti dagli altri [Completo: http://jocajo.altervista.org/_10.JPG][Maschera: http://www.imperat.net/wp-content/uploads/2015/01/ma045-maschera-cyber.jpg][Chakra on][End]

23:42 Yukio:
 Ed eccola... Inizia... Oh quella canzone, quella dannata canzone. La destra flebile si solleva, ondeggiando sopra il vassoio da cui Kurona ha tratto il martini, una striscia di tessuto nero fuoriesce dalla manica della propria giacca, avvolgendo lo stelo del bicchiere di vetro con fare vellutato, sollevandolo da quel vassoio per portarlo a se, sorseggiandolo a sua volta prolungando quel filamento di tessuto nero svolazzante a proprio comando. "No ok. Questa me la devi conceder-ciao a tutti" Vicino a Mekura ed Azrael ormai, portandola letteralmente via dai due, tirandola a se in un vortice di senso orario fino a che non si ritrovi addosso al petto di Yukio che le cinge la bassa schiena con la destra; altro sorso di martini per poi lasciarlo andare su di un altro vassoio che porta via i bicchieri utilizzati. La sinistra, soave e calda, si poggia delicatamente sul ventre della donna, si solleva come un petalo di rosa strappato dal vento fino a posarsi sulla mano di lei, ancora, come prima, sollevandola. Quel ritmo che, calmo, prende sempre più piede lasciando molte coppie a ballare fra di loro. Ed ecco che quando la corda del contrabbasso viene scoccata la scarpa sinistra di Yukio poggia la punta poderosamente al suolo, un movimento forte, secco ma... Sensuale (LUI?!) La cinge più a se eseguendo una piccola torsione del busto; la mano sinistra si solleva formando con il gomito un angolo quasi perfetto per quella postura. Sguardo che viene puntato su di lei e gamba destra che avanza, verso le sue, a volerla far arretrare, a farle seguire i suoi movimenti. Avvicina il volto a quello di Kurona, sfiorando il naso proprio con quello di ella, dolcemente, il profumo che invade il proprio olfatto facendo si che i propri occhi si chiudano, assaporando quella essenza, quella violenza che incombe attraverso la musica ed il contatto diretto con Kurona. Ancora, una rotazione a destra, provando a portare con se Kurona con movimenti molto basilare per far si che possa stare al passo oppure tentare qualcosa di più.. Pirotecnico? Al secondo colpo della punta del piede destro del tessai, un piccolo alone circolare trapela su quel pavimento, un effetto fumè che li avvolge dolcemente, fra quei vestiti scuri e brillanti di lui e trasparenti di lei, quasi fusi in un'unica fiammella color pece in quella sala; due passi all'indietro, seguendo il ritmo, ed uno veloce avanti, riprendendo il semplice andamento del tango. Avvicinerebbe le proprie labbra all'orecchio sinistro di lei, inclinando appena le proprie spalle da un lato "Non ora con questa canzone... Quando usciamo farai ciò che vuoi..." Il timbro è un qualcosa di prorompente ma allo stesso tempo fluido, qualcosa d'impatto ma che risulta dolce come il miele e allo stesso tempo denso, forte.[stessi tag]

23:51 Kioku:
  [BALDORIA] La concentrazione si focalizzerebbe unicamente sulla figura della Hyuga che girandosi le donerebbe al visione del di lei volto, delicato come sempre, d’altronde…non sono trascorse che poche lune dal loro ultimo incontro. Poco più avanti, ormai alle spalle di lei la figura dell’inconfondibile Kurako, suo figlio, seppur non di sangue, probabilmente la cosa che meno conta per Akendo nel loro rapporto, eppure rivederlo così non è facile per nessuno, notando quel suo marcare in maniera pesante la parola padre, rimembrando bene cosa realmente è stato per Kurako il suo padre biologico…forse questo viaggio ha creato più guai che risposte per il Rikudo Sennin, ma tempo è ciò che ci vuole ad entrambi, per potersi confrontare nuovamente, così come la voglia del Rikudo Sennin nel raccontare ciò che ha vissuto al suo stesso figlio…un viaggio aldilà del mondo conosciuto, ove la terra è morbida come seta, ove sole e luna dominano in equilibrio. Lascerebbe così che il ragazzo sfili via, non una parola pronunciarsi dalle labbra del Seiun, non servirebbe ora come ora, lasciando che il giovane figliolo svanisca e passi come meglio ritiene la serata, vi sarà il tempo per ragionare e parlare, tempo che Mai non avrebbe, catturando per alcuni istanti l’attenzione del Rikudo Sennin…<e te cosa ci fai qui?> lo sguardo è cupo ed il suo tono è glaciale…<una bambina come te non dovrebbe stare in un posto del genere> concluderebbe così, senza dare troppo peso alla domanda postagli dalla giovane bimba. Lo sguardo e così l’attenzione ritornerebbero interamente sulla figura di Hana Hyuga, la sinistra sfiorare la mano della giovane ragazza quasi accompagnando il suo movimento <vedrò di accontentarti> schiuderebbe così le labbra per dar risposta all’affermazione precedente della ragazza, come se poi fosse facile eliminarlo, probabilmente ora come ora il pericolo più grande per se stesso è lui. La sinistra lasciare la mano di lei, ripercorrere collo e spalle, seguire ogni segmento del suo vestito fino ai fianchi, mentre gli occhi si sposterebbe sull’intera sala, adocchiando infine al figura di Yukio Kokketsu…se vi riuscisse, ambedue le mani si poggerebbero sui fianchi di Hana, girandola verso la figura del Tessai, mentre il suo viso si avvicinerebbe, tentando di appoggiarsi tra il collo e la spalla della nipote di Hitomu, le labbra sfregare contro la pelle stessa della ragazza, un flebile sussurro accarezzare il derma giungendo infine all’udito <hai mai avuto occasione di conoscere il leggendario Tessai Yukio Kokketsu?> domanda non a caso, quali pensieri ora vagano per la mente del Rikudo Sennin, mentre il violaceo rinnegan, rimarrebbe fisso sulla figura del Kusano della leggenda. [Chakra on] [rinnegan on] [akatsuki equip al contrario on]

00:06 Azrael:
 Il discorso che riguarda il gossip mondano a Konoha scema subito, era evidente sin dall'inizio che il Nara non vi avesse dato peso, d'altronde non sono altro che parole da labbra che non hanno valore alcuno né per il Nara né per la Hyuga sua compagna. Sicuramente non c'è nemmeno bisogno che rimarchi la sua volontà di vedere certi dettagli del suo fisico e che essi non siano esposti ad occhi altrui, ma di certo non si metterà a fare una scenata per questo, non stasera sicuramente. Fugge dall'avvicinamento dei due Kokketsu, certo che comunque Mekura non farà scoppiare una rissa di alcun genere, poiché si fida e si fida del fatto che darà ascolto alle sue parole, sebbene fossero forse un po' fuori il suo personaggio galante ed amorevole. Come nota che il Rikudo ha da fare, particolare che di certo non gli sfugge, dato che ha passato tre anni della sua vita a tentare di convincerlo che i piaceri terreni non sono così effimeri e caduchi se affiancati a sentimenti che esulano dalla semplice dimensione terrestre e concreta, gira i tacchi per tornare al tavolo degli alcolici < Per me niente alcool, grazie. Prenderò dell'acqua o qualunque cosa sia analcolica su questo banco. > dice, non appena si sarà avvicinato abbastanza alla Hyuga da poterle comunicare con un leggero sfiorarsi di labbra quanto gli sia mancata dopo pochissimi attimi di assenza. < Dov'è che eravamo rimasti? > le domanda, mandando giù ciò che è riuscito a trarre dal banco delle bevande, prima di raccogliere la mano della giovane e tornare sulla pista, se lei non opponesse resistenza. A quel punto le porrebbe una mano sul fianco, l'altra stretta nella sua poco distaccata dal corpo, il gomito ad un'angolazione di 90°, avvicinandosi al suo corpo come fosse un vero e proprio abbraccio. Allora a tempo di musica inizierebbe a percorrere una traiettoria circolare alternando i passi, il destro avanti, un passo all'indietro, poi di lato e poi a chiudere il movimento. Le gambe tenute a stretto contatto, così come i bacini, il busto leggermente distanziato e la testa in tensione, in modo da poterla guardare sempre negli occhi, mentre si muove mantenendo sempre una distanza quanto più esigua possibile, che potrebbe sembrare quasi che si stiano trascinando a vicenda, come fosse un corpo solo.

00:06 Kurona:
 Il tonfo della porta dato da Kurako che esce, catturato fugacemente con la coda dell'occhio. Così come l'arrivo del Venerabile Rikudo, a cui si obbliga a non prestare attenzione, poichè diverrebbero i suoi occhi, l'unica ossessione della serata. Pare per qualche secondo distratta d'innanzi a Mekura. Allunga solo appena il collo, ascoltando il parlottare tra lei e Azrael, fingendo bellamente di non sentir nulla e continuando a sorridere come farebbe un serial killer eccitato in una folla di persone che son potenziali prede. Il martini tra le dita affusolate finisce in un soffio, un sospiro. <Deve aver una perdita questo bicchiere.> Si, è il solo motivo per cui potrebbe esser finito così presto. Mekura si distanzia dal suo uomo, a cui lei rivolge un cenno del capo, un saluto silenzioso, ma educato. Non certo l'alzarsi del mento che si faceva negli anni novanta tra ragazzini di strada, ma l'opposto, l'abbassarsi del capo e lo scoprirsi della nuca dai capelli raccolti. Ascolta Mekura, le sue parole, mentre Yukio inizia a gasarsi alle prime note della canzone. <Forse dovresti cercar per la tua cosa qualcosa di più.. Tropido. Bianchiccio. E semi-denso.> ... <E qualcosa di fresco per il tuo accompagnatore.> La sinistra s'alza ad indicare il "bar" con il solo mignolo, un gesto delicato, che vorrebbe vederla lanciar frecciatine infami a Mekura con un tono dolce, ma qualcosa di dannatamente superiore la trascina via. L'occhio rosso si spalanca, venendo trascinata in pista da Yukio al suon di Tango, nei panni della dama. Una mano che scorre sul polso si suppone, e l'altra che sosta sul ventre. Curiosa, ne segue le movenze. E' così diverso.. Dalla danza del ventaglio. E' provocante e-- diventente. Come lo è Yukio. Quella maschera di falsità e voglia di attaccar briga con Mekura si distrugge. La sua possessività su Yukio, va in frantumi, sostituita dal suo piacere personale nel godere di questi momenti. Lo strascico del vestito che sosta, facendo da morbido avvolgimento quando la fa rotear di nuovo. La presa nelle sue mani salda, decisa, così come i passi dell'uomo son netti, e quelli della donna, più morbidi. Quando la nube s'alza, il sussurro arriva. Ma lei scivola con gli occhi nei suoi, di cui uno coperto, uno libero, ma c'è sfida. Ed al tempo stesso, divertimento: Lo sguardo di Kurona quando sta per fargli un dispetto. La gamba destra s'allarga, perno portante, scivola di lato alla spalla, toccandolo con il costato, sfiorandogli il viso -la gota- con le labbra. <Guasta. Feste.> Ed all'ennesimo scatto di musica, di bassi, la gamba sinistra con la coscia contro quella di Yukio, emerge -bendata- da uno spacco sul lato, scivola in avanti, verso l'estrerno della gamba, mentre la punta del piede scivola verso l'alto passando il collo della caviglia, stinco, attendendo una presa delle sue mani più salda per scivolar verso l'indietro, come se stesse per abbandonarlo, come se stesse per andar via, lasciarlo li: E' solo un passo, un passo di Tango, che dovrebbe preveder una sorta di "strattone" da parte dell'uomo, e li, senza fiato, aderisce con ventre e petto a lui, a fil delle sue labbra. Quei petali composti, rigidi. Li sfiora, ma non li lascia andare. Yukio sa, cosa prova ora Kurona. La voce di Akendo la distrae dal momento, non lo bacia. Non lei, questa volta. Socchiude solamente gli occhi lasciando che la fumea si distingua. <Non sapevo sapessi ballare.> Lo constata, piacevolmente sopresa, allungando la destra verso un bicchiere di rhum tozzo, lo avvolge con un fiotto di sangue, mentre le lacrime nere tornano a rigarle un volto di gesso bianco. Lo porta alle dita, rigirando il volto verso il Rikudo, e Hana. Un sorriso dolce, frantuma la serietà con cui stuzzica Yukio. <Credo tu abbia qualcuno che ti vuole parlare, Anata.>...<Cho-chan..> Abbassa il viso in saluto, gentile. [stessi tag innata descrittiva]

00:15 Hana:
 C’è qualcosa che, filtrato dalle orecchie e passando per le sinapsi, vien recepita spiacevolmente ed elaborata dalla testa della Hyuga, esattamente come un accordo dissonante. Stona, terribilmente quel termine. Padre? Che razza di scherzo è questo? E da quando Akendo va in giro a vendere voluttà? Le risulterebbe quasi difficile trattenere l’ilarità della situazione, sentendosi vittima di uno scherzo. Non può essere altrimenti, giusto? Socchiude le palpebre, un filo netto – tagliente – che in parte non sa se colpire dritto nello sguardo di Kurako o ricercare quello di Akendo che fin troppe volte ha fronteggiato anche con la presunzione di chi non lo recepisce come Dio sceso in terra. Manda giù un grumo di saliva consistente, formato forse dalla voglia di chiedere mescolata alle domande represse che giacciono sul fondo della gola per poi poter essere deglutita: ancora una volta vittima dell’austerità di un insegnamento indotto fin da bambina. Ancora una volta quel mondo maschilista che l’ha sempre costretta a tacere, più che chiedere. A trovare risposte da sola. Del resto, se una persona tanto giovane come Yukio può essere il padre di Kurona, perché non potrebbe esser lo stesso per Akendo e quel ragazzo che – impressionante – risulta fin troppo grande per essere il figlio di una persona apparentemente giovane come il Sennin se si bada agli anni di scarto che potrebbero avere anche solo esteriormente. E la consapevolezza di sapere così poco e l’averlo accettato è l’ennesimo marchio che, su pelle, brucia – del resto è un oggetto, cos’altro può farci? Guardando la sagoma di Kurako andare via, quasi nulla le sovviene se non un semplice < Vorrei sapere il suo nome.> che si traduce in una domanda per le orecchie del Sennin. Qualcosa per poterlo rintracciare, in qualche modo: incapace di raggiungere il nocciolo chiedendo direttamente a lui, ma capace di varcare i confini di tutti i paesi per ottenere una mezza informazione che possa farla dormire meglio la notte e senza un terzo kunai sotto il cuscino. Paranoie. Ritrae l’arto in maniera delicata ma quasi repentina, lasciando ad Akendo lo stesso agio di intuire quella vibrazione di fastidio che le sfiora la mente. Le labbra vengono compresse l’una sull’altra, mentre quel mezzo sospiro – sul quale stava per nascere l’ennesima scusa di convenienza per allontanarsi – viene smorzato, allontanando anche i suoi intenti. Segue più che con lo sguardo con la propria immaginazioni le mani altrui navigare fin sopra i veli della gonna che in parte lambiscono i fianchi, lasciandosi manovrare così come si potrebbe fare con una bambola senziente. Inclina di poco il capo lateralmente di modo che possa fornire con le clavicole un morbido ricovero presso il quale far adagiare il viso altrui, lasciandola preda e succube di un leggero brivido che risale percorrendo il derma fino alla sommità del collo. L’attenzione in parte s’abbandona alle lusinghe della sua voce, d’altro canto raggiunge la figura di Yukio e probabilmente quella di Kurona. Occasione di conoscere Yukio? < Una persona alquanto singolare.> è la sua idea < Conosciuta in un’occasione alquanto singolare.> non che tutti abbiano la fortuna di salvarsi le natiche in un mare di sangue. Forse la domanda esatta è cosa ci faccia una come lei tra tutte queste “leggende”. Ma va bene così, non è il suo scopo chiedersi una cosa del genere benchè tradisca i suoi ideali domandandosi, di nascosto, dove possa andare a finire un oggetto come lei. < Forse sarebbe una grave mancanza non salutare. > bisbiglia, intercettando nel medesimo istante lo sguardo di Kurona di cui ne ricambia – in gran parte – la gentilezza concessale. Sa di vagamente affettuoso, qualcosa che in parte riesce ad accantonare la stizza precedente. Inclina il capo, ricercando con la destra la mano di Akendo che – qualora riuscirà a lambire – si vedrà leggermente trainato in direzione dei due. [Chakra on ] [ Outfit - http://necrosinera.altervista.org/Hanako/HanaHyugadress.png ]

00:18 Kurako:
  [Sala] La bottiglia è una compagna affidabile, non lo delude ma è lui a deludere se stesso, non ha saputo tenersi niente e ora non riesce a tenere nemmeno quel po' di alcool che sta ingerendo. Il liquido scende giù a fiumi e in poco tempo la prima bottiglia viene finita ma le sue percezioni sono completamente andate, la testa gli gira, sente come un qualcosa che pulsa da dentro la fronte, non riesce più a connettere, tutto il mondo diviene un qualcosa di insulso...chiaro segno che non regge l'alcool almeno non in dosi eccessive come ha fatto oggi. Cammina piano e sbilenco, balla tutto, i suoi movimenti sono a zig zag, non si è mai ridotto in questo stato pietoso, uno stato che fa schifo persino a lui, si vergogna di questo comportamento ma non può farci niente. Sta facendo tutto ciò che ha giurato di rinnegare 4 anni fa, ogni singola cosa la sta violando in questo preciso istante, non è più Kurako, non è più Nan, è solo uno stupido essere umano che ha perso tutto quanto, obiettivi, scopi e anche la vita perchè quella odierna non può essere considerata tale, non ne ha le caratteristiche, è solo la facciata della morte, un cadavere che cammina, un morto vivente in pratica, ora più che mai se si considera il suo stato di ubriachezza. Cominciata bene, la serata è finita nel peggiore dei modi e sa che questa catena di eventi non può far altro che peggiorare con il tempo e il giorno del giudizio non gli è mai parso tanto lontano come in questo momento, un giorno inarrivabile per lui ma non può far altro che attendere il giungere di quel momento così solenne e forse capire finalmente tutti gli errori commessi in questi anni. [END]

00:31 Mekura:
 Annuisce mentre cercherebbe con lo sguardo Azrael ora mentre sente quello che Kurona le dice. Sorride, dato che vuole metterla così i contro stacce deve esserci per principio <sei tu l'esperta al riguardo> perché Yukio si è fatto trascinare dalla danza e con lui anche Kurona <divertitevi..e non bere troppo latte di cocco> le viene da ridacchiare allegramente prima di andare a prendere da bere per lei e per Azrael. Allunga il passo e guarda a tratti verso il nara prima di sostare davanti al banchetto o meglio la zona per le bevande. A distanza noterebbe la presenza di un'altro individuo che conosce e che non vede da un bel po'. <ah..> mugugna tornando sul cameriere per fare l'ordinazione <tre analcolici per favore> chiede la ragazza con una certa sicurezza su quello che sta ordinando per tutti. SI farebbe consegnare i bicchieri che afferrerebbe uno in una mano e gli altri due nella mano libera tenendo il gambo stretto in mezzo alle dita prima di ritornare rapidamente da lui. Una volta raggiunti si avvicinerebbe ad Azrael allungando il bicchiere mentre questo la raggiunge <nulla che viene dalla fermentazione della frutta o delle erbe, ergo, analcolico, scusa se ci ho messo troppo> Se l'avesse accettato a ragazza afferra il suo di bicchiere e sorseggerebbe prima di guardare verso il possessore del rinnegan e la sua compagnia <oh..> ma riporta l'attenzione verso Azrael sollevando il mento in modo che potesse sfiorarla meglio con le labbra alle quali darebbe uno schiocco con queste sorridendo per poi rispondere sussurrando mentre appoggia il suo bicchiere e quello di troppo al tavolo <ad io che ti sussurravo che sei il cavaliere più affascinante di tutti e che ho voglia di ballare con te> sorride cercando le sue mani e seguendo le movenze del suo cavaliere tornando in pista. Una mano nella sua e l'altra sul fianco, tenendosi attaccato a questo con lo sguardo fisso sul suo andando poi ad appoggiare la testa sul petto di Azrael, in pace. [ch on]

[End] per decesso cerebrale di Kurona. A Mekura risponde che è certamente più brava -Kurona- lei a fare "certe cose".

00:52 Kioku:
  [BALDORIA--->ancora più baldoria] Lascerebbe ad Hana il lusso di crogiolarsi in un mare magnum di ipotesi, dubbi e drammi mentali sull’ipotetica paternità di Akendo ed il rapporto che vi è tra lui e Kurako, dandole semplicemente la possibilità, come sempre, di scoprire da sola ciò che vuole sapere, se vi riuscirà ben venga se non altro non sarà che una ri-conferma del non appartenere alla schiera dei deboli. Schiuderebbe lentamente le sue labbra…<Kurako Senjuu> un sospiro, più per il piacere di scatenare una reazione sul di lei derma che per un motivo fisiologico <non avrai problemi a trovarlo buttato da qualche parte in città se è tuo desiderio parlarci> nulla di più, da qui in poi affare della Hyuga. L’attenzione ormai fissa sulla figura del Tessai, tanto da ricambiare il suo sguardo e donargli un cenno del capo, riportando successivamente l’attenzione su Hana e le sue parole, controbattendo immediatamente…<indubbiamente una figura particolare> per poi lasciare che la ragazza prosegue, fino al percepir la di lei mano cinger la propria e cercare di trascinarlo verso il tessai. Alla giovane Hyuga parrà spostar un masso immenso, e lentamente sentirsi trainare verso il Rikudo Sennin con estrema facilità…<avrò tempo per sbrigare alcune faccende con lui per adesso….>attimi di silenzio mentre la porterebbe a se…<noi abbiamo finito qui> marcando maggiormente la parte del duo, cominciando lentamente ad imboccare l’uscita, la sua solita lentezza mentre lascerebbe che il rinnegan torni dormiente, lasciando definitivamente quel loco assieme ad Hana...che lo voglia o meno. Chakra on] [rinnegan on] [akatsuki equip al contrario on] [END]

01:04 Hana:
 L’unica pecca della serata è la sua faccia di bronzo – quasi alterigia pare nel rivestirsi d’atonia, fingendo che la cosa non la scalfisca quando in realtà non fa altro che roderla, come un sasso. E ora capisce come ci si sente non ad essere acqua, ma terra levigata da quest’ultima. Nasconde, dissimula in maniera impeccabile: è un marasma di emozioni che prima o poi vomiterà fuori, ma a tempo debito – non in momenti così acerbi. E non lo tempesta di frecciatine, così come ogni donna farebbe – non è priva, certo, dell’acidità: quest’ultima si mescola nella testa e dà adito a fin troppi preconcetti e frasi che gli rigetterebbe addosso manco fosse acido muriatico. Eppure, non ha mai avuto e mai avrà il desiderio di vederlo sciolto vivo. < Ti ringrazio.> cinguetta, l’aria di sufficienza che ora imperla il volto pare in parte accantonare il discorso: la voglia di non dargliela vinta, come sempre, è qualcosa che l’ha contraddistinta dal primo momento. Se una persona crede di essere già Dio, perché piegare la testa come una pecora e fare il fedele? Scuote il capo, ripiegando con lo sguardo sulla figura di Kurona che dal proprio canto risulta anche una ventata di freschezza benchè le sia pressoché impossibile raggiungerla. < Nh-> di sicuro una montagna non andrà da Maometto e sarà costretta lei ad andarci. < Ma io non ho ancora finito.> Il vaaaaaso. Sigh. Storce il naso, trascinata via così come si trascinerebbe via una bambina da un parco giochi all’orario di chiusura. Semplicemente senza piagnistei né inutili moine, ma vi giuro che interiormente prova lo stesso sconquassamento interiore. Si lascia trascinare via, non poi così a malincuore giacchè si tratta pur sempre di lui, ma guardandosi indietro di tanto in tanto fino a veder scomparire l’immagine del vaso. Che lo voglia o meno. [ E n d ]

01:16 Azrael:
 A sentire lo scambio a dir poco velenoso tra la Hyuga e la Kokketsu un po’ gli viene da sorridere, ché sembrano delle ragazzine che litigano per la prima cottarella adolescenziale. Scuote appena la testa, prendendosi quegli attimi di ballo per scambiare qualche chiacchiera < E a me che sembrava che tu preferissi battibeccare con la nuova fiamma di Yukio, piuttosto che dedicare la serata al tuo cavaliera. > è molto meno serio di quanto le sue parole vogliano far sembrare. Volteggia ancora per la pista in compagnia della propria partner, cullandola contro il proprio petto per tutta la durata del ballo, finché la musica non scema ed alla fine cessa totalmente. < Oh, già finito? > domanda, restando abbracciato alla Hyuga, allontanandosi da indiscreti sguardi nel tentativo di parlarle più “in privato” per così dire. Si guarda attorno, molte delle personalità più interessanti si sono dileguate, per motivi più o meno importanti e forse s’è fatta ora anche per loro di tornare, in fondo hanno pur sempre una bambina a casa a cui badare. < Che ne pensi se torniamo a casa e magari terminiamo le danze lì? > si avvicina al suo orecchio, sfiorandolo con le labbra per pronunciare qualche ultima, significativa parola < È da quando ti ho vista con questo splendido vestito addosso che penso a come sarà togliertelo. > e c’è bisogno di altre spiegazioni? Tornando ritto sulla propria schiena le offrirebbe il braccio cui poggiarsi per uscire dalla grande sala e tornare nella loro casa a Konoha. [end]

01:34 Mekura:
 Le viene da sorridere comprendendo che è stata una azione un po' infantile ma, a lei sta bene così <non così tanto come ho dato a vedere e poi ha iniziato lei ad offendere> commenta la donna continuando a danzare dando una piccola nocca sul petto con la mano libera <era una cosa che volevo fare da un po' e non mi ripeterò sull'argomento, non ne vale la pena> Rimane li ad occhi chiusi seguendo il ritmo della musica fino a quando non cessa del tutto lasciandoli li senza più nulla ad accompagnarli ed abbracciati <sembra di si..> risponde lei a voce bassa prima che Azrael e lei non si allontanano dal resto dei presenti e di come effettivamente sarebbe ora di tornare: Ai è al sicuro e se la sa cavare, ma sarebbe bello tornare almeno ad un orario decente <oh..?> dischiude le labbra assottigliando gli occhi mentre con la bocca esprime un leggero "o" prima di sorridere ed ala fine ridacchiare per quelle cose che vengono sussurrate all'orecchio. <huhu..è fatto apposta> ricambia sorridendo maliziosa andando ad afferrargli il braccio mentre camminerebbe verso casa <e comunque anche tu sei impacchettato per bene caro il mio confettino> lo prende un po' in giro mentre non vede l'ora di andare a casa e togliersi le scarpe come prima cosa. [end]

E niente, il Gran Galà di Kusa. Non sono io il master per cui lascio a lei eventuali px, commenti o quant'altro, il mio compito era solo postarla. (essendoci il fato l'ho sistemata qui.)