[Missione D] Nana korobi ya oki.

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Missione di Livello D

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13:19 Hiashi :
 Passi lenti, leggeri, come una carezza sul terreno che scivola via sotto i propri piedi somigliando ad un serpente che passa sotto la figura del ragazzo lasciandolo immobile ed immutabile nel guscio di pelle, carne ed ossa che rimane di quello che un tempo su un solare, educato bambino dagli occhi bianchi. Calzari ninja-style ai piedi di colore nero mentre la restante parte del corpo è coperta da un kimono grigio chiaro composto unicamente dal pantalone e la giacca, fermate in vita da una fascia del medesimo colore ed a coprirgli le spalle fino quasi alle ginocchia uno haori grigio scuro molto sobrio. Spicca sulla fronte una fascia di tessuto nero con la quale viene messo in evidenza il coprifronte con il simbolo del Villaggio della Foglia, gli occhi bianchi sono un altro simbolo caratteristico e distintivo del suo clan che è uno dei più noti a livello mondiale per cui è inutile nascondere la propria identità ovunque si vada. Una leggera cicatrice che ormai sembra particolarmente vecchia gli divide il volto in due metà simmetrice, una linea verticale che separa la parte destra da quella sinistra. La carnagione è sicuramente più abbronzata di quanto non sarebbe stata in passato, il suo periodo trascorso a Sunagakure ha ancora qualche strascico probabilmente. I capelli sono tornati ad essere lunghi, neri, lisci come fili di seta che disciplinati ed eleganti ricadono lungo la schiena e nella parte bassa, a livello dei reni sono fermati con un elastico. La mano destra porta delle evidenti bende che coprono completamente le dita salendo fino a metà del braccio destro, si muove tra le strade lungo una linea retta ricordando più un automa che una persona in carne ed ossa

13:29 Kurona:
  [Via Principale] Oggi che il sole splende alto nel cielo e Kusa è più rigogliosa che mai(?) peggio di Konoha, Kurona ha ben deciso di buttar letteralmente nel water il suo tempo, gestendo una squadra di deshi per il primo giorno di servizi sociali, dove tutti s'impegnano in una battaglia ecofriendly muniti di sacchi di plastica neri e delle bacchette di bambù lunghe un metro circa, ed appuntite sulla fine, così da poter infilzare i rifiuti e riporli nell'apposito sacco senza sporcarsi le mani. Una mascherina bianca sul muso privo di bende, una volta tanto, le copre il naso ed il mento, andando ad incastrarsi con dei laccetti triangolari dietro alle orecchie coperte in parte dai capelli, ed in parte no. Capelli che son divenuti bianchi come il latte, con delle sfumature azzurro-verdino, visibili solamente sotto i raggi del sole, ed oggi se ne stanno legati in due cipollini paralleli, separati da una linea ritta, eccezion fatta per il solito ciuffo che fa da contorno alla fronte, ed il viso pallido come il legno del cencio, su cui troneggiano indiscussi due occhi che come pietre di rubino, brillano, s'assottigliano pigramente sotto i raggi del sole. Vestita con una jumpsuit nera, le quali maniche rimangono saldamente legate oltre il ventre, a mo di carcerato -per dircela in breve-, sbottonata e lasciata aperta così per godere del calore primaverile odierno. Sotto, oltre le bende che ricoprono l'intero corpo, c'è un semplice crop-top lungo fino allo sterno, color bianco -una semplice canotta tagliata- e l'immancabile haori nero dalle maniche mozzate rappresentante lo stemma dei Kokketsu; qualcosa che in realtà, si vede ben poco in giro, se non solo addosso a lei, oramai. Alza la mano libera, facendo cenno ai ragazzi che la seguono, mentre con un solo dito, indica la zona interessata. <Per oggi facciamo solo la via principale, nei prossimi giorni ci dividiamo in gruppi da cinque, e andiamo a fare anche i quartieri limitrofi, fino al Palazzo del Consiglio, okay?> Solare, brilla come un raggio di sole in piena, estate, sorridendo al di la di quella mascherina, e alzando il pollice verso i vari studenti per dargli un inbocca al lupo. <GAAAMBATTEEE--> Lo dicono tutti in coro, come una squadra d'assalto o una squadra di basket(?), mentre nel voltarsi, inquadra Hiashi. <HYUUUUUUUUUUUUUGA-KUUN--- che piacere vederti a Kusagakure no Saato!> Abbassa la destra infilzando una cartaccia, muovendosi in sua direzione. Diciamo che, è piuttosto cambiata dall'ultima volta che si son visti. Dall'aspetto, alla bellezza, oramai deturpata. Sull'occhio destro infatti, due Kanji trapassano sopracciglio e gota scrivendo "Jigoku no Kodomo" ovvero; Giocattolo dell'Inferno. Tuttavia, gli sorride, creando delle grinzette attorno agli occhi. [CK ON]

13:45 Hiashi :
  [Via principale] Le squadre di pulizie di Kusagakure, non sapeva il ragazzo che ci fossero elementi tanto efficienti tra le squadre di Deshi anche in villaggi che ha sempre considerato più "selvaggi" rispetto alla ben più grande ed importante Konohagakure ma in questo periodo lo splendore di questo villaggio sembra essere a livelli eccezionali probabilmente anche più splendenti del paese del fuoco. Una voce nota, una voce femminile che non riconosce immediatamente anche perchè è da molto tempo che non ha il piacere -o dispiacere dipende dalla situazione- di sentirla, un volto cambiato probabilmente in peggio al contrario del proprio che è cambiato ma in meglio regredendo a quello che poteva essere la bellezza delicata ed elegante che poteva avere durante la prima età dell'adolescenza. Il viso rasato di fresco, gli occhi distanti e quasi vuoti che impiegano diversi secondi per studiare il viso di Kurona e ricollegarla alla sua persona <Kurona-dono?> è chiaramente titubante nel tono di voce, è dubbioso nel pensiero ma non nel cuore perchè quello... beh quello forse è rimasto tra la sabbia del deserto <Grazie per questo benvenuto, è un piacere anche per me essere qui in queste terre ricce di vita e speranza> dice indicando con un gesto della mancina i giovani deshi che si stanno impegnando nelle operazioni di pulizia. La pallida ombra di se stesso, che il suo fuoco... che la sua volontà del fuoco siano state spente e spezzate?! Hidalgo non è con lui ma è chiaramente nel villaggio e probabilmente ancora in compagnia della fatina Jyo, lasciando che il genin possa muoversi solo e disarmato davanti al volto di Kurona

13:59 Kurona:
  [Via Principale] Do it, do it low like you


Beh, come reagire di fronte a un uomo che è cambiato tanto in questi tre anni? Gli occhi rossi di Kurona che si sbarrano davanti alla ricomposizione del viso di Hiashi, che a quanto pare, riesce a sfoggiar la sua bellezza con un minimo di maggiore sicurezza rispetto ai tempi oramai passati. Certo, Kurona-dono. Rimane leggermente stupita per l'onorifico che Hiashi le dona, ma in un certo senso, piacevolmente. Un tempo era del resto, una donna tutta d'un pezzo. Con un portamento statuario, di una Geisha, una certa riverenza nell'età e nella sapienza che, come un pesante bagaglio, ancora si porta appresso, sotto quel mosaico di bende e pelle bianca. Le folte ciglia che saettano verso la palpebra, una frazione di secondo mentre d'avvicina a Hiashi a velocità fulminea -non troppo, del resto, è solo una chuunin per quanto lui la possa aver additata come "Maestra" -dono infatti si applica ai propri superiori, anche in ambiti lavorativi, ma sta a significare che tu "apprendi" da determinata persona, non come deshi, ma come persona in se-. Allarga le braccia, in un movimento fluido, gentile, nel tentativo di avvolgere Hiashi che è quasi sicuramente più alto di lei, issando nel movimento, il piè destro e affondando il viso nel petto dell'uomo. <---è passato coooosì tanto tempo!> Si chissene frega di Kusa, delle pulizie, sembra più una bambina capricciosa che non vuole adempire ai suoi compiti e improvvisamente incontra un amicone di vecchia data. Strofina appena la guanciotta, sempre che lui abbia permesso il contatto, staccandosi subito in seguito, per acchiapparlo a braccetto e incalzar una camminata in direzione dell'altra squadra che sfrutta abbondantemente la sostituzione di secondo tipo per pulire prima e andar a mangiare i Dango al Dango Shop all'angolo. <EHI-- EHI VOI DISGRAZIATI! NON BARATE! NON SI USA IL PROPRIO CHAKRA PER COSI POCO!> Lo urla, letteralmente, sventolando la bacchetta di Bamboo in direzione del gruppetto di allievi. Abbassa le spalle, morbidamente, infilzando senza nemmeno guardare, un pezzo d'arancia buttato sul ciglio della strada. <Hyuga-- Hyuuuga di nooome-> Non si ricorda come si chiama, ma forse, non gliel'ha manco mai detto. Pazienza. Aggrotta le sopracciglia, infilando nel sacco le due cose raccolte. <Oh, beh, come va il paese del fuoco? Sono mesi che non ci metto piede. Come sta il mio adorato Kyudaime?>-- sussurra, in seguito, verso l'orecchio dello Hyuga. <Dici che è ancora libero--? Beh, l'ultima volta che l'ho visto era un bell'uomo, un po troppo-- illuminato direi, ma chissà! Chissà! Magari è la -luuuce- di Konohagakure no Sato!> [CK ON]

14:15 Hiashi :
  [Via principale] Lo slancio d'affetto di Kurona lo lascia a dir poco basito, non reagisce sia perchè la donna si dimostra di molte volte più veloce del genin che non ha neppure il proprio chakra impastato ma soprattutto per la sorpresa che lo coglie per un gesto inaspettato. Un gesto d'affetto, negli ultimi anni ne ha ricevuti unicamente da Jyo, rifuggendo da qualsiasi altro contatto umano che potesse arrivare a scavare nella sua pelle. Gli animali sono meglio, sono affettuosi senza pensare al proprio tornaconto personale e non tradiscono la mano che li nutre. Si lascia in pratica abbracciare guardando Kurona dall'alto in basso data la differenza d'altezza, ma non ricambia il gesto rimanendo impalato come un fuscello di bambu <Si, veramente tanto tempo> quanto esattamente? chi lo sa, si tratta di un qualcosa che non riesce a quantificare con esattezza ma è cerco che sia molto. Gli occhi si spostano sul gruppo di ragazzini che vengono ripresi dalla loro insegnante, ma il genin non ha ancora avuto modo di cogliere tutti i cambiamenti di Kurona... per lui è rimasta la donna elegante ed austera che ha incontrato a Konohagakure <Hiashi> le ricorda il proprio nome e non oppone resistenza lasciandosi prendere a braccetto <mi spiace deluderla Kurona-dono ma non ho notizie di quanto accade a Konohagakure, mi sono allontanato molto tempo fa per questioni persolani e sto per fare ritorno. Ma per qualche giorno ancora rimarrò in queste terre> ha degli affari da sbrigare, alcuni fabbri da incontrare in particolare e magari anche qualche conciatore <Sembra che i suoi studenti le diano qualche pensieri> il volto resta immutabile, una maschera di porcellana poggiata sulle sue carni

14:33 Kurona:
  [Via Principale] Si insomma, fa tutto lei, non importa se Hiashi è d'accordo o meno(?), se lo piglia a braccetto e tiene lo sguardo sui ragazzi che finalmente, borbottando, smettono di utilizzare le tecniche per velocizzare l'operato, tornando ad infilzare e raccogliere i rifiuti lasciati dai cittadini di Kusa ora da tre anni, sotto il dominio reggente del consiglio formato da rappresentanti di tutti i villaggi. Lo lascia parlare abbassando appena gli occhi nel guardar cosa infilzare a terra. Vi è un altro pezzetto di carta, un fazzoletto, un coccio di ceramica oramai rovinato dalle intemperie instabili che seguono questa pazza stagione. Lo obbliga di fatto ad abbassarsi e fermar il passo, finendo per poggiare tre dita della mano occupata dal sacchetto di plastica, contro l'avambraccio di Hiashi. <Gomen-> Lo sussurra nel momento stesso in cui si abbassa, come a voler notificar al ragazzo che devono un secondo fermarsi. E così, assieme al coccio, allunga le dita medio, anulare e mignolo, per strappare le tipiche lingue di vacca che rovinano le aiuole e s'arrampicano sui muri delle abitazioni. Un colpo secco, per sradicarle dal terreno e smuovere un po di terriccio sotto, che va a finir sul ciottolato dove camminano in pace. <Sokka-sokka--> Lo brontola, più che dirlo davvero, per quanto riguarda il villaggio di Konoha, e per quel che riguarda Hiashi stesso, dato che ha confessato di esser a seguito dei suoi personali scopi. E i suoi personali risvolti. <Oh beh, forse i tempi di pace non sempre portano pace.> Per lei stessa non è stato così. Ma è stato combatter una guerra persa, contro se stessa. Forse Hiashi, ha vinto. Forse ha perso anche lui, le sue guerre. O forse, beh, non son fatti di Kurona(?). Alza gli occhi verso di lui, infilando nel sacchetto le cose raccolte, dove le bende che fasciano le dita, son oramai sporche di terra, non tanto da esserne pregne, ma solo in una sfumatura lieve. <Oh, non ti preoccupare. Son ragazzi, e nulla vieta di usare determinate tecniche. E' che non voglio che imparino a far divenir tutto più facile grazie al potere che si cela in ogni shinobi.> .. <Parliamo di te, invece... Hai trovato quello che cercavi? Ricordo bene, il nostro ultimo discorso. E la tua umiltà. Pensi ancora lo stesso?> Mezzo sorrido dietro a quelle bende, facendo cadere all'interno del sacchetto le cose raccolte e facendo con l'altra, un cenno ai ragazzi per indicar la strada che conduce verso il palazzo. <Se hai bisogno di ristoro, io possiedo un Okiya verso il Bosco dei Ciliegi, appena fuori Kusagakure, mi fa piacere aiutarti.> [CK ON]

14:46 Hiashi :
  [Via principale] Si sposta seguendo i passi di Kurona, la asseconda muovendosi nella direzione e secondo la velocità che gli impone la donna ed anche quando questa deve abbassarsi letteralmente per raccogliere qualche oggetto da terra e per strappare delle erbacce, il moro la asseconda lasciandosi tenere a braccetto. Un marionettista ed il suo burattino? potrebbe essere tranquillamente questa l'idea che si potrebbe avere guardandoli in questo momento <Pace?> ecco questa parola lo fa sorridere, si, questa è probabilmente la prima emozione che possa dimostrare, ma si tratta di un qualcosa di freddo e comunque distaccato <Non esiste la pace, non per tutti contemporaneamente quantomeno. Esistono solo periodi più tranquilli di altri> e no probabilmente non è più lo stesso uomo che è partito tempo addietro alla fine della Guerra contro Ryota, troppe cose ha visto per poter rimanere immutato ed imperturbabile davanti a tanto dolore. Una pena profonda che ha lasciato una cicatrice sul suo cuore come se il kunai che ha trafitto il cuore di sua madre abbia inflitto la stessa ferita anche al proprio <Accetto volentieri il suo invito, ma non sono solo. Ho una cavalcatura con me, per cui qualora non fosse possibile ospitare anche lui credo rimarrò nella mia temporanea sistemazione attuale> ma cosa ha trovato il genin? cosa è successo nel suo viaggio? cosa è cambiato in lui <Ho trovato tante cose, ne ho perse altre. Non so più cosa stessi cercando ed è passato molto tempo dal nostro ultimo incontro. Come lei Kurona-dono è diversa da allora, anche io lo sono>

15:01 Kurona:
  [Via Principale] Segue il discorso di Hiashi senza proferir una parola sola, lascia che il vento fresco le muova i capelli, le colpisca il viso pallido, come passan da una zona adombrata, fino all'immergersi nel sole battente della via principale, dove il profilo degli edifici disegnano delle sagome scure. Lunghe, corte, storte, ritte, fatte ad ondette, o triangolari. Si ritrova a costeggiarle nel desiderio di sentir il calore sulla propria pelle, ancora per qualche istante, fino a costringersi a deviar il passo verso l'ombra, poichè non apprezza particolarmente ritirarsi a casa rossa come un peperone appena sfornato(?). La bacchetta di bambù s'abbassa, andando a catturar nuovamamente cartacce e bucce. Anche vari filetti di paglia, o la stoffa in cui il carro proveniente dal paese del fuoco avvolge i suoi pezzi di manzo e suino, probabilmente caduti in transito. Salgono, man mano, lungo l'asta stessa, facendo subentrare dello spazio per i nuovi arrivi. China il volto in un cenno d'assenso; la pace non esiste, non è che un concetto astratto. La pace è politica. La pace è per il paese, e non per le persone prese singolarmente. C'è solo da distinguere quale guerra è più grave e meno grave. Le proprie, o quelle dove tutti combattiamo fianco a fianco. Sospira, semplicemente, issando la destra per posarsi debolmente il polso sulla fronte imperlata di sudore per il sole battente. <Dunque non ti resta che presentarti come se non ci fossimo mai conosciuti prima.>...<E decider con te stesso se è il caso di celebrar il rito funebre di quel che eri, e quel che erano i tuoi scopi.> Issa piano le spalle, facendo cadere nel sacchetto le cose attaccate al suo bastone, prima di incalzar nuovamente il passo verso la via dove una cresta d'ombra le da ristoro. Gli occhi controllano i ragazzi, giovani, poi tornano sul suo piccolo -non più troppo- Hyuga. Lo osserva per qualche secondo, prima d'addolcire i muscoli facciali in un sorriso. <Certo che sei cresciuto piccolo Hyuga. Ora sei proprio un bell'uomo.> Non quanto il suo Yukio, ma vbb. Questo non lo dice. Sembra quantopiù, un commento materno, più anziano dei venticinque anni che si porta addosso. <Certo che c'è posto per il tuo cavallo. Dovrai dormire con Tsuki, se non ti è di disturbo. Lei torna tardi, dovresti vederla-- e anche il piccolo Eiji, diciannove e dieci anni.> Per poi tornar a guardarlo di sbieco. <Se te la vuoi sposare-- sarò felice di togliermela dalle balle.> [CK ON]

15:19 Hiashi :
  [Via principale] Un altalenarsi di luce ed ombre quello che avvolge il Genin dietro le indicazioni che gli vengono dettate da Kurona, come la sua stessa vita in continuo saliscendi tra oscurità e malvagità contrapposte a luce ed amore. Quando sembra che le cose si siano sistemate eccolo ripiombare nel baratro ma quando tutto sembra perduto ed ormai prossimo all'oblio più totale un barlume di speranza. La vita lo prende in giro <Rito funebre? Ci ha pensato il caldo ed ardente sole del Deserto di Sunagakure a dare fuoco ed ardere i cadaveri, le angosce, paure, speranze, sogni di chi ero un tempo e dei labili brandelli che erano rimasti nel mio passato> lascia che il vento si porti via quelle parole, che queste si dissolvano come farebbero delle ceneri lanciate nel vuoto di un burrone <La bellezza è qualcosa di ancora più effimero della pace Kurona-dono, io sono solamente un assassino> annuncia, ma sembra che la cosa non lo tocchi. Che ciò che gli è successo lo abbia lasciato disturbato? che sia diventato incapace di provare emozioni? psicopatico? Ci vorrebbe una perizia psichiatrica ma forse lascerebbe il "medico" stesso bisognoso di aiuti psicologici in seguito al suo colloquio <La ringrazio, non sarà un problema dividere la stanza ma non si faccia illusioni. Non esistono legami come il matrimonio, sono solamente delle menzogne necessarie per dare un senso a certi comportamenti> ma subito continua <Mi dica di lei invece Kurona-dono, cosa le è successo?> decisamente più sfacciato rispetto ad un tempo e questo è evidente ma non è solo questa la differenza rispetto a tre anni fa. Il ventitreenne oggi è un'altra persona: morto e rinato tra sangue e sabbia

15:38 Kurona:
 <Oh io--> La voce incalza a salire, come un sospiro soffiato via a parole, continuando lungo la strada che porta al Palazzo e sondando il terreno con gli occhi e con quella bacchetta, mentre da dietro le loro spalle, arriva una nuova squadra, capitanata da un altro chunin a cui lei non rivolge lo sguardo, che si mette a ripulir il lato opposto a quello che sta pulendo lei, prendendo in breve la via traversa alla loro, come se si fossero organizzati ad una giornata di pulizie globali. Insomma, guardate dove vanno a finire i nostri grandi eroi(?). Oh beh, pazienza, abbassa appena il capo, muovendo un pezzo di carta con la punta del suo bastone, al fine di rigirarlo in una posizione dov'è possibile infilzarlo. <Oh beh, niente, un cambiamento di look-- cambiano gli anni, cambiano le mode, c'è un bisogno radicale di reinventarsi, scender a patti con quel che si è, e smetter di mentire sfacciatamente. A te, e agli altri.> Parlando ovviamente per lei stessa. Smuove un semplice sospiro, lasciando che l'haori si muova sulla pelle della spalla, piano, l'abbandona scendendo quella curvatura sinuosa e arricciandosi nell'incontrarsi tra avambraccio e bicipite: ambo le zone abbastanza toniche da farla apparire come una kunoichi a tutti gli effetti. Si guarda attorno, con un fare vago, nel tentativo di catturare i suoi piccoli deshi che, appena girato l'angolo si son rimessi ad utilizzar la sostituzione, facendoli apparire come scie confuse che saettano di qui e di li nella strada. Per Kurona sagome ben delineate, date le altissime percezioni di cui è munita. Alle sue parole precedenti, invece, risponde semplicemente con una risata ed una pacca sulla parte da lei toccata -l'avambraccio appunto-. <Infondo sei sempre lo stesso uomo umile, mio caro, cambi-ma mai del tutto. Lo capisco. Io ero narcisista e lo sono ancora.> .. <Non c'è niente di male ad amare il bello. Del resto la meraviglia si nasconde dove solo noi possiamo vedere; son concetti soggettivi, non oggettivi. Nonostante tu sia particolarmente ottusa come persona, t'apprezzavo anche con solo metà volto guardabile; Non fraintendermi--> La frase si spezza con un sorriso dolce, disarmante. <Amo apprezzare, e lo faccio intensamente, dovessi passar i miei giorni a disprezzare-- ehh> Piccolo sospiro. <Non so in che stato si risveglierebbe il mondo. O io stessa.> Una semplice scrollata di spalle, facendo cadere il fazzoletto raccolto all'interno del sacchetto nero, alza la bacchetta, piano, passando accanto ad un ragazzo in procinto d'incalzar la sua corsa a sostituzione piena, l'abbassa il un cenno secco, finendo per dargli una bacchettata sui polpacci. <Mi costringete ad usare il polso fermo. Vi ho detto di non farlo. Non mi fate incazzare o passate alla squadra di mollaccioni di Yokuta.> Giusto per metter un po di competizione anche qui, cazzia uno dei deshi che sfora le sue regole, tirando un profondo sospiro e infilzando con troppo trasporto, una buccia di mela. <Dicevamo?> Tornando a noi(?). <Ah, si, beh-- non ti ho chiesto di amarla. Le tradizioni vogliono che il matrimonio sia organizzato dai tutori della donna. E tu, insomma, non vorrai mica sprecare la tua età. Guarda che dopo un po inizierai a sparare a salve, mio Caro. Meglio iniziar a rendere onore ad una donna sin da subito.> E poi, parla lei che è zitella ma vabbè. L'età da marito l'ha superata e anche di tanto.[CK ON]

16:02 Hiashi :
  [Via principale] Osserva la cura che impieghi la donna nel lavoro di pulizia delle strade del villaggio, che sia veramente dedita a questo lavoro o che stia semplicemente provando a dare il buon esempio ai suoi deshi? la ammira? No, la osserva. Sembra che l'amore per il proprio paese sia un concetto che non gli è più caldo e caro come un tempo quando sarebbe stato pronto a sfoderare qualsiasi colpo per difedere Konohagure e quando sarebbe stato contento di morire per esso <Smettere di mentire, la verità è sempre nascosta dietro un velo di bugie e riuscire a sfondare quel velo come avete fatto voi richiede di essere pronti a farlo. Quel velo di bugie permette ai più di andare avanti giorno dopo giorno> non si accorge neppure dello haori della donna che scivola mettendo in mostra la spalla, lo sguardo è spento e vuoto e lontano quasi come se fosse diventato un clone di se stesso <ciò che ci piace o non ci piace può anche cambiare nel tempo, ma sono concorde con voi nel dire che certe cose non cambiano mai del tutto. Quella metà del volto deturpata era un monito che mi ha insegnato a diffidare, questo volto di oggi è frutto di un nuovo e più grande insegnamento. In quanto a lei invece Kurona-dono devo ammettere che per quanto il tempo sia stato clemente sul suo viso, altri non hanno avuto la stessa clemenza intaccandolo in modo da peggiorarlo> si, le sta dicendo che è più brutta! Verità per verità insomma <Potreste concedermi quella donna, sicuramente finirà col portare in grembo una nuova generazione di Hyuga. Difficilmente mio, ma per questo meno Hyuga> per quanto un clan sia rinomato, pare abbia scoperto un ramo del suo Clan disposto a tutto pur di preservare la loro purezza ed ipotizza non si farebbero problemi nel possedere una donna <Potrebbe forse trovare ospitalità alla Magione degli Hyuga come servitrice del thè> un modo come un altro per definirla

16:33 Kurona:
 Non passa molto tempo da quando hanno iniziato a che quella seduta di ristabilimento-green finisca facendo disperdere i vari deshi che paiono accordarsi per andar a prendere degli gnocchi di riso dolci ad un chioschetto vicino. Kurona non fa altro che ascoltare il giovane Hyuga, reclinando appena il capo dal crine pallido come i raggi di luna verso di lui, così da porter ascoltare nel brusio quel che ha da dire. Non ribatte, trovandosi in accordo su alcuni punti, in disaccordo su altri. Quando per l'ultima volta infila un pezzo di carta di una di quelle merendine alla marmellata di fagioli rossi, lascia che il pezzo di bambù oscilli all'interno del sacchetto, lasciando andare gradualmente l'avambraccio dell'altro, così da sostare, ma non bruscamente; prima rallenta il passo, poi il busto ruota in direzione dell'uomo, pian piano, allontana la mano ed il braccio, fino a fermarsi del tutto, portandosi la mano destra all'occhio corrispondente, ponderando alle sue parole; Il tempo ha conservato e rovinato qualcosa. Ma con stupore, per quanto sia narcisista, spunta un sorriso dolce al di la delle labbra, passando i polpastrelli sulla cunetta rosea che disegna una frase a lei ben chiara sul suo occhio, mettendo in mostra un anello sull'anulare della mano, oramai raschiato e ornato con un lapislazzulo ovale, limpido, incastonato in quella piastrina che un tempo era l'anello dell'Akatsuki di sua figlia, Enma. <Oh, esser nudi non sempre vuol dire esser privi di vestiti, Anata..> Una frase che le esce spontanea, poichè se solo si togliesse le bende, come un libro sfacciatamente riassunto, chiunque potrebbe legger sul corpo della chunin i suoi peccati e le sue colpe. Come se, al posto di ogni frustata, sul patibolo le avessero scritto addosso cos'ha fatto di sbagliato nella sua vita. La mano che scivola dietro l'orecchio, lo libera dalla mascherina che finisce per penzolare dall'altro, docilmente, mostrando il sorriso dolce che rivolge a lui, guardandolo finalmente frontalmente. Eppure, nonostante tutto, i lineamenti femminili di Kurona, la sua delicatezza che ora ricorda quella di un bucaneve, son rimasti gli stessi. Quelle labbra piene, rosse, ora tese. <Non è propriamente il -bucare- quel velo di bugie, Hiashi. Poichè non sempre son bugie che rivolgiamo agli altri. Ma il desiderio di preservare la nostra persona. La paura, sentimento primordiale, unica vera certezza che ci è dovuta, di quel che potremmo conoscere. Sai, spesso, soprattutto noi shinobi e kunoichi, arriviamo a un bivio tra noi, e il villaggio.> .. <Non è un bivio che vediamo sempre, non è una di quelle cose che facciamo con la coscienza di farlo, o con la malizia del traditore-- spero che tu mi stia capendo.> Quando la vita ti mette davanti l'opportunità di sapere di più su di te, su chi sei, su quale sia il tuo compito su questa terra. Purtoppo l'uomo vuol esser uomo, e lo shinobi è allevato ad esser oggetto del villaggio. Vivere e morire per il villaggio. Ma quando ha la possibilità di esser uomo.. Come ha fatto Kurona, come ha fatto lo stesso Hiashi, fugge e sceglie d'esser uomo e non soldato. Abbassa appena lo sguardo, quella brace scottante, finendo per sondare il petto piuttosto vicino dell'altro. Le labbra s'arricciano, lascia cadere un silenzio dolce, senza pensantezza o significati apparenti. <Probabilmente tu ancora non lo capisci, cosa vuol dire accettare che una parte di noi sia morta. Forse hai già bucato il velo, forse no. Ma la verità è che alla fine, qualsiasi sia il passo da te compiuto, in qualsiasi lato di quel bivio--> Solleva la destra, libera dal bastone, tentando di lasciare una carezza sulla gota di Hiashi. Un gesto amorevole, per quanto Kurona possa esser stata nominata malvagia, subdola, calcolatrice. <I nostri peccati, la nostra cattiveria, è il risultato della faccia meno magnanima dell'uomo.> .. <Non pensare di--scampare dai tuoi peccati chiamandoti assassino, o mostro, o demonio.> .. <Non lo siamo. Non possiamo nasconderci dietro stupide e patetiche scuse--> Si avvicinerebbe, piano, abbassando la voce. <Non abbiamo alcun privilegio, ne alcun diritto di scusarci di quel che siamo. Perchè siam proprio come tutti gli altri. Siam umani. Umani che hanno ricevuto troppe bastonate, e che invece che lasciarsi andare, e rimaner a terra, hanno raccolto le loro poche ossa intere, rialzandosi-- sebben quel che si sia destato..> Guardandolo, come una serpe, con gli occhi d'un ratto, cattivi, rosso intenso. <Non è più quel che è stato abbattuto--- Ah-- anata. Sette volte caduto, otto volte rialzato.> Un vecchio detto, lasciato uscire come lo sfarfallare di ali, lo abbandona come sempre, come il vento, gli rivolge un sorriso dolce, come se non avessero mai parlato di quel che hanno parlato, un cenno con la mano, leggero. <Verrò a trovarti all'Okiya del Crepuscolo a breve, devo continuare il giro--> [END]

16:55 Hiashi :
  [Via principale] Lascia andare la donna ed abbassa lo sguardo per confrontarsi con gli occhi di lei ora che gli sta davanti, occhi bianchi e vuoti come una fredda luna d'inverno contro ardenti tizzoni di fiamme presi direttamente dall'inferno. Annuisce, sembra che gli piaccia il discorso riguardante il "velo" di bugie, spesso utilizzato per ingannare innanzitutto se stessi e poi, solo poi gli altri <A volte le scelte sulla direzione da prendere sono prese prima ancora di rendersi conto di averle compiute> risponde di rimando. Non sorride, la guarda dall'alto e sebbene quel volto non sia più quello ideale ed elegante che avrebbe potuto attrarre qualunque uomo, non può che restare comunque bello a tutti gli effetti nonostante i difetti che vi sono stati imposti <Sto vagando in una terra colma di nebbia> no, non Kirigakure <non so ancora molto ne su di me ne sul mio Villaggio, il sole non è ancora riuscito a penetrare questa mia foschia lasciandomi ancora alla deriva in un mare di sabbia e polvere ma fidatevi delle mie parole. Non scappo più da nessuno dei miei peccati, me ne trascino dietro il peso come qualunque altro uomo> lascia qualche secondo d'attesa prima di continuare, vuole che i due discorsi siano ben lontani <Otto volte caduto, nove volte rialzato> le fa un po da coro <La attenderò dunque Kurona-dono. Farò preparare una adeguata bevanda> sakè della migliore qualità! Un cenno del capo alla donna e quindi si congeda incamminandosi per raccogliere i propri averi ed infine spostarsi [End]

Missione; servizi sociali(Solo Kurona)