In ottima compagnia. [ Free pre-missione ]

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con Kimi, Hana, Yama

21:14 Hana:
  [Pressi Ferrovia] Un solo, fresco, alito di vento accarezza la serata schierando la voluta scura che ospita il manto di astri e satelliti di cui è costellato. Il silenzio cala come una sentenza, per quanto possa essere pesante non le è mai caro né d’intralcio – lei, che alla fine di silenzi ci vive e con la solitudine ci si sfama, le risulta assai difficile anche solo pensare di essere in compagnia lì dove la luna a metà rispecchia parte del suo essere: bianco e nero. Nella via del mezzo, ella cammina sfiorando zone inesplorate – tocca con gli occhi picchi mai visti, inspira il sapore della vegetazione e si capacita di quanto possa esser vero quanto ha letto sui libri. Le querce di Konoha lasciano lo spazio a tutt’altro tipo di vegetali, l’aroma non più della foglia s’avvicina sempre più all’esotico. In questa placita notte fatta di sguardi e sospiri, si contano sulla punta delle mani le ombre che si dimenano proiettandosi al suolo in quella camminata dal passo cadenzato. Non le è servito dire più di tanto, una presentazione: un nome, questo è stato dato, e al massimo un grado. Nulla di più né per i suoi complici tanto meno per il Kazekage: una figura sufficientemente enigmatica, più di Akendo ed un qualsiasi Uchiha messo insieme, taciturno e alla stessa maniera paradossalmente in armonia con il suo seguito di shinobi della foglia. Da quando tutto questo ha avuto inizio, nulla è stato elargito dalle labbra di quell’uomo che continua a starsene sulle sue accerchiato da chi è disposto a sacrificare la propria vita per lui: di certo, un ordine proveniente dall’alto e dal paese della foglia può muovere i suoi ninja, di certo nemmeno lei si sarebbe sognata di dare la vita per il Kage del Vento piuttosto che per il proprio. Ad ogni modo, senza nemmeno tante pretese, egli persegue nel suo cammino nelle vesti ufficiali che ricopre – quelle del Kage. In compenso non ha preteso portantine né altro, ed esattamente come loro si è avviato a piedi. Or ora la stessa Hyuga dovrebbe essere in compagnia sia di Yama sia di Kimi – a loro l’ultima parola sulla presentazione effettuata e su quanto sciorinato in favore della medesima genin che si limiterà a camminare, ancora, proseguendo nella via designata. Flessuosa nel suo modo di muoversi, benchè paia fin troppo esile, calza una sorta di tuta che si confà al buio della serata: nera come la pece si dilunga fino alle gambe, ricoprendole del tutto, lasciando che i piedi s’innestino in un paio di sandali da ninja. Come d’abitudine ormai, una sorta di mascherina di stoffa – rasente una sciarpa ma non lunga quanto quest’ultima – copre in maniera blanda le labbra e parte del viso, svincolando dalla sua oppressione gli occhi che, rasente la filigrana dei capelli, rispecchiano il bianco e il nero – i principi daoisti in cui ella stessa si ritrova. Ci vuole poco per comprendere – standole vicino – che non è una personalità alquanto invasiva né ostile: mite, pacata, fin troppo ponderata. S’affida più al cervello che allo stesso istinto, ed è per questo che quella del Monte Kakuri è stata una scelta puramente strategica: il modo più veloce per arrivare nel posto designato nel minor tempo possibile e alla stessa maniera con un grammo di sicurezza in più scandito dalla ferrovia. Si premura di aprire la bocca al fine di modulare poche parole già progettate e messe insieme < Dovrebbe esserci una stazione di servizio a poca distanza da qui.> una constatazione che non risulta un’ovvietà quanto più il frutto di un semplice calcolo: se c’è una stazione allora vi è più possibilità di appiglio direttamente con Suna. < Potremmo proseguire per Suna mediante ferrovia.> si sente particolarmente scomoda, e lo ammette a se stessa, nello sciorinare agli altri le proprie intenzioni: non vi è un motivo particolare se non la scarsa abitudine nel fare le cose “con qualcuno” essendo – principalmente – sola in tutto quel che fa. E’ proprio la stessa solitudine che invero riesce a farla essere diffidente e sospettosa per qualsiasi cosa, tant’è che più di una volta ha avvertito un forte fastidio sulla nuca – il classico che le viene quando i sospetti s’avvallano dietro la schiena, pesanti. Ma come, come diffidare dagli ordini del Kage? Come farlo, se tra l’altro è un membro della tua famiglia? E così – scettica e alla stessa maniera diffidente – sta scortando il Kage di un altro paese con tutte le paranoie del caso: anche quella capace d’includere che quello non sia il vero Kage: è forse per questo che si limita nelle parole o nell’esporre se stessa, toccando ogni tanto la coscia destra dove il porta-oggetti contiene Kunai e shuriken che – all’occorrenza – dividono il proprio spazio con bombe, fuda, fili di nylon e quant’altro. Un ombrello di carta richiuso giace dietro la schiena e, come al solito, un tessen giace tra i seni pronto ad esser liberato all’occorrenza. Il coprifronte di Konoha, dapprima appartenuto allo stesso Hitomu, ora giace legato intorno al collo della genin mentre il chakra – già innestato ed impastato – sfiora ogni singola cellula del proprio corpo, avvolgendo il derma e solleticandolo piacevolmente quasi facendosi accompagnare dalla brezza. [ Chakra ON ] [ Equip descritto ]

21:31 Yama:
  [Pressi ferrovia] Monti Kakuri, oscuro com’è il tempo il giovane genin impreca di avere la luna come sola guida < ah, dovevamo per forza incamminarci a quest’ora ? ma porc …. > il semplice perché può definirsi alquanto lampante, per montanari o appassionati di climbing un certo sentiero può definirsi piacevole ma lui ha un corpo basso quanto esile confondibili per età più giovani della sua stessa, camminare alla ceca in un tale cammino può sembrare una pendenza per lui al limite dell’umano. Vestito di nero per non dare troppo nell’occhio del genin si potrebbe dire sentire quasi solo la voce (?), pantaloni neri, sandali neri, maglia e camicia neri, coprifronte nero, un modo per riconoscerlo dall’oscurità più totale potrebbe essere vedere il biondo dei suoi capelli al massimo. Equipaggiato per ogni evenienza il biondo porta con se una wakizashi rinfoderata, due porta kunai e shuriken pieni di shuriken a spirale, kunai a tre punte, ed un paio di carte bomba per parte. Un porta oggetti sulla sua natica destra comprende due tonici di diverso tipo, un set di makibishi, due rotoli sigillati per i draghi gemelli, cinque fuuda di cui due sigillati per la sostituzione, due fumogeni ed una bomba luce, un fukumibari è da dirsi altrettanto con se per quanto nascosto tra bocca e gola. Per quanto ancora sul punto di raccimolare chakra si trova con il sigillo della capra composto il giovane, intento a concentrarsi durante la camminata lo si vede visibilmente stancato in volto, sudato ed un viso rosso pomodoro, le montagne da quel che si direbbe non è ambiente da lui solito frequentare. Quasi ignorando le parole altrui il biondo cerca di richiamare energia psichica dalla mente ed energia fisica dallo stomaco quasi in contemporanea, il suo volto per quanto sia concentrato non può fare a meno giusto di fermarsi un attimo una volta udito di un treno per poter avviarsi dal luogo < ‘na ferrovia ? Whow,…. EVVIVA > cosa che lo esalta poco prima di riprendere a far fluire entrambe le energie in direzione dello stomaco. Queste una volta decisa la direzione verrebbero fatte fluire in un vortice interno, violento quanto caldo, la prova del mescolarsi del chakra nel suo corpo, ma non solo, altro calore, altro sudore, oramai il senjuu non solo dovrebbe mantenere il sigillo della capra ma dovrebbe puzzare come tale (?), forse. [Chk 20/20] [Equip: coprifronte | wakizashi | 9 shuriken a spirale ( di cui due con carte bomba ) | 9 kunai a tre punte ( di cui due con carte bomba ) | tonico coagulante | tonico recupero del chakra | makibishi | 2 rotoli ( 2 spiedi e un fumogeno per parte ) | 5 fuuda ( di cui 2 sigillati per la sostituzione ) | 2 fumogeni | bomba luce | fukumibari ]

21:42 Kimi:
 Missione, compagni di team che non conosce e che non ha alcuna intenzione di conoscere, chakra che scorre forte e vigoroso nel suo sistema circolatorio, insomma nulla di nuovo no? Non per Medusa almeno, ciò che è stata negli ultimi tre anni è seppellito sotto ad un’armatura ghiacciata, un cuore spezzato in più parti rimesso insieme a casaccio, unito dal sangue di coloro che ha ucciso, da quello di Irou e dal suo. Dopo tre anni è finalmente tornata ad indossare le vesti dell’Akatsuki, le nuvolette rosse svettano su quel mantello nero lasciato aperto e poggiato sulle spalle, di chiuso c’è solo il colletto abbottonato in modo che il vento non glielo sfili via. Per il resto è mezza nuda come suo solito, un paio di pantaloncini neri e una fascia a coprirle il segno, numerose le cicatrici che sono visibili per via di quell’abbigliamento tra le varie bruciature ei graffi in via di guarigione su gambe e braccia spiccano il simbolo dei cacciatori di taglie, marchiato a fuoco, quindi un alone di una colorazione più scura, con la forma di una testa di lupo esattamente dove le clavicole sembrano incontrarsi alla base del collo, il mantello nero ne copre appena la punta superiore. Invece proprio sopra al cuore troviamo quell’incisione, una scarnificazione decisamente poco raffinata, fatta non da un professionista, i contorni non sono definiti e delineati eppure è comunque ben leggibile quel “K-21” che significa decisamente tanto, un misto tra l’uomo di cui si è innamorata e quello che invece le ha spezzato il core. I capelli sono più lunghi, un mare nero che le ricade sulla schiena arrivando circa a metà del busto. Ai piedi dei calzari ninja neri e null’altro. Se Hana rappresenta l’Hokage lei è lì per l’Akatsuki, obbedisce finalmente agli ordini ricevuto ormai tanto tempo fa ma che comunque ha ignorati nel periodo in cui si è mossa e fatta riconoscere solo ed unicamente con il nome di spettro. Osserva quei compagni di viaggio con gli occhi azzurri e freddi, non ci sono sentimenti sul suo volto, lei non è altro che una maschera bianca, il viso scavato e le cicatrici sono l’unico indizio di quella profonda sofferenza, fisica e mentale. Andrebbe a concentrarsi sul flusso del suo chakra, mentre loro borbottano o sfilano silenziosi lei si limita a prendere un profondo respiro così da andare a far convergere a sua energia all’interno delle ghiandole salivari, lì il chakra andrebbe ad immersi qualche secondo nel veleno così da tornare poi in circolo e rendere il suo corpo tossico, un tocca basta per avvelenare, non ha bisogno d’altro. L’anello verde è tornato al suo posto sulla destra, su quel mignolo magro e ossuto. Le unghie sono state colorate di nero <va bene> si limita a rispondere, la voce risuona fredda e anche stanca, quasi il semplice aprire la bocca e far uscire un suono le sia costata fatica, davvero tanta. Il vento le lambisce il volto, va ad infastidire alcune delle bruciature più recenti facendole sollevare le labbra appena in un ghigno di piacere, non è comunque abbastanza forte per lenire il resto del dolore e a quel pensiero, mentre casualmente la sua mente sfiora i ricordi e il piacere provato nel ferirsi, quei piccoli attimi in cui smetteva di soffrire per Katsumi, nella sua testa si palesa l’immagine di Irou, come da lui deciso ormai le è impossibile dimenticarsi del gemello, nemmeno volendo potrebbe [chakra on][arte del veleno liv 2]

21:57 Hana:
  [Pressi Ferrovia] Così avvezza ad inquadrare le persone che leggere chi ha di fronte o si pone innanzi alla sua attenzione non le riesce particolarmente difficile: non s’è effettivamente sprecata a scoccare sguardi a destra e a manca, le è stata sufficiente una mezza occhiata – in tralice – per poter fare due calcoli ed elaborare una teoria ovviamente del tutto personale fondata sulla poca esperienza e i granelli di tempo passati in quel gruppo unito più dal destino che dalla volontà di qualcuno. Da una parte, un ragazzo che rispecchia quasi la medesima vitalità che la maggior parte degli abitanti di Konoha è dotata – non sa se invidiarlo o allo stesso tempo provare un misto di commiserazione per il suo modo d’esporsi anche fin troppo. D’altro canto si lascia cullare dal silenzio che Medusa sa offrire, trovandolo addirittura accogliente benchè il freddo attanagli parte del suo animo - condivide con lei l’inespressività a tratti, ma se da un lato vi è l’artico ad immobilizzare il viso della ragazza, da parte della Hyuga vi è una semplice incapacità di fondo che la pone dalla parte diametralmente opposta a quella di Yama: l’incapacità di tingersi il volto con i sentimenti che la mente riesce a cucire. Lungi da lei anche solo ammettere di non provarne; purtroppo condivide con tutti le spoglie mortali e la mente duttile di un essere fallibile. Semplicemente, pur soggiogata da qualche emozione, non riesce ad esprimerla – ed è per questo che un sorriso ha il suo peso, così come un broncio. Infonde calma, questo le basta – essere la panacea di chi la circonda. Le mani congiunte dinanzi al grembo l’aiutano a tenere la schiena ben dritta, a non curvarsi né dare l’aria di chi sembra esser deperita ancor prima di aver concluso la missione. Ha già mandato giù il prontuario mentale per poter portare avanti il tutto, come se ripassare le regole che in teoria fanno di un ninja un buon shinobi potesse essere fondamentale. < Se ci viene dato un ordine, lo rispetteremo. Qualunque sia l’orario o la situazione.> pigola con una certa pacatezza, socchiudendo di poco le palpebre. Deglutisce, umettando le labbra. Per qualche istante s’è lasciata intrappolare dalla curiosità suscitata dal vestiario di Kimi ma – per quante domande giacciano dal fondo della sua mente – si costringe a deglutirle, mandarle giù insieme alle parole che non ha mai espresso. E’ sempre stata abituata così… a tacere, a crearsi una sua idea – a rispondersi da sola. < Ti prego solo di abbassare la voce, in teoria la notte già non è favorevole agli incarichi.> esattamente come supposto dal ragazzo, basta e avanza la scelta notturna – figuriamoci attirare l’attenzione con qualche moina in più. Il passo continua, deciso e cadenzato, in direzione di Suna – nell’effettivo le basta regolarsi col muschio ed avere il nord come riferimento. Le stesse stelle, a dire il vero, sembrano aiutarla non poco per quanto sia un metodo antico ed efficace a suo metro di giudizio < Ti ringrazio.> conclude così il proprio sentenziare, sempre sufficientemente calmo e ovviamente scevro da qualsiasi picco d’arroganza – consigli, i suoi, che possono essere ascoltati così come ignorati. < Se siete d’accordo, allora, procediamo.> attenderà soltanto per un attimo eventuali richieste da parte del Kaze che – ad ogni modo – dovrebbe semplicemente attorniarsi nel proprio silenzio, per proseguire verso la stazione di posta.[ Chakra ON ][ Equip descritto ]

22:14 Yama:
  [Pressi ferrovia] In una missione in cui non pare sola adesso venire in mente di illuminare la via solo inizia a venire in mente l’idea di prendere un fuuda per illuminarsi la via, vederci più chiaro < uffa ordini o meno lo trovo faticoso > ma che farci tra le compagnie di missione una è una ninja nella norma che non vuole dare nell’occhio, l’altra una “compagna ”, beh se tale la si vuol definire addirittura più fredda tale da ricordargli vagamente il modo di porsi di Kurako < e poi silenzio o meno vuoi scommetterci che non ci abbiano seguano già da un pezzo ? su non ti fasciare già la testa > nemmeno viene rivolta parola alla Doku infatti, un viso sorridente quanto affaticato dal cammino viene dal biondo rivolta alla sola Hyuga così da far si di riprendersi dai brividi dell’intera missione, e non che lo scopo della stessa spaventi più di tanto alla fine. Basti per il biondo sapere che si trova a dover agire in compagnia di una tipa che si veste come kurako, che si direbbe fredda quanto Kurako, questo decisamente al giovane samurai mette timore, più di qualsiasi evenienza < eh vabbè ci sono, … lei piuttosto perché non scambia una parola? mette semplicemente i brividi > e non che venga mancato di accennarlo al membro dell’akatsuki, tanto da usare il lei per rivolgergli la parola, evento sia unico che raro (?). [Chk 20/20] [Equip: coprifronte | wakizashi | 9 shuriken a spirale ( di cui due con carte bomba ) | 9 kunai a tre punte ( di cui due con carte bomba ) | tonico coagulante | tonico recupero del chakra | makibishi | 2 rotoli ( 2 spiedi e un fumogeno per parte ) | 5 fuuda ( di cui 2 sigillati per la sostituzione ) | 2 fumogeni | bomba luce | fukumibari ]

22:19 Kimi:
 Continua ad incedere seguendo solamente i due ragazzi, li osserva per quanto la notte glielo conceda, la destra sale lenta per scostare i capelli, lo sguardo si porta anche sul Kage fissandolo qualche istante senza mai manifestare alcun sentimento, quel suo modo di fare potrebbe risultare anche fastidioso in quanto nel suo atteggiamento non c’è curiosità o interesse solo un intenso fissare quelle persone che quindi difficilmente potrebbero interpretare il motivo di quelle due iridi ghiaccio poste sui loro corpi. Mentre la huyga rimbecca. A ragion veduta, l’altro Konohano lei tace senza interessarsi troppo, dire che le spiacerebbe uccidere qualcuno è decisamente sbagliato, per quanto abbia imparato a controllare la sua natura e quell’insana voglia di far soffrire non rinnega mai un sano omicidio <vorrei sapere le vostre abilità o almeno se avete una propensione per qualcosa> la voce è bassa e fredda esattamente come prima, sa perfettamente che potrebbero essere attaccati da un momento all’altro, meglio avere un’idea, per quanto possa essere vaga, delle capacità dei due compagni di oggi. II piedi si sollevano appena dal terreno, sfiorando l’erba nella notte, aiutata dall’oscurità quindi sembra non camminare dato che tutto il movimento è fatto tenendo il busto rigido così che siano solo le gambe a flettersi e lei resti praticamente sempre alla stessa altezza, nessun sobbalzo, una creatura inquietante non c’è che dire, scheletrica, piena di segno di ferite autoinflitte con gli occhi che ormai occupano gran parte del volto, uno sguardo in grado di far raggelare il sangue per la sua totale assenza di emozioni tra cui dell’eventuale pietà e che soprattutto par sorvolare invece che camminare, persino il respiro viene mascherato, preso solamente con l’ausilio del diaframma le spalle restano immobili, si gonfia in corrispondenza della bocca dello stomaco quando inspira ma è il seno stesso, per quanto non pronunciato, a nascondere quel minuscolo movimento, l’aria viene poi espulsa e presa dal naso e quelle labbra sempre minimamente socchiuse, in una perenne maschera neutra. Così si volta verso Yama, fissandolo ancora dopo quella frase senza mai cambiare espressione <grazie> replica a quello che ha giustamente preso come un complimento <forse non sei così stupido se l’hai capito> il tono è monocorde e a dirla tutta quella non è nemmeno un insulto per lei, anche se insomma potrebbe essere fraintesa molto facilmente, anzi è un complimento, qualcuno che dichiara così apertamente la pessima sensazione che trasmetta si spera sia anche un individuo che le starà lontano se non strettamente necessario il contrario <ma comunque taci> puntualizza alla fine tornando a guardare davanti a lei <è buio anche per i nostri nemici, parlando è più facile individuarci> il suo discorso più lungo di tutta la storia, non c’è che dire <limitiamoci a informazioni strettamente necessarie> continua comunque a tenere un basso profilo a cercare di limitare il volume di quelle frasi così da essere sì udibile per chi le sta vicino ma anche di far disperdere velocemente il suono così per evitare d’essere appunto: un bersaglio facile. [chakra on][arte del veleno liv 2]

22:32 Hana:
  [Pressi Ferrovia] Se c’è una cosa che può far infervorare un’amante dell’ordine è – per l’appunto – non averlo. Quanto può essere faticoso, per chi – come lei – è stata soggetta e cavia adatta nella quale trapiantare le antiche nozioni di famiglia, un senso di obiettività e fedeltà senza contare il rispetto per le norme, accettare chi invece riesce a prenderla con una certa leggerezza quello che vien somministrato? Dicono sia abile nell’intrecciare fili di parole, quando ci si mette, forse per i troppi anni passati sui libri – c’è da dire che non è nemmeno facile istigarla a snocciolare più di qualche sillaba priva di qualsiasi forma di riguardo, educazione o rigidità. Forse è per questo che, non trovando nelle parole di Yama qualcosa di essenzialmente necessario, non ribatterà: il tempo e forse le poche decisioni avventate prese nella sua vita le hanno insegnato che talvolta sono i gesti a parlare più delle parole. Così, se da un lato solleticata da quanto detto da Yama, dall’altro viene assecondata alla stessa maniera dalla richiesta della Doku. Arresta il proprio passo giusto per un secondo, lasciando che siano gli altri ad avanzare di qualche metro rispetto a sé di modo che le mani – issate all’altezza del petto – possano fungere da richiamo per il chakra: quest’ultimo zampilla, scorrendo fluentemente lungo il corpo partendo dal basso e raggiungendone la sommità. Formato il sigillo della tigre in una danza repentina di dita affusolate, lo stesso chakra verrà indirizzato nei bulbi oculari avvalendosi di eventuali tsubo per prendere possesso delle iridi. Se da una parte riscontra l’immobilità di un’iride di suo già bianca, lattea, d’altro canto il pozzo nero si miscela nel bianco iniettato dal chakra accentuandone il percorso formato dalle arterie mediante l’ingrossamento delle vene, dei capillari che riconducono l’energia spirituale ai bulbi oculari. Sciogliendo l’intreccio delle mani, senza nemmeno proferire una parola, ora dovrebbe avanzare con un grammo di sicurezza in più < Voglio scommetterci.> perché a lei, ogni tanto, piace vincere facile. Vuole scommetterci che nessuno li sta seguendo: semplicemente perché – nel raggio di duecento metri – non riesce ad intravedere nessun flusso circolatorio né chakra attivato. E le basta voltare lo sguardo a destra e a sinistra per premurarsi che in ogni punto cardinale, oltre a loro, non vi sia nessuno. Riprende il passo, lasciandosi accarezzare dal vento e muovendosi in direzione di quella che ora potrebbe definire in maniera più candida come la stazione a meno di duecento metri di distanza: di fatto l’illuminazione sparpagliata dovrebbe or ora avvolgerli dando loro il senso di postazione dedita al carico e allo scarico. Amalgama la propria avanzata a quella altrui, ignorando in parte i discorsi che Yama – decisamente in ottima compagnia questa sera, si direbbe – avanza nei riguardi di Medusa. Giusto per ricongiungersi alla domanda della ragazza e chiudere il discorso – dato che poco ama esporsi – si rifarà con un semplice < Io, per questa sera, posso essere i vostri occhi.> e alla stessa maniera, assicurare loro di non esser stati seguiti nel raggio visivo che comunque possiede mediante il Byakugan. [ Byakugan I ] [ Chakra ON – 24/25 ] [ Equip descritto ]

22:48 Yama:
  [Pressi ferrovia] Il giovane senjuu cammina lentamente sotto il lume della luna, tenendo d’occhio quanto più le vesti dell’akatsuki, e chi al momento ci si trova al di sotto, mezzo corpo ustionato e ricoperto di tatuaggi a riparare il tutto ne è una testimonianza del resto < io beh, sono un esperto di Houjutsu, e utilizzo nozioni di doton e suiton per appoggiare l’uso della spada, inoltre so usare una tecnica sensitiva della terra > inizialmente una presentazione sulle proprie abilità viene tirata fuori per un consiglio ben riposto < nel caso ve lo siate domandato sono un Senjuu ovviamente, la crescita di qualche rametto dite che potrebbe servire a qualcosa ? > sia mai che in missione ci si trovi impreparati del resto, questo è il motivo per cui ogni abilità viene spiegata e perché, tutte ovviamente tranne l’allenamento d’origine samurai, tale è instabile la situazione di corporazione da essere costretto a tenere la bocca chiusa, almeno per ora, e stare zitti non sempre vuol dire urlare a squarcia gola del resto. Non da stupirsi se in parte venga ripreso dalla chunin tuttavia < Ok allora, sei forse una Hyuga ? …. Dunque lasciamo agli occhi vedere ? beh, io non ce vedo ‘na ceppa > tale che il baka della situazione decide di abbassare il tono per accennare alla Hyuga un problema comune < riesci a vedere tu con quella roba oculare o serve una tecnica ulteriore per prevenire furbate uhm ? > tanto di proposta di unire i sensi col suo doton verrebbe al momento fatta in maniera vaga, molto vaga nonostante il suo carattere diretto strano a dirsi, ma che il biondo sia incerto che una sola innata possa bastare a prevenire imprevisti può dirsi cosa ben più che certa, si tratti di imprevisti già subiti o voglia di proseguire. [Chk 20/20] [Equip: coprifronte | wakizashi | 9 shuriken a spirale ( di cui due con carte bomba ) | 9 kunai a tre punte ( di cui due con carte bomba ) | tonico coagulante | tonico recupero del chakra | makibishi | 2 rotoli ( 2 spiedi e un fumogeno per parte ) | 5 fuuda ( di cui 2 sigillati per la sostituzione ) | 2 fumogeni | bomba luce | fukumibari ]

22:55 Kimi:
 Hana par aver deciso di rimanere indietro, non che la cosa la tocchi, i suoi occhi accarezzano il corpo della ragazza appena un attimo mentre la supera ma non sta nemmeno a voltare il capo. Continua solamente ad avanzare, ascolta le sue parole, a quella prima risposta si volta appena, su che base può scommetterci? Beh la riposta dovrebbe giungere presti, è proprio come la compagna di team avuto per qualche tempo, come Mekura, non conosce molto della loro innata è vero ma può senza alcun dubbio orientarsi su ciò che ha visto e peccando forse di leggerezza crede di aver capito come combatte, annuisce appena quindi anche alla sua seconda affermazione. Ciò che doveva sapere su di lei, non che le interessasse personalmente è stata più che altra una questione id istinto, quell’istinto di sopravvivenza così sottile in lei ma che ancora prova a lottare anche se basta guardarla per capire che è lui a perdere la battaglia. Chiude le palpebre andando così a memorizzare quell’informazione, le iridi tornano lentamente a mostrarsi e posarsi quindi su Yama che fornisce una descrizione decisamente più dettagliata, non ha mai combattuto al fianco di qualcuno di simile quindi per assurda fa molta più fatica ad inquadrarlo. Annuisce anche a lui comunque andando a sospirare e portarsi la destra alle tempie <tu sarai i miei occhi in caso d’attacco, resta dietro e indirizzaci nel buio, sarai l’ultima difesa> il tono è ora decisamente sicuro e autoritario mentre fissa la Hyuga e non arresta il passo, spada <tu invece vedi di non farti trovare sulla mia traiettoria> si limita quindi a dichiarare verso il senju <io colpisco per uccidere> puntualizza ancora una volta, no ma non si era capito tranquilla, basta guardarti per capire che sei una persona pacifica e decisamente poco pericolosa <qualsiasi cosa accada non toccatemi> da un paio di informazioni che reputa necessarie perché proprio per come ha detto a Yama lei è pronta ad uccidere e questo significa che mai e poi mai sprecherà risorse per donare il suo prezioso antidoto a loro due. Ripiomba nel silenzio lei che ora quasi si rilassa, smette di guardarsi in giro lasciando fare il lavoro sporco ad Hana come da lei stesso dichiarato, diciamo che il minimo indispensabile l’ha detto, per come la vede lei Yama potrà anche allontanarsi e combattere per i fatti suoi a patto che eviti di stare tra lei e il nemico o verrà semplicemente spostato, peccato che questo non implichi alcun tipo di gentilezza da parte sua[chakra on][arte del veleno liv 2]

23:06 Hana:
  [Pressi Ferrovia] Si assicura, alla fin fine, d’avere la retroguardia – una semplice scelta strategica per chi non ha bisogno di farsi guardare le spalle, almeno momentaneamente. Questa sera, peggio delle altre, non riesce a sguazzare nel silenzio ed il cambio di programma e di abitudine pare a tratti spiazzarla. Con tutta la calma di questo mondo, filtra l’ossigeno e alla stessa maniera le parole che appartengono sia al ragazzo sia alla stessa Doku: si premura di assimilare il minimo indispensabile, catalogarli e alla stessa maniera prendere le dovute misure che da parte di Medusa vengono chiaramente specificate. Si premurerà di starle lontano quanto basta e di non sfiorarla, intuendo forse che il semplice gesto non sia finalizzato a non crearle fastidio quanto più ad evitare eventuali effetti collaterali indesiderati su chi vien considerato per il momento un alleato, piuttosto che un nemico: c’è da dire che non la fa poi così stupida da sciorinare una sentenza del genere per una semplice questione di rigetto nei confronti degli altri o per il suo modo di chiudersi nelle lastre isolate del suo stesso gelo quanto più per una priorità fondamentale giusto per rimanere in vita il più possibile. Accoglie quanto le è stato detto, con un semplice < Consideralo già fatto.> le esce automatico, esattamente per quella concezione che ha di sé – quella di oggetto, più che come essere senziente. Frenata da un’ironia di fondo che raramente trova terra fertile oltre le sue labbra, l’idea malsana di rispondere in maniera poco consona ce l’ha eppure la stronca – si limita ad annuire col capo alla volta di Yama, specificando per la seconda volta, mediante il suo silenzio, che le parole talvolta sono fin troppo superflue. Deglutisce, issando appena – per un solo istante – gli occhi verso il cielo, invocando la benedizione dei Kami e la fine precoce di tutta la sessione di trekking degna del Signore degli Anelli. Solo in ultimo, rialzando la mano destra, estrarrà l’indice indicando la stazione di posta che ora dista nemmeno ad una decina di metri: illuminata quanto basta per poter essere adocchiata, tentando di stroncare anche l’ultima domanda di Yama. Di certo non si metterà lì a sciorinare i segreti che gli Hyuga più anziani hanno portato con loro nella tomba. Tenendo sempre sotto controllo il Kazekage e avendo indicato ora la ferrovia, non resterà altro che raggiungerla e proseguire nel viaggio chiudendo il capitolo di questa strana serata, per il momento. [ Chakra 23/25] [Byakugan I ] [ Equip descritto ] { End }

23:30 Yama:
  [Pressi ferrovia] Sempre in mezzo fino a caso contrario < seh, non essere in mezzo, non fare cavolate, solita roba > anche solo ad accennare alle eventualità di battaglia il giovane prende a ricordarsi le vecchie, annuendo a kimi < se combatti per uccidere sono tutti tuoi in caso, ma non metterti in mezzo se poi ne catturo qualcuno, potrebbero essere utili > certo sul fatto di non toccare non c’è nulla da ridire, non sa di abilità particolari ma solo a pensare a reazioni isteriche altrui non fiata sulla cosa quasi pensando ad eventi mestruativi della chunin. Lo tsundere decisamente tutt’altro che affidabile o circondato da alleati di cui decisamente affidarsi si prepara più che altro a preparare per se strategie individuali, chiudendo finalmente la bocca, la mano destra si può dire molto presto pronta al prelevare di un fumogeno, mentre stando a parole ben chiare le stesse gambe lo guidano lontano dall’akatsuki per starne alla larga, tutto meno che fiducioso si può dire prepararsi per atteggiamenti ben poco pacifici prima ancora dell’inizio della missione. [end]

23:32 Kimi:
 Anche lei ha finito le parole, non c’è più nulla id utile da dire, se hanno capito bene altrimenti saranno fatti loro. Alla conferma della Hyuga annuisce seria continuando poi a camminare verso il loro primo obiettivo. Yama invece vien in gran parate ignorato, non saranno problemi suoi se dovesse rimanerci, lei attacca chi ci sta nel mezzo sa i rischi che si assume. Non permette ai suoi pensieri di offuscarle la mente, per quanto sia relativamente più tranquilla lasciando che sia proprio Hana a controllare il territorio lei rimane pronta a scattare e difendere, non è brava in quel tipo di missioni ma le è stato detto di considerarlo come il suo villaggio, l’Akatsuki non può fallire e quindi nemmeno lei, deve portare alto quel nome per il solo fatto che questo è l’unico modo per dimostrare a Katsumi di essere abbastanza forte, la speranza di rivederlo al suo fianco non muore mai, ha smesso ovviamente di illudersi eppure sente quasi il bisogno di dimostrargli costantemente quanto vale, quanto non abbia bisogno d’essere difesa e potergli quindi essere utile, sia anche come scudo umano, sia solo come cacciatrice di taglie o sacrificio, non le importa come lei è disperatamente aggrappata a quell’ultimo filo che li unisce: l’Akatsuki, disperatamente legata a delle nuvolette ed una anello, unita ad un‘idea tanto assurda quanto irreale: essere utile a 0-21 quello che lei ignora essere diventato Z-21. Se non può avere Katsumi, se non può più amarlo come un tempo ed essere da lui amata allora si unirà a 0-21 e sarà il suo indispensabile alleato, un manichino, un cagnolino capace di azzannare e uccidere chiunque si avvini troppi o vada eliminato, implacabile quando manipolabile, insegue il potere , al forza con la stessa disperazione di un assetato che corre verso l’illusione di una fonte d’acqua, con la stessa forza che solo un affamato sa mostrare per l’ultimo pezzo di pane[chakra on][arte del veleno liv 2][end]

Kimi, Yama e Hana sono in cammino verso il Paese del Vento, scortando il Kazekage verso casa.


// Free che precede la missione vera e propria, non arriviamo alle sei azioni quindi non è valutabile. Giusto per dare il via alla missione <3