Alle luci dell'Alba...quando sorge il Sole
Free
Giocata del 18/02/2016 dalle 15:50 alle 18:14 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Konoha---->Casa Kazama] Mattina presto, sui villaggio della foglia le prime luci illuminano ogni abitazione e il restante terreno su cui la foglia ha costruito le proprie fondamenta e origini. Il popolo ancora sonnecchia, ma vi sono ninja che non riposano mai, altri ancora che dormono con gli occhi aperti…altri…sono ombre invisibili. Passi che fendono l’aria, l’agilità ed il controllo gli permettono di divenire un tutt’uno con l’aria, invisibile ad occhio umano, strepita come l’urlo di un falco o di un fulmine, il manto Anbu che va a ricoprire interamente la figura di Akendo Seiun, sotto di esso, l’equipaggiamento standard della rispettiva organizzazione, il volto e con essi gli occhi viola concentrici, verrebbero celati al mondo grazie ad una maschera Anbu raffigurante motivi tribali personalizzati, un favore chiesto da Hitomu stesso anni fa sull’isola. Ondeggia di passo in passo, estrema rapidità in ogni movimenti, silente e celato al perimetro di guardia della foglia, il Rikudo Sennin, si dirigerebbe verso una abitazione in particolare, una abitazione che vedrà un nuovo incontro tra Akendo e Azrael, se i Kami vogliano. Il buio della casa del generale Anbu, le poche luci del mattino penetrare tra le finestre e non solo, con esse anche l’ombra, la figura di Akendo camuffata da semplice Anbu farebbe la sua comparsa a pochi metri di distanza da Azrael, non vi è alcuna intenzione di assalirlo e del resto solo un mediocre ninja potrebbe pensare di cogliere alle spalle il padrone di questa casa…nella sua stessa abitazione. Ginocchio per terra e con esso il pugno destro…<Generale Azrael> andrebbe a vociare con un tono fermo…<mi dispiace di esserle piombato così nella sua abitazione ma ci sono urgenti notizie da riferirle> che stia giocando? Questo è ovvio, del resto per Akendo è tutto un test ed un gioco il più delle volte, una continua sfida verso chi ritiene meritevole del suo rispetto…come ad Azrael in questo caso….<il Sommo Rikudo Sennin ha fatto al sua comparsa a Konoha non più di qualche giorno fa> un teatrino ben congeniato e i giusti indizi sparsi in quelle poche parole e gesti. Un gioco quasi infantile del resto non si aspetta di certo d’ingannarlo e non è questo il suo intento…piombare così in casa del generale Anbu, sgattaiolando come un sicario senza rivelare fin da subito la propria presenza…quale Anbu della foglia farebbe così? Mettere al corrente il generale della presenza del Rikudo Sennin appellandosi ad esso con una delle più alte reverenze possibili…insomma ad Azrael ora ragionare per quei pochi secondi che si richiedono ad un ninja elitario come lui…il resto sarà storia. [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] È in casa sua, sveglia presto come al solito per permettersi quegli attimi per lui fondamentali di igiene personale e di cura che gli è sempre stata impartita quasi come legge mentre era ancora solo un bambino. “Devi presentarti bene, essere educato!” diceva, tra una cinghiata e l’altra, un uomo che ora come ora non è più che cibo per vermi in una fossa comune, col cranio fracassato. Il giovane è momentaneamente a torso nudo, ha avuto il tempo materiale di porsi indosso unicamente le bende che gli coprono bicipiti e pettorali, ad occultare segni che, volente o nolente, caratterizzano il suo fisico in maniera preponderante. Le gambe sono coperte da quel paio di pantaloni che non sono né adatti a dormire, né ad uscire e stare in giro, in mezzo alle persone, la parte inferiore di una tuta color grigio scuro. I piedi sono scalzi, come di consueto quando è in casa propria, a calpestare il parquet che rappresenta la pavimentazione di tutta la struttura. La camera in cui si trova è quella in cui dorme, la padronale, costituita da un grande letto matrimoniale il cui corredo è rosso cremisi e lo scheletro è in legno massiccio, un armadio a quattro ante posto sul muro, imponente e solido, un comodino di fianco al posto in cui dorme, vari attrezzi per l’esercizio fisico posti ai piedi di quest’ultimo e nulla più. Nel momento in cui viene sorpreso da quella misteriosa figura è seduto sul letto, ma è un attimo prima che scatti in piedi, come fosse sull’attenti. Ciò che si ritrova dinanzi è quella figura inginocchiata, in tenuta Anbu, ma con non pochi particolari che fuorviano la propria identità, a cominciare dal fatto di portare indosso una maschera di cui il Nara non ricorda affatto il motivo. Muove un passo avanti, ponendosi giusto di fronte quella figura, osservandola dall’alto < I miei uomini… > lo dice, tanto è evidente che la sua seconda identità per quell’individuo non sia un segreto < …non si azzarderebbero mai a chiamarmi per nome. > incrocia le braccia al petto, il tono è cupo e a tratti quasi ostile < Né a disturbarmi in casa a quest’ora mattutina, visto che hanno altri modi di comunicare con me. Alzati. > attende in quella posizione, quasi statuaria, che quell’uomo esegua quanto detto, per poterlo guardare bene, anche attraverso la maschera. Che egli lo abbia fatto o no, paleserebbe un piccolo sorrisino < Il Sommo Rikudo Sennin… > ripete l’appellativo con altrettanta solennità < …è a Konoha già da un po’, ed è un piacere poterlo ospitare. Togliti la maschera. > la sua deduzione l’ha fatta, giusta o sbagliata che sia, dunque rilassa un po’ la propria posizione, andando all’armadio alla ricerca di qualcosa da indossare. [Casa Kazama] Pochi secondi…5 per l’esattezza, nulla di più serve al Generale Anbu per capire che di certo non è uno dei suoi uomini , tutt’altro, sembra essersi fatto una idea ben precisa della persona che ha d’innanzi. Lentamente si alzerebbe, le parole di Azrael raggiungerlo, la destra si leverebbe fino al proprio viso, istanti…parecchi, prima di togliersi quella maschera, un’attesa volontaria, mentre le iridi si porterebbe sulla stanza e la maggior parte dell’abitazione visibile. Tra le ombre create dalla luce solo una volta levata la maschera dai motivi tribali, il volto del Rikudo Sennin si paleserebbe al Nara, un sorriso abbozzato, se così ci è possibile chiamarlo, prenderebbe posizione quasi come una smorfia corrotta…<a quanto pare devo affinare ancora di più le mie abilità> come se poi in realtà ne avesse davvero bisogno, ma Azrael sa, così come lo stesso Akendo che sarebbe un insulto cercare d’ingannare l’altro, un insolito nei propri confronti sia come ninja esperti che come menti brillanti e dunque giocare non vi è altra soluzione. Con la maschera, andrebbe a levarsi anche il manto in dotazione con l’intero equipaggiamento, rimanendo così solo con l’essenziale, l’intero crine nero adagiarsi sulla schiena e quei viola occhi che risplendono quasi nell’ombra della casa…<la tua ospitalità è ben accetta> andrebbe a vociare mentre prenderebbe posizione sul letto o su una qualunque superfice dedita in funzione al rilassamento delle proprie membra…<spero di aver creato un minimo di sorpresa e curiosità in te>….<del resto nessuno di noi si sarebbe immaginato di un nuovo incontro>…..<non così presto almeno> una smorfia su quel viso, su quel viso….che se la storia fosse stata scritta dagli Uchiha ora quello stesso volto, si ergerebbe guardingo sull’intero villaggio…ma questa è fantasia e pura immaginazione…congetture inutili…la storia non si fa ne con i se ne con i ma. Il volto, così come lo sguardo, si poserebbero sulla figura di Azrael Nara, molte lune fa, le loro ultime parole avevano fatto intendere ben altro che il ritrovarsi a così pochi mesi di distanza eppure…ora eccoli li. Si dice che la venuta del possessore del Rinnegan nel mondo ninja preannunci cambiamenti…rivoluzione…equilibrio, può forse darsi che anche nel piccolo questa “profezia” sia vera? Quanto queste profetiche parole possono valere per un semplice incontro…e per Azrael? [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] Estrae dall’armadio una maglietta nera, che prontamente infila onde non approcciarsi a quella conversazione in maniera non consona a chi ha di fronte. Uno shinobi dal talento innato, dalla spiccata intelligenza, dalla fama che riecheggia in tutti i paesi ninja. Sa che avrebbe mille modi per farlo, ma al momento la curiosità che gli preme è una in particolare < Come ti sei procurato questi oggetti? Non ti facevo propenso a nascondere la tua identità. > d’altronde che bisogno avrebbe mai potuto averne? Lui è il sommo rikudo sennin, come si è precedentemente presentato, anche se in modo indiretto. < Curiosità, certo. Ma anche sollievo, avessi le possibilità avrei piacere di passare le mie giornate in tua compagnia. > sorride, nel porsi di fronte ad Akendo che ora dovrebbe essersi poggiato sul materasso, unico luogo della stanza ove sedersi, ed aver preso posto a gambe incrociate di fronte a lui, poggiando sul pavimento del parquet, per potergli parlare avendo sempre la possibilità di tenere le iridi scure sul volto dell’altro < A cosa devo la tua presenza a quest’ora del mattino? > non offre nulla che sia da bere o mangiare, d’altra parte l’altro non ha che da chiedere per essere soddisfatto, ma il Nara sa perfettamente che non è così futile il motivo per cui si sono incontrati di nuovo in un tempo così breve rispetto all’ultima volta, nella Magione dell’Hokage. < Riflettevo giusto sulle tue parole, da ieri. Ho avuto un incontro ravvicinato nella Foresta della Morte, da parte di un uomo che si è posto come nemico, ma che aveva solo da assicurarsi della nostra lealtà nei confronti di Konoha. Mi ha dato molto da pensare… > ravvia il crine corvino all’indietro, sistemando qualche ciocca ribelle dietro le orecchie, in attesa che l’altro gli riveli qualche dettaglio, anche piccolo, da poter cogliere con la massima attenzione che porrà ad ogni fonema che verrà fuori dalle labbra del possessore del Rinnegan. [Casa Kazama] Ora che entrambi si sono portati in una posizione più comoda e rilassata, le parole fluirebbero leggere come fibra, sospiri come vento da un orecchio all’altro, Il Rikudo Sennin d’altro canto e anche molto catturato dalla disposizione dell’abitazione del generale Anbu, un ordine preciso ed una accuratezza incredibile, parrebbero discorsi e pensieri da casalinghe, ma solo uno stolto le prenderebbe come tali, dai gesti, dagli sguardi e da ogni cosa che circonda una persona si può apprendere molto di più che da un semplice fascicolo o dalle voci del villaggio, Akendo lo sa molto bene. Il viso verrebbe catturato, così come l’attenzione, dalla domanda posta dal Nara, domanda legittima e che per qualche istante sembrerebbe quasi essere una di quelle gag da teatro giapponese, quando il birbante ribelle viene scoperto, quasi come un infante ladro, peccato che questo non sia uno spettacolino ed i motivi sono ben altri che infantili…inutile dunque celare in parte o del tutto la verità sulla faccenda…<un favore che mi fece l’attuale Kage della foglia ai tempi del torneo sull’Isola Chumoko> un sospiro, portando solo a quel punto le iridi su Azrael…<ora come ora mi diletto a prendere un po’ in giro i tuoi sottoposti> come non dargli torto a quei poveretti, allarmati ogni qual volta che una figura dalle loro vesti balza da un posto all’altro, non identificabile, ovviamente il suo tono lascia intendere la leggerezza di quell’azione compiuta per gioco e poi infondo è tutto all’allenamento per i ninja della foglia. L’esclamazione del Nara sorprenderebbe un po’ il Seiun, che di rimando risponderebbe subito…<ciò è un piacere inaspettato anche per me> una smorfia quasi amichevole comparirebbe sul volto del possessore del rinnegan…< non nascondo che la cosa è reciproca> del resto non si troverebbe li se non fosse questa una delle ragioni….molti sono i piani che albergano nella mente di Akendo, uno tra questi riguarda Azrael…ma che sia solamente dell’Akatsuki l’interesse? Questo non ci è dato saperlo, forse nemmeno Akendo lo sa con certezza, quello che possiamo fare e continuare ad essere spettatori di questo incontro….spettatori di questa storia narrata. Qualche attimo di silenzio prima che una nuova domanda verrebbe posta alla sua attenzione, ma non vi sarebbe risposta se non all’ultima delle parole pronunziate dal Nara stesso riguardo ad un nemico ed un incontro che l’ha lasciato con alcuni dubbi….<potrà sembrare assurdo> quasi come se si tratti di empatia….<anche la mia mente è pregna di dubbi, informazioni che sono venuto a sapere, risposte che cercavo ed in cambio ho trovato solo altre domande> un ennesimo sospiro, come se tutta questa faccenda gli pesasse, quasi come un fastidio che si può accusare sulle spalle…un carico di tensione a fine giornata lavorativa, così parrebbe. Lo sguardo fisso sul Nara lo inviterebbe dunque ad aprirsi ed esporre i suoi dubbi, di tempo c’è né e le parole se i Kami vorranno fluiranno come ruscello di montagna in un giorno di primavera, affinché entrambi possano esporre all’altro i propri dubbi. [chakra on] [equipaggiamento Anbu on]
Giocata del 20/02/2016 dalle 01:00 alle 03:19 nella chat "Luogo Sconosciuto"
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Ora che entrambi si sono portati in una posizione più comoda e rilassata, le parole fluirebbero leggere come fibra, sospiri come vento da un orecchio all’altro, Il Rikudo Sennin d’altro canto e anche molto catturato dalla disposizione dell’abitazione del generale Anbu, un ordine preciso ed una accuratezza incredibile, parrebbero discorsi e pensieri da casalinghe, ma solo uno stolto le prenderebbe come tali, dai gesti, dagli sguardi e da ogni cosa che circonda una persona si può apprendere molto di più che da un semplice fascicolo o dalle voci del villaggio, Akendo lo sa molto bene. Il viso verrebbe catturato, così come l’attenzione, dalla domanda posta dal Nara, domanda legittima e che per qualche istante sembrerebbe quasi essere una di quelle gag da teatro giapponese, quando il birbante ribelle viene scoperto, quasi come un infante ladro, peccato che questo non sia uno spettacolino ed i motivi sono ben altri che infantili…inutile dunque celare in parte o del tutto la verità sulla faccenda…<un favore che mi fece l’attuale Kage della foglia ai tempi del torneo sull’Isola Chumoko> un sospiro, portando solo a quel punto le iridi su Azrael…<ora come ora mi diletto a prendere un po’ in giro i tuoi sottoposti> come non dargli torto a quei poveretti, allarmati ogni qual volta che una figura dalle loro vesti balza da un posto all’altro, non identificabile, ovviamente il suo tono lascia intendere la leggerezza di quell’azione compiuta per gioco e poi infondo è tutto all’allenamento per i ninja della foglia. L’esclamazione del Nara sorprenderebbe un po’ il Seiun, che di rimando risponderebbe subito…<ciò è un piacere inaspettato anche per me> una smorfia quasi amichevole comparirebbe sul volto del possessore del rinnegan…< non nascondo che la cosa è reciproca> del resto non si troverebbe li se non fosse questa una delle ragioni….molti sono i piani che albergano nella mente di Akendo, uno tra questi riguarda Azrael…ma che sia solamente dell’Akatsuki l’interesse? Questo non ci è dato saperlo, forse nemmeno Akendo lo sa con certezza, quello che possiamo fare e continuare ad essere spettatori di questo incontro….spettatori di questa storia narrata. Qualche attimo di silenzio prima che una nuova domanda verrebbe posta alla sua attenzione, ma non vi sarebbe risposta se non all’ultima delle parole pronunziate dal Nara stesso riguardo ad un nemico ed un incontro che l’ha lasciato con alcuni dubbi….<potrà sembrare assurdo> quasi come se si tratti di empatia….<anche la mia mente è pregna di dubbi, informazioni che sono venuto a sapere, risposte che cercavo ed in cambio ho trovato solo altre domande> un ennesimo sospiro, come se tutta questa faccenda gli pesasse, quasi come un fastidio che si può accusare sulle spalle…un carico di tensione a fine giornata lavorativa, così parrebbe. Lo sguardo fisso sul Nara lo inviterebbe dunque ad aprirsi ed esporre i suoi dubbi, di tempo c’è né e le parole se i Kami vorranno fluiranno come ruscello di montagna in un giorno di primavera, affinché entrambi possano esporre all’altro i propri dubbi. [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] Una mattinata che si preannuncia ai due come piena di stimoli, di promesse e di intrighi, che solo due menti sopraffine come quelle dei due interlocutori possono partorire. Si dice che le grandi menti pensano allo stesso modo, ebbene con loro non sono esattamente così. Due linee di pensiero che non si incontrano, ma che nascono da una stessa matrice e percorrono due binari che però non sono paralleli, ma che costeggiano due lati diversi dello stesso nucleo. Una vita vissuta in due modi diversi, ma che un giorno, chissà, potrebbero mescersi, confrontarsi, donare un qualcosa e ricevere qualcos’altro, in maniera da far prendere a quei binari svincoli diversi. C’è così tanto che quei due possono offrirsi a vicenda che quella conversazione è e sarà solo una minuscola percentuale di ciò che potrebbe avere un potenziale enorme. Alla mente del giovane Special Jonin ricorrono gli avvenimenti accaduti in quell’isola appena nominata dal Rikudo. Quel torneo che ha visto anche un attentato terroristico e tante altre varie piccole incomprensioni, a volte sfociate in battaglia, a volte risolte a parole. < Tu e Hitomu avete un legame molto profondo, quindi. > praticamente ovvio, dati i trascorsi tra i due, le alleanze, i favori che più che per una questione di dovere a questo punto è lecito pensare siano dettati dall’amicizia che li lega, ma di questo lascerà che ne parli l’altro, se lo riterrà opportuno. < Ricordo gli avvenimenti di quel torneo > principia, lasciando che i ricordi fluiscano liberi dalla propria memoria, per renderne partecipe il Sennin, che forse non lo conosce ancora abbastanza, ma potrà intuire che vuol dire molto per lui aprire la propria mente in tal modo ad una persona con cui non ha troppa confidenza < Terroristi mettevano a soqquadro l’isola in cui si concentravano i più potenti shinobi del mondo. Curioso e anche un po’ ingenuo, non trovi? > scuote piano la testa, poggiando le mani sulle proprie ginocchia, le braccia sono rilassate, così come tutto il resto del corpo. Resta composto, come da buona educazione militare e violenta quale gli è stata impartita, ma ogni muscolo del proprio corpo sancisce uno stato di quiete, che solo il Rikudo è in grado di donargli. La motivazione di quella inaspettata visita sembra quindi non essere ancora chiara, ma nascondersi per metà, come il sole al tramonto, non ancora sotto la linea dell’orizzonte, ma non pienamente splendente ed alto nel cielo. Eppure il tramonto è spettacolare. < Mi domando, Akendo, se la calma che trasmetti rispecchia la tua anima o è solo una facciata. > pronuncia quelle parole con trasporto, passione, praticamente a mostrare l’interesse vivissimo che quell’individuo suscita in lui, nessuna nota di mancanza di rispetto. < Ti parlerò dei miei pensieri e, se dopo vorrai, sarò un valido paio d’orecchie a cui sussurrare i tuoi. > gli sorride, umettandosi le labbra con la lingua e prendendo un profondo respiro prima di iniziare a parlare di quel che gli ha dato da pensare ultimamente < Konoha è casa mia, il mio cuore batte qui. Eppure sento di essere un pericolo. C’è qualcosa dentro di me che continua a forarmi il cervello con un’insistenza che a volte non è sostenibile. E quando accade divento un pericolo, sai, per la mia gente ed il mio villaggio. È anche per questo che la tua proposta fu per me una boccata d’aria fresca. Forse pensare un po’ a me è la chiave per trovarmi e poter tornare a difendere tutto questo nella maniera giusta. Forse tu sei proprio ciò di cui avevo bisogno per ritrovare un equilibrio ed evitare di provare l’istinto di uccidere chiunque vada oltre il mio codice morale. > L’ultima frase è pronunciata con una buona dose di autoironia, benché nasconda la verità, in parte. Ora resta silente, il capo leggermente chino verso destra, come un animale incuriosito da un suono particolare e mai sentito, e sono proprio suoni mai sentiti quelli che sta attendendo di ascoltare dalle labbra del Rikudo. Tutt’altro che una mattinata come le altre quella che si prospetta per i due, non a caso ha scelto questo particolare orario per addentrarsi ed iniziare dunque a colloquiare con il Generale Anbu, indubbiamente per un fatto simbolico, d’altro canto per aver abbastanza tempo a disposizione per potersi godere quell’incontro quanto basta a soddisfarlo. Li seduto su quel materasso, silente e rilassato come fiore di loto poggiato sul letto vellutato d’un lago, immobile e a tratti inaccessibile, solo osservabile….l’affermazione di Azrael, lo incuriosisce a tal punto dal ribattere, incuriosito a sua volta da una sua stessa risposta e dalla risposta con cui il ninja di Konoha stesso dovrà fare i conti una volta che il Rikudo Sennin gli avrà posto la seguente domanda…<legami…> sussurrerebbe quasi…<non ti saprei dire con sincerità Azrael> chiamandolo per nome e senza alcun riconoscimento formale….<legami> sussurrerebbe nuovamente….<penso che sia una bella parola non credi? Eppure…tanto bella quanto effimera, astratta…poco concreta> così come in effetti sono le relazioni ed i sentimenti stessi che le persona provano….<molto umana, quasi un illusione….tu cosa ne pensi Azrael?> tornando per un ultima volta a chiamarlo per nome. Una domanda posta con un preciso scopo? Come qualsiasi altra parola del Rikudo Sennin del resto, che per un motivo o per l’altro pone e ricerca allo stesso tempo risposte e domande differenti, ogni cosa è voluta per un preciso scopo, che sia un piano, un raggiro, un pensiero, il convincere qualcuno ad unirsi ad una causa o ancora di più…il godersi lo scorrere delle sillabe una per una, crogiolandosi in tale momento, confrontando e dando battaglia tra le proprie menti, dando vita pensieri ed altre parole. Una domanda che però è premura per Akendo accantonare, il ninja di Konoha avrà tempo per rispondere, lasciandogli dunque lo spazio necessario affinché possa parlare, prestandogli la massima attenzione e così è, seguendo ogni singolo movimento delle sue labbra, facendo diversi cenni riguardo ai trascorsi dell’isola e soffermandosi sulla domanda che gli viene posta….<questa è un ottima domanda>…<come ci si aspetterebbe da una mente arguta come la tua Generale> abbozzando una smorfia su quel viso enigmatico e criptico….<è vero, molte volte la calma è un inganno, un arte, una facciata per poter mascherare magari i propri intenti, magari le proprie armi> d’altronde sono le basi dei ninja…l’arte dell’inganno…e qui sembrerebbe finita la discussione, un lasso ti spazio quanto basta per decretare chiuso l’argomento, favorendo dunque l’ipotesi di Azrael sulla facciata, ma un sospiro precederebbe novelle parole….<e se> un sospiro, flebile come danza nel vento….<ti dicessi che l’arma stessa è la calma qual è allora io mi chiedo il vero inganno in questo caso?> si sta riferendo ovviamente a se stesso ma a chiunque altro ipotizzi solamente questa teoria….<l’inganno di un inganno è verità o inganno?> quasi divertito dalle sue stesse parole, che ad orecchie qualunque potrebbero sembrare parole buttate per caso, giochi di parole per confondere la mente eppure Akendo ha risposto ma al tempo stesso non ha confermato nulla della domanda posta in precedenza da Azrael, spronandolo ora a ragionare su un secondo quesito, alla scoperte e rivelazioni di nuove conoscenze, un qualcosa che non avrà mai fine. Ma il tempo delle domande, dei quesiti e del celato divertimento, presterebbe dunque orecchio alle parole del Generale Anbu, dei suoi dubbi e di ciò che lo spaventa ed al tempo stesso è la causa di questa sua sensazioni opprimente, all’ascoltar quelle parole chiunque coglierebbe l’occasione di far sua una figura come Azrael se lo scopro principale fosse quello di rinfoltire le fila della sua organizzazione o altra armata, ma non è questo l’intento di Akendo, che percepirebbe nello special qualcosa di corrotto e al tempo stesso rotto, un qualcosa che ha provato, e che ancora prova, affossato sempre più dal fardello che il Rinnegan gli ha posto, si avvicinerebbe, di poco, senza accorciare troppo la distanza, cercando dunque di dare un senso ai dubbi del ragazzo e magari aiutarlo a trovare una strada….<capisco come ti senti e non sono del tutto estraneo a ciò che senti e provi> d’altronde chi meglio del possessore del Rinnegan, può capirlo? Su di cui grava la pesante profezia dell’equilibrio o della distruzione, senza contare ciò che il potere gli ha rilevato…una maledizione tutta sua. Le labbra si schiuderebbero nuovamente, lasciando che altre parole accompagnino quelle precedenti, indirizzate al ninja della foglia…<conoscere se stessi e comprendersi è forse la cosa più difficile da raggiungere, a detta di molti l’atto finale>….<un qualcosa che apprendi solo dalla morte stessa> molte sono dicerie altre leggende, favole e poesie narrate negli anni….<indubbiamente per molti…l’Akatsuki ha significato libertà, per altri potere, altri ancora l’appagamento personale> un sospiro, quasi come se si sentisse gravato da tali parole e pensieri….<ciò che posso dirti con certezza e che forse ora non è dell’Akatsuki che hai bisogno>….<non troverai altro che dubbi, nella disperata quanto patetica illusione di rincorrere ciò che più desideri>, il viola sguardo cercherebbe le iridi di lui, penetrandolo fin dentro ‘anima…<ti perderai Azrael, allontanandoti sempre più da ciò che desideri realmente> parole che a conti fatti sembrerebbero tutt’altro che un convincere la controparte ad unirsi alla propria organizzazione…che sia anche questo un piano del Rikudo Sennin? Una qualche strategia piscologica? O forse un’affermazione che nasconde una proposta? Nella più completa calma, il collo del Seiun compirebbe un mezzo arco, quanto gli è possibile dalla muscolatura, sgranchendosi, per poi tornare sul Nara….<arriverà> vocerebbe d’un tratto….<presto>…<il momento in cui tu stesso ti accorgerai> attimi di pausa….<che è giunto il momento di andare> che si riferisca ancora all’organizzazione dalla luna cremisi? O forse un qualcosa semplicemente legato alle parole proliferate poc’anzi riguardo proprio all’organizzazione, che nascondono dunque un fine ben più grande? Forse proprio ciò di cui Azrael sta cercando…il suo equilibrio. [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] Ha da prendere in esame ora una quantità innumerevole di fattori. La mentalità del Rikudo Sennin, le sue parole, quel che c’è davanti e quel che c’è dietro e quel che c’è dietro ancora. Coglie gli stralci delle parole che l’altro gli pone innanzi, approfittando di ogni tempo che gli viene lasciato per rispondere nella maniera più trasparente e sincera possibile, come se, oltre che col possessore del Rinnegan, stesse parlando con se stesso. < Una parola come lo sono tante altre che può nascondere un bellissimo significato, o una terribile tragedia. > si basa tutto su una questione di opposizioni, di ciò che da una parte è una cosa e dall’altra si rivela essere qualcosa di completamente diverso. È così che va il mondo, così che girano le cose, bisogna solo sapere quali e quando cogliere il giusto lato. < Si può essere legati ad un amico, ad un conoscente, ad un familiare e si può essere legati ad un nemico… > prosegue senza sosta alcuna, per rispondere a tono al grande uomo che ha di fronte < …amicizia ed inimicizia, amore ed odio. Se mi chiedi cosa ne penso devo risponderti riprendendo le tue parole di poco fa > abbozza un sorriso, ricalcando proprio quella stessa locuzione, cambiandone solo il nome proprio posto alla fine < Non ti saprei dire con sincerità, Akendo. > piccola pausa, per articolare ciò che ha da dire < Quello che pensi sia un lato del legame, il rapporto madre figlio, ad esempio > non propriamente scelto a caso, ma così sembrerà solo a chi conosce per intero la storia del giovane Special Jonin < Da positivo può tramutarsi in negativo come questa ti abbandona, non ti cresce, non si comporta come madre quale dovrebbe essere. > e qui si tocca un altro punto al Nara abbastanza caro, su cui ha più e più volte riflettuto senza mai arrivare ad una posizione certa < Ognuno sembra avere un ruolo. Io sono il Generale di un esercito, sto alle regole di un uomo che ha il ruolo di Kage. Ma dietro un ruolo vi è una persona, con un pensiero proprio ed una coscienza a cui non può sfuggire. Non è col ruolo a cui corrisponde il tuo nome che sei costretto a vivere la tua vita, ma con te stesso, quel che c’è dietro. > E quindi giunge ad una risposta che forse non è corretta, ma che è l’unico frutto del ragionamento sopra citato, sul quale si è trovato a riflettere ancora una volta < Forse è tutta un’illusione, forse è tutto troppo umano ed effimero, ma scartando a priori che la soluzione sia subire passivamente il sistema, quale potrebbe essere, se non quella di cavalcarlo, conoscerlo e vivere queste emozioni in maniera attiva, finché la consapevolezza delle stesse non ti porta a sovrastarle e ad ergerti sopra l’umano genere? > tutto molto retorico, eppure potrebbe avere un senso per chi ha un cervello abbastanza allenato da sbrogliare quanto è stato appena detto. Silente ha da pensare ora ad un altro quesito, cui però stavolta non segue un ragionamento, ma una constatazione secca, segno che il Nara è più che sicuro di quanto sta per comunicare al suo sommo interlocutore < Ognuno di noi è uno, nessuno e centomila. > e cosa vorrà mai dire questo assioma, pronunciato come fosse una legge < Verità e inganno sono relative al contesto. Quel che oggi è una verità… > solleva la mano destra, mimando una piccola esplosione con le dita < …PUFF… > ripone il braccio nella posizione iniziale, il palmo di nuovo poggiato al ginocchio < …domani è un inganno e viceversa, non perché lo vogliamo, ma perché intorno a noi tutto cambia, tutto è in movimento. > Non si smuove quando l’altro si accenna ad accorciare le distanze tra i due, semplicemente mantiene costante e regolare il proprio respiro, che smuove il petto in maniera cadenzata, quasi ipnotica se qualcuno si soffermasse a guardarlo < Stai cercando di comprendermi ed aiutarmi, da quanto posso capire dal tuo atteggiamento e non di arruolarmi. Ora come ora stai abbandonando la maschera di capo dell’Akatsuki per metterne un’altra che forse non conosco. Non so se dovrò morire per trovarmi finalmente di fronte a me stesso e potermi osservare dall’alto, prendendo il controllo di ciò che c’è in me, ma fin’ora come unica opzione ho vagliato solo quella di asservirmi al villaggio, rinunciando più e più volte alle mie questioni personali per ciò che credevo e credo ancora sia più giusto. Tuttavia, se voglio adempiere in maniera perfetto al ruolo di protettore di casa mia, che voglio padroneggiare al meglio, sento di avere il bisogno di distaccarmi, guardare la cosa dall’alto e non dall’interno. Scambiando magari il tutto con la visione che avevo della tua corporazione, dall’esterno, di un qualcosa da odiare in quanto responsabile della morte di mio padre. Potrebbe cambiare tutto, guardandolo dall’interno. > … < E forse non mi perderò, guadagnerò un punto di vista in più. > la mancina passa sul volto, come a lavare via pensieri che lo angosciano, ma che, man mano che li esterna, lo alleggeriscono. < Cosa pensi che vedrò e che sentirò, quando sarà il momento? > domanda infine, curioso di appropriarsi della conoscenza che il Sennin sta scambiando con lui e che lui sta ricambiando con la propria.freeze
Giocata dal 01/03/2016 20:56 al 02/03/2016 01:17 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Casa] Silente si pone in condizioni d’udir ogni singola sillaba del Generale Anbu, annuendo di tanto in tanto, compresa parola per parola, mentre la voce di Azrael continua a fluire come fiumiciattolo di montagna, raggiungendo il lago, in questo caso Akendo, la cui mente aperta ed esperta cattura ogni senso e significato. Il discorso sul significato proprio di alcune parole in particolare è uno dei tanti interessi che a quanto pare accomunano i due ninja, intenti a discutere della propria visione, chi la vede in un determinato modo, chi in un altro, nessuno può dire quale sia la risposta assoluta, come tutte le cose dell’uomo, vi sono svariate sfaccettature e per ognuna di esse un modo particolare di vederle, comprenderle…così come per valori come amicizia e legami, pregni di forza e potere ma altrettanto pericolosi, di certo un mistero per Akendo che come un bambino nei suoi primi passi, esplora questi concetti, cercando di capire, anche sulla propria pelle cosa significhino per se stesso e per le persone. Verrebbe quasi da ridere nel comprendere come sia incredibile la mente del Rikudo Sennin ma al tempo stesso limitata su alcune delle faccende che per qualsiasi persona non sono che la natura stessa dell’uomo, legarsi, amare, odiare…Akendo conosce ognuno di questi sentimenti di certo non è un cyborg e ha dovuto fare i conti con ognuna di queste nel momento in cui risvegliò il potere dell’eremita delle sei vie, eppure difficile gli è, comprendere l’effettivo valore di emozioni e altro ancora che non siano ovviamente odio o simili. Un sospiro, prendendo aria nei polmoni per dare un ultimo commento sull’intera faccenda, così che il dialogo tra i due possa evolversi rivelando qualcosa in più…<per ognuno di noi vi è un differente significato, difficile comprendere quale sia l’effettiva realtà, benché meno la risposta “giusta”> mimando con le dita il gesto delle virgolette….<certo in base a ciò che si sa, potremmo fare come suggerisci, facendo nostra questa consapevolezza, cavalcare e vivere tali emozioni eppure io stesso molte volte mi chiedo>….<e forse non è peggio? Non riesco a pensare a nulla di più atroce che vivere sapendo che forse ciò che si sta seguendo non è che una illusione creatasi in anni e anni di bugie, illusioni, necessità, affinché si possa “vivere”> nessun gesto ad avvalorare quella ultima parola, il senso verrà già compreso. Una risposta data con una certa sincerità, del resto molto del suo pensiero si basa per l’appunto su ciò che è illusione nata da anni di menzogne e necessità e la realtà che vi si cela dietro ad ognuna di cotali illusioni, un concetto che ha provato a spiegare a Kurako stesso, portandolo sull’orlo della follia…il Rikudo Sennin non è nemmeno del tutto certo il Senjuu abbia compreso il suo discorso, del resto è possibile? Una conoscenza acquisita solo grazie al potere del Rinnegan, una conoscenza tale da essere fuori dalla portata di individui semplici o incredibili, non vi è dunque sorpresa se è impossibile comprendere la natura reale delle cose. Ma per fortuna del Nara e dello stesso Seiun non è su questo che il discorso si focalizzerà, bensì sulle ultime parole proferite da Akendo stesso riguardo ai dubbi del Generale Anbu e dell’organizzazione…<non avere timore mio caro Azrael> prenderebbe parola a seguito del silenzio creatosi nuovamente….<Non vi è dubbio che un posto nella mia organizzazione è certo, dopotutto sei uno dei migliori ninja, sciocco logicamente parlando, non volerti con me> eppure vi è ben altro, un discorso che cercherà di far capire al Nara, chissà, potrebbe anche aiutarlo a comprendere e risolvere molti dei dubbi che lo special si porta dentro di se…<i Villaggi sono così, i ninja sono educati così, lo stesso Kage è educato in tale modo> andrebbe a commentare giusto per, focalizzandosi dunque su ciò che più gli interessa….<l’organizzazione come ti ho detto la prima è un simbolo, ognuno dei membri vi vede un qualcosa, un desiderio, il più delle volte, ciò che più desiderano altre, un qualcosa racchiuso in loro, latente, non nego che in parte il mio progetto comprendesse anche questo sviluppo> ma non è ovviamente il caso di Azrael….<ma tu giovane ninja, acquisirai si un punto di vista, potrai ampliare la tua mente, comprendere nuovi concetti e viverli al tempo stesso> riferendosi al sistema dei villaggi, alle loro leggi, titoli e figure legati e indottrinati ad agire per il bene del villaggio, asserviti ad esso. Un sospiro, profondo, il Violaceo Rinnegan cercare lo sguardo altrui…<ma per risolvere e trovare risposta ai molti dubbi che assillano la tua mente e logorano la tua anima, non è nell’organizzazione che troverai risposta> qualche attimo di pausa prima di concludere con uno strano sorriso, il suo, al calar dell’ultima lettera….<cosa Sentirai? Una domanda>…..<cosa Vedrai? Un bivio>….<presto o tardi arriverà>. [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] [Casa] Tale è l’interesse del Nara nel confronto delle parole del Rikudo Sennin che di tanto in tanto la mascella perde nervo, schiudendo le labbra con l’annuire del capo. Un movimento costante e continuo, dotato quasi di ritmo proprio, le iridi tenute costantemente sul volto dell’uomo con cui ha il piacere e l’onore di parlare in casa propria a quell’ora del mattino. Un momento sospeso nel tempo e nello spazio. Stanno sviscerando tutti i punti fondamentali dei loro pensieri e delle loro filosofie, assurdo pensare come e quando siano giunti a certe conclusioni, alcune si stanno formando man mano che colloquiano, confrontando le loro menti in quella sorta di inseguimento continuo in cui, per brevissimi istanti, si sfiorano, per poi riprendere a correre più veloci di prima in attesa di un ennesimo contatto. < Per adesso… > chiosa in relazione all’impossibilità di arrivare alla verità, al vero, oltre quel velo che ricopre il mondo e le vite di ogni singolo essere senziente sulla faccia della Terra < …per adesso > si ripete, ponendo accento su quanto sia effimera e non statica quella posizione < non possiamo arrivarci. > Si solleva, con movimenti lenti e calcolati, senza mai compiere un movimento brusco che possa interrompere la solennità di quel momento < Ma d’altronde quanti, in tempi passati e primitivi, avrebbero potuto credere che un uomo potesse elevarsi al pari di un Dio. Eppure a guardarti negli occhi ora… > quel potere che gli ruota attorno all’iride, i concentrici viola che dotano il Sennin di un potere inimmaginabile, da lui sfruttato splendidamente e che gli hanno evidentemente conferito una visione del tutto nuova. < Magari c’è un altro stadio dell’evoluzione, nessuno ha mai avuto certezza che siamo l’ultimo gradino della scala. > Bisogna continuare a sperare, continuare a provarci, a scoprire e a vivere, per giungere forse a quel nuovo, prossimo livello. Sia a livello individuale, che come specie. < La realtà, il mondo… > una pausa, la mano destra che si leva come se stesse accarezzando un qualcosa sospeso in aria, davanti al proprio viso < …non esistono. Il mondo è solo volontà e rappresentazione. > Sospira profondamente, il petto si gonfia e si sgonfia in un lunghissimo sibilo accompagnato dal socchiudersi degli occhi < Cosa sarebbe un oggetto se non ci fosse nessuno a contemplarlo. E cosa sarebbe un soggetto senza nulla da contemplare e a cui rapportarsi? È un meccanismo che ci tiene bloccati nell’infinito ciclo di vita e morte. Ma oltre c’è qualcosa, deve esserci. > si tratta della realtà, dell’universo, non può essere confinato e confinante, è un po’ quel che muove il Nara, che non è più calmo da quando ha cominciato a riflettere sul fatto che quel che ha vissuto fin’ora non è forse altro che l’un per cento di quanto ha da vivere. < E io voglio cercarlo e trovarlo. Con te, che non ci sarebbe nessun altro con cui intraprendere un viaggio del genere. > già che gliene stia parlando è una gran cosa, altri lo chiamerebbero pazzo, altri che hanno ancora quel velo poggiato dinanzi agli occhi come una maschera < È quel che credo tu possa portarmi a fare, che sia mentre indosso uno dei tuoi anelli oppure no. Non sono interessato al potere, lo ero… > la destrorsa va sul petto, verso sinistra, a tastare quel che la sua ricerca iniziale di un potere primordiale e basato sulla semplice forza bruta lo ha costretto a fare, rendendolo un potenziale pericolo per se stesso e per chi lo circonda. O forse non per tutti. L’uomo che ha di fronte non potrebbe mai essere minimamente toccato da un raptus che più di una volta hanno messo in pericolo le vite di comuni Konohani. < …ma ora sono interessato solo al vincere sulla vita stessa. Su tutte le convinzioni che ho sempre avuto e che sono mano mano venute meno. Tu puoi accompagnarmi nel mio cammino verso tutto questo? Non sei curioso anche tu di conoscere se c’è qualcosa dietro questa illusione e, soprattutto, cos’è? > Infine sorride, gli angoli della bocca si piegano brevemente prima di tornare in una posizione neutrale, una microespressione e nulla di più < Forse quel bivio mi attende dietro la figura di Ryota, sebbene non sia lui quella che io considero la mia nemesi. > Kuugo. Quell’uomo a cui ha promesso più e più volte una morte dolorosa e certa, ma che poi ha dovuto lasciar andare nelle prigioni di Kusa, pur sapendo che uno come lui non sarebbe mai e poi mai rimasta a marcire dietro delle sterili sbarre. Uno dei tanti errori che ha compiuto fidandosi di una giustizia non sua, una delle cose che gli tormentano la mente ogni volta che la mente sfiora i ricordi legati a quell’individuo che è poco degno di essere definito uomo. [C on] [Casa] Ciò che in questo presto dì si viene a creare è un susseguirsi di teorie, pareri, considerazioni, menti agili di incredibili persone che si incontrano, all’occorrenza si scontrano generando così un pensiero del tutto privo di influenza esterna, concepito dall’unione di entrambi…avvenimenti più unici che rari. Alcune ore sono passate da quando il Rikudo Sennin ha fatto quella rocambolesca entrata spacciandosi per un subordinato, ringrazierebbe i Kami se non fosse così arrogante da paragonarsi a loro, per avergli dato tutto questo tempo in cui poter dialogare con il famoso Azrael Nara, una delle menti più rinomate in tutta Konoha, mente seconda solo alla sua abilità nel combattimento, che in parte, ha già avuto modo di osservare. Silente non proferirebbe parola, ora più che mai...la curiosità prenderebbe posto ad un interesse ben maggiore, quel ragazzo sta cominciando a capire quali siano le leggi del mondo stesso, i meccanismi, cose che Akendo ha potuto solamente completare al finire di questi ultimi anni e di certo non è un giovincello, le iridi rimarrebbero fisse, come se potesse intravedere lo scorrere delle sue frasi disperdersi nell’aria, gli occhi sgranarsi, rimanendo fisso ad udir ogni singola parola, il ragazzo è all’inizio ma sta capendo come girino i meccanismi alla base di tutto. Annuirebbe con il capo aggiungendo qualche parola al finir delle sue, prima che il ragazzo parli di Kuugo…<sei molto vicino a comprendere qualcosa di gigante...immenso> un sospiro prima di rispondere alla sua domanda…<Se sono curioso Azrael?> nominandolo per nome senza alcuna onorificenza a seguirlo…<Hai posto una domanda, ebbene io ti risponderò dicendoti>….<seguimi e scoprirai fin dove mi ha portato tale curiosità> un invito e al tempo steso una conferma alla domanda posta in precedenza dal Nara sul seguirlo in un ipotetico viaggio, che sia con o senza anello e manta, ma entrambi hanno a cuore il desiderio di spostare l’attenzione sul problema imminente, potendosi così concentrare in futuro proprio su tali argomenti e chissà magari quel momento accennato da Akendo potrà arrivare con largo anticipo, venendo incontro anche alla domanda del Generale Anbu. Le iridi si spostano per qualche attimo su di un orologio, il tempo è effettivamente passato, a tal punto da dannare questa volta i Kami per aver creato mattine troppo brevi e notti troppo lunghe, sbufferebbe quasi, senza che lo special se ne accorga, concentrandosi sulle ultime parole del ragazzo…<indubbiamente questo Ryota ha saputo manovrare ogni sua pedina> ricordandosela per qualche istante un semplice Chunin quando fece visita a Kiri nelle vesti di Anbu di Ame….<io stesso sottovalutandolo mi sono dovuto ricredere sul suo acume> stando ben attento a non parlare di forza, chi mai potrebbe realmente competere? Un sospiro, quasi di rassegnazione, come se stanco della faccenda…<di gente come lui ce ne sarà sempre Az> lo sguardo si riporterebbe sul Nara…<Indubbiamente ha saputo mettere in crisi svariati villaggi eppure non è che una scaramuccia se vista da altre prospettive> lentamente si alzerebbe, senza però perdere il filo del discorso, che dopo qualche attimo di pausa verrebbe ripreso…<agli occhi degli stessi DaimyĆ questo non è altro che un fastidio per la loro economia> quasi divertito da come vista la situazione da diverse prospettive, si ottenga una diversa reazione, a partire dai civili che hanno solo da perdere alle più alte cariche. Lentamente si avvicinerebbe al Generale Anbu…<eppure vi è un sentore, remoto ed impercettibile ma c’è>…..<questo è nulla rispetto a quello che ci aspetterà in futuro> non ci è dato sapere con certezza a cosa si riferisca il Seiun, probabilmente non lo sa nemmeno lui. [chakra on] [equipaggiamento Anbu on] La mancina corre a ravviare il crine corvino del Nara, disordinato come se quelle parole fossero un vento che gli smuove le ciocche sul capo in maniera caotica, un caos che con un semplicissimo gesto viene richiamato all’ordine iniziale. Una metafora adatta a quel che è un po’ lo scopo principe dello Special Jonin. Un movimento, un cenno e tutto torna al proprio posto, come è giusto che sia. Ed è caos quello che sembra esserci in quel groviglio di frasi che ai più potrebbe sembrare senza senso, senza un filo logico preciso, ma che a due grandi menti come quelle coinvolte in questo dialogo risultano come pezzi di un grande puzzle, pensieri che si estendono e che mancano in punti che vengono immediatamente colmati dalle parole dell’altro a formare un disegno più grande, che si rivelerà solo quando ogni singolo tassello sarà al proprio posto, quando anche l’ultima di quelle parole sarà stata spesa. Forse quello è un discorso che sta giungendo al termine, forse tratto dopo tratto i due artisti hanno finito di disegnare. Attende che l’altro termini il suo parlato, sorride con una serenità che non trovava da un bel po’ di tempo, ma che adesso ha riscoperto in poche ore, in una mattina passata a far cosa? Semplicemente a dar libero sfogo ai propri pensieri. Forse ciò che gli mancava da tempo. Una maniera per sfogarsi, per lasciarsi andare in maniera sana, invece di restar chiuso nella gabbia le cui sbarre sono rappresentate da quello stesso villaggio che ama e che proteggerà con tutto se stesso fino alla fine dei propri giorni. Ha solo da trovare un metodo più adatto. Più consono alla propria persona. Fin troppo si è e ha sacrificato per il Villaggio, ma se ciò che sta facendo a Konoha è la cosa giusta, non dovrebbe renderlo felice? Queste sono le domande che lo hanno portato a lungo a queste riflessioni, che ora stanno prendendo voce e che resteranno lì, sospese a fluttuare nell’aere in attesa solo che qualcuno potesse coglierle così come sta facendo il Sannin. Attimi di silenzio quelli che scorrono alla fine delle parole del possessore del Rinnegan, silenzio in cui le palpebre sbattono più lentamente, il respiro viene preso con più calma, il cuore batte in armonia col resto del mondo. Una sensazione assoluta, una sensazione di pace. Le labbra a schiudersi appena, tirando un filo di fiato che vibra per le corde vocali, in maniera che la voce profonda del giovane Nara possa risuonare ancora una volta in quelle quattro mura che definisce come casa e in cui ha avuto l’onore di accogliere, sebbene sotto mentite spoglie, niente meno che Akendo. < Molto vicino non basta. > chiosa, senza aggiungere altro a quell’affermazione cui segue un sorriso appena appena accennato < Le mezze misure non bastano, non mi sono mai bastate e mai lo faranno. Non posso far altro che pretendere il meglio da me stesso, dalla vita e da ogni evento. È l’unico modo di vivere che ritengo dignitoso. > Solleva appena le spalle terminando di articolare il proprio pensiero < Sguazzare nella mediocrità non è da me. > le stesse parole vengono coadiuvate da un’espressione di disgusto abbastanza pronunciata, ma che viene cancellata in un attimo per far posto a dei tratti più neutri < Né da te, da questo nasce la mia ammirazione nei tuoi confronti. > asserisce, senza mai risparmiare di far presente all’altro con cui sta colloquiando cosa pensa di lui e di tutto ciò che gli ruota intorno < Un fastidio o un’occasione di guadagno. Chi finanzia gli eserciti, chi la ricostruzione, chi vende la pace stessa sotto forma dei surrogati più infimi ed insignificanti a gente disperata. Anche questa è questione di punti di vista. > … < Ryota non fa altro che far leva sull’aura di paura che il suo agire ha instillato nelle menti dei villaggi che ha messo in ginocchio. Per questo non lo temo, per sfilargli dalle mani il potere che vorrebbe esercitare su tutti quelli che incontra. E per lo stesso motivo non ho mai avuto paura di Kuugo. Lo guarderò negli occhi quando gli strapperò il cuore dal petto e tra le mie dita ne sentirò le ultime pulsazioni. > Una promessa è pur sempre una promessa e quanto ha appena pronunciato non fa altro che rafforzarla. L’altro poi ha toccato un altro punto interessante, pur senza approfondirlo davvero. Parla per enigmi, per indovinelli che tuttavia nascondono molto di più del semplice significato ludico. E c’è un motivo se in tutto ciò che ha detto il Nara non ha ancora accennato alla sua volontà di seguirlo o meno. Tende il braccio destro in avanti, la mano protesa ed aperta in direzione del Sannin. Il principio di una stretta di mano. < Non vedo molto spesso emozioni trasparire sul tuo volto, Akendo. > lo sguardo nero pece è fisso in quello viola dell’ex Seiun < E a pensarci, a guardare me stesso si potrebbe quasi dire che questo ci rende opposti. Eppure… > si ferma un attimo, a creare quell’attesa nelle ultime parole che sta per professare < …eppure in questa stretta di mano vorrei vedere in te la volontà di intraprendere qualunque viaggio e qualunque bivio la vita ci porrà davanti, almeno la metà di quanta ne ho io. > E resta così, fermo e deciso nella sua posizione, lo sguardo mai ad abbandonare il Rinnegan, non tanto per il doujutsu in sé, quanto per scrutare l’animo dell’altro per quanto possibile, tanto per dimostrare la propria forza anche nei più piccoli gesti, quali il non abbandonare mai la tensione del guardare negli occhi di una semi divinità.freeze
Giocata del 17/04/2016 dalle 00:23 alle 00:32 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Casa Kazama] Conversazioni del genere capitano così di rado che par quasi incredibile che simili menti possano incontrarsi e scaturire determinati ragionamenti, per di più nello stesso anno in corso. Il mondo dovrebbe essere grato per avere ninja di quel livello, quando un tempo il senso di leggendario non era solo un modo o una unità di misura, quanto un vero è proprio titolo, leggendario, unico, fortunatamente o sfortunatamente, molti ninja capaci, ereditieri delle volontà dei loro predecessori, sono cresciuti in questa epoca ed ora fatti finiti e formati, chi detiene un post di rilievo all’interno delle terre ninja, chi famoso per le proprie abilità e capacità ninja, chi celebre per altro, ognuno di loro lascerà un segno nella storia, molti altri faranno la differenza. Akendo? Gli occhi del mondo…uno dei tanti nomi del Rinnegan, egli scruterà come solo un annoiato anziano, scruta i lavori in costruzione del proprio villaggio, eppure vi è la stessa dedizione e concentrazione anche in un atto del genere, lo stesso vale per il Rikudo Sennin, seppur ormai distaccatosi non poco dal concetto di umano e ninja, ne preserva comunque ricorda e forma, per non cadere…“nuovamente” in fallo, rinnegando ciò che è stato. Argomenti di una certa levatura quelli sollevati da ambedue le menti ninja, parole giungerebbero all’ascolto del Seiun che senza perder tempo risponderebbe di rimando…<mediocrità…> ripeterebbe tale parola poc’anzi udita dal giovane Azrael…<una parola da lasciare a chi diversamente da te e da me si accontenta di quel vicino, morto ormai in lui il desiderio di divenire qualcosa di più, comprendere perché svegliarsi la mattina e contemplare il i fiori anziché il sole, spenta in lui quella fiamma che arde fin dal principio nelle anime di ognuno di noi> taglierebbe successivamente così il discorso, proferendo solamente queste poche, ma significative parole, affinché lo stesso Generale Anbu possa procedere nell’esporre i suoi concetti. Abbozzerebbe una smorfia, quanto più c’è di simile ad un sorriso, nell’ascoltar le parole del giovane ninja della foglia, parole che troverebbe altrettanta gratitudine in quelle dello stesso Rikudo Sennin, lusingato e a tratti sconnesso, incapace molte volte di fare fronte a dei complimenti, diversamente dall’idolatrazioni che molte volte capita, del rispetto dovuto o temuto e della paura che incute nelle persone…<le tue parole mi lusingano, quando ancor più vengono pronunciate on da un ninja qualunque, bensì da chi ormai si sta avvicinando sempre più ad una età adulta, cosa non da poco> qualche istante di pausa….<di questi tempi> frasi scelte non a caso, celando, se così si può dire, un complimento riguardante lo special, parole in cui, in ogni caso, crede fermamente, o non sarebbero li a parlare, anche se, nel caso di Azrael, se non fosse dotati di grandi capacità ninja, ma solo di una mente sviluppata come quella con cui si sta confrontando adesso, non si negherebbe di certo il piacere di discuterci ogni tanto. Ma il tempo dei complimenti è giunto al termine, darebbe ascolto alle ultime parole riguardanti Ryota e ciò che nel mondo ninja, manovra la maggior parte delle cose…< finché l’uomo seguirà dei concetti che egli stesso ha creato, esse saranno al tempo stesso catene, schiavi delle loro stesse leggi, succubi dei loro stessi pregiudizi e paure> un modo come un altro per dire che tutto ciò che ora sta accadendo non è nulla di nuovo e attenzione attenzione…è creazione dell’uomo stesso, ma ora, vi è ben altro che catturerebbe l’attenzione e lo sguardo di Akendo. Posato su quel braccio posto d’innanzi a se, darebbe ascolto, portando lentamente lo sguardo sul volto del Nara, affinché vi sia una connessione anche visiva tra di loro, mentre lente le parole dell’Anbu, raggiungerebbero la figura del possessore del Rinnegan, concentrato su ogni minima parola…una veloce occhiata al braccio di Azrael proteso verso la propria figura, la destrosa, avanzare lentamente, sfiorerebbe per qualche istante la mano del Generale Anbu, avanzo poi alla ricerca dell’avambraccio…avanzerebbe con il proprio corpo, mentre la destra, afferrerebbe l’avambraccio scoperto del Nara, stringendolo in una presa…un classico saluto miliziano di tempo ormai così lontani da esser stati dimenticati, svaniti e probabilmente per sempre…<Con il tempo mio caro Azrael> il calore del suo respiro, raggiungerebbe il ninja della foglia, essendo ormai molto vicini, un usanza e una precisa volontà, affinché possa avere uno sguardo diretto e profondo con il ragazzo….<scoprirai che siamo molto più simili di quello che immagini> concluderebbe così, confermando comunque le parole poc’anzi udite dal giovane. Il tempo è volato, divoratore d’epoche scorre senza sosta, inesorabile…immortale, così come anche la loro mattinata, qualche altra chiacchiera e discussione dai toni e ritmi molto più calmi e rilassanti, non di certo impegnativi, congedandosi poi a vicenda affinché ognuno prenda la loro strada, per poi rincontrarsi nuovamente…probabilmente a breve…tutti e due lo sanno benissimo. [END]END PER TUTTI E DUE