Rivelazioni e sakè

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22:22 Shinsui:
 Dopo svariate giornate i due coinquilini si son decisi a darsi appuntamento al chiosco del villaggio. Per varie motivazioni ultimamente hanno cercato di evitarsi a vicenda, seppur le discussioni son state comunque come sempre presenti. Almeno il più delle volte, sarà causa della tensione fra loro e per come si rispondono quando parlano, dandosi delle risposte scontrose almeno questo è dalla parte del giovane, che chissà ora con il suo modo di fare e quel bacio che le ha praticamente rubato, cosa le ha fatto pensare. Tuttavia il giovane da quella sera, da quando ha realizzato ciò che ha fatto e come si comporta non fa altro che darsi mentalmente dell'idiota. Si domanda ancora il perché lei abbia ricambiato quel suo bacio, cercando addirittura di approfondirlo. Sbuffa per scuotere il capo come se dovesse liberarsi da quei pensieri, lasciando ricadere le iridi dorate su Kuro che passeggia al suo fianco e che a sua volta l'osserva, come se volesse chiedergli cos'abbia. Il giovane muove appena la testa in segno di negazione a quegli occhietti dubbiosi del cucciolo < nulla cose da grandi piccolo > rallenta il suo passo, piegandosi sulle ginocchia per accarezzarlo e coccolarlo un pochino. Sorride al suo abbaiare gioioso, porta entrambe le mani ai lati del suo muso accarezzandolo ancora < beato te che sei un cucciolo > lascia andare un sonoro sospiro tornando eretto. Con passi cadenzati assieme al piccolo si dirige verso il chiosco, incrociando una delle tante figure a lui note per ovvi motivi. Nota il suo sorrisetto malizioso < evapora > la liquida con estrema scontrosità, in quel dire secco, continuando ad avviarsi verso la meta scelta da ambe due le parti. Da quando le ha rubato quel bacio i sentimenti nascosti alla ragazza hanno cominciato a focalizzarsi sempre più, e lui che cercava di distrarsi con le altre appunto per non ammettere a se stesso determinati sentimenti. La mancina gratta l'orecchio sinistro ripetutamente dietro l'orecchio. < in caso emuliamo che mi sento male e mi port.. > inarca il sopracciglio destro < no.. che ti senti poco bene e ti porto via.. si cosi ha più senso > annuisce verso il cucciolo che risponde con un abbaiare. < siamo d'accordo bravo piccolo! > afferma con sorriso verso il canide. Ormai sono pochi i passi che li dividono dall'ingresso al chiosco si e no tre, quattro passi che vengono ridotti sino l'entrata dalle lunge leve inferiori del ragazzo. La mancina apre la porta del locale, gli occhi dorati si posano sul proprietario < può? > domanda indicando il cucciolo. L'uomo con un cenno di consenso lascia passare lo shinobi con il suo piccolo amico. Gli occhi si spostano verso i tavoli infondo la sala, per indirizzarsi a passo spedito verso questi ultimi. Raggiunto il tavolo si accomoderà accato la finestra, osservando l'esterno mentre Kuro sarà seduto a terra accanto a se. Il mento viene sorretto dalla mancina. Ciò che indossa è il solito giubbino di pelle nera, con sotto una camicia grigia chiara sbottonata ai due primi bottoni. Le gambe sono fasciate dai jeans a vita bassa, cosi come le scarpe che porta ai piedi. I capelli, come sempre ribelli e arruffati.

22:32 Ruri:
 La notte è già scesa su Konoha, portando con sé la brezza notturna che soffia per le vie del villaggio. A passo lento e strascicato tra i vari vicoli fa capolinea la giovane genin, che con sguardo indifferente e scocciato cammina in direzione del centro. Ad illuminarle il cammino ci pensano i vari lampioni emananti luce che permette alla rosea di poter visionare il tragitto che attualmente sta percorrendo. Il suo andamento non è trotterellante come al solito, un segno che da chi la conosce sarebbe ritenuto di cattivo auspicio, in quanto la fanciullina è spesso e volentieri di umore vispo. Quella sera però non vi è spazio nella sua mente per l’allegria, vi è solamente un vuoto, accompagnato da un retrogusto di delusione che le inonda le papille gustative. Sospira, portandosi alle labbra la sigaretta che ha precedentemente accesso per aspirarne il tabacco arrotolato e incandescente. Sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Non è proprio dell’umore giusto e, ovviamente, vi è un motivo più che valido. E’ una motivazione che potrebbe essere facilmente giustificata, se si fosse a conoscenza delle varie vicende che hanno caratterizzato i giorni precedenti. Quel dì ha optato per il solito look con cui va in giro: un paio di leggins neri che fasciano le sinuose gambe, una gonna rossa a balze che le copre le forme, messe in evidenza dall’attillatezza dei fuseaux, al di sotto del bassoventre, un maglioncino bianco con le maniche a tre quarti che la lascia scoperta la pancia e permette d’intravedere il piercing all’ombelico e ai piedi calza un paio di tronchetti color panna. I lunghi capelli rosei, di cui due ciuffi sono raccolti grazie a due forcine lungo l’estremità delle tempie, sono lasciati sciolti lungo la schiena. Le unghie sono rigorosamente laccate di rosso, colore che fa pendant con i suoi occhi scarlatti come il sangue. Non ci mette molto e giunge dinanzi ad un chiosco al coperto. Arresta il suo passo per posare le sue iridi cremisi sull’insegna. Aggrotta la fronte, ripensando a tutte le volte che da bambina si è intrufolata nel retrobottega per arraffare del cibo. Fortunatamente non è mai stata colta in flagrante e crescendo ha potuto frequentare tale luogo da cliente e non da piccola ladruncola. Lascia andare un sospiro, socchiudendo le palpebre, mentre muove i piedi in direzione dell’entrata. Fa il suo ingresso all’interno del chiosco, facendo scorrere lo sguardo sui vari presenti che vi sono all’interno dell’ambiente circostante, cercando mentalmente le fattezze di un giovane di sua conoscenza, con sui si è data appuntamento proprio lì. E infatti nota il profilo di Shin seduto ad un tavolo. Senza indugio prende a camminare in sua direzione e mentre avanza scorge il nuovo amichetto del coinquilino, che le ha portato a casa giorni prima. < Ovviamente non sono in ritardo > specifica, annunciando la sua presenza e fermandosi a pochi passi dal tavolo. < Le donne non sono mai in ritardo > dichiara, scostando l’attenzione dal rosso e indirizzandola verso il candide. < Sono gli uomini ad essere sempre in anticipo > sostiene, inclinandosi verso il cagnolino, mettendo in evidenza la mano destra, con cui gli andrebbe ad accarezzare la testolina, qualora Kuro non avesse nulla da obiettare. < Ciao mocciosetto > lo saluterebbe con un lieve ghigno che le incresperebbe le labbra. Si rialza per poi accomodarsi dinanzi al coinquilino. < Fingi di essere maggiorenne e ordina del sakè > borbotta, appoggiando il mento alla mano stesa a paletta orizzontalmente. E’ palese che il vecchio amico dimostri molti più anni di quanti ne abbia realmente. < Ne ho bisogno > aggiunge, utilizzando un tono che non ammette repliche.

22:58 Shinsui:
 Puntella più volte la tempia con il dito indice, mentre continua ad osservare verso l'esterno. Sospira o meglio, sbuffa. Non ama l'attesa, non l'ama da piccolo figuriamoci ora che è un pò più grande, che sì ne potrebbe dimostrare diciotto, diciannove anni, ma unicamente perché è molto alto e per il fisico ben messo e delineato. L'attenzione visiva torna sul cucciolo abbassando la mano sul tavolo < hai fame? > domanda al piccolo, che l'osserva, con quegli occhietti che hanno la stessa medesima gradazione del ragazzo. Con la dritta andrebbe a richiamare l'attenzione di un cameriere random, il quale si avvicina al tavolo, mostrandosi subito cortese verso il cliente < uhm.. qualcosa che possa mangiare, un pò di carne magari > mormora, ascoltando il dire del cameriere che si allontana con l'ordinazione dello shinobi che osserva nuovamente il piccolo amico < no non ho fame > un fugace occhiolino. Con la schiena si appoggia allo schienale della sedia, con le braccia che si portano ad incrociarsi al petto. Sospira appena < che noia > ha poco da lamentarsi ormai è li, poteva convincerla allo stare a casa, magari se ne stava anche comodo a letto e invece no. Invece eccolo li in attesa della ragazza. Che eccola arrivare, la scruta dalla testa ai piedi, bella come sempre. Deglutisce appena < capito > mormora verso il piccolo, indicandole appena Ruri con il mento, insomma a cosa è costretto a resistere. Una volta che la ragazza li raggiunge ascolta le sue parole < è una scusa vecchia quanto te Ruri > accenna un piccolo ghigno, osservandola accarezzare la capoccetta di Kuro, che di tutta risposta le slappa la mano della giovane. Inarca appena il sopracciglio destro a quella richiesta < vuoi darti all'alcol mocciosa? > storce le labbra in una smorfia. Sbuffa appena, attende semplicemente l'arrivo del cameriere con la ciotolina per Kuro, che vien posta innanzi il cucciolo < grazie .. > lascia una fugace occhiata alla giovane per tornare sul cameriere < del saké > ascolta la sua domanda, se sia maggiorenne o meno < sì sono maggiorenne > mente spudoratamente, e non è neanche la prima volta indondo. Osserva il tipo allontanarsi, gli occhi tornano su di lei e le braccia si incrociano sul piano del tavolo. < cos'hai? > sospira.

23:24 Ruri:
 Alla sua domanda inarca un cipiglio e sbatte per due volte le palpebre, fissando il giovane con evidente eloquenza. Non proferisce parola in quanto giunge un cameriere con il pasto di Kuro e rimane in religioso silenzio finché il commensale non se ne va via, dopo aver annotato l’ordinazione di Shin. < Mocciosa? >, aggrotta la fronte, soffiando dalle narici. < Abbiamo la medesima età > gli rammenta, < non fare il gradasso > sbotta, facendo roteare gli occhi e abbandonandosi ad un sospiro, mentre fa ricadere i gomiti sulla superficie rugosa del tavolo. Alla sua ultima domanda, ritorna in posizione semi diritta con la schiena e fa scorrere il suo sguardo cremisi sul volto del coinquilino. < Nulla di che > dichiara, facendo una piccola smorfia e scuotendo appena il capo. < Mettiamo che… >, dirige le iridi verso l’alto, incorniciandosi sul volto un’aria dai tratti interrogativi, < Io sia tornata in ospedale per la centoquattresima volta >, non ne specifica il motivo, ma cita il numero delle volte in cui si sia recata presso la struttura ospedaliera. E’ scontato che il rosso sappia a cosa la rosea si stia riferendo e sia a conoscenza del perché fosse andata all’ospedale. Il giovane la conosce da quando era una piccola gnoma e sa quanto la giovane sia ossessionata con la smania di voler avere notizie sulle sue origini. < Sì, lo so > incalza prima che il giovane possa commentare tale gesto, < so cosa stai pensando > cerca con gli occhi lo sguardo dorato di Shinsui, arpionandolo. < E no >, scuote il capo con risolutezza, < stavolta non ho finto di essere l’amante dell’hokage > elenca una delle tante giustificazioni cui ha ricorso per cercare di estrapolare informazioni al personale addetto all’archivio. Tempo fa si è finta l’amante del capo villaggio sperando che grazie a tale diritta, potesse convincere qualcuno dell’equipe a vuotare il sacco e a fornirle le risposte che cercava, ma è scontato affermare che avesse fallito miseramente. E si è beccata anche un’occhiataccia dalle vecchiette che la guardavano, indignate, in sala d’attesa. < Ad ogni modo… > s’interromperebbe nel veder giungere il cameriere che servirebbe un vassoio con una brocca e un bicchierino di ceramica, che risulterebbe essere solo uno in quanto tra i due l’apparente maggiorenne è Shinsui. Attenderebbe che il commensale tolga le tende per agguantare prima del coinquilino il bicchiere con la mano destra, facendo scattare allo stesso tempo la sinistra che agguanterebbe la brocca contenente il liquido trasparente. < Mettiamo anche che mi sia recata anche stavolta in archivio >. Si potrebbero narrare delle vere e proprie storie sui suoi tentativi d’intrufolarsi all’interno del luogo in cui sono conservate le relative cartelle cliniche di tutti i cittadini. < E che abbia cercato di corrompere la guardia > aggiunge, facendo oscillare la brocca così da versare il sakè all’interno del bicchiere, < e che… >, inspira a pieni polmoni, portandosi l’oggetto alle labbra, per poi mandarne giù il contenuto in un solo sorso, < stavolta >, prende una pausa mentre l’essenza bruciante del liquido le si fa largo all’interno del cavo orale, ustionandole la gola, < ci sia riuscita > mormora infine, riempendosi di nuovo il bicchiere e mandando giù tutto d’un fiato il liquido alcolico.

23:59 Shinsui:
 Rotea gli occhi al soffitto al suo dire iniziale, senza darle alcuna risposta. Rimane semplicemente con le braccia incrociate al piano del tavolo, sospira a quel suo rammentare. < vedi di stare calma > le risponde seccato. Non la sopporta quando sbotta, senza una vera ragione. Inclina il capo spostando la coda dell'occhio Kuro che comicia a mangiucchiare come se non ci fosse un domani la carne. Tornando poi con l'attenzione su Ruri, sospira al fatto che sia andata ancora una volta in ospedale. Annuisce in segno di comprensione alle sue parole. < continua > si limita a dirle, osservandola serio in volto. Le labbra si storgono in una smorfia di disappunto, mischiata in gelosia suo fingersi l'amante, gli ha sempre dato fastidio, ma le ha sempre nascosto tale sentimento e fastidio. < beh.. magari la terza sarebbe stata la volta buona > storce ancora una volta le labbra, osservandola in viso. L'attenzione si sposta momentanenamente poi verso l'esterno, lascia andare un sospiro, breve osservandola attraverso il riflesso del vetro. Cosi come osserva giungere al tavolo il cameriere che lascia li sul tavolo, il vassioio con la brocca di saké e i due bicchierini di ceramica. L'osserva congedarsi, non una parola verso quest'ultimo, si limita solo ad osservare i movimenti della ragazza riportando il viso in direzione del suo viso. < ..... > non una parola ancora, la osserva semplicemente riempirsi il bicchierino e bere, così lui a sua volta prende con la mancina la brocca per versarsi il saké nel bicchierino, poggiando la brocca sul piano del tavolo con la mano medesima aggiuanta quest'ultimo. Portandolo alle labbra mandando giù il contenuto tutto in una sola volta, per tornare ad osservarla portando la puntina della lingua sulle labbra, così da suggere qualche residuo dell'essenza bruciante del liquido ingerito. < come l'avresti corrotta > continua sempre a scrutarla serio in volto < l'hai finalmente trovata? > le accenna un lieve sorriso, prendendo un nuovo bicchiere versandosi il liquido, nel bicchierino.

00:22 Ruri:
 < Beh… >, si riempie il bicchierino nuovamente, < è stato più semplice del previsto > ammette, aggrottando la fronte, mentre osserva il liquido trasparente scorrere dalla caraffa al bicchiere. < Doveva essere un novellino > giudica, mentre la sua mente visualizza il volto del giovane che le ha concesso il pieno accesso all’archivio. Solitamente i membri dell’equipe di guardia non l’hanno mai lasciata nemmeno avvicinare all’ingresso. < Diciamo che… > fa spallucce, muovendo il bicchiere il senso orario, < ho usato i miei metodi > spiega, consapevole che Shinsui capirà a cosa si riferisca. D’altronde la kunoichi è sempre stata un’approfittatrice di prima categoria e spesso e volentieri sfrutta la sua avvenenza per ottenere ciò che vuole. Le è bastato spruzzarsi addosso la colonia giusta e indossare un abito un po’ scollato per confondere le idee al guardiano, i soldi che poi gli ha fornito sono funti da lasciapassare. < E anche alcuni dei miei risparmi > aggiunge, mandando giù il terzo bicchiere di sakè. < Ad ogni modo… > vede di tagliere corto, < sì > annuisce, colmando il vuoto che era rimasto all’interno del bicchierino, < ho ottenuto un certificato di nascita >, posa la brocca al centro del tavolo, mordicchiandosi il labbro. < Eh… sì! > esegue un cenno d’assenso con il capo, < ho scoperto il nome della donna che… >, prima ancora di finire la frase, si assicura di mandare giù il sakè, < che >, le sfugge un singhiozzo, che immediatamente la porta a coprirsi le labbra con la mano sgombera, < che mi ha messo al mondo > termina la frase, prendendo un sospiro, mentre avverte un lieve bruciore alle guance, che iniziano a tingersi di rosso sicuramente a causa dell’alcool che sta ingerendo. < E così… > soffia dalle narici, riprendendo il sakè e servendosene per la quinta volta, < sono andata a cercarla alla magione Nara… sì >, gli angoli delle labbra si piegano in un sorriso di pura follia, < sì >, scuote il capo, divertita. < Era una Nara >, annuisce, mantenendo il riso incorniciato sulla faccia. Il sakè sembra stare andando in circolo, provocandole una sorta d’ilarità. < Una Nara! > esclama, battendo la mano sinistra più di due volte la mano contro il tavolino. < Sai che figata > commenta, scuotendo appena il capo. < E indovina un po’? > squittisce, per poi bere il quinto bicchierino di sakè, < E’ morta! > esclama, battendo il bicchierino, ormai vuoto contro il tavolo, provocando un leggero tonfo. < Oh > versa un altro po’ di liquore nel bicchiere, < ma non hai ancora sentito il colmo > assicura, scuotendo la mano sinistra. L’alcool sta gradualmente dando i suoi frutti, rendendo la neo Nara più allegra del normale in una situazione dalle sfumature tutt’altro che felici.

00:49 Shinsui:
 < immagino > si limita a dirle, spostanto lo sguardo dorato verso il il bicchierino, fissandosi sul liquido trasparente, il capo viene inclinato appena, mentre il polpastrello dell'indice della mancina passa lungo il bordo del bicchierino. Con la coda dell'occhio osserva anche Kuro che nel frattempo si è sdraiato appoggiando il musetto sulle zampette anteriori. Intanto silente continua ad ascoltare Ruri annendo e storcendo le labbra in una smorfia di disappunto < mh > snocciola unicamente un verso striminzito. Solleva appena le iridi verso il suo viso, per osservarla mandare giù anche il terzo bicchiere d saké. Il sopracciglio destro si solleva appena, scostando il bicchierino con il dorso della mancina a pochi centimentri da se, poggiandosi nuovamente con la schiena contro lo schienale in modo che così possa incrociare le braccia al petto. Ha già inteso come girerà questa serata, seppur Ruri di tanto in tanto si diverte con lo sfotterlo amichevolmente, come lui stesso fa con la coetanea, rispetto al rosso, la piccola Nara non regge l'alcool. La puntina della lingua puntella uno dei canini lunghi e affilati. < ok > riguardo che abbia ottenuto il certificato di nascita. < continua > inclina il capo, è andata. O almeno sta cominciando a fare il suo effetto il saké. Sospira beh, almeno lei sa il nome di chi l'ha messa al mondo. Lui non sa neanche se è legato agli Inuzuka da perte di suo padre o di sua madre. Non ne ha la più pallida idea. Ma non dice nulla, non sa neanche se le rivelerà quanto ha saputo. L'unica cosa che Ruri sa è che ha portato Kuro a casa dopo averlo difeso. Troppo confuso anche per rendersi conto che possiede dei geni realmente legati ad un animale, ad un cane - lupo come il piccolo Kuro. Resta quindi in silenzio ascoltandola. < come si chiama? > non finge interesse, è realente interessato di quanto lei è venuta a conoscenza. Eh sì non ha più alcun dubbio, l'alcool comincia ad avere gli effetti su di lei. Il sopracciglio destro si inarca quel suo sorriso. Storcendosi al cognome della famiglia < non è che gli siano simpatici i Nara > beh, sono completamente diversi da lui, in tutto e per tutto li ha sempre visti come delle prime donne, altezzosi. Ma questo è un suo pensiero o meglio, non è l'unico a pensara in questo modo, ma non commenta anche ora Ruri è diversa hanno praticamente vissuto si e no la stessa esperienza di vita, con l'unico partiolare è che lui si è sempre preso cura di lei, anche di nascosto e anche quando discutevano. Era più forte di lui, il suo primo pensiero è sempre stato lei. L'indice della dritta si alza verso la guancia sfregiata dalla cicatrice che viene grattata con il polpastrello. Schiude appena le labbra quando lei gli rivela che la madre è morta < ..... > ne segue i movimenti di lei, sta perdendo il conto di quanti ne stia bevendo. < dimmi tu > inclina il capo sulla propria destra osservandola. Sospira silenzioso, schiude nuovamente le labbra come per volerle dire qualcosa ma poi queste vengono nuovamente richiuse.

01:10 Ruri:
 < Jun Nara > risponde alla domanda del giovane sull’identità della donna. < Era la moglie dell’hokage precedente > comunica, palesemente divertita, scuotendo appena il capo e indirizzando lo sguardo verso l’alto. < L’hokage > ripete, soffiando dalle narici una risatina, < ma non è lui mio padre > annota, sospirando e socchiudendo le palpebre. < No, no > scuote il capo, portandosi alle labbra il bordo di ceramica del bicchiere. < Non è lui > ridacchia, mentre l’allegria sta prendendo sempre più campo in lei a causa della sua poca resistenza che ha nei confronti degli alcolici, ma nonostante ciò quella sera non accenna a smettere di tracannare sakè. Ha molte cose da affogare nell’alcool. < Mi ha detto che era una tipa molto… > ripensa alle parole di Azrael, che non è stato per nulla clemente nella descrizione della loro madre biologica, < com’è che ha detto Azrael > pensa tra sé ad alta voce, fissando con concentrazione il liquido all’interno del bicchiere. < Ah sì >, batte la mano sinistra contro il tavolo, < libertina > trova l’aggettivo adatto con cui era stata definita alla magione. < Quindi… >, inizia a ridere, bevendo tutto il liquido che restava all’interno del bicchierino. < Non ho la minima idea di chi possa essere mio padre > ammette con ilarità, riempendosi per la settima volta il bicchierino. < Figlia di una relazione extraconiugale > ride, innalzando il bicchiere come se stesse per brindare, < proprio nel mio stile > commenta, strizzando le palpebre e facendo oscillare il sakè con un movimento del polso. < Campai > trilla brindando a se stessa, per poi scolarsi il bicchiere fino all’ultima goccia di liquido trasparente. Prende fiato, visibilmente rossa in volto e con i capelli leggermente scompigliati rispetto a quando è giunta sino a lì. < Campai > ripete, lasciandosi andare a un sospiro, mentre appoggia le braccia sul tavolo, per poi farci ricadere la testa, esausta. Socchiude le palpebre, respirando a pieni polmoni e portandosi la piccola mano al petto, iniziandosi a fare vento con la mano stesa a paletta, che prende a muovere freneticamente, in modo da poter rinfrescare il suo volto, che avverte del tutto accaldato.

01:30 Shinsui:
 Annuisce all'informazione datagli da Ruri, riguardo il nome della madre, ma non snocciola più alcun dire, si limita solo ad osservarla e ad acquisire informazioni dalla giovane, che la osserva ancora bere un'altro dei tanti bicchierini. Quella donna che era la moglie dell'hokage o meglio ex hokage, almeno prima che perdesse la vita, le piaceva andare a quanto sembra di letto in letto. Per farla breve la monogamia non sapeva cos'era di casa. Ma non può dire nulla lui. Non che sia meglio, ma lui con Ruri non ci sta, per questo non sì è mai porto chissà quali problemi, anzi lo faceva solo per togliersela dalla testa e con risultati alquanto scarsi. Il piccolo sembra svegliarsi sentendo battere la mano sul tavolo, osserva il padrone confuso e spaesato. Shin si limita a scuotere appena il capo, in maniera percettibile unicamente al cucciolo di cane - lupo, come per tranquillizzarlo. Fessurizza appena gli occhi al nome maschile, da lei rivelato. Anche questa volta non una parola sul fatto che quella che doveva esser la madre della compaesana, era libertina. Cominca ad esser infastidito dale sue parole, sembra che si stia piangendo addosso è odia una cosa simile, non l'ha mai fatto sino ad ora. E adesso deve cominciare a farlo? scuote il capo, non lo accetta, non accetta una simile situazione per la ragazza. Chiude le mani, stringendole in dei pugni ferrei, quando la vede ricadere con la testa lungo il tavolo. La mandibola si contrae nel vederla in una simile sitazione, tant'è che alzandosi lascia sul tavolo delle banconote, per pagare la pappa di Kuro e il saké ordinato in precedenza, per avvicinarsi alla ragazza, alla quale andrebbe a drizzarla con la testa e la schiena portando il braccio destro di lei dietro il collo. Piegandosi un poco sulle ginocchia farebbe passare prima il braccio sinistro dietro la sua schiena e poi il destro sotto le sue gambe per sollevarla qualora ci fosse riuscito terrebbe Ruri in braccio, a mò di principessa. Un occhiata a Kuro mentre torna eretto con lei fra le braccia < Kuro andiamo > un cenno del capo, muovendo i primi passi < hai bisogno d'aria > morora verso l'amica. Un occhiata al padrone < trova tutto al tavolo > precisa, mentre attende che uno dei camerieri apra la porta, cosi da poter uscire fuori con lei per farla riprendere dai fumi dell'alcool.

01:51 Ruri:
 < Mmh > mugugna, quando avverte le mani di Shin toccarla. Lo osserva con sufficienza, scuotendo il capo. < Lasciami > borbotta, quando lui la issa su, sollevandola dalla sedia. < Sto bene > assicura leggermente confusa da ciò che ha attorno. Si porta la mano al volto, stropicciandosi gli occhi, nel tentativo di attenuare quei giramenti di testa che hanno iniziato ad invaderla. Qualora uscissero fuori, respirerebbe l’aria della brezza notturna che soffia per le vie. Socchiude le palpebre, respirando affondo. < Sto bene > sussurra, provando a rassicurare Shin, mentre tenta di scendere giù dalle sue braccia. Non le è mai piaciuto esser presa in braccio, in quanto detesta essere alle dipendenze di qualcuno. E’ sempre stata molto fiera e autonoma. Una vera lupa solitaria. Proverebbe ad atterrare sui suoi piedi, chinandosi sul pavimento e accomodandosi sull’erba che circonda il luogo. Indietreggerebbe con i glutei fino al muro, così da far combaciare la sua schiena contro la superficie. < Tutto avrei immaginato > ammette, scostandosi con la destra i vari capelli che le ricadono lungo il volto, totalmente rosso a causa del sakè ormai in circolo. < Tranne che scoprire una cosa del genere > sospira, indirizzando il capo verso l’alto e rivolgendo le iridi scarlatte verso il cielo costernato da stelle. < Ho tanto cercato la verità > ammette, anche se Shinsui è consapevole di ciò, in quanto ha trascorso la sua infanzia in sua compagnia, < e alla fine mi sono ritrovata in mano un solo pugno di mosche > sbuffa, inspirando un po’ d’aria fresca così da tentare di far scemare il calore che le sta facendo andare le guance a fuoco. < Anche se a quanto sembra > stende meglio le gambe in avanti così da stare più comoda, < ho ereditato le abilità di quel clan > dichiara, ripensando alla prova eseguita in compagnia del consanguineo. E’ riuscita a muovere la sua ombra con l’influsso del chakra e senza muoversi dalla sua posizione. Una figata. Una figata che le ha confuso le idee, in quanto dinanzi a lei si sono spalancate delle porte verso una nuova vita. < E non ci sono solo le abilità in ballo > riflette, mordicchiandosi il labbro con gli incisivi. < C’è anche qualcosa di più > annota, riferendosi alla scoperta che sua madre avesse avuto precedentemente un figlio, che, a detta di Azrael, è stato anch’egli abbandonato, subendo la medesima sorte che toccò a lei quando aveva solo tre anni e che la condannò ad una vita da randagia per molti anni. Schiude le palpebre, indirizzando lo sguardo su Kuro e, qualora la stesse fissando, mettendo in evidenza verso di lui la mano destra cosicché il cucciolo le si avvicini e lei lo possa accarezzare.

02:12 Shinsui:
 Non la degna di alcuna risposta al suo lamentarsi, l'unica cosa che giunge alle sue orecchie è un ronzio, di mosca o di zanzara a voi la scelta. Fatto sta che ciò che giunge alle sue orecchie è solo un suono fastidioso al momento. Difatti neanche la osserva, si limita semplicemente a scortarla fuori dal chiosco e solo quando sono all'esterno, la lascia scendere, osservandola mettersi poi a sedere, assicurandosi che non cada o si senta male. Si liita semplicemente ad osservarla, quando d'istinto andrebbe a mettersi seduto per terra sulle quattro ipotetiche " zampe ". Un movimento che sembra esser stato spontaneo, naturale nel sedersi in quella maniera senza neanche rendersene realmente conto di come stia. Sospira in silenzio. Silente ascolta le sue parole, annuendo di tanto in tanto inclinando appena il capo. La giovane sembra che dinanzi a se abbia due di animali, non uno. Non il piccolo Kuro. Ma infondo Ruri sa che Shin è molto selvaggio e ha di quel irruenza selvatica, irruenta e ribelle. Ma mai, l'ha visto sedersi cosi. Nuovamente la mancina, come pria di giungere al chiosco gratta dietro l'orecchio, annusando appena l'aria circostante. Sospira in silenzio, annuendo ancora una volta < ora hai una famiglia Ruri > le accenna un sorriso, mostrandole quei canini lunghi e affilati, da vero lupo. < non pensare alle abilità ora, pensa che fai parte comunque di una famiglia, non pensare che tua madre ha fatto ciò che.. > lascia in sospeso la frase lei capirà < cosa c'è di più > non continua, quello che vorrebbe dirle, sicuramente non lo ricorderebbe l'indomani. Quindi si limita ad ascoltarla ancora e assicurandosi come stia, così Kuro che perepisce lo stato d'animo di Shin, le si avvicina lasciandosi accarezzare. Gli occhi del ragazzo si posano sul cucciolo al momento.

02:32 Ruri:
 Accarezza il cucciolo, scorgendo il modo in cui si acquatta Shinsui. Se l’alcool non le avesse dato alla testa e fosse più lucida, probabilmente gli lancerebbe una battutina delle sue, ma per stasera evita in quanto non riesce mentalmente a formulare qualcosa che possa risuonare come una battutina o qualcosa del genere. Con l’indice dà un buffetto al nasino di Kuro per poi sospirare, continuandolo ad osservare. < Sì > concorda, indirizzando lo sguardo verso l’alto, < c’è una massa di persone pronte ad accogliermi in quella magione > ammette, ripensando al caloroso benvenuto che le è stato dato. < L’idea è così strana > dichiara, continuando a riservare attenzioni al cucciolo di cane lupo. < E sicuramente potrei abituarmici > prosegue con il discorso, < ma è tutto così nuovo >. Le sue gote sono ancora infuocate e la sua testa non si è ancora destabilizzata, anzi un senso di nausea si sta facendo largo all’altezza del petto. < Cosa c’è di più? > ripete la sua stessa affermazione formulata in precedenza. < Ho un fratello > confessa ritirando la mano e pensando al giovane che l’ha accolta con benevolenza alla magione. < Strana la vita > commenta, stringendosi nelle spalle. < Il giorno prima non sai chi sei e il giorno dopo… > fa una lunga pausa, guardando Shinsui negli occhi. < Ti ritrovi una marea di estranei che pare avere il tuo stesso sangue nelle vene >. Scuote il capo, rassegnata. < Devo ancora farci l’abitudine > giudica, poggiando i palmi sul pavimento per poi farvici leva e alzarsi in piedi, nonostante i giramenti. < Andiamo a casa > farfuglia, barcollando in avanti. < Altrimenti potrei fare cose di cui domattina potrei pentirmene > afferma, alludendo a cose di cui solo lei è a conoscenza e per il momento non esterna in quanto teme un susseguirsi di catastrofi e per il momento ha bisogno di punti fermi e soldi. Attende che il giovane si alzi a sua volta e insieme si dirigano verso la casa che condividono. [End]

02:49 Shinsui:
 Lui continua a lasciare lo sguardo dorato sul Kuro, soffermandosi sul suo manto nero come la pece, resta ancora in silenzio per proiettare poi le iridi sul suo viso. Sospira semplicemente, non ha molto da dire infondo. E' li ad ascoltarla e a venire a conoscenza di novità che hanno cominciato a fare parte della vita di Ruri. La scruta con maggiore attenzione, lasciando che gli occhi lentamente scorriono lungo la sua figura, almeno sino a dove gli è concesso arrivare dato che è seduta, per risalire sempre lento sul suo viso. Non si lascia sfuggire una singola parola del suo dire, accennandole un leggero sorriso ora come se fosse malinconico di chissà quale cosa, una cosa che solo lui sa e che non andrà ad esternare ora e sicuramente non lo esternerà neanche tanto facilmente in futuro. Vuole tenerserlo per se, almeno per ora questo è certo. Come per il momento non le andrà dire nulla riguardo al suo legame agli Inuzuka, non è neanche certo di voler accettare un simile legame, non sa se appartiene a quella famiglia per legame di sangue da parte di quell'individio chiamato padre o da parte di sua madre che non ha mai conosciuto, ne conosce il nome o anche solo il suo aspetto. Sa solo che ha una certa somiglianza con la donna, per via dei suoi occhi e capelli e.. carnagione, ma per il resto non sa com'era fatta. Il capo si inclina ancora tenendolo posato sulla figura di lei < sono contento per te > si limita nel darle il suo appoggio in quella semplice frase, dell'esser contento per lei, che finalmente ha una famiglia. Annuisce alla sua richiesta, flettendo le gambe per drizzarsi. Aandandola ad affiancare. Perplesso alle sue ultime parole, alle quali non chiede spiegazioni, si limita affiancarla e assicuransoci che non svenga strada facendo < Kuro.. > richiama a se il cucciolo, che li seguirà verso casa che condividono ormai da.. giorni e giorni. [ end ]

Ruri e Shinsui si danno appuntamento ad un chiosco e Ruri, ubriacandosi volontariamente, finisce per raccontargli ciò che ha recentemente scoperto sulle sue origini. Shinsui, dal suo canto, si limita a rimanere sobrio e ad ascoltarla, provando in qualche modo a consigliarla sul da farsi.