Ed in quel nulla dell’oblio che dal nulla (?) apparirebbe big medico dottore, nero nero come la pece, come il colore die capelli di Kurakolo stesso, aprirebbe la porta della stanza, facendo scorrere verso sinistra la lastra che separa il nero omino dal ferito MEMBRO dell’Akatsuki…luci ad accendersi mentre il picchiettare dell’acqua contro il vetro introdurrebbe un certo phatos e contorno alla scena. Lentamente la figura in nero si avvicinerebbe al letto del paziente, la mano andrebbe ad afferrare una cartellina appositamente agganciata al letto di Kurako, ove sono riportati tutti i danni e le cure da effettuare….<bene bene>….<vedo che tu essere svegliato>….<spero non fa troppo male bongo bongo su di te prima> non è chiaro a cosa si alluda forse p un segno dettato dalle troppe medicine, forse un incubo o forse la ragione per cui si sente frastornato e dolorante. Si avvicinerebbe rivelandosi a Kurako come un essere ancora più immenso, ora che gli è vicino, ed ancora più nero, sembrerebbe quasi un ombra ma l’incredibile contrasto dei suoi bianchissimi denti ed il camice bianco lo rendono, probabilmente la figura meglio riconoscibile all’interno dell’edificio….<io essere tuo medico assegnato>….<chiama me ogbonna> anche se gli amici lo hanno soprannominato il PONTE TENCHI, forse per qualche collegamento al suo MEMBRO. Comunque diligente andrebbe a girare sul fianco il corpo di Kurako, togliendo bene e altre varie cose messe a protezione di lividi e ferite della schiena…<ora procedere con trattamento, fare male male>…..<se tu sentire male male o piace piace>…..<avvisare ogbonna> altri attimi di pausa come se il cervello di ogbonna dovesse prima formulare ogni singola parola nel cervello prima di dirla…<cercherò di essere il più dolce possibile se è tua prima volta> riferimento casuali o c’è qualcosa sotto? Forse qualcosa sotto c’è ma la cura non è.
Forse il ragazzo fa bene a preoccuparsi o forse è tutta una illusione, eppure il dolore c’è…quella non è di certo una illusione, le parole di Kurako rimbomberebbero per tutta la stanza, grida di dolore e nulla più sarebbero udite dal personale fuori da quelle quattro mura…il solito paziente lamentoso andranno a pensare…lamentoso, certo chi non si lamenterebbe. Ormai a pochi centimetri dal letto, Kurakolo potrà sentire il respiro pesante di ogbonna, le sue mani girarlo sul fianco , inutile la difesa di Kurako che verrebbe schiacciato ancora di più a letto, mentre le mani nere e forti del dr. Ogbonna sfiorerebbero le sue carni, cominciando a massaggiarlo con una antica pastura o forse…VASELLINA? Questo non è dato saperlo e di certo Kurako non ne avrà la minima idea, infondo sempre pastura si tratta. Il sorriso bianco e splendente della nera figura illuminerebbe come un bagliore l’intera stanza….<oh oh ponte tenchi, così conosci il mio soprannome>….<che burloni quelli dell’ospedale>….burloni na mazza….in tutti i sensi, il massaggio si farebbe più intenso su lividi e feriti è così come il dolore procurato a Kurako poi d’un tratto un leggero bruciore…quel bruciore che solo il chakra curativo a contatto con la pelle provoca, chakra di ogbonna direzionato verso gli tsubo degli arti superiore, i palmi delle mani pregni del chakra attiverebbero le mani curative, applicando la tecnica stessa alle ferite di Kurako. [tecnica delle mani curative] [turno I]
Le cure procedono e lentamente lividi e ferite cominciano ad assorbirsi, divenendo solo un pallido ricordo, tutt’altra faccenda è il dolore, ancora presente, scaturito dalla cura stessa, il prezzo da pagare per sentirsi come nuovi, assurda quanto irreale il fatto che per doversi mettere apposta si debba soffrire quasi quanto la ferita inflitta, eppure le leggi che comandano questo mondo sono fatte così. Molte volte per curare un male ne va fatto uno maggiore…un male necessario…ma io sono un semplice master fato, Ogbonna non è di certo Akendo Seiun e dei problemi del mondo forse egli è l’unico a poterne parlare, torniamo or dunque su quelle mani nere, forse non così curative. Il dolore è forte ma al tempo stesso dolce, poiché le ferite stesse comincerebbero a rimarginarsi, scomparendo quasi del tutto, d’un tratto dolore e bruciore scomparirebbero, a quanto pare le mani curative hanno fatto il loro dovere, ma una nuova forza schiaccerebbe nuovamente Kurako a letto portandolo quasi del tutto sul fianco…<ora per concludere BONGO BONGO> seguita da una risata da nero del Bronx, la cremina si spalmerebbe ora sulle carni intime del fondoschiena di Kurakolo..<BONGO BONGO> la voce sempre più forte del dr. Ogbonna….<BONGO BONGO> come un forsennato un mix di urla, frase ripetuta all’infinito e quella risata infinita, che penetrerebbero nella mente di un Kurako sempre più spaventato quei denti bianchi ad accecare la stanza…<BONGO BONGO>.. …<BONGO BONGO>..…<BONGO BONGO>.. …<BONGO BONGO>..…<BONGO BONGO>.. …<BONGO BONGO>… come un folle, una macchina nulla lo arresterebbe mentre creme unte verrebbero piazzate, un forte dolore in quella zona sensibile, un dolore inimmaginabile, nella mente di Kurako immagini della faccia di Ogbonna che ride, come in preda ad un trip di droghe, risate, denti splendenti, frasi bongo bongo, immagini distorte e terrore, aprendo bene le iridi Kurako potrà notare anche…..UNA SCIMMIA ridere e saltellare sul bordo interno della fienstra ancora chiusa e quella stessa scimmia gridare ...<BONGO BONGO> ed altri versi scimmieschi. D’un tratto al presa diverrebbe meno forte, possibilità ora per Kurako di dimenarsi e girarsi, portando il suo sedere a contatto con il lettino, guardando ora in faccia, tutto sudato…..l’infermiera? Solo lei e nulla di più….<si sente bene?> una voce angelica quella che raggiungerebbe il Senjuu, la destra candida poggiarsi sulla fronte….<vedo che la febbre e scesa, è un bene che stia sudando> andrebbe poi a guardare la cartella e la ferita…< ormai sono guarite menomale> cosa è accaduto? Un sogno? La febbre? Forse si, per ora semplice riposo, questo è il consiglio della dolce infermiera…<a breve potremo dimetterla, ha una incredibile resistenza lei> andando a donar al membro dell’Akatsuki un dolce sorriso…<verrò a vedere come sta domani, mi chiami per qualsiasi problema> mentre si incamminerebbe verso l’uscita…di colpo la finestra aprirsi al temporale che imperversa fuori, ma l’infermiera sembra ormai uscita, sull’uscio, lontana da occhi indiscreti….fuori dalla vista di Kurako, la destra si porterebbe sul volto…STRAPPANDOSI letteralmente la carne…UNA MASCHERA, la nera pelle uscirebbe da quel candido viso dell’infermiera, quel sorriso splendente inequivocabile…il dottor OGBONNA….<BONGO BONGO> urlerebbe, una risata risuonerebbe nell’aria, udibile questa volta da Kurako stesso. [tecnica delle mani curative] [turno II] [END]