La paura di osare.

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19:30 Hitachi:
  [Centro di kusa - Piazza] Serata tranquilla a Kusagakure. La luna sta pian pianino cedendo il passo al suo lato più scuro; risiede in tutta la sua maestosa bellezza in alto fra le nere nuvole, divisa a metà dal tempo che passa e che la farà morire per poi vederla rinascere e così via nel ciclo lunare che tanto assomiglia a quello della vita, le ombre che inseguono le luci e le luci che scacciano le ombre. Il centro è trafficato, molti i cittadini che si sono riversati in strada alla ricerca di svago e divertimento e tra questi v’è anche Hitachi. S’è dimenticato di pagare il conto all’Hotel in cui alloggiava, preso da tutti gli impegni della giornata, ed è dovuto tornare indietro a pagare il debito lasciato in sospeso. Passeggia con le mani in tasca, immerse in un paio di brache nere lunghe e spesse, cinte in vita da una cintura di cuoio nera e ai piedi da un paio di sandali che chiudono il pantalone a mo di stivaletto. Una lunga maglia aderente nera con sopra riportato il giubbotto da chunin di oto, sono indossati questa sera con sfoggio del simbolo del clan Uchiha dietro la schiena, e il coprifronte è indossato sulla fronte e compreso tra due ciocche di capelli neri che sono scampate alla chiusura dell’elastico intorno alla coda che scende lunga dietro la schiena. <Uff..> sorpassa pensieroso il chiosco di ramen nel quale ha cenato la sera prima insieme all’Hokage, cammina lungo quelle vie affollate facendosi largo tra la folla. I suoi occhi neri sono bassi, fissano il terreno e cercano di vedere qualcosa in tutto quel ciottolame che si sussegue e compone la strada del centro. La città è caotica, festante, e nessun locale è sprovvisto di turisti, ma lui sta sera non ha intenzione di divertirsi nonostante non abbia ancora avuto modo di spendere il denaro che ha guadagnato recentemente.

19:41 Xiaomei:
  [Strade-Pressi Piazza] La Luna è un occhio dischiuso sul mondo sottostante. Illumina distese di "paglia" sconfinate -lì, dove i raggi trafiggono le nubi d'antracite- coi ciuffi dei tetti che al soffio della brezza ondulano accarezzati da un sospiro irrequieto, e ricchi delle sfumature argentate imposte da Colei che della Notte è la Regina Indiscussa. Abissi sbadiglianti d'ombra, si spalancano fra le viuzze strette ed i vicoletti ciechi del centro cittadino, a dispetto delle luci calde dei locali di ristoro che, facendo capolino sulle strade principali -attraverso le vetrate-, si rigettando all'esterno irradiando di adulescenze dai colori vivaci anche le genti di passaggio, di ritorno dalle ultime ore di lavoro oppure semplicemente a spasso per una passeggiata vesperina. Fra quel brulicare di persone vi è una figura che se ne va in giro solinga, cinta in abiti modesti e consunti dal tempo. L'abbigliamento mascolino nel quale la "meticcia" è avvolta, lascia poco spazio all'occhio ed ancor meno all'immaginazione, camuffando alla perfezione ogni curva del suo corpo dalle forme languide e sinuose; seppur la magrezza causata dagli ultimi giorni di digiuno, ne abbia deturpato la freschezza del volto, deperito dalla fame sulle gote lievemente scarne e ben celato nell'abbraccio delle tenebre che le offre il cappuccio portato sopra la testa, preservandola nell'anonimato. Un cappellino blu dalla visiera celeste, "soggiorna" sul capo della giovane vagabonda, rendendola ancor più insignificante di quanto già noi sia ad una prima occhiata, con lo scopo duplice di tener nascoste le orecchie da gatto che, diversamente, potrebbero richiamare la curiosità altrui, suscitando non pochi quesiti in chi si troverebbe -anche distrattamente- a posar l'attenzione su di lei. Tuttavia tale caratteristica somatica, è solo una delle tante "anomalie" che la Kiriana si porta appresso, poichè le iridi cangianti circondano rispettivamente pupille insolitamente verticali, in esclusiva ai felini come la coda che saggiamente tiene costretta sotto ai jeans, strappati qua e là all'altezza delle ginocchia ed abbondanti di almeno due taglie, per contenerla, obbligandola così a seguire il moto della gamba adiacente -quella sinistra-, dove uno sguardo attento potrebbe scorgere un rigonfiamento. A completare il resto del suo guardaroba da pezzente, una felpa beighe ed una coppia di guanti in lana a mezzedita fà il paio a degli scarponcini vecchi, sporci di terriccio sull'apice d'entrambi i piedi. Nulla farebbe presagire la sua natura femminile, a dispetto del ciondolio tenue prodotto dai fianchi, ogni qual volta porta un passo innanzi all'altro con disinvoltura, tradita dalla stanchezza quando -di tanto in tanto- la "marcia" lungo l'itinerario perde il ritmo, facendola claudicare appena. Barcollante quasi fosse zoppa, seppur sia solo vittima delle linee di febbre che -dalla sera precedente- l'assillano senza concederle tregua alcuna.

19:59 Hitachi:
  [Centro di kusa - Piazza] Le iridi passano da un volto all'altro, senza risparmiare alcuno al suo sguardo severo e selettivo. La sua pelle candida e levigata viene accarezzata dalla brezza serale che scende sul centro abitato. I suoi occhi inglobano tutti, dal più vecchio al più giovane e dal più ricco al più povero. Si posano fuggitive a scannerizzare ogni singola informazione che si può captare dalle persone che incrocia. Alla fine lo sguardo del chunin si posa su una ragazza immersa in abiti logori e consumati dalla povertà. Una ragazza dai lineamenti consumati dall’assenza di cibo e dalla vita di stenti di chi vive per strada. Le se avvicina mentre la mano verrebbe portata in avanti in direzione del mento della ragazza. Il braccio disteso andrebbe a sollevare la mano e l’indice della medesima usato come leva per sollevare il mento della ragazza dal capo chino e l’andamento zoppicante. Solo a quel punto, una volta ottenuto il contatto visivo con lei, esclama <Hai fame?> sa che la risposta non potrà che essere positiva, si vede dai lineamenti che quella ragazza è consumata dalle privazioni e lui non riesce ad essere estraneo a certe cose. <Mi chiamo Hitachi …> esclama mentre farebbe arretrare la mano mantenendo la distanza di un metro da lei <E tu come ti chiami?> domanda infine mentre le mani tornano a immergersi nelle tasche. Che abbia appena incontrato un randagio da strada dai bei lineamenti del viso?

gente che vi osserva u.u

20:18 Xiaomei:
  [Strade-Pressi Piazza] Indisturbata la progenie della Nebbia prosegue la sua lenta avanzata, con tutta la placidità immota di chi se ne frega bellamente dello scorrere inesorabile del tempo, mantenendo il capo basso con lo sguardo che di sottecchi scruta i passanti, gettando a manca e a destra occhiate rapaci degne di una fiera intenta a studiare eventuali prede, alla ricerda dell'elemento debole nel "branco", nel marasma di gente o, per meglio dire, del"pollo" di turno da spennare < Questa sera, cena calda > commenta in un sussurro flebile a sfuggirle di bocca, con la lingua che famelica passa a deterger le labbra arrossate dal freddo, ridisegnandone i contorni morbidi mentre gli occhi vispi, dalle pupille feline e dalle iridi cangianti -dove i colori dell'arcobaleno sembrano aver ceduto qualche pigmento- si posano scaltri sulla figura di un uomo anziano, dagli abiti eleganti e dall'aria distinta, raffinata, tipica del ceto agiato. Zigzagando fra la folla, coi movimenti fluidi e striscianti di un predatore all'opera -carezzevole nel modo in cui supera le genti sfiorandole quasi impercettibile-, inizia a macinare i metri che la distanziano dal gentiluomo, ignaro d'esser finito proprio sul mirino della nostra "occhi di gatto" del giorno, tanto quanto inconsapevole è la fanciulla di ritrovarsi sulla propria traiettoria la presenza dell'Uchiha, fin quando almeno non lo vede pararsi di fronte, col risultato di farla sussultare sul posto dove blocca il passo, inchiodandosi di rimpetto al chunin per evitare quindi col finirgli letteralmente in braccio. Iaspettata non è solo la sua apparizione in scena, distratta molto probabilmente dal "bocconcino" che aveva puntato, ma lo sono anche i gesti confidenziali che le rivolge, capaci di farla arretrare d'un paio di passi. < Fame?! Direi! Peccato che tu l'abbia appena fatta scappare, la mia cena! > sbotta accigliandosi e mantenendo così un confine sociale fra loro, rifilandogli da sotto il cappuccio un'occhiata sospettosa e per nulla conciliante, come il tono indignato che gli riserva < Che vuoi?! > interroga graffiante nel timbro di voce che, tuttavia, rivela delle note da prima sottili e subito dopo basse, arrochite e modulate appositamente nel tentativo di renderle più mascoline < Potrei farti la stessa domanda > replica pungente, alternando l'attenzione fra la mano ed il volto di chi sostiene con aria sprezzare, e sì, forse un tantinello pure incoscente < Buona educazione insegna che "chi si presenta" sia il primo a dover fornire le generalità. Non te l'ha mai detto la mamma? > domanda retorica con affilata ironia, avendo imparato per esperienza a diffidare degli sconosciuti e di coloro, soprattutto, che si mostrano tanto gentili, aspettandosi prevenuta un doppio fine.

20:28 Hitachi:
  [Centro di kusa - Piazza] Sorride alle parole della ragazza incappucciata fermata dal chunin prima che fosse in grado di potere a compimento il furtarello a danni del vecchietto. La ragazza prende le distanze e lui non cerca di colmarle restando fermo sul posto. La squadra in quel tugurio di indumenti sfatti <Ma l’ho fatto … mi sono presentato per primo.> esclama sorridendo e cercando di far riportare la ragazza alle parole da lui pronunciare. <ma non c’è problema … ripeto.> sorride <Mi chiamo Hitachi Uchiha … chunin del suono … e tu invece come ti chiami principessa del galateo?> esclama ridendo un pelo al termine della frase, l’allenamento con Takao ha dato i suoi frutti mettendolo di buon umore e non è facile per lui avere la risata facile. <Ad ogni modo io non ho mai avuto una madre.. anche volendo non me lo avrebbe potuto spiegare .. >esclama mettendo in risaltò la mancanza di una madre e di un padre nella sua vita con il solo intento di lasciare che la medesima arrivi a fidarsi un pochino di più di chi, come lei, ha altrettanto sofferto la mancanza di qualcuno e per un certo periodo anche la fame e pene peggiori di quelle che lei abbia mai visto. <Quindi hai fame oppure no? Mica sei l’unica ladruncola di Kusa..> esclama estraendo dalle tasche dei pantaloni un bel pezzo di banconota, pezzo di valuta che dunque viene portato dalla mancina in direzione del viso di Xiaomei, facendolo sventolare come una bandiera al vento <Con questa ti saresti potuta pagare cibo a sufficienza per un mese. Ma a quanto pare non ti interessa eh..> esclama mentre la mancina ritrae la valuta. <Capisco che non ti fidi di me … e fai bene a non fidarti di chi non conosci. Ma dammi l’occasione di essere gentile con te. La gentilezza è sempre sincera se non c’è un ritorno.> esclama a pieno sorriso verso la ragazza, che stia imparando l’arte di Hitomu? Il saper aiutare sempre e in ogni modo se si ha la possibilità.

20:59 Xiaomei:
  [Strade-Pressi Piazza] Lo sguardo perdura fermo ed inflessibile sugli occhi dello sconosciuto, alla quale dona un arricciarsi smorfioso delle labbra, che si tendono poi vistosamente verso il mento < Hitachi è solo un nome, non mi dice niente > ribatte tempestiva alla prima risposta dell'Uchiha, portando le braccia ad incrociarsi sotto al petto ed assumendo così una postura -a prima vista- saccente, impettita e per nulla propensa ad una reciproca conoscenza < Già meglio. Complimenti, sei veloce nei progressi > replica incalzando la dose di "simpatia" con ulteriori modi canzonatori nei suoi riguardi, quando il chunin le offre non solo le generalità complete, ma anche il grado che riveste come Shinobi del Suono e qualche stralcio della sua storia < Non ho intenzione di indagare nella tua vita > asserisce sollevando la mano destra e sventolandola per aria distrattamente, eclissando così l'argomento come a scacciar via un insetto fastidioso < Non sei certo fra i miei pensieri da incuriosirmi tanto > dalle stoccate agli affondi verbali, a quanto pare la vagabonda che il Ninja ha addocchiato non sembra molto portata per l'amicizia, sebbene a dispetto delle parole appena citate la banconota esposta riesca a suscitare un piccolo guizzo d'attenzione nei suoi occhi che, tuttavia, muore con la stessa rapidità col quale è nato, abbandonando quello sguardo nuovamente ostile < Purtroppo per te non hai trovato una principessa, mi rincresce > asserisce portando entrambe le mani a cogliere i lembi esterni dei pantaloni che apre con movenze allusive, chiaramente rivolta alle condizioni disagiate da plebea, compiendo poco dopo una sorta di riverenza da palese presa in giro, sebbene ci sia del buffo e dello scherno giocoso nei suoi modi strafottenti < per tanto il mio nome mi appartiene > conclude sollevando le braccia in un gesto d'apertura, coi palmi aperti e rivolti verso il cielo nuvoloso < Non vedo ragione nella tua rengilezza. Non hai motivo di esserlo, come tu stesso hai detto neppure ti conosco, anche se...dopo il tuo errore, effettivamente ora hai un debito da sanare. Per colpa tua salto il pasto > figuriamoci se gli indora la pillola, anzi, non si pone scrupoli a "sputargli" addosso eventuali sensi di colpa, assottigliando poi le palpebre quando riceve della ladruncola, con gli occhi a divenire taglienti come due lame gemelle < Chi mi garantisce che non vuoi fregarmi? > interroga circospetta, rifilando qualche occhiata nei dintorni, neppure si aspettasse di veder sbucare dalla folla qualche compare di Hitachi dalle intenzioni tutt'altro che bonarie. < Dammi un prova concreta. Le parole dopo tutto sono solo parole, e come tali lasciano il tempo che trovano > chiude così il discorso cedendo il verbo alla controparte, ove lo sguardo indugia con quella punta di boria e sfrontatezza che potrebbe suonare quasi accattivante, da sfida aperta, dilettandosi a metterlo alla prova. Del resto si sà "Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio!" così almeno cita ed insegna un vecchio detto.

21:10 Hitachi:
  [Centro di Kusa - Piazza --> ramen] <Peccato che la mia storia non ti interessi. Devo ammettere che è molto interessante se vista dal di fuori.> esclama mentre la mancina rientra nelle braghe occultando del tutto la vista della banconota. <Beh … veramente se voglio posso capire facilmente quali sono i tuoi pensieri. Non darmene motivo.> pronunzia mente la destra sale ad accarezza parte della chioma non vincolata dalla coda cinta dall’elastico. La ragazza è proprio una diavoletto peperino. Sa dare del filo da torcere con la sua diffidenza e sfrontatezza. <Se cercavo una principessa sicuramente non venivo a cercarla in questi stracci.> esclama in risposta alla provocazione nel momento in cui lei compie quella riverenza di finta regalità. Continua a sentire il dire della ragazza <Cosa potrei mai ottenere in cambio da te? Soldi non ne hai … la bellezza .. beh in questo momento ti servirebbe più che altro un bagno… insomma> piccola pausa mentre la lingua fuoriesce ad umettare le labbra <Non ho proprio motivo per chiederti un ritorno alla mia offerta. Del resto so benissimo che quei soldi che ti ho mostrato sarebbe un investimento perso e senza rientro di spesa.> commenta mentre la mancina ancora aggroviglia la banconota all’interno della tasca. <Fossi in te comincerei a convincermi che veramente chi hai davanti a te vuole solo fare un gesto gentile e gratuito. Se tutti noi facessimo un gesto del genere una volta al giorno sarebbe un mondo migliore non credi?> esclama mentre comincia a camminare verso il ramen in cui l’altra sera s’è recato con l’Hokage. <Avanti … seguimi e non fare storie … non mi costringere a friggerti il cervello… preferisco farmi friggere qualche dango.. e sono sicuro che anche tu la pensi come me vero randagia?> domanda. Nel frattempo le due energie fondamentali, quella fisica e quella psichica, verrebbero evocate nella bocca dello stomaco, li verrebbero fatte vorticare e miscelate al fine di ottenere il chakra. Il medesimo verrebbe fatto fluire in tutto il corpo mediante il sistema circolatorio. <Facciamo così … io ti offro una cena che vale il triplo di quello che avresti rimediato rubando a quel nonnetto... e tu in cambio mi spieghi come mai alla tua età sei qui a fare la poveraccia per strada.> [Chakra On]

21:34 Xiaomei:
  [Strade-Pressi Piazza] L'espressione ostile negli occhi della Kusana, dai natali Kiriani, scema dal mostrarsi ostile, passando poi al dubbio, alla curiosità fino a ritornare come una sorta di circolo vizioso, all'astioso e refrattario < Sono povera mica sudicia > ribatte visibilmente offesa, sollevando il braccio destro con la manica della felpa che supera di gran lunga la mano ben celata al suo interno, nel tentativo di avvicinarla al viso di Hitashi, verso la quale al contempo avanza un passo < Puoi constatare tu stesso, non puzzano mica i miei vestiti > oggi siuramente no, grazie ai kami! Il merito va ricondotto al proprietario di uno dei tanti chioschetti di ramen del villaggio che, gentilmente, ogni tanto le offre un pasto caldo a metà prezzo e qualche aiuto da buon samaritano, facendole da "bel lavanderino" -che lava i fazzoletti per i poveretti della città...(?)-. < Pfffff! Parla per te... > replica al commentino sorbito sul proprio aspetto, accusandolo indirettamente di non essere il ben figliolo che in verità è. Seppur i gusti siano gusti, bisogna dargli adito sulla piacevole presenza, se non altro nell'estetica. < No, no, no, no, no, no mio caro > ribatte sollevando l'arto per far scivolare i lembi della manica lungo il braccio, a rivelare l'indice dritto che sfarsalla con aria didattica e sfavorevole, mettendo così a nudo la cicatrice ancora fresca presente sul polso, a cingerlo come un bracciale immondo < Io lo sforzo di fidarmi posso anche farlo, ma il posto lo scelgo io > sentenzia furbetta ed accorta, avendo a cuore la propria incolumità tanto quanto ha cara la pelle, facendogli cenno con un gesto del capo di seguirla verso la direzione opposta, rispetto a quella del chunin < Non avere fretta. Facciamo che prima tu rimedi al torno nei miei confronti, e poi al limite se te lo meriterai risponderò ad una tua domanda > asserisce volpina, sollecitandolo ad affiancarla nel mettergli fretta < Sù, forza! Non ho tutta la notte a disposizione ed il mio stomaco protesta! > afferma prendendo a muovere i primi passi verso il locale di ristoro che ha scelto come meta, fin tanto che lo sguardo con la coda dell'occhio osserva dietro di sè, per sincerarsi sull'esser seguita o meno dallo Shinobi.

21:38 Xiaomei:
  [aggiunta] >> In tutto ciò permane all'oscuro del richiamo di chakra, come ignara è delle intenzioni che spingono il Ninja ad appellarsi al tali risorse, completamente profana ed ignorante in questo genere di arti, tanto quanto nelle abilità ad esse correlate.

21:46 Hitachi:
  [Centro di Kusa -> Strada] Il chakra viene attivato correttamente, ma al momento non sembra esserci necessità di utilizzare il medesimo dat oche Xiaomei sembra essere rimasta su un tono leggermente più quieto dello scambio di battute precedenti. Vede la mancina della ragazza avvicinarsi al di lui naso <Uhmm.. è vero non puzzi.> ammette con un gesto di assenso. Poi nota l'indice che si leva e anche il polso della ragazza segnato dalla cicatrice. <E quella come te la sei procurata?> esclama nei confronti della medesima ferita mentre si appresta a seguire a ruota la direzione della kusana verso il ristorante da lei prediletto. <Guarda che quello era un gran bel ristorante. Ho mangiato li giusto l'altra sera con l'Hokage in persona. Una persona molto gentile ed educata ... peccato non si incontrino persone del genere tutte le sere.> che la frase sia un'indiretta citazione alla straordinaria simpatia di Xiaomei? Detto questo e i due dovrebbero raggiungere il ristorante, si siederebbero per tanto e il chunin leverebbe la mano al cielo con l'intento di richiamare l'intenzione dell'oste. <Si vorrei ordinare... allora una ciotola di Ramen per me ... e tutto quello che la signora chiede.. del sakè anche ...> si lui non beve, o meglio, non ha mai bevuto e perchè non iniziare a bagnarsi le labbra giusto per testarne il gusto? Il cameriere si congeda comunicando alla cucina anche il piatto ordinato da Xiaomei <Adesso basta battibecchi e parliamo seriamente. Che ci fai conciata così?> lo sguardo si fa più intenso tutto di un colpo, le iridi dovrebbero rivelarsi più severe sullo sguardo di risposta della donna <Io ho 25 anni ... e tu quanti ne hai?> domanda alla ragazza mentre procede a poggiare la schiena allo schienale della sedia posta al bancone.

22:14 Xiaomei:
  [Strade-> Chioschetto "Da Happosai"] Lesto è il movimento che, alla domanda di Hitachi, porta la Kusana d'adozione a nascondere la cicatrice sotto la manica < Sei troppo curioso per i miei gusti > replica rifilandogli un'occhiata malevola e truce, senza fermare il passo. L'avanzata dei due giovani procede spedita fra il brulicare di persone per la strada intrappresa, trovando termine oltre l'uscio di un chioschetto di ramen dall'aspetto spartano e modesto, accogliente oltre che caloroso nella sua semplicità. Il profumo squisito delle pietanze e l'aroma fragrante prodotto dai condimenti, accoglie da subito l'entrata dei nuovi avventori, stuzzicandone l'olfatto e richiamando "l'entusiasmo" dello stomaco di Xaomei che, di tutta risposta, brontola sonoramente, costringendola a portare la mano sinistra sull'addome, esercitandovi una lieve pressione nell'intento di calmare i morsi della fame. L'ambiente rustico e dall'arredamento tipicamente orientale, presenta a quest'ora della sera un nutrito gruppetto di clienti tutti occupati a consumare i pasti ordinati, ed il brusio soffuso degli stessi dona quell'aria casalinga al ristorantino. < Salve Happosai! > esclama all'indirizzo del proprietario dietro al banco, nel mentre si accomoda dal lato opposto, siedendo su uno sgabello di bambù al fianco destro dell'Uchiha, accompagnando il saluto con un sorriso sincero nei riguardi dell'uomo nerboruto che replica con equale cortesia. < Per me il solito, con doppia razione di carne e di gamberetti > puntualizza ordinando la rinnomata zuppa del posto e nota specialità del cuoco lavorante < Da bere prendo anche io del sakè, ma non quello che rifili ai clienti > chiede con note gentili, zuccherine al punto da farla sembrare una persona completamente diversa da quella che si è dimostrata nei confronti dello Shinobi, mentre solleva di poco il fondoschiena dalla seduta per sporgersi in avanti col busto e sussurrare la sua richiesta all'interlocutore < ci porteresti quello buono, buono che fai tu? > avanza la piccola pretesa, facilmente udibile nelle parole dal Ninja ove lo sguardo torna a gravitare dopo essersi seduta nuovamente sullo sgabello, ringraziando con un occhiolino sbarazzino l'omaccione che, complice, dovrebbe servire ad entrambi -salvo imprevisti- l'alcolico fumante "preteso" dalla giovane < Sentirai che bontà, altro che quell'acqua sporca che la maggior parte della gente beve > commenta rivolta al venticinquenne, soffermandosi per pochi istanti ad osservare tacitamente l'espressione severa presente nei suoi occhi che, da subito, la pone in allerta < Ne ho diciotto, e no, non funzionano questi modi con me. Non sei nè mio padre e neppure mio fratello, tanto meno un mio amico ragion per cui non sono affari tuoi > così tenterebbe in modo schietto e brutalmente lapidario di mettere a cuccia la sua curiosità, nel tentativo di rimettere fra loro dei paletti che lei ha già ben piazzato da un pezzo, piantandoli a fondo con tanta premura da costringerlo alla pazienza quasi snervante, se veramente ha tanto interesse sul proprio conto.

22:24 Hitachi:
  [Chioschetto "Da Happosai"] Si siedono al bancone entrambi e la ragazza diciottenne continua a sulla via dell'ostilità e della mancanza di fiducia. <Eh sentiamo come è questo Sakè va ...> esclama mentre i due vengono serviti. La mancina si protrae ad afferrare la bottiglia mentre l'altra dispone i due piattini nel quale riversa il liquido alcolico <Alla salute!> esclama portando il piattino da sakè fra le labbra e bevendo tutto d'un fiato il liquido. Esso scende con vivace bruciore <Arghhh... mamma mia ..> vorrebbe sputare ma si trattiene dal farlo. <Mamma mia veramente tremendo questo sakè!> esclama senza mezzi termini <Nel senso .. buonissimo .. però mamma mia .. pesante.> la verità è che lui non ha mai bevuto il sakè e non s'aspettava certo una reazione del genere alla bevanda. <Esattamente non sono tuo padre ne tuo fratello ne tuo amico ... perchè se fossi stato in loro non ti avrei certo lasciato in queste condizioni. Sono solo uno straniero, uno sconosciuto, che non ama vedere le ragazze per strada ad arrangiarsi per trovare qualcosa da mangiare ed un posto dove dormire. Chiaro?> pronunzia verso la gatta mentre la mancina afferra lo spiedo cui sono infilzati i dango, ne porta uno alla bocca masticandolo lentamente <Sembri una ragazza forte e determinata. Mi chiedo se hai mai pensato di sfruttare questi tuoi pregi facendone il tuo lavoro... Essere forti, energici e brillanti sono i tre elementi base di ogni ninja. Perchè non ti iscrivi all'accademia?> domanda, forse troppo, cercando di dare qualche alternativa a Xiaomei in quella vita così ridotta agli stenti. <Dimmi ... vuoi vedere il tuo futuro?> domanda alla medesima. <Posso farlo se vuoi..> non aggiunge altro. // Torno tra 25 minuti

22:58 Xiaomei:
  [Chioschetto "Da Happosai"-Bancone] La mano della neo-Kusana si porta al cappuccio con fare nervoso, saggiando con le dita la fine dell'orlo di quest'ultimo per sincerarsi di portarlo ancora ben sollevato sopra la testa, afferrandolo fra le dita della mancina e tirandolo ulteriormente nell'atto di sistemarlo meglio, paranoica oltre che poco propensa ad abbassare quella "porzione" di felpa dietro la nuca, accertandosi poi di posticciare anche la visiera del cappellino celeste e dall'aspetto sportivo. Gli occhi osservano con attenzione ogni movenza compiuta dall'Uchiha, anche la più misera ed insignificante, aspettandosi forse erroneamente qualche tiro mancino ai prorpi danni, da parte del suo "accompagnatore" che, divertita, osserva mandar giù il sakè a fatica. Ce la mette tutta ad indossare una maschera seria, compita e quasi apatica, ma il tentativo di non lasciarsi andare in una risata tanto serena quanto spontanea, ahimè, fallisce miseramente. Le labbra cercano invano di stringersi fra loro, di trattenere quelle note cristalline ed infantili che proprio non riescono a contenere, dando eco ad un'ilarità genuina, frutto di un impulso istintivo < Che frana sei! > esclama sorridente, allungando la mano destra verso il piattino di Sakè che delicatemente coglie fra le dita -pollice, indice e medio- avvicinandolo poi alla bocca, per poi berne l'alcolico contenuto tutto d'un fiato ed al quale ne segue uno stringersi delle palpebre, con tanto di espiro liberatorio post deglutizione < brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr > proferisce scuotendo la testa velocemente, prima di tornare a donare l'attenzione dei proprio occhi al chunin come del resto quella dell'udito, richiamata dalle affermazioni inerenti le sue conoscenze < Cosa ne vuoi sapere tu della mia famiglia > ribatte accendendosi nello sguardo che diviene furioso, "dardeggiante", come se fuoco vivo prendesse vita nei suoi occhi atipici, neanche a volerlo repentinamente bruciare con un semplice sguardo, se solo le fosse possibile ciò. Tuttavia non spreca altro verbo sulla faccenda, preferendo spostare l'interesse su argomenti più leggeri ed agganciandosi così all'ultimo dire dell'Otino < Mi prendi in giro? > domanda retorica, mentre prenderebbe la bottiglietta di Sakè per servirne un secondo giro ad entrambi < Io in Accademia? Dico vuoi scherzare? > chiede con un ghignetto scettico a pennellarsi sulle labbra che tornano a schiudersi per partorire la risposta seguente < Vivo per strada proprio perchè mal sopporto gli ordini e le imposizioni > sostiene avanzando una mezza verità condita in parte dalla riservatezza di una piccola menzogna, evitando di snocciolare frammenti della sua vita passata e delle esperienze traumatiche che ha vissuto < Là fuori, nessuno può rubarmi la libertà > conclude infine, puntando l'indice sinitro verso la porta d'ingresso dopo aver abbandonalo la bottiglietta sulla superficie del bancone, con la considerazione che cade sul cibo messo loro sotto al naso < Oh...finalmente! Ancora qualche minuto e sarei morta di fame! > asserisce con entusiasmo, accostando il naso al bordo della ciotola per concedersi un paio di secondi, ad occhi chiusi, per gustarne anche il profumino sfizioso, di quelli capaci a far salire l'acquolina in bocca.

23:11 Hitachi:
 Guarda la ragazza dare su di giri quando viene nominata l'accademia ed una sua eventuale adesione ad essa fino al raggiungimento della qualifica di Kunoichi. <Vedi Xiaomei .. non credo che in strada non vi sia qualcuno pronto a rubarti la libertà. Credo anzi che non vi sia uomo , o donna, meno libero di chi non trova uno scopo e una utilità. Tutti siamo qui per fare qualcosa, io ho scelto di fare lo shinobi per gli altri. Molti miei colleghi invece l'han scelto per un tornaconto personale. Fatto sta che alla fine si accetta di buon grado una limitazione della nostra libertà se da questo ne deriva che molte altre ragazze come possano un giorno trovare uno sconosciuto che le offre la cena e cerca di donarle una vita migliore. In un mondo in cui nessuno si auto limita per un bene superiore, non esistono uomini e donne felice. L'Auto convinzione che il nostro bene debba venire prima di chiunque altro è una brutta idea che va estirpata. Ci è stata donata la vita, la libertà di auto determinarci e anche quella di scegliere. Io vivo e combatto affinchè altri possano vive, scegliere e auto determinarsi senza alcun vincolo. > esclama mentre nota la ragazzina ridere di lui per il sakè per poi gettarsi a capo fitto sul ramen ad assaporare l'odore di quel piatto fumante. <Chi oggi obbedisce , domani comanda. Chi oggi fugge continuerà a fuggire anche domani. preferisci essere una serie di traguardi raggiunti o una fuga sconclusionata?> pronunzia mentre una grossa porzione di chakra verrebbe concentrata all'interno della fronte per poi venir fatta esternare dagli tsubo. Un emissione di chakra colpirebbe la corteccia celebrale di Xiaomiei influenzando la sua percezione visiva e uditiva. Tutto scompare ad eccezione dei due presenti e del bancone con le pietanze. Il locale sparito lascia il posto a dei banchi di scuola dove, su uno dei quali, studia Xiaomei avvolta negli stessi indumenti che veste questa sera. Poi dall'accademia la scena muta e sugli stessi abiti della ragazza ecco comparire un giubbotto da chunin e un coprifronte legato al bicipite destro, è ha capo di tre ragazzini genin. <Vedi questo potrebbe essere una proiezione del tuo futuro.> la scena scorre davanti agli occhi di Xiaomei come se venisse proiettata al di là del bancone, Hitachi resta al suo fianco. La scena muta di nuovo e questa volta è la miseria a prender piede. Xiaomei è stesa sul ciglio di una strada, gli abiti ancora più logori, ancora più smorti, e lei ancora più magra è consumata. <Questo non è il tuo destino ...> [illusione di due sensi][Genjutsu 125][chakra 38]

23:42 Xiaomei:
  [Chioschetto "Da Happosai"] Tacita ascolta le parole del giovane al suo fianco, ritraendo il volto dalla ciotola per tornare a fissarlo fin tanto che esprime il proprio punto di vista, suscitando nella Kiriana nulla più di un inarcarsi del sopracciglio destro. Una movenza esigua e quasi insignificante sul volto smagrito, ma sufficiente a tradirla, a far intuire alla controparte di averle fornito una risposta adeguata, logica e per niente sbagliata < Il tuo ragionamento non fa una piega, ma le vecchie abitudini sono dure a morire. Non conosco affatto nè la vita e neppure il mondo di cui mi parli, neppure saprei muovermi, mentre là fuori so benissimo come destreggiarmi > ammette sincera esprimendo seppur in modo indiretto quella sorta di timore che, qualsiasi essere vivente, nutre nei confronti di ciò che non gli è familiare < Non ho interesse a comandare gli altri > prova così inutilmente ad eclissare l'argomento, prendendo in mano il cucchiaio di ceramica per cogliere un po' di zuppa e sollevandolo prima di bloccarsi con la posata a mezz'aria, come fosse colpita a tradimento da un fulmine a ciel sereno. Lo sguardo si sgrana con le pupille a divenir due linee sottili, al punto da sembrar quasi divorate dalle iridi, ed i lineamenti del suo volto si fanno rapidamente granitici, come se il viso fosse stato scolpito nella roccia viva ad opera di qualche scultore, capace di donare vita alla propria creazione. Non ha idea di esser vittima di un'illusione, si ritrova sbalzata nella realtà che l'Uchiha plasma ad arte, secondo il suo volere e capriccio personale. Può solo assistere impotente a ciò che lui le mostra, a quelle immagini create su misura per lei e nella sua testa getta occhiate attorno, chinando il capo per guardarsi sotto altre vesti, catapultata come in un'altra dimesione, seppur permanga di fatto nel piano materiale, senza mai abbandonarlo fisicamente. Le mani "fittizie" correrebbero a sfiorare il giubottino da shinobi, pur sentendosi paradossalmente parte reale, come personaggio vero in un gioco di ruolo totalmente falso, divenendo credente e perdendo -momentaneamente, per tutta la durata della visione- ogni ricordo del presente dal quale il Ninja la sradica, a propria inconsapevolezza, preda del suo "scherzetto" bonario ed in completa balia del suo genjutsu.

23:55 Hitachi:
  [Chioschetto "Da Happosai"] <Tutta nella vita muta e si adegua al contesto. Il contesto cambia e noi ci adattiamo ad esso. Non ti fossilizzare mai su nulla, non vivere nell'assolutismo di una vita già decisa e predestinata. Non dare per scontato che la strada che hai scelto volontariamente , o non , sia necessariamente l'unica che calzi con la tua indole, l'unico mondo in cui ti ritrovi in grado di muoverti. > esclama mentre continuerebbe ad agire sulla corteccia celebrale di Xiaomei. Tutta muta. <Non ti aspettare di avere vita facile nel mondo degli shinobi.> e dopo quella frase la giovane ragazza si ritroverà in mezzo a un campo di battaglia, circondata da ninja caduti in battaglia e abitazioni distrutte e rase al suolo, sotto i suoi piedi potrà vedere l'insegna del chiosco di Happosai. <Tutta la pace di cui stiamo vivendo, si basa su un flebile rapporto di forze> esclama prendendo parte nell'illusione a fianco d iXiaomei in mezzo al campo di battaglia <Un equilibrio che potrebbe cadere e degenerare da un momento all'altro. > pronunzia mentre l'indice si stende in direzione di una piccola bambina in mezzo a quel fragor di battaglia dove i ninja si contendono la vita e la morte <Guarda. Una bambina come te.> in effetti la bambina sembra la stessa gatta, molto più piccola d'età. età che resterà fissa a quel giorno, dato che un kunay la colpirebbe in pieno petto uccidendola sul colpo <La verità è che quello che vuoi tu ... non è quello che realmente serve al mondo. Per questo il posto più comodo in cui vivere, non è il posto più soddisfacente in cui stare. Soddisfazione, traguardi, vittorie.. si ottengono solamente affrontando le scomodità. Prendi in mano il tuo destino e osserva il mutare della sua storia.> La scena cambia ancora una volta, tutta Kusa ritorna come prima e la bambina uccisa nella scena precedente scorazza ora , felice e trotterellante, intorno a Xiaomei. Tirandole il vestito logoro e guardandola con la stessa intensità della diciottenne per poi scappare e fuggire tra le braccia della madre, e del padre. <Le emozioni che noi non abbiam provato ... la famiglia che noi non abbiamo avuto ... sono privazioni che la vita ha riservato a noi. E io sacrificherò tutto me stesso affinchè quella bambina possa avere un padre e una madre pronti ad accoglierla. Non voglio morire fuggendo dalle mie paure, sapendo che affrontandole avrei potuto evitare che le medesime ricadessero su altre persone. > [Illusione dei due sensi][Chakra 30/50]

Congelata

scongelamento giocata Hitachi - Xiaomei [Location: Centro di Kusa]

17:15 Xiaomei:
  [Chioschetto "Da Happosai"] Nella debole mente della Kiriana tutto si svolge e viene vissuto in prima persona, come se lei fosse la protagonista di un macabro film di guerra che, mano a mano, trasmuta al genere horror fino allo splatter sanguinolento, quando sotto ai suoi occhi -illusi dal genjutsu- la ragazzina proposta da Hitachi viene uccisa a pochi passi da lei, freddata senza pietà alcuna da un kunai che la trafigge all'altezza del petto, impiantandosi brutalmente sull'osso dello sterno, fragile come può essere quello di un bambino. Il viso della vagabonda si distorce in una smorfia di terrore allo stato puro, mista a profondo turbamento, che si rispecchia anche attraverso i suoi occhi ove lo sgomento si rimescola allo shock. L'espressione tipica di chi è appena stato -letteralmente- spaventato a morte. Un istinto di soccorso porta la giovane a sollevare una mano, avanzando un passo alle veci della ragazzina che, con la vita a sfuggirle via, si accascia al suolo esanime. L'unica cosa, tuttavia, a permetterle di non perdere la ragione, tanto è sconvolta dalle scena al quale assiste, è la voce di Hitachi che come un faro nell'oscurità la preserva dal cedere alla follia. Proprio sul chunin va spostandosi lo sguardo allarmato, ricercando nei suoi occhi una sorta d'ancora di salvezza, con il corpo sul piano materiale che trema vistosamente, quasi fosse in preda a piccole convulsioni e ciò la dice lunga al Ninja, su quanto stia tirando troppo la corda, "giocando" -seppur privo di intenzioni malevole ma bensì guidato da scopi lodevoli- con una mente resa debole e facilmente suggestionabile, a causa dei plagi psicologici che -fino a pochi mesi addietro- ha subito per anni durante la sua prigionia, e gli esperimenti scientifici al quale è stata sottoposta insieme al fratello dispero -Takao-. Le labbra si schiudono schimiottando parole sconnesse, prive di un senso compiuto che ricordano il farneticare stentato dei neonati, il loro caratteristico balbettio quando provano a pronunciare i primi vocalizzi, mentre la mano che teneva sorretto il cucchiaio di ceramica diviene molla, perdendo la presa sull'oggetto che con un tintinnio sordo ricade sulla ciotola di zuppa, sotto allo sguardo confuso dell'Oste, incapace -forse- di comprendere cos'accidenti stia succedendo. Nondimeno l'aria interrogativa e severa che getta contro l'Uchiha lascia intuire il suo tacito dissenso. Fortuna vuole, o per meglio dire per pietà dell'Illusionista, che lo "spettacolino" truculento si conclude con un lieto fine, mostrando alla "vittima seduta a teatro" una famigliola felice e serena, posta sullo sfondo di un'atmosfera colma di letizia.

17:29 Hitachi:
  [Chioschetto "Da Happosai"] <Questa è la vita di uno shinobi. Guerra, morte ... distruzione ... la perdita di amici cari. > esclama lanciando le nere iridi sul volto della spaventata gatta kusana. La ragazza ha subito fortemente l'impulso della sua illusione riuscendo a creare uno squarcio nel profondo della sua anima <Ma la sofferenza è di tutti i giorni , e non risparmi nessuno. Dal più piccolo al più grande, dal più ricco al più povero. La guerra colpisce , e come ogni conflitto, abbatte tutto ciò che si trova davanti. E in mezzo a due conflitti v'è sempre una terza, docile, ed incolpevole minoranza composta dai civili come quella bambina che soffrono la mancanza di ninja pronti a difenderli.> pronunzia mentre la mancina si muoverebbe a levare la mano della ragazza dal piatto di zuppa, mano che ha ceduto alla potenza di quella illusione così veritiera. <era solo una illusione.. solo finzione cara... non ti preoccupare.> tenterebbe, forse in vano, di carezzarle la mano dopo averla pulita con un tovagliolo. E al tocco della medesima non dovrebbe essere difficile percepire il tremore dovuto allo scombussolato sistema nervoso. <Un'illusione ... si .. ma che potrebbe realizzarsi un domani. Noi siamo quelle variabili in grado di impedire che tutto ciò avvenga. Per questo...> esclama mentre la destra, mano non dedita ad accarezzare quella di Xiaomei ferita al polso, si intrufulerebbe all'interno della tasca porta oggetti, dalla quale estrarrebbe il suo portafoglio bello guarnito di ogni singolo documento attinente all'identificazione e di denaro messo da parte. Lo apre giocandoci con le dita della mano destra, e dal centro del medesimo estrae una mazzetta composta da qualche banconota di grosso taglio. Le conta pinzandolo con indice e pollice per poi successivamente passarle sotto banco a Xiaomei. <Sono un bel po di soldi ... con quelli ti affitterai un appartamento vicino all'accademia ... ti comprerai un'po' di bei vestiti... e tutto l'occorrente per l'accademia. e avrai anche qualche Ryo in più da tenere da parte per il futuro oltre che per pagarti tutto il cibo che vorrai per un bel pezzo.> esclama mentre i soldi verrebbero lasciati cadere sulle gambe rannicchiate della deishi. <Non sono un regalo .. sono un prestito che mi ripagherai in tuoi traguardi personali. Chiaro? Ti iscriverai all'accademia ... e proverai a frequentarla ... e se non ti piacerà ciò che imparerai allora potrai utilizzare quei soldi per qualcos'altro purchè sia utile alla tua esistenza e non a sollazzare i tuoi bisogni e istinti. CHIARO?> scompone bene la domanda mentre lo sguardo si pone torvo sulla ragazza. Come reagirà a quella proposta?

18:13 Xiaomei:
  [Chioschetto "Da Happosai"] Tutto di quella macchinazione fittizia così com'è nato in egual modo finisce. L'illusione si dissipa e la Kusana "acquisita" torna alla realtà odierna, al presente che i suoi occhi rivedono: dall'Oste dietro al banbone, ai commensali, all'ambiente rustico dove ciascuno presenzia, fino all'Uchiha che fissa imbambolata per qualche secondo, con espressione assente nello sguardo ed un'aria in volto a dir poco inebetita. Tuttavia non dovrebbe volerci molto per riconquistare la lucidità persa poc'anzi, accorgendosi del contatto fisico instaurato dall'Uchiha intento ad accarezzarle la mano, con fare gentile e di conforto. Un azzardo eccessivo il suo in grado di causare una reazione repentina nella Kiriana che, lesta come una lepre in fuga, tenterebbe di ritrarre l'arto per poi cercar di allontanare le mani altrui con gesto villano, esercitato dal dorso che in un movimento volto all'esterno proverebbe a schiaffeggiare le dita del chunin, come a scacciarle in malo modo per allontanarle da sè < Non toccarmi! > sbotta indignata con le labbra screpolate che si schiudono a rivelare la dentatura aguzza, mettendo a nudo i canini appuntiti -simili a piccole zanne da gatto- in un chiaro avvertimento che, assieme al soffio prodotto dalla bocca, dovrebbe suonare all'udito del Ninja come un sorta di monito. < Tu non hai idea di cosa mi stai chiedendo! Ho già vissuto sulla mia pelle quello che mi hai appena fatto, e ne ho avuto a sufficienza per potermelo far bastare tutta la vita! > replica scontrosa, sporgendosi in avanti col busto per divorare in un batter d'occhio la distanza fra loro, arrivandogli ad un dito di distanza col proprio naso dal suo -ammesso e concesso che ciò le sia consentito dalla controparte-. Invadente senza alcun dubbio in quel fare astioso col quale ora gli si rivolge < Non ho bisogno della tua carità! Io so cavarmela benissimo da sola! > ribatte quando lo vede sfilare una cospicua quantità di denaro dal portafogli, offrendoglieli generosamente, prima di zittirsi di colpo nel sentirlo puntualizzare la natura del "Prestito" che ha la furbizia di proporle coi toni e le parole giuste, evitando di bastonare più del dovuto l'orgoglio smisurato che tanto la caratterizza, rendendola in ciò tale e quale al fratello maggiore. Proprio quest'ultimo è il ricordo che, senza preavviso, emerge bruscamente nella sua testa, suggerendole un'idea tutta da cogliere e sfruttare al volo. In questo la "meticcia" è senza dubbio un'esperta consumata nell'arte di prendere qualsiasi risorsa la vita le pone sotto al naso, ed utile per raggiungere i suoi scopi. Se fosse il genere di donna che si fa scrupoli o si lascia assoggettare dalla coscenza, di certo non farebbe la ladra per "guadagnarsi" la pagnotta e sbarcare il lunario giorno per giorno. La rabbia viene presto surclassata dalla mente calcolatrice, messa da parte non solo dal raziocinio ma da quella maschera di placidità che presto indossa, calando sul suo volto con una maestria tale nel gobernarne l'animo inquieto, da render presto nota ad Hitachi la natura schifosamente lunatica che le appartiene. < Hm... > mugugna riflessiva con le labbra che tornano silenti, l'una sull'altra, e gli occhi che nuovamente si fanno sospettosi tanto quanto circospetta diviene nei nei confronti del venticinquenne. < Un prestito... Se la metti così, forse potresti essermi utile > gliela butta lì come un favore che gli concede, sebbene sia l'esatto contrario, visto e considerato che fra i due quella bisognosa di "soccorso" in verità è soltanto lei. Ma del resto anche la superbia è una brutta bestia, sorella legittima dell'orgoglio. < Ci devo pensare. Puoi pure tenere i tuoi ryo, per ora non mi servono. Li accetterò solo e soltanto se deciderò di accogliere la tua proposta. Ma...fino ad allora, tienili in tasca > afferma giudiziosa, prendendosi del tempo per riflettere sulla questione. Potrebbe quasi dar anche modo di non sembrare affatto l'approfittatrice che, in caso di evenienza, è ben capace di rivelarsi, ma ahimè, la sua è solo una strategia per poter studiare meglio l'indole del proprio interlocutore, e per programmare al meglio gli intenti personale. Entrando nell'Accademia Shinobi e diventare magari una Ninja affermata, con un "Nome" e una "Fama" a precederla, potrebbe dimostrarsi un'occasione strategica oltre che cruciale, per consentirle di ritrovare il consanguineo. < Intesi? > domanda retorica, avanzando subito le sue ragioni, i compromessi che gli espone lapidaria e per nulla avezza a concedere alternative < PRENDERE O LASCIARE > non aggiunge altro, cedendo la parola al ragazzo di rimpetto.

18:21 Xiaomei:
 // Mi assento 20 minuti circa

18:43 Hitachi:
  [Chioschetto "Da Happosai"] Non si fa per nulla intimidire dal muso della gatta che si avvicina al suo riducendo ogni distanza. Il volto del chunin muta in una forma completamente disinteressata dalla reazione della femminea controparte, la ragazza è brava a recitare, ma l'illusione ha svelato il suo punto debole toccando senza indugio la ferita che le attaglia il cuore. Un concentrato di orgoglio e scontrosità portano la ragazza a rifiutare il denaro in vista di un possibile ripensamento sul ricevere il medesimo. <Non c'è nulla da pensare ...> esclama mentre la mancina si indirizza all'oste. <Per cortesia .. mi mandi qui il suo cameriere.> domanda con gentilezza, quasi imponendo con regalità, la venuta del moccioso che veloce si palesa all'attenzione dei due. Le banconote passano repentine dalla sua mano a quella del bambino. <Prendi questi soldi. Ne porti una parte alla locanda che c'è qui di fronte prenotando una camera singola per questa ragazza ... sconosciuta ... e garantirei per lei quando si deciderà ad andarci a dormire.> il che dovrebbe essere a breve dato il raffreddamento della temperatura notturna <Poi porti quest'altra parte al negozio di armi ninja comprando tutto l'occorrente per iniziare il percorso accademico ... libri , armi ... e via dicendo. E ciò che compri lo vai a depositare dritto nella sua camera.> esclama dando una pacca sulla spalla al ragazzino svincolando in direzione della missione affidatagli. Ruota infine il capo verso l'oste <E questi sono il pagamento per la cena di sta sera ...e per i prossimi pasti che lei verrà a consumare qui..> lancia un cenno del capo a Xiaomei come per far intendere chi sia il soggetto destinatario. Le iridi nere pece si poggiano poi sulla ragazza dai denti felini <867 ryo ... è tutto quello che ho ... e più della metà li ho dati a te... non mi deludere ragazza ... devi imparare che nel mondo sono pochi coloro che vogliono stare al tuo gioco e alle tue condizioni. In questo momento non sei in grado di dettare condizioni a nessuno e se intendi rifiutare il mio aiuto per farmi un torto..> esclama levandosi dalla seggiola <Sappi che non funziona ... l'unico torto che faresti è verso te stessa...> esclama mentre lancia uno sguardo ai ryo rimasti fra le gambe della kiriana <Quelli tienili per te... comprati dei vestiti ... fai un salto alle terme e vai da un parrucchiere. Oppure giocali ai dadi se preferisci ... > esclama leggermente spazientito dalla troppa diffidenza della ragazza. <Ora devo partire per Konoha, ma ci rivedremo presto e quando ciò avverrà ... voglio vedere qualcosa di diverso in te. Domina le tue emozioni non lasciare che esse dettino l'andamento della tua vita. Affronta le paura con il rispetto del pericolo, e non avere paura di soffrire nuovamente. Tutti soffriamo .. è l'ordine naturale delle cose ... non hai idea di cosa potrai imparare all'accademia, ma quando lo scoprirai ...> le lancia un ultimo grande sorriso su quel volto pallido e dai fini tratti di clonata derivazione <... allora ti ricorderai di Hitachi Uchiha ... Clone H-Itachi numero 99 .. progetto 3598 RM ... e forse dentro di te penserai ...> gli volta le spalle raggiungendo l'uscita del locale <... forse se non avessi schiaffeggiato la mano di quello strano ragazzo ... oggi non mi sentirei così in debito verso chi ha tentato di darmi speranza.> Tutto ciò avverrà? Chi lo sà ... forse ci vorrà un'po' .. ma è certo che quell'invito a diventare kunoichi sarà accettato dalla gatta. La mancina si leva in saluto, ma Hitachi non si volta più a guardare Xiaomei, i sorrisi di un uomo come lui non si sprecano verso chi non li apprezza e non c'è niente che ci spinge di più a lottare di un conto in sospeso, il conto da saldare che ora Xiaomei ha nei confronti dell'Uchiha. Non un ritorno monetario, niente gloria o servilismi o che altro ... solamente il raggiungimento di un obbiettivo che possa dare ferma convinzione all'uchiha di aver speso bene tutti i soldi che gli sono rimasti. Esce, senza voltarsi, immerso nella strada ... scomparendo alla vista di chi sta mangiando da Happosai. Più si cerca di essere generosi e più si sprofonda in una strana malinconia, è incredibile come il sacrificio per gli altri non venga mai apprezzato del tutto da questi ultimi. //exit

19:20 Xiaomei:
  [Chioschetto "Da Happosai"-> Locanda] Non ci vuole un genio per comprendere d'aver fatto un passo falso, svelando il proprio punto debole ad un estraneo che ha saputo bene come stanarlo ed ancor più come sfruttarlo al meglio. La menzogna non governa le parole dell'Uchiha, anzi, sono fin troppo istruttive e dolorsamente veritiere per la "gattaccia" che, silente, quasi la sua fosse una muta penitenza, non può far altro se non tacere e sorbirsi tutta quella filippica, incassando colpo su colpo il peso delle verità di Hitachi. Fin tanto che l'osserva incrocia le braccia al petto, stringendosi sulle spalle ed assumendo così una posa di ulteriore chiusura, mentre lo sguardo non si svincola dall'astio verso il Chunin, seppur il proprio odio sia stato covato e tuttora alimentato nei riguardi di chi l'ha resa l'ibridio che è diventata. Un'umana con i tratti distintivi di un felino, costantemente obbligata a tenere nascosta questa sua natura "mutante", sotto abiti maschili ed abbondanti, dietro un atteggiamento sempre calibrato sulla difensiva ed al riparo oltre quelle mura di cemento armato, che è solita frapporre fra lei e chiunque provi a scavare nel suo passato o a voler far parte della propria vita. Gli occhi chiari e dall'atipico pigmento irridescente, si posano indispettiti a seguire l'apparizione in scena del moccioso, richiamato dall'Oste su espressa richiesta del Ninja, ove lo sguardo torna a soffermarsi con insitenza e rinnovata ostinazione < Sei cocciuto peggio di un somaro! > commenta brontolante con le labbra che si atteggiano in un broncetto a tratti accattivante ed a tratti infantile, scurendosi in volto da sotto la visiera del cappello che ancora tiene in testa, assieme al cappuccio ampio. < Simpatico quanto una mosca fastidiosa... > borbotta fra sè e sè, dando voce ad una replica tuttavia facilmente udibile al venticinquenne, perdurando a scrutarlo con aria indagatrice, quasi a ricercare nei suoi occhi neri come la pege anche la più misera traccia d'inganno, pronta a vedere qualcosa di colpevole in qualsiasi azione, anche senza una ragione plausibile. Succube del pregidizio. < La poni come una sfida. Staremo a vedere, ma non ti illudere che sia dispiaciuta dello schiaffo, nè che possa ricredermi sul mio gesto. Te lo sei meritato! > sostiene ben salda sulla propria convinzione, fornendogli la motivazione del perchè ha ricevuto da lei tale reazione < Non mi piace esser toccata. Decido "IO" chi ha il diritto o meno di entrare nei miei spazi, CHIARO? > non aggiunge altro, osservandolo allontanarsi e seguendolo con la coda dell'occhio fino a quando avrà abbandonato l'ambiente di ristoro, tornando quindi a volger le spalle all'uscio per dedicarsi al pasto lasciato in sospeso < Fantastico! Ora è diventata fredda! > protesta alludendo alla zuppa, mentre coglie con la mano destra il cucchiaio in ceramica e con la sinistra cinge la ciotola, constatandone la temperatura. < Tzè! Ma tu guarda, che tipo strano... > asserisce con un mezzo sorriso a far capolino fra le labbra, increspate in una smorfia tutto sommato divertita, come fosse -sotto sotto- inconsapevolmente compiaciuta di quella piccola schermaglia verbale e di personalità forti, che l'incontro appena conclusosi ha portato. Il pensiero sull'Uchiha viene in breve accantonato, a favore della cena che -finalmente- si appresta a consumare in solitaria ed alla fine del quale verterà le "chiappe" alle veci della camera messale a disposizione dallo Shinobi, da questa sera sua fissa dimora e nuovo domicilio. [ Fine ]

Xiaomei e Hitachi si incontrano nel centro di Kusa. L'otino, colpito dalla povertà in cui versa la ragazza, invita Xiaomei a mangiare qualcosa a ristorante. Ne scaturisce una discussione accesa nella quale il chunin cerca di convincere la ragazza a intraprendere la via dei ninja offrendosi disponibile a pagarle gli studi.