Mille volti, nessun volto.

Quest

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21:56 Utente anonimo:
  [Bosco dei Cigliegi] Chissà cosa l’ha spinta a muoversi fino a quel bosco un tempo splendente. Nonostante l’oscurità che avanza e quella nebbia che delicata accarezza tutto ciò che la circonda la sua è una maschera di stupida felicità, beata ignoranza. I capelli sono sciolti e il crine rosso dalle punte bionde va a nascondere in parte la rossa elsa del dadao che spunta dalla spalla destra, sula schiena, ugualmente celata dal crine, c’è la fodera di pelle nera che sovrasta il kimono che oggi ha deciso di mettersi, come se fosse stata presa da un qualche strano desiderio di trovare un retaggio ormai perso. Avanza con il suono dei suoi calzari ad accompagnarla, un rumore sordo e secco del leggo delle zeppe, solo i tipici calzari bianchi a coprire quei piedi dal freddo. Eppure nonostante tutto le sue armi sono con lei, all’obi infatti è appuntata e legata l’inseparabile frusta così come il portaoggetti che invece se ne sta appuntato sul latro sinistro. Infine il lancia spiedi è ben celata sotto alla manica sinistra del kimono dai colori accesi, un rosso vivido che fa concorrenza ai suoi capelli con delle stampe nere, dei petali che sembrano cadere al terreno e radunarsi verso i suoi piedi. Non importa quanto abbia deciso di distrarsi, quando voglia allontanarsi da quel machete sospeso sulla testa di cui sente così poco la presenza, non è disposta comunque a farsi trovare impreparata ed è per questa che mentre osserva quel luogo così simile a lei si andrebbe a concentrare mentre le mani formano il sigillo della capra davanti al suo seno. Cercherebbe di andare a portare le energie fisiche dietro alla sua fronte, accumularle lì creando una sfera vorticante, per farlo andrebbe a ricorrere ai sentimenti che si infrangono sul suo cuore alla sola vista del bosco dei Ciliegi distrutto; entrambi un tempo erano splendidi e rigogliosi ed ora tanto è cambiato, distrutti e ridotti ad un cumulo di macerie rispetto al passato, tutto per mano di qualcuno il cui potere sovrasta il loro e la loro bellezza, la sua mente mentre corre in questo paragone cercherebbe di sfruttare i sentimenti che vengono scatenati per dar forza a quella sfera roteante. Similmente proverebbe a radunare le forze fisiche nel basso ventre, si concentra sulle sensazioni purante fisiche, quel venticello freddo che le ferisce la pelle del volto appena truccata, il bruciore lieve del tatuaggio appena fatto che le corre per tutto il busto. Se fosse riuscita andrebbe a muovere entrambe le sfere così da farle incontrare all’altezza della bocca dello stomaco dove, controllandone la velocità di rotazione, andrebbe a farle unire così da poter richiamare il chakra. Se tutto fosse andato come voleva adesso dovrebbe sentire quell’energia scorrerle per il corpo, ed è in questo frangente nel quale sembra sentirsi un po’ più sicura e protetta che un odore la colpisce. Un odore lontano che fatica a riconoscere subito, le è stata cancellata la memoria e nonostante ora abbia ritrovato i suoi ricordi non le capita mai di rifletterci, per questo senza nemmeno comprenderlo si guarda intorno fino a notare quella figura misteriosa e sconosciuta, qualcosa in lui la tranquillizza e la mette in agitazione al te <padre?> domanda a bassa voce, forse è lui che quell’odore le sta riportando alla mente, il passo devia e andrebbe in automatico a dirigersi verso lo sconosciuto, perché le deve tornare in ente LUI ora? Quell’odore cosa centra? Ha mille e più domande, dubbi che la attanagliano, lenta si lascerebbe guidare solo da quel profondo respiro, forse sì si tratta del suo odore eppure non può esserne sicura, era troppo piccola ed è passato così tanto tempo che ora si ritrova persa [chakra:on][equip][portaoggetti: 2 rotoli che contengono in totale 10 shuriken, 20 spiedi e 2 shuriken giganti, 20 kunai e 3 kunai a tre punte+ 5 kunai legati a carte bombe+2 kunai +2 carta bomba+ 2 bomba luce,+1 bomba sensore,+1 bomba mina+2tonico recupera chakra][ frusta][dadao][lancia spiedi con 5 spiedi]

22:13 Kioku:
  [Sorgente] Le sacre sorgenti di Uzu, meta di molti pellegrini per le più varie motivazioni, quella che questa notte ha portato il Rikudo Sennin in tale loco è la semplice calma e tranquillità del loco, famoso inoltre per ricercare una sorta di pace interiore e rilassare le stanche membra. Membra che a differenza dei semplici mortali o ninja, devono sopportare un fardello assai pesante, probabilmente la causa della sua morte, ma non è di certo questa la situazione, vi è ancora da fare prima che Akendo scompaia da questo mondo. Una piacevole nebbiolina fa da contorno al paesaggio pressoché deserto data l’ora, il possessore del Rinnegan sarà comunque visibile a chiunque questa volta in abiti tutt’altro che formali, seta pura di colore nero a coprire il busto, le maniche lunghe ma portate quasi sopra l’avambraccio… leggera e delicata, così come i pantaloni del medesimo colore ed infine dei semplici sandali, un abbigliamento più che povero e privo di ornamenti, fatta eccezione per l’anello posto sul pollice destro, quasi come si addice ad ogni pellegrino venuto in visita in tale luogo. Che sia un gesto di benevolenza e rispetto verso i Kami? Questo non è certo sapendo bene il rapporto che può esservi tra il Rikudo Sennin ma in particolar modo tra Akendo in primis e le divinità, in ogni caso, armatura e tunica dell’Akatsuki posate a qualche metro di distanza dalla sua posizione, sul fianco di una roccia, mentre le due katane rimarrebbero ancora ben salde nei foderi sui rispettivi lati di Akendo, indi una postura, come il resto dell’equipaggiamento, che lascerebbero intendere una o più aperture in quella che pare essere tutto tranne che una persona sulla difensiva, vuoi per potere o per semplice stanchezza solo i sensi più sviluppati del Rikudo Sennin rimarrebbero ligi e attivi per qualsivoglia evenienza. Sfilate le katane si concentrerebbe sugli ultimi indumenti rimasti, invogliato ormai, dall’ora tarda e dalla assoluta assenza di anima viva, a rilassare le proprie membra nella sacra sorgente, ma qualcosa cattura i suoi sensi….nulla che lo allarmi bensì qualcosa che lo incuriosisce, una figura, piccola, seppur lontana da lui entrerebbe nel suo campo visivo, un bastone impugnato e degli anelli o per lo meno così sembrerebbe dal tintinnio che provocano ad ogni passo dell’anziano, i cui indumenti aiuterebbero il Seiun a riconoscerlo come monaco del loco o così sembrerebbe agli occhi del Rikudo Sennin. Un sospiro, un misto di curiosità e noia in quella apparizione, abbandonerebbe dunque, alquanto infastidito, i pensieri di riposare le proprie membra nelle acque, per incamminarsi in direzione dell’anziano, sprovvisto di ogni cosa, con indosso la semplice seta….passo dopo passo, lo sguardo fisso sull’anziano monaco, poche ipotesi nella mente di Akendo. [chakra on] [equip akatsuki off] [Ama Mabushi off] [Izanagi & Izanami off] [tessuto di seta nero On]

[Kaguya] Una traccia che non può esser che qualcosa di appena percettibile dai normali sensi umani. Arriva e come il vento vuole, fugge via lasciandoti il doloroso dubbio: E' vero, non è vero? L'ho sentito davvero, o è stata solo una mia impressione? Ma ecco che quando si volge a ricercare una figura che non c'è, un brivido di freddo le percorre la schiena, portando alle orecchie dei passi stabili. Non è di certo una marcia, ma trasmette con quel solo ritmo statico e lento, la compostezza di un uomo. Un vero shinobi. Come il tintinnare delle armi, nota musicale come quella capitata nel momento parallelo ad Akendo, ma non così graziosa. Quello che è stato un attimo, ritorna. Dal buio bagnato di bianca nebbia che riflette la luna, sorge una sagoma spessa. Spalle larghe. Un viso squadrato e duro, dalla carnagione semi-olivastra, ma non della tonalità che ci ricorda Suna. Un metro e novanta, per una stazza degna.. D'un Oboro. Due katane incrociate ne ornano i fianchi, su un'armatura tradizionale, in tonalità castagna e rosso mattone-scuro. Così come i lacci delle katane. E lo stesso è per gli spallacci. Il viso scoperto, emerge, passo dopo passo, di rimpetto alla giovane promessa di Kiri. Tonfi, secchi, stabili. Incute timore, è certo. Ma non il timore di una persona che fa paura. Quanto il timore di un leader, di un uomo d'onore. Abbassa le spalle in un sospiro, spostando le iridi scure su di lei.. Che ha chiamato il suo nome. Scuote semplicemente il capo, no.. Non è suo padre. "Il suo ricordo.." Tutto quello che le è rimasto, è questo. Il ricordo di un uomo che ha dato la vita, per dei valori saldi, come la famiglia. "Solo il ricordo, che t'è stato tolto. E l'onore, che tu non hai." Parole dure, per un padre. Ma.. Sa che non riceverà mai carezze, da questo uomo. Neanche ora.
[Akendo] Se sul bosco dei ciliegi la luna piena è l'incontrastata sovrana, nel santuario dove le sorgenti portano una nota di colore stabile nell'udito del sennin, non certo un assordante scorrer dell'acqua, quanto più un sottofondo rilassante che s'amalgama con la nebbia che va diramandosi fino a diventar parte integrante di questo scenario. Il plenilunio coperto, sullo sfondo cupo che porta, materna, la notte a coccolar gli abitanti del mondo. Tra i sogni -quale candida considerazione- e l'immancabile fermento della criminalità. E dei nemici. Quella sagoma grigiastra sullo sfondo, si muove finalmente: La papabile fatica del vecchio, percepibile da spalle che si muovono come un pendolo, sotto i passi lenti, così lenti che.. Potresti girare i tacchi ed andartene senza che mai s'accorga di te. O meglio, questo è il primo impatto nel guardare qualcosa del genere. Ma se solo tenesse gli occhi fissi su questo avanzare lento, vedrebbe con facilità il vacillare di quella figura. Come un ologramma con interferenze nebbiose. E ogni volta che quella stessa nebbia lo inghiotte, lo ritrova di cinquanta metri più avanti. Chino, povera anima. Si trascina su quel bastone, passo passo fino a portar alle orecchie di colui che è il nostro protagonista, flebili colpi di tosse. Ed ora che lo fissa, dirigendosi a lui in contro, inizierà a sentire un fastidio palese agli occhi. Come detto in precedenza, è come il fissare il sole. Maggiormente per lui, che vede così attentamente tra la nebbia. "Coff-Coff-Coff! Oh, oh--" Eccolo, sembra accorgersi anche lui del Rikudo, finalmente. "Oh, oh, Venerabile Rikudo. La attendevo." Quel tossicchiare anziano, si trasforma in una risata goffa e strozzata dal perpetuo tossire. "Oh, bene, bene sono contento che sei arrivato presto.".."Ma.. Dove sei Rikudo?" Non è che ci vede bene eh.. Porta pazienza. "Rikudooo? Coff-coff. Oh, ah, eccoti li.".."Eh-eh.." E quasi.. Caloroso. Come se lo conoscesse da tempo. Ma non è una figura riconoscibile soprattutto ora che hai modo d'osservare il bastone monacale, con tanti anelli, quanti quelli che può possedere. Più di cento. Lungo tutto il bastone. "Ah, fatti vedere ragazzino. Vieni qui, mi ricordo che era solo ieri quando correvi per le sorgenti. Che bambinetto pieno di vita." .. Beh, sembra un attimo un vecchietto delirante, forse sta dicendo solo baggianate.. Forse, forse no..

[Kaguya] Your daddy! http://i723.photobucket.com/albums/ww240/Koalutant/VincentAv_zps2qzwwy4a.jpg

22:52 Utente anonimo:
  [Bosco dei Cigliegi] Nemmeno il tempo di immaginarselo, di rimettere insieme quei pochi ricordi che ha di lui di potersi sentire parte di qualcosa che tutto svanisce, capriccioso quanto eli il vento le toglie quell’odore, Il dubbio la ferice a tal punto da farla sospirare facendole cancellare quella faccia quasi ebete, quel suo modo di fare giocoso, troppo a lungo ha nascosto anche a sé stessa i sentimenti provati con quell’atteggiamento da predatrice. Ma eccola poi una figura, lo riconosce, non potrebbe fare altrimenti così come dovrebbe poter riconoscere quella voce. Immediato è il suo voltarsi verso di lui le bocca che si spalanca appena stupida e felice. Forse non era morto, forse…beh quell’illusione dura ben poco per lei che ora va a cancellare quella felicità del volto, scuote il capo più volte, faccia a faccia con il suo subconscio probabilmente <un incubo eh> replica in sua direzione ironica, stizzita e superiore, oh per quanto voglia seguire le sue orme è vero lei non ha nulla a che fare con quell’uomo. Ascolta le parole che vanno a colpire dritto il suo piccolo cuoricino, tradita, ancora una volta si sente tradita e distrutta, si morde il labbro inferiore mentre cercherebbe di andare a sollevare lo sguardo a sostenerlo ora. Non è più la bambina in cerca di affetto e che invece veniva solo allenata, non è più una ragazzina rispettosa ed intimorita da quella figura ormai è una donna, una ninja sicura e piena di sé <di che onore parli padre?> il tono è ancora stizzito, altezzoso come se si reputasse superiore <l’onore dell’abbandono della famiglia? Immolarsi e consegnare me e tua moglie a duna vita da rifugiate?> domanda ancora, incalzante, arrabbiata. Oh eccolo l’unico punto dolente su quale la si può stuzzicare <o forse ti riferisci al non riuscire a diventare uno dei sette spadaccini della nebbia?> lo prende in giro, lo canzona ritenendosi superiore, perché sì lei seguirà le sue orme, lei raggiungerà ciò che lui non è riuscito a diventare eppure in quella rabbia, in quegli insulti è leggibile solo la tristezza, la mancanza e l’affetto. Non è l’odio verso di lui che la spinge a porsi quegl’obiettivi, non è per odio che vuole superarlo ma solo per affetto e stima profonda. Come se il suo riuscire a tornare a Kiri a testa alta potesse renderlo fiero, come se andare a distrugger ei cospiratori nel clan che l’hanno ucciso probabilmente ucciso potesse farla rivalutare ai suoi occhi. Lei quella bambina da sempre troppo scatenata e irrispettosa per essere considerata una degna figlia di un oboro. <tzk> ricordi che le salgono alla mente, si volta appena, facendo scattare i capelli come una frusta, il volto che viene colpito, la guancia destra che sente il fastidio causato da quel suo girar eil volto di scatto verso sinistra. Non lo guarda non più eppure proprio come quando era piccola resta ì a farsi sgridare, prigioniera di quel ricordo che non vuole abbandonare, si aggrappa disperata a quel poco che ha per non lasciar andare quella figura paterna[chakra:on][equip][portaoggetti: 2 rotoli che contengono in totale 10 shuriken, 20 spiedi e 2 shuriken giganti, 20 kunai e 3 kunai a tre punte+ 5 kunai legati a carte bombe+2 kunai +2 carta bomba+ 2 bomba luce,+1 bomba sensore,+1 bomba mina+2tonico recupera chakra][ frusta][dadao][lancia spiedi con 5 spiedi]

23:04 Kioku:
  [Sorgente] Nonostante equipaggiamento ed armi siano state lasciate indietro, ai piedi della sorgente, occhi vigili dai cerchi concentrici scruterebbero la zona, così come la maggior parte dei sensi, ha vissuto quanto basta per non dare mai nulla di scontato, qualsiasi situazione gli si pari d’innanzi e così è anche in tale momento, nonostante la maggior parte dell’attenzione è focalizzata sull’anziano monaco. Passo dopo passo la figura diventa sempre più vicina, e con il passare del tempo, più gli si avvicina più diventa fastidioso mantenere lo sguardo su di lui come se una luce fosse puntata sui suoi occhi, di certo non è qualche tipo di tecnica ne un qualcosa che il corpo dell’anziano emana….semplici congetture nate da una attenta analisi grazie alla mente sviluppata del Rikudo Sennin. Un veloce sguardo al vecchio bastone, quasi incredulo al veder in cima ad esso cento e passa anelli, corrispondenti al tempo passato dall’anziano, più gli si avvicina più particolare riesce a carpire, dall’andatura alla fatica quasi percepita dallo stesso Akendo, infine la voce, flebile ed anziana , non priva di malanni e martoriata dal tempo che infame ed avido consuma tutte le creature di questo mondo e di certo l’anziano non fa eccezione. Le parole lo incuriosiscono, di certo ben altro ci vuole, che semplici affermazioni o rivelazioni come quelle appena udite, per impressionare o sorprendere il Rikudo Sennin, rimanendo comunque incuriosito dalla scelta di parole dell’anziano ed in particolar modo l’ultima affermazione riguardante il suo passato….cos’altro ci potrà mai essere nel suo passato che è rimasto celato? Eppure Risuka gli ha spiegato molto bene il suo sangue e la sua discendenza da chi deriva, le sue origini, come quelle del suo clan e altro ancora e dunque….cos’altro ci potrà mai essere? Da che ne ha memoria ha vissuto ad Oto finendo poi ad Ame….il resto….è storia. Sullo sfondo di una Luna che gioca a nascondino con il celo ed il loco che fanno da contorno all’incontro tra lo strano vecchietto ed il Rikudo Sennin la sua fredda voce, per quanto il suo volto non esprima alcuna emozione, spezzerebbe quella sorta di calma, come il freddo gelo ghiaccia ogni cosa finendo per appassirle….<Sono qui….>. [chakra on] [equip Akatsuki off] [Ama Mabushi off] [Izanagi & Izanami off] [tessuto di seta nero on]

[Kaguya] Ed eccoti qui, ferita da quello che stavi cercando d'afferrare. Davanti ad un uomo che è rimasto esattamente come i tuoi ricordi ti suggeriscono: Ostico e rude. Con quelle spalle ampie ed un viso, che non ricordi aver mai sorriso. Sul petto alcune cicatrici che emergono, una trasversale, una alla base della gola. E' dannatamente realistico eppure come lui stesso dice, non è reale. Non è che il ricordo dei natali passati che torna a farti visita e ricordarti, che stai disonorando il sangue Oboro che ti scorre nelle vene. Ma, Kaguya.. Se la tua voce è ora un forte ruggito, è perchè non ricordi bene quella di tuo padre. <KAGUYA!> baritona, spezza il fare altezzoso della figlia senza scomporsi di un solo millimetro, senza allungar la mano per afferrarti, circondato da quella nebbia che sembra riversarsi attorno a lui come una spiacevole visione. Infuria, quegli occhi freddi e le mani che sostano alla base della tunica, dove un obi spesso la congiunge alla parte inferiore. Ed è talmente alta, quella voce, da far vibrare per un attimo i rami morti che vi circondano, come se stessero subendo un'onda d'urto. <Come puoi pensare di disonorare la famiglia in questo modo, tu ragazzina irrispettosa?> .. <Io ho dato la vita purchè tu segua le orme dei grandi spadaccini. Io ho dato la vità purchè tu possa essere qui, adesso!> Un lampo illumina gli occhi. Che amarezza, render insoddisfatti i propri cari. Deluderli in questo modo. Quando si sposta, è d'un passo, verso di lei, al di fuori della nebbia che danza e di addensa attorno. <Credi forse che io l'abbia fatto per?> La incalza lui, questa volta. Freddo e fermo. <Credi io mi sia divertito?>..<E che abbia comprato il mio onore sul porto!?> Come quei tristi uomini che per una manciata di Ryo, divengono importanti eroi del villaggio. E la nostra spadaccina lo sa, che non è questo il caso. <Ed arrivato ad oggi..Kaguya, qual'è il tuo scopo nella vita? Che persona sei?> .. <Raccontami di te, come se io fossi uno sconosciuto.> ..

[Akendo] Per noi l'ambiente è molto diverso. Si tratta di mistero e scoperte, o solo un vecchio monaco matto che conosce il tuo nome e sta inventando una storia accattivante? Ma ecco che mentre lo guardi, quel passo, quell'andamento, la voce lontana che s'avvicina a passi goffi e lenti. Ancora una volta la sua figura tra la nebbia tentenna, finendo per.. Trovartelo di fronte in un istante scarso. Quando solo, all'ultima fastidiosa occhiata, sembrava un punto sullo sfondo. Il dolore agli occhi passa e.. Ora ti sta di fronte, lo vedi chiaramente. Barba bianca come il latte, lunga fino allo sterno. E i capelli che ci fanno da contorno, del medesimo colore, rigorosamente lisci e ben curati dalla bushido seguito con tanta cura per chissà quanti anni. "Oh, oh--eccoti. Ora si, ora che ti veedo bene.." Incalza con una voce rauca e stanca, andando a spalancare occhi ghiacciati e rovinati dal tempo, per liberarli dalle rugose palpebre. Ecco com'è un vecchio. Fatto di rughe che il tempo ci getta addosso. Come se tutto, pure il nostro corpo, s'appesantisse con il passare del tempo. Lo spalancarsi forzato di quella fessura, dura solo un'attimo, poichè li richiude andando a borbottore qualcosa di incoprensibile persino al nostro Akendo. "Ma tu guarda.. Tu guarda.. Sono passati solo.." E il tono si abbassa, andando a bypassarlo per diriger quei passi stanchi verso la sorgente. "Oh ebbene, oh. Si. Vieni con me, Madara.".."Oh-oh giovanotto, pensavo morissi prima di me. E invece ti sei mantenuto bene. Oh-oh-oh, si proprio bene. Sembri avere solo quarant'anni." .. "Oi-oi-oi, vieni, vieni a darmi una mano! Mi è bloccato il piede sinistro!" La confusione mentale di questo vecchio monaco è più che evidente. Pronuncia i nomi che gli passano nella testa, come se ci fosse un tifone d'informazioni che non riesce a seguire, rimanendo dunque, solo un vecchio acciaccato, che ora sosta con la spalla vicino ad un'alta roccia. La destra che si tiene su con il bastone, mentre la sinistra, ora in mostra, possiede uno specchio grande si e no, di tre centimetri maggiore d'un palmo. Tondeggiante e ornato con una vecchissima cornice bronzea. "Guarda cos'ho trovato sotto questo vecchio obi, Madara..Eh-eh, te lo ricordi?" Se solo Akendo potesse ripescare i ricordi d'un infante destinato ad esser vicino ad un dio, ricorderebbe eccome quello specchio. Non possiede riflesso, o meglio, non cattura l'immagine del vecchio.. Come non cattura neanche la sua immagine. "Sei di poche parole, sacri kami, sai da quanto tempo non incontro una persona?"

[Rimaniamo dentro ai 10-15 minuti massimi ragazzuoli.]

23:43 Utente anonimo:
  [Bosco dei Cigliegi] Tra i vari ricordi persi forse c’era quella voce potente molto più potente della sua tanto da far quasi vibrare ciò che la circonda. Appena sente il suo nome, sente quell’urlo istintivamente abbassa il capo, si stringe nelle sue spalle cercando quasi di nascondersi, si fa piccola piccola proprio come un tempo. Quell’uomo che tanto è stato freddo e rude con lei le mancava, inutile dire che i suoi ricordi siano pochi e confusi ma quella figura è così rassicurante, nonostante tutto. Sottomessa si limita a cercare di alzare appena lo sguardo, senza muovere il capo, dal basso verso l’alto come per cogliere il suo volto, i suoi movimenti, per studiarlo più a lungo possibile. Eppure per quanto quel semplice urlo e quelle parole successive siano riuscite a farla tornare una bambina e a farle abbassare lo sguardo la sua indole non è stata placata e controllata realmente, per quanto ancora il capo sia chinato e lei stretta nelle spalle. Chiude le mani in due pugni, serra così forte al presa da andare ad incidersi la pelle del palmo con le unghie <noi> mormora debole a quella prima domanda <ma> alza appena il capo <perché? PERCHE’ TI SEI SACRIFICATO?> urla a sua volta <perché non sei scappato con noi> aggiunge nuovamente mormorando, voce bassa, il dolore per la consapevolezza di quanto lo stia disonorando, il dolore della perdita e l’ostinazione si mischiano in quel continuo ritrovare coraggio e alzare il capo seguito poi dalla semplice sottomissione, sta combattendo contro i suoi ricordi e contro sé stessa. Sa già la risposta, la conosce eppure ha chiesto. Infine eccola quella richiesta. Le mani allentano la prese e le labbra si spalancano appena, lo osserva attentamente ora, trovando il coraggio di portare ancora una volta il volto su quello del padre. Gli occhi che si fanno fieri e freddi, un sorriso abbastanza divertito e di rivincita si disegna sul suo volto <riuscire laddove tu non sei riuscito padre> direbbe lei semplicemente <io avrò la vaporizzatrice, il mondo mi conoscerà come uno dei sette spadaccini della nebbia e il clan si dimenticherà di te> aggiunge ancora, sorridente e fredda, un orgoglio che raramente esce in lei, una voglia di rivalsa e rivincita, nuovamente adulta davanti a quel padre che mai le ha dimostrato amore se non con l’estremo sacrificio. Lo supererà e anche se non lo ammette nemmeno a sé stessa lo renderà fiero di lei, potrà vantarsi dei suoi natali, potrà dire con orgoglio di chi è figlia senza aver paura di portare vergogna sul nome del defunto[chakra:on][equip][portaoggetti: 2 rotoli che contengono in totale 10 shuriken, 20 spiedi e 2 shuriken giganti, 20 kunai e 3 kunai a tre punte+ 5 kunai legati a carte bombe+2 kunai +2 carta bomba+ 2 bomba luce,+1 bomba sensore,+1 bomba mina+2tonico recupera chakra][ frusta][dadao][lancia spiedi con 5 spiedi]

00:02 Kioku:
  [Sorgente] L’ondeggiare e l’arrancare del vecchio misto a quel fastidio nell’osservarlo potrebbero far sembrare idilliaca l’impresa ed infinito il lasso di tempo che ci vorrà per poter rimanere faccia a faccia. Così per lo meno potrebbe sembrare, pochi secondi, impercettibile quasi, tra una nebbia e l’altra, la figura dell’anziano si paleserebbe ora d’innanzi agli occhi viola-grigio, arrestando così l’avanzata di Akendo, intento ora a captare le frasi, seppur con difficoltà, dell’anziano. Ciò che ode oltre a confonderlo e a non trovarne il nesso, lo infastidiscono quasi, del resto egli non è Madara e per quanto possa sembrare un onore, per quanto egli discenda da lui, sia la sua reincarnazione materiale, per quanto il suo sangue sia legato a lui egli non è Madara, di certo non vuole essere ricordato così…un ombra…ma arriverà il momenti in cui tutto il mondo ninja verrà messo al corrente di ciò che è realmente Akendo e quali siano i legami con Madara, prima di allora si crogiolerà e si beerà dell’ignoranza di ogni singola persona su questo mondo, continuando a passare come semplice scherzo del destino o copia deforme. Un sospiro, rilassandosi, molta e la calma e la concentrazione per poter tenere testa a quel vecchietto soprattutto se si tratta di quella tipologia di vecchietti, vere o meno che siano le sue parole, matto o meno che sia…..non è facile, per tanto starà al suo gioco, del resto non gli sarà difficile se il buon sangue non mente e avrà comunque l’opportunità di scoprire qualcosa in più che sia Akendo Seiun o che sia Madara Uchiha. Le braccia si incrocerebbero all’altezza del busto, mentre con una torsione a 180° porterebbe il proprio corpo ed il proprio viso nella direzione in cui stava venendo, seguendo così l’anziano monaco con lenti passi….<purtroppo non ricordo vecchio> quest’ultima parola con un tono per nulla dispregiativa, anzi quasi un soprannome, non sapendone il nome di certo darà comunque l’impressione di essere il vero Madara ricordandosi del monaco…..<per quanto la mia pelle appaia giovane gli anni hanno il loro effetto ove l’occhio umano non ha accesso>….<sinceramente non pensavo di trovarvi ancora qui dopo tutti questi anni> Nulla di più, ulteriori parole sarebbero superflue oltre ad aumentare la possibilità del tradirsi. [chakra on] [equip Akatsuki off] [Ama Mabushi off] [Izanagi & Izanami off] [tessuto di seta nero on]

[Akendo]
"TROPPI!" Trilla quella voce arzilla, che ricorda il notaio degli aristogatti, quando esso richiama in causa gli anni in cui è rimasto alle sorgenti di Uzu, a vegliare sulla santità del posto. Sospira, lentamente, andando a sedersi su un masso poco più in la, tranquillamente.
"Oh, oh, guarda qui. Qui dentro." Il riflesso dell'acqua sullo specchio, lo oscura per un solo secondo mentre viene rialzato dal vecchio eremita, stancamente. Nello specchio finalmente affiora un disegno impreciso. Che non rispecchia nel modo esatto la realtà. Certo, è Akendo. Eppure respira e si muove in modo diverso, senza rispondere correttamente alla sua espressione del viso. Ha un sorriso statico, quasi agghiacciante. Delle crepe a livello dell'occhio sinistro. Con lo stesso inconfondibile motivo oculare che richiama la pecularietà del Rinnegan, immenso potere che le è stato donato dalla sua discendenza. Dalla sua reincarnazione in Madara ed il suo sangue legato agli Uchiha. Lo volta appena verso di lui, mentre il suo riflesso, pare osservarlo a sua volta. Non parla, ma lentamente, va mostrandogli la nuda visione di se stesso. Qualcosa che solo lui può vedere. Il suo riflesso, ma mostrato ai suoi occhi, com'è davvero. Sotto pelle, sotto l'impressione da buon pollice destro. Un paio di colpi di tosse risvegliano il vecchio da quella visione, andando a dire limpidamente. "Devi esser terrorizzato da quel che sei. O hai già superato quella fase?".."Ora sei terrorizzato da quello che non sarai? O che non avrai mai il tuo nome scritto come quello dei tuoi discendenti nella storia?" Un nuovo colpo di tosse, placido, apre di nuovo gli occhi posandoli in quelli di Akendo. "Non trovi triste camminare attendendo il triste momento della tua dipartita.. Cosa lascerai agli umani, quando tornerai qui.. Proprio come fece lui?" E lascia quel riflesso, terribile o spaventoso che sia. Dell'uomo che ha torturato, ucciso, ch'è morto e poi rinato, pessedente il Rinnegan. E che uso ne farà.. Di questo potere?
[Kaguya] E questa notte ci si lascia trasportare dagli spiriti tornati del passato. Da quella voce tonante che le fa addirittura abbassare il capo in un moto di sottomissione a quello che era un abile spadaccino della nebbia, nato e vissuto a Kiri, la terra lontana dove è diretto Akendo, a portar in porto chissà quale missione. Qualcosa che Kaguya non può sapere. Ogni muscolo disteso come quelli d'un adone, immobile come il marmo, dove le beffe ed il sorrisetto di Kaguya scivola via senza lasciar un solo solco. Annuisce appena, mentre parla, andando ad incrociare le braccia spesse al petto. <Mh-mh-mh.> Un tremare leggero del petto che lascia uscire una risata roca a labbra strette, come se trovasse divertente ogni singola parola uscita da quelle labbra. Le labbra di sua figlia. <La vaporizzatrice..> Lo ripete come a sottolineare qualcosa di piuttosto esilarante. La sminuisce. <Kaguya-Kaguya. Sei destinata ad esser il seguito del mio sangue. Non sarai mai portatrice del tuo nome. Non sarai mai: Kaguya Oboro. Sarai sempre e solo: Kaguya, figlia minore di Hajime Oboro.> Il capo va scuotendosi, mentre le braccia dalla salda presa si sciolgono. <Sei destinata a vivere nella mia ombra, con questo pensiero!> Un altro passo verso di lei. Ed ogni passo, diviene sempre più una montagna e meno un uomo. Piano. Sempre più vicini. <Il tuo non deve esser un obbiettivo.> Quello di riuscire dove lui ha fallito. La lingua piano, esce ad accarezzar le labbra, smanioso per la perfezione. E' la sua prole. Lei, deve tener alto il suo nome. La sua morte per il clan. La sua morte per.. Per dare un futuro a lei e a sua madre. <Tutto quello che ho fatto fino ad oggi, il mio sacrificarmi.. E' perchè non avremmo più potuto esser uniti. Come tutte le stirpi, ne esistono di fiacche e di talentuose. Avresti dovuto partire da sola, ma quella sciocca di tua madre.. Non voleva lasciarti andare.>..<Forse è lei che dovresti odiare.> Il mento s'alza, duro. <Riuscire dove io ho fallito, deve essere una certezza. Non un obbiettivo. Dimmelo, Kaguya. Che persona sei?>

00:29 Utente anonimo:
  [Bosco dei Cigliegi] Un’ennesima ferita si apre nel suo petto, il suo cuore nuovamente pugnalato dalle dure parole di quello che si è identificato come un semplice ricordo, eppure non riesce a combattere, a salvarsi dal suo verbo. Trema lei, mentre le mani tornano a stringersi, si rifiuta di mostrarsi debole eppure timidamente lo fissa, con i suoi occhi verdi velati dalle lacrime contro cui sta combattendo ora, non piangerà e non si sottometterà, non più. Forse. Lo osserva avvicinarsi e tira su con il naso, imperterrita e testarda nel suo obiettivo <mia madre> mormora appena, scuote il capo. No non la odierà più di quanto già non faccia, l’unico errore è stato toglierle i ricordi del padre ma ora che si sta confrontando con lui inizia a comprendere che forse non aveva tutti i torti, quanto sarebbe stata più facile la sua vita senza memoria? <io sono Kaguya Oboro> inizia quel discorso cacciando via le lacrime <io sono la degna figlia di Hajime Oboro> continua quindi <io sono una dei sette spadaccini della nebbia.> orgogliosa lei, seria e decisa, non lascerà che le sue parole la demoralizzino <io avrò la vaporizzatrice. Io sarò colei che ucciderà i traditori e chiunque abbia tramato contro di noi> lo osserva e immobile resta lì, vorrebbe tanto un abbraccio, un complimento, un qualsiasi gesto di affetto ma sperare è vano. Eppure per quella sola ragione guarda la montagna e le spalle del padre, non ricorda di essersi mai stretta a loro, l’ha sempre percepito così lontano e forte. Di certo non ha ereditato da lui l’altezza questo è chiaro <padre> direbbe poi con un filo di voce <cos’abbiamo di così speciale noi? Perché ci vogliono morti?> sì in quel discorso si inserisce anche lei perchè sa quanto è importante che nessuno del clan, pochi fidati a parte, scopra la sua esistenza, almeno per ora che non è ancora così forte da poter resistere ed annientarli. Le iridi verde puntate sul volto di lui, i pugni ancora stretti decisa e debole al tempo stesso, attaccata ad un filo, sospesa in attesa delle parole di quell’uomo[chakra:on][equip][portaoggetti: 2 rotoli che contengono in totale 10 shuriken, 20 spiedi e 2 shuriken giganti, 20 kunai e 3 kunai a tre punte+ 5 kunai legati a carte bombe+2 kunai +2 carta bomba+ 2 bomba luce,+1 bomba sensore,+1 bomba mina+2tonico recupera chakra][ frusta][dadao][lancia spiedi con 5 spiedi]

Re-post per la narcolessia del nostro amato Akendo.

[Akendo]
"TROPPI!" Trilla quella voce arzilla, che ricorda il notaio degli aristogatti, quando esso richiama in causa gli anni in cui è rimasto alle sorgenti di Uzu, a vegliare sulla santità del posto. Sospira, lentamente, andando a sedersi su un masso poco più in la, tranquillamente.
"Oh, oh, guarda qui. Qui dentro." Il riflesso dell'acqua sullo specchio, lo oscura per un solo secondo mentre viene rialzato dal vecchio eremita, stancamente. Nello specchio finalmente affiora un disegno impreciso. Che non rispecchia nel modo esatto la realtà. Certo, è Akendo. Eppure respira e si muove in modo diverso, senza rispondere correttamente alla sua espressione del viso. Ha un sorriso statico, quasi agghiacciante. Delle crepe a livello dell'occhio sinistro. Con lo stesso inconfondibile motivo oculare che richiama la pecularietà del Rinnegan, immenso potere che le è stato donato dalla sua discendenza. Dalla sua reincarnazione in Madara ed il suo sangue legato agli Uchiha. Lo volta appena verso di lui, mentre il suo riflesso, pare osservarlo a sua volta. Non parla, ma lentamente, va mostrandogli la nuda visione di se stesso. Qualcosa che solo lui può vedere. Il suo riflesso, ma mostrato ai suoi occhi, com'è davvero. Sotto pelle, sotto l'impressione da buon pollice destro. Un paio di colpi di tosse risvegliano il vecchio da quella visione, andando a dire limpidamente. "Devi esser terrorizzato da quel che sei. O hai già superato quella fase?".."Ora sei terrorizzato da quello che non sarai? O che non avrai mai il tuo nome scritto come quello dei tuoi discendenti nella storia?" Un nuovo colpo di tosse, placido, apre di nuovo gli occhi posandoli in quelli di Akendo. "Non trovi triste camminare attendendo il triste momento della tua dipartita.. Cosa lascerai agli umani, quando tornerai qui.. Proprio come fece lui?" E lascia quel riflesso, terribile o spaventoso che sia. Dell'uomo che ha torturato, ucciso, ch'è morto e poi rinato, pessedente il Rinnegan. E che uso ne farà.. Di questo potere?
[Kaguya] E questa notte ci si lascia trasportare dagli spiriti tornati del passato. Da quella voce tonante che le fa addirittura abbassare il capo in un moto di sottomissione a quello che era un abile spadaccino della nebbia, nato e vissuto a Kiri, la terra lontana dove è diretto Akendo, a portar in porto chissà quale missione. Qualcosa che Kaguya non può sapere. Ogni muscolo disteso come quelli d'un adone, immobile come il marmo, dove le beffe ed il sorrisetto di Kaguya scivola via senza lasciar un solo solco. Annuisce appena, mentre parla, andando ad incrociare le braccia spesse al petto. <Mh-mh-mh.> Un tremare leggero del petto che lascia uscire una risata roca a labbra strette, come se trovasse divertente ogni singola parola uscita da quelle labbra. Le labbra di sua figlia. <La vaporizzatrice..> Lo ripete come a sottolineare qualcosa di piuttosto esilarante. La sminuisce. <Kaguya-Kaguya. Sei destinata ad esser il seguito del mio sangue. Non sarai mai portatrice del tuo nome. Non sarai mai: Kaguya Oboro. Sarai sempre e solo: Kaguya, figlia minore di Hajime Oboro.> Il capo va scuotendosi, mentre le braccia dalla salda presa si sciolgono. <Sei destinata a vivere nella mia ombra, con questo pensiero!> Un altro passo verso di lei. Ed ogni passo, diviene sempre più una montagna e meno un uomo. Piano. Sempre più vicini. <Il tuo non deve esser un obbiettivo.> Quello di riuscire dove lui ha fallito. La lingua piano, esce ad accarezzar le labbra, smanioso per la perfezione. E' la sua prole. Lei, deve tener alto il suo nome. La sua morte per il clan. La sua morte per.. Per dare un futuro a lei e a sua madre. <Tutto quello che ho fatto fino ad oggi, il mio sacrificarmi.. E' perchè non avremmo più potuto esser uniti. Come tutte le stirpi, ne esistono di fiacche e di talentuose. Avresti dovuto partire da sola, ma quella sciocca di tua madre.. Non voleva lasciarti andare.>..<Forse è lei che dovresti odiare.> Il mento s'alza, duro. <Riuscire dove io ho fallito, deve essere una certezza. Non un obbiettivo. Dimmelo, Kaguya. Che persona sei?>

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18:02 Utente anonimo:
  [Bosco dei cigliegi] Un’ennesima ferita si apre nel suo petto, il suo cuore nuovamente pugnalato dalle dure parole di quello che si è identificato come un semplice ricordo, eppure non riesce a combattere, a salvarsi dal suo verbo. Trema lei, mentre le mani tornano a stringersi, si rifiuta di mostrarsi debole eppure timidamente lo fissa, con i suoi occhi verdi velati dalle lacrime contro cui sta combattendo ora, non piangerà e non si sottometterà, non più. Forse. Lo osserva avvicinarsi e tira su con il naso, imperterrita e testarda nel suo obiettivo <mia madre> mormora appena, scuote il capo. No non la odierà più di quanto già non faccia, l’unico errore è stato toglierle i ricordi del padre ma ora che si sta confrontando con lui inizia a comprendere che forse non aveva tutti i torti, quanto sarebbe stata più facile la sua vita senza memoria? <io sono Kaguya Oboro> inizia quel discorso cacciando via le lacrime <io sono la degna figlia di Hajime Oboro> continua quindi <io sono una dei sette spadaccini della nebbia.> orgogliosa lei, seria e decisa, non lascerà che le sue parole la demoralizzino <io avrò la vaporizzatrice. Io sarò colei che ucciderà i traditori e chiunque abbia tramato contro di noi> lo osserva e immobile resta lì, vorrebbe tanto un abbraccio, un complimento, un qualsiasi gesto di affetto ma sperare è vano. Eppure per quella sola ragione guarda la montagna e le spalle del padre, non ricorda di essersi mai stretta a loro, l’ha sempre percepito così lontano e forte. Di certo non ha ereditato da lui l’altezza questo è chiaro <padre> direbbe poi con un filo di voce <cos’abbiamo di così speciale noi? Perché ci vogliono morti?> sì in quel discorso si inserisce anche lei perchè sa quanto è importante che nessuno del clan, pochi fidati a parte, scopra la sua esistenza, almeno per ora che non è ancora così forte da poter resistere ed annientarli. Le iridi verde puntate sul volto di lui, i pugni ancora stretti decisa e debole al tempo stesso, attaccata ad un filo, sospesa in attesa delle parole di quell’uomo[chakra:on][equip][portaoggetti: 2 rotoli che contengono in totale 10 shuriken, 20 spiedi e 2 shuriken giganti, 20 kunai e 3 kunai a tre punte+ 5 kunai legati a carte bombe+2 kunai +2 carta bomba+ 2 bomba luce,+1 bomba sensore,+1 bomba mina+2tonico recupera chakra][ frusta][dadao][lancia spiedi con 5 spiedi]

|Akendo muoviti che sto a diventà vecchia come il tipo che ti parla.

19:03 Kioku:
  [Sorgente] Ancora non è ben chiaro se il vecchio continua a credere di essere d’innanzi a Madara o ne riconosce alcune differenze, ma poco importa ciò che verrà colpirà dentro l’anima della persona, che stia facendo finta di essere qualcun altro o meno, la vera domanda dovrà porsela alla sua vera natura. Ode le parole del vecchio, ma cosa più importante, lo sguardo ricadrebbe ovviamente sullo specchio, notando ogni singola differenza di quell’immagine che per quanto possa sembrare uguale non riflette effettivamente quello che un comune specchio rifletterebbe. Fisso su quel riflesso, le parole dell’ anziano lo raggiungerebbero, sembra sapere molto più di quel che sembra, in ogni caso il Rikudo Sennin arriverà alla fine della questione, qualcosa dovrà pur ricavare….una smorfia nulla più, il respiro andrebbe a farsi pesante, le parole dell’anziano pesano come massi sulle spalle di Akendo, portandolo, volente o meno, a porsi delle domande quasi esistenziali, domande a cui credeva con certezza di avere risposto, ma più si pone la domanda più aumenta il dubbio…è giusto ciò che sta facendo? Nulla è certo, il sentiero è lastricato di insidie, dubbi e ostacoli, normalmente la gente comune a quel punto si dovrebbe appoggiare alla fede per resistere alle intemperie e difficoltà della vita ma…… Akendo? Egli non ha fede poiché sa che non c’è alcun dio in cui credere che possa donargli la salvezza…non esiste….e per tanto è solo nel suo cammino. Il suo sguardo si porterebbe sull’anziano, fissandolo con le proprie iridi, portatrici di morte e distruzione, come di vita e rinascita….<la mia esistenza è legata ad una storia, una storia che prima o poi avrà un capitolo conclusivo> qualche attimo di silenzio prima di continuare a vociare….<a differenza degli stolti e dei deboli, sapendo il momento in cui avverrà la mia dipartita, cammino…questo è vero tra le semplici persone in attesa che giunga la mia ora, ma proprio perché conosco il momento in cui chiuderò per sempre questi maledetti occhi, che posso agire e lasciare un segno nel mondo>…..<ed è così che finalmente sarò ricordato, scolpito nella storia e la mia fine…il mio ultimo atto….>……<saranno il mio lascito per gli umani che popolano questo mondo> Nulla di più, tornando per qualche secondo sullo specchio ed infine nuovamente sull’anziano, forse ha detto più del dovuto ma infondo…è solo un povero vecchietto. [chakra on] [equip Akatsuki off] [Ama Mabushi off] [Izanagi & Izanami off] [tessuto di seta nero on]

[Kaguya] Il padre che la fissa mentre parla, tenendo il suo sguardo fermo su di lei: No, non è esattamente il genitore che Kaguya desidererebbe. Di quelli che, non trovano la forza di amare fisicamente i loro figli. Come un vecchio shinobi che segue la rude dottrina del Bushido. E i vecchi, antichi spadaccini della nebbia, sono riconosciuti per esser assassini, sicari silenziosi come l'innalzarsi di quel manto denso. E questo rispecchia suo padre. La vecchia dottrina di questo clan radicato nelle tradizioni. La lascia parlare facendo vibrare lo sguardo in un bagliore orgoglioso, come se volesse dirlo: Questa è mia figlia. E io sono orgoglioso che porti alto il mio nome. Fa un solo cenno d'assenso. Non è un abbraccio, anzi, è molto lontano dall'esserlo, ma da quella soddisfazione che la ragazza ormai conosce. E poi, quella fatidica domanda. Lo fa quasi vacillare sul posto. Come se la vedesse come una perenne bambina, lo sguardo si affila su di lei, valutando se parlare o meno. <Mh..> .. <Vedi, ai tempi della tua nascita, il clan Oboro era nativo di Kiri.. Te lo ricordi?> Quel corpo si muove, lento, in passi che chiedono tacitamente un passeggiare affiancato a sua figlia. La bambina che ha da sempre voluto proteggere. La donna, ora, che è stata sfilata dalle mani del clan per una ragione ben precisa, fino ad ora ignota. <Sulle sponde dell'Isola Nera, a quei tempi, c'era lo Shiro to Kuro no Saidan, il tempio in cui sei stata battezzata sotto la luce del Dio Senza Volto: Il Kao no Arimasen.> .. <L'alto consilio aveva ricevuto richiesta da tutti i padri Oboro, per tutti i nascituri di quell'annata, poichè v'è stata la voce che chi veniva battezzato nel santuario, avrebbe avuto gli occhi per vedere quello che gli altri, non potevano vedere.> .. <Io, e i miei due fratelli facemmo richesta. Ma solo dalla bocca del sommo, uscirono solo tre nomi, su sette proposti. Kaguya, Zico, Jinto.> Gli occhi, dacchè ricorda freddi e stabili, si abbassano al terreno. Zico e Jinto, son nomi che non può neanche mai aver sentito nominare. Eppure ora che gli escono dalle labbra, delle immagini le corrono per la testa. Jinto, il più grande dei tre fratelli Oboro, la prendeva sempre in braccio quand'era piccola. Con Zico, di due anni più grande di lei, litigava sempre per i giocattoli. Quella parlantina del padre che si blocca, eppure, dacchè era un colosso, sembra esser fragile anche lui, ora. Ogni grande uomo, ha una voragine nel petto. <Siete stati consacrati tutti e tre, al dio senza volto. E tutti e tre, avete visto il vero.> Proferisce, quasi a voler tagliar corto con il racconto. Hanno visto il vero? Si. La gelosia che spinge i membri di una famiglia a divorarsi a vicenda. <Uccisero i tuoi fratelli, dando alle fiamme la nostra casa nel cuore della notte. Zico dormiva con te..> .. <Ma tua madre, non era abbastanza forte per prendervi entrambi.> .. <Jinto, morì combattendo al mio fianco. La vaporizzatrice-> Si blocca, lasciandosi sfuggire una risata sovrappensiero. Come a voler ricordare con gioia qualcosa, in questa tragedia. <La vaporizzatrice sarebbe dovuta toccare a lui, dopo il battesimo.>..<E invece, l'avrai tu.> E ora, Kaguya? Ora che sai la storia, raccontata dalle stesse parole di tuo padre? Ti volta le spalle, passandosi la destra sul volto, stanco. E' come vedere un anziano, con l'aspetto di un quarant'enne. Uno shinobi, che sente il peso degli eventi.

[Akendo] Tra il fischiare del vento, tra la nebbia e il canto dei grilli lontani, una bava porta all'olfatto il metallico sentore dei minerali nell'acqua della sorgente alle spalle del vecchietto. Quell'anziana figura ricurva su se stessa e ammaccata dal tempo che per tutti, corre come un treno, mettendoci anno dopo anno, alle strette. Ci trattiene quando sembra troppo presto e ci sbatte in un angolo, nel momento giusto, perchè non sembra mai abbastanza. E sembra sempre anche troppo. Il tempo. Passa e ci toglie di mano i progetti incompiuti e compiuti. Per una persona che sa' di esser un impronta nel mondo. Per una persona che, è sicura di dover superare il lascito di colui che gli ha donato il talento e l'aspetto. Ma cosa collega, il fu' Madara, a quello che ora, dinnanzi ad un vecchio monaco, si pone dubbi che, parlandoci chiaramente, non avranno mai risposte. Vien ascoltato, senza avere una parola in più, da quella figura. Lo specchio che riflette il vero, Akendo. Quello che nessuno ha potuto vedere. Ne riflette gli obbiettivi, il cammino presente e.. Futuro. Ma proprio mentre sembra star per mostrare il futuro, si decora di crepe nere, inghiottendo il riflesso del suo subconscio. Invero, lo specchio, riflette solamente quel che c'è dentro ad una persona. Solo possedendolo, Akendo avrebbe un potere immenso. Sapere chi ha davanti. Sapere chi può aver al proprio fianco. Chi gli è fedele. E chi lo vuole tradire. <Uhm. Uhm.> Un verso d'assenso, a termine del discorso. Si porta al ventre lo specchio ovale, che si colora di quelle crepe, si ramifica.. Quante domande, questa notte. Sul cammino di Kiri. <Akendo Seiun, col-ui che non è nato.> La voce del vecchio, rauca e stanca, nel mezzo della frase muta in una voce bianca, calma, così come le mani che reggono quello specchio dove la figura del Seiun va in frantumi. Una donna, si libera da quell'aspetto, facendolo diventare sabbia fine. Come se ci fosse una copertura di terracotta sul suo volto. Gli occhi vitrei e azzurri. Le rughe. I capelli bianchi. Il soffio del vento se li porta via, lasciando un crine chiaro, raccolto in una treccia gonfia e bassa. Degli occhi grandi e rosei. Incredibilmente giovane. Alta si e no, un metro e cinquanta. <Akendo Seiun, colui che non è un nome. E non è un umano.> Elenca delle constatazioni, non sono domande. <Akendo Seiun che non ha luogo, non ha fede, che non ha dio.> Gli occhi gelidi si innalzano su quelli dell'anno. Su quello spettacolo grigio-viola mortale. E lui, che s'innalza ad esser portatore di morte e di rinascita, viene sminuito come se fosse davanti ad un giudice. <Hai gonfiato tanto il petto, il questi anni. Ti sei trascinato sulle spalle un peso di cui non hai bisogno.> .. <Emuli chi non sei. E ti maledici, perchè-- Continuano a paragonarti a lui. Ma tu non lo sei. Sei di più, o sei di meno?> Gli occhi rosei, lo guardano schivi da sotto delle ciglia lunghe. Si alza da quella postazione, composta come una donna anziana. <O forse ti piace, esser l'ombra di Madara?>..<In tutti questi anni, sei stato solo un fallimento, per il Kao no Arimasen!>..<Ti ha accolto e sussurrato le parole giuste per un cammino senza radici. Ma tu hai scelto di averne. Il Bushido! Cosa ti spinge, ad aver bisogno di qualcosa che ti appartiene?!> | Nona, la donna che Akendo si ritrova davanti: http://pa1.narvii.com/5806/a2e2aaa0c4fd69e1f23cde12921dae027eab3048_hq.gif

19:54 Utente anonimo:
  [bosco dei cigliegi] Quel bagliore nei suoi occhi riesce a leggerlo, un accenno e forse in realtà se lo sta solo immaginando ma sembra orgoglioso di lei? Non ne è sicura ma comunque sia quel semplice gesto, quel cenno con il capo la riempie di calore e affetto, le basta poco per accendersi, per lasciarsi andare ancora a quel sentimento che le è stato tolto troppo presto, quel calore paterno che non ha mai potuto apprezzare. Inizia di buon cuore quella passeggiata, sa che non si sentirà dire cose facili da digerire, qualunque sia stato il motivo per cui l’hanno allontanata dal clan, è pronta e lo sguardo fiero ed orgoglioso lo mostra, lei è figlia id un grande combattente e ha tutta l’intenzione di comportarsi anche lei come tale per questo inizia a camminargli al fianco, al sentire quei nomi qualcosa suona nella sua testa, una campanellina un ricordo più sepolto degli altri, ma non è abbastanza, lei non ricorda la notte della fuga. Eppure ascolta con la paura nel cuore, fa già male e ancora non ha ascoltato. A fine racconto quando il padre si volta lei blocca il passo, all’improvviso tutto il mondo che si era costruita crolla intorno a lei, pian piano i ricordi riemergono, quei pochi che possiede, pian piano la realtà si frantuma mostrandole la realtà. Tutto il lei muta, un nuovo onore nasce, non solo è la figlia di Hajime Oboro ma anche una dei tre neonati scelti dal tempio, i soli che avrebbero ricevuto il battesimo dal dio, orgoglio che lieviti e rabbia che cresce in lei, muta diventando qualcosa di più tenebroso della semplice voglia di vendetta. La mano destra viene portata aperta davanti alla bocca, il palmo che le copre il volto per nascondere quell’espressione bestiale e contorta. La vaporizzatrice, la spada tanto agognata da lei doveva essere del fratello, colui che dormiva al suo fianco, il fuoco. Un sorriso distorto dall’odio sul suo volto, nascosto appena ma visibile tra le dita <come si chiama?> domanda semplicemente <perché ti giuro padre che quando avrò quella spada sarà la nostra vendetta a calare su di lui> le parole serie, la voce tremante per quel turbinio di commenti <non sarò io a brandirla saremo noi, il momento in cui lo farò esplodere dopo avergli strappato tutti gli altri> continua dilungandosi nella descrizione non troppo dettagliata di ciò che vuole fare <non vedrà solo la mia faccia, quella della sua assassina> gli occhi fissano le spalle del padre attraverso la sua mano aperta e schiacciata sul viso <vedrà i miei fratelli, vedrà il destino spezzato di Jinto, vedrà il dolore di un padre e la giustizia di un dio che non l’aveva voluto> ancora immobile, respira appena, una pietra che soffre rifiutandosi di piangere, forse solo perchè di lacrime non ne ha più[chakra:on][equip][portaoggetti: 2 rotoli che contengono in totale 10 shuriken, 20 spiedi e 2 shuriken giganti, 20 kunai e 3 kunai a tre punte+ 5 kunai legati a carte bombe+2 kunai +2 carta bomba+ 2 bomba luce,+1 bomba sensore,+1 bomba mina+2tonico recupera chakra][ frusta][dadao][lancia spiedi con 5 spiedi]

20:36 Kioku:
  [Sorgente] Il tempo pare arrestatosi, nel discorso tra i due il silenzio ora contornato da pochi rumore è ciò che rimane, isolati da tutti il tempo pare essersi fermato, come se non vi fossero leggi che si impongono sui due. Lo sguardo torna sullo specchio, che ora tornerebbe nelle mani dell’anziano, per qualche istante, lo sguardo del ex Seiun diverrebbe più morbido quasi…umano, diverso dal solito vuoto che mostra, come se quello specchio fosse qualcosa di così prezioso che lasciarlo andare sarebbe uno spreco…ma non è nulla che un pretesto. Immerso nei propri pensieri, l’esclamazione del vecchietto lo sorprenderebbe, non del tutto ovviamente, ciò che ne catturerebbe l’attenzione sarebbe la variazione di tono, una voce ben diversa giungerebbe man mano alle orecchie di Akendo, una voce….femminile. Lo sguardo dal cielo si porterebbe al vecchietto o quello sembrava essere un semplice anziano…un monaco del loco…invece…come fenice, l’involucro si chiuderebbe come un uovo, dalle ceneri nascerebbe una nuova forma…una giovane figura si ergerebbe da quelle ossa maledette dal tempo, linfa vitale scorrerebbe in lei, giovane e bella seppur non così alta…inutile ribattere a qualsiasi esclamazione o semplice parola…accogliere ciò che ode ora come ora è l’unica cosa da fare. Così il Rikudo Sennin andrebbe a fare, un sospiro, la calma che lo pervaderebbe, le parole di lei scorrere dalla di lei bocca al cuore del portatore del Rinnegan, silente, ascolterebbe ogni cosa…ad ogni esclamazione le palpebre del Seiun comincerebbero leggermente a socchiudersi, guardandola sempre più di sottecchi quasi infastidito….furioso dentro per il tono con cui ella si sta rivolgendo a lui e questo…è il più grande pregio quanto difetto di Akendo. Il saper riconoscere quando mostrare rispetto verso importanti figure che si scontra al tempo stesso con una arroganza inaudita dello stesso Rikudo Sennin nata proprio dallo stesso concetto di rispetto nei confronti di chi è ben oltre il semplice e comune ninja, colui che va ben oltre i limiti conosciuti. Ribolle dentro ma fuori la sua calma pare quasi solenne, nemmeno un singolo muscolo del viso a muoversi, nel silenzio più totale egli accoglie ogni singola parola di lei…solamente infine, quando ogni singolo suono cesserebbe, il Rikudo Sennin prenderebbe parola, potrebbe essere scambiato per offeso ma tono o meno, ogni sua singola parola ha un peso….<Il peso che mi porto è il peso che tutti coloro prima di me> riferendosi ai precedenti possessori del Rinnegan..<hanno dovuto sopportare e che inutilmente hanno fallito nel tentativo di trovare una soluzione a tale fardello>…..<questo mi accomuna sempre più a lui e per tanto molti mi paragonano a lui, ma io sono qualcosa di diverso…qualcosa di più, poiché ho avuto modo, grazie ai precursori, di comprendere i limiti che hanno imposto il fallimento>..attimi di silenzio prima di concludere….<ed è grazie a questo che io non fallirò come coloro che sono venuti prima di me…grazie a questo io posso spingermi oltre> nulla di più, poche parole in cui per alcuni istanti si potrebbe intravedere della rabbia nel tono con cui sono state pronunciate oltre all’arroganza che fa da padrona ad ogni cosa. [chakra on] [equip Akatsuki off] [Ama Mabushi off] [Izanagi & Izanami off] [tessuto di seta nero on]

[Kaguya] I rami morti del bosco dei ciliegi, si muovono oziosamente sotto il fischiare del vento che sposta i capelli corti del padre, come il crine tinto di Kaguya, come se stesse giostrando lei stessa questo fenomeno atmosferico. I passi del padre voltato di spalle, a nasconder come una bestia ferita il suo dolore. Come nella natura, quando i grandi predatori son feriti mortalmente, s'allontanano a morire in solitudine. Ecco com'è tuo padre, Oboro. Spalle immense che calmano il fiato, muovendosi in un cantar di ferro e fodero. Cinque kunai a punta triangolare, due katane incrociate al fianco sinistro. Finalmente si rivolge a lei, muovendo le spalle ed il petto in un sospiro leggero. <Kaguya.> Proferisce, muovendo i passi verso di lei. Tonfi in terra che fanno vibrare il vento, andando a prendere con il palmo della destra il capo della ragazza. Non importa quante parole cattive escano dalla sua bocca. Non importa che sia una donna, ormai. Non importa che, sia una futura assassina. Che lo sia già stata. Per suo padre, sarà sempre questo. Una bambina. La sua bambina. Se la tira al petto, quel petto caldo, dove il battito repentino del cuore le lulla l'ira, fiamme che s'alzano a ti corrodono le interiora. Aveva due fratelli maggiori. Due fratelli battezzati lo stesso suo giorno, iniziati al dio, le cui anime son state immerse nella luce. Per metafora, la famiglia di Kaguya: Suo padre, sua madre, i suoi due fratelli e Kaguya stessa, son il fiore di loto degli Oboro. Coloro che nascono e vivono, nella puzza e nello sporco dello stagno. Posseduta la vista per vedere, hanno visto, da cosa erano circondati. Il petto che l'accoglie, il padre che le carezza il crine con una sola mano, con quella rigidità goffa e tipica. <Avrei dovuto proteggervi meglio.> Replica semplicemente, slittando la mano verso il basso, verso la schiena. <Trovali e vendicali nel nome del Kao, che ti ha dato modo di vedere.> Ma non ci sono nomi. La voce di suo padre, si fà più lontana. E' come se.. Le stesse sfuggendo dalle dita, lentamente, molto, lentemente. <Ricordati bambina, guarda il male. Vivi nello sporco di questo mondo, e tienilo vicino. Solo in questo modo puoi controllarlo.>..<Vendica Zico e Jinto. Vendica te stessa.> Le dita che l'abbracciano, quella mano calda, quella presa; divengono di un peso effimero, lo sente, ne sente il calore, ma non si sente più toccare. Lo sguardo di un mogano intenso, rimane orgoglioso, su un viso sempre e costantemente distaccato. Il solito modo di fare di un padre, che vorrebbe saper fare di più. Ma, non ci riesce. E forse questo, sarà il primo ed ultimo abbraccio, di cui Kaguya può godere..
[Akendo] Quella donna, o quella ragazzina, difficile capirlo davvero. Lo lascia parlare proprio come lui ha fatto con lei, mantenendo uno sguardo costantemente apatico nella sua direzione. Par fragile come una piuma eppure, pare di più che un semplice umano o un semplice monaco. Si posa la destra sul petto, mentre lui parla, libera di quel che prima reggeva l'anziano divenuto oramai polvere in pasto al vento. Si muove di un passo verso l'esterno, allontanandosi figuramente dal Rikudo che parla ancora, spiegando i suoi punti deboli, che son gli stessi suoi punti di forza. Peccato che, il fardello che si trascina dietro, non sia parte integrante di quel che dice. E non ci sia una risposta a quelle domande. Perchè Akendo cerca qualcosa che le appartenga, per poi abbandonarla. Tant'è che, quella figura, rivelando arroganza pari a quella dell'altro, gli volta le spalle, muovendo un passo. <Il bushido, per altro, hai fallito miseramente.> Gli ricorda, come se volesse continuare a rigirare un coltello nella schiena dell'altro. <Il tuo villaggio?> Kusa, invero, quanto tempo è che non vede l'ombra di quegl'occhi temibili. Lo guarda da sopra la spalla, infilzandolo con occhi tipici albini, eppure, espressivi e accattivanti, con un fare piatto e asettico. <Non parlare del Rinnegan.>..<Non mi sto intrattenendo una conversazione con le tue capacità da shinobi.. Sempre che tu possa ancora aver il nome, di shinobi.>..<Sto parlando con il tipo di uomo che sei.> Le spalle minute, come il resto della fisionomia che ricorda una bambinetta, non ha nulla di apprezzabile, non curve giunoniche, ne il vago tentativo di metterle in mostra. Torna a guardarlo, schiudendo le labbra per lasciar andare un sospiro. <I tuoi limiti e il modo corretto per superarli.> Lo ripete anche lei, come se stesse ricalcando le parole dette precedentemente de lui. <Non parlarmi a denti stretti, quando hai il timore di fallire.> Il passo che si riprende, la vede spostarsi oziosamente verso di lui, ed ogni passo verso Akendo, è un vecillare della vista per il nostro uomo sotto pressione. Un passo. Un altro. Ed ecco che nelle sue orecchie, inizierà a sentire un accavallarsi di sussurri, continui, preghiere, vendetta, dolore, torture. <Il Sen no Kao t'ha unto senza nome.> La voce di Nona par pace per le orecchie, per la testa, bombardata continuamente da quel sussurrare e singhiozzare, e ancora urli, ancora il desiderio di qualche uomo, di morire. E la speranza di Kiri, non troppo lontana. Le voci dei fedeli che urlano preghiere, al Dio a cui Akendo fu promesso al suo terzo mese di vita. <Chi è ora, Akendo Seiun?> Gli domanda, curiosa, rimanendo a meno di un metro da lui, ma senza toccarlo. Le mani lungo il ventre si sciolgono, tendendosi verso di lui, ma senza ancora toccarlo. <Ti sminuisci ad esser il possessore del Rinnegan.>..<Alle mie domande, hai risposto solo con un semplice "Il mio fardello non sarà il mio fallimento".> Gli notifica, pungente, vuole una risposta e la testa di Akendo affollata, è una semplice tortura per aver trasgredito al dio a cui appartiene. Che sia Nona, il viso momentaneo di quel Kami? Beh, questo ad Akendo non è dato saperlo..

|Pausa pappa belli de zia. Prendetevela con calma. (non tu Akendo.)

21:26 Utente anonimo:
  [bosco dei cigliegi] All’improvviso, inaspettato quel contatto, la mano è la prima a godere di quel calore, lo sguardo che torna alla realtà, sbatte le palpebre e all’improvviso ciò che vede è vero, il petto del padre in cui la ragazza, decisamente più bassa, è immersa. Stupidamente non ricambia, ancora incredula, stupidamente esita qualche istante prima di cercare di cingerlo lei stessa. Lente le sue braccia che vanno intorno alla vita di quel gigante buono che le ha dato la vita. Delicate si appoggiano sulle sue vesti, spaventata all’idea di perdere tutto solo avvicinandosi, terrorizzata e al tempo stesso stupita e in pace, non c’è nulla che ora le faccia male, sta tra le braccia di suo padre e finalmente delle lacrime di gioia miste al più profondo dolore si palesano sulle sue guance, di nascosto, non sta nemmeno singhiozzando, ma con quelle braccia cinte al busto e il capo poggiato sul petto finalmente le lacrime scorrono, dandole un momento di sollievo, un unico istante in cui si permette di manifestare i sentimenti, di sfogarsi. Silenziosa piange, mentre ascolta, silenziosa due rivoli si formano sulla sua pelle chiara <Sì padre> replica lei a quelle parole, li vendicherà, SI vendicherà, nessuno potrà dire di poter essere sfuggito alla furia di quei tre fratelli, la famiglia del loto, forse è proprio quello il suo destino, immergersi in tutto ciò che è male solo per uscirne splendente, giorno dopo giorno affrontare il mondo senza mai macchiarsi se non del sangue dei suoi nemici, di coloro che oseranno mettersi davanti a lei. L’idilliaco momento poi svanisce in un attimo, il padre inizia a farsi intangente, l’abbraccio svanisce, protende le braccia in avanti come per richiamarlo a sé ma ormai è andato <PADRE!> urla con tutta la forza che ha in corpo, urla fino a quando la gola non le fa male, urla e si accascia a terra; urla e piange. Un piano senza freni ora, singhiozza disperata <PADRE!> lo implora, lo sta chiamando con tutte le forze, ha bisogno di lui, di quel contatto, lo vuole con sé, lo rivuole con sé. Ed è mentre si dispera mentre lo chiama che in lei fa largo una consapevolezza destabilizzante, mentre i ricordi sono ancora offuscati c’è una sola cosa che comprende alla perfezione: dovrà appropriarsi della Shibuki solo quando potrà stringerla tra le sue mani allora potrà godere ancora di quel contatto, la sua famiglia tornerà da lei, non sarà più sola e ad ogni combattimento avrà il padre a vegliare su di lei e la forza di Jinto e Zico, solo a quel punto sul campo di battaglia ci saranno i fratelli del Loto[chakra:on][equip][portaoggetti: 2 rotoli che contengono in totale 10 shuriken, 20 spiedi e 2 shuriken giganti, 20 kunai e 3 kunai a tre punte+ 5 kunai legati a carte bombe+2 kunai +2 carta bomba+ 2 bomba luce,+1 bomba sensore,+1 bomba mina+2tonico recupera chakra][ frusta][dadao][lancia spiedi con 5 spiedi]

23:47 Kioku:
  [Sorgente] Quella donna, quella ragazzina o qualsiasi cosa sia ora come ora racchiude forse ciò che Akendo più odia, la sfrontatezza con cui ella si pone nei suoi riguardi, le movenze, l’atteggiamento mentre egli le parla, tutto viene osservato ed analizzato…chiunque ella sia evidentemente può permetterselo o forse è solo ingenua eppure ha dato, in un qual senso, modo, di conoscere Akendo Seiun. Il silenzio lasciato proprio da quest’ultimo verrebbe spezzato dalla ragazza stessa, ribatte, ribadendo il bushido, affermazioni che si rivolgono al suo villaggio a ciò che è come uomo e non come ninja, se il suo volto non fosse così poco espressivo potrebbe da un momento all’altro digrignare i denti, ma l’unica cosa visibile sarà il semplice movimento delle braccia che andranno ad incrociarsi, all’altezza del pettorale…rimane silente…per ora. Inutile ribattere ad ogni singola parola o affermazione, questo è quello che farebbero le persone prive di cultura o intelligenza, prive di conoscenze e sapere, intente ad urlare o perdere contegno cercando di dimostrare qualcosa, così non è per il Rikudo Sennin e a quanto pare anche per la ragazza, ma questo si era capito fin dall’inizio. La domanda infine verrebbe posta, è certamente una delle domande più difficile a cui rispondere e forse non vi è nemmeno una risposta definitiva, sarebbe sciocco pensare che esista una risposta, anche solo un termine o una definizione che possa aiutare a rispondere in maniera precisa a tale domanda….<chi è Akendo Seiun?> andrebbe a ripetere con un tono di voce così basso che le parole si perderebbero nel vento….<Akendo Seiun è il volere del mondo>….<vedi, mi chiedi di non parlare del rinnegan, ma tutto ruota attorno a questo potere nato da divinità…il rinnegan>…..<non è solamente un potere come i ninja lo descrivono e catalogano>….<è vita, conoscenza, accesso al cuore del mondo>….<io sono le radici di questo mondo, la volontà> attimi di silenzio…..<è forse triste pensare che io in fondo non sia altro che una marionetta nelle mani di questo mondo, ma questo è il fardello e non vi è disonore nell’accettare tale fardello> un sospiro, le parole come un fiume in piena escono, impossibili da arrestare…..<mi chiedi chi sia Akendo Seiun?>….<ebbene Akendo Seiun è morto molti anni fa, con il suo clan, il suo sensei ed i compagni samurai>…..<Bushido e villaggio non sono che ricordi terreni di un uomo che è morto con loro…si forse rinnegandoli….ma nulla ha più importanza> le braccia già da qualche minuto si sarebbero abbandonate a quella stretta sul petto, portandosi ora quasi in celo, rigide, piene di potere, ad ogni parola che Akendo pronuncia…così come gli occhi, ormai scavati e divorati dal potere, che giorno dopo giorno lo consuma sempre più, lo sguardo ora si porterebbe sulla ragazza….<ho detto anche troppo, più di quanto una persona debba ascoltare>. Socchiuderebbe per qualche istante le palpebre…in quel frangente, il chakra verrebbe richiamato all’azione, diretto attraverso il sistema circolatorio verso la parte alta, il cranio, spinto con forza verso le cavità oculari, ove all’estremità vi sarebbero gli Tsubo che verrebbero inondati come un fiume in piena attivando il Rinnegan che sopito fino a quel momento verrebbe ridestato dal sonno accendendosi di un viola intenso. Lentamente riaprirebbe gli occhi lasciando che così, il mondo e la natura che lo circondano possano ammirare tale potenza e bellezza…il potere dell’eremita delle sei vie…..osserverebbe a sua volta il mondo, ma tornerebbe immediatamente sulla figura della ragazza….<mhp> una smorfia nulla più, il braccio destro parallelo al terreno, porterebbe infine il palmo aperto e puntato contro la ragazzina….<shinra> richiamerebbe a se la potenza ed il potere distruttivo del rinnegan, la volontà di piegare a se le leggi del mondo di cui egli è custode, tenterebbe così di creare una sorta di sfera repulsiva nata dalla modifica della gravità presente, in grado di respingere ogni cosa. Se vi fosse riuscito l’energia repulsiva creata impatterebbe sulla ragazza, scaraventandola e creando ingenti danni. [se attivazione Rinnegan] [Rinnegan ON] [se chakra 96/100] [se shinra tensei] [se chakra 81/100] ] [ninjutsu: 200] [equip Akatsuki off] [Ama Mabushi off] [Izanagi & Izanami off] [tessuto di seta nero on]

E' questo, di cui parliamo tanto. Il mondo è un meraviglioso equilibrarsi di forze e sentimento. Siamo costantemente, il peso opposto della bilancia. E senza il nostro opposto, non possiamo esistere. C'è bene. C'è male. C'è il dolore, solo finchè esisterà la gioia. C'è l'appagamento, solo finchè esiste la fatica. E conosciamo la calma, solo quando abbiamo visto la furia e la tempesta. Due situazioni contemporanee, che parlano dello stesso dio. Tutto com'è nato, così scivola via dalle mani di entrambi i protagonisti di questo capitolo. La gioia, il dolore, la furia, i dubbi. Coesistono e si baciano a distanza di lande e temperature diverse, nello stesso preciso istante. I due pesi opposti di questa bilancia. Kaguya, nella desolazione del Bosco caduto in rovina, s'accascia a supplicare qualcuno non c'è più. Assieme alla figura, il calore del padre l'abbandona, lenta. Lascia un vuoto riempito dagli obbiettivi che si è messa. Dalla speranza di stringer la spada degli spadaccini della nebbia e sentir ancora i suoi fratelli maggiori al suo fianco. Così come Akendo, che libera la sua furia in direzione di Nona, che gli sta davanti, con la destra tesa a sfiorarlo. Quegli occhi, le sue parole cariche di rabbia repressa filtrata da una maschera di gesso. Quando gli occhi richiamano il potere del rinnegan, l'area più prossima a questo si colora d'un livido violaceo, compresa la ragazza -o donna?-, che non accenna a spostarsi. Lo fissa direttamente i quelli che sono il terrore nel mondo. In quel colore intenso, che rende la nebbia grigiastra, nebulosa terrenea. "Shinra." Vibra nel silenzio immobile, dove persino i grilli, terrorizzati, smettono di cantare. Hai vinto. Hai abbattuto quel che s'è mostrato a te come un irritante e arrogante essere? No, eccola emergere oltre la mano che le hai puntato contro, con un sorriso stampato sulle labbra, che ha tutta l'aria d'esser una beffa.. Cosa sta succedendo, cos'hai davanti? Una voce ti carezza le orecchie, così, prima di lasciarti solo, con la tua furia. "Non puoi uccidere, ciò che è parte di te."
E siam giunti al termine, come per ogni cosa. Ma nessuno è rimasto a mani vuote. Mentre Akendo vede scivolare via quella polvere, tra la nebbia che si ritira oltre le sorgenti, Kaguya rimarrà a pianger la figura di suo padre. E' stata solo un illusione. E averlo visto, rende vivo il ricordo, che è morto. Ma IL GIORNO DOPO, attaccato al suo Dadao, troverà il laccio color mattone che ha potuto vedere attaccato alla katana di Hajime Oboro. Dunque, è morto.. O è vivo? "Bushi ni nigon nashi." Il samurai, ha una sola parola. [QUEST END]

I miei migliori complimenti ad entrambi, Kaguya trova il laccetto della Katana del padre, Akendo riceve qualcosa.. Che non può vedere in questo momento.

00:10 Kioku:
  [Sorgente] [end]

Eh, bravi topini.