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con Kurou, Akihit

22:03 Kurou:
  [Campo di addestramento - Centro] Una docile figura, non molto sinuosa, ma decisamente pacata è al centro di quel campo rigoglioso, abbastanza spianato con diversi alberi e arbusti a delimitarne il perimetro. E' solo. E come potrebbe non esserlo, quando, dall'alto del cielo oscuro ormai serale, l'acqua sgorga a secchiate, e l'unica fonte di luce sono quei pochi lampioni collocati tra le foglie e i fulmini che saettano tra le nubi, colme di rabbia repressa. Il contrasto con l'atteggiamento di quel ragazzo è evidente. Egli indossa una calzamaglia nera, che lo attornia dalla cima del collo fino alle estremità degli arti superiori e inferiori, mentre in sovrapposizione porta un pantalone cargo color antracite e una giacca di jeans color verde militare, che però non è presente, non in quel momento, ma solo appoggiata alla base di un albero nelle vicinanze. Ai piedi un paio di calzari sono avvinghiate alle sue caviglie con dei lunghi lacci blu. I suoi capelli sono sciolti, in una chioma disordinata, nera come la pece, che gli coprirebbe il volto nell'interezza se non fosse per la loro compattezza nell'umidità formata dalla pioggia incessante che continua a precipitare sul suo cranio. Gli occhi sono rivolti al niente, nel loro colore azzurro e puro, mentre le mani sarebbero collocate di fronte a lui, ben strette nel sigillo della capra, mentre le sue gambe divaricate gli avrebbero dato la stabilità necessaria. Nulla di irriconoscibile in quella posa, e chiudendo gli occhi, tutto diventa ancora più palese. Kurou proverebbe quindi a concentrarsi, e a visualizzare all'interno del suo corpo le due fonti di energia principali, nel suo immaginario, una nell'ampia zona della calotta cranica, dal divampante color verde chiaro, mentre l'altra l'avrebbe immaginata più sotto, nel basso ventre, con un evidente color rosso fuoco. Una volta trovate queste due forze, con il solito processo le avrebbe convogliate nella zona del plesso solare, al centro del suo corpo, con moto uniforme e immaginandone una forma simil liquida, per poi farle unire in un unico e prorompente fiume dal colore azzurro, lo stesso delle sue iridi. Ed è qui che vorticando quel torrente di energia in senso antiorario avrebbe impastato quelle forze, dando vita al chakra e irradiando di esso tutto il suo corpo, distribuendolo in parte nei suoi tsubo. Questo è l'inizio del suo allenamento di routine, inevitabile come quella tempesta. [ Tentativo Impasto Chakra ]

22:19 Akihit:
  [Campo d'addestramento - Esterno] Sembra ormai una costante per il giovane Akihito. Non è più il ragazzetto affamato e solo dei quartieri poveri di qualche giorno fa. Ora, ha una missione, uno scopo nella propria vita e per la prima volta qualche amico di cui non debba prendersi cura. Corre sotto la tempesta per raggiungere la propria meta: il campo d'addestramento. Un ragazzino del proprio quartiere gli ha tirato una soffiata su dove possano trovarsi altri ragazzi della sua età: infatti la missione di Akihito è proprio questa, quella di trovare altri come lui, uno in particolare. Ormai sono giorni che si sta girando tutta Kagegakure e spera vivamente che questa sia la volta buona. Il dolore alla natica e scomparsa e il povero Akihito ne ha approfittato per riprendere gli allenamenti. Ora non è più uno stuzzicadenti debole e malnutrito. Dopo giorni di allenamento sembra che qualche miglioramento ci sia e insieme al miglioramento del vestiario adesso sembra proprio che Akihito stia ritornando al suo splendore. Quel ragazzino dalla bassa statura, ma dall'aspetto esteriore ora degno di uno della città. Si aggiusta la sua chioma sul biondo/grigio cenere con il suo solito movimento delle dita a mo' di pettine all'indietro. Ha trovato dei nuovi pantaloni, nel mercatino dei quartieri poveri, verdi militari, con due grossi tasconi dove può finalmente appoggiare i propri oggetti. Il corpo invece è scoperto, non è uno che si veste completamente, porta solo una vecchia camicia con se in caso debba entrare in spazi chiusi. La pioggia non cessa, ma come già si è potuto notare, all'atleta Akihito questo non dispiace affatto. Ora è arrivato finalmente in un campo d'addestramento, sembra quello segnalatogli dal suo amico dei quartieri poveri. Proprio lì nota una figura misteriosa... proprio al centro del campo, sarà proprio lui colui che sta cercando?

22:42 Kurou:
  [Campo di addestramento - Centro] Apre gli occhi. Il tempo sembrava essersi fermato per un istante, ma tutto è rimasto come prima, e il fiume d'acqua continua a scorrergli sul capo, investendo quelle frange appiccicose createsi sulle guance. E' lì da pochi minuti, non sa di preciso quanti, ma è già inzuppato di acqua e la furia del vento e del cielo non sembrano ad accennare un arresto, nemmeno sotto la determinazione degli shinobi. In effetti, dopo il discorso di pochi giorni fa, la smania di rendersi pronto a sfide più complesse non può che invogliarlo a distruibuirsi e adoperarsi su quel terreno, finché tutte le sue fibre muscolari del corpo nerboruto non diventino esauste. Lo sguardo serio, di nuovo sul vuoto, con alle spalle il sentiero che lo ho portato in quel luogo. < Ossu! > classico urlo di battaglia, tipico di chi pratica arti marziali, laddove si cominci qualsiasi tipo di scontro, nel rispetto della difesa avversaria. Oggi l'avversario è se stesso. Abbandonerebbe quella posa rigida a gambe divaricate, per risollevarsi nella sua statura e imponenza, andando perciò a chinare il busto in avanti e flettere quelle rotule, raggiungendo una posa di squat. Sembra un semplice riscaldamento, tant'è che egli molleggia sulle sue gambe, con il chakra che scorre al loro interno nel renderle più reattive e forti. Ma i movimenti successivi lo porterebbero in una posa ambigua, andando a piantare prima la mano destra aperta, poi quella sinistra al suo fianco, a qualche centimetro di distanza tra loro sul suolo fradicio, andando a dare una rapida spinta coi piedi per sollevarsi. Sembrerebbe un gioco di equilibrio, ma grazie forse all'energia psicofisica nel corpo e alla sua prestanza fisica, egli si ergerebbe in bilico distendendo entrambe le braccia, così come schiena, glutei e gambe, tutto rivolto verso il cielo in una verticale perfetta, con le mani in linea alle spalle e le gambe ben congiunte tra loro. < Bene, ora cinque giri di campo... > La sua stranezza lo accompagna da diciassette anni ormai, ma mai nessuno era mai riuscito a scorgere il suo lato da equilibrista da circo. Ad ogni modo, con quell'addestramento decisamente insolito, andrebbe a sforzare tricipiti e deltoidi per sollevare quelle mani dal terreno una alla volta, lentamente e tenendo bene l'equilibrio con quella poggiante, andando a compiere un vero e proprio passo in avanti nella melma, e attendendo con ansia l'alternare dell'altra mano, visto l'ingente sforzo nella parte superiore del corpo. E continuerebbe in quell'allenamento, senza rendersi conto della seconda presenza sopraggiunta nei dintorni. Troppo concentrato, sull'evitare il fallimento, ormai all'ordine del giorno. [Chakra On]

22:57 Akihit:
  [Campo d'addestramento - Centro] Ora si avvicina al centro, ma non direttamente, decide di studiare quella figura situata al centro. A quanto pare è un ninja e si sta allenando. Lui non che non è altro che una nullità, ci pensa due volte prima di interrompere quel buffo allenamento sotto la tempesta. Adagio, adagio, si avvicina e acquisendo sempre più fiducia decide di farsi avanti. Ma è la prima volta che entra in quel campo di addestramento e si guarda intorno curioso: forse è più incuriosito da quel campo che dalla figura. Con il sole forse si sarebbe goduto meglio questa sua prima volta infatti quell'area verde è tutto fuorchè verde a causa della tempesta. Nota i manichini reggersi quasi per miracolo ancora al terreno, forse sarebbe il caso di levarli, ma lui non è un organizzatore quindi scrolla le spalle e si avvicina al giovane atleta. Con un forte colpo di tosse cerca di catturare l'attenzione del giovane ninja ma sembra così concentrato che non si è mosso di una virgola. Allora ecco un secondo colpo di tosse, molto più accentuato, forse anche troppo accompagnato da poche parole < Saluti straniero, mi scusi se la interrompo, sono alla ricerca di un ragazzo più o meno della mia età... un certo Kurou... sa dove posso trovarlo? Mi manda Katai >. Dopo quell'introduzione a dir poco concisa si presenta anche < Io sono Akihito Kokushibo! > e parte con il suo solito saluto, pugno al petto e leggero inchino. La pioggia, nel frattempo, decide proprio di non cessare, anzi si intensifica e inzuppa completamente il povero Akihito, che molto probabilmente nell'indomani avrà un bel raffreddore.

23:16 Kurou:
  [Campo di addestramento - Centro] A quel punto avrebbe compiuto già dieci passi, con le mani si intende, prima di sentire un rumore diverso dal rimbombo del tuono e il fischiare feroce del vento. Le orecchie si rizzerebbero insospettite, seppure il rumore sia comunque flebile, ma decisamente umano. Compiendo qualche movimento di aggiustamento, andrebbe a muovere quelle mani ancorate al terreno di poco, ruotando in modo da ritrovarsi vicino un ragazzo giovane, dove i lampi ne illuminano i capelli argentei e uno sguardo deciso. Ora Kurou è alquanto perplesso, non sa bene chi sia stupido come lui dal mostrarsi al campo in quelle condizioni atmosferiche, ma questo gli piace, e si denota da un successivo sorriso stampato tra le guance, sebbene poco visibile visto il suo trovarsi a testa in giù. Infatti, con molta leggerezza, andrebbe a continuare con quei passi ma con movimento contrario a quelli effettuati in precedenza, avvicinandosi di pochi metri alla novità di quella zona tenendo la faccia e il suo busto rivolti verso di lui, prima di perdere il riferimento al suo volto e trovarsi faccia a faccia con le sue scarpe. Insomma agli occhi di uno sconosciuto, si direbbe un vero squilibrato. < Ciao! > il tono è allegro, tutt'altro che il linea con il fango e la pioggia che gli viene sparata in faccia costantemente. < Piacere di conoscerti Akihito, io sono Kurou Nakayama! > andrebbe a porgere in avanti, in modo ancora più assurdo, la sua gamba destra, staccandola da quella opposta che sarebbe rimasta in posa verticale, per andare quindi ad offrirla in direzione di Akihito all'altezza del suo petto. Un movimento indecifrabile, ma nella sua testa questo sarebbe stato l'equivalente di una stretta di mano, aspettandosi che l'altro la afferri per mimare quel gesto consueto di presentazione, sempre un sorriso a ebete rivolto ai piedi del ragazzo. < Come posso esserti utile? Katai-kun non mi ha accennato nulla... > Che si sia scordato? E' plausibile, freddo e calcolatore, certo, ma per nulla infallibile. Il nome dell'Uchiha, quindi, lo coglie un po' alla sprovvista. [Chakra On]

23:32 Akihit:
  [Campo d'addestramento - Centro] Sembra completamente spiazzato dall'atteggiamento del giovane. Più che altro è la situazione che lo rende perplesso ma allo stesso momento divertito. Nota il ragazzo avvicinarsi in verticale a lui e tende il corpo leggermente all'indietro, come reazione, a quella stretta di "mano". Nota la gamba dell'atleta avvicinarsi e indeciso pensa sul da farsi. Alla fine, titubante decide di scuotere proprio la gamba stando al gioco di Kurou. Proprio in quel momento sente il suo nome e un sorriso a trentasei denti gli compare tutto ad un tratto. < Finalmente ti ho trovato! Prima missione compiuta! > sembra disinteressato alla tempesta e al freddo: è solo contento di aver compiuto la sua prima missione. < A ecco perchè non ti trovavo Katai-kun non ti accennato che ti stavo cercando >...continua < Mi ha detto che dovevo cercare altri come me e vedo che sei alquanto originale come lo sono io >. Sorride divertito, ripensando a quella stretta mano-piede per poi scoppiare in una risatina che cerca di nascondere da un repentino gesto della mano sinistra. In fondo è la mia volta che incontra Kurou e non vuole ridergli in faccia o mancargli di rispetto. < Katai-kun mi ha detto che tu potevi aiutarmi con mettere su un po' di muscoli e aiutarmi a trovare un lavoro con il quale io possa pagarmi l'istruzione per diventare un ninja. Mi ha detto inoltre anche che ti devo raccontarti la mia storia ma non mi va molto...> si ferma per un istante però dandoti un grosso indizio indicando la grossa cicatrice all'altezza del petto che dura fino a quell'addominale appena accentuato, dovuto a pochi giorni di allenamento.

23:59 Kurou:
  [Campo di addestramento - Centro] Una missione. Katai deve aver reso il tutto una sfida, perciò il ragazzo avrebbe faticato parecchio per trovare quel capellone. Forse, il tutto è a scopo formativo, il che viene confermato dalle parole che susseguono quella strana presentazione. A questo punto, il bestione che raggiunge quasi due metri in quella posa, andrebbe a ritirare di nuovo la gamba destra per riconciliarla a quella sinistra, restando in equilibrio in uno sforzo di tutti i muscoli: spalle, schiena, braccia e addome per la stabilità. Un vero e proprio allenamento full body. < Mettere muscoli dici? > La sua specialità. Ormai diventare un energumeno e non passare più dalle porte strette non è più un problema, se questo può aiutarlo un minimo a dare potenza ai suoi colpi negli scontri ravvicinati. Il suo tono inizierebbe a diventare più acceso e gioioso, se fosse udibile in tutto quella confusione causata dalle fronde in continuo movimento, e dal vento che cercherebbe in tutti i modi di buttarlo giù da quell'equilibrio impeccabile. < Se vuoi davvero allenarti con me dovrai essere pronto a sforzi estremi, sarà fighissimo vedrai! > Freme dall'idea di poter fare i suoi allenamenti di routine con qualcuno. Gli esercizi tendono ad essere noiosi, anche se cercare di variare è importante per la crescita e la costanza. < Quindi non sei ancora uno shinobi... > Suppone dalle parole, ma non conosce a bene Akihito, che per ora sembra avere delle gambe in forma nascoste dai pantaloni, l'unica cosa che riesce a vedere da quella posizione. Anche Kurou può capire l'importanza di avere dei soldi in tasca, sebbene non può immaginare la storia dietro quel ragazzo così carico e volenteroso. < Facciamo così: se riuscirai a fare cento passi nella stessa posa in cui sono adesso, ti aiuterò a trovare lavoro. > Due piccioni con una fava, e ormai lavorando in un ristorante del centro riuscirebbe a prendere qualche contatto per un suo collocamento, seppur il ruolo di lavapiatti part time non gli dia molta autorità a riguardo.

00:18 Akihit:
  [Campo d'addestramento - Centro] Ascolta molto dettagliatamente le parole del ginnasta e ritorna ad essere serio e composto come un scultura di marmo. < Si, mettere muscoli, sto provando da solo ma una guida come te mi farebbe molto comodo > sorride e continua < Non ho paura di fare sforzi estremi, come vedi sono nudo sotto una tempesta, lo sforzo fisico nei quartieri poveri è una costante....corri tu malnutrito per tutto il quartiere salvando quelle teste di rapa! > ridendo sguaiatamente ora solo per un momento ricordandosi una scena dei bambini del quartiere. Continua < sinceramente iniziai quando ero piccolo l'accademia ma la morte di mia madre e poi quella di mio padre mi ha portato alla povertà e non ho continuato > conclude incupendosi non poco. Ora Akihito sente la scommessa proposta da Kurou e con un sorriso sommesso, come quello di qualcuno che sta tramando qualcosa, si guarda intorno e spiega < Si, non l'ho mai fatto prima ma posso provarci > sembra molto sicuro di se e si vede che sta mentendo. Si stiracchia leggermente, portando il braccio destro a premere il braccio sinistro al petto e poi viceversa. Successivamente fa due saltelli sul posto e poi si piega verso il basso facendo toccare le dita della mano destra con quelle del piede sinistro e viceversa. Ora sembra pronto: raccoglie le forze, respira profondamente e distende i palmi delle due mani per terra. Con un movimento secco dei piedi, successivamente li alza ritrovandosi così in una perfetta verticale a testa in giù. Ora inizia gridando < Posso farcela, devo farcela! Akihito in azione! >. E fu così, che contando ad alta voce inizia quei lunghi, lunghissimi cento passi. [EXIT]

22:03 Kurou:
 Annuirebbe al contrario, all'ascoltare quelle informazioni personali, in cui non riesce a rivedersi a pieno, ma che lo incuriosiscono molto. E poi Kurou non è mai stato una guida per nessuno, sebbene il corvo di Oto gli avesse accennato un complimento sulla sua capacità di insegnare. Forse è per quello che quel ragazzo è stato mandato proprio da lui. Forse è l'inizio di una missione per entrambi. Ascolta di buon grado tutto ciò che il ragazzo ha da dire, senza rimuovere il suo sorriso dal volto che potrebbe benissimo essere sintomo di paralisi facciale dovuto all'eccessivo sangue che affluisce al cervello, ma è bello pensare che sia solo felice di trovare una persona così entusiasta e volenterosa di ribaltare la sua vita. < ... > Non una parola in quel marmoreo sorriso. Noterebbe anche con piacere il riscaldamento, e l'immediato approccio al compito appena ricevuto. Aspetterebbe quindi che Akihito si metta in posizione, prima di andare a muoversi al suo fianco alternando quelle mani e calibrandone la posizione per rimanere in parallelo all'altro compagno di allenamento, per evitare rovinosi capitomboli a entrambi. < Vai così Akihito, stai andando molto bene! > lui stesso faticherebbe un minimo, sentendo una tensione abbastanza importante sui deltoidi e sull'addome nel tenere quelle pesanti gambe dritte. Paradossalmente il corpo più proporzionato del nuovo arrivato potrebbe essere più adatto a quel movimento rispetto a quello del bestione. Approfitterebbe di quel momento di sforzo, quei metri incalcolabili attorno alla fanghiglia e ai fulmini, per andare a distrarre l'altro con domande su quanto appena raccontato. < Akihito, quindi vieni dal quartiere povero di Kiri? > tira ad indovinare, essendo il punto in cui la povertà imperversa maggiormente nel villaggio delle ombre. < Se vuoi cambiare la tua vita e quella delle altre persone, devi chiudere questi cento passi, forza! > un piccolo sprono, per ricordargli che l'obbiettivo è importante tanto quanto le intenzioni. Anche se non sembra aver bisogno di incoraggiamento alcuno. [Chakra On]

22:20 Akihit:
  [Campo d'addestramento - Centro] Akihito con la coda dell'occhio osserva il compare di fatica... proprio in quel momento comprende che i passi non erano una cinquantina come era solito lui fare durante gli allenamenti ma il doppio. Non si scoraggia, deglutisce come può in quella posizione e continua dritto per la sua strada. Il terriccio del campo d'addestramento, ormai diventato poltiglia a causa dell'incessante tempesta, è umidiccio e inonda le mani del povero Akihito. In chiunque avrebbe creato quella sensazione orrenda, quella di avere le mani impastate e luride, ma non a questa "scimmia": lui si trova a suo agio, con queste temperature, in queste condizioni di stress fisico e di sporcizia. Sulla ventina di passi, inizia a credere di più in se stesso , soprattutto perchè incitato per la prima volta a dare il meglio di se, da quello che molto probabilmente diventerà il suo allenatore. Infatti, anche in queste condizioni instabili, osserva il compare di fatica e cerca di copiarne come meglio può i movimenti. Il sudore dovuto allo sforzo fisico, diventa un tutt'uno con le gocce di pioggia, andando a inondare leggermente gli occhi. Ora, quando sono arrivati sulla trentina di passi, la situazione è diversa...lo sforzo fisico è davvero tanto e non dimentichiamoci che fino a pochi giorni prima era un malnutrito. Le parole di Kurou però gli fungono da energia emotiva e a quel punto ha anche la forza a rispondere a quella domanda che reca al povero Akihito un po' di fastidio vista la situazione. Finge un sorriso, molto forzato e < No, vengo sempre da un quartiere povero, ma quelli di Konoha > continua... < anche se prima, quando avevo ancora una famiglia, abitavo vicino al chiosco di Ichiraku >. Torna a concentrarsi e con un soffio cerca di levarsi il ciuffo misto tra quel biondo/grigio cenere tipico del suo capello originale e quel marroncino della fanghiglia del campo di addestramento... ora è a quota quaranta passi!

22:39 Kurou:
 Uno e due, uno e due. La mano destra e la sinistra volteggiano con sincronia, una dopo l'altra, in un moto totalmente diverso da quello a cui si è abituati, o almeno per le persone normali, e quell'allenamento serve anche a livello psicologico a muoversi al di fuori della propria zona di confort e a ragionare da un diverso punto di vista. E sì, è ottimo anche per mettere in mostra i propri muscoli. L'unico modo che avrebbe per guardare in avanti durante quella stramba camminata, sarebbe portare il capo alla sua massima flessione sulla cervicale, il che precluderebbe l'esecuzione di tale tortura per troppo tempo visti i rischi che ne conseguono. D'altronde l'essere umano è fatto per camminare con i piedi, ma i due sembrano sbattersene comunque. < Capisco > ci prova almeno, vede le condizioni in cui vertono le persone che detengono nulla o niente, ma non le ha mai provate sulla pelle. Forse il suo punto di vista potrebbe essere davvero risolutorio nelle ultime vicissitudini. < Povero o ricco, hai la grinta di un vero Konohano! Di questo devo darti atto... > vedendo la voglia di redimersi dei suoi compaesani non può far altro se non sentirsi ancora più motivato a dare il meglio. Se non fosse per il chakra, a quest'ora sarebbe anche più affaticato del ragazzo argenteo e compiere 100 passi in quelle condizioni, con l'acqua che entra dai pantaloni andando a raggiungere zone impensabili... Forse come prima prova potrebbe essere esagerata, ma con la sua abilità di sensei innata avrebbe voluto innestare in Akihito ogni aspetto di ciò che lo avrebbe atteso nel suo percorso, anche l'eventualità di fallire. E ora sono circa metà strada. < Vai Aki, sei a metà! Dimostrami quanto vuoi quel coprifronte! > E così, fuori dal cilindro, esce un soprannome appena inventato. Che sia un altro modo per tentare di distrarlo? [ Chakra On ]

22:55 Akihit:
  [Campo d'addestramento - Centro] La tempesta continua imperterrita a scalfire tutto l'ambiente circostante, ma i due ragazzi, sembrano non accorgersene. Hanno un obiettivo e quello deve essere raggiunto. Mano dopo mano, sinistra e destra, respiro profondo: sembra ormai un automatismo. Il tempo non sembra passare mai, il numero del conteggio diventa più lento, più pesante ma con esso cambiano anche le forze rimanenti di Aki: sembra chiamarsi così ora. Sorride al traguardo del metà obiettivo e non demorde, ma si nota un rallentamento nei movimenti e nell'utilizzo anche delle parole. Ora i pensieri e i discorsi diminuiscono, il cervello deve essere tutto a disposizione dei muscoli... un movimento sbagliato o una distrazione potrebbero essere fatali per il raggiungimento della meta. Siamo a quota settanta passi quando le forze di Akihito stanno per finire. Lo stress fisico è eccessivo, forse non è stata una buona idea partire con un esercizio così pesante...ma l'acrobata dei quartieri poveri è esperto di queste situazioni: camminare giorni senza mangiare, saltare da un tetto all'altro per scappare dopo un breve furto, lottare per difendere i suoi compagni di sventura. Tutta la sua vita è stata un allenamento continuo e ora che di cibo ne ha avuto a volontà, ripensa ai momenti passati e decide che la sua prima sfida da uomo che mangia deve essere completata! Energie che escono dal nulla accompagnano Akihito nel raggiungimento degli ottanta passi. Le mani, ormai pregne della fanghiglia del campo, sono sempre più pesanti e il sudore negli occhi insieme al sangue che ormai sta salendo fino al cervello, stanno veramente lottando contro la forza d'animo e di volontà di Akihito.

23:19 Kurou:
 Sembra non demordere, ormai anche a Kurou sale l'adrenalina per osmosi, e i suoi occhi sono ora rivolti ai movimenti del ragazzo che spinge quel corpo al suo limite, per arrivare dove solo un ninja può arrivare. Non che cento passi sulle mani siano una prerogativa degli shinobi, ma uscire vittoriosi da una meta, verso un obbiettivo, è ciò che rende le persone dei ninja. Potenzialmente, ogni persona che combatte per un sogno, un nindo, lo è. Ed è questo che vorrebbe insegnare a quel ragazzo, se solo riuscisse a compiere quei restante passi che lo dividono dal raggiungere un manichino in legno, di fronte a loro, nascosto dalla muraglia di pioggia che si scaraventa sul suolo melmoso. Non resisterebbe un attimo di più, nell'osservare quella tenacia, quella forza di volontà. La voce uscirebbe come un megafono a pieni polmoni, mentre i suoi stessi movimenti diventerebbero più scomposti e barcollanti nel concentrarsi su Akihito, impossibilitato a non tifare per lui. < Forza! > alla stregua delle grida da stadio < Non vorrai fermarti adesso?! > con tanto di provocazione < Se ti fermi adesso ti prendo a calci! > e tanto di minaccia, sebbene quest'ultima non risulti credibile nel tono nemmeno da se stesso. Nello sguainare la voce, rischierebbe per un secondo di scivolare in una pozzanghera, che era impossibilitato a vedere per lo sguardo sul ragazzo, ma grazie a quel fluido davvero potente in circolo nel suo corpo, avrebbe ripreso rapidamente il controllo, andando a sopperire incrociando le braccia e ritrovando l'equilibrio in qualche barcollamento laterale, rimanendo leggermente indietro rispetto allo sfidante. Forse lo avrebbe visto arrivare alla meta, da lì dietro. [ Chakra On ]

23:37 Akihit:
  [Campo d'addestramento - Centro] Siamo sui novanta passi ormai...Akihito sta contando nella sua mente ogni passo, ogni movimento di mano, ogni spostamento del proprio corpo. Il sudore, la pioggia non erano abbastanza come liquidi sul proprio corpo: infatti iniziano a scendere lentamente, qualche lacrima dovuta allo sforzo fisico, dovuta alla felicità del quasi raggiungimento dell'obiettivo, della felicità nell'avere un amico con cui condividere la propria pazzia e il proprio amore per l'esercizio fisico. Tira su con il naso, il nostro Akihito, in fondo è ancora un ragazzo e anche se abituato a certe sfide e a certi sforzi, questa non è stata una passeggiata: tutt'altro. Sul novantacinquesimo passo succede qualcosa che Akihito non si sarebbe mai aspettato. Come ben ci si aspetta da una tempesta, rametti di alberi hanno invaso il campo. Mentre Akihito si distrae con il pensiero della meta ormai vicina, con la mano destra calpesta un rametto appuntito. La nostra scimmia da circo, torna ad essere un umile ragazzino dei quartieri poveri. La mano destra, quella colpevole, ora sanguina e Akihito geme...< non ci voleva... >. Cerca di non far spaventare il suo momentaneo avversario e si immobilizza. Mancano solo tre passi ma il dolore, seppur momentaneo, sembra crescere sempre di più forse a causa dell'influenza intellettuale. Infatti, Akihito pensa alle parole di suo padre che gli diceva come il cervello influisce positivamente o negativamente sulle prestazioni di ogni ninja. Non sa cosa fare, guarda Kurou e decide di non pensarci. Dolorante e sanguinante nella mano destra, chiude gli occhi, pensa a tutti i sacrifici fatti fin là e lacrimando e ansimando riesce a completare i cento passi. Al centesimo passo, crolla a terra, immergendosi nella poltiglia che ormai il campo è diventato e grida < Non questa volta! Non fallirò mai più! >. Ansimante si volta a vedere Kurou.... [EXIT]

00:07 Kurou:
 Negli ultimi momenti, le palpitazioni non reggerebbero, seppur non sia lui in prima persona a compiere la sfida. Con una leggera ma imponente flessione dei gomiti, e una potente spinta della braccia verso il basso, sarebbe stato compiuto un balzo, volto a risollevare il corpo del taijutsuer che sarebbe atterrato in piedi, quelli veri, ammorbidendo la caduta con le ginocchia. Lo sguardo sarebbe andato subito su Akihito, per non staccarsi nemmeno un istante, e le gambe si sarebbero mosse, andando a correre qualche passo fino ad arrivare lì, alla meta, dove avrebbe dovuto fermarsi quel gladiatore dei quartieri poveri. Ammette a se stesso che non pensava che sarebbe arrivato fino a quel punto, è genuinamente sorpreso, eppure qualcosa vira nei suoi movimenti, sempre più intenti al cedimento. Forse la stanchezza, forse qualcos'altro. Quei gemiti sono l'essenza di chi si prende le sofferenze altrui e le fa proprie, ma questo non basta per essere bravi shinobi. Bisogna finalizzare, concretizzare l'aiuto, la riuscita della missione. Questo è qualcosa che lui stesso sta ancora imparando, quindi non si aspetterebbe mai che un ragazzo, nemmeno iscritto all'accademia, riesca in un'impresa simile. Invece, con la schiena piegata in avanti, gli occhi sbalorditi, la bocca serrata e i capelli grondanti di acqua e fango, ecco il conteggio arriva alla fine, e il ragazzo cade proprio ai suoi piedi, come una sacco di patate che ha dato tutto ciò che ha da offrire. < Cazzo sei un grande! > si inginocchierebbe verso di lui, vedendolo stremato, privo di forze e ansimante. < Ma non farlo mai più, va bene? > un lacrima gli scenderebbe lungo il volto, come commozione e gioia di quel momento così semplice ma così epocale. Allungherebbe il braccio destro, ancora forte e vigoroso, sotto la spalla sinistra dell'infortunato, andando poi a sollevarlo con la spinta dei quadricipiti e tenendolo dritto, lasciandogli muovere solo le gambe, unico muscolo da lui inutilizzato. < Direi che per oggi hai dato abbastanza, andiamo al riparo. > La tempesta non avrebbe indietreggiato nemmeno di fronte a quel successo mastodontico, e quei due sotto la pioggia avrebbero lasciato quel lurido campo, entrambi con molta soddisfazione in tasca. < Ti porto a mangiare del tonkatsu... > se l'altro non avesse esitato dall'accettare, avrebbe sorretto quel vincitore fino al raggiungimento del chiosco, dove avrebbero consumato quel meritato riposo. [ END ]

Dopo giorni di ricerca, Akihito riesce a trovare Kurou Nakayama, l'obbiettivo della sua missioni impartitagli da Katai, trovando quest'ultimo alle prese con il suo allenamento di routine al campo d'addestramento. Kurou sfida il ragazzo ad una prova di resistenza, la quale viene compiuta con successo, risvegliando un forte interesse da parte del Nakayama.