Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Maledetto chiosco

Free

0
0
con Saigo, Kurou, Fujirama

21:18 Saigo:
 Partiamo dal presupposto che la vita fa schifo. Ok detto questo possiamo approfondire il discorso: la sua vita fa schifo. Non si sa bene come è riuscita ad uscire a testa alta da una missione B ma persino in quel momento critico la sua sfiga l’ha perseguitata e alcune tecniche non sono andate come avrebbero dovuto, la stanchezza l’ha assalita di colpo e malapena è riuscita a concludere la giornata, a questo sommiamoci che all’interno della Shinsengumi ultimamente si sente frustrata, forse quel maledetto assassino che quei ritardati di anbu si son lasciati sfuggire è bello che crepato ma non si può mica lasciar perdere no, quindi eccola costretta a seguire da mesi una pista gelida che non sembra proprio volersi intiepidire. Insomma tra questo e il nervosismo che la caratterizza ultimamente c’è solo da chiedersi come mai sia finita proprio nel settore di Konoha e proprio vicino al chiosco di ramen, anzi perché ci si sta avvicinando? Sembra davvero intenta a scostare le tendine e unirsi agli avventori. Una probabile risposta potremmo trovarla nel suo abbigliamento, un paio di legghins neri ormai sgualciti, gli anfibi in pelle scura graffiati in più punti e decisamente sporchi di…fango? Sangue? Sputi? Forse tutt’e tre le cose. Ma stavamo dicendo: un maglione extralarge probabilmente manco suo nero è buttato sul suo petto senza alcun riguardo, dal collo troppo ampio esce le spalla destra mostrando il suo candore al mondo, i capelli sono invece arruffati, spettinati e malamente raccolti in una specie di coda alta da cui sin troppi ciuffi ricadono senza controllo, le occhiaie spiccano su quella carnagione di porcellana mentre le rosse iridi aiutano a mascherare il fatto che tutto il suo occhio inizia ad assumere quel colore, segno della stanchezza dovuta al suo attuale pessimo stile di vita. Le sue giornate trascorrono tra la frustrazione a lavoro, i barboni picchiati per sfogarsi, l’alcool assunto per non pensare e quei brevi momenti in cui più che dormire collassa così da evitare accuratamente qualsiasi possibilità di incorrere in nuovi tremendi incubi. Scosta la tendina con la mano destra <bene bene chi è lo stronzo che ha lasciato il suo monopattino in mezzo ai coglioni?> ci manca giusto uno sputo a terra. Mentre parla lo sguardo infuocato si muove su tutti i presenti. Quel monopattino da davvero fastidio? No. Ci è inciampata perché troppo stanca e distratta? Sì. Questo è bastato a farla incazzare? Sì . <minchia vi mando la cazzo di stradale a farvelo requisire quel trabiccolo di merda> ultimamente il suo secondo nome non è pazienza, riesce a trattenersi in missione, quando indossa la divisa ma infondo è umana e ha bisogno di una valvola di sfogo per le sue ansie e le sue paure. [chk on]

21:31 Kurou:
 Una brezza, tagliente ma leggera, come la lama di una katana avvolge le zone scoperte di un giovane, di appena diciassette anni, ma ormai forgiato da addestramenti e peripezie, le quale non sono mai abbastanza. Incollato ad una trave verticale, una colonna portante di legno, con i suoi dorsali che ne abbracciano l'interezza, per una posa rilassata che vede le lunghe e larghe gambe accavallarsi in avanti in diagonale, con quella sinistra leggermente in avanti, e le braccia conserte, con la nuca poggiante su quel legno massiccio, avrebbero composto una posa di attesa, una calma inebriante. Eppure il suo look non lo lascia passare inosservato, tra i passanti, a partire dal suo iconico ciuffo nero a banana, curato nei minimi dettagli e raccolto fiero verso il cielo scuro, con una cresta al di sotto, a sostenerlo. Sebbene la cosa vada di moda tra i teppisti, su un omone gentile come lui è un'enorme contraddizione. Al di sotto una calzamaglia nera, elastica, che lo avvolge dal collo ai polsi, e poi fino alle caviglie, lasciando in risalto la sua definizione e la massa muscolare, la quale è nascosta solo nelle gambe, dove poggiano anche dei pantaloni cargo color antracite in sovrapposizione. Ai piedi due semplici calzari, per stretti dalla caviglia al polpaccio. Con uno spago, leggero ma efficace, è legato alla vita un portaoggetti, contenente ben poco se non i suoi documenti, qualche moneta e pochi tonici ninja. Guarda i dintorni. Alle sue spalle, proprio dietro la trave, l'ingresso di Ichiraku, dove si è dato appuntamento con Fujirama, per telefono. Una cena tranquilla, per parlare del più e del meno. D'altronde non lo conosce abbastanza per fare di lui un profilo completo, e parlando di più potrebbe esplorare una nuova conoscenza. Ma ecco che l'attesa si interrompe, non per l'arrivo del biondo, no. Ma un frastuono, che parte dall'esterno e si insinua all'interno del locale lo distrae, fortemente, lasciandolo sbigottito nel riuscire ad intercettare qualche parola di quelle frasi. < ... > un po' interdetto e con gli occhi sgranati, andrebbe a sollevarsi dalla trave con un piccolo slancio, per poi ruotare verso sinistra, compiendo qualche passo per raggiungere la parte frontale del chiosco, solo per scostare quella tenda che avrebbe portato all'ingresso, con il suo avambraccio sinistro. < Ehm... Che succede? > domanda quasi intontito dalle grida, non avendo notato nulla di ambiguo fino a letteralmente un secondo prima. I suoi occhi andrebbero semplicemente a scrutare le figure all'interno, rimanendo lì sulla soglia, impossibilitato a farsi i cazzi suoi. [Portaoggetti: 2x tonico curativo, 2x tonico chakra]

21:39 Fujirama:
  [Esterno ingresso] La giornata si è svolta in piena routine, tra faccende domestiche, allenamenti e giusto un po' di svago, e ora è arrivato il momento di andare verso Ichiraku, nel pieno del distretto della foglia. Il messaggio di Kurou è arrivato nel pomeriggio, ed è stato accolto dal biondo Senjuu con piacere, consapevole che probabilmente si parlerà delle prossime missioni. Uscito dal quartiere dei Clan, lambita la magione dell'Hokage, vede finalmente in lontananza il chiosco dove fanno ramen, attraverso gli spruzzi verticali della fontana al centro della piazzetta. Fujirama è vestito come al solito, con la sua tutona dai colori accesi in contrasto col nero, senza giacca: ha deciso di sopportare il frescolino della sera, visto che il clima è particolarmente mite per la stagione, in più sa che al chiosco i fornelli creano parecchio calore. Le scarpe sono delle grosse sportive, anch'esse pimpate e dai lacci variopinti. Alla vita porta una sorta di marsupio, all'interno del quale tiene cellulare, documenti e un fuuda. E' in una strana posa per uno che passeggia: le braccia sono intrecciate dietro la testa con i gomiti altissimi e il capo è appoggiato ad esse, come fossero cuscini. I capelli biondastri sono schiacciati dalle cuffie con filo arancio evidenziatore che sparano a bomba musica pop-rock, di cui segue il ritmo con i propri passi. Ichiraku ormai è a pochi metri, il konohano alza le sopracciglia e solleva la testa <Uhm?> rumoreggia rallentando, notando, senza sentir nulla, dei comportamenti aggressivi all'ingresso del chiosco. Assottiglia lo sguardo, ma invece di puntare gli sgabelli, raggiunge Kurou a pochi passi. Gli occhi sono fissi su Saigo, ma le parole sono per il compare <Ossu, Kurou-kun...> distrattamente, mentre cala le cuffie sul collo <...ma che succede, accidentaccio?> si gratta il capo con la man dritta.

21:55 Saigo:
 Impossibile non notare quel ciuffo a banana e non solo perché l’omone le si avvicina, similmente non può ignorare il ragazzo che poco dopo si aggiunge, li scruta entrambi dall’alto verso il basso <avete proprio la faccia di due teppistelli del cazzo> si limita a sputare fuori quella sentenza <allora è vostro il monopattino?> chiede ancora una volta? Il piede destro bussa a terra velocemente, piccolo segnale di quanto poco manchi a perdere completamente la pazienza <sentite mangiaramen> il suo razzismo non è mai stato nascosto in effetti, che lo mascheri quando indossa la divisa non significa che poi nella vita privata non lo mostri quasi con fierezza, non le piacciono particolarmente molti dei villaggi confinanti a Suna, a dirla tutta persino i sunesi iniziano ad andarle stretti e nota quanto puzzino per via dei loro cibi pieni di spezie. Passa ancora qualche secondo e solo a quel punto se nessuno si sarà fatto avanti si limiterà a sbattere la lingua contro il palato rumorosamente <bene mi sa che qualcuno imparerà l’educazione a caro prezzo> e fissa i due teppistelli, non che li stia minacciando, sembra più che altro una di quelle donne bianche di mezza età americane tanto brave ad importunare il prossimo. Solo dopo aver concesso un ‘ennesimo secondo allo sfortunato proprietario del monopattino andrà a voltarsi per tornare sui suoi passi proprio lì a qualche metro dall’ingresso del chiosco, dove a terra giace quel mezzo di trasporto innocente. Non ci mette molto prima di concentrarsi lasciando che il chakra scorra nel suo corpo, sentendo e percependone il flusso. Andrebbe quindi a comporre velocemente i sigilli di gallo, capra, lepre, drago, bue e nuovamente lepre. Andrebbe ora a concentrare il suo chakra nell’indice della mano destra mentre proverebbe a riempirlo della forza stessa del fuuton, cercando nel vento e nella sua prepotenza, persino di quel venticello fresco che taglia la notte, se fosse riuscita quindi ora andrebbe a tendere il braccio, ma soprattutto il dito, in direzione di quel povero monopattino indifeso. Solo a questo punto rilascerebbe il cancello immaginario che le permetteva di accumulare chakra senza lanciarlo. Se riuscisse sarebbe un sottilissimo raggio di chakra fuuton a partire in direzione del metallo, decisa più che altro a distruggerlo. Non che i due teppistelli qui presente possano davvero vedere molto, la potenza del suo chakra ed i movimenti delle mani sono fin troppo veloci per ciò a cui sono stati abituati, potranno però vederla avvicinarsi al monopattino, fermarsi qualche istante e poi puntare l’indice come a prendere la mira poco prima che l’oggetto venga letteralmente trapassato e quindi bucato proprio tra manubrio e ruota davanti, cosa che lo porta a venir completamente distrutto [chk -15][tecnica 3/4]

Saigo tira un D100 e fa 93

22:16 Kurou:
 Uno sguardo a destra, poi a sinistra, e di nuovo a destra. Avrebbe incrociato alcune figure, non tantissime, tra cui quella dei ristoratori un po' sbigottiti e una ragazza dai capelli colorati in modo vivace, pallida come l'aria gelida, che sembra essere la fonte di tutto quel frastuono, nonostante la sua statura decisa ma esile. Pura rabbia concentrata. E un piccolo infarto sopraggiunge, insieme alla voce del compagno di sventure, che lo porta a sporgersi rapidamente verso sinistra con un sussulto, nel realizzare poi trattarsi proprio dello shinobi biondo tanto atteso. < Ah sei tu Fujirama... > non che molti bazzichino quelle zone la sera di un giorno feriale. Esistono pietanze molto più salutari di un ramen trasudante di brodo di manzo. Ma ecco che la ragazza dall'età indecifrabile riprende, con un caloroso e tenero insulto. < Non è nostro... > purtroppo l'aspetto da teppista potrebbe suggerire il contrario, ma la furia della donna quasi lo lascia senza forza di controbattere, ma semplicemente guardingo, per evitare il peggio tra la gente. Il siparietto continua, e la donna si avvicina, con davvero pochi passi, prima che il gigante faccia segno a Fujirama di stare lontano da lei. < Ehi, ma che le ha fatto... > non fa in tempo a finire, che ella sembra puntare quel monopattino come la causa di tutti i mali, e come un'arma invisibile punta le dita verso l'oggetto. < Ma che sta facendo... > Sembra totalmente svalvolata, ma in una frazione di secondo, ecco che il mezzo cade a pezzi su se stesso, lasciando che il ciuffo di Kurou si afflosci in avanti, sulla fronte, come atterrato mentre la sua bocca di spalanca, la schiena ricurva, e il volto incredulo. < ... > Non ha parole, tutto troppo strano, confuso. A Konoha si aggirano persone pazze, ma mai così rapide a fare danni. Prova a ricomporsi, e con il suo corpo anche un'espressione un po' crucciata, la fronte corrugata e una faccia per nulla felice. < Ti sembra il modo di trattare le cose degli altri? Che ti ha fatto quel monopattino, sentiamo? > [Portaoggetti: 2x tonico curativo, 2x tonico chakra]

22:23 Fujirama:
  [Esterno ingresso] Ora che le orecchie sono libere dalle cuffie riesce palesemente a sentire i rumori che prima gli erano occlusi e lo sbraitare della ragazza va perfettamente in sinc con i movimenti del corpo. Non capisce inizialmente con chi ce l'abbia, finchè lei non li interpella direttamente <Uh?> alza le sopracciglia e sposta in direzione di Saigo non solo la testa, ma anche il resto del corpo. E' spiazzato dal comportamento della ragazza, tanto da risponderle solo con un netto diniego con il capo alla domanda, nonostante gli insulti <E come fa a esser mio, sono arrivato adesso...> mugugna con la bocca a culo di gallina. Immobile la osserva, sembra perplesso e non sa cosa fare, di tanto in tanto osserva Kurou cercando ispirazione. Quando sente la parola 'mangiaramen' si irrigidisce immediatamente <Cs-> stringendo i pugni. Le labbra si assottigliano, lasciando intravedere le puntine dei denti serrati, la testa si incassa appena nelle spalle, leggermente alzate. Non aveva mai sentito quell'insulto razzista dal vivo, ha solamente sentito qualche racconto dei propri genitori in passato, mentre parlavano tra di loro, e di certo ne deve aver assorbito il fastidio, pur non conoscendone il significato. Proprio al pensiero dei propri genitori, chiude gli occhi, vedendo nella sua testa palesarsi le sagome di mamma e papà nel momento ricordato poc'anzi: il padre grida frustrato con le braccia aperte e le gambe flesse ma nervose, la madre che agita un mattarello sopra la testa esplodendo in una voce che squarcia i fusuma e Fujirama poco distante, appoggiato ad uno sgabello, con una manciata di anni sulle spalle. L'uomo è infiammato da un'aura verdastra, mentre la madre da una fiamma rossa, l'uno rappresenta la forza mentale, l'altra quella fisica. Fujirama si immagina di fare qualche passo avanti, si mette tra i genitori e gli chiede con il solo sguardo di fare pace, allungando una mano verso l'uno, poi verso l'altra, sorridendo nei confronti di entrambi. Se riuscirà a far riappacificare i propri genitori, sarà riuscito a far dialogare omogeneamente fisico e mente, impastando correttamente il chakra. Torna tra i presenti, e aperti gli occhi vede il monopattino preso di mira da Saigo. Il suo comportamento lo fa innervosire terribilmente, e il suo timore pare essere momentaneamente scomparso <Hey tu! Smettila di comportarti come una decerebrata e lascia in pace questa gente! Stai spaventando tutti!> fa eco a Kurou, in maniera decisamente più incisiva. Il corpo è proteso in avanti, le gambe piegate e le braccia aperte a pugni chiusi. Le sopracciglia piegano fortemente verso il naso. [Tentativo di impasto di chakra 4/4][Portaoggetti: 1 fuuda]

22:38 Saigo:
 Non che le importi molto del vociare dei due teppisti, non vale proprio la pena prendersela a male per le loro parole, non vale proprio la pena rispondere. Oh hey! Non vale la pena… Vabbè come non detto, all’udire delle lamentele dei due si volta verso di loro, lo sguardo non dissimile da quello utilizzato poco prima contro il monopattino <primo sono cazzi miei> alza anche il dito indice verso il cielo mentre risponde alla domanda del bananato. Il numero uno quindi è stato esposto, il che fa pensare che la lista non sia affatto finita <due> e infatti ecco il medio alzarsi per raggiungere il gemello <era palesemente parcheggiato in divieto di sosta> ora se si volesse fare attenzione potremmo notare un piccolo strappo sui pantaloni in prossimità del ginocchio destro così come il rossore sul palmo della mano, ora alzata per mostrare quel conteggio. Insomma a collegar ei puntini si può anche comprendere il vero motivo di quella rabbia verso l’ormai ex inanimato oggetto <tre> lei prosegue <è un oggetto insulso che non fa altro che aumentare il tasso di obesità di Konoha> questa se l’è palesemente inventata. Sbuffa quindi prima di rivolgersi la biondino a cui scocca una lunghissima occhiata prima di abbassare finalmente la mano destra <non ti conviene continuare ad insultarmi, ho agito per sicurezza pubblica> puntualizza continuando con quella storia assurda sull’eventuale pericolosità del monopattino <ma cazzo vuole capirne un poco di buono come te> ironico come non si faccia scrupoli ad utilizzare delle parolacce ma poi lo definisca come “poco di buono”. Ad ogni modo ogni suo movimento risulta pregno e denso di nervosismo, quello stato d’animo che da parecchio non l’abbandona, ogni volta che gira il capo lo fa di scatto, i capelli svolazzano liberi e quasi elettrici intorno al suo viso mostrandosi a tratti più biondi o più rosa, a seconda di come la luce li colpisce. [chk -15]

23:03 Kurou:
 La situazione è calda. No sul serio, si suda lì dentro. In quel piccolo locale, se così può essere chiamato, cose assurde stavano accadendo. La gente, la poca presente, è immobilizzata tanto quanto quei due genin di fronte al monopattino disintegrato, al lato opposto della donna pallida, il cui termine 'spazientita' non rende l'idea di come i suoi movimenti rievochino una collera su tutto ciò che la circonda. Dall'andamento dei passi, alla gesticolazione, tutto suggerisce un esaurimento nervoso, ma per fortuna questo si è concentrato tutto su un oggetto inanimato, che ancora Kurou fatica a comprendere come sia diventato un rottame in pochi istanti, ma col trascorrere dei secondi potrebbe iniziare ad elaborare. Con un gesto fulmineo, all'udire della frase rabbiosa del conoscente, andrebbe a stendere il braccio sinistro, grosso e nerboruto, fino a pochi centimetri di fronte al petto di Fujirama, con la mano completamente spalancata ad indicare una necessità di rallentare l'andamento di quell'intervento precipitoso. In fondo, ancora non risulta un vero pericolo per i commensali, e non c'è motivo di inalberarla ulteriormente. < Bene, ho capito... Ora che lo hai distrutto ti senti sollevata? > non cerca di continuare il suo fare scontroso, ma cerca un contropiede, tentando di forzare un sorriso. Quasi sembra un ordigno da disinnescare. < Se non c'è altro, perchè non usciamo tutti e tre? Così lasciamo mangiare tutti in pace... > una pausa imbarazzante, un attimo di silenzio. < ...tranne il monopattino... > che ormai riposa sul pavimento. Dopo questa piccola sdrammatizzazione, avrebbe quindi scostato di nuovo la tenda, questa volta con il braccio destro, tenendola aperta per il passaggio di tutti e tre. Se deve succedere qualcosa, che succeda almeno fuori dalla portata dei civili. [Portaoggetti: 2x tonico curativo, 2x tonico chakra]

23:16 Fujirama:
  [Ingresso] Stringe i denti mentre l'altra parla, così come i pugni, quasi tremanti dal nervoso. I muscoletti ai fianchi del naso vibrano, i denti sono ancor più in vista rispetto a prima, in più il chakra impastato, non senza difficoltà, riempie di energia ogni tsubo. L'istinto lo porterebbe a sbraitare immediatamente dopo Saigo, ma la mano di Lurou cala davanti a lui, e le prime parole che avrebbe sputato le reingoia e deglutisce. La guarda e sente al proprio fianco il ragazzo risponderle, ma gli sembra fin troppo caldo rispetto al fuoco che lui sta provando. Tutto è silenzioso attorno a lui, i civili sono giustamente spaventati dalla giovane e dal battibecco che si fa sempre più ruvido, ma non è nelle corde del Senjuu buttare acqua sul fuoco, anzi, sembra che abbia adocchiato la tanica di benzina. Le risposte spocchiose e irrispettose della ragazza lo irritano terribilmente e le risposte del ragazzo biondo non tardano ad arrivare, non riesce proprio a tratteneresi <E questo è un buon motivo per distruggerlo?!> porta avanti il piede destro, all'unisono con il corrispettivo pugno una volta torto il busto. Il torace esercita una lieve pressione sull'avambraccio di Kurou <Non hai agito per la sicurezza pubblica, accidentaccio!> dalla mano stretta spunta un indice che mira Saigo <Sei tu una teppista maleducata!> l'indice si ritrae e sbuca il pollice che si rivolge a sè stesso <Io sono membro dell'antico e rispettato Clan Senjuu di Konoha, l'unica poco di buono che vedo sei tu!> respira affannosamente, questo tipo di comportamento lo manda ai matti <Nessuno si comporterebbe in questa maniera se non un folle o un malintenzionato, accidentaccio!> e incrocia le braccia davanti al petto, alleggerendo il peso arrecato all'arto di Kurou. [Chakra ON 30/30][Portaoggetti: Fuuda]

23:34 Saigo:
 In un certo senso il tentativo di Kurou viene quasi apprezzato, è pronta a seppellire l’ascia di guerra almeno nei confronti di loro due, forse più nei suoi ma mentre la brace si mostra qualcuno ci soffia sopra con la nota delicata e necessaria per far ravvivare il fuoco della rabbia e quel qualcuno è Fujirama. Quindi se quantomeno il bananato viene ignorato al biondino tocca la gogna pubblica, già perché a quelle parole l’unica reazione che le riesce è ridere, una risata piena di presa in giro, divertimento <il famigerato clan di sto cazzo> ci butta tra una risata e l’altra. Non che questo momento di puro isterismo duri a lungo, proprio non sopporta chi ancora dimostra di vivere attaccato al passato e quindi eccola esporsi più di quanto farebbe normalmente lasciando che da lei fuoriesca il chakra, con forza l0immaginerebbe come nebbia che fitta correrebbe verso i due malcapitati per avvolgerli, indirizza su di loro quell’ondata così da andare a prendere possesso di tutti e quattro i loro sensi. Senza pensarci oltre andrebbe ad intaccare e modificare prima di tutto l’udito. Delle urla e il rumore di macerie che cadono. Questa la prima cosa che farebbe udire ai due, un boato così potente da andare a sovrastare persino la sua stessa risata. Subito dopo è il tatto, entrambi sentiranno la terra come tremare in corrispondenza di quella che sembrerebbe il rumore di un crollo, forse l’esplosione. Ed ecco che ora andrebbe ad occupare anche la vista lasciando apparire una coltre di fumo. Loro la vedranno cambiare espressione, fissare verso le mura e contorcere il viso in una smorfia di puro terrore mentre le ceneri di quelle macerie inizieranno ad occupare la visuale facendola semplicemente svanire alla loro vista. Infine arriverà l’olfatto, l’odore di bruciato, di polvere si farà strada nelle loro narici, arrivando a pizzicarle, quasi dando la sensazione di soffocare proprio come accade durante un crollo. Ma cosa sta provocando tutto questo? Ciò che scorgeranno verso le mura è solo una grossa ombra che si muove provocando le urla di tutte quelle persone che disperate ora si stanno riversando prima verso la piazza e poi verso il chiosco stesso chiedendo aiuto. Una massa indistinta che vorrebbe muoversi <salvaci tutti membro del famigerato clan di sto cazzo> la sua voce correrebbe attraverso quel rumore, il tono di presa in giro certo ma anche terrorizzato, reso acuto dalla paura per quello che sta accadendo, almeno che lei sta mostrando. Ciò che i due non vedranno e non sentiranno è quello che succede nelle realtà, un sorrisino affilato e divertito che si palese sul suo volto, attraverso la rabbia riaccesa nei suoi occhi <oh non mi ha soddisfatto, magari questo funzionerà> solo ora risponde segretamente a Kurou che spera d’aver imprigionato nella sua illusione. Cosa che dovrebbe poter accadere, ammesso certo che il destino non ci metta lo zampino e la sua tecnica s’indebolisca come spesso accade ultimamente [chk -45][illusione di gruppo+4sensi: vista, uditio, tatto, olfatto]

Saigo tira un D100 e fa 6

00:19 Kurou:
 Eccolo che rincara la dose. Le cose non si mettono bene, per farla breve forse Kurou doveva ficcare una mano sulla bocca del biondo per mettergli il muto, ma non ha tutta sta confidenza e la sua lingua procede imperterrita, senza freno alcuno. Non che le sue parole dicano il falso, ma grazie a qualche batosta in più, Kurou riesce a presagire che ciò che ha visto, o che non ha visto, sia solo il frutto di abilità davvero elevate, un po' come i ninjutsu dalla rapidità immane di un altro individuo pallido, ma dalla chioma corvina. Evidentemente è l'unico che avverte il pericolo, e gli insulti, continuano, fino al sopraggiungere di un boato che finalmente lo metterebbe sull'attenti, lasciando che Kurou si aspetti il sopraggiungere dello scenario peggiore. Assieme ai rumori devastanti, anche le urla si infittiscono, tutte intorno, con un terremoto a seguire e un polverone immane, a coprire quasi tutta la visuale. La reazione principale sarebbe stata quella di comporre il segno caprino dinnanzi a lui, ma il sopraggiungere di ulteriori dettagli lo fa desistere dal movimento. < ! > Sembra tutto crollare, la gente scappa, la donna esile compiaciuta, e una figura informe, un'ombra nera sembra sovrastare il confine di Kagegakure, pronta a segnare la fine di tutto il lavoro svolto in un decennio di sopravvivenza. Insomma un vero e proprio incubo, tutto ciò per cui Kurou agisce ogni giorno è evitare quello specifico momento. Tutto troppo in fretta, una sensazione opprimente, un paesaggio così disastroso da essere impensabile possa essere sopraggiunto in un istante, ma pensare alla donna sghignazzante in una situazione tanto catastrofica, non fa che ricordargli quei pozzi rossi, due gocce cremisi. Un veicolo per trasformare ogni situazione in una a piacere, e rendersi immune a tutto ciò che accade. Solo un jutsu del genere potrebbe destare una catastrofe come quella. Non vuole credere altrimenti, tant'è che il rifiuto dell'accettazione di trovarsi lì, in quel luogo, lo renderebbe sicuro della sua posizione, mettendogli anche un sorriso di scherno sul volto. Ora sì che sembra un vero teppistello. < Ho visto di peggio... > l'ultima volta non era in grado di muovere un muscolo, ma ora TENTEREBBE di avvicinare la sua mano destra alla bocca, strizzando gli occhi per non dover pensare a quanto farà male... Con una prova di coraggio, e senza pensarci troppo, andrebbe a mordere la base del pollice, inglobando così nelle fauci una parte del palmo e del dorso della mano, stringendo a dovere e provando un bruciore notevole, con un piccolo rivolo di sangue fuoriuscire, provocato solo dai canini superiori. Due buchini, in una mano sacrificale. Spera che il dolore sia sufficiente, che il rossore non sia invano e che pulendosi la mano dalla saliva, nel frattempo, il sistema nervoso si sia ristabilito, non più corrotto da quell'onda di chakra. < Era un po' diversa da quelle degli Uchiha, ma era spaventosa, complimenti... > SE fosse uscito, si sarebbe congratulato. Non sa neanche lui il motivo, ma rimane un arte così pericolosa ma per lui tremendamente complessa. Rimane il fatto che fosse un attacco. < Ora sei soddisfatta? > chiede, la mano brucia ormai sul fianco, gli occhi sono sulla ragazza, alla ricerca di una risposta. [Portaoggetti: 2x tonico curativo, 2x tonico chakra]

00:24 Fujirama:
  [Ingresso] Il Senjuu inclina il capo verso destra <Eh?> sbigottito dalla risata pazzerella che la ragazza ha preso a produrre istericamente. Un attimo dopo torna teso come un arco, denti in vista e pugni stretti fortemente <Cs-> rumoreggia in sua direzione, soprattutto dopo aver sentito il modo in cui quella ragazza sconosciuta ha osato appellare la sua famiglia e i suoi avi <Non ti permette-> si blocca quando vede della strana nebbia sprigionata dalle sue mani <Oh-> e fa un mezzo passo indietro, chiudendo parzialmente gli arti davanti a sè come a proteggersi istintivamente. A nulla serve la posa, anche se questa sorta di vapore non sembra procurare danni fisici <Cos-?> il Genin sente rumori di legna che si spezza, intercapedini che si piegano, mattoni e vetri che si infrangono, quindi porta le mani più alte, a protezione del capo. Gli occhi rimbalzano tra i presenti come a volersi assicurare della loro sicurezza, ma prima che possa dire qualcosa il pavimento inizia a tremare, sconquassato da un papabile crollo e l'intenso odore di bruciato gli occlude il respiro <Uh-uh! Uhhhh-uh!> tossisce, probabilmente condizionato dai propri sensi alterati. Sagome all'esterno del chiosco paiono correre all'impazzata e gridare come non mai e nonostante ciò la voce di Saigo riecheggia attraverso quelle della folla terrorizzata. Fujirama, riparato dalle sue sole braccia e alla ricerca di aria pulita, non riesce a mettere da parte l'incazzo che mettono quelle parole ma... ma perchè dei cittadini spaventati dovrebbero urlare contro il suo clan? Fujirama alza un sopracciglio, qualcosa non gli torna. Si guarda attorno: certo, la terra si è indubbiamente scossa, l'aria è irrespirabile e il rumore di grida e di crolli è innegabile, ma... ma all'interno non si è mossa nemmeno una scodella di ramen, i signori che stanno consumando il pasto restano seduti, e le tende all'ingresso non sembrano nemmeno muoversi più di tanto. Il paradosso che si è creato è troppo forte per non fargli minimamente pensare al fatto che si possa trattare di un Genjutsu. Strizza gli occhi, concentrandosi <Funziona, accidentaccio!> esclama mentre va a congiungere le mani davanti al petto, formando una matassa unica di dita intrecciate ordinatamente. Non ha mai rilasciato una tecnica illusoria se non in Accademia, è la prima volta che a rischio c'è direttamente la propria pelle. Ipotizza che intorno a lui stiano agendo i flussi di Chakra inviati da Saigo, quindi prova a rinvigorire il chakra inviato dalla propria Mente per poter andare in contrasto con il Genjutsu. Con la propria concentrazione, proverà ad dare sempre più moto ai propri flussi di chakra per poter dissipare quelli di Saigo che agiscono su di lui e a quel punto griderà <KAI!> nella speranza di poter tornare a vedere la realtà quando aprirà gli occhi.

00:25 Fujirama:
  [Ingresso] [Chakra ON 27/30][Portaoggetti: Fuuda]

20:54 Saigo:
 Appena decide di lasciare che il chakra colpisca le menti altrui, nel momento stesso in cui la sua tecnica prende vita eccolo che sente un capannello tintinnare, il sangue si gela nelle sue vene come solo quello dei condannati a morte fa. Nel momento stesso in cui vede la spada di damocle abbassarsi sul suo capo quel maledetto sigillo di cui ancora ignora l’esistenza risucchia parte del suo chakra lasciandola di fatto spossata. Nel momento stesso in cui il sangue si gela e la stanchezza l’assale la testa, anzi la nuca, inizia a fare davvero male, come se fosse stata trafitta da qualcosa di poco tagliente ma abbastanza pesante da sfondarle il cranio. Non si sa se è per questo o per l’abilità dei due ma quell’illusione viene semplicemente meno, non è in missione e non deve tener botta. Così eccola la paura bussare alla sua porte mentre la speranza si fa sempre più piccolina. Il maledetto ha iniziato una guerra di logoramento e lei la sta chiaramente perdendo, più passano i giorni più il desiderio di lottare si affievolisce e la necessità di sopprimere tutto aumenta. Osserva quindi i due <io?> è stanca, ma c’è ancora qualcosa da fare <che avrei fatto scusa? A che ti riferisci? No che non sono soddisfatta devo ancora vedere le vostre facce di cazzo> replica così a Kurou, infondo nessuno può aver mai la sicurezza di essere solo, soprattutto in una piazza come quella, così mente spudoratamente, non c’è titubanza nei suoi occhi, non un singolo istante riflette sul da farsi, mentire è sempre la strada migliore. L’unica cosa palese ai due è il fastidio che si è acutizzato in lei, gli occhi sono socchiusi, la palpebra destra è completamente calata e strizzata in segno di dolore così come il respiro si è fatto più profondo e veloce. Osserva anche il biondo <e tu che cazzo ti urli, vuoi forse farti esplodere?> continua a fingere, come se non sapesse perfettamente ciò che sta succedendo. La debolezza che sta sperimento l’innervosisce ancora di più <vado a menare un barbone va> ed è con queste parole mezze mormorate che vorrebbe semplicemente togliersi di mezzo ed abbandonare il posto

21:24 Kurou:
  [Ingresso Chiosco - Esterno] La mano pulsa, nulla di tremendo sia chiaro, ma avere impastato il chakra, come sembra aver fatto prontamente il suo compagno di fallimenti, gli avrebbe fatto risparmiare una dose di dolore fisico, sebbene cosa comune da provare per un pivello che prende a cazzotti i tronchi. Lo sguardo è docile, calmo, forse un po' empatizzante. Cerca di tralasciare dove è appena stato immerso, dove la sua mente è stata condotta, per provare in ogni modo a sintonizzarsi con quella di fronte a lui nel capire cosa possa essere successo ad una ragazza per essere così furiosa col mondo. Al suo fianco sempre il biondo, che sembra farsi trasportare facilmente dalle parole della ragazza, e chi non lo farebbe. Ma non il taijutsuer... La cui indole è quella di aiutare tutti, a costo di farsi travolgere. Darebbe una rapida occhiata a Fujirama, per capire quanto possa essere furibondo a sua volta, ma soprattutto integro, prima di ritornare alla protagonista della serata. < Aspetta... > lancerebbe in direzione della chioma color ciliegia, mentre questa ondulerebbe per tentare di andarsene, con una palese espressione sofferente in volto. Forse il suo male alla mano destra è il minore, lì in mezzo. < Quel genjutsu era molto articolato... Devi essere una shinobi straordinaria > la sua faccia è sconsolata, un simil sorriso è schiaffato su quelle labbra ma è un misto di preoccupazione e sofferenza. Non c'è rabbia nelle sue parole. < Potresti regalare tanti sorrisi con quelle abilità, molto di più di quello che riesco a fare io > con un pizzico di invidia, e una spruzzata di incredulità. Non sa se l'intenzione di 'menare barboni' sia vera o finta, ma vuole credere di no dato che alla fine, nessun civile si è fatto male veramente. < Io sono Kurou... Come ti chiami? Se posso chiedere... > il gigante con ciuffo a banana si è esposto. Il suo egoismo, la sua sete di migliorarsi, prende il sopravvento.

21:29 Fujirama:
  [Ingresso Chiosco - Esterno] Apre gli occhi, le mani sono ancora intrecciate davanti al petto a formare il sigillo della capra, le gambe sono leggermente allargate, i gomiti alti. Le pupille sono piantate a terra e con la bocca spalancata recupera fiato a pieni polmoni, riprendendosi dallo stato d'agitazione appena provocato dalla ragazza. Ruota di scatto la testa verso il compare, Kurou, per vedere se sta bene e andando a cercare un'ulteriore prova di essere tornato alla realtà. In questo stato d'osservazione, ignora le prime parole di Saigo, probabilmente non le ha nemmeno sentite, ma ora la fissa con i denti in mostra, incollerito. Ruota il busto, la mancina viene nascosta dietro al tronco, la destra si stringe in un pugno nervoso con il braccio piegato davanti al volto <Ma chi ti credi di essere, accidentaccio??> sbraita <Pensi di poter venire al chiosco a minacciare, rompere e impaurire quando e come ti pare??> e nel dire ciò, il dito della mancina va a indicare il monopattino distrutto <Quello lo devi ripagare, accidentaccio!> gli occhi sono sempre fissi su di lei <O te la farò pagare io!> le mani sono adesso entrambe davanti al petto, ma sentendo la voce di Kurou si interrompe. Dapprima è stizzito dalle lusinghe del bananone, ma un attimo dopo <Cos-> è incredulo che lo guarda con occhi e bocca spalancati. <Come ti chiami?! Ma cosa stai dicendo Kurou!? Hai visto quel che ha fatto, accidentaccio??> [Chakra ON 27/30]

21:34 Saigo:
 Ovviamente il punto chiave è mai tornare indietro. Si volta verso Kurou a quelle parole <genjutsu? > domanda ancora continuando a mentire, facendone il suo tratto distintivo, attrice nel tempo libero e prima della Shinsengumi ma soprattutto bugiarda patologica, così brava a mentire che è a sé stessa che ha sempre raccontato le palle più grandi <per chi mi hai preso?> scuote il capo quasi disgustata a quelle parole, mostrando i veri sentimenti che prova quando viene definita Shinobi o per tutto il discorso fatto dal ragazzo ma focalizzandosi solo sulla prima parte del discorso, manipolando la realtà a suo piacimento non solo tramite le illusioni. Lo sguardo poi passa al biondo, lo osserva per quanto palesemente stanca non manca il fuoco nei suoi occhi rossi <oh io so perfettamente chi sono> sorride <voi no ma poco importa> forse è addirittura meglio visto che non ha voglia di altri casini al lavoro <mi chiedo quanto voglia andare avanti a mentire e minacciare ragazzino, sei fortunato che abbia voglia di bere e basta> e con queste parole si volta davvero. Riprende il passo annotandosi però mentalmente il nome di entrambi, o almeno il cognome ed il clan di appartenenza. Sorride mentre si volta trovando una buona distrazione, almeno i due han fatto un’opera buona risparmiando a qualche barbone la sua ira. Lascia solo che i capelli disordinati siano l’ultima cosa che vedano mentre si inoltra nei vicoli alla ricerca della stazione, deve tornare nel quartiere notturno di Kusa se vuole sbronzarsi come si deve [end]

21:51 Kurou:
  [Ingresso Chiosco - Esterno] Nulla di fatto, solo altra incomprensione. O almeno questo è ciò che riesce a percepire un credulone come il Nakayama. Non cambia espressione nemmeno per un istante, finchè la figura devastatrice non abbandona il luogo, sparendo in qualche via del distretto della Foglia. Rincorrerla, a rigore di quanto successo al monopattino e alla complessità di quell'illusione, non sarebbe stata una buona idea. < ... > poche parole nel guardare quel punto ormai vuoto, dove la chioma rosea abbandona la luce lunare. < Era davvero incazzata... > si gira verso il ragazzo, l'altro benefattore da poco iniziato alla storia di Kiri. E' un po' imbarazzato, come se fosse colpa sua di avergli fatto assistere a tutto ciò, infatti la sua mano destra, sempre più rigonfia, va a grattare la nuca nervosamente, mentre un sorriso spalancato cerca di sdrammatizzare. < Ho provato a chiederle il nome per dare la possibilità di chiedere i danni al proprietario del mezzo... Niente da fare > una bugia, non ne dice spesso, ma gli viene difficile credere che Fujirama, così rapito da quelle offese possa capire il suo punto di vista. < Torniamo dentro? Se hai ancora fame, altrimenti facciamo un giro... > ora si guarda attorno, con fare interrogativo, un po' per capire come è stata lasciata dai tre la situazione, un po' per trovare eventualmente un alternativa al pasto a base di ramen. La strada sembra comunque tranquilla, qualche passante è giustamente attirato dal loro vociare. Da Ichiraku proviene la solita luce, attraverso quelle tende, che sarebbero da varicare di nuovo per sedersi a mangiare. E la luna continua, imperterrita, a fornire quel poco di luce naturale, in una serata fresca, e piena di imprevisti, lungi dal giungere al termine.

21:58 Fujirama:
  [Ingresso Chiosco - Esterno] Porta una mano sulla faccia ancor prima che possa rispondergli Kurou, lasciando poi che gli sconvolga il volto e che gli mescoli i lineamenti <Ma cooome...> sbiascica trascinandosi con la punta delle dita, in ultimo, il labbro inferiore. <Uh?> recupera lucidità quando arriva la risposta della ragazza che lo riporta subito in guardia, con le mani non troppo distanti tra loro davanti al petto, come se fosse pronto a intrecciarle per qualche ninjutsu <Cs-> rumoreggia innervosito, mentre lei prosegue a sbeffeggiarlo. Lei si volta e inizia ad allontanarsi e il giovane Sengjuu riprende a sbraitare <So benissimo chi sei! Sei una farabutta poco di buonooooaccidentaccioooo!!> grida, muovendo un passo in avanti, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni. Ha immediatamente la sensazione che la questione finirà lì, non immaginando Kurou come quel compagno che lo supporterebbe nel fermarla, vista la risposta precedente. Ha urlato così forte che la voce si è spezzata in una sorta di strillo, e quando avrà finito dovrà recuperare il fiato a pieni polmoni. <Meeeehhh...> espira, particolarmente depresso in quel momento, con la schiena ingobbita, chiuso nelle spalle. Non risponde al primo commento di Kurou, semplicemente di gira e va verso il monopattino spaccato con passi pesanti. Congiunge le mani e inizia a chinare il capo rigidamente assieme alla schiena, dispiacendosi per l'oggetto distrutto <Maledetta, maledetta... mi dispiace, monopattino, chiunque sia il tuo proprietario, accidentaccio.> poi si ferma, sbuffa, quindi torna verso Kurou, ossia verso l'ingresso del chiosco <Altrochè! Quella pazza mi ha fatto venire una fame assurda...> e quando sarà il suo turno di entrare scosterà una delle tende per non prendersela in faccia, e punterà direttamente uno degli sgabelli attaccati al bancone.

22:27 Kurou:
  [Bancone Chiosco] L'urlo finale, lo stordisce, facendolo barcollare per qualche istante, prima di andare a tapparsi le orecchie, con entrambi gli indici posti in posizione perpendicolare al foro che conduce al timpano, per poi rimuoverli nel momento di ripresa del ragazzo. Quel cumulo di rottami è lì, vicino a loro, e Fujirama sembra provare a prendersene cura, come unico ferito di quella faccenda, di cui Kurou ringrazia e si bacia i gomiti, visto la pericolosità con la quale tutto poteva virare su qualche passante. Ma la distruzione del monopattino rimane un peccato e sicuramente un dispiacere per chi lo verrà a sapere. < Purtroppo non possiamo farci molto... > è in quel limbo tra il sentirsi dispiaciuto e sollevato. Una sensazione davvero strana. Ma il pensiero vira sul constatare di quanto poco tempo basti al ragazzo per passare dallo sbraitare all'appetito ruggente. Finalmente, un altro shinobi lunatico come lui. Ormai sono rari da trovare, e alcuni potrebbero considerarsi fortunati che ce ne siano così pochi. < Anche io ho parecchia fame, torniamo dentro... > E di nuovo, sollevando le tende, restando un passo dietro al biondo pieno di energia, riesce ad avvertire quel tepore di cottura al vapore, friggitrice e fornelli, che invade quell'ambiente odorante di soba e carne bollita. Completamente diverso da ciò che è stato affrontato fino a quel momento. Lo shinobi alto inizierebbe a stringersi la mano destra con quella ausiliare, la sinistra, per qualche pizzicorìo di dolore, mentre anche lui andrebbe a poggiarsi sullo sgabello libero, alla destra del compagno. < Continuo a credere che l'abbiamo messa bene che nessuno si sia fatto male... Hai visto come ha distrutto quel monopattino?! > ancor prima di ordinare e rivolgere lo sguardo ai cuochi dietro al bancone, si volge verso Fujirama, con corpo e testa. < E' stata così veloce che non l'ho nemmeno vista comporre sigilli... Anche Katai ci riesce, quindi deve essere forte almeno quanto lui. > tira questa supposizione, così al vento, con una nota di stupore nella voce.

22:40 Fujirama:
  [Ingresso Chiosco - Esterno] Il bancone ormai è ad un passo, e con un balzello, posando il palmo delle mani sulla base dello sgabello, vi si trova seduto sopra come quando giochi alla cavallina <Alè...> mormora una volta trovato equilibrio. Ancora una volta espira drammaticamente <Meeeeeh...> quindi lasciando ciondolare le braccia, posa la testa direttamente sul bancone, stampandosi in fronte il ligneo spigolo <Che rabbia, accidentaccio...> commenta, comunque più quieto. Resta qualche secondo così, immobile, e quando risolleva il capo avrà un bel segnaccio rosso orizzontale sulla fronte <Queste cose mi fanno diventare matto!> guardando Kurou alla sua destra. Inclina il capo, chiudendo gli occhi <Non posso accettare che chiunque possa fare ciò che vuole, calpestando i più deboli e le cose altrui, accidentaccio!> alza l'indice e inizia a scuoterlo, contrariato <Finchè siamo tra le mura di Kagegakure ci sono le regole da rispettare, non quella del più forte come in missione! Avrebbe potuto distruggere quel monopattino anche con un battito di ciglia, per quanto mi riguarda...> solleva le spalle, per poi andare con la testa alla ricerca di qualcuno che prenda l'ordinazione, e appena incrocia per sbaglio lo sguardo di uno dei cuochi, la mano già alzata andrà a sventolare sopra al capo come una bandiera <Due scodelle per meeee!! Grrrrazie!!> non gli importa molto del fatto che mantenga un tono della voce particolarmente alto, l'adrenalina di prima gli ha tolto ogni inibizione. Torna a parlare con l'amico <E sono convinto che in due ce l'avremmo fatta!> cala il braccio, chiudendolo con un pugnetto, dandolo amichevolmente contro la spalla sinistra dell'altro <Se non siamo positivi, come pensiamo di potercela fare domani e nelle varie missioni che ci assegneranno?> strizza un occhio, sorridendo ampiamente.

23:10 Kurou:
  [Bancone Chiosco] Il taijutsuer è appoggiato con il solo gomito destro al banco, mentre le gambe sono divaricate, appoggiate dai piedi allo stelo di quello sgabello, che non gli permetto di arrivare al pavimento, facendolo sembrare decisamente più basso. Quel ciuffo estroverso è ancora alto al soffitto, laddove le lanterne penzolano e compongono la luce intensa sprigionata in tutto il locale. Insomma, un ciuffo ad alto rischio incendio. Osserva l'altro, mentre sembra essersi focalizzato su tutt'altro, probabilmente sulla situazione in generale, con tanto di pugnetto rafforzatore per spronarlo ad una risolutezza maggiore. In effetti, Kurou dà per scontate cose così bizzarre da risultare davvero strano agli occhi altrui. < Concordo > su cosa non si capisce, ma il tono è più pacato di prima < In due forse avremmo potuto neutralizzarla. > Non conclude, è solo l'incipit di un discorso che non pensava di dover fare. Avrebbe scostato testa e busto, in direzione di quel legno pulito, ma estremamente grezzo, sul quale il gomito avrebbe fato da sostegno e la mano destra aperta sarebbe stata da appoggio alla mascella del ragazzone, con il braccio opposto anch'esso appoggiato ma a peso morto, su quella superficie adibita al cibo. < Ma pensi che non si sarebbe arrabbiata ancora di più? > Non vuole imporre le sue visioni, non lo ha mai voluto, ma nulla gli vieta di far sorgere dei dubbi a chi gli è di fianco. Infatti sembra pensieroso, con la sguardo sulla cucina, come se volesse parlare da solo, ma di fatto le parole sono per Fujirama. < Ogni situazione è da valutare... Se l'avessimo fatta arrabbiare ancora di più avrebbe potuto far male a qualcuno, e probabilmente non saremmo stati in grado di impedirlo. > Sembra quello il fulcro delle sue scelte, del perchè non si sia scatenato con la stessa foga del suo compagno, ma da lì a poco, si sarebbe tradito. < E poi... Non ti sembrava che avesse bisogno di aiuto? > il tutto viene rivolto senza un incrocio di sguardi, si è persino scordato di ordinare, con quella testa appesa alla mano morsicata, con ancora il segno sul pollice. < Insomma, per essere così arrabbiata con tutto, deve aver passato qualcosa di terribile... Non la sto giustificando, dico solo che non tutti necessitano della violenza per imparare a vivere al meglio. Sei d'accordo? > solo allora si girerebbe con solo lo sguardo, consapevole di aver vomitato tutto il suo flusso di coscienza, e forse annoiato quel biondo, dalla carica straripante.

23:31 Fujirama:
  [Bancone Chiosco] Sopracciglia altissime, sbatte le palpebre un paio di volte, poi inclina il capo <Ma... ma tu non vuoi nulla?> si protende un po' avanti con la testa <Guarda che le due che ho ordinato me le pappo tutte e due io, eh!>. Lo shinobi Senjuu in quel momento pare aver la posa d'un ranocchio: le gambe sono larghe e a penzoloni che ciondolano alternate, le braccia sono rigide e distese con i palmi aperti sulla seduta dello sgabello, testa dritta e schiena incurvata. Ci manca solo che gracchi! Annuisce quando sente Kurou concordare, non aspettandosi che sia solo l'inizio di un interrogativo ben più intricato. Alla prima domanda risponde immediatamente facendo spallucce, un gesto tipico della giovane età <E chi se ne importa! Non comanda il più arrabbiato!> poi però sentendo che l'altro vuole mostrare altre sfaccettature della questione, torna a ruotare lateralmente la testa e puntando gli occhi al soffitto <Uhm...> sembra veramente pensieroso di fronte al quesito altrui. Una mano si stacca dalla seggia e va vicino al volto, lasciando che l'indice possa grattarsi un lembo di pelle poco sopra al sopracciglio destro <Ma Kurou-kun...> le sue convinzioni sono forti, ma evidentemente non riesce a trovare immediatamente un contraddittorio. Sospira, e dopo aver ragionato ancora con gli occhi chiusi, andrà a portare le braccia a incrociarsi dietro la testa <Kurou-kun! Io so solo una cosa, sono uno shinobi di Konoha, e non avrei mai fatto questa scelta se non fossi disposto a mettermi in gioco per i cittadini e per far andare le cose nel verso giusto!> man mano che parla sembra trovare sempre più grinta, rispetto alla titubanza di prima <Non eravamo di fronte ad una persona che avrebbe ucciso per far rispettare il proprio diritto di... rompere cose!> accenna un sorriso <Era solamente una bulla e io non posso permettermi di compatire i bulli mentre altri soffrono!> fa spallucce <Una volta neutralizzata ne si può anche parlare, non ti dico di no!> poi si indica con il pollice, facendo l'occhiolino <Ma sono Senjuu Fujirama, e non lascerò che le brave persone subiscano la cattiveria altrui!> fa un sorrisone.

00:00 Kurou:
 Le mano destra abbandonerebbe il volto, andando ad alzarsi al soffitto per richiamare uno dei cuochi, ordinando una porzione di ramen con carne di manzo, sebbene la fame non sia effettivamente alle stelle. Ora è dritto con la schiena, mentre voltato con la sola testa ascolta attento la risposta dell'altro, per capire quanto diverso sia il loro modo di interagire. < ... > Non una piega fino alla fine della risposta, troppo impegnato ad immergersi nel suo pensiero, a cercare di capirne l'origine e le motivazioni. Quindi si limiterebbe ad annuire, prima di sorridere a sua volta. < Sicuramente sei più rapido di me ad agire. > un dato di fatto, se non si perde tempo a riflettere del più e del meno. Da quando Kurou è così pensieroso? La ciotola sarebbe arrivata nel mentre, e così come quelle bacchette use e getta, che sarebbero state prontamente raccolte dal Nakayama, con entrambe le mani per spezzarne quel fragile lembo di legno che le tiene unite, afferrandole poi con la sua mano sinistra, lasciando intendere il suo essere mancino, o dando evidenza del dolore sporadico dovuto al morso sulla mano destra. Quelle bacchette non sarebbero finite subito sulla ciotola fumante, ma sarebbero state puntate con direzione divergente all'indirizzo di Fujirama, con un ghigno sottile nel volto, come se avesse capito tutto e nulla. < Allora è vero che sei un teppistello... > una nota di ironia, con tanto di sopracciglio sinistro spasmodico che si alza e si abbassa ripetutamente, in cerca di una conferma a quella provocazione. Dopo quella piccola parentesi avrebbe riportato l'attenzione sulla ciotola calda e fumante, prima di ricominciare a parlare con una maggiore leggerezza. Si è stufato delle cose serie, troppa tensione nella serata. < Comunque se avesse provato a ferire qualcuno le avrei mollato un calcio sul mento... A volte ci vuole anche quello. > sebbene sarebbe stato più plausibile prenderlo che darlo, in quel caso. < Dì un po' Fujirama, come mai hai sempre quelle cuffie? > sono di un colore talmente accesso che è difficile non notarle, e Kurou è un po' che si tira dietro quella domanda. Perchè non farla in un momento tanto tranquillo? < Se me lo dici ti racconto come faccio a tenere dritti i miei capelli ventiquattro ore al giorno... > come se possa essere uno scambio equo. Come di consueto avrebbe prolungato la conversazione fino al termine di quella ciotola, per poi pagare il conto, e tornare alla sua umile dimora, dopo una serata bizzarra. Davvero bizzarra. [END]

00:16 Fujirama:
  [Bancone Chiosco] Le tre ciotole di ramen ordinate dai due compaiono dal nulla sotto il loro naso <WAAAAAA!!> e Fujirama intreccia le dita tra loro, posizionando le mani affianco al viso, sul quale sono comparsi due grossi cuori rossi pulsanti al posto degli occhi <Finalmenteeee!> ondeggia con il busto, estasiato dalla novità. Inala con forza i fumi che escono dalle pietanze <Ahhhhhhhhh...> espira con piena soddisfazione. Trascina la prima a portata, prende le bacchette con la man dritta e il cucchiaio di ceramica con la mancina. China il capo per qualche secondo davanti al ramen, per poi gettarsi letteralmente nella ciotola in maniera estremamente pasticciona e scomposta, inondandosi parzialmente la tuta gialla e nera. Con le bacchette si ficca in bocca quanti più spaghetti, uova e carne possibile, con il cucchiaio riempie il tutto di brodo, come quando si mandano giù le pastiglie con l'acqua. <Guegno-chomp-è gniculo!> le fauci hanno appena lo spazio per far passare il suono, nonostante non sia affatto comprensibile. Gli va quasi tutto di traverso, tanto da costringerlo a deglutire un grosso boccone *SGULP* e poi voltarsi verso Kurou <Teppistello??> poi in un secondo momento si rende conto della presa in giro, quindi senza alcuna reazione torna a ingozzarsi, come se quell'interruzione fosse stata un disturbo. Non si capisce se stia annuendo o meno, ma dopo il commento acrobatico di Kurou alza semplicemente un pollice, senza smettere di mangiare. <Uhm?> ancora una volta si interrompe, voltandosi, ingurgita, quindi inclina il capo <E come ascolto la musica se no? Mi annoio a camminare senza!> risponde come fosse una cosa scontata. Compare un sorrisone sul suo volto <Non mi interessa sapere come fai... mi interessa sapere perchè!> quindi gli fa una linguaccia, ironico, quindi riprende a mangiare, e lo farà fino a fine serata, chiacchierando con Kurou. [END]

Fujirama e Kurou si danno appuntamento al Chiosco di Ramen, Ichiraku, e lì incontrano Saigo in abiti civili nervosa e aggressiva a causa di un povero monopattino abbandonato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quando la ragazza distrugge il trabicolo, Fujirama va su tutte le furie e le sbraita contro, scavalcando l'approccio diplomatico di Kurou. Saigo risponde con un Genjutsu spaventoso che paralizza per un attimo i due, poi, dopo le ultime scaramucce verbali, decide di andarsene. Kurou e Fujirama, tra fame, delusione, carica, cuffie e banane, proseguono la loro serata in tranquillità.