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Il sogno

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con Saigo, Tenjiro

Nel mezzo del cammin della nostra vita, mi ritrovai per una selva illuminata, chè la dritta via era smarrita. Questo potrebbe pensare Tenjiro mentre la luce tutt’intorno lo colpisce, il sole è dritto sopra di lui e ne riduce all’osso l’ombra, allontanando con il suo benevolente splendore le ombre. Il cielo risplende nel limpido e terso azzurro di quella giornata, donando poesia a quelle rade nuvole bianche cariche di soffice sonnolenza che si muovono mosse da una leggerissima brezza, si spostano navigando in quel mare turchese permettendo, di tanto in tanto, al ninja di fantasticare sulla loro forma. Prima appare un coniglio o forse un trombone, poi una nave sospinta sul fiume immaginario da due amanti e ancora una tempesta che coglie il contadino intento a seminare. In quel cielo terso, in quel luogo, si possono scorgere i sogni ed i desideri di chiunque, la morbida rotondità di quelle nuvole cacciano e trasformano le paure in ghiotte occasioni. I raggi del abbracciano il medico cogliendolo nel mezzo di quel cammino su una semplice strada sterrata, morbida al contatto con i suoi sandali, la terra non rilascia quelle fastidiose nuvolette di sabbia ma accoglie con dolcezza il suo peso ed il suo passo. La pendenza della strada è lieve ma non per questo assente o sconosciuta, è chiaro al genin che sta camminando in salita, per quanto l’avanzata non risulti affatto difficoltosa e anzi venga sospinta dalla dolce brezza pocanzi citata. L’aria è calda ma non abbastanza da donare alla pelle di Tenjiro una sensazione di appiccicaticcio sudore, tutt’altro lo scalda e rinfresca al tempo stesso, aiutando la sua temperatura a regolarsi al meglio senza bisogno di ricorrere ad altri metodi, si sta beatamente bene in quel luogo. Il riparo dai raggi dorati vien donato di tanto in tanto da qualche strano ammasso di strani alberi: lunghi steli verdeggianti e carichi di linfa vitale alla cui estremità superiore nasce una singola ed immensa foglia a forma di cuore, non quello anatomico. Si mostrano come a bouquet, quattro o cinque di questi strani alberi insieme e poi solo l’alto verde dei sottili fili d’erba, abbastanza imponenti per arrivare alle spalle dello Hyuga. Se il nostro eroe volesse allungare le braccia per toccarli li sentirebbe flettersi dolcemente al suo tocco, come l’amante piega il volto alla carezza, risultano lisci e morbidi al tatto, ancora una volta mostrandosi rigogliosi e pieni di vita. Di tanto in tanto a rompere la monotonia di quello smeraldo lo sguardo può incontrare i cappucci rosso rubino di quei grossi funghi, abbastanza alti da superare l’erba perfettamente coltivata, e priva di erbacce, ma non abbastanza per raggiungere gli strani alberi. Nulla a disturbare le sue orecchie se non la piacevole melodia dei propri passi e del proprio respiro, in lontananza s’ode uno scroscio d’acqua, un sussurro intimo e affabile come la risata di un essere puro quanto un bambino, cristallino quel suono coccola Tenjiro, l’abbraccia ci gioca e poi lo lascia proseguire nuovamente lungo quella strada. Solo ora alzando lo sguardo, cercando d’andar oltre alla fitta vegetazione, l’uomo potrà osservare delle strane escrescenze in lontananza, come se si trattasse ella coda di immensi cornetti li vede spuntare più avanti eppure a differenza di tutto il resto questi risultano sfuocati nell’accogliente abbraccio del sole, da alcune di queste punte potrà vedere qualcosa di azzurro uscire e cadere verso terra, come una cascata di limpida acqua, eppure i contorni sono così confusi, poco delineati quasi stesse piangendo e le lacrime gli stessero impedendo di mettere correttamente a fuoco. Una terra ricca quella in cui sembra averlo trasportato il fato oggi, una terra piena d’acqua e tranquillità, che emana pace in ogni sua singola sfaccettature e che con la pienezza di quel mezzo giorno ricaccia lontane le ombre proteggendolo da qualsiasi male. E così in quella che pare essere una giornata di mezz’estate ha inizio la nostra avventura [no tempo][ambient CHIUSO]

21:24 Tenjiro:
 Il sipario si alza e le luci si accendono. Tenjiro muove i primi lenti passi coscienti su un palcoscenico che, tuttavia, non gli è noto. La pacatezza dei suoi movimenti non è nuova a chi può dire di conoscerlo. Eppure sono carichi di un'incertezza che da tanto tempo non gli apparteneva più. Serenità e pace. Luce e silenzio. Ciò che lo accoglie è un ritratto della realtà ricco e pacifico... un ritratto che fin troppo bene si sposa con le inclinazioni del medico. E' palese che non sia Kagegakure. E' palese che non sia neanche nelle sue immediate vicinanze... ma lui non sembra porsi minimamente il problema. I suoi sandali calcano lo sterrato con calma, mentre un kimono nero e un haori bianco si occupano di coprire adeguatamente la sua figura. E' senza cappello e senza giaccone rosa, ma ciò non rende la sua figura meno imponente di quanto solitamente sia. Con petto aperto e spalle larghe, osserva il circondario con silenziosa ammirazione, lasciando che sia l'occhio buono, il sinistro, a passare tutto in rassegna. I capelli corvini sventolano leggermente per via della brezza. Una brezza che lambisce anche i pensieri e li intorpidisce, cullati da una poesia che solo i meandri della mente dell'uomo sanno raccontare. Ecco perchè non si pone il problema... chi mai si fa domande sui sogni senza prima realizzare di averli vissuti? Ebbene... questo viaggio è appena iniziato. Tenjiro non ha armi con se, come al solito. Non ha tonici e non ha kit medici. Si muove semplicemente armato della propria buonafede: un'arma che ha scoperto essere più forte e più affilata di qualsiasi altra. <Mattakù...> borbotta, dopo un leggero sospiro. Felice, ma allo stesso tempo turbato. E' la condanna che tocca a chi cerca per tanto tempo qualcosa, in questo caso la pace, e una volta trovata... non si sa più che fare o che dire. Il suo occhio non riesce a mettere a fuoco l'orizzonte e quei pinnacoli. Qualcosa gli impedisce di vedere oltre... e in quel frangente la possibilità di utilizzare la propria arte peculiare non è neanche lontanamente preso in considerazione. No... è il semplice istinto a dettare le regole e l'istinto più antico e primordiale che l'uomo può mostrare nei confronti di qualcosa che stuzzica il suo interesse è semplicemente avvicinarsi. Per vedere. Per capire. Per toccare. Per questo continua quella lenta, inesorabile e silente ascesa lungo quel sentiero lievemente pendente. Cosa sta succedendo?[Chakra 60/60][Chakra OFF]

Calma e tranquillità la fanno da padrone anche in Tenjiro a quanto pare, non solo in quel luogo così distinto e così confuso al tempo stesso. Il passo però si deve arrestare quando davanti a lui un’ombra gigantesca si staglia andando a piegare sotto al suo imponente peso gli steli d’erba, schiacciandoli senza alcuna pietà, eppure non è proprio quella la natura? I giardini così perfettamente coltivati nascono con lo scopo non solo di solleticare la vista ma anche il tatto di coloro che hanno l’onore di camminare e calpestare quell’erba. Una seconda ombra, distante qualche metro appare ora, più verso sinistra rispetto alla prima ed è solo alzando il volto che si potrà scorgere il resto di quella sagoma in contro luce. Inizialmente apparirà come un essere gigantesco e deforme, un volto non umano che termina con una specie di punta a T. Solo avvicinandosi e permettendo quindi al sole di nascondere meno le altrui sembianze allora si inizierà davvero a capire cosa si ha davanti. Una grossa rana dalla pelle rossa è ciò che ostruisce il cammino, le zampe posteriori sono poggiate al terreno, ripiegate tanto da non riuscire a nascondere le rughe di una pelle fin troppo secca, segno degli anni passati sotto a quella luce così amorevole e così onnipresente. Il tempo passa lento per certe creature e non è facile comprendere quindi l’età di quell’essere ma certo non appare come un giovane sbarbatello. Poggiato a terra c’è anche la parte finale del suo addome, lì dove un comune uomo avrebbe il sedere. La pancia è beige, immensa, tanto da poter venir inizialmente scambiata per un tamburo teso, su di essa poggia, nella parte più sporgente, una grossissima tazza in ceramica sempre di un rosso bordeaux a richiamare la pustolosa ma non puzzolente pelle di quelle creatura. Le zampe anteriori reggono un paio di enormi bacchette ed un cucchiaio in legno e mentre proprio quest’ultimo viene sollevato un odore di brodo di pesce raggiunge il naso di Tenjiro, a prescindere dai gusti culinari quel ramen sembra essere davvero gustoso e cucinato da mani estremamente sapienti. La creatura, grande almeno sei volte il nostro Hyuga, sembra inconsapevole del non essere solo e guarda con i suoi sottili occhi neri solo quel brodo che ora vien portato verso le fauci. Spalanca la bocca raggrinzita per poi versarsi all’interno quella mestolata e allunga le labbra con aria soddisfatta. Mangia con gusto e sorride con gioia al mondo per quanto l’ombra della malinconia sembri non abbandonare mai le iridi scure. In cima al capo regge quella che è un tocco nero delle giuste dimensioni per la sua testa, ai quattro lati quattro piccoli pendenti di stoffa arancione cadono. Non sembra accorgersi del visitatore di quella giornata ora che anche le bacchette vengono immerse nel cibo alla ricerca degli spaghetti udon che solo successivamente verranno estratti e portati alla sua bocca, il comune risucchio si fa udire sovrastando qualsiasi altro rumore nel luogo dal punto di vista di quel piccolo essere umano [no tempo][ambient chiuso]

22:07 Tenjiro:
 Scruta e avanza, nella speranza di mettere a fuoco quella figura che, da lontano poteva sembrare l'ombra di un macigno. La luce è così accecante che è costretto ad avvicinarsi e trovarsi sotto la sua ombra, per capire effettivamente di cosa si tratti. L'occhio sinistro dalle sfaccettature perlacee prende in esame i nuovi dettagli e una volta messi insieme i tasselli di un puzzle poi non troppo complicato, le sue palpebre si spalancano definitivamente. <!!> Quasi non crede al suo occhio. Quella creatura dall'età anagrafica inquantificabile è ciò che da tempo si era prefissato di trovare. Quella consapevolezza improvvisamente lascia spazio ad un nuovo fiume di sensazioni ed emozioni. E' troppo vicino a lui. Gli ha mancato di rispetto. Non si è palesato, ne presentato... quindi potrebbe non essere il migliore degli inizi. Tanto vale provare a rimettere in ordine le cose partendo dalle più basilari. Il baricentro di Tenjiro verrebbe abbassato, quindi, nel tentativo di portare il ginocchio sinistro al suolo e inchinarsi a quella colossale creatura. China il capo, quindi, e mentre i lunghi capelli neri scivolano verso avanti da sopra la spalla, le sue labbra si schiudono con il chiaro intento di rendere nota la propria presenza. <Yare, yare... temo di essere arrivato in un momento poco opportuno...> Educato e riverente, aspetterà che l'altro decida di agire e reagire agli input adesso datigli. <Quel ramen sembra oltremodo delizioso...> Non può fare a meno di commentare la cosa, mentre le sue ghiandole salivari konohane, geneticamente predisposte a riconoscere il ramen anche a chilometri di distanza(?), umettano l'interno della sua bocca in modo quasi indecente. Quell'odore di pesce non gli è sfuggito per niente. I suoi sensi sembrano essere tutti più che affinati... persino quello che dovrebbe essere menomato per definizione. Invece non sfuggono al buon Tenjiro quei dettagli visivi che solo un acuto osservatore solitamente nota. Si sofferma sulla fisionomia della bestia e sui suoi movimenti. Sugli oggetti che impugna e sul suo vestiario. Infine, non per ultimo, non ha mancato di scrutare in quegli occhi, tanto grandi quanto espressivi. Prima di esporsi o di chiacchierare oltre, sarà bene accertarsi che la reazione dell'altro non sia inaspettata ed esagerata. I Rospi sono noti come creature sagge... ma anche la creatura più saggia potrebbe prenderla male se qualcuno entrasse in casa sua senza permesso.[Chakra 60/60][Chakra OFF]

Sembra non notare l’inchino o le parole di Tenjiro, quell’immenso rospo non s’accorge dalla presenza di nessuno e anzi continua a mangiare tranquillamente, portandosi ora un cucchiaio di saporito brodo tra le fauci. Il tempo scorre lentamente, sospeso in quel pranzo pacato. Nulla pare turbare quella figura che pure in un istante s’immobilizza, il cucchiaio poco distante dalle labbra raggrinzite, solo la ciotola si muove, ondeggia pericolosamente sulla sua pancia in reazione a quell’improvviso immobilizzarsi dei muscoli e persino della pelle della gigantesca rana. Quel momento pare dilatarsi per un periodo di tempo indefinito ma sicuramente troppo lungo e pesante mentre gli occhi si velano di un sottile strato biancastro, facendosi semplicemente assenti. Un rumore poi roco e profondo nasce all’interno dio quella maestosa gola. Un suono sembra lottare contro l’immobilità stessa per venire a galla e mentre qualche goccia calda di buon brodo cade strafottente minacciando Tenjiro la voce della creatura riempie le orecchie del buon medico <Lentamente il tempo è passato senza un fidato alleato> lo sguardo del rospo è lontano, assente e fisso davanti a lui. La voce profonda scuote persino i fili d’erba intorno a loro che smettono di danzare al ritmo della tiepida brezza iniziando a seguire quella delle sue corde vocali <è finalmente giunto il momento, per le perle di Gama, di porre fine al tormento> continua ancora, recitando quella che potrebbe anche suonare come una filastrocca per bambini <dopo che al monte torneranno l’evocatore, alle oscure zampe, farà danno> eppure l’assenza di chi parla basta da sola a rendere quelle strani frasi in rima importanti, più di un semplice ritornello. Le sue sono parole che hanno il gusto del fato e del destino <Sconfitto il nemico il momento sarà critico> quelle parole escono come un flusso indistinto da quella gola, ben udibili seppur le labbra permangano immobili senza modulare le parole <se non tentennerà allora il nostro supporto otterrà>. Con quest’ultima frase il normale scorrere del tempo torna a stabilirsi, il rospo sbatte le palpebre e si schiarisce la voce, grattandosi la gola prima di scuotere il capo e tornare ad osservare la ciotola di ramen sulla sua pancia alla quale decida ogni attenzione, come se non si fosse reso conto di nulla, dimentico di ciò che ha appena detto. Nuovamente il cucchiaio vien portato a prendere del brodo che torna nel suo corpo a dare sollievo a quelle corde vocali stremate dallo sforzo inaudito ed inspiegato[no tempo][ambient chiuso]

22:47 Tenjiro:
 Il tentativo di interazione non pare andare a buon fine. Il rospo gigante non gli risponde, anzi... non nota neanche la sua presenza. Solo dopo qualche istante, una volta smesso di trangugiare il cibo degli dei, sembra dare qualche lieve segno di reazione. Una reazione che, tuttavia, Tenjiro non avrebbe mai potuto aspettarsi. La sua percezione del tempo rallenta e uno strano disagio lo pervade. E' costretto, quindi, ad alzare il capo e squadrare il suo fulcro di interesse, che improvvisamente si fa immobile sorgente di una potente e riecheggiante voce. <!!> Incredulo abbandona la posa chinata, cercando di rimettersi in piedi per scrutare meglio il proprio interlocutore. Le parole sembrano nascere proprio da lui, ma quelle rugose labbra non si muovono. I suoi occhi son velati e assenti e quel tono quasi gutturale pare come se potesse squarciare lo spazio e il tempo, per passarci attraverso. <Cosa...> non termina la frase, probabilmente perchè in questo momento non riesce a formulare pensieri concreti. Troppe domande. Troppe incognite. Quelle frasi sembrano essere connesse, ma comprensibili solo per chi è destinato ad ascoltarle. <Cosa vorrebbe dire?> finalmente trova la forza di abbozzare una domanda. Il tono di Tenjiro è diverso dal solito. La pacatezza e la sicurezza che tipicamente lo contraddistinguono hanno lasciato il posto al dubbio e all'esitazione. Il fatto che la creatura non lo stia calcolando, inoltre, enfatizza ancor più quell'insicurezza. <Nemico? Quale nemico?> Chiederebbe anche che cosa sono le oscure zampe, o di che monte stia parlando, ma... <...> il rospone termina il proprio momento di trascendenza e ritorna sereno a mangiare il proprio ramen. <Cosa sta succedendo...> per la prima volta non parla ad alta voce, ma con se stesso. Sembra come se in quella pace, fino ad ora goduta, si sia rotto qualcosa. Improvvisamente quel cervello inizia a lavorare come raziocinio impone. Inizia a farsi domande e a realizzare il contesto in cui si colloca. Dove si trova? Perchè non è a casa? <...> I suoi occhi vagano ora alla ricerca di nuove risposte. Una ricerca affannosa e, paradossalmente, poco lucida nella speranza di trovare al più presto le risposte ai quesiti più basilari. Ecco, quindi, che tutto viene messo nuovamente in discussione: l'erba, la luce, la calma, i funghi, le nuvolette e la sabbia. Tutto. E' tutto ancora lì o se lo è sognato? Non cerca neanche di usare il Byakugan. Certe volte la Realtà va scrutata con gli occhi di un comune essere umano.[Chakra 60/60][Chakra OFF]

Come un effetto di dissolvenza le immagini davanti agli occhi di Tenjiro sbiadiscono man mano lasciando che una potente luce riempia il vuoto lasciandolo fluttuante nel bianco più puro. Ma prima che tutto svanisca potrà finalmente mettere a fuoco quei tetti simili a punte di cornetti ripieni e rendersi finalmente conto che proprio davanti a lui un imponente monte sta svanendo. Ora che è nel bianco più puro, per quanto non sembri poggiare i propri piedi su nessuna superficie solida non sperimenterà la sensazione d’essere nel vuoto, il suo senso dell’equilibrio e persino del tatto continueranno a suggerire d’essere piantato a terra, in piedi e fermo. In questo frangente mentre le parole udite poco tempo fa inizieranno a tormentarlo ripetendosi lente, sovrapponendosi e dando il via a quello che sembra un loop senza fine due immagini appariranno per qualche secondo, l’una dopo l’altra. La prima è una collana, non è facile stabilire le dimensioni non avendo alcun metro di paragone ma è sicuramente composta da una grossa perla centrare recante un kanji specifico che sarà in grado di riconoscere senza alcun problema, da ogni lato di quest’ultima poi ci saranno altre tre sfere in odine decrescente andando a formare una composizione perfettamente equilibrate e simmetrica. Quella collana è di colore violaceo, un lilla macchiato dal latte pallido che riduce l’impatto visivo di questo colore. Mentre l’immagine permane davanti allo sguardo dello Hyuga sentirà, in lieve sovrasto rispetto alle altre parole, rincorrersi un pezzo di quel misterioso enigma “per le perle di Gama” e così sarà fintanto che quella prima immagine non svanirà pian piano proprio come il mondo e l’ambiente intorno a lui. Quando il bianco torna a dominare il mondo il silenzio diventa padrone. Non è possibile comprendere quanto tempo passi prima che pian piano una figura nera si faccia spazio, un’immagine fissa che come per la collana di prima ora si mostra. Un ragno stilizzato con le otto zampe tipico ora si mostra in tutta la sua arrogante semplicità. In quell’istante, mentre il simbolo permane la filastrocca torna a farsi sentire, parole che si rincorrono, si sovrastano creando una cacofonia da cui sarà possibile discernere “alle oscure zampe nemico”. Sospeso nel tempo quell’informazione resta prima di svanire e tornare al bianco silenzio. Infine un trillo assordante inizia a manifestarsi alle orecchie di Tenjiro un trillo che pian piano porterà al suo stesso risveglio che gli permetterà di tornare al mondo e rendersi conto d’essere nella stanzetta riservata ai medici reperibili la notte. La vita torna a chiamarlo ma quel sogno non svanisce dalla sua mente, tutto resterà fissato nella sua memoria, non dimenticherà ed un dubbio potrà insinuarsi in lui: che fosse proprio lui il destinatario di quella profezia?[no tempo][ambient chiuso][collana: https://imgur.com/La6KKTY][simbolo: https://www.pinterest.it/pin/24769866692258957/ ][end]

23:24 Tenjiro:
 Quel mondo inizia a dissolversi nel bianco. Tutto scompare, assieme alle poche certezze che Tenjiro era riuscito a mettere insieme. Riuscirà a carpire solo gli ultimi pochi dettagli, come la forma inusuale di quei tetti, la forma della collana o di un aracnide nero. Dettagli che continueranno a turbinare nella sua mente alla ricerca di un senso o di qualcosa che li colleghi. Involontariamente le sue labbra si muovono in simbiosi con i pensieri, ripercorrendo con il labiale ogni singola parola di quella profezia, lettera per lettera. Si narra di un fidato compagno, di un monte e di un nemico. Si narra di una prova di coraggio e di fermezza, oltre che di un aiuto dato a chi sarà ritenuto degno. Eppure quelle parole, tanto forti da riecheggiare tra tempo e spazio, ora divengono tristemente lontane. La realtà richiama a se ciò che legittimamente gli appartiene. Quell'assaggio di pace e serenità diviene oltremodo crudele nel momento in cui le sue palpebre si riaprono pigramente e gli mostrano la triste verità. <...> Non ci sono fiori ne rospi. Non c'è erba e non ci sono nuvole. La realtà ospedaliera lo ha inghiottito completamente e i rumori di un ospedale che non dorme mai hanno ripreso a far da sottofondo a quel principio di nottata. <Mattaku...> borbotta stropicciandosi l'occhio. <Devo essere proprio stanco.> Forse cerca di giustificarsi con se stesso. Cerca di trovare una scusa alla scarsa plausibilità del sogno fatto. Eppure un semino è stato piantato nell'animo del buon Hyuga. <Se non tentennerà...> il nostro supporto otterrà. Eh si... quelle parole non andranno via facilmente dalla sua testa... e paradossalmente lui adesso sta tentennando. Realizzando di star commettendo il primo importantissimo errore, si lascerà scappare un sorrisino malinconico, a cui tuttavia seguirà una nuova ondata di forza e convinzione. <Pare che la nottata sarà lunga!> Si fa forza, quindi, e facendo leva con entrambe le mani sulla seduta che fino ad ora lo ha ospitato, eccolo rimettersi in piedi ed ergersi in tutta la sua fierezza. <Sarà meglio mettersi all'opera.> Sia come medico, sia come studioso. Ci saranno delle ricerche da fare e dei dubbi da fugare. Ora però... sarà meglio dedicarsi ai malati! In men che non si dica, infatti, le corsie lo inghiottiranno e lo risputeranno quando ormai sarà l'alba e il suo turno sarà terminato.[End]

Tenjiro sogna e qui incontra un rospo ed ode una profezia.
"Lentamente il tempo è passato senza un fidato alleato.
E' finalmente giunto il momento, per le perle di Gama, di porre fine al tormento.
Dopo che al monte torneranno, l'evocatore alle oscure zampe farà danno.
Sconfitto il nemico il momento sarà critico.
Se non tentennerà allora il nostro supporto otterrà."


Noi exp in quanto ambient singolo, inizio trama di Tenjiro per le evo: BUONA FORTUNA


(Mi sei piaciuto, ti sei mosso bene anche se avevi poco con cui interagire per necessità di ambient)