Cure ad Atsushi
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Giocata di Corporazione
Giocata del 03/02/2023 dalle 17:53 alle 21:25 nella chat "Ospedale [Kusa]"
[Ospedale] E' passato diverso tempo da quando ha riportato quella ferita sulla spalla, pensando che non fosse veramente qualcosa di serio, l'ha trascurata. Certo una persona responsabile e seria non si sarebbe perduto in altre cose ma sarebbe andato direttamente alla ricerca di qualcuno in grado di usare la propria sapienza per consigliarlo in modo adeguato e, semplicemente, curato. Invece, ora, la situazione è andata sempre più peggiorando e ciò che pareva essere una semplice abrasione sulla pelle è divenuta sempre più scura e via via più dolorosa. Non solo il corpo ma anche la mente ha iniziato a subire gli effetti della ferita tanto da sentirsi sempre più stanco con il passare dei gironi. Ormai, quando l'ora poteva essere prossima alla fine, ha deciso di recarsi in qualche struttura. Non ha scelto un posto preciso, semplicemente il primo che poteva comparire alla sua vista dopo aver girovagato senza una meta per diversi giorni. Il corpo avvolto da un semplice vestito di colore nero, privo di qualsivoglia simbolo che lo possa identificare in qualche modo. Si sarebbe diretto all'interno di quel posto, con la voglia di chi sta andando ad un funerale. Le iridi scure si spostano per quell'area che pare l'ingresso. Il movimento delle persone e il vociare di indicazioni sicuramente lo disturba più del dovuto. Quel chiasso sembra proprio raggiungere la sua testa tanto da rendere quasi difficile restare lucido. Non che normalmente possa godere di uno stato mentale così fermo e solido. < Che Male!.> Sospira, mentre un ghigno quasi divertito prende forma sul volto pallido, circondato da ricci neri che piovono sulla fronte. Una reazione quasi opposta come se non avesse collegato il modo appropriato di reagire al dolore se non con un ridere fuori dal tempo. < Non è per niente divertente.> Sospira, infine, riportandosi composto verso una zona di ricevimento. La sua espressione decade in un broncio di bambino come se non avesse altre possibilità che seguire quelle regole che non dipendono certo dalla volontà. [Ospedale - Stanza di PS] Ora che Kurona è stata dimessa ed è andata a casa con mamma e papà lei è tornata a lavorare su ogni presidio e zona dell'ospedale, in particolare in questo periodo le tocca il pronto soccorso. E' proprio lì che si trova quest'oggi, a Kusa e quando si trova in questa zona preferisce vestire abiti solo ospedalieri. Infatti indossa la classica divisa di colore verde acceso, pantaloni, scarpine e giacchino, coperto da un camice bianco lungo, nel cui taschino ci sono matite, penne, evidenziatori e forbici. Appeso allo stesso c'è poi il distintivo con sopra scritto il suo nome: 'Shizuka Kokketsu'. Al collo indossa la collana con il pendente blu a farfalla, i capelli rossi sono raccolti in una coda alta che poi è stata acconciata in una treccia, uno dei fermagli che ricordano le ali di quel lepidottero sono una sulla cima e una sul fondo appunto dell'intreccio. Le orecchie sono esposte in questo modo, mettendo in risalto i quattro orecchini sui lobi e l'anellino in cima al padiglione auricolare sinistro. Il ragazzo che si è ritrovato a vagare per caso all'interno del pronto soccorso verrà accolto da un'infermiera e ridiretto nella stanza più appropriata dove al momento non c'è alcun medico. A quanto pare le è stato assegnato l'ennesimo ustionato, che dovrebbe trovarsi in una stanza adibita a tale cura, infatti oltre ai carrelli vari di emergenza c'è anche un lavandino e una bacinella già piena d'acqua dove delle bende sono state immerse. Vi entrerebbe senza troppi preamboli, mostrandosi in tutta la sua misera altezza di un metro e cinquantacinque con un enorme sorriso caldo sul volto: << Buonasera, Shizuka Kokketsu, sarò il suo medico. >> Quegli occhi blu contornati appena di nero a causa del make-up si poggerebbero sull'altrui figura, studiandola da lontano, ma essendo coperto dalla maglia non riesce a identificarne il problema rapidamente. << Dove ha dolore? >> Gli da del lei come sempre, come chiunque lei non conosca oppure abbia chiesto di essere trattato diversamente. [Chakra ON] [Ospedale] Sembra che debba passare del tempo prima che qualcuno compaia per prendersi cura di lui. Si vede che lo vogliono vedere più morto che vivo, ma questo è solo uno suo pensiero non troppo coerente con la realtà che vive, d'altronde non è nuovo a lasciarsi trasportare verso un mondo quasi tutto personale. Le sue iridi cercano nello spazio quella figura che si presenta con un nome ed un tono pacato. Peccato stia guardando troppo in alto, più che verso il cielo, dovrebbe ricercare verso la terra. < EH.> Espressione stranita che non viene trattenuta. La somiglianza ad una giovane ragazzina più che ad un dottore di navigata fama ed esperienza lo lascia perplesso. Veramente lo hanno messo nelle mani di una bambina? < Giochi a fare il dottore?> Domanda, quasi serio, visto che a prima vista si direbbe proprio un Cosplay ben riuscito, lasciandosi sfuggire quasi una divertita risata, prima di ricordarsi che la ferita lo sta facendo veramente sentire male. < Essere ucciso da una bambina o da una ferita, questo è il dilemma.> S'interroga in modo teatrale lasciando quasi riverberare in quel corpo le sue parole con gesti che accentuano la sua peculiare visione del mondo. La mano che s'alza quasi ricercando in un cielo coperto di cemento quella soluzione al dilemma. Ricadendo poi sulla terra ancora una volta quando il male giunge in modo pungente. < La spalla.> Risponde, mentre con un semplice gesto scosta quel suo lungo vestito nero che ne avvolge il corpo gracile per lasciare sporgere la sua spalla. Segno che può essere visibilmente osservato anche da una distanza di sicurezza dal moro. Certo l'aspetto assume sempre più i connotati di qualcosa poco rassicurante, forse tardivo il suo muoversi verso quell'ospedale. Lascia che la "dottoressa" possa agire come meglio crede, potrebbe semplicemente pregare ma non è credente. Il cruccio sul volto accompagna ogni gesto di toccare appena quella carne sana che viene mangiucchiata via dalla ferita, giorno dopo giorno. [Ospedale - Stanza di PS] Il primo suono che esce dalla bocca del paziente è di stupore, forse non ha ben compreso che di solito in ospedale non si divertono a fare degli scherzi. Eppure per quanto le dia fastidio il fatto che sia stata presa sotto gamba non reagisce malissimo alla successiva domanda: << Se giocassi non sarei qui a curare le sue ferite non trova? >> Domanda retorica, con un velo di ironia, avvicinandosi all'altro che verrebbe poi invitato a sedersi su di un lettino posto al centro della stanza. << Beh potrebbe evitare entrambe le cose no? Anche se confido che una bambina non riuscirebbe a toglierle la vita, mi sembra un ragazzo abbastanza grande no? >> Andrebbe a mostrare quella spalla infine, portando alla luce una ferita che sembra vecchia, lasciata macerare per troppo tempo con conseguente infezione in corso. Gli occhi blu si fissano su di essa, un paio di guanti vengono recuperati per poi essere infilati. << Tolga la maglietta per cortesia. >> Fa delle richieste, in modo che possa operare nel migliore dei modi prima di eventualmente avvicinarsi e iniziare a tastare un poco il tessuto circostante il foro con circospezione e delicatezza. << Mhm... >> Mugugna fra sè e sè, mentre cerca di capire l'entità del danno e cosa lo abbia generato. << Sembra una bruciatura, come mai non è venuto subito a farsi visitare? Quanto tempo fa è avvenuto? >> Domande di rito per circoscrivere quanto meno l'accaduto. << Signor? >> Domanda, giusto per avere un modo per riferirsi a lui se non con 'Hey tu' Sembra che dovrà ripulire il tutto e che dovrà anche tagliuzzare un poco per far spurgare il tutto. << Se è d'accordo le vorrei somministrare un antidolorifico, dovrò per forza pulire la ferita e non sarà piacevole. >> Insomma è sempre il paziente a dover acconsentire alle procedure, se vuole perdere il braccio può anche farlo. [Chakra ON] [Ospedale] La situazione è abbastanza surreale dal suo punto di vista, ma quasi inizia a divertirsi di aver incontrato una figura come quella a rompere la possibile noia che avrebbe dovuto sopportare nel vedersi arrivare qualche vecchio volpone dalla barba bianca e dalla calligrafia illeggibile. Invece, questa, sembra aver dei modi un po' particolari, fin troppo educati per poter essere presi sul serio dall'Ishiba. La scruta iniziando a sorridere appena quasi mettendo in mostra quel suo immaginare spinto verso limiti non ben precisati. < Non saprei. Lei è il medico qui.> Asserisce in risposta. Forse anche una bambina potrebbe provocare qualche danno maneggiando gli strumenti in un certo modo. Si vede chiamare in molti e differenti modi, ma sicuramente non si potrebbe sentire mai dire da qualcuno che è un signore o qualcosa del genere. Chiaramente il suo modo di fare è molto distante dalla maturità che si può raggiungere anche alla sua età. < Signor Minamoto!> Risponde prima di togliersi quella maglietta che ne lascia il busto scoperto. Sicuramente è visibile il segno del deperimento di un fisco asciugato di tutto quello che non è necessario e forse anche di qualcosa di necessario. Non sembra essere preoccupato dal suo stato di salute non proprio al massimo, ma alla fine è quella la sua condizione da sempre. < Sembrava qualcosa di inutile.> Aggiunge, d'altronde non si può mai sapere cosa sia veramente grave fino a quando non si percepisce il pericolo della propria vita. < Faccia quello che ritiene giusto. Signora Kokketsu...> Quasi fatica a tenere le risate ferme e non lasciare che quel gioco venga subito interrotto, cercando di apparire il più serio possibile, almeno per qualche altro istante. Alla fine deve essere curato e nulla più. < Sopravviverò?> Domanda quasi mostrando le lacrime agli occhi da vero attore che mette in scena la propria personale recita. [Ospedale - Stanza di PS] Sembra un tipo strano, anche le risposte che da sembrano essere assurde, coglie l'ironia e la rimbalza, nonostante sia lì per farsi sistemare. Fa spallucce riguardo a quella prima affermazione e siccome non dà nozioni riguardo all'essere abbastanza grande non commenterà neppure su quello. Quanto meno il moro si presenta, sembra che faccia fatica a non scoppiare a ridere nonostante si spogli ed esegua le richieste dell'altra che toccacciando la ferita non sembra ottenere particolari smorfie di dolore, quindi potrebbe non essere grave quanto pensa. Ne osserva i contorni neri, qualcosa di imbarazzante che potrebbe essere stato risolto in maniera semplice ben prima. << Dato che non sembra molto dolorante eviteremo l'antidolorifico. >> Andrebbe a girarsi verso il carrello delle urgenze, per poi estrarne appunto un bisturi, pulito, in una busta che ne garantisce la sterilità. << Beh se avesse aspettato molto altro tempo avrebbe rischiato di perdere il braccio signor Minamoto. Ma penso che riusciremo a salvarlo. >> Gli rifila un occhiolino, nonostante il tono sia serio, quasi volesse scherzare con lui in maniera un poco più fine. Oltre al bisturi andrebbe a preparare un tavolinetto con garze e disinfettante sempre sterili, portando poi un appostio contenitore per il materialòe infetto a portata del ragazzo, che dovrebbe essersi seduto. << Mi raccomando stia fermo, non voglio rischiare di ferirla più di quanto non abbia fatto da solo. >> Insomma deve collaborare un minimo altrimenti non si porterebbe a casa nulla. Il bisturi verrebbe aperto, la lama estratta per poi far si che si avvicini a quella parte di ferita che pare infetta e ricca di pus. << Non mi ha detto cos'è successo.... >> Lo incalza, non è per farsi i fatti altrui ma per capire come meglio risolvere il problema attuale. [Chakra ON] [Ospedale] Quella scenetta appare veramente come una comica fatta da persone che non sono reali. Anche se il dolore Sarà vero e percepibile al passare della lama sulla pelle. La sensazione di essere fatto a fette non deve essere nemmeno così gradevole, arduo immaginare persino. Eppure quello è ciò che gli tocca al Signor. Minamoto. Lei continua a domandare, come a voler cacciare fuori informazioni, forse avrebbe evitato se non fosse quasi obbligato dal momento a dare risposte che hanno un senso. < Una situazione un po' strana. Edificio in fiamme. Gente che corre poi un tizio che lancia saette dalle mani...Sembrava quasi una storia di fantasia, invece!> Descrive quei momenti quasi con il garbo di un ragazzino che spiega alla madre cosa ha appena visto senza avere le parole necessarie per descrivere ciò. Proprio come potrebbe esserlo lui. Lo sguardo si rivolge verso il terreno, senza che possa veramente vedere cosa succede sul suo corpo magari come un meccanismo inconscio che preserva la propria mente dal sapere cosa sia interno al proprio corpo. < Sono proprio fortunato allora. Una ferita è meglio che un braccio perso, senza dubbio.> Sospira. Sarebbe cambiato qualcosa? Sicuramente l'ultimo che ha visto senza un braccio non è finito molto bene. Sarebbe meglio possedere entrambi gli arti in quel mondo. < E' divertente tagliuzzare le persone, eh?> Chiede, senza alzare lo sguardo, cercando quasi di comprendere se via sia qualche strana mania ad accompagnare un lavoro del genere. Sicuramente crede sia quello il vero motivo, più che l'indomabile passione di aiutare il prossimo, forse perché le storie melense non gli appartengono. Non avrebbe mosso alcun muscolo cercando di favorire l'operato dell'altra senza infastidirla e cercando di non farla sbagliare, prima che finisca per passare dalla spalla alla giugulare in un solo momento. [Ospedale - Stanza di PS] E' troppo concentrata su quel che ha da fare per curarsi dell'aspetto fisico magrolino dell'altro o del fatto che distolga lo sguardo dal suo operato con il bisturi. Incide la pelle, che effettivamente non dovrebbe essere ormai troppo sensibile dato lo stato di sofferenza costante. Da quel piccolo talgietto dovrebbe spurgare appunto un poco di pus che verrebbe ripulito con le garze imbevute di disinfettante. Procederebbe con il schiacciare la ferita per far uscire la maggior parte del liquido biancastro, fino ad ottenere quasi solo la fuoriuscita di sangue, che è rosso, come quello di qualsiasi essere vivente eccezion fatta per lei stessa e la sua stirpe. AScolta quella spiegazione, evidentemente ha avutop uno scontro con dei ninja e del fuoco in u nedificio. Lei che segue poco l'attualità non ha sentito nulla riguardo a quanto avvenuto. eppure sente stupore nel tono altrui: << Deve essere stato spaventoso. E' quasi un miracolo che lei ne sia uscito solo con una bruciatura sul braccio. >> Non vuole indagare sui motivi per cui lui si trovasse lì, non è di sua competenza, l'importante era capire cosa avesse causato il danno, così da sapere come arginarlo. In maniera seria ma ironica una volta finito di disinfettare e pulire quella ferita gli concede la sopravvivenza, cosa che viene commentata in maniera quasi seria ora. << Decisamente. Ci sono protesi tecnologiche di alto profilo ormai, ma sono costose e difficili da impiantare. Avere una cicatrice è meglio che possedere una di quelle. Quindi mi raccomando la prossima volta si faccia visitare subito! >> Gli sorride in maniera cortese, spontanea, un buonismo infinito che potrebbe sembrare quasi surreale agli occhi di uno come l'Ishiba che ne ha ricevuto poco dalla vita pare. Poggerebbe lo strumento di taglio, per poi avvicinarsi sempre con le mani guantate allaferita, cercherebbe di ridirigervi il Chakra, passando dagli arti superiori, braccia, avambracci, fino a giungere alle dita. Dagli tsubo ivi presenti proverebbe a far fuoriuscire il proprio Chakra medico in direzione della ferita altrui, così da stimolare le cellule del corpo dell'altro a rigenerarsi più in fretta, partendo dalle profondità poco raggiungibili ad occhio nudo. Sarebbe concentrata su quel gesto, lasciando che la domanda dell'altro le scivoli quasi addosso. Infatti attenderebbe qualche secondo in più per potersi occupare di dare una risposta sincera. << Non lo definirei divertente ma necessario. Non tutto può essere curato senza fare qualche taglio purtroppo. Non mi piace far sanguinare la gente, a meno che non se lo meriti signor Minamoto. >> Solo in fondo la frase si macchia di un tono ironico, coadiuvato da un occhiolino che viene rivolto proprio ad Atsushi. Lei non si preoccupa della prossimità e del contatto con l'altro, tanto che proseguirebbe il suo fare indisturbata. [Se Chakra 75 -> 15 per attivazione mani terapeutiche][Se PV Atsushi +16] [Ospedale] Procede senza intoppi quella cura o meglio quel ferire per curare. Sicuramente la sua pelle non sarà contenta di essere tagliuzzata per ritrovare un colore idoneo. Il tempo procede a ritmo lento dentro quella stanza dove si sente fin troppo rinchiuso. I ricordi del suo passato lo lasciano poco propenso a restare in luoghi chiusi troppo a lungo. Sospira di tanto in tanto, quasi facendo risalire il nervosismo con un ticchettio delle mani che vanno sulla gamba. < MH. Può essere. La prossima volta starò lontano dagli edifici in fiamme!> Sorride, muovendo appena il capo. Sarebbe veramente necessario precisare qualcosa del genere? Evidentemente no. < A me piace divertirmi. Questo posto invece..> Osserva attorno quasi evidenziato l'asetticità di quel posto che potrebbe sicuramente far passare qualsiasi fantasia. Meglio non spingersi troppo oltre con quelle lucubrazioni. < Dovrebbe pensare in modo creativo. A qualcuno piace lasciare il segno.> Certo non quel tipo di segno solitamente s'intende ma che scena sarebbe se fosse divenuta una novella jack lo squartatore con i bisturi d'ospedale? Chiaramente una fantasia più accesa e divertente da seguire per la sua mente. < Non le piacerebbe recitare un po'?> Chiede, gettando un'occhiata verso l'altra. Una domanda un po' stravagante ma trova semplicemente interessante puntare quel discorso su altro che non siano protesi meccaniche da impiantare a gente amputata. Se solo potesse indossare una maschera, sarebbe veramente la fine del mondo. < Conosco un posto, dove si può far finta di essere qualsiasi cosa.> Getta l'amo. [Ospedale - Stanza di PS] Le sfugge una risata mentre lui sembra stemperare la tensione con quelle affermazioni inutili e superflue, associate a un ticchettare delle dita sulla gamba. << Si penso sia il caso! A meno che non voglia fare il pompiere? >> Un sorrisino le si stampa sulla faccia, alla fine quel tipo sembra strambo ma divertente. Come poco dopo viene sottolineato dal soggetto stesso, il divertimento è qualcosa che gli appartiene, lamentandosi del posto in cui si trova. << Non è il posto più simpatico del mondo. Eppure in qualche modo di sorrisi qui dentro se ne vedono molti di più che in altri posti. >> Vero, forse dal punto di vista di qualcuno che l'ospedale lo vive da dentro, in maniera singolare e che ama il proprio lavoro. E' però l'idea di pensare in modo creativo che la coglie impreparata, facendole sfuggire una risata di gusto. << E' un tipo strano Signor Minamoto, in senso buono ovviamente! >> Si interrompe, mentre quelle manine continuano quel processo di guarigione che dovrebbe essere arrivato agli strati intermedi, facendo si che il tessuto superficiale sia ormai quasi del tutto riparato e molto meno violaceo. Si avvicinerebbe all'orecchio del ragazzo, sussurrandogli: << Le svelo un segreto! A me piace lasciare il segno, ma lo faccio con una macchina per tatuaggi! >> Tatuatrice nel tempo libero, quando non si occupa di ricucire i pazienti come sta facendo con il qui presente. Le manine andrebbero a staccarsi dall'Ishiba, così da interrompere le cure con il Chakra ma andando poi a recuperare ago e filo e un cerotto. << Non penso di essere portata! Gli amici dicono che tutto quel che penso me lo si legge in faccia! >> Sembra eternamente sorridente sta ragazzina alta poco o nulla, si avvicinerebbe per completare quel lavoro con ago e filo, con minuzia e applicandoci poi sopra un bel cerotto. << Ecco, forse le rimarrà una piccola cicatrice, mi raccomando non lo bagni! >> Si raccomanda ora che il lavoro dovrebbe essere terminato, quel che manca si rimarginerà in un paio di giorni al massimo. << Perchè dovrei fingere di essere qualcos'altro? Dove si trova questo posto? L'unica cosa che mi piacerebbe diventare è una farfalla! >> Non si era per nulla notato dall'outfit della dottoressa. [Se Chakra 73/90 -> 2 per mantenimento mani terapeutiche superiori][Se PV Atsushi +16] [Ospedale] Sembra che il peggio sia passato e anche il dolore dal corpo sembra in qualche modo affievolito con le cure ricevute. Servirà sicuramente qualche giorno prima che scompaia qualsiasi sensazione che non gli faccia ricordare di aver subito un danno in quel punto del corpo. Il corpo ritrova una posizione più naturale mentre ritrova un movimento dello stesso che per lunghi tratti era rimasto immobilizzato secondo i dettami ricevuti. Sicuramente l'Ospedale nasconde altre cose che come i suoi non possono cogliere, ma l'ambiente dove le persone giungono per essere ricucite o passare a miglior vita non pare incuriosirlo veramente, non più della necessaria permanenza. < Non mi chiamo Minamoto.> Asserisce ricordandosi di essere un'altra persona ben diversa da quella che ha presentato in quella stanza con un nome palesemente non consono. Le iridi lasciano il suo corpo per rivolgersi per un breve momento verso la Doc. < Atsu.> Usa un diminutivo che racchiude un legame preciso con sé ma distaccato con il suo passato. Quelle parole scivolano via in modo serio e fermo prima che divenga spezzato il volto da un sorriso strano che quasi richiama la sua totale mancanza di continuità. < Tutti possono indossare una maschera.> Aggiunge, è un talento che spinge dal profondo. Nessuno sfugge ogni tanto alla necessità di cambiare aspetto, cambiare tono, cambiare nome. E' stato qualcuno che già è morto, ma per quale ragione? Semplicemente il puro gioco che non si lega agli schemi ordinari. Libero di porsi secondo il proprio desiderare. < Magari un giorno te lo faccio vedere.> Fa spallucce, quasi a non voler rivelare i suoi intimi segreti dove quella realtà prende una forma propria. < Sembra che le sappia fare bene il suo lavoro.> Conclude, dopo aver dubitato, può constatare come quel risultato sia effettivamente buono e che non sembra dargli una gran noi. La maglia torna a coprire quel corpo lasciato precedentemente scoperto, ed ora può finalmente tornare verso altri mondi proprio dove le maschere incontrano la realtà e prendono forme nuove, divertenti e altre volte tremendamente orribili. (Fine) [Ospedale - Stanza di PS -> (?)] Lo guarda stranita, un poco confusa dal fatto che non gli abbia dato il suo vero nome, come se poi non lo avesse scoperto da sola andando a guardare i registri ospedalieri. << Signor Atsu quindi. >> A lei non cambia molto il come chiamarlo, è una decisione altrui se presentarsi epr chi è oppure indossare una maschera con la rossa, che al momento lo classifica come uno dei parecchi volti che incontra nella sua esistenza, in maniera passiva, una macchietta che potrebbe diventare colore sulla tela della vita o restare un punticino innoquo. Sminuisce il fatto dell'attrice, rendendo evidente che non sia portata, quando in realtà lei una maschera l'ha già portata, in tutti i sensi, prendendo le fattezze e i colori della parte più oscura di sè, quella rabbiosa. Eppure in qualche modo quel posto in cui poter essere liberi non viene rivelato, ma taciuto, così che sia costretta a reincontrarlo per andarci. << D'accordo, magari quando non sarò in servizio! >> Gli rifila un occhiolino, sottolineando come in quel caso non potrebbe abbandonare il posto per inseguire una realtà fantastica. In tutto ciò l'Ishiba semrba soddisfatto del suo operato, constatando che ella sia capace di sistemare la gente: << Beh allora ha vinto il medico e non la bambina che uccide la gente! >> Chiaro riferimento a quanto detto a inizio incontro, non lo bloccherebbe nel suo moto di rivestirsi, sperando che abbia inteso di non bagnare la ferita, anche se si è assicurata di mettere un cerotto resistente all'acqua. << Buona serata, si riguardi! >> E' sempre così, chiunque le da del tu, mentre lei si ostina a mantenere distanza. Il primo paziente è andato, ma la notte è lunga, prossima stanza prossimo problema! Si allontanerebbe da quell'ambulatorio, ma in direzione diametralmente opposta all'uomo di carta e alla sua libertà ritrovata. [Chakra 73/90][//END]