Giocata del 30/01/2023 dalle 18:08 alle 23:57 nella chat "Torre del Consiglio"
È appena tramontato il sole sul villaggio delle ombre, le strade del centro iniziano a riempirsi di lavoratori che hanno appena staccato da lavoro e si dirigono nelle direzioni più disparate; chi torna a casa dalla famiglia, chi invece decide di fare serata con gli amici in questo pub o nell'altro e chi semplicemente si affretta negli ultimi acquisti prima della cena. L'occhio del fato oggi però posa il suo sguardo su una singola persona, un ragazzino di Oto, appena diplomato all'accademia ninja e con nessuna conoscenza delle sue radici se non quello che gli è stato raccontato da terzi. Una lettera è stata recapitata a casa del ragazzo stamattina presto, un involucro nero con un sigillo in ceralacca rosso con il simbolo del governo centrale; sulla lettera poche parole. "Sei stato convocato per questa sera alla torre del consiglio di Kagegakure dopo il tramonto. Piano interrato -2 vieni da solo." Nessuna firma, nulla di nulla. La lettera però ha tutta l'aria di essere un documento ufficiale e non c'è possibilità alcuna che sia un falso. La torre del consiglio si presenta alta e maestosa come al solito, tutto ciò che c'è di buono nel villaggio delle ombre lo si deve a chi quotidianamente lavora in quel luogo e protegge i suoi cittadini dalle minacce del mondo esterno. Una volta entrato all'interno Vika potrà vedere un grosso androne con la reception. Una donna dai capelli chiari di mezza età è lì per smistare gli ingressi e direzionarli al giusto piano e al giusto ufficio. È indubbiamente un civile ma indossa un'uniforme che la contraddistingue da tutti gli altri e fa capire che lavora lì; come se il fatto che fosse dietro la reception non bastasse. Osserva con aria attenta tutti quelli che entrano e che escono; telecamere di sicurezza sono piazzate su tutte le pareti in modo da scongiurare la possibilità che qualche malintenzionato possa anche solo pensare di fare qualcosa di sbagliato in quel luogo. La stanza è decorata finemente ma in modo sobrio, c'è qualche divanetto dove le persone attendono il proprio turno e qualche pianta ornamentale. Fortunatamente per il nostro genin però, l'ora di punta sembra essere passata da un po' e il genin sembra essere l'unico in quella stanza eccezion fatta per quella donna.[Quest chiusa][Ingresso Clan][Per info e domande contattami pure su discord]
Vanno accendendosi le prime luci del crepuscolo in quel del Kagegakure. I tiepidi colori del giorno, seppur ovattati dal grigiore di qualche nube, lasciano il posto a tonalità più torbide e fredde, mentre la temperatura va calando a picco assestandosi su punte minime di freddo da inverno del nord. La gente rincasa dal lavoro, non vi è più il via vai dell'ora di punta e le finestre delle abitazioni vanno man mano accendendosi così come anche le stelle nella volta celeste. Nel silenzio che inizia a regnare sovrano sul villaggio, un'anima solitaria dalla sagoma snella e slanciata avanza per le strade mimetizzandosi nei punti di penombra tra un lampione e l'altro grazie al suo vestiario scuro. Il consueto giubbottino di color nero è abbinato ad un comodo pantalone-tuta da allenamento della stessa tonalità. Alle caviglie una fasciatura tiene unito quest'ultimo senza soluzione di continuità ai calzari, mentre le mani le mani dimorano protette all'interno di un paio di guanti ninja grigio scuri. Ben saldi sia il portaoggetti in vita contenente una dose di tonico chakra che il coprifronte recante l'effige mitica di Otogakure al bicipite destro. A far da contrasto con l'outfit total black vi è il pallore del viso del giovane genin, su cui staziona la folta frangia grigia che ad ogni movimento va ad esser d'intralcio dinanzi agli occhi celando ai passanti le iridi nero pece. Il passo è spedito, la direzione è ben chiara nella mente del ragazzo e non ci vuole molto affinchè si palesi dinanzi a lui in tutta la sua maestosità. La Torre del Consiglio. Una strana missiva è stata fatta pervenire in mattinata al genin, nessuna indicazione e nessuna firma se non la solennità del documento stesso che lascerebbe presagire ad un primo esame una nuova missione all'orizzonte da affidargli. Chissà, a breve lo scoprirà. Una volta giunto a destinazione dinanzi l'edificio non esiterebbe a fare il suo ingresso, palesando la propria figura all'interno dell'androne mentre gli occhi curiosi vanno scrutando quel luogo aulico ed imponente, fino a scorgere dietro la reception una donna. < Buonasera! > va esordendo schiarendo la voce non appena il passo lo porterebbe a colmare la distanza che lo separa dalla hostess ivi ubicata, non sa cosa lo aspetta, men che meno cosa gli abbia riservato quella sera il destino. L'atteggiamento è quello consueto di non chalance di chi sta per intraprendere l'ennesima missione di livello D, o se proprio gli dice fortuna, di livello C. < Sono stato convocato per quest'oggi, mi chiamo Vika Tomori. > andrebbe a presentarsi portando la mancina a tirar giù la zip del giubbino mentre la mano destra andrebbe ad estrarre dalla tasca interna il plico con la lettera di convocazione ricevuta per porgerlo alla donna. < Dovrei raggiungere il piano interrato - 2, saprebbe indicarmi la via? > concluderebbe con un sorriso, attendendo indicazioni dalla donna. [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]La donna osserva quel genin così tranquillo nel suo dire e senza dire una parola prende il plico dalle mani dell'argenteo leggendone attentamente il contenuto sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso. Riconsegna infine la lettera al ragazzo e digita qualcosa sul computer sul banco. Alle sue spalle sulla destra si apre in automatico un ascensore, solo in quel momento la donna parla. <Entra nell'ascensore e segui le istruzioni dall'interfono> gli dice semplicemente senza aspettarsi da lui una risposta che sia diversa da un grazie e da un cenno di commiato. Una volta che il ragazzo sarà entrato in ascensore il genin potrà notare che non ci sono bottoni da premere ne altro, solo uno specchio, lucidissimo sulle pareti tutte intorno che prosegue anche al delle porte che si chiuderanno in automatico una volta che il genin vi sarà entrato. La situazione potrà sembrargli abbastanza strana e asettica con quattro immagini di sé stesso che lo fissano ovunque lui si muova. Non una musica, né altro, solo il leggero ronzio delle luci al neon dello stesso, un chiarore freddo come il ghiaccio sembra quasi di trovarsi in un altro piano temporale. La discesa comunque non sarà eccessivamente lunga, giusto un minuto; al termine del quale le porte si apriranno e di fronte al ragazzo si mostrerà un lungo corridoio tutto bianco senza niente alle pareti se non degli altri specchi. Il pavimento è in marmo, lucidissimo, nero sembra di trovarsi in una vera e propria cattedrale. Il corridoio è lungo circa una decina di metri alla fine del quale vi è una singola porta di metallo; sopra di essa troneggia la scritta "Sala Innesti" solo una volta che il genin avrà percorso quel corridoio una voce fredda, maschile si potrà udire dall'interfono <Tomori Vika, entra e chiudi la porta> ordina con un tono che non ammette nessuna replica. Il ragazzo non noterà la presenza di nessuno in quel corridoio.[Quest chiusa][Ingresso Clan][Per info e domande contattami pure su discord]
[Torre del Consiglio] L'imponente edificio governativo sembra fare da cassa di risonanza per il silenzio che regna tutto intorno, sia dentro che fuori la struttura. Normalmente da un luogo del genere ci si aspetterebbe una marea di impiegati e funzionari che corrono da un ufficio all'altro con tremila scartoffie tra le mani, oltre che code di persone in attesa del proprio turno per i propri adempimenti. Questo ovviamente nella testa del giovane genin, mentre nella realtà tutto si ridimensiona a quell'unica presenza che lo ha accolto. < Grazie > risponde non appena l'hostess, dopo aver visionato la lettera di convocazione, gli indica la direzione da intraprendere, accingendosi a varcare la soglia dell'ascensore posto alle spalle di lei. < Mmh.. > un pensiero comincia ad irrompergli nella mente non appena le porte vanno a chiudersi in automatico senza aver pigiato alcun bottone. E in effetti, un palazzone di quel tipo non può di certo aver un congegno tale da azionarsi con la sola forza del pensiero. Attende dritto al centro dell'elevatore, le braccia sono sciolte lungo il corpo mentre gli occhi fissano frontalmente le altrettante nere iridi sul volto dell'esatta copia di sè riflessa nello specchio, viaggiando con la mente sui motivi di quella missiva. Un minuto che sembra durare una vita dove mille pensieri si attanagliano, senza alcuna risposta per il momento, e che rimangono prigionieri della sua testa riuscendo a trapelare sul suo volto che rimane asettico come ogni volta che è da solo, non dovendosi sforzare di socializzare con qualcuno. Una calma apparente che dura poco, fino a quando l'ascensore non arriva a destinazione, ed allora lì si che un pò di palpitazione inizia a scuotere il battito cardiaco fino a quel momento regolare. Ora riesce a percepirla una strana sensazione di ansia man mano che i primi passi lo portano al di fuori lungo il corridoio per giungere ad un punto in cui è obbligato a fermarsi, una porta. < Sala innesti? > lo sguardo si acciglia, chiedendosi che cosa possa mai c'entrare quella dicitura con una ipotetica assegnazione di missione, aumentando così la confusione nella sua testa non trovando una risposta. Un attimo che per sua fortuna - o sfortuna - dura poco, rotto da una voce improvvisa che sa della sua presenza, non si sa da dove proviene, ma lo sta osservando e lo invita a varcare la soglia. Non lo convince quella situazione, Lo sguardo va per un attimo all'indietro voltandosi di 180° con il busto, per assicurarsi che effettivamente non ci sia nessun altro dietro di lui, per poi andare con la destra a spingere il pomello della porta e spalancarla piano piano, di modo da scoprire finalmente cosa nasconde tutta quest'aura di mistero. [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1] [edit] non riuscendo a trapelare*La porta si apre con un cigolio tipico delle porte di metallo, a differenza della sala precedente questo luogo è in penombra gli occhi dell'argenteo ci metteranno qualche secondo per abituarsi a quel luogo. La porta ha un meccanismo a molla e una volta lasciata si chiuderà alle spalle del genin. Al centro della stanza un tavolo in metallo tipico delle sale interrogatori se si è avvezzi ai telefilm polizieschi. Tutto intorno mura in pietra viva circondate ancora una volta da specchi questa volta, sarà la penombra sarà altro sembrano essere più scuri. Sopra il tavolo una lettera chiusa sul quale è scritta solo una frase "Per Vika" la voce dall'interfono si fa nuovamente sentire <Leggi la lettera> dice perentoria senza alcuna inflessione emotiva. Una volta che il ragazzo avrà aperto la lettera potrà leggere questo: "Caro Vika, ci dispiace essere spariti così di punto in bianco dalla tua vita. Ti vogliamo bene. Forse tu non avrai molti ricordi di noi ma speriamo che tu sia diventato un ragazzo grande e forte e che la nostra mancanza non si sia fatta sentire troppo. Ci è stata affidata una missione della massima segretezza dal governo motivo per il quale ti abbiamo dovuto lasciare con il signor Tomori speriamo ti abbia cresciuto bene e che tu gli abbia obbedito. Abbiamo affidato questa lettera ai funzionari del governo istruendoli di consegnartela solo dopo che ti fossi diplomato all'accademia ninja. Ti abbiamo tenuta nascosto la tua identità perché non sapevamo di chi poterci fidare all'interno del villaggio e i nostri occhi sono ambiti. Il tuo cognome è Uchiha. Se sei andato all'accademia e hai prestato attenzione saprai già quale potere e quale fardello questo cognome porta su di sé. Noi semplicemente volevamo assicurarci che tu fossi grande abbastanza da difenderti da solo quando avresti scoperto la verità. Ci manchi veramente tanto, io e tuo padre ti vogliamo un mondo di bene e non vediamo l'ora di riabbracciarti quando il nostro compito sarà concluso. Abbiamo chiesto all'attuale capo clan Uchiha di darti accesso al dojo di famiglia cosicché tu possa apprendere le abilità innate della nostra famiglia sotto l'occhio vigile di qualcuno di competente. Spero, da madre, che tu ti sia fatto tanti amici con i quali condividere le cose belle e brutte della vita, che mangi bene e che ti alleni con criterio senza mai strafare, ricordati che la fretta è sempre cattiva consigliera. Ti vogliamo bene. Nana e Takasu Uchiha. Mamma e papà." Se il ragazzo prestasse poi attenzione alla busta nella quale era inserita la lettera potrebbe trovare una vecchia foto di un uomo molto simile a lui, ma evidentemente più grande e di una donna che tiene amorevolmente in mano un piccolo Vika ancora in fasce. Dalla foto è evidente che quei due shinobi vogliano un mondo di bene a quel pargolo che tengono così vicino al petto all'altezza del cuore.[Quest chiusa][Ingresso Clan][Per info e domande contattami pure su discord]
[Piano interrato - 2] Che cos'è l'ignoto? Beh se potesse con una metafora descriverlo evidentemente lo identificherebbe con quello strano luogo nei meandri del Kagegakure e con tutti quei dettagli che lo hanno accompagnato fin da quella mattina. Del resto la sua intera esistenza è stata avvolta nel mistero, nel dubbio di non sapere chi lo ha messo al mondo e dove ha trascorso i suoi primissimi anni di vita prima di metter piede al Villaggio. La sua identità conosciuta solo per metà. E forse, come riflesso incondizionato, è per questo che nella sua indole di viziato vuol sempre tener sotto controllo tutto ciò che lo circonda. Bene, quella sensazione invece di non sapere per quale motivo è lì, chi lo stia osservando e soprattutto cosa lo attende oltre la soglia va fuori dalla sua natura e gli suscita ansia. < ... > In silenzio va spingendo col braccio per completare l'apertura della porta che da su un'ulteriore sala, avvolta dalla penombra, mentre le nere iridi più concentrate che mai scrutano quello spazio angusto non riuscendo neanche lì a localizzare la presenza di colui che lo sta osservando ed indirizzando dall'interfono. Possibile che sia nascosto dietro quegli specchi lungo tutto il percorso? Non essendoci nessuno ad accoglierlo entrerebbe nella stanza mirando dritto per dritto al centro della stessa con passi cadenzati, fino a giungere in prossimità dell'enorme tavolo in metallo che la occupa, lì dove qualcosa sembra attrarre subito la sua attenzione. < E questa? > va domandandosi confuso, in quello che sembra essere un enorme Grande Fratello orwelliano confermato ancora una volta dall'interfono che gli indica nuovamente i passi da seguire. Con diffidenza, lo sguardo va sollevandosi dal tavolo per voltarsi nuovamente e sincerarsi che non si tratti di una qualche trappola, per poi ritornare sul dispaccio sospirando. Non può neanche lontanamente immaginarne il contenuto, per quanto strane siano state fino a quel momento le circostanze, l'ipotesi che si tratti di un qualche incarico non è ancora del tutto tramontata in lui. Le mani vanno dunque ad afferrare la lettera e ad aprirla, cominciando a leggere il contenuto. < ? > Al termine del primo rigo le sopracciglia andrebbero a spalancarsi, attonite, mentre il battito cardiaco inizierebbe a rimbombare come un tamburo in quel silenzio tombale rotto solo dall'interfono. Prosegue la lettura, giungendo al punto in cui chi scrive si augura che il genin abbia obbedito alle volontà del vecchio Akira. < Mi prendete in giro? > va interrompendo per un attimo la lettura, portando lo sguardo dapprima sugli specchi avvolti dalla penombra e poi verso l'alto come se l'interfono fosse collocato lì, domandando sarcastico a chi lo sta osservando non volendo credere a quello che sta leggendo, ma soprattutto alla mano di chi l'ha scritta, riprendendo poi a leggere. A questo punto l'ansia si tramuta in rabbia, e come quando richiama a sè il chakra di tipo katon, il rancore inizia man mano a ribollire in lui. Le mani per la tensione tremano, in un climax che raggiunge il suo apice ad una parola. < Uchiha?! > la voce tremante sibila quel cognome, e le braccia vanno per un'istante ad allontanare la lettera. La stessa identica sensazione di malessere che aveva provato al cospetto di Katai prima, e Akainu poi, inizia a scorrergli lungo la schiena, in un profondo brivido gelido come tutto l'ambiente circostante. Riprende ancora una volta a leggere dopo l'ennesima interruzione, riuscendo stavolta a completare la lettura senza fermarsi, tutto d'un fiato, fino a scorgere nel plico la presenza di qualcos'altro. Una foto, chiara ed evidente. Attenderebbe una risposta alla sua domanda dall'interfono, ma se ciò non dovesse arrivare, di fatto sembra proprio non essere uno scherzo. Alla vista dei soggetti della foto gli occhi inizierebbero ad inumidirsi ed una lacrima, sola ma inesorabile, gli inizierebbe a scendere giù per la guancia lungo quei lineamenti felini, fino ad arrivare lì dove le labbra si incontrano. Dopo 15 anni una risposta sembra essere arrivata, quel primo passo che gli aveva consigliato di fare il vecchio Akira iscrivendolo all'accademia lo ha portato alla verità. [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]Il ragazzo dai capelli d'argento sembra non essere affatto convinto della veridicità di quella lettera, sembra credere che sia tutto uno scherzo, ma quella che legge non è altro che la verità. La sua famiglia è ancora viva e ha avuto le sue motivazioni per lasciare le cure parentali a qualcun altro. Chi è al di là degli specchi se qualcuno c'è nota l'ampio ventaglio di emozioni che quella lettera suscita nel giovane Vika tuttavia nulla viene comunicato al ragazzo da quell'interfono che circonda l'argenteo solo di un assordante silenzio, una delle domande che nessun bambino dovrebbe mai porsi ha ottenuto risposta, i suoi genitori sono in missione sotto copertura per il governo e pensano sempre e comunque al figlio. Torneranno? Questo loro a lui lo promettono, ma in questo mondo dove la vita è sempre appesa a un filo non si può mai essere certi di mantenere questa promessa. Solo quando il ragazzo avrà osservato la foto e avrà avuto il tempo di rimettere insieme i tasselli del puzzle della sua identità la voce all'interfono parla nuovamente <I tuoi genitori sono in missione, come hai letto, da oggi ti sarà fornito accesso al dojo degli Uchiha e potrai allenarti con loro se vorrai.> gracchia l'interfono dando il tempo al ragazzo di assimilare quelle parole prima di continuare <Ora, richiama il tuo chakra, e sfrutta tutte le emozioni che senti in questo momento per provare a richiamare il potere che è insito nei tuoi geni. Lo sharingan.> La voce dall'interfono sembra tradire un minimo di eccitazione a quell'ordine appena impartito, di certo l'interlocutore di Vika è qualcuno che conosce veramente bene quel clan, chi sia però al momento non gli è dato saperlo.[Quest chiusa][Ingresso Clan][Per info e domande contattami pure su discord][So che con le turnistiche non ce la dovresti fare a fare tutto in un turno, per stavolta il richiamo del chakra ti dura solo 2/4, ovviamente questa è l'eccezione e non la regola, confido che tu lo sappia]
[Piano interrato - 2] Una moltitudine di sentimenti aleggiano nell'animo del genin, un mix di sgomento, confusione, rabbia e rancore sequenziati nel giusto ordine di percezione. L'unico però a non esserci tra questi è la comprensione. E di conseguenza, il perdono. La destrorsa si stacca dal foglio asciugando quell'unica lacrima venuta giù alla vista della foto con lui ancora in fasce, per poi tornare a reggerlo. Dal contenuto della lettera sembra emergere tutto l'amore e il calore di questo mondo che due genitori possano dare al proprio figlio, eppure ciò non collima con la realtà di quei 15 anni trascorsi da orfano, allevato da un nonno rivelatosi poi soltanto adottivo. Quei genitori lui li dava per morti ai tempi della guerra, non aveva alcun ricordo o oggetto di loro. Quando chiedeva al vecchio Akira chi fossero, puntualmente gli veniva sviato il discorso o gli ripeteva che non doveva far domande di quel genere forse proprio per quel cognome maledetto che portava. Non era un Tomori come aveva sempre creduto, bensì era un Uchiha. E così, in quel limbro, forse proprio per quei geni il rancore man mano diveniva sempre più forte, tanto da aiutarlo a crescere più in fretta e a renderlo uomo nonostante la giovane età, fortificandone il carattere sulla via dello shinobi. Quei 15 anni non possono essere di certo perdonati con una lettera, con delle scuse fatte solo di inchiostro e non di persona. Le ferite sono troppo aperte e ci vorrà del tempo, ma una speranza in fondo c'è sempre. Del resto, ha preso quella strada su indicazione di Akira ANCHE, e non solo, per arrivare fin lì a quella lettera, ed un giorno chissà per incontrarli quei due genitori ove mai fossero ancora vivi in quella missione. Se per perdonarli o vendicarsi questo non ci è dato ancora saperlo. Per il momento, a porre un freno ai millemila pensieri di Vika giunge in soccorso nuovamente l'interfono, che riprende a funzionare richiamando l'attenzione del genin completamente shokkato da quella scoperta. < ... > Silente, il giovane andrebbe a riporre la lettera sul tavolo, liberandosene non appena quel qualcuno gli indicherebbe di richiamare il chakra e rivelare la sua vera natura. Un ghigno, frutto della scoperta di appartenere ad uno dei clan più potenti non solo di Otogakure ma dell'intero villaggio dei Sei, va abbozzandosi sulle di lui labbra non appena ode invocare quel cognome. La brama e la voglia di arrivare deve averle ereditate da lì. Con un due passi andrebbe a porsi ad un metro dal tavolo, allontanandosi dalla lettera e dalla foto, fermandosi con le gambe parallele ed il busto leggermente chino in avanti nella consueta posizione di richiamo. Le mani lente andrebbero al petto per ivi comporre il sigillo [Capra] da cui ogni volta tutto ha inizio, in quel rituale dove la mente focalizzandosi sulle due energie fisica e mentale andrebbe a scuoterle e convogliarle nella bocca dello stomaco al fine di miscelarle e metter in circolo il frutto del loro connubio, il chakra. Gli occhi sono fermi, gelidi, due buchi neri, fissi in avanti verso la penombra. Il rancore e il senso di abbandono gli passano nuovamente dinanzi ben chiari come flash di un cortometraggio che riassume tutto quello che ha dovuto patire a livello emotivo senza una famiglia, dovendo contare soltanto ed unicamente sulle sue forze. E la rabbia torna a fargli battere il cuore a mille, come non mai gli era capitato prima d'ora, e risuona come un martello lungo tutto il sotterraneo. [Tentativo richiamo Chakra] [1/4 Movimento di 1 metro in avanti + 2/4 Richiamo Chakra] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]Il novello Uchiha diviene silente in quei momenti che sembrano durare un'eternità, la voce dall'interfono non sembra voler interferire in alcun modo con quel processo. Il ragazzo compone il sigillo della capra e richiama il chakra con successo, riesce a dominare le sue emozioni abbastanza da non mandare a quel paese il richiamo del chakra dimostrando di avere una buona padronanza di sé. La voce sembra saperlo e lo sprona <Bravissimo continua così adesso convoglia quel chakra nei tuoi occhi, dimostra di esser degno del nome che porti Vika Uchiha> come l'uomo dall'altra parte del microfono sembri sapere che il richiamo del chakra sia andato a buon fine questo al genin non è dato saperlo. È proprio quando quel chakra viene richiamato che finalmente dopo quindici anni d'attesa il ragazzo riesce a richiamare il proprio potere innato: gli occhi cambiano lentamente dal nero ad un rosso sempre più acceso fino a diventare rosso fuoco, ai lati della pupilla una piccola lacrima nera appare, la prima delle tre tomoe dello sharingan, la visione del ragazzo adesso appare come a rallentatore tutto gli sembra più lento anche la caduta di qualche granello di polvere dal soffitto. Ovviamente dovrà abituarsi a quel tipo di visione e adesso i movimenti potrebbero sembrargli strani e sfalzati causandogli un leggero giramento di testa o cose simili, ma il più oramai è fatto. L'occhio di chi parla dall'interfono sembra notare anche quel cambiamento nell'Uchiha <Complimenti> dice semplicemente ritrovando la calma e la compostezza di poco prima <Da adesso sei un Uchiha a tutti gli effetti, dovrai imparare ad attivare lo sharingan a mente fredda e non in preda alle emozioni, convogliando il chakra nei tuoi occhi quando vorrai richiamarne il potere. I membri del tuo clan sapranno aiutarti in questo.> dice la voce per poi concludere <Spero che userai i tuoi poteri per il bene del villaggio come stanno facendo i tuoi genitori. Il nostro colloquio è finito puoi uscire dall'edificio> conclude chiudendo definitivamente le comunicazioni.[Quest chiusa][Ingresso Clan][Per info e domande contattami pure su discord][SE End]
[Piano interrato - 2] Eseguito il richiamo, il chakra inizia a scorrere impetuoso lungo tutto il corpo del giovane genin andando a spezzare quella catena di gelo che attanaglia tutto il comparto sotterraneo della torre, irrorando di calore ogni singolo muscolo del suo esile corpo. Ma qualcosa di diverso, di nuovo, avviene questa volta. Quel mix di rabbia e odio, conseguiti alla scoperta appena fatta, risvegliano in lui qualcosa di sopito, qualcosa che mai poteva immaginare di possedere e che fornisce una spiegazione a tantissimi di quei dubbi fino a quel punto rimasti irrisolti. La maledetta innata tipica del clan Uchiha si è risvegliata, un fenomeno di cui conosceva solo la leggenda e a cui mai aveva assistito neanche da spettatore, ma che si sta verificando proprio sul suo volto. Intorno alla cavità oculare la sensazione di calore inizia a divenire bruciore, qualcosa di più vivo comincia a prendere forma nei suoi occhi da sempre neri come la pece. D'un tratto, questi assumono il colore del sangue, quello che per anni il clan Uchiha ha versato per le terre ninja costruendosi la sua fama ed il suo rispetto. La pupilla all'interno viene affiancata da una lacrima, il suo primo tomoe, anche questo di colore nero. < Ahia che cosa mi sta succedendo? > Si dimena ai primi segnali di bruciore che il risveglio di quel Doujutsu gli arreca, ma è un attimo. Il tempo di portar le mani al volto quasi a voler trovar un sollievo, per poi riallontanarle ed iniziar a vedere tutto da una prospettiva diversa. E' questo l'immenso e sconfinato potere dello Sharingan, occhi diversi, dentro e fuori dal suo animo dopo quella scoperta. La percezione si fa più affinata, tutto più rallentato, ma sente come se gli stessero andando a fuoco poiché essendo la prima volta dovrà abituarsi e prenderci la mano con quella nuova abilità. Man mano che passano i secondi sembrano adattarsi, e le parole della Voce dall'interfono lo riportano alla calma rassicurandolo su quello che è appena avvenuto e di cui sembrava non rendersene conto. Farà tesoro delle sue parole, farà sicuramente visita in primis ai due Uchiha che ha conosciuto. Ma soprattutto andrà ancora più a fondo sui suoi genitori. Si volta nuovamente verso il tavolo, andando a recuperare la lettera e la foto ivi contenuta, per rimettere il tutto nella tasca interna del giubbino dove già è riposta la missiva di convocazione che lo ha portato lì a fare i conti col suo passato. In silenzio, si allontana, incredulo per la valanga di emozioni provate questa sera, e ghigna, soddisfatto, come se lo sapesse che dopo tutti quei sacrifici il destino avesse riservato per lui un qualcosa di speciale. Starà a lui adesso scegliere da che parte stare e dove vuole arrivare. Si allontana nuovamente verso quel corridoio fatto di specchi da dove era arrivato. Il mondo di fuori lo aspetta. [Chakra On 30-1/30] [Sharingan liv. 1 On] [2/4 Attivazione Doujutsu + Movimento di uscita 2/4] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1] [EXIT]