Ghosts and Monsters
Quest
Giocata del 25/01/2023 dalle 20:09 alle 23:41 nella chat "Quartiere dei Clan [Kiri]"
[Magione del Mizukage - Ingresso] Finalmente ha ottenuto udienza con il Mizukage, non è molto informata su quel tipo, non ha idea di chi trovarsi innanzi dato che non l'ha mai incontrato prima eppure ha deciso di puntare su un outfit pratico, qualcosa che la identifichi ma non la faccia risultare sfacciata. Quindi un paio di pantaloni neri aderenti le fasciano le gambe, ai piedi i soliti anfibi neri che raggiungono quasi metà polpaccio. Il busto dalle forme abbondanti invece è stato relegato in una canottiera completamente bianca, sulla quale spicca quella collana con il pendente a farfalla dalle ali blu brillanti, a coprire le spalle e le braccia pallide una felpa nera con cappuccio, lasciata tuttavia aperta completamente. Sulle spalle lo zainetto nero troneggia, al suo interno le solite cose fondamentali: chiavi di casa, cuffie blu enormi, portafogli, cellulare rigorosamente in modalità silenzioso per l'occasione. I vari orecchini che porta sono tenuti nascosti dalla fluente chioma rossa, che è stata lasciata sciolta, con i due fermagli fissati su ogni lato del capo, che ricordano sempre le ali di una farfalla. Contrariamente al solito la giovane indossa ben fissato sulla gamba sinistra il coprifronte Kusano, chiaro simbolo del distretto di appartenenza e che ha ritenuto importante portare con sè essendo lì in veste ufficiale. Gli occhioni blu scrutano l'intorno, appena truccati giusto mascara e eyeliner per farli sembrare un poco più grandi e farla sembrare meno bambina, dato che già l'altezza non aiuta per nulla. Sarà per l'agitazione o per l'adrenalina della missione B conclusasi da poco ma la ragazzina tiene in mano il proprio cappotto, poggiato sull'avambraccio destro mentre avanza i suoi passi verso l'ingresso della Magione del Mizukage. Ovviamente il Chakra fluisce già nel corpicino della giovane che tuttavia è un poco più spossata del solito, avendo perso parecchio sangue nel recente scontro. [Chakra ON]Il sipario si apre daccapo, dopo un silenzio durato anche troppo. Il palcoscenico di oggi è controverso, però... sicché vede povertà e ricchiezza cosi a stretto contatto da risultare in una miscela cacofonica e disturbante. Il palazzo verso il quale la nostra protagonista si appropinqua, infatti, non è altro che un colossale monumento alla vanagloria che caratterizza il nostro caro Ashura. Un monumero che si erge sulle vite distrutte della gente del quartiere povero, che dal basso osservano quell'uomo così come si conviene per una divinità. Peccato che i sentimenti verso di lui non siano sempre così positivi e devoti. Il passo di Shizuka è incerto. Tipico di chi non conosce il futuro che l'attende, ma la sua volontà è comunque talmente salda da averla spinta a richiedere udienza ad una delle personalità più complicate da approcciare che si conoscano: Ashura Yoton. Ad attenderla fuori dal palazzo sfarzoso vi sono due Anbu, che dopo aver verificato la sua identità e l'effettiva esistenza di una convocazione del Kage, la scorteranno all'interno della magione. Si erge su più piani, dove quello alla base sembra essere adibito completamente ad uso ufficio. Un ampissimo atrio super sfarzoso e decorato con alte colonne la attende al suo ingresso. Sul suddetto spiazzo si affacciano tutti gli uffici, ormai spenti per via dell'orario. Sul fondo della stanza, invece, una colossale scalinata con tappeto rosso consente l'accesso al piano superiore. Proprio al termine di questa, una grossa porta decorata e inconfondibile impedirà a lei e a chi la guida di andare oltre. Le due guardie arrestano il proprio passo, infine, portando la mano sulla superficie legnosa ed annunciandosi. Prima che le nocce rintocchino sulla porta, però, Shizuka potrà ben udire un vociare leggero provenir dall'altro lato. Non capirà nulla, se non che il Mizukage probabilmente non è solo, o è pazzo. Ciò nonostante... [Knock Knock!] <Signore... Shizuka Kokketsu è arrivata.> Un semplice avviso a cui non seguirà risposta alcuna, se non la lenta apertura delle porte. Che si faccia avanti e si presenti, quindi. Ashura è oltre quella porta.
[Magione del Mizukage - Ufficio] I pensieri in quella testolina sono parecchi mentre gli occhi blu si poggiano su quello che la circonda. Uno sfarzo senza fine, un palazzo immenso, dove vive una sola persona, contrapposto in maniera netta e totale alla realtà povera del quartiere che lei ha frequentato così a lungo per curare la gente disillusa dal governo. Perchè al Mizukage viene concesso questo dal governo centrale? Qual è l'autonomia decisionale che una Kage può avere a discapito del proprio distretto? Lascia che gli Anbu la identifichino e scortino, mentre con sguardo curioso osserva per quanto possibile ciò che la circonda. Sembra effettivamente quasi una bambina ficcanaso che è totalmente spaesata, una piccolina in pasto ai leoni. Eppure l'uomo che sta andando ad incontrare era così valido da essere seguito da Shinzou, una persona di buon cuore e coraggiosa. Fa fatica a capire perchè il nonnino non si sia opposto a tale sfarzo, ma forse è proprio quello il punto: lei non comprende. Quel mondo non è il suo, forse avrebbe davvero dovuto dire tutto a Nobu, parlarne con Tenjiro, in quelle vaste stanze lei è un pesciolino fuor d'acqua nonostante il Suiton sia l'elemento della sua vita. Coloro che la scortano la accompagnano fino a un enorme portone in legno, qui si fermerebbero bussando per poi introdurla. Ha udito quei sussurri e quel vociare ma non potendo comprendere ora può solo eseguire in qualche modo il suo ingresso in scena. In fondo nessuno l'avrebbe fatta entrare se non fosse ben voluta no, o se stesse disturbando. I passettini titubanti andrebbero a farla avanzare oltre quell'apertura, infilandosi in una stanza ignota nella quale andrebbe a ricercare in primo luogo la figura del Kage. Non ha compiuto ampie falcate non conoscendo appunto le dimensioni di quel luogo, però almeno qualche passo per farsi quanto meno vedere lo avrebbe fatto. Una volta identificato il soggetto delle sue ricerche andrebbe prima a sincerarsi che non sia occupato davvero in altre discussioni con altre persone. In ogni caso andrebbe a poggiare un ginocchio a terra, capo rosso chino verso di lui, in segno di rispetto in qualche modo, consapevole della carica che egli ricopre. La differenza starebbe solo nelle presentazioni, che verrebbero rivolte solo quando la conversazione fra lo Yoton e chiunque fosse nella stanza fosse terminata o quantomeno interrotta dal di lei ingresso. << Buonasera Signor Mizukage, sono Shizuka Kokketsu. La ringrazio per avermi concesso parte del suo preziosissimo tempo, cercherò di non farle perdere troppo tempo inutilmente. >> Parla tanto come sempre, cerca però di mantenere un tono chiaro, quasi scandito, anche se tradisce un poco il nervosismo che al momento si sta concentrando in quel corpicino, in fondo è una shinobi non ancora maggiorenne che ha avuto l'ardire di chiedere udienza a un Kage! Mica cose che succedono tutti i giorni! [Chakra ON]Le porte si spalancano e Shizuka è libera di entrare. Ad attenderla v'è una stanza quadrata, sul quale fondo risalta un'immensa vetrata grande quanto il muro, una scrivania colossalmente grande e due uomini che parlano. Lungo le pareti laterali, invece, immensi scaffali sono pieni di un numero indefinito di libri, i quali argomenti spaziano tra tutti i campi dello scibile attualmente noto. Anche in questa stanza, drappeggi e lampade sono di uno sfarzo infinito, esattamente come colui che si erge a padrone di tutto ciò. Avanti alla scrivania, infatti, Ashura Yoton sosta in piedi e in tutto il suo splendore. Indossa un lungo vestito argentato, dai ricami estremamente ricercati e precisi. Il suo biondo crine, simile ad una criniera di leone, scivola lungo la schiena mentre i suoi occhi dorati si specchiano in quelli di un interlocutore che, forse, Shizuka conosce abbastanza bene. Contro ogni pronostico, aspettativa o più remoto sogno, la ragazza sembra essersi trovata nel posto sbagliato, al momento giusto(?). La figura di fronte al Mizukage, infatti, si presenta come un uomo di età avanzata e ammantato. I capelli bianchi e selvaggi sono tanto iconici quanto lo è la sua benda sull'occhio, e quel pizzetto bianco sarebbe riconoscibile in mezzo a milioni di ninja diversi. Si, è proprio lui. Shizuka fa il proprio ingresso e si presenta, quando ecco che nella stanza cala per qualche frazione di secondo il silenzio più totale. Lei sarà libera di realizzare cosa stia succedendo. Che non si tratta di un miraggio, ma della realtà... e mentre gli occhi di entrambi gli uomini sono puntati su di lei, sarà proprio il nostro amato Shinzou a spezzare il silenzio per primo! <Ciao piccolina.> La saluta con lo stesso calore con cui si saluterebbe una nipote. Ad una prima occhiata l'uomo non sembra essere in condizioni sgargianti... Seppur si regga sulle proprie gambe senza troppi problemi, sotto quella mantella grigia mal sistemata nasconde un braccio destro amputato fino a metà del bicipite, e solo lui sa quali altri ferite quel corpo celi in segreto sotto i vestiti. Ad ogni modo, ci pensa direttamente il Mizukage a riportare entrambi alla realtà. Shizuka scoprirà che Ashura ha una personalità oltremodo scomoda e difficile da approcciare. Qualche avvisaglia la avrà già ora, come risposta alla propria formale presentazione. <Una Kokketsu...> la guarda intensamente con i suoi occhi dorati. La passa in rassegna da capo a piedi, senza lasciar trasparire emozione alcuna. Ne in positivo, ne in negativo. <Quindi questo è il lascito di Yukio.> Si lascia Shinzou alle spalle, muovendo un paio di passi verso di lei... e proprio quando sembra che starebbe per riprendere il discorso e rinfacciarle qualcosa, semplicemente cambia argomento come se nulla fosse. <Lei è la ragazza di cui mi hai parlato, immagino.> Ovviamente le sue parole sono dirette all'uomo alle sue spalle. Shinzou sembra aver fatto rapporto dopo il suo rientro, a tal punto da rendere Ashura informato come se avesse partecipato personalmente. Lei non sa da quanto sia tornato... ma pare che un certo Fantasma abbia ripreso a gironzolare per Kiri da qualche settimana a questa parte. <Si, è la mia nipotina.> Ammette l'uomo dalle retrovie, suscitando una strana smorfia sul viso del Mizukage. <Spero che tu abbia qualcosa di concreto da dirmi... Ho sentito la storia della vostra ricognizione troppe volte ed inizia ad annoiarmi seriamente.> Non è arrabbiato con lei. Potrà facilmente percepirlo. Esattamente come potrà percepire quel modo di fare altezzoso e saccente.
[Magione del Mizukage - Ufficio] Si è concentrata sul Mizukage al volo, si è messa in quella posizione di deferenza che si confa a chi sta sotto di parecchi gradi rispetto a chi ha di fronte, nemmeno ha osservato troppo l'intorno, per non sembrare sfacciata e tanto meno l'interlocutore con il quale stava avendo quella conversazione. Insomma non voleva sembrare sgarbata o fuori luogo ma quando quelle due parole le vengono rivolte che la testolina rossa si alza, lo sguardo blu si poggia sul Mizukage, notandone lo sfarzo ma soprattutto sull'altro figuro. La voce era così simile che ci ha sperato, ma gli occhioni hanno fatto il resto. Il fatto che sia un medico le impedisce di non notare i dettagli, le ferite su quel corpo, la mancanza di un braccio. Ogni piccola cosa che scopre sul corpo del vecchio Anbu porta quelle iridi blu a velarsi, inumidirsi, riempirsi di lacrime che deve contenere il più possibile per non sembrare una bambina sul serio. Un sorriso immenso però fa capolino su quel faccino tondeggiante, una lacrima le riga il volto, cadendo dall'occhio sinistro, giungendo fino al mento, come durante la sua trasformazione: << Ti stavo aspettando Nonno >> In fondo gliel'aveva ordinato no? L'unico ordine che abbia dato in quella missione fuori dalle mura, doveva tornare vivo e così ha fatto. E' però quando il Kage si sposta che la magia si rompe, quando quella figura brillante si frappone fra loro, uno sconosciuto in una relazione non troppo definita ma sicuramente più familiare che non con il qui presente. La chiama per cognome, la trapassa con quegli occhi dorati come se la stesse studiando, mentre lei ancora permane in ginocchio, in fondo nessuno l'ha invitata ad alzarsi e non è sicura di come comportarsi di fronte a lui. Il suo predecessore viene menzionato, Yukio, colu iche ha sterminato il clan Yoton, in effetti nella testolina della chunin questo non dovrebbe essere un problema, lei è ferma sostenitrice che non si debba essere giudicati per quello che hanno fatto i propri avi, ma forse lo Yoton che ha innanzi non la pensa allo stesso modo. Eppure prima che ella possa anche solo commentare, egli cambia argomento, domandando conferma all'uomo tornato a fare rapporto se lei sia la ragazza menzionata. Vorrebbe tanto sapere cosa il nonno ha raccontato della sua performance, se gli ha detto che l'ha dovuta proteggere da un lupo affamato perchè è scappata in maniera avventata. Però senza alcuna vergogna la chiama nipotina, cosa che le riempie il cuore di gioia, oltre che di sicurezza. Nemmeno si accorge della smorfia sul volto del Mizukage, alla fine in quella notte lei al momento ha solo trovato gioie. Sembra volerle dare parola con quelle affermazioni annoiate, anche se non sembra prendersela con lei, però si atteggia a principe supremo. << Se per ricognizione intende la nostra passeggiata fuori dalle mura credo che il Signor Shinzou l'abbia già informata a sufficienza. >> In fondo per quale altro motivo l'anbu si troverebbe lì? Sono passati mesi da allora, sicuramente anche il taijutser e i medici sopravvissuti saranno stati interrogati. << In realtà Signore. Ho chiesto udienza con lei per chiederle della vecchia Kiri. >> Insomma dritta al punto, in maniera forse un poco più larga di quanto non dovrebbe, ma in qualche modo non vuole scoprire le sue carte, non immediatamente, vuole capire quanto quell'uomo sappia, quanto voglia aprirsi con lei. << Ho sentito delle storie interessanti a riguardo nel quartiere povero e ho pensato che lei potesse saperne più di chiunque altro. >> Solo ora la testolina rossa andrebbe a guardarsi intorno, come a sottolineare quell'idea basandosi sull'ammontare di libri e tomi racchiusi in quella stanza. Non vuole mancargli di rispetto, ma come insegnatole in parte da Nobu, è meglio non fidarsi troppo di chiunque, soprattutto di chi per saziare il proprio ego, affama la povera gente. [Chakra ON]Il contatto visivo tra la ragazza e l'ex Anbu dura relativamente poco. Eppure il tempo sembra fermarsi in quei pochi frangenti. Purtroppo non possono permettersi abbracci o parole di troppo in quel contesto, ma il sorrisino soddisfatto dell'uomo canuto sarà più che sufficiente per far capire all'altra che è veramente felice di vederla. La situazione, però, richiede serietà e prontezza. Una prontezza che la piccola dimostra di avere. <Supposizione corretta.> Le conferma che di quell'uscita ha sentito e saputo anche troppo. Le informazioni ottenute sono state super utili, ma non può fare a meno di considerare la missione un mezzo fallimento. La perdita di quasi il quaranta percento del team non è un risultato di cui andar fieri. Specialmente in una missione che non prevedeva l'ingaggio diretto delle chimere. <Puoi alzarti.> Le concede, mentre porta le braccia dietro la schiena e ivi le incrocia. Il suo sguardo è potente. Penetrante. La sua presenza nella stanza è oltremodo ingombrante, ma non riesce a celare del tutto quella di Shinzou, che a sua volta sembra essere forte di una fierezza tutta sua. Persino ora che è in quello stato. <Mh?> Mugugna interrogativo quando la vecchia Kiri viene tirata in ballo. Prima che possa parlare oltre, però, è proprio Shinzou a spezzare nuovamente il silenzio e dar voce ai propri pensieri. <Signore, vi lascio alla vostra conversazione.> Cercherebbe di prendere congedo, ma non gli sarà consentito. <No, resta pure vecchio mio.> Con lui sembra esser leggermente più affabile. Non troppo, sia chiaro... ma almeno non lo tratta da plebeo. Dopo avergli chiesto di restare e presenziare a quello scambio di informazioni, eccolo girarsi e donare momentaneamente le spalle alla ragazza, così da avviarsi verso la scrivania. Potrà vederlo in tutto il suo splendore, quindi, alto e longilineo. Muscoloso quanto basta per esser prestante in battaglia, senza perdere eleganza. Sfila sotto i suoi occhi fino al raggiungimento della sfarzosa poltrona, che dopo poco incontrerà il suo regal sedere. <Cosa vuoi sapere della vecchia Kirigakure?> Domanda più che legittima, visto che è stata lei a chiedere udienza. Shizuka scoprirà che Ashura non è tanto facile da raggirare o trarre in inganno, poiché egli stesso si fregia del titolo di mastermind. Nel mentre, Shinzou sosta in piedi al lato della scrivania, defilato rispetto a loro. Non interviene, nonostante anche i suoi occhi siano pieni di rinnovata curiosità. Sono le labbra di Ashura a schiudersi, tuttavia, per provare a snocciolare meglio la questione posta in essere dalla ragazza. <Le voci che girano nei vicoli di Kagegakure sono tante quanto inaffidabili. Si parla del più e del meno. Di Storia e di Leggenda. Di cose che non si sanno, o che non si comprendono.> Lo sguardo si fa più affilato, mentre le mani, longilinee e curate, si incrociano ad altezza del viso. <Quindi mi chiedo... cosa ha sentito questa giovane ragazza per le strade di Kirigakure di tanto importante da richiedere udienza al sottoscritto?> Avere gli occhi di lui addosso è come trovarsi da sola, su un palco, con cento riflettori addosso. Shinzou ben sa che sta cercando di metterla in difficoltà, ma non può aiutarla in alcun modo. Semplicemente è costretto ad osservare e assecondare. <Mi aspettavo l'ennesimo noiosissimo rapporto, ma ora... hai la mia attenzione.> Fosse stata un'altra questione, di medesima magnitudo, avrebbe già cacciato via l'interlocutore. Invece no... il suo interesse sembra ingiustificatamente rinnovato. Quello che sarà chiaro a Shizuka è che Ashura non ha intenzione di sbottonarsi neanche un po'. Da bravo oratore qual è, sa benissimo come raggirare i discorsi o evitare di dare risposte. Lei, invece, ormai si è esposta parecchio. Dovrà stare attenta a che gioco scegliere di giocare con lui.
[Magione del Mizukage - Ufficio] Le viene concesso di alzarsi, perciò decide di recuperare la stazione eretta, mantenendo quel cappotto sull'avambraccio destro. << Grazie Signore. >> Ringrazia con tono sommesso, niente di troppo esagerato e sempre con profondo rispetto, se c'è una cosa che ha imparato è il rispetto dei gradi di quella gerarchia Shinobistica, soprattutto quando si sta andando a caccia di informazioni. Quel mugugno che le viene rivolto, sembra di interesse, l'anziano Anbu cerca di allontanarsi di lasciarli soli e il cuore della rossa fa un salto di gioia quando questa richiesta gli viene negata dall'altezzoso Kage. La presenza di Shinzou la fa sentire molto più sicura di quanto non fosse quando ha varcato quella soglia, è come un monito, una statua impassibile che le ricorda quanto si stia muovendo su un campo minato. Lu isi allontana da lei, ignorandola, spostandosi verso la sua scrivania, il suo trono. Solo allora la ragazzina si avvicinerebbe un poco alla coppia di uomini, così da non dover alzare troppo la voce per farsi udire e quindi mancare di rispetto. La curiosità dimostrata sembra inizialmente accolta, le pone quella domanda come se volesse proseguire. Gli occhi blu si poggiano di tanto in tanto sull'anziano fra i presenti, come appunto a ricercare forza in qualche modo e trovando dell'interesse in quello sguardo, tanto quanto il Mizukage. Non riesce però a parlare, a continuare prima che quell'uomo pieno di sè intervenga, sollecitandola, sminuendo quella parte del mondo a lei molto cara che sicuramente lui considera inutile e superflua. L'unico punto al momento a favore della Kokketsu è che lui sia interessato; deve trovare il modo di continuare a interessarlo finchè non si scioglierà un minimo su quanto le interessa. << Ecco Signore, come da lei detto sono una Kokketsu, penso immagini quanto possano girare le storie delle imprese dei nostri avi all'interno del Clan. >> La prende larga di nuovo, vuole informarsi proprie sulle famiglie, toccando forse un tasto dolente che potrebbe essere un'arma a doppio taglio. << Ho sentito molte volte la terribile storia di come Yukio abbia praticamente sterminato il vostro clan, azione assolutamente riprovevole a mio giudizio. >> Mette in croce quel comportamento, non lo condivide, anche perchè non ne conosce le ragioni. << Gironzolando per le vie di Kirigakure mi è capitato più volte di sentire storie sui vecchi clan. La cosa mi ha incuriosito ma come detto da voi, le parole che si origliano in quelle strade sono storie, leggende, miti a volte. >> Si interrompe, volendo arrivare al punto della situazione, quella che sembra mera curiosità, qualcosa che porta a uno studio della materia in pratica. << Secondo il popolo c'erano dei clan non proprio amati, qualcuno che era scomodo ai più ma non ne ricordo il nome... >> La mano sinistra si porta sotto il mento, come a riflettere, cercare quella parola che ora le sfugge, eppure non vuole essere lei a dare un nome a quella famiglia, vorrebbe che fosse lui a illuminarla, forse per fierezza di conoscenza di fronte a chi sembra non saper nulla. [Chakra ON]
Giocata del 01/02/2023 dalle 21:16 alle 23:29 nella chat "Magione Mizukage"
La ragazza sembra essersi ritagliata un pezzo delle attenzioni del buon Ashura. Una cosa insolita, visto che come personalità sembra essere altezzoso a tal punto da reputare futile qualsiasi cosa che non sia stata appositamente scelta come oggetto di discussione da lui. Eppure Shizuka sembra averlo stuzzicato. In realtà perde un po' di mordente quando arriva a parlare del proprio clan e delle azioni di Yukio. Quella dimostrazione di penitenza e compassione nei confronti del clan Yoton, non tocca il tasto giusto sull'interlocutore. L'espressione di Ashura non muta e il suo sguardo resta puntato sulla ragazza con indifferenza. <Si, le voci corrono... spesso deformandosi e alienandosi.> ovviamente si riferisce alla storia e ai miti che girano attorno ai clan e ai loro fondatori. <Per questo non ha senso soffermarsi sul passato.> E qui la stronca, gettando nel cestino qualsiasi tentativo dell'altra di redimersi per il clan o mettersi a parte civile. <Tutto ciò che è successo in passato, signorina Kokketsu, fa parte di un mondo che non esiste più.> Il suo verbo è atono. Freddo e distaccato. Esattamente come ha dimostrato a Furaya, per lui Kagegakure è stato l'inizio di una nuova realtà. <Ero solo curioso di vedere quali fossero le vestigia di quel vecchio mondo. Chi avesse preso in mano l'eredità di ciò che... le leggende... dipingono invero come un demone. Null'altro.> Si stringe nelle spalle, tornando all'argomento principale del discorso. Le famiglie antiche di Kirigakure. <Non c'è mai stato alcun clan scomodo, in questo villaggio.> La rimbecca, con un accenno di severità nel tono. <C'erano clan più o meno validi. Clan più o meno forti. Nessuno, tuttavia, è mai stato considerato -scomodo-.> Le palpebre di Ashura si assottigliano, quindi. Il suo sguardo si fa più affilato e inquisitorio, mentre le sue labbra si schiudono per lasciar fuoriuscire parole che esprimono la sua perplessità e la sua pazienza sempre più sottile. <Dove vuoi andare a parare, signorina Kokketsu?> domanda a bruciapelo, incrociando le braccia al petto e appoggiando il sedere sulla scrivania di legno. Shinzou, dalle spalle di lui, lancia qualche occhiata fugace alla nipotina, forse per lanciarle qualche segnale silente. Per metterla in guardia di un pericolo che forse ella non ha considerato: Ashura non è uno stolto. Non è roba da tutti riuscire a giocare una psicologica partita a scacchi con lui e uscirne vincitori. <Spero tu non abbia richiesto di poterti presentare qui, sta sera, solo per chiedermi scusa per azioni che non ti riguardano e per qualche voce di corridoio che saprebbe meglio narrati un bifolco in qualche vicolo.> Ed ecco gettato il guanto di sfida. Lui getta tutte le carte sul tavolo e costringe l'altra a fare lo stesso. Non potrà continuare a tergiversare. Dovrà tenere alta la sua soglia dell'attenzione o quell'incontro finirà prematuramente.
[Magione del Mizukage - Ufficio] A quanto pare in qualche modo la rossa ha si attirato l'attenzione altrui ma forse non ha compreso bene il motivo. Lei non sa se può fidarsi di lui, non sa nemmeno cosa voglia esattamente ottenere, ma il favore di colui che siede sullo scrano del Kage di Kiri sarebbe un bel passo avanti. Strano e insolito è l'atteggiamento di quell'uomo elegante e altezzoso nei confronti del passato, cosa che non dispiace alla ragazzina, figlia di un mondo nuovo, felice di quel villaggio che protegge lei e i suoi cari per il momento. << Sono d'accordo con lei Signore. Il passato è qualcosa che appunto non c'è più, il futuro è ciò a cui dobbiamo e vorrei puntare. >> E il tono di voce è rispettoso, ma non smielato, non sta cercando in alcun modo di compiacerlo, crede veramente in quelle frasi, in quelle parole. Che lui non la consideri un demone solo per quanto raccontato dalle leggende su Yukio non la può far altro che felice, così come quelle affermazioni sui clan di Kiri, quindi l'assurdità detta da quei ragazzini aumenta in maniera considerevole. Quegli sguardi che rivolge a Shinzou di straforo in qualche modo la portano a comprendere che non sarà una partita facile da vincere quella di sagacia, cosa di cui era ben consapevole già dal principio, essendo lei poco avezza a tale gioco. E' quando quella domanda diretta le viene rivolta che la Kokketsu realizza che non è questione di menzogna o verità, è come con Nobu, questione di quanto entrare nei dettagli per salvaguardare in parte qualcuno che non sa nemmeno se possa o debba essere salvaguardato. Avrebbe dovuto trovare e parlare prima con Ojima forse. << In realtà non sono qui per questo Signor Mizukage. >> Il tono è sempre fermo, la sua decisione è un'arma per attirare la di lui attenzione in effetti. << Dopo essere tornati da quello studio perimetrale finito in malo modo... >> Inizia denigrando il loro stesso risultato, ne è consapevole di come sia stata una fortuna che non abbiano fallito. << ... mi sono chiesta per quale motivo ci avesse mandato la fuori. Mi sono chiesto che senso avesse quello che abbiamo visto. >> Si sta dilungando, forse annoiandolo ma vuole che la segua in quel percorso, come se gli proponesse i pensieri di una diciassettenne sveglia. << Quasi un anno fa, sono stata uno dei medici che ha potuto prendersi cura dei feriti nel quartiere povero dopo un attacco ambiguo, si temeva fosse un canide. >> Stai tirando troppo la corda ragazzina, potrebbe veramente stancarsi ora. << Ebbene, per mio diletto, per non essere riuscita a salvare quel ferito allora ho portato avanti alcune ricerche personali le quali mi hanno portato a sospettare che le chimere quella notte in cui le abbiamo trovate su quella spiaggia si stessero organizzando per un attacco coordinato. Ma non al nostro villaggio. >> Insomma si interrompe sul più bello, su quel dettaglio, vuole che sia lui a chiedere, o che sia lui a dirle che non ha scoperto che l'acqua calda. [Chakra ON] <Bene.> Sembra che un punto fermo in quella discussione siano riusciti a metterlo. Non indugerà oltre sul passato e sugli attriti tra i loro clan, piuttosto soffermandosi maggiormente sulla questione degli assalti delle chimere e delle nuove carte riversate sul tavolo da parte della Kokketsu. Sul viso del Mizukage si apre, quindi, un sorrisetto quasi divertito. <Ora stiamo parlando la stessa lingua.> La incalza ancora mantenendo le braccia incrociate al petto. Shizuka potrà sentire lo sguardo del Kage penetrarla senza rispetto o remora. E' come se le stesse bucando l'anima e lo sguardo di Shinzou non è da meno! Pare che il rimando agli eventi di un anno prima abbia portato quell'interesse iniziale al suo massimo picco. Ebbene, è qui che le labbra di Ashura si schiudono nuovamente. <Non mi è sembrato di vedere un Kokketsu nei registri di quella notte...> Sono stati stilati tanti rapporti. Gli Anbu stavano passano in rassegna tutto il circondario pur di trovare questi invasori... e pare che della povera Shizuka non gli sia mai stata fatta menzione. Forse l'altra ha tenuto troppo a lungo per se informazioni che potevano essere di vitale importanza? Non lo sapremo mai, perchè pare che il Mizukage abbia comunque voglia di stare al gioco e continuare quella discussione. <Non molto tempo fa ho affrontato una discussione vagamente simile con la tua ex compagna di missione. La signora Nara.> Giusto per renderglielo noto. <E come ho detto a lei, ribadisco anche a te che non è necessario che un chunin o un genin comprenda dinamiche di eventi che si muovono ben al di la della propria portata.> Insomma, da un lato la sta ammonendo per essersi anche solo chiesta il senso delle cose. I Kage l'hanno mandata lì. Un senso ci sarà, no? Quale esso sia non dovrebbe essere di interesse del ninja, secondo Ashura. <Quello che non ha senso per te, ha senso per chi ha una visione del Grande Disegno... più ampia.> E lui si ritiene tale. Ad ogni modo, ecco che quel sorriso si accentua appena. Si fa quasi machiavellico e lo stesso Shinzou si soffermerà sul suo superiore con lo sguardo. Come se stia aspettando che qualcosa accada. <Apprezzo l'intraprendenza, in ogni caso. Almeno qualcuno è giunto ad una vaga conclusione.> Frecciata rivolta ad un'ospite che ormai non c'è più. <Ad ogni modo...> ed è qui che la tela del Mizukage si tesse. <... puoi star tranquilla. Non hai nulla da temere, poichè non è il nostro villaggio l'obiettivo di quelle chimere. Dici bene.> Ed eccolo stuzzicarla ancora un po'. <Quindi puoi tornare a dormire sonni tranquilli, signorina Kokketsu. L'ombra delle tue preoccupazioni è diretta altrove.> Ad un cittadino comune quella spiegazione basterebbe. A chi non ha nulla da nascondere, quella spiegazione basterebbe. Anche qui, Shinzou tace ancora.
[Magione del Mizukage - Ufficio] L'interesse altrui è smosso dalle parole giuste, dall'argomento giusto. Persino quel racconto risalente un anno prima sembra non lasciarlo indifferente. Eppure lei si sente giudicata. Stanno giocando una partita di Shoji dove lei non è per nulla esperta e danza sul palmo della mano dell'altro giocatore a suo piacimento. Quando Furaya viene tirata in ballo riguardo a quel non comprendere e chiedere delucidazioni viene rimbeccata sul di lei ruolo, sulla sua importanza in quella scala gerarchica: << Oh certo Signore, non volevo che mi venisse spiegato nulla. Ma sono una ragazza curiosa e le domande si accumulano nella mia testa. >> Si giustifica con la curiosità, che indubbiamente la pervade riguardo ad ogni cosa. << Inoltre conto di diventare qualcosa di più di un semplice chunin un giorno, perciò avvicinarmi ai pensieri di chi ha la visione del Grande Disegno, potrebbe insegnarmi molto. >> Imparare, per salire, diventare qualcuno di fondamentale, al pari di Shinzou forse, l'ombra affidabile di un Kage. Ad ogni modo quell'uomo altezzoso e pianificatore la rassicura, confermando che lui sappia già che non sono diretti a Kagegakure ma altrove. Inspira, espira profondamente. E' un attimo come per riprendere le forze, come a bloccare la mente e i cricetini per avere nuovo ossigeno per esporsi senza esagerare. << Sono felice che mi dica questo. Confido che gli attacchi a Konoha e Suna avvenuti in queste settimane siano solamente dei diversivi dunque. >> Lei vi ha partecipato, li ha visti con i propri occhi, le sembravano più aggressivi di un tempo. Eppure ancora qualcosa la preoccupa, la tedia. << Lei non crede che, ovunque queste creature stiano pensando di andare, presto o tardi, rivolgeranno nuovamente la loro attenzione sui nostri cancelli? >> Esatto, distrutta la vecchia Kiri, neutralizzato un altro avamposto, cosa mai potrebbero desiderare quei mostri se non di farne a pezzi un altro? Domanda comunque con un tono accorato, come se fosse veramente preoccupata per l'integrità del loro villaggio e nient'altro. << Ad ogni modo, la mia curiosità mi porta a chiedermi cosa possa esserci al di là di quella spiaggia di tanto interessante. Quelle famose voci dei vicoli sostengono che in quella direzione vi siano le isole del vecchio villaggio di Kiri. La geografia non è il mio forte, ma cosa mai potrebbero cercare quelle bestie dove non esiste più nulla? >> La domanda è retorica, porta addirittura una manina sotto il mento, come a rifletterci attentamente. Lascerebbe modo a quel dubbio di sedimentare, così da forse raccogliere qualche informazione di straforo, prima di alzare il testino rosso alla volta altrui, inchinandosi appena. << Chiedo scusa Signor Mizukage, credo di aver abusato della sua disponibilità fin troppo. >> Che sia una sorta di congedo? Che voglia sviare questa attenzione che ha cercato fino ad ora di calamitare? Che stia imparando a muoversi meglio fra gli adulti? [Chakra ON] Scioglie il nodo delle braccia, riportandole a penzolare lungo i fianchi, mentre il regal deretano si scosta dalla superficie legnosa della scrivania. Si rimostra in tutta la sua altezza, ma solo per qualche istante, prima di potersi voltare per aggirare il banco di legno e raggiungere la poltrona. <Quando lo sarai diventata...> qualcosa di più, intende. <... allora potremo parlare liberamente del Grande Disegno e di massimi sistemi. Fino ad allora, però...> forse è meglio che impari a rispettare i limiti della sua mansione. Che impari a stare al suo posto. Questo è quello che intende. Purtroppo un messaggio del genere sarebbe arrivato da qualsiasi Kage e non solo da Ashura. Piccola gente dovrebbe occuparsi di piccole cose. Che può gestire. Invece questa storia si sta ingigantendo sempre di più. <Le mura di Kagegakure sono costantemente attaccate dalle chimere. Lo saprai già.> Glielo spiega con rapidità, poiché non ha voglia di perdervi ulteriormente tempo attorno. <Gli attacchi sul versante est si sono intensificati dopo la vostra rocambolesca fuga verso il villaggio.> Ora che ha ritrovato posto sulla poltrona, si mette comodo e la fulmina con lo sguardo. <Quella durante la quale avete appiccato il fuoco quasi a metà foresta ad est.> Eh si... di attenzione ne hanno attirata parecchia. <Hanno solo intensificato gli attacchi, ma non sono cambiati in natura o modalità.> Si tratta solo di un maggior numero di chimere in assalto. Il Gorillone, invece, non si è mai più visto. Ne nulla di simile. Infine Shizuka pone la domanda giusta. Si chiede cosa vi sia al di la delle foreste ad est. Oltre il mare e le sabbie. Ed è qui che il sorriso di Ashura si fa più intenso. <Più nulla?> Ridacchia divertito. <L'erbaccia cresce anche tra le rocce, mia cara. E noi siamo l'erbaccia più coriacea e infestante che il mondo abbia mai conosciuto.> Poggia il viso sul pugno destro, inclinando appena il capo. <Non mi sorprenderebbe scoprire che qualche superstite si sia accampato tra vecchie rovine e cumuli di pietra. Non la più felice delle scelte, purtroppo.> Ancora una volta la stuzzicherà, forte di una consapevolezza che l'altra ignora lui abbia. <Le chimere agiscono con mentalità da branco e gli studi suggeriscono che siano molto simili agli animali, in termini di comportamento e istinto.> Le rivela che vi sono degli studi. <Qualunque sia il motivo concreto per cui si stanno muovendo verso est, a noi fa comodo. Si allontanano da Kagegakure e tanto basta.> Si stringe nelle spalle. <Puoi star tranquilla, giovane Kokketsu... tutto ciò a cui tieni è al sicuro tra queste mura.> Che abbia appositamente scelto di usare queste parole? Che stia cercando appositamente di toccarla sulle note della sua emotività? <Intanto... le nostre forze di ricognizione...> indicando con la mano sinistra Shinzou per qualche istante. <... si stanno premurando di capire il perchè di questo comportamento e se, in futuro, questo enorme branco potrà effettivamente rivolgere lo sguardo verso Kagegakure. Se così dovesse essere, ci faremo trovare pronti. Siamo l'ultimo baluardo della civiltà per un motivo.> Infine lei chiede congedo e si scusa per avergli rubato del tempo. <Mh.> mugugna pensieroso. <Puoi andare se non c'è altro di cui vuoi informarmi.> parole scelte accuratamente. <Torna a dormire sonni tranquilli. Preoccupati di sfaccettature della realtà a te più vicine e lascia a me... il Grande Disegno.> E così le donerà congedo, a meno che l'altra non abbia da ribattere.
[Magione del Mizukage - Ufficio] Certo la posizione è fondamentale in quella scala gerarchica e lei lo sa bene. Ma non sono forse gli ambiziosi a raggiungere i piani più alti solitamente? Bisogna essere disposti a mettersi in gioco, attirare le attenzioni di chi sta più in alto in maniera discreta. Ma forse lei ora ha osato troppo. Però in qualche modo ancora quell'uomo la rassicura, la mette a conoscenza di dettagli che non sono probabilmente di sua competenza ma che le tornano estremamente utili ora, donandole un quadro più completo. Non può fare a meno di notare come i gesti dell'ex Hokage siano stati avventati, causando problematiche ampie al villaggio. Di come la scelta effettuata dalla sangue nero fosse forse più assennata, anche l'idea di fuggire prontamente. La fiducia in quella donna dal crine rosato si assottiglia sempre di più, è felice soprattutto che anche il ragazzo stia perdendo convinzione su quel versante. Eppure, più quel discorso prosegue, mentre lei permane silenziosa, più le viene in mente il Ryuuzaki. E' impulsiva, troppo buona per questo mondo, al consiglio, al Mizukage non importa nulla di salvare altre persone, alla maggior parte di loro importa solo di salvare loro stessi. << La sicurezza di Kagegakure è ciò che ha la massima importanza in effetti. >> Non può dire altro e in fondo non pensa altro, anche lei fa parte di quel villaggio, il suo aiutare gli altri era finalizzato a un progetto di unione contro il nemico comune per eradicarlo. << Si fortunatamente tutto ciò a cui tengo ora si trova tra queste mura. >> Gli occhi blu non possono che distanziarsi dalla figura del Kage e poggiarsi su Shinzou, il vecchio Anbu che in una sola notte è riuscito a farsi amare e stimare. Ad ogni modo quell'uomo altezzoso sa benissimo della vecchia Kiri ma non ha la minima intenzione di aiutarla. << La ringrazio per aver speso il suo tempo a rassicurare una giovane ragazza. Resto a disposizione qualora la mia presenza sia nuovamente necessaria in futuro, consapevole del fatto che potrei spegnere un incendio la prossima volta con le mie abilità nell'utilizzo del Suiton. >> Un modo per sottolineare qualcosa che lui sa già in effetti, ovvero che non è certamente stata lei ad appiccare quell'incendio, e anzi che lo avrebbe volentieri spento. << Lascio a lei il Grande Disegno. Consapevole di come non potrebbe essere seguito in modo migliore. >> E' seria, non lo pensa forse, ma probabilmente il fatto che non abbia un'idea definita di quanto sia accaduto quella sera, le consente di non avere nemmeno un minimo di ironia nei toni. Una fedele Shinobi del villaggio di Kagegakure. << Con permesso. Arrivederci. >> Si congederebbe così, arretrando senza volgere le spalle ai due, almeno non inizialmente, in segno di rispetto. Solo quanto entrambi avessero perso interesse in lei, allora si sarebbe girata, uscendo in maniera pacata da quella sala, troppo sfarzosa per i suoi gusti, troppo piena di un ego immenso. Tutto sommato però qualcosa di positivo lo ha ricevuto, il ritorno del Kaguya e il fatto che egli abbia perso un occhio e un braccio per mantenere la propria promessa. [Chakra ON][//Se END] Non proferirà altre parole, il buon Ashura. Incrocia le mani ad altezza del mento, poggiando i gomiti sulla scrivania... e nel mentre ascolta la ragazza parlare. Tutto il di lei interesse scema, infine, senza che al Kage sia donato anche un solo briciolo di informazione in più. Eppure sembra essere vagamente soddisfatto. Da cosa? non è dato saperlo... ma sembra compiaciuto dal risultato ottenuto. L'improvvisa serietà e formalità della ragazza suona quasi come un leggerissimo e sottilissimo campanello d'allarme. Lascia spazio per riflessioni, che tuttavia non vedranno mai la luce del sole. Le terrà per se. Intanto Shizuka chiede educatamente di allontanarsi e innanzi alla mancata opposizione di chi la ospita, sarà liberissima di allontanarsi. Shinzou la seguirà con lo sguardo, riprendendo a respirare regolarmente. Forse era in ansia per lei e per le risposte che gli avrebbe dato.[Sbam!] la grande porta dell'ufficio si chiude e finalmente restano da soli. Ashura guarda Shinzou e quest'ultimo ricambia lo sguardo. Dopo di che il Kage accenna in maniera quasi impercettibile con il capo e l'ex Anbu capisce. Non v'è scambio di parole. Nessun ordine viene emanato e nessun congedo concesso. Eppure Shinzou riprende a muoversi e si avvia anch'egli verso il fondo della stanza. Solo quando in procinto di andar via, Ashura spezzerà il silenzio un'ultima volta. <Ti stai ammorbidendo, vecchio mio...> Shinzou arresta il passo. Non si volta. Sorride appena, in maniera quasi sommessa, e subito dopo si rimette in cammino al fine di abbandonare il palcoscenico. Così il sipario si chiude sulle vicende di oggi. I tasselli del puzzle sono tanti e rimetterli nell'ordine corretto non è semplice... eppure, la bozza di quel Grande Disegno inizia già ad intravedersi.[The End]