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Capra nera

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con Katai, Kurou

22:01 Kurou:
 Giornate di allenamento mancato. Al plurale, perchè una è stata necessaria al verificarsi di quella visita, nel distretto di Suna, dove due sammaritani, giovani quanto lo è qualsiasi bocciolo primaverile, si appresterebbero a cercare quella terra promessa, non a loro, ma alla povera gente di Kiri. Ormai anche Kurou, grazie alla guida del corvo, è riuscito a sensibilizzarsi su tale causa, andando così ad espandere la sua veduta non più solo al proprio vicinato o alle persone più care, ma anche e soprattutto laddove la massa soffre, e rischia di diventare un pericolo per se stessa e gli altri. Sono lì che camminano, uno a fianco all'altro, laddove il più alto sarebbe vestito più pesante del solito, con una maglia termica nero opaca, a copertura del corpo intero escluse le estremità come testa, mani e piedi, e un piumino grigio, smanicato, giusto per non lasciare nascosta quella possenza nelle braccia per cui ha faticato tutta la vita. Al di sotto dei normalissimi pantaloni cargo color antracite, stretti in vita come nelle caviglie, alle quali sono anche legate dei comodi sandali, che a ogni passo appoggiano su quella morbida ma fredda sabbia serale, a cui non è per nulla abituato. < Fa più freddo di quanto mi aspettassi... > In effetti la sabbia non è solita rendere il clima più mite, e l'inverno non indietreggia di un passo, nemmeno di fronte alle loro buone intenzioni. Avrebbe continuato di fianco al compagno fino a raggiungere una vastità di campi, protetti da diverse recinzioni, e strutture che permettono all'acqua di sgorgare in continua, con qualche innesto di terriccio coltivabile, decisamente diversa dal materiale che compone il resto del paesaggio. < Guarda che hanno creato tirato su... E' la prima volta che mi capita di vedere una cosa così a Suna. > Sicuramente sono stati bravi ad arrangiarsi, sebbene egli non possa sapere con certezza quanto sia facile o difficile coltivare tra le dune.

22:12 Katai:
  [Campi | Esterno] Tra le dune di Suna, dove miliardi di granelli di sabbia si raffreddano nella notte, cammina un'Ombra. E' affiancata da una figura più imponente, massiccia, torreggiante, che si delinea a stento contro i fiochi raggi argentei del satellite, costretto in una falce che taglia il cielo nero e ne esalta il fulgido firmamento. Un chiarore siderale si riflette tra le sabbie del Distretto, confondendo le forme, smussando gli angoli, obliando la mente. Non per chi, nonostante l'Inverno che incalza, ora volge lo sguardo ai più bisognosi. Non solo un paio di occhi, ma anche un cuore ed una mente, sempre attenti al sociale, pronti a cogliere opportunità tali da poter estinguere ogni alito di Guerra , alimentando solo la scintilla della Pace. L'Ombra veste abiti sciatti, umili, composti da una maglia nera dal colletto alto e circolare, le maniche lunghe, oltre le quali sbucano bendaggi candidi, che si avviluppano sino alle nocche delle rispettive mani. Un paio di pantaloni, ampi e comodi, si sfregano tra loro ad ogni falcata, per quanto breve questa sia, scandendo il ritmo dei passi che si susseguono sul terreno ruvido, arido, ma non troppo. Non abbastanza, almeno, per le famigerate tecniche di coltivazione delle popolazioni sunesi. Questi sono stati capaci di mettere a nudo la speranza e la vita, persino nella terra più brulla e secca. Proprio come Kurou, lì di fianco, si trova a sottolineare e lui si accoda, di rimando, dopo poco più di un silenzio assenso. < E' incredibile. > E si sofferma, mentre i calzari dalle tinte fosche affondano tra le dune. < Chissà quale sarà il campo di quel signore. > Riflette, ad alta voce.

22:29 Kurou:
  [Campi | Esterno] Nell'arrestarsi dell'amico, come per osmosi, le gambe pesanti e nerborute si placano, da un loro maldestro e avventato precipitarsi al campo più vicino. Se non fosse per quella sfera, bianca e altrettanto gelida, nulla di tutto sarebbe visibile, nemmeno Katai che riesce a mimetizzarsi discretamente bene, con quel vestiario e la chioma cupa che lo rendono un tutt'uno con l'atmosfera, agli occhi sgranati del Nakayama. < ... > Non riesce a dare risposta, non subito almeno, rivolgendo nuovamente lo sguardo alla vegetazione, coperta con qualche velo protettivo, e al di dietro delle casupole, forse abitate o semplicemente d'appoggio. A quella distanza, la coltivazione non sembra scandita di netto, ed è difficile pensare di riconoscere l'appartenenza di un lembo di terreno, senza aiuti evidenti. < Non aveva detto di allevare capre? > Rammenta quella mattinata, iniziata per un motivo e tramutatasi in tutt'altro, facendogli rammentare di non essere riuscito nemmeno ad esprimersi con Katai, riguardo a ciò per cui lo aveva cercato. Ma la situazione chiama ben altri interessi. < Se una di quelle capanne ha delle capre... Allora il gioco è fatto. > Ovviamente non gli balena nemmeno per l'anticamera del cervello che possa essere una pratica comune tra i contadini del distretto, e questo gli mette un paraocchi di fronte, in grado di fargli apprezzare così tanto la sua idea da congratularsi con se stesso. Terrebbe quindi le braccia conserte, appoggiate prima ad un pettorale, poi incrociandole andrebbe a comprimere anche l'altro, per andare ad aguzzare lo sguardo su quegli edifici, provando a scrutare qualche dettaglio, che solo quella sfera bianca avrebbe potuto illuminare.

22:41 Katai:
  [Campi | Esterno] Si amalgama tra le ombre, o meglio nella notte. La pelle pallida, come l'argentea falce di Luna che si staglia nel cielo e le vesti scure, come il firmamento derubato delle sue stelle. Sono poche le note di colore delle quali si veste: una sciarpa cremisi, che avvolge il cingolo scapolare, in più volute di spire vermiglie, ricadendo poi oltre la spalla destra, come rivolo di sangue. E un ventaglio, rosso e bianco, che si stampa , nitido e stilizzato, dietro la schiena, all'altezza delle scapole, occupandone la superficie per intero. Abbastanza grande da poter essere visto da chiunque, abbastanza piccolo da non riempire l'intera superficie posteriore dell'indumento. E' disarmato, se non fosse per qualche tonico e dei fuuda ,contenuti in una sacca portaoggetti, che reca dietro la cintola, all'altezza della natica destra. Lì sono raccolti in un'accozzaglia ordinata, ognuno nell'apposita sezione ad esso adibita. < E comunque non trovo più il mio portafogli. > Rivela, tra un pensiero e l'altro, sorvolando, almeno visivamente, i campi coltivati. Le recinzioni sono fin troppo robuste per essere forzate dalle sue sole mani, fin troppo alte per essere scavalcate d'impeto. < Buona idea, Kurou. > Si congratula, ma senza guardarlo, senza sorrisi, semplicemente imprimendo nel tono l'inflessione pacata , ma altisonante della compiacenza.Si arresta, di rimando, proprio come l'altro mima. E cerca, lì attorno, una superficie di rialzo che possa permettergli di osservare l'area da una posizione privilegiata. < Ma non vedo capre. > E non vede niente, o quasi, in realtà. < Potremmo provare con il loro verso. > Ipotizza, andando a sollevare un sopracciglio , interrogativo. < Prova tu. > Lo esorta, alzando occhi, naso, fronte e mento, proprio verso di lui.

23:04 Kurou:
  [Campi | Esterno] Quella posa di attesa, come se stesse aspettando una mossa, da parte di quegli ortaggi, una sola, e come uno dei migliori agguati andrebbe a catturarlo, per un interrogatorio volto a scoprire a quale villaggio appartenga: se fosse un cavolo ninja degli allevatori di capre, o una lattuga, degli allevatori di dromedari. Non gli è dato saperlo, e sicuramente quella posa, così passiva, non servirà a nulla, se non a far viaggiare la sua mente. < Giusto! Non hai trovato il portafoglio tornando al campo d'addestramento? > Eccolo distrarsi, con una semplice frase soffocata tra il pensieri dell'amico, ma sufficiente a distogliere quella bassa attenzione dalle linee dell'orizzonte, per passare a quelle altrettanto confuse dell'Uchiha. Nel frattempo un'idea schiocca nell'aria attraverso le parole del ragazzo più giovane, e ovviamente, a rigore di essere assurda, risulta geniale, dopo una brevissima analisi da parte del taijutsuer, che impiega qualche istante per rispondere. < Potrebbe funzionare davvero. > Oppure li avrebbe messi nel mirino di qualche povero contadino a riposo, ma avrebbero sempre potuto cavarsela, con una fuga istantanea o qualche spiegazione convincente. Senza pensarci troppo, avrebbe rilasciato quella posa rilassata, e avrebbe ricominciato a guardare la zona calda, quella piena di recinzioni e verdure, andando quindi ad inclinarsi leggermente in avanti con la schiena, avvicinando un po' di più la sua altezza a quella di Katai. In seguito, porterebbe entrambe le mani, ormai libere, al volto di fianco alla bocca, raccogliendole curve su se stesse e formando una sorta di amplificatore della voce, andando perciò ad inspirare profondamente, con due narici dilatate e un'espressione molto concentrata, forse fin troppo. E cosi avrebbe rilasciato tutta l'aria incanalata attraverso le fauci, andando a spalancare la mandibola e spingendo col diaframma, a tutto volume. < BEEEEEEEH! >. Un singolo urlo, per nulla assomigliante ad un vero verso, per quanto l'onomatopea fosse corretta. Ma nessun suono di ritorno, se non l'eco della sua voce.

23:12 Katai:
 Lo sguardo è duraturo, speranzoso, ma per nulla interrogativo. Si aspetta davvero che quel figuro torreggiante e imponente si metta a mimare il verso delle capre, per poterne richiamare l'attenzione o l'eco, così da individuarne meglio la posizione. D'altronde, in quella landa di capre e cavoli, non può permettersi di cercare a lungo. Non può perdere tempo così facilmente, ecco perché ha bisogno di andare dritto al punto, dritto alla meta. < ... > Non emette fiato alcuno , sulle prime, salvo battere le ciglia, una volta solamente, per poter meglio mettere a fuoco le intenzioni del Nakayama. La falce di Luna risplende sulle loro teste, disegnando l'orizzonte nero, lontano, contro il quale si specchiano le luci di Kagegakure, in lontananza, là dove il centro nevralgico del villaggio pulsa di vita, frenetico e violento. Tremendamente umano. < No, non c'era. > Sentenzia. < Neanche a casa. > Aggiunge. < Da nessuna parte. > Conclude, sconsolato, avendo smarrito, con esso, anche il suo identificativo cartaceo, i suoi documenti, nonché una cospicua somma di soldi. < Funzionerà di sicuro. > Incoraggia e starebbe quasi sul punto di spingerlo a belare lui stesso, potrebbe persino fargli la conca con le mani davanti alla bocca, ma di certo non si metterà ad imitarlo lui stesso. E' una frana con le imitazioni. Eccezion fatta per quelle ...< ci sono ! > Esclama, andando a comporre il sigillo, appunto, della [CAPRA] con indice e medio rivolti all'insù. Uniti dinanzi allo sterno, in una posa statica e marziale, che contrasta, nettamente, con il verso vocalizzato da Kurou stesso. < Se svegliamo qualcuno, digli che è colpa mia. > Sua ? Ovvio, ma non proprio del giovane Uchiha bensì ...< Mi trasformo in una capra. > Annuncia, andando a socchiudere gli occhi, per poter guadagnare quel barlume di concentrazione adeguato, consono al proprio intento.

23:32 Kurou:
  [Campi | Esterno] Un urlo secco, interrotto da un'altra mirabolante idea dell'amico, che sembra sempre più la mente del duo. Le mani, rimarrebbero fisse attaccate al viso, mentre quest'ultimo si girerebbe in direzione dell'altro con una torsione del busto. < E' vero! Grande Katai-kun > si mette a sorridere estasiato, mentre attende la trasformazione del compagno. A rigore di ciò andrebbe a voltarsi verso le recinzioni, un'ultima volta. Magari nel tentativo precedente non era stato così incisivo, ma ecco l'occasione per rimediare. Avrebbe di nuovo caricato i polmoni di aria, spalancando la cassa toracica e assorbendo ossigeno. Sarebbe fuoriuscito tutto, con un ulteriore boato. < BEEEEEEEH! > medesimo, stessa lunghezza, stessa intensità, interpretazione pessima. Dopodichè non sentendo null'altro in ritorno, andrebbe a sciogliere quella posa, riergendosi a schiena dritta, e andando ad appoggiare quelle mani vaganti sui fianchi, di nuovo in attesa che accada qualcosa... Qualsiasi cosa. < Credo che dovremo tornare di giorno... > sentenzia, andando a fare una breve computazione e scoprendo di essere giunto in un orario un po' fuori norma per gli standard lavorativi di un contadino. Nel frattempo avrebbe scrutato l'orizzonte, e sarebbe stato interrotto solo dal compagno, se si fosse riuscito a tramutare in un animale barbuto, forse più attratto dalla forma di quella interpretazione che dalla sua utilità in sé.

23:46 Katai:
 E così s'adopera, di fatto, per concentrarsi a dovere. Gli occhi socchiusi, le palpebre calate su quello sguardo nero, buio, come le profondità atmosferiche che dominano le loro teste. E quei campi di cavoli - e capre. Per quanto tutto ciò possa sembrare assurdo, lui è lì a fare sul serio. Il suo proposito, in fondo, è tra i più nobili e gli sta a cuore, a tal punto da prodigarsi persino di notte, in quell'impresa titanica rappresentata dall'individuare il campo esatto, coltivato dalla persona giusta, affiancato da un allevamento di capre. < Potrebbero tenere le capre da un'altra parte ? > Domanda, insinuando, infine, il seme del dubbio. Farr e disfare, tutto da solo, tutto senza minimamente dar retta all'impegno altrui, del quale si bea solamente nello scopo utilitaristico della cosa. E così TENTA di reclamare il dominio sulle proprie energie fisiche e mentali, andando ad incidere, mentalmente, sulle potenzialità di ogni sua cellula e la ferrea concretezza di una volontà incrollabile ; le due energie TENTANO di fondersi in un unicum indissolubile e inscindibile, all'altezza del petto, per dar vita e scintilla al fuoco elettrico del chakra. < Di giorno non fa troppo caldo qui ? Le capre non dovrebbero trovarsi all'ombra ? > domanda, incalzando il compagno di (s)venture . Lui questiona e interroga, ma le risposte sono ben lungi dall'arrivare e faticano a prendere forma, soprattutto nel silenzio che segue l'ennesimo verso belato dal Nakayama. Nella sua mente, ora, TENTA di addensare l'immagine di una capra, in tutto e per tutto identica a quelle che ha già potuto vedere, seppur di rado, tra le fila dei contadini del Suono. Eppure esita, ancora e ancora, quasi stesse aspettando di cogliere l'opportunità migliore. O forse sta solo cercando la forza necessaria per tramutarsi in un animale e mimarne anche le caratteristiche morfologiche e costituzionali. [Chakra Off > On | 2/4 Impasto Chakra | 60/60]

00:06 Kurou:
  [Campi | Esterno] Mentre aspetta, ripensa un'altra volta all'eventualità di aver effettuato un passo più lungo della gamba, ad essersi presentato lì, con la luna a salutare in una serata gelida. E la sabbia umida, a pietrificare dei piedi che hanno perso la circolazione regolare da qualche secondo, e che il titano dalla chioma rigogliosa scalcia per scaldare, sollevando un po' di quei granelli che andrebbero a schiantarsi dietro di lui, in una manciata di polvere. Anche il compagno è dubbioso, da quello che ha capito mentre era troppo impegnato ad urlare a degli ortaggi. Riesce ancora ad ammirarne la vastità, di quella moltitudine di campi, molto più ampi di ciò che immaginava prima di partire, e riesce a visualizzare l'immagine di quella povera gente che altro non desidera se non poter ricevere un aiuto essenziale, quel poco che basta per rimettersi in piedi, e provare a combattere come deboli fiamme che andrebbero a spegnersi se non accudite. < Se riuscissimo a chiedere anche ai vicini del mercante dei cavoli, avremmo molto più cibo da preparare. > Magari non tutti. Così come è convinto di rispettare il ruolo di ogni persona, è plausibile che non tutti abbiano a cuore il destino dei più bisognosi, ma il percorso di rieducazione è lungo e per quanto il loro contributo sia importante, non si può insegnare alla società a prendersi cura del prossimo, non in un giorno solo. Ma sollevare quesiti come quelli non avrebbe fatto altro se non distrarre un compagno, così immerso nel suo operato che Kurou si sarebbe mette sull'attenti, virando il suo sguardo su quel volto pallido, consapevole di star esaminando un maestro all'opera, e quindi attenderebbe, sinceramente curioso dell'esito.

00:20 Katai:
 < !! > Le sopracciglia si sollevano, proprio mentre la voce di Kurou raggiunge le orecchie e si spalma contro i timpani, contro i pensieri. La moltitudine di pensieri. E' lì che incontra una reazione: la sorpresa. Il volto, infatti, si inclina in una piega stupita. Non tanto dall'intelligenza altrui, quanto dalla sua proposta, che ha un qualcosa di estremamente altruistico, vero, ma anche efficace. < .. > Tuttavia, non ha risposta, non inizialmente, almeno, perché oramai è già cominciata. La sua trasformazione è già innescata, seppur non ancora visibile. Sì, perché nella mente , dietro quelle pupille d'ossidiana, si sono addensate le forme tozze e accorciate del corpo del bovide, le corna ricurve all'indietro, il muso barbuto con caratteristico ciuffo di peli sotto il mento e le medie dimensioni, non più grandi di un uomo a quattro zampe, ma neanche troppo più piccole. Non modifica, di fatto, la propria stazza, se non fosse che questa si potrebbe, ora, misurare al garrese. Ai lati del collo le due appendici cutanee che penzolano e si dibattono, mentre già la nuvola di fumo ha iniziato ad avvolgere la sagoma del giovane Uchiha, che, fisso in quella posa statica, dalle mani giunte e le dita che puntano il cielo, nel mantenuto sigillo della [CAPRA] TENTA di trasformarsi in quest'ultima, con pelo liscio e lungo, dal colore tipicamente scuro. La così famosa e famigerata capra-nera. Ovvio. E tutto ciò che andrebbe a rispondere, all'indirizzo del Nakayama, sarebbe l'ennesimo belato, lungo, prolungato, squillante ; evidentemente molto diverso da quello dell'altro, ma , appunto fortificato dalle proprietà del chakra, che mescolano e rimodellano la sua fisionomia. < BEEEEEEH > [Chakra On|60-2/60][Trasformazione 2/4]

21:28 Kurou:
 Ormai è in attesa. Un'attesa silente, che nel vuoto di quel freddo e sabbioso panorama, avvolge i due, fornendo la concentrazione necessaria al suo compagno di avventure per dare spettacolo. Ovviamente non può sapere cosa passa per la mente di Katai, in quei frangenti, ma la pratica di trasformazione ha dovuto ripassarla decine se non centinaia di volte, prima di non riuscire mai a svolgerla correttamente, grazie alla sua inettitudine. Si partirebbe con l'immaginare la figura selezionata, per poi andare ad avvolgere il proprio corpo di chakra per modellare l'aspetto in ciò che si è figurato nella mente. Ma sono tutte nozioni di teoria, che a quel testone non servono proprio a un bel nulla. Comunque Kurou sembra parecchio interessato, mentre gli occhi sono puntati su quello shinobi tanto capace, e tutto viene smorzato da una nuvola, a segnare l'espulsione del chakra dagli tsubo. < Eccolo! > Kurou si volterebbe completamente, non più solo con il collo, verso quella nube che riflette la luce lunare, andando a scrutare ciò che si trova al di là con sguardo intrepido, e sbuffando impaziente dal naso, creando compulsivamente qualche nuvola di vapore. Ma quelle nuvole, un po' scure e un po' chiare, si sarebbero diradate prima o poi, lasciando intravedere una forma perfetta, SE il tentativo di Katai fosse andato a buon fine, andando così ad ammirare da vicino quella sublime tecnica, che lui non è mai riuscito a padroneggiare. < Woah! Sei proprio bravo! Anche il verso è uguale! > andrebbe perciò a muovere dei passi lateralmente, in quella sabbia gelida, per girare attorno alla nuova capra nera di Otogakure. < E' anche nel tuo stile, tutta scura... > sorride emozionato, mentre osserva che ogni dettaglio è curato a dovere. < Secondo me se andassi così al compleanno di Kore le faresti una grossa sorpresa! > pensa ancora al loro incontro precedente, e ricorda le varie trattative, e quel portachiavi, con quella strana passione per la ragazza della sabbia.

21:44 Katai:
 Un manto di chakra lo avvolge. Una nube di fumo bianco balugina sotto lo sguardo argenteo della Luna, mentre pigri cumulonembi si assiepano sopra i campi coltivati di Suna. Le dune, in lontananza, s'intervallano alle strisce bucoliche dell'agricoltura raffinata della Sabbia. Così finisce a quattro zampe, letteralmente. Quando la nube si dirada, un manto nero, scuro, proprio come le vesti che indossava, si palesa a sostituire indumenti e pelle. Il caratteristico barbiglio sotto il mento , composto da ciuffi di pelo, si arriccia nel belato che emette, ancora. < BEEEEH ! > Imita, in tutto e per tutto, quell'animale , che per alcuni è un totem, per altri un semplice quadrupede. < Le piaaaaacciono le capreeeeeh ?! > Domanda, cantilenando il tono, nel tentativo di fuggire ogni dubbio sulla sua reale natura. E si muove di qualche passo, qua e là, trotterellando casualmente attorno a Kurou stesso, quasi sul posto. Scodinzola, mentre gli zoccoli calpestano la nuda sabbia, affondando nella stessa. < Non creeeeeedo che trovereeeemo il campo > Blatera, tra un belato e l'altro, andando ad emettere quel verso stremato. E poi volge lo sguardo all'orizzonte, quello buio, dove le mura di Kagegakure svettano oltre i caseggiati più bassi, ma le sue luci riempiono l'oscurità. < Peeeer di quaaaa.. > Bela, andando a dirigersi verso una china di sabbia, che discende verso il basso, verso i campi, dove le recinzioni si ergono a protezione della curiosità dei più arditi, soprattutto dei più malintenzionati. [Chakra 58/60][Trasformazione On]

22:07 Kurou:
 Gli occhi a fessura, una ispida e mediamente lunga barba che fuoriesce dalla parte bassa del muso, e un manto nero, splendidamente lucido, quasi con la capacità di riflettere quel bagliore bianco che illumina le loro vie. L'ispezione si arresta, mentre inizia il giro di prova della capra, forse con la volontà di Katai di provare ad essere il più realistico possibile anche in movimento, il che gli riuscirebbe molto bene a degli occhi inesperti come quelli di un taijutsuer. < Certo che le piacciono, è l'unica cosa di cui lei e il contadino hanno parlato... > riembra ancora più nel dettaglio quella giornata, mentre osserva quelle zampe saltellare a destra e sinistra, sollevando un po' di quei granelli che finiscono irreversibilmente in faccia al capellone, facendogli dapprima alzare il volto al cielo, e ricadere subito in maniere vertiginosa, uno starnuto di riflesso, rumoroso e poco igienico. < Scusa, fa un po' freddino... > nonostante il piumino smanicato, la serata è piuttosto rigida, ma a quanto pare lungi dall'essere terminata. Osserva l'animale oscuro muoversi nuovamente, prendendo sempre più dimestichezza col suo essere, andando a discendere dalla duna sulla quale erano eretti, invitando il compagno umano a seguirlo. < Va bene, non voglio essere pessimista, ma non credo troveremo un granchè. > Se nessuno si fosse mosso fino a quel momento, sarebbe stata dura pensare di scatenare qualche reazione avvicinandosi, dato tutto il baccano fatto dai due rumorosi shinobi. Avrebbe fatto attenzione a non scivolare su quella discesa di sabbia, andando quindi a flettere leggermente le gambe, da bravo bipede, tenendo la sinistra leggermente più avanti a fare da freno in caso di uno scivolone, mantenendo un passo lento. < A proposito, di cosa parlavate tu e Kore l'altro giorno? Di una missione? > era troppo distratto e disattento per aver carpito qualcosa di specifico, ma in generale sembrava stessero parlando di cose serie, ed essendo entrambi shinobi, la deduzione sarebbe stata semplice.

22:29 Katai:
 < Haiiii ragioneeeee > Bela, cantilenando una risposta che ha il sapore dell'ideazione illuminata e consapevole, almeno adesso. Trotta attorno a Kurou ancora per poco, prima di discendere la china intrapresa, affondando gli zoccoli che schioccano sul terreno, ma senza troppo rumore, dal momento che risultano perlopiù fittizi, qualcosa di a malapena consistente, affondando, perlopiù, sulla sabbia fintanto che questa non muta di consistenza e forma, divenendo vero e proprio terriccio, scosso e arato, lavorato a dovere dall'abile e sapiente mano degli agricoltori sunesi. < Seeeei allergico alle caaapree ? > Domanda, con la cadenza di un verso animale, a malapena stentato, abbozzato a fatica. Deve pur rimanere nella parte, in qualche modo. E si adopera al meglio delle sue possibilità: mantenendo la postura quadrupede, l'andatura smorzata dall'incertezza del pendio, la paura dell'ignoto, il timore per il cacciatore che si nasconde nel buio. < Proviamo. > Sentenzia, ora, diretto e lapidario, muovendo quel muso in un moto baldanzoso, mentre raggiunge la piana di cavoli. < Deve catturare un killer. > Commenta, in risposta alla domanda che gli viene offerta dal Taijutser. < Un killer che uccide vittime femmine di bell'aspetto. > E' quanto gli è stato detto ed è quanto riporta. < Gli serve un'esca. > E lui, si sa, è uno shinobi dedito al sacrificio. < Ma ..> si sofferma, andando ad annusare l'aria, proprio come farebbe una capra, in prossimità del campo di cavoli. < ..non so come andrà a finire. > Si stringerebbe nelle spalle, ora, se ne avesse due per l'occasione. [Chakra On|58/60][Trasformazione On]

22:52 Kurou:
  [Campi - Prossimità recinzione] Una discesa non troppo ripida ma fastidiosa, qualcosa a cui decisamente non è abituato, con una Konoha ormai pianeggiante se non per quella iconica catena che urla il nome di diversi shinobi storici, di cui Kurou non ne ricorda nemmeno uno. Un piede e arretrato a fare da perno per non avanzare a velocità troppo alta, l'altro davanti è a spazzare la sabbia sottostante, permettendo di scivolare in maniera agevolata su quella patina biancastra. < Credo sia stata più la sabbia in volo ad entrarmi nel naso... > ed ecco che con tutto il polverone sollevato dal suo piede sinistro, un'altra folata porta dei granelli sul viso, che gli fornirebbero un terribile prurito alle vie respiratorie, scaturendo un altro fragoroso starnuto. Più rumorosi di così, non potevano essere. Finisce quel tratto, e ne inizia un altro fatto di vero terriccio, che li porta in prossimità delle recinzioni, che si trovano in quel punto proprio per non essere oltrepassate, ma che permettono comunque una visuale all'interno del selciato. L'attenzione rimane comunque sul compagno, in seguito alla sua invadente curiosità. < Un... Un killer?! > rimane chiaramente stupito dalla risposta, guardandosi anche un po' attorno, come se ce lo avesse di fianco. < Ma come quelli dei film horror? > domanda ingenua per una persona ingenua. Ovviamente il tono è serio. Ascolta il resto di quei sporadici dettagli, annuendo e guardando l'animale caprino, la cui spiegazione sembra farlo soprassedere su quella forma un po' buffa. < Ma avrai qualcuno a sorvegliarti, giusto Katai? > Spera che abbia tralasciato per sbaglio quel particolare, ribadendolo lui stesso, visivamente preoccupato per un compito che non è per nulla rassicurante. < Basta che qualcuno stia a distanza, tu urli e lui arriva giusto? > incalza con un'altra domanda, per poi erigersi su se stesso in posizione eretta, come un soldatino, con tanto di saluto militare sulla fronte, portato con la mano destra. < Potrei farlo anche io se non ci fosse nessun altro più capace! > il tono servizievole, lo sguardo nel vuoto, al di sopra della pecora, come se stesse rispondendo ad un superiore invisibile.

23:12 Katai:
 E puff. L'ennesima nube di fumo lo avvolge , o meglio, avvolge la capra nera. L'ennesimo soffio di vento che spira e scaccia via quella nuvoletta candida, lasciando , al suo posto, uno shinobi giovane, vestito di abiti scuri, tradito, tra le pieghe della notte, da quel ventaglio rosso e bianco che porta stampato sulla schiena. E una sciarpa cremisi, avvolta attorno al cingolo scapolare, che discende oltre la spalla destra, come un rivolo di sangue. Bipede, di nuovo. Ritto sul posto, come nulla fosse successo, si accosta alla recinzione del campo di cavoli, ricercando qualcosa che possa suggerirgli l'esatta ubicazione della dimora di quel venditore ambulante. Una tettoia, magari, un recinto per animali o semplicemente uno steccato che divida l'allevamento dalla coltivazione. Nulla. Non riesce ad individuare nulla, in quelle pieghe buie che ottenebrano tanto lo sguardo quanto la mente. < ... > Non replica alle parole di Kurou, non immediatamente, almeno. Lascia che un silenzio assenso, volto solo a prendere atto e consapevolezza della replica altrui, si adagi tra di loro. Assordante, avvolgente, eloquente. < Credo di no. > Commenta, vago, distratto, quasi stesse parlando del meteo o della fila di cavoli che si dipana dinanzi, a perdita d'occhio. Invece sta semplicemente rispondendo all'ennesima domanda, se essere sorvegliato o meno. < Solamente io e Kore, credo. Forse Akainu. > Snocciola nomi, così, su due piedi, mentre sembra dare per scontato che l'altro li conosca tutti. < Potrebbero sfamare l'intero Quartiere Povero, se volessero. > Non scuote il capo, ma c'è evidente disappunto in quel commento amaro. < Ti ringrazio Kurou. > Abbozza, cordiale, pacato, torcendo il collo verso di lui, stentando un sorriso laterale, periferico. < Vieni, andiamo di qua..> Lo invita, ancora, mentre si adopera per aggirare la recinzione, in cerca di un passaggio tra i campi, scomparendo nella notte.( E N D)

23:41 Kurou:
 Rigido e ferreo, un po' come quelle folate di vento che solleticano la pelle, andando ad indurire i nervi e ad arrossare la pelle laddove questa cerca di reagire per far fronte alla temperatura bassa. Ormai l'attenzione del Nakayama è catturata da Katai, e quel campo di ortaggi sembra sotto l'occhio di quest'ultimo, mentre sotto sotto il ragazzo più alto è ancora in soggezione all'idea di vedere Katai andare faccia a faccia con una persona spregevole, come uno che uccide le persone per gusto. Ma lo sguardo, dapprima sopra la capretta, viene intercettato dal retro della testa dello shinobi, dopo che questo riavvolge la sua trasformazione dissipando il chakra raccolto intorno a se e formando così un'ulteriore nube, fatta di rimasugli di energia psicofisica. Ora Katai osserva il selciato, forse alla ricerca di risposte ulteriori, mentre risponde a botta ad ogni quesito. Questa volta il taijutsuer sembra di troppo, e lo comprende, come comprende anche la sua paura nel vedere un amico in posizione di pericolo. Ma la risolutezza con la quale parla il compagno sembra ricordargli chi e cosa ha davanti a se, facendolo rilassare per un momento e addirittura sorridere. < Sì forse mi preoccupo inutilmente... > un altro ricordo riaffiora, quello di due bagliori rossi, che lo mettono in ginocchio, con il solo contatto. < In fondo sei davvero forte, ma sta attento, intesi? > continua a fissarlo da dietro, finche l'Uchiha si gira ringraziando inaspettatamente, cosa a cui Kurou ricambia con un gesto deciso del capo, con un sorriso beota stampato in faccia. A quanto pare l'ispezione è terminata, ed è il momento di tornare a crogiolarsi nel caldo delle proprie dimore. < Arrivo! Non lasciarmi indietro perchè non so la strada... > cerca di velocizzare il passo per raggiungere il ragazzo, restando però a un metro dietro di lui, alla sua destra, forse metafora, di dover fare ancora della strada per essere un vero shinobi. [END]

Katai e Kurou si dirigono a Suna in orario serale, verso il campo di cavoli di un gentile mercante, incontrato pochi giorni prima, con cui hanno stretto un accordo per sfamare il popolo di Kiri. Si ritrovano a contemplare un vasto panorama di ortaggi, senza essere in grado di riconoscere quello appartenente al mercante. Ma una strampalata idea li porta a belare, sotto il chiaro di luna.

Commento Off: All'attenzione di Shiroichi