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[Missione D] È tempo di raccolta!

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Missione di Livello D

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con Kurou, Majima, Vika

19:46 Vika:
  [Ingresso Uliveto] La pioggia incessante, come di consueto ormai, fa da atmosfera al lento scorrere quotidiano in quel del Kagegakure. Una fitta coltre di nubi sovrasta i tetti delle case alternando pioggia e neve in un loop quasi sincronizzato. Il freddo comincia a farsi sentire, l'inverno è arrivato già da un pò, e con il calar della sera sempre meno persone si aggirano qua e là per le vie dei distretti che appaiono desolati. Ciò nonostante, oggi è un grande giorno. Superato a pieni voti l'ultimo esame accademico, Otogakure può finalmente schierare tra le proprie file un nuovo genin, giovane ed ambizioso, affidandogli subito senza perder tempo il suo primo incarico per cominciare a farsi le osse. Daily look tanto per cambiare in total black. Giubottino tecnico scuro con zip tirata fin sopra il collo che fa pendant con i guanti ninja neri alle mani, più che mai necessari per ripararsi non solo dai colpi ma anche dal freddo. Sul fianco destro ben saldo il piccolo portaoggetti con al suo interno una dose di tonico chakra mai banale. Un paio di pantaloni non troppo larghi da allenamento, altrettanto neri, che vanno a infilarsi giù alle caviglie in un paio di moon boot grigi ormai tipici. La novità, stavolta, è che il giovane shinobi sul braccio destro può sfoggiare per la prima volta il coprifronte nuovo di zecca recante l'effige otina che luccichìa al passaggio sotto ogni lampione lungo la via. La folta frangia grigia è tenuta invece a bada sulla fronte dalla molla del cappello di lana, modello scaricatore di porto, che ripara il capo dalla pioggia. Più eccitato che mai avanza a passo felpato in direzione del punto di ritrovo indicatogli dai suoi superiori. A quale mukenin andrà questa notte a dar la caccia? Quali belve dovrà fronteggiare rischiando la propria vita per il bene del Villaggio? Quali insidie gli si frapporranno durante quella prima avventura?? Nulla di tutto questo. La prima missione assegnatagli non poteva che essere una di livello D. Gli agricoltori del Kagegakure quest'anno si son dati talmente da fare che per la raccolta delle olive hanno richiesto l'intervento delle forze ninja al fine di completare il lavoro nel minor breve possibile prima che il freddo bruci quanto prodotto. Un miracolo di Madre Natura si direbbe considerato che da quel ben di Dio dipende la produzione dell'ottimo olio che dimora in ogni casa, e non solo, del Villaggio. La destinazione è un oliveto nel distretto di Kusa, ad aiutarlo oggi dovrebbero esserci altri due parigrado di cui ancora non conosce ancora l'identità. < ... > Giunto alle porte della enorme distesa di ulivi attenderebbe silente l'arrivo dei suoi compagni di avventura, portando di tanto in tanto le mani alla bocca raccolta per ivi soffiarvi in cerca di un pò di calore. [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]

20:45 Majima:
  [Ingresso Oliveto] Indistinguibili sono le immagini oltre quei suoi occhiali appannati, capita solo, ogni tanto, che una piccola gocciolina si riversi sulla lente e gli mostri la realtà attraverso un sottile spiraglio. Braccia a penzoloni, petto sgonfio, piedi trascinati a fatica: non sembra di buon umore. Prima di uscire dalla sua abitazione, la mattina stessa, ha dimenticato di controllare il meteo, cosa che raramente perde tempo a fare. L'errore si ripercuote sul suo vestiario, che di sicuro non lo può protegge dal clima uggioso. Partendo dal basso, abbiamo un paio di sneakers bianche e sportive, i ricami danneggiati indicano che le indossi da almeno un paio di mesi e, proprio a causa della pioggia, hanno raccolto buona parte del fango che si è venuto a creare per le strade. Pantaloni cargo, tenuti stretti attorno le caviglie, di un blu di Persia bello scuro, avvolgono le sue gambe. A giudicare dalla stoffa piegata e dalla taglia larga con cui appaiono, non sembra indossare anche una cintura. Più sopra, sono abbinati a un Gilet imbottito viola, scuro come l'omonimo fiore. Nel retro del colletto di questo vi ha fatto cucire il coprifronte di Otogakure, utile più come segno di riconoscimento che come premio di cui vantarsi. Per non lasciare le braccia scoperte e vulnerabili alle temperature più basse, sotto a quel gilet indossa una maglia termica bianca, in perfetta tinta con le sneakers, se solo queste fossero altrettanto pulite. Con sé non ha portato granché, dalla tasche frontali dei pantaloni s'intravede solo il vecchio modello di uno smartphone e un mazzo di carte dagli angoli smussati. Gli indumenti bagnati iniziano a pesargli, ecco perché pare avanzare a passo di elefante verso l'ubicazione della missione. Intravede, dall'estremità di un sentiero secondario che conduce all'oliveto, le diverse schiere di ulivi al culmine dello stadio di maturazione. Con i polpastrelli ancora umidi avvicina le dita al vetro degli occhiali e le preme contro la lente, in questo modo dissolve la condensa in goccioline più piccole, che gli permettono di vederci meglio. Sempre con la mancina, riposiziona gli occhiali sul dorso del naso e mette a fuoco sulla figura d'ebano non troppo distante da lui. Lo sfavillio della placca metallica sul braccio di lui giunge all'iride di Majima, comunicandogli così di avere di fronte a sé uno shinobi. Accorcia le distanze, aumentando inevitabilmente la quantità di terra incrostata sotto la suola delle sue scarpe. Alza gli angoli delle labbra solo per metà, non mostra denti né fossetta, in un sorriso stretto, quasi forzato. Schiude le labbra e porge il saluto in monotono. < Konbanwa. > Estrae la destra dalla tasca e la agita lateralmente solo un paio di volte dopo averla portata ad altezza spalla. La rimette subito nei pantaloni, quasi come se non volesse più sottrarla al caldo nido creato dalla stoffa. < Sei qui per la missione? > Chiede solo per averne conferma ma, avendo visto il coprifronte, si aspetta un'affermazione. Nonostante manchi, con forte evidenza, di entusiasmo e voglia di fare proprio per colpa di quella grigia giornata, non si fa mancare le doverose formalità. < Majima-desu. Però puoi chiamarmi Lucky-Maji, lo preferisco. > Replica l'espressione di prima, questa volta si aggiungono solo i suoi due occhi sorridenti.

21:07 Kurou:
  [Ingresso Oliveto] Un sorriso da ebete stampato in volto, mentre le gocce sottili e titubanti vengono assorbite da quella chioma raccolta in un miscuglio di prodotti chimici, di cui neanche quell'alto diciassettenne conosce la provenienza, ma può confermarne sicuramente l'utilità. Gli occhi socchiusi da quegli zigomi gonfiato da uno stramaledetto sorriso che non si estingue nemmeno nei giorni più grigi, e alimentato da una giornata di missione, in cui già sa che incontrerà persone note e non. Il ciuffo a banana è rivolto verso l'alto, rigido e regale, mentre sotto di lui uno shinobi percorre le vie che man mano diventano sempre più sterrate e tranquille, dove il suolo diventa umido e viscoso, e un passo lento lo accompagna verso una piantagione di olive. Da poco ha iniziato il suo percorso culinario, ma è ben consapevole della frequenza con la quale questa materia prima viene utilizzata, e nei pochi ristoranti che lo hanno assunto e licenziato, ne veniva versato a fiumi il succo, sopra piatti già pronti o in preparazione. Le braccia sono piegate verso l'alto, con i gomiti ad angolo acuto in linea con le spalle, e le mani congiunte agganciate al capo, per non cadere in una posa più seria, ma restare stabili in quella rilassatezza di una passeggiata fuori dalla confusione del centro. Il vestiario non si smentisce mai, con la sua calzamaglia a maniche lunghe nera e attillata, che lo percorre dal collo alle caviglie, ma che si mostra solo sul torso e sulle braccia visto che sulle gambe a coprire ci sono un paio di pantaloni comodi da ginnastica, di color grigio chiaro. Ancora sotto dei sandali ninja, color nero, legati stretti alle caviglie. Vestiti leggeri per un corpo abituato a trattenere calore da dei muscoli ben in mostra, che non si addicono ad un minorenne, rendendolo visibilmente più anziano della sua età. < Non vedo l'ora... > non riesce a non ripeterselo, e come può dopo aver letto la lista dei partecipanti alla missione... Continua a passo lento, spiaccicando piccole pozzanghere fino a vedere una distesa di alberi imponenti, che partono con un tronco massiccio, diramandosi in maniera larga in una forma antiestetica ma impressionante. L'odore muta con il paesaggio, diventa sempre più pungente e piacevole, e l'entrata è ormai a pochi passi, delimitata da una recinzione raffazzonata, dove all'interno troverebbe altri lavoratori, imperterriti nel loro mestiere anche dinnanzi al freddo e alla pioggia. Portando lo sguardo all'ingresso, l'occhio cade inevitabilmente su una figura paziente e particolare, in cui Kurou fatica a riconoscere un contadino, iniziando a dare per scontato che si tratti dell'elemento ignoto di quella missione. Ma proprio mentre aguzza lo sguardo, ecco che una figura dai colori più vivaci si avvicina al ragazzo fermo, proveniente dalla direzione opposta, rendendosi inconfondibile agli occhi un amico. Si avvicina, riduce i metri di distanza, e finalmente arriva a un solo metro da loro, restando immutabile un sorriso perenne e fuori luogo, per un approccio cordiale, che si sarebbe espletato solo una volta attirata l'attenzione. < Yo! > Rompe la posa, finalmente, andando porgere la mano destra in direzione della fronte, toccandola appena con l'indice e il medio congiunti, per poi dirigere quelle dita verso l'esterno, in segno di saluto. Un rapido sguardo al maestro della fortuna, e un altro prolungato sullo sconosciuto, su cui porgerebbe maggiore attenzione, porgendo quella mano destra, questa volta completamente aperta, in richiesta di una stretta di mano. < Piacere, mi chiamo Kurou! > Il volto è candido e accogliente, così come la stretta sarebbe leggera se ricambiata. Una volta chiuso quel breve approccio, si sarebbe girato verso il ragazzo più appariscente. In breve, la contentezza diventa trasparente, il volto quasi commosso, e qualche passo viene compiuto, prima di non resistere, nell'alzare quel braccio destro, grosso e pesante, e avvinghiarlo sulla medesima spalla dell'occhialuto, con un movimento spontaneo e buttarsi in un mezzo abbraccio, forse nostalgico di un gesto ricevuto di rado. < Majima-kun! Mi sei mancato! Com'è che finiamo sempre insieme? > il sorriso è a 32 denti, e ride un po', curioso di una reazione ad un gesto così improvviso, insolito anche per un bestione estroverso come lui.

21:34 Vika:
  [Ingresso Oliveto] Figura magra e slanciata, il soprabito lo rende forse un pò più paffutello di quello che in realtà non è. Tutta effimera apparenza. E' evidente che per quella missione non c'erano disponibili al momento altri shinobi ben più prestanti per averci mandato uno smilzo come lui. Le nere iridi stazionano ferme su quel viale che conduce ai campi mettendo pian piano a fuoco i dettagli di una sagoma sempre più vicina, ma di cui non ne riesce a ricondurre l'identità. < Konbanwa a te, spero tu abbia portato uno scuotitore > oggi è in vena di ironia, fino ad un certo punto, perchè sa bene che il massimo che può fare con le sue abilità è al massimo dar fuoco all'intero campo e far saltare l'intero raccolto al Villaggio. Quel coprifronte che reca al braccio deve avergli fatto mettere da parte quell'aura scorbutica e fredda che normalmente lo caratterizza, la promozione lo ha motivato ancor di più caricandolo a pallettoni. < Mi chiamo Vika del villaggio del Suono, piacere mio Lucky-Maji > va completando le presentazioni di rito sollevando la manca e portando la coppia indice-medio attaccata alla fronte per poi muoverla di qualche centimetro in direzione del compaesano. Nel mentre anche il terzo componente della squadra incaricata per quella missione giunge a destinazione, lo sguardo del genin viene attratto dal suo arrivo e dal suo fare affabile. Di fatto a quanto pare è lui medesimo l'antipatico del gruppo, ma forse non per oggi. < Piacere, il mio nome è Vika! > tono disteso, mostrandosi sicuro di sè, ricambiando la stretta di mano posta dal konohano. Del resto non è di certo la convinzione che gli manca. < Bene se ci siete io direi di iniziare, ci aspetta una lunga serata! > Prende lui l'iniziativa, del resto è stato il primo ad arrivare al punto di ritrovo e con quel freddo già gli si son congelate le gambe standosene fermo immobile sul posto. Per agevolare il riscaldamento del suo organismo, dunque, le mani andrebbero disinvolte senza alcuna ansia da prestazione o combattimento al petto a comporre il consueto sigillo [Capra] per permettergli di convogliare le due essenze, quella fisica e mentale, riposte dentro lui. Una volta messe ben a fuoco, andrebbe a scuoterle, agitandole per bene e convogliandole simultaneamente nella bocca dello stomaco in un mix di energia ed adrenalina per dar vita al richiamo del chakra. [Richiamo chakra] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]

22:09 Majima:
  [Oliveto] Un prurito irritante inizia a rubare la sua attenzione, dato dal sottile strato appiccicoso frapposto tra la maglia inzuppata d'acqua e i lembi di pelle sottostante. Perciò, inizia ad alternare le mani, assicurandosi di tenerne sempre almeno una in tasca, per grattarsi avambracci, gomiti e spalle. In quella cornice fastidiosa, l'arrivo inaspettato del contatto fisico di Kurou s'impone con la leggiadria di un semicingolato. Svincola entrambe le mani e le porta a metà del busto, mentre la destra di lui s'appropria della sua spalla. Spalanca di poco la bocca e alza entrambe le sopracciglia, in segno di stupore. < Kurou-kun, pianoo - non vedi che sono fradicio? > Già, non dev'essere piacevole tastare l'umidità di quella sua maglia termica, che da bagnata difficilmente riesce a svolgere la sua funzione. È quando poggia l'indice sinistro sulla stanghetta degli occhiali che si azzarda a fornire una risposta esaustiva alla sua domanda, che è pourparler ma egli prende con massima serietà. < È naturale, Hotei fa sempre incontrare le persone fortunate. > Dopo la soluzione proposta, subentra il dubbio che il nuovo arrivato non lo sia. Torna a incrociare i suoi occhi, adesso, rivedendo quel dettaglio sulla sua provenienza inciso nel coprifronte. Non si sarebbe soffermato su questo, né sulla sua professione, piuttosto è proprio una delle prime parole a incuriosirlo. < Cos'è uno scuotitore? > Al massimo, può immaginare che sia un qualche strumento affine al processo di coltivazione e raccolta, ma non essendo pratico del settore riuscirebbe solo ad azzardare ipotesi imprecise. Infine, mentre l'altro si cimenta in un rito che lui non vede come necessario, per l'obbiettivo della missione, posa gli occhi sulla ricchezza offerta dalla terra. Da lontano, riesce a vedere quelle piccole sfere verdognole attaccate ai rami, la loro dimensione fa pensare che siano mature e succose. Non bastano, d'altra parte, a farlo salivare perché rientrano nella categoria degli alimenti da lui poco graditi. Nel vedere la condizione di quegli arbusti, d'altra parte, non riesce a trattenere la commozione. Le ciglia si inumidiscono appena, i pugni vengono stretti fino a formare una sagoma rigonfiata da sotto le tasche. < Il dio Ebisu si è proprio dato da fare con il raccolto, quest'anno. > Si sarebbe inginocchiati per rivolgere al sommo una preghiera se solo il terreno fosse stato più asciutto e agibile di così, tuttavia non ci tiene a imbrattare i pantaloni. Varca la soglia dell'ingresso alla piantagione e si avvicina a una costruzione rettangolare di cassette di plastica sovrapposte, sarebbero servite a depositare tutto il raccolto così che poi potesse essere trasferito in magazzino. Prese due di quei solidi contenitori, uno per mano, e si voltò in direzione dei suoi compagni di missione. < Che dite, due raccolgono e uno trasporta il carico? > Proposta non casuale, la sua, nata dalla scarsa voglia di fare alcunché. Mentre attende la risposta, inizia a sbattere più volte il tallone del piede destro contro il terreno, in una sorta di tic nervoso.

22:42 Kurou:
  [Oliveto] Il clima freddo e umido non aiuta la presentazione e la rimpatriata, ma un abbraccio aiuta comunque a scaldare l'animo, e nel contempo, qualche sguardo gettato al nuovo soggetto, alimenta un pizzico di curiosità nei suoi confronti, di un certo Vika che è ancora un mistero per il ragazzone capelluto. < Scusa! > esplode in una sonora risata, mentre osserva a denti stretta l'amico che si dimena. < Ma tu sei un kendoka forte, il freddo non è nulla per te... > No, le condizioni atmosferiche valgono per tutti, ma un invasato come Nakayama, non può fare testo in situazioni normali. Non si stupisce dell'affermazione dell'amico dai capelli verdi, anche se non comprende appieno le sue parole, finendo per annuire sorridente ad ogni riferimento agli dei, navigando in un mare di ignoranza. Finisce con un'ulteriore stretta col braccio destro, per poi rilasciare il postino al suo confort, notando di aver la calzamaglia ormai a tutt'uno con la pelle, nella zona di contatto, quel lato destro appena appiccicato alla giacca del compagno. Situazione non favorevole, per un lavoro virtuoso e importante. Nulla avrebbe distolto l'attenzione dall'obbiettivo, tant'è che decide di non perdersi troppo in chiacchiere, e di accodarsi all'iniziativa del nuovo compagno di missione, che dal modo di fare sembra avere parecchia iniziativa. < Ossu! Andiamo! > come un soldato, lì di fianco a Majima ma adesso eretto e pronto, con le braccia lungo i fianchi, si appresta a seguire la schiena di Vika, trattenendosi da fare domande di circostanza, data la mole di lavoro da portare a termine entro breve tempo. Raddrizza le orecchie, mentre compie qualche metro in avanti, sentendo le parole di Lucky Maji. < Mi sembra un'ottima idea, mi offro per trasportare le scatole qui e portarvene delle vuote. > essendo il più grosso lì in mezzo, si propone nell'unica cosa che gli riesce bene, ovvero il lavoro pesante, ma contando di non essere il solo lì in mezzo arresta il passo in attesa di un verdetto. Nel frattempo avrebbe alzato le mani davanti al petto, con un segno ben riconoscibile, quello della Capra, e ben saldo, mentre i suoi occhi si andrebbero a chiudere per qualche istante in un'espressione neutra. Il processo di impasto del chakra avrebbe inizio, andando a concentrare la sua attenzione all'emisfero superiore del capo, per attingere alla forza mentale, in perfetto stato visto che viene usata di rado, e nel basso ventre viene visualizzata quella fisica, che arde come un fuoco. Tutto ciò sarebbe stato convogliato nella zona del plesso solare, con un andamento regolare, finchè le due forze non si sarebbero toccate, iniziando così la mescolazione in senso antiorario, dando un effetto mulinello a quel liquido, che una volta pronto viene inviato agli tsubo, pronto per essere utilizzato nel trasporto delle olive. [Impasto Chakra]

23:07 Vika:
  [Oliveto] Come un fiume in piena, il chakra inizia a fluire in tutto il sistema linfatico raggiungendo man mano dal baricentro del corpo le zone periferiche delle mani e dei piedi. Non di certo per soddisfare la sua smania di piromane dando fuoco all'intera piantagione e chiudere così anticipatamente la missione. Bensì, ad un duplice scopo primo fra tutti smettere di patire le pene del gelo sotto quel continuo piovigginare. Il secondo, e non un dettaglio banale, rinvigorire la muscolatura del giovane Genin la prestanza fisica non ne fa di certo un boscaiolo con braccia rubate all'agricoltura. < Lucky-Maji uno scuotitore è proprio quello che stasera ci serviva per scuotere gli ulivi e far cadere più velocemente le olive > risponde sarcastico voltandosi verso il compagno di squadra e scuotendo il capo, fallendo ancor prima di iniziare la sua missione interiore di riuscir per una sera a non apparire il solito borioso saccente. Che poi, a dirla tutta, manco lui sapeva cosa fosse fino al giorno prima, scoprendone l'esistenza soltanto dopo l'affidamento dell'incarico mettendosi alla ricerca sul GoogleNinja dei metodi più veloci per raccogliere le olive. Tuttavia, la considerazione non è gettata lì a caso, da gran paraculo e calcolatore quale è, poiché finalizzata a sondare se in quel terzetto ci fosse qualcuno con abilità ninja simili a quelle di uno scuotitore appunto. < Se per voi va bene, io posso raccogliere > asserisce alla proposta di Majima di dividersi così i compiti, andando poi con lo sguardo a ricercare la figura del ben più fisicato Korou per dargli l'ok con il più classico dei pollicioni all'insù ed annesso occhiolino, non avendo nulla in contrario alla sua candidatura. E ci mancherebbe visto che non riuscirebbe ad alzare una cassa neanche con quattro suoi alter ego in contemporanea. < Vado.. > non si perde in ulteriori chiacchiere, mettendo in moto le proprie leve inferiori ora toniche e scattanti grazie al chakra ivi convogliato per proiettarsi verso il primo gruppo di boccioli di olive caduti da una pianta lì vicina ad una decina di metri, cercando di raccoglierne quanti più possibili per poi tornare indietro ed iniziare ad ammassarli in un unico ponte dove Korou verosimilmente porrà le scatole vuote. [Movimento 4/4] [Chakra On] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]

23:16 Vika:
  [Oliveto] [edit] ponte = punto

23:39 Majima:
  [Oliveto] Sbuffa, sospira e si lamenta. L'abbiamo già detto che oggi non è giornata, sì? Non appena Kurou si offre per trasportare il carico, Majima libera gli occhi dalla morsa in cui li aveva intrappolati, lascia cadere le due casse sull'erba e s'avvia verso uno di quei sentieri naturali collocati a metà tra una schiera di ulivi e l'altra. Non indaga ulteriormente sull'argomento scuotitore, sebbene la risposta ricevuta non abbia fatto molto chiarezza sulla natura dell'oggetto. Inspira, gonfia i polmoni, e si abbandona a un lungo sospiro, rassegnato all'idea di essere appena all'inizio di un tedio che avrebbe preferito rimandare a data da destinarsi. Crede, infatti, che sarebbe stato meglio posticipare la missione al primo giorno di sole. Prosegue il suo lento e svogliato cammino verso il secondo ulivo di quella schiera. Nel frattempo non si accorge di star ripulendo parte del fango, accumulatosi fino ad ora sulla pianta dei piedi, tramite i sottili fili d'erba. Volta il capo a destra, senza far roteare il busto, e si rivolge all'incaricato del carico. < Kurou-kun, ti conviene mettere le cassette sotto agli alberi che colpisco. > Ecco che vengono rivelate le sue intenzioni. Vuole occuparsi di quell'incarico nella maniera più pigra ed efficiente possibile. Nessun sigillo è stato composto da lui, finora, a evidenziare l'approccio selettivo nell'utilizzo della sua risorsa interiore. Crede che per delle olive non valga la pena compiere chissà quale sforzo, anche perché, come già appurato, non si può dire sia molto motivato quel giorno. Alza il ginocchio, avvicinando il busto, dopo essersi portato in prossimità di un tronco d'ulivo. Volta il bacino di qualche grado a sinistra, per poi distendere il resto della gamba in avanti, mettendola in tensione, fino a colpire il fusto dell'albero con la base del piede. Minimo sforzo, potenza dimezzata, esito discutibile,. Come previsto, l'ulivo viene scosso con una modesta violenza, paragonabile a quella di un vento forte, e alcuni dei suoi frutti cadono. Purtroppo, la scossa non è sufficiente a ripulirlo per intero. Anche perché, con un colpo più violento, avrebbe rischiato di danneggiare. Ciononostante appare l'orma infangata sulla superficie lignea, diventando un marchio indelebile del suo passaggio. Le restanti, le avrebbe raccolte a fatica, con casuali, e forse distruttive, bracciate a mezz'aria. Costretto, anche, a compiere qualche saltello per raggiungere le olive più in alto. Dopo aver controllato quante ne ha raccolte, senza prestare attenzione a eventuali olive schiacciate, disperse nell'erba, fa per stiracchiarsi allungando entrambi gli arti verso il cielo. < Kurou-kun, dopo facciamo il cambio-eh! > Bofonchia, provando un minimo d'invidia per il compito preso in carico dall'amico, secondo lui più adatto alla propria indolenza.

00:00 Kurou:
  [Oliveto] Le casse di plastica sono lì accatastate dove Majima ha puntato il dito, pulite in fretta e furia da qualche getto d'acqua, dati alcuni rimasugli di foglie al loro interno. Kurou, sotto accordo di tutto, si accinge ad avvicinarsi a quella pila di scatole con coperchio. Avrebbe anche sprecato qualche istante in più andando ad aguzzare la vista ai dintorni, cercando un eventuale magazzino in cui riporre le olive che avrebbero raccolto, dato che il freddo e la pioggia sarebbero state ottime condizioni per far marcire il tutto in poco tempo. SE quest'ultimo fosse stato trovato dallo shinobi, avrebbe riconosciuto un casolare in mezzo al prato, dalle dimensioni modeste con una tettoia spiovente e un portone di legno, che non sarebbe riuscito a decifrare come aperto o chiuso, a quella distanza. Con serietà si appresterebbe a ricoprire quel ruolo di trasportatore al massimo, cercando di non far perdere tempo a nessuno. Infatti, avrebbe afferrato due scatole dalla montagnola disordinata, tenendole con la presa delle sole dita per il bordo del coperchio, con gli arti abbandonati ai fianchi. Avrebbe poi piantato il piede sinistro in avanti, in quella fanghiglia, mentre risponde un < Agli ordini! > al consiglio del kendoka, e si appresta a piegare il busto in avanti, andando a compiere uno scatto in avanti, che avrebbe alzato parecchia melma dietro di se, ma che avrebbe permesso di appoggiare le due scatole sotto l'albero selezionato da Majima, e con un altrettanto rapida rotazione del bacino, non avrebbe aspettato altro per ritornare alla catasta di scatole e ripetere il processo, questa volta portandole in prossimità della zona di raccolta di Vika. Avrebbe fatto avanti e indietro al massimo delle sue capacità tenendo quelle scatole in linea con la schiena piegata in posizione aereodinamica, per sfrecciare tra la pioggia portandosi a casa dai tre ai quattro giri, alternando sempre tra i due compagni, per non lasciare qualcuno a secco. Alla fine, con un lieve fiato pesante, si sarebbe fermato in mezzo ai due. < Ti do il cambio dopo che ho portato queste dal magazzino... Una volta staccate dall'albero rischiano di andare a male con questo freddo. > Non ha idea della veridicità di quello che dice, ma a conti fatti, meglio sistemare subito che aspettare. [Chakra 30/30] [4/4 Movimento trasporto casse vuote per Majima e Vika]

00:17 Vika:
  [Oliveto] Su e giù, andata e ritorno tipo navetta, raccogliendo alla buona quante più olive possibili fino ad accumularne una piccola pila lì dove era partito. Quel compito così noioso e ripetitivo, non proprio confacente alla figura di uno shinobi, per un attimo gli riporta alla mente gli anni della sua infanzia dove il vecchio nonno adottivo lo portava giù alle risaie a guardar il lavoro altrui e insegnargli già allora i valori della fatica e della costanza. < Mmm forse ha ragione Kurou. > D'un tratto si ferma, alzando lo sguardo in direzione del compagno la cui strategia di porre direttamente le cassette sotto agli alberi, unita alla sua idea iniziale di scuotere in qualche modo gli ulivi, potrebbe permetter loro di dimezzare tempi e fatica di quel lavoro. < Korou portane alcune anche qui > va incitando il Nakayama che certamente è il polmone di quella squadra, andando nel mentre con l'ausilio dei robusti guanti ninja ad afferrare con entrambe le mani la pianta di ulivo da cui provenivano i boccioli fin lì raccolti, in attesa che Korou ponga lì sotto la prima scatola. < Proviamo così! > sibila tra sè andando a questo punto a scuotere con forza l'arbusto nel tentativo di far cadere quante più olive possibili, ottenendo un risultato decisamente più consistente di quello avuto da Majima grazie anche al chakra in circolo che aumenterebbe la vigoria di quella azione. [Scuotimento 2/4] [Chakra On] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]

Stanza Creata: Oliveto [Kusa].

14:30 Majima:
  [Oliveto] Il suo sguardo si blocca a osservare una di quelle olive scivolate e intrappolate tra due fili d'erba. Occhi spenti, bocca serrata, respiro lento: non prova nulla alla vista di quel frutto sprecato. La sua freschezza e bontà, unite al nocciolo celato come in uno scrigno, non sembrano avere alcun valore ai suoi occhi. D'altronde, per essere uno che gioca tutti i suoi soldi al casinò, è già tanto riuscire ad attribuire un valore concreto a tutto ciò che non è denaro. Distoglie l'attenzione, presto rapita dal fruscio delle foglie scosse dalla nuova conoscenza. Schiude le labbra, allunga le vocali, emergono suoni e parole a fatica, come se un uncino le dovesse estrarre una per una dall'esofago. < Oiii. > Inclina il capo, alza il sopracciglio e distende il braccio destro in avanti per puntare su di lui con l'indice. < Tu che fai, oltre allo shinobi, nel tempo libero? > Curiosa è la realtà in cui si scopre di più su una persona in base al suo lavoro secondario, o agli hobby a cui si dedica quando non è in missione. Torna poi a dargli le spalle e s'incammina verso il prossimo albero, dove avrebbe replicato la stessa tecnica di prima, aspettandosi il medesimo risultato. Mentre poggia i piedi sul soffice terreno erboso, indica sé stesso e riprende il discorso. < Sai, io faccio il postino mentre Kurou-kun è una specie di tuttfare. > Afferma, in mancanza di ulteriori dettagli. Non è tipo da voler scoprire ogni cosa, gli interessa solo accertarsi che siano persone fortunate o meno, invece che siano potenzialmente occupate nel tempo libero è un'informazione irrilevante. Trova divertente immaginare, piuttosto, che il capelluto spenda buona parte delle sue giornate di fronte allo specchio, al fine di mantenere e curare la forma di quella chioma. Inizia a sentirsi più sollevato, rispetto a prima, giacché l'albero di fronte a lui, che ha appena calciato, sarebbe stato l'ultimo prima del cambio ruolo. Così, ben presto, avrebbe smesso d'impegnarsi. Desidera tornare a casa, riesce solo a immaginarsi la sensazione di tepore, il profumo di un pasto precotto e l'intrattenimento on demand della televisione.

15:12 Kurou:
  [Oliveto] Un richiamo, in quel fiato che sbuffa, producendo a intervallo frequente una nube bianca di vapore acqueo, proprio sotto il suo naso, con le braccia in un angolo ottuso che permettono alle mani di poggiare su quei fianchi robusti e non limitare l'apertura della cassa toracica, che si espande ripetutamente in cerca di ossigeno. Una posa di attesa che viene sciolta nell'immediato dalle parole di Vika. Si accorge con uno sguardo alla sua sinistra che il ragazzo inizia a tentare un approccio simile a quello del maestro della fortuna, così Kurou ricompone in fretta una posa aerodinamica per tornare alla pila di casse vuote, rotando il bacino insieme alle gambe per partire di scatto dietro di se, serio e concentrato. Avrebbe quindi riafferrato una cassa con ogni mano libera, e si sarebbe ributtato sotto la pianta del compagno, mettendo a disposizione i contenitori per quella strategia grossolana ma efficiente. < Ecco qui! Riempio le scatole con la pila che hai già raccolto.> Nel frattempo un occhio verso Majima lo avrebbe messo a conoscenza di essere prossimo a dover trasportare quei quattro contenitori, che il compagno ha ormai riempito in autonomia lasciando che la gravità lo aiutasse riducendo gli sforzi. Si sarebbe perciò avvicinato alla pila di olive accumulata da Vika, non troppo ingente ma sufficiente per colmare uno di quei contenitori. Avrebbe avvicinato uno di quei raccoglitori di plastica, trascinandolo a terra con un piede, portandolo fino a pochi centimetri dalla montagnola, per poi prendere un grande respiro, a pieni polmoni, e piegarsi con uno squat, usando le rotule come ausilio del movimento che andrebbero a formare un angolo davvero risicato, portandolo quasi fino col sedere al suolo fradicio, mentre la contrazione dell'addome e dei quadricipiti gli avrebbe permesso stabilità e reattività di movimento. A quel punto avrebbe proseguito affondando entrambe le braccia, congiunte dai gomiti in avanti e con i palmi delle mani rivolti verso l'alto, all'interno di quel cumulo di materia prima prelibata, andando a sollevare quei chicchi in maniera rozza, usando tutta la superficie delle braccia e delle mani raccolte a cucchiaio, spostando il tutto a pochi centimetri di rotazione sul vero recipiente in cui avrebbe versato il tutto. Tutto sarebbe stato ripetuto, in maniera robotica e minuziosa, per molte volte, fino ad esaurimento scorte. < Majima, avvertimi quando hai finito che porto via le scatole! > Mentre i suoi occhi sono concentrati a far cadere il minor numero possibile di olive, la sua voce viene sparata nel vuoto nel tentativo di raggiungere l'amico che è così in gamba da aver quasi riempito tutto.

15:32 Vika:
  [Oliveto] La strada intrapresa è quella giusta, c'è collaborazione tra i tre ninja, un fatto non scontato visti i diversi villaggi di estrazione e l'essersi conosciuti solo quella sera, o quanto meno Vika con gli altri due. La tecnica funziona, per quanto non sia dotato di tutta questa forza, il chakra convogliato nelle mani e la presa salda grazie ai guanti indossati permette al grigio di far cadere una grande quantità di boccioli e passare celermente alla prossima pianta, per andare quindi a ripetere la stessa operazione di scuotimento e caduta nelle ceste che man mano Kurou gli mette a disposizione. Nel far ciò, l'attenzione viene attratta dal richiamo di Majima, cercando di mettere a fuoco con lo sguardo la sua sagoma nel buio. < Io? > si domanda, non aspettandosi un tentativo di socializzazione temendo piuttosto qualche sorta di rimprovero con quel dito puntato. < Di solito me ne sto in meditazione, magari davanti ad un panorama > va rispondendo per poi dare una nuova vigorosa scossa al'ulivo sotto cui sosta nel tentativo di non rompere il ritmo. La stragrande maggioranza dei ninjutser ha bisogno di allenare più che il proprio corpo la mente, e se non è impegnato in una sessione di allenamento in tal senso comunque cerca di stuzzicare il pensiero e la fantasia passando le ore dinanzi ad una veduta, un quadro, o semplicemente chiudendo gli occhi e rifugiandosi nella memoria. < Altre volte mi basta del sakè per concentrarmi > conclude la descrizione di sè, accennando un sorriso alludendo al fatto che se c'è da alterare i sensi e intraprendere viaggi mentali su altri orizzonti non si tira indietro, prerogativa invece di un bravo genjutser. < Non ti ho mai visto al Distretto, è la tua prima missione? > ricambia anche lui la domanda, dimostrando che l'effige ubicata sul retro del colletto di Majima non è passata inosservata. Ma al più, è lui alla prima missione genin per cui la domanda viene avanzata al fine di capire a che punto è il percorso ninja del collega. Assiepate nell'ennesima cesta anche le olive di quest'ultima stazione lungo quella via crucis va a colmare la distanza che lo separa da Majima avvicinandosi in attesa della sua risposta. [Chakra On] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]

16:00 Majima:
  [Oliveto] In seguito al tonfo, verdi sassolini piovono, mentre lui alza lo sguardo e inevitabilmente ne sente qualcuno cadere proprio sulla sua testa. Si accorge solo ora che ad accompagnare la caduta delle olive vi sono anche innumerevoli gocce d'acqua riversatasi sulle foglie d'ulivo, portandolo a bagnarsi sempre di più. Gli inumidiscono i capelli e, subito dopo, scivolano passando dalle tempia fino a idratare quella pelle insecchita dal clima gelido. Non è da escludere che si ammali, in seguito a quella missione, così come non potrà evitare di doversi fare una lunga e rilassante doccia calda appena tornato a casa. < Hai, ho finito. > Risponde subito con tono secco, prima della replica ha raccolto con distrazione qualche oliva caduta e qualche grappolo rimasto ancora attaccato al ramo. Spalanca gli occhi non appena scopre il passatempo dell'altro, possibile che sia capace di restarsene immobile, di fronte a un panorama, senza fare nulla? La sua indole produttiva gli impedisce di processare quell'informazione, sebbene il suo atteggiamento durante la missione suggerisca che abbia poca voglia di fare. < E ti pagano per farlo? > Per lui, qualsiasi hobby o professione dev'essere finalizzata a un pagamento, altrimenti cosa ci si guadagna? Solo quando l'altro gli porge la fatidica domanda realizza di non aver bazzicato affatto per i quartieri vicino a casa nell'ultimo mese. Non può biasimare sé stesso, giacché la realtà dei fatti ci dice che Majima, se può, evita come la peste casa sua. Non scorre buon sangue tra lui e i genitori, non si respira tranquillità, è un clima invivibile. Perciò, passa il suo tempo altrove. Alterna casinò e lavoro in una distorta relazione tossica in cui i soldi guadagnati da un lato vengono subito persi dall'altro. < Seconda. > Il tono deciso contrasta con il suo portamento traballante e lo sguardo perso a guardare l'orizzonte. < Non frequento molto quelle parti, sono più tipo da quartiere notturno. > Non dà peso alle brutte impressioni che può generare dicendo questo, ricorda solo di aver visto una clientela eterogenea nei locali che frequenta. Al massimo, capita di vedere qualche delinquente vicino ai cassonetti, o le strade secondarie, ma è tutto circoscritto all'ordinario. < Contando che fare il ninja è il mio terzo lavoro, mi capita di trovarmi un po' ovunque durante la giornata. > Finisce di rispondere e fa subito dietrofront, pronto a sostituire l'amico capelluto nel ruolo di porta-cesti. Avrebbe cercato il suo sguardo per fargli capire di essere giunto il momento, avrebbe recuperato il suo andirivieni tra gli ulivi e la fabbrica volto a trasportare le cassette piene e sostituirle con quelle vuote.

16:37 Kurou:
  [Oliveto] Le sue braccia sono colme di succo viscoso, resina e acqua piovana mentre quel recipiente di plastica si riempie poco alla volta, e finendo le olive a disposizione si rende conto di aver riempito solo una delle due scatole, lasciando l'altra libera con solo qualche rametto all'interno. Raccoglie quindi il coperchio semitrasparente da terra, andando ad incastrarlo sulla cima e assicurarsi di aver sigillato il tutto. Un orecchio, sarebbe stato attento, ai due raccoglitori che conversano amabilmente, mentre il lavoro procede ad un ritmo sorprendentemente alto. Il volto di Kurou rimane immutabile serio e concentrato, mentre la scatola piena viene sollevata, con un moto inverso a quello precedentemente svolto per piegarsi, sfruttando le incanalature del coperchio sigillato come presa per infilarci le dita oleose. < Non ti annoi a meditare? > La domanda sorge spontanea, verso Vika, ma che viene esposta solo dopo qualche secondo, forse a seguito di un lungo flusso di pensiero. < Io ormai ne sono allergico... > E come potrebbe non esserlo dopo ore interminabile passate in quella sala, su scomodi cuscini, raccolto da familiari con cui non ha quasi più contatti, con milioni di candele e incensi accesi. Ad ogni modo, ecco che lo spilungone si avvicina al compagno dai capelli con colore simile ai frutti che trasporta, andando quindi ad appoggiare quella cassa piena, di cui ha potuto assaggiare finalmente il peso, rendendosi conto di riuscire a trasportarne a trasportarne a malapena due alla volta prima di venire schiacciato. E' ora di portare il tutto al magazzino, ma non prima di una simpatica digressione. < Vika-san, ora Lucky Maji sta facendo il modesto, ma è anche un'ottimo cantante, te lo assicuro. > lancia un sorriso incoraggiante al suo amicone, visibilmente annoiato e trascinante, mentre gli fa cenno con la mano verso la pila di casse di plastica vuote, da andare a prendere per quegli ultimi round di raccolta. < Comunque più tardi ci scambieremo ninjagram per chiacchierare, ora pensiamo a chiudere in fretta... > il grosso palestrato inizia ad accusare il freddo, cosa insolita, ma non riesce a sottrarsene data la sua stupidità di non vestirsi in maniera adeguata. Sigillerebbe quindi le scatole riempite da Majima con i rispettivi coperchi, andando quindi da sollevare con uno sforzo di braccia e una spinta di gambe due delle casse piene di olive accatastate, facendole poi appoggiare al suo petto, rimanendo in bilico con la schiena sotto quel peso. < Devo fare due giri, Majima-kun fammi trovare quelle vuote pronte sotto gli arbusti, perfavore. Così non perdiamo tempo. > avrebbe quindi camminato a passo regolare trattenendo la fatica di quello sforzo, raggiungendo in una decina di metri la tettoia del magazzino, sotto la quale avrebbe mollato le olive appena colte, con delicatezza. Con una corsetta per tornare al punto di partenza, avrebbe ripetuto la cosa, andando a formare due pile da due scatole piene ciascuna, mettendole quindi al riparo dalla corrente fredda e dalla pioggia. [Chakra 30/30] [4/4 Movimento raccolta scatole al magazzino]

16:57 Vika:
  [Oliveto] La sagoma di Majima avvolta nelle tenebre diventa sempre più nitida man mano che i passi lo avvicinano, accogliendo nel mentre l'ulteriore domanda avanzata da entrambi circa quel suo statico passatempo. < E' un duro, ma qualcuno deve pur farlo. > ironizza, colmando finalmente quella distanza. Per lui, poco più che quindicenne, il denaro non ha mai rappresentato una priorità fino a quel momento. Così come, il lavoro di shinobi ora che è diventato genin rappresenta il suo unico impegno quotidiano, passando la stragrande maggioranza del tempo ad allenarsi con ritmi serrati. Un loop che può sembrar monotono, ma dipende dai punti di vista atteso che anche l'andar in giro a stringere nuove relazioni con altri ninja, o raccogliere le olive tanto per dirne una, rappresenta un mezzo per raggiungere i propri obiettivi. Altre professioni sarebbero solo d'intralcio. Ma se non è il danaro, quali sarebbero questi obiettivi? Tutto trova origine nel suo trascorso. E' entrato a far parte dell'accademia in seguito alla dipartita del vecchio nonno adottivo, unico riferimento con cui viveva a Otogakure seppur senza legami di sangue. Con lui è cresciuto a pane e leggende, apprendendo ogni giorno di nuove storie sul mondo ninja. Alla di lui morte trovò una lettera, una specie di testamento, in cui gli veniva lasciata in eredità proprio l'iscrizione all'accademia che lui tanto sognava, con l'aggiunta che se avesse scelto con convinzione quella strada avrebbe compiuto il primo passo per andare a fondo sul suo passato e sulle sue origini. Tutto questo passa nella mente del giovane Vika ogni mattina come apre occhio, e rappresenta la sua missione quotidiana. Lo sguardo resta fermo su Majima < Potremmo allenarci insieme allora qualche volta > suggerisce, avanzando una proposta dettata dal fatto che per esser solo alla seconda missione Genin i due dovrebbero, su per giù, trovarsi allo stesso livello. Ma meglio mettere in chiaro le cose. < A patto però che canti una canzone che faccia smettere di piovere > ammicca assecondando la simpatia di Korou, anche se potrebbe rivelarsi un'infausta scelta nel caso in cui Majima avesse invece un'intonazione stonatissima tale da causare un aggravamento delle condizioni climatiche stesse. Ciò detto, andrebbe a rimettersi all'opera, portando la propria azione ora sulla schiera di ulivi su cui prima del cambio ruolo stava lavorando Majima, adoperandosi con la stessa tecnica divenuta ormai meccanicamente impeccabile a furia di ripeterla. [Chakra On] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]

16:58 Vika:
  [edit] < E' un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo. >

17:40 Majima:
  [Oliveto] Le parole del ragazzo dai capelli di bitume rievocano nella sua mente ricordi che avrebbe preferito lasciare da parte. Ancora non riesce a spiegarsi come mai si è lasciato andare così tanto quel giorno, all'ospizio, nel bel mezzo di una missione per giunta. Arrossisce e si volta da un'altra parte, senza commentare, i suoi piedi puntano direzioni discordanti segno che in quell'istante preferirebbe fuggire. Prima di sostituire Kurou, pensa di dare una risposta fugace alla proposta del compaesano. < Non credo, il mio percorso come kendoka è solo agli inizi... > Majima riserva solo una sera a settimana all'allenamento nel Dojo di kendo dove lo aspettano gli altri maestri e allievi. Estrae il telefono, controlla l'ora, sbuffa e lo ripone. Ormai non ne può più di stare lì, al freddo, a raccogliere quei frutti. Schiude di nuovo le labbra, questa volta per brontolare con un tono più polemico di prima. < Tutte queste olive mi stanno facendo venire la nausea, mi sa che non le mangerò più per almeno un mese. > Facile, facilissimo, dopotutto non è un alimento così diffuso e utilizzato, al massimo si trova nei piatti mediterranei. Si dilegua, mettendo in moto le gambe per raggiungere il magazzino e svolgere il suo ruolo. Prima di congedarsi ha fatto un cenno con il capo in direzione dell'amico, così che capisse di aver inteso le sue indicazioni. Eppure, proprio non ne ha voglia di velocizzarsi. Insomma, secondo quel poco che conosce, il freddo dovrebbe conservare gli alimenti invece di danneggiarli, che differenza fa per quelle olive? Giunto al magazzino, inizia anche per lui la processione. Piega le gambe, sbuffa, avvicina le mani alla base delle cassette e brontola, le solleva e tira un sospiro. È così insofferente da atteggiarsi come un bambino, se solo vi fosse stato un contadino nei paraggi l'avrebbe preso a parole, lamentandosi di aver ricevuto un incarico così tedioso. Percorre quella decina di metri che separa l'entrata del capannone dalle schiere di ulivi, in quel verde inizia a cercare il nero pece che contraddistingue uno dei suoi compagni, facendolo emergere in tutto quel verde. Per ingannare il tempo, mentre posiziona con distrazione i contenitori sotto uno degli ulivi, intavola un argomento su cui ogni tanto ha speso un pensiero. < Voi vi sentite pronti per una missione di grado C? > Presume, nel chiederlo, che loro come lui abbiano soltanto svolto missioni del grado più basso, fino ad allora. Quanto alla sua risposta, questa non giunge. È troppo bloccato a contenere quel nodo alla gola che gli si è formato alla sola idea di dover combattere. Il proposito di rischiare la vita, nonostante sia in grado di comprendere gli effetti collaterali di quel mestiere, lo fa sudare freddo e abbassa ancor di più la temperatura corporea.

18:16 Kurou:
  [Oliveto] Kurou si appresta ad attendere che il suo grande compagno di missioni gli sistemi il contenitore a dovere, mentre si poterebbe nei pressi dell'olivo prossimo ad essere colpito. < Mi trovi sempre pronto Vika-san! > rivolge un bel gesto di consenso al ragazzo, anche se il suo ultimo allenamento in compagnia lo ha visto rivalutare molto le sue capacità, così come la consapevolezza di se stesso. E a rigore di ciò rivolge una risposta a Majima, prima di proseguire con il riempire l'ultima scatola. < Se ti dicessi di non aver paura ti mentirei... > forse qualche settimana prima avrebbe risposto diversamente, forse la voglia di affrontare sfide sempre più grandi lo avrebbe rinvigorito e basta. < Ma dobbiamo crescere, per aiutare quante più persone possibili. Per un domani migliore. > Arresta il passo davanti al tronco dell'alto albero, pieno di rami che da sotto riesce a vedere colmi di verdi frutti oleosi. Le gocce cadono più pesanti lì sotto, e un taijutsuer si prepara a far calare il sipario su quella raccolta, che mette a dura prova la resistenza al freddo di tutti. < Ossu! > Il piede sinistro indietreggia, dopo quel kiai, andando a porsi dietro la linea verticale dei glutei di qualche centimetro, andando a flettere leggermente quella gamba per una maggior stabilità. Nel frattempo, l'altra gamba andrebbe in avanti, in prossimità delle radici, anche questa leggermente piegata ma senza peso corporeo applicato, quindi forse mossa per abitudine. Anche le braccia avrebbero preso a muoversi, così come il busto, e con molta armonia e semplicità, il bacino avrebbe ruotato prima a sinistra, poi di scatto verso destra, e come preso dal flusso un braccio sinistro, colmo di chakra si sarebbe schiantato con la mano chiusa a pugno sulla corteccia dell'albero. Ma seguendo quel flusso, il bacino avrebbe vorticato di nuovo verso la sinsitra, portandosi dietro il braccio destro che andrebbe a colpire in un piccolo tonfo bagnato un altro punto della corteccia, questa volta usando il palmo della mano con le dita ritirate in se stesse, ricordando la zampa di un felino. La sua posa sarebbe stata stabile alla fine di quei rovinosi colpi, che avrebbero scosso l'albero con violenza, facendo forse cadere diversi rami oltre ai loro frutti. [Chakra (30 - 5)/30] [1/4 Movimento verso albero + 3/4 Stile Pugno di Pietra (2 colpi)]

18:29 Vika:
  [Oliveto] < ... > annuisce alla risposta del compagno occhialuto che rispedisce al mittente la proposta di battersi in allenamento, poco importa, quel che conta ora è finire quanto prima quel lavoro assai noioso e tornarsene a casa. La pioggia non ha concesso loro un attimo di tregua. Malgrado l'abbigliamento tecnico ed il berretto dovrebbe anche lui esser ormai zuppo d'acqua, forse soltanto i piedi non sono finiti in ammollo grazie ai moon boot imbottiti. Il suo partner di scuotimento adesso è il Nakayama, che per movimenti e doti fisiche mostrate dovrebbe corrispondere all'identikit del perfetto taijutser, ma chiedere non costa nulla. < Ehi Korou, il tuo forte sono le Arti Marziali? > domanda, dimostrando adesso interesse verso lo shinobi della Foglia, sicuramente il più affabile della combriccola. Ma la risposta non tarda ad arrivare, con una bella dimostrazione pratica delle sue abilità. Intanto anche Majima fa la sua spola tra i ragazzi raccoglitori e il magazzino dove riporre quelle scatole. < Pur di non veder più un oliveto ne farei pure una di grado B! > sentenzia il suo punto di vista non appena l'otino ritornerebbe verso di lui per prendere un nuovo pacco da consegnare, una risposta che dovrebbe iniziar a far capire ai compagni che anche il grigio non ne può più. Dovrebbero essere riusciti a raccogliere e mettere da parte un buon quantitativo di olive, considerando anche le condizioni in cui sono stati chiamati ad operare tra pioggia, freddo e oscurità. < Secondo te può bastare? > domanda nuovamente a Korou andando ad allentare la presa sul fusto dell'ultimo ulivo di quella fila da lui prescelta, dove non dovrebbero esserci più olive da tirar giù. La mano destra va sollevandosi in direzione della fronte lì dove tra il berretto e le sopracciglia qualche goccia di sudore mista alla pioggerellina viene giù prima che vada sugli occhi. Attende speranzoso che anche per il konohano il lavoro fin qui svolto possa esser più che compiuto. [Chakra On] [Equip: guanti ninja | Portaoggetti: tonico chakra x1]

18:50 Majima:
  [Oliveto] Crescere: un problema per cui non sente di avere una soluzione. Crede di avere ancora troppe problematiche in ballo per pensare ad altro. Prima di tutto la questione sicurezza, dopo che quei due lo hanno tormentato è nato il bisogno di procurarsi un'arma, una lama per la precisione. Finché non incontrerà qualcuno in grado di forgiargliene una non riuscirà a mettersi l'animo in pace. Dopodiché, deve degnare al quartiere povero di Kirigakure una visita e scoprire come mai, a detta di quell'Uchiha, la ruota della fortuna ha smesso di girare per quei disgraziati. Torna al presente, stringe gli occhi e deglutisce quell'amaro boccone di saliva. < Mah. Io veglio solo sui fortunati e assisto gli sfortunati. > Commenta, questa volta con voce tremolante, le parole dell'amico. Non sente il bisogno di aiutare tutti, né di fare l'eroe, piuttosto si limita a rispettare il suo compito di tenere d'occhio chi è benedetto dalla sorte e chi non lo è. Se solo fosse di un umore migliore, poi, avrebbe accompagnato il poderoso attacco di Kurou con un applauso. Bensì, osserva le olive che cadono, aspetta che queste vengono risposte e si rimette al lavoro per sollevare le cassette. < Queste dovrebbero essere le ultime... > Anche perché chi ha assegnato l'incarico non ha precisato numero o chili di olive necessari. In tre saranno riusciti, grosso modo, a riempire dalle dieci alle dodici cassette, quanto basta per alleviare il carico di lavoro che grava sulle spalle dei contadini. Non è da escludere, poi, che la stessa missione venga assegnata ad altri Genin nei giorni a venire. < Io porto queste e poi me la svigno. > Prima di invertire direzione e incamminarsi verso il capannone, decide di salutare entrambi. Fremente all'idea di poter finalmente tornare a casa, questa volta le formalità sarebbero state più brevi rispetto all'inizio dell'incarico. < Dewa mata ne, Vika-san. Ki o tsukete, Kurou-kun! > Non essendo in forma come suo solito, ha perfino dimenticato di chiedere al compaesano di passargli il suo profilo ninjagram. Poco male, insomma, la dedizione di lui al lavoro dello shinobi gli fa pensare che quello non sarà il loro ultimo incontro. [END]

19:19 Kurou:
  [Oliveto] Un fruscio assordante al seguito di quella sequenza, l'avambraccio destro è ancora alzato davanti al muso, mentre l'altro è ritirato, poco sopra ai fianchi, incollato al bacino. Ricordandosi di avere di fronte un semplice arbusto, il ragazzone decide di lasciare andare quella posa da combattimento, per riallineare le gambe e rilassarsi un secondo, prima di prendere a buttare nelle scatole le olive cadute. < Sì esatto, sono la mia passione! > sorride verso lo shinobi dai capelli color cenere, che si appresta a finire di raccogliere le ultime olive, prima di dare un stop definitivo a quell'opera di agricoltura. < Basta così, aiutiamo Majima a portare il resto al magazzino. > Si sarebbe sollevato dopo aver riempito e chiuso col coperchio quell'ultimo contenitore, sollevandolo e compiendo parte del tragitto al ripostiglio insieme all'occhialuto, visibilmente stremato. < Comunque le missioni D non mi dispiacciono... Servono per aiutare gli abitanti nel concreto. > parla in maniera molto fiera, mentre trasporta quella cassa verde e trasparente. Una volta appoggiata la cassa, avrebbe visto l'amico dai capelli verdi dirigersi per via diretta verso l'uscita, salutando rapidamente. <Alla prossima Majima-kun! Grazie! > Non gliene sarebbe tornato in tasca nulla da quella raccolta di olive, ma il grazie non era riferito allo sforzo, quanto più al tempo passato con lui, oltre ad averlo visto piuttosto scarico, a confronto col suo solito atteggiamento energico. Gli avrebbe scritto su ninjagram, per sapere se fosse arrivato a casa tutto intero. < Vika-san, prima di andare ti lascio il mio numero. Allenarsi insieme è sempre più redditizio che in solitaria. > sorride al nuovo conoscente, è ancora curioso di conoscerlo e spera di avere altre occasioni, che non siano sotto la pioggia gelida o sotto frutti oleosi che cadono. Sia avvicina quindi al ragazzo, estraendo il cellulare bagnato, e visibilmente crepato sullo schermo, dalla tasca laterale dei pantaloni, andando a digitare qualche tasto prima di rivolgere il display al suo interlocutore, con sopra alcuni contatti scritti, come il suo numero. Una volta che Vika avesse segnato tutto, il taijutsuer, con ancora il ciuffo ribelle pieno di lacca alto nel cielo grigio, avrebbe salutato con un pollice all'insu e un gran sorriso, mentre si appresterebbe a correre anche lui verso l'uscita, alla ricerca della strada più corta, per scappare a quel freddo e ritirarsi in un rifugio caldo in cui sostare. < Prossima volta mi vestirò di più... > mugugna, pur sapendo di star mentendo spudoratamente. [Chakra 25/30] [END]

Kurou, Majima e Vika si trovano all'oliveto di Kusa per svolgere l'incarico previsto dalla missione. Dopo essersi divisi il lavoro, vari metodi vengono sperimentati per accelerare il processo di raccolta delle olive e nel frattempo scambiano quattro chiacchiere.