Neve, pensieri, rame
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Giocata del 18/01/2023 dalle 10:55 alle 18:55 nella chat "Piazza Centrale [Oto]"
11:00
Utente anonimo:
[Casa Akainu] Indossa un pantalone cargo a vita bassa color verde militare, aderente sul pube e lievemente più largo sui polpacci, restringendosi alle caviglie per far spazio alle scarpe da outdoor comode e sportive, grigie e con lacci verde fluo. Tutto sommato la Sabaku appare giovanile più della sua reale età seppur manchi di vezzo femminile, trucco e orpelli, alla cinta è attaccato il suo portaoggetti dove tiene due fuda con tronchetto, due tonici curativi e due di recupero del chackra, il suo coprifronte ed il suo Ninjaphone. Superiormente un maglione beige a girocollo, stretto sul vitino magro e dalle maniche leggermente larghe con cui copre leggermente oltre i polsi anche parte delle mani. Non bastava la pioggia, no, quando un destino è avverso lo fa in toto e quindi pure la neve. Sunodeki se ne sta sulla sedia, la solita del salotto, cheta mentre prosegue per la Sabaku quell'esercizio che la tiene lontana dalla sua innata. Non avrebbe dovuto comunque allenarsi quel giorno, quelli precedenti una missione sono di riposo per i Sabaku, ancor più se la missione è di livello B ma si trova a fissare oltre la finestra con aria meditabonda in quella attesa. Non ha ancora fatto menzione ad Akainu della missione, è anche andata a trovare Shiroichi ma dormiva e quindi gli ha lasciato il cactus stavolta sul comodino e si è limitata a fargli una foto per mandargliela come prova della sua visita. Certo la tentazione di disegnargli un uccello in fronte è stata alta ma non è così brava nelle arti pittoriche e se ne sta lì, aspettando una missione di cui ancora non sa nulla da parte degli Anbu a guardare un po' la neve un po' Sunodeki come se stesse ancora riflettendo su quanto le è stato chiesto{Chk ON} [Casa] Sono a casa quella mattina con la neve intenta a scendere in quel di Otogakure; il cielo ricolmo di nubi grigiastri, fiocchi cadono e la neve ricopre il circondario ma è un qualcosa che non attirare l'interesse dell'Uchiha la cui attenzione è rivolto alla sua Katana. Seduto sul divano con la katana sulle ginocchia, la trattiene dall'elsa mentre vi passa un panno sopra lucidando la lama; sta usufruendo di prodotti appositi per pulirla riposti sul pavimento mentre il panno viene passato con una certa dose di forza sopra il piatto della stessa facendo attenzione a non passare sulla parte affilata. Non è ancora perfettamente lucida con qualche parte ancora annerita. Il silenzio la fa da padrone al momento, uno concentrato sulle proprie armi e l'altra verso la finestra ma ben sa di dover tirare fuori l'argomento sulla missione del serial killer avendo trovato ciò che lei cerca. Indosso porta una semplice maglietta smanicata bianca la quale lascia scoperte, appunto, le braccia deturpate insieme a parte del petto le cui ustioni violacee la fanno da padrone mentre agli arti inferiori un paio di pantaloni neri aderenti simili ai leggins concludendo il tutto con un paio di sneakers nere basse. Non ha altri aggeggi con se, messo comodo e, soprattutto, con la televisione spenta beandosi del tranquillo silenzio ma quando il silenzio è troppo, i dubbi sopraggiungo persino per lui scostando le verdi iridi alla volta della Sabaku, squadrandola da capo a piede, fissandole le spalle. Sospira continuando a strofinare la lama per poi alzarla portandola dinanzi a se distendendola completamente e perpendicolarmente al pavimento cercando delle imperfezioni <Cosa ti preoccupa?> esordisce rompendo il ghiaccio, lanciandole qualche occhiataccia di sbieco ma nulla di che, non si alza andando, però, a mettere le basi per il proseguo della conversazione. [Chk On][Katana]11:47
Utente anonimo:
[Casa Akainu] Non sembra curarsi più di quanto non dovrebbe della pulizia che Akainu fa con le sue armi, tant'è che effettivamente è rivolta alla finestra osservando i fiocchi tra le periferie a ridosso della piazza di Oto. Il corpo magro abbastanza da far emergere la spigolosità delle scapole oltre il maglioncino sabbioso, prima che il silenzio venga interrotto. Una domanda che porta il viso emaciato a torcersi con lentezza. <Domani ho una missione importante, se continua con questo tempo...Potrei non essere all'altezza. Non mi sono allenata abbastanza>Non senza Sunodeki ma il senso di quelle parole è sillabato mentre si volta come la sua inquietudine, le mani vanno alle tasche dei cargo nascondendovi dentro le dita ossute mentre le spalle si incassano ed il passo inizia a muoversi verso il divano. <Non sono preoccupata, sono pensierosa.> L'Uchiha sta ormai imparando a conoscere i silenzi centellinati dell'arida sabbiosa e questa intimità è un'arma a doppio taglio che non sembra concedersi. Il Chackra si convoglia verso la propria clessidra, sciorina pochi granelli, abbastanza da lasciarli disperdere inizialmente invisibili se non per quella conta opposta che il materiale trasparente ambrato fa del tempo nelle sue forme. Quando giunta al divano appoggia il fianco sinistro contro lo schienale curiosando con gli occhi di miele la pulizia dell'arma altrui avviene cosa rara che possa guardarla dall'alto. <Ti va di uscire più tardi? Hai un cappotto in più per me? Non nevicava ieri sera.> L'imprevisto va previsto, disse Mogol, ed ora diviene rimpianto a quanto pare. <In una settimana ho imparato giusto a fare il monaco buddhista.> Qualsiasi cosa voglia dire, nella limitatezza verbale della Sabaku sembra in'informazione buttata lì {Chk ON | 2/4 Inn. Attiva controllo II | 73/75} [Casa] La spada rasenta quasi la perfezione, è ben equilibrata ma quel colorito opaco non gli piace, non lo soddisfa, vorrebbe potersi specchiare su di essa ma è un lavoro arduo che, probabilmente, avrebbe impiegato quasi tutta la mattinata fino al pranzo almeno. Strofina le labbra tra loro corrucciando la fronte concentrandosi sulla punta della lama, strofina li in particolar modo togliendo i rimasugli di sporco e di nero, fortuna vuole che non vi sia ruggine, dona troppa attenzione a quelle armi per permettere una simile fine. L'ascolta silente, il respiro è calmo, lento, ponderato finendo per deglutire grumi interi di saliva ma comprende la di lei preoccupazione, specie dopo l'ultima missione svolta non andata perfettamente <Sottovaluti troppo le tue capacità> replica in merito molto semplicemente, un qualcosa di apparentemente banale ma non così come sembra <La tua sabbia è più forte di questo tempo, sicuramente un po' di neve non ti fermerà> in allenamento ha dimostrato quanto vale, ha sudato per tenerle testa ed ora non può vederla svilirsi in questo modo barbaro e becero. Il suo camminare viene notato, sentito lasciandola avvicinarsi al divano fino a sedersi al proprio fianco ed è in quel momento che cessa di dar retta alla spada portando lo sguardo sulla ragazza, ricercandone gli occhi <Cosa ti impensierisce? La missione davvero o c'è altro?> indaga, esattamente come l'ultima volta prova ad indagare sulla di lei vita, su cosa le accade intorno, durante l'arco delle giornate <Vedi l'arte magica ha un problema, il chakra. Senza chakra non si possono fare jutsu, dovete dosarlo, stare attenti mentre le armi non hanno questo problema. Loro non ti tradiscono> sollevando la katana, guardandola con ammirazione, smuovendola dinanzi a se e dinanzi a Kore <Puoi usarle fino a quando il corpo regge> prima di tornare con lo sguardo alla volta della Sabaku <Hai pensato di usarle?> un modo come un altro per renderla più forte se questi sono i timori. Abbassa l'arma adagiandola sulle gambe, sospira annuendo a quella domanda, quella proposta inattesa ma ben accolta <Si, ne ho qualcuno in più. Dopo l'andiamo a scegliere> non ha moltissima scelta, sono per lo più maschili ma tant'è, non dovrebbe essere un problema <Cioè? Hai imparato a tagliare i capelli?> ironia portami via ma il tutto viene detto con una serietà disarmante per spezzare il momento a la tensione secondo lui <Comunque, ti ho trovato l'Uchiha> ricollegandosi al messaggio mandatole qualche giorno fa. [Chk On][Katana]12:17
Utente anonimo:
[Casa Akainu] Il capo biondo scuote appena alla questione della sabbia, nega, ha già visto la pesantezza della propria sabbia bagnata all'esame dei Chuunin ma quel pensiero viene trattenuto e serrato tra le labbra sottili e scure. Il corpo dallo schienale cui poggiava scivola, fino al bracciolo ed infine oltre lo stesso andandosi a sedere e così ritrovando l'altezza quasi pari e superiore degli occhi smeraldo dell'altro. <Anche la missione.> Ma il turbinio all'interno di Sunodeki è inquieto mentre notando le intenzioni altrui di non uscire di lì a breve usa un piede per spingersi via la scarpa dall'opposto, fino a raccogliere le gambe per incrociarle mentre lo ascolta. <La mia sabbia è la mia arma, il mio corpo è il mio braccio, non è il chackra che mi manca ultimamente. Ho fiducia nel mio arsenale.> La risposta sillabata sembra quindi monitoria, semplicemente no, non ha mai pensato di cimentarsi nell'houjutsu ma sembra voler sancire la fiducia che ha nelle proprie armi. Potrebbe ribattere che il corpo comunque fa fatica con le armi, che allenamenti non si improvvisano, e anche la fatica prima o poi finisce ma non lo fa, non sembra volerlo fare. Tornando a guardarlo la questione del cappotto maschile non sembra turbare la sua femminilità tutt'altro che accentuata ma alla domanda sui capelli smuove le mani avanti al ventre componendo i sigilli di Capra, bue e drago nell'ordine e chiudendo gli occhi per qualche momento, il gesto sembra più scenico, quando le braccia si separano pollice ed indice formano una 'O' accanto alla testa e le tre dita rimanenti
sono spianate esteriormente mentre il richiamo della corrente ascensionale la accarezza sollevandone a mezzo metro dal divano come una culla, trattenendo le gambe incrociate. Il verso sforzo per lei è dover immaginare quelle correnti come se le stesse usando per muovere le sue sabbie ma senza donar delle stesse. <AOHHHHMMMMM> Questo intende per monaco buddista e si sa, se sei un Sabaku il tuo umorismo è pari a quello di un Asciugacapelli, è quindi incredibilmente seria quando l'occhio sinistro più prossimo all'altro si riapre per cercare di sbirciarne le reazioni. <Me l'hai detto, mettimici in contatto, mi organizzerò dopo la missione.> Ancora con le braccia in posizione da monaco ma ora, nuovamente dall'alto, ancora voltata nella sua direzione.{Chk ON | Inn. Attiva controllo II | Corrente ascensionale -levitazione 2/4 69/75} [Casa] La missione è sicuramente un punto dolente della questione, affrontarla e vincere, fare meglio, dimostrare quello che sa fare. Inspira ed espira lasciando quella katana sulle ginocchia, adagiato dal piatto evitando ancora la parte affilata, nonostante lo sporco fa male quell'oggetto, riesce a tranciare tutto come fosse del semplice burro per poi notare il mettersi comodo di lei su quel divano; vuole uscire, vuole andare fuori e l'avrebbe accontentata prima di quanto possa credere eppure hanno delle cose di cui discutere animatamente per aiutarla nel suo intento contro il killer <E allora cosa ti turba? Sei forte e hai fiducia eppure non sei tranquilla> l'ha notato, dal giorno al takoyattà la ragazza si comporta in maniera strana, inconsueta <Perchè non mi parli?> d'istinto glielo chiede, pone quel quesito infausto e fastidio. Non è il mettere pressione che desidera bensì ottenere delle risposte su quel silenzio, cercare di capire cosa passi realmente per la testa delle donna non dando troppo peso al suo diniego verso il dire di prima. L'osserva scostando la katana, adagiandola per terra così da liberarsi di quell'impiccio mentre l'altra compone dei sigilli; corruccia la fronte allontanando appena il busto per poi vederla levitare a mezzo metro dal divino, sospinta non sa da cosa ma ora comprende il dire sul monaco buddhista. Schiude le labbra, lievemente stranito <E imparare a fare questo come ti sarò utile?> diretto, insensibile, senza peli sulla lingua ma volare in quel modo, durante una battaglia, è poco utile, poco pratico, specialmente in quella posizione scomoda con le mani ad O. Scuote il capo a sua volta sollevandosi dal divano, si alza facendo qualche passo per portarsi frontalmente ad essa, guardarla negli occhi <Hai già i suoi contatti> rivela fin da subito <Ho parlato con Katai, mi è venuta in mente la tua idea di trasformazione, così l'ho fatto trasformare in una versione femminile di se. Va bene, è accettabile come donna perciò sarà lui la tua esca. Ha accettato di aiutarti> senza dire a quali condizioni, non serve dirlo ne metterla al corrente di questi particolari. L'importante è aiutarla <E' anche migliorato, perciò non sarà inutile> concludendo quella disamina sul ragazzo. [Chk On][Katana]13:04
Utente anonimo:
[Casa Akainu] La sua levitazione si porta lentamente a quel minimo, un metro dal divano ed ivi tuttavia si trattiene, non ascende in quella corrente e non ne discende, quel che intenta è il controllo che ha guadagnato con un mantenimento semplice.<Ti sto parlando.> Alla maniera di Kore, che non è realmente parlare probabilmente, o almeno non inteso come la gente comune. <Te l'ho detto, il mio legame con Sunodeki non è sempre un vantaggio e la mia inettitudine senza mi mette a disagio. Se non fosse piovuto sarei stata in grado di prendere il killer? Sango sarebbe morta?> Le domande a cui non vi è risposta a differenza di quella posta da Akainu, quando si lascia cadere sul divano da quel metro ricompone quei sigilli, dopo aver assestato le gambe, ma stavolta indirizza la corrente su Akainu CERCANDO di farlo sbalzare all'indietro oltre un metro e mezzo d'altezza. Non abbastanza da sbattere sul tetto, non abbastanza da far davvero male una caduta oltre la spalliera del divano, ma non troppo poco da non lasciar intuire la corrente. <A questo.> Rivela l'utilità con il tentativo pratico che immediato avanza e poi sedimenta coi venti che hanno spinto Akainu ormai in piedi e forse ora non più, dopo averlo ascoltato. <Eravamo rimasti che non era un Uchiha sacrificabile, così mi tenti Akainu...> Ironia, fredda quanto tagliente ma annuisce brevemente sciogliendo le gambe per mettersi in piedi a sua volta. <Gli manderò un messaggio dopo la missione.> Promette in qualche modo, attendendo l'imminente convocazione. <Sai che Shiroichi è in ospedale? Si sono imbattuti nelle Chimere alle mura di Konoha.> Sentenzia ormai in piedi.{Chk ON | Inn. Attiva controllo II | Corrente ascensionale su Akainu 2/4 65/75} [Casa] Sta parlando ma non sta dicendo nulla a conti fatti, non quello che desidera sapere il deturpato mentre la ragazza volteggia sopra il proprio divano come una simil divinità <C'è sempre una soluzione, privarti di ciò che ti rende forte non ti aiuterà. E' come se io rinunciassi allo sharingan perchè la luce è troppo forte> ovvero quando non riesce a vedere ma il concetto è quello in fin dei conti <Questo domande non servono a nulla. Non possiamo saperlo, magari ci saresti riuscita, magari senza pioggia saresti morta tu o sareste morti tutti. Non possiamo domanda cosa sarebbe accaduto, è successo, è morta e non è senza Sunodeki che riuscirai a prenderlo> prende una breve pausa in quella piccola cazziata che le sta facendo <Perchè piuttosto non unisci il tuo fuuton alla sabbia per creare qualcosa di nuovo? Usa la fantasia> ed è la vera arma di un houjutser, l'immaginazione, la fantasia per rendere al meglio le proprie doti altrimenti morirebbe alla prima missione. Schiude gli occhi completamente nel comprendere i di lei intenti andando a divaricare le gambe flettendo le ginocchia per poi tentare di aggirare quell'onda di vento con un movimento ad arco verso destra ed impedendole di colpirlo. L'ultima volta non è andata bene, non vuole replicare nuovamente. In caso di successo quell'attacco dovrebbe aver creato un po' di scompiglio nella zona incriminata <Sul serio me lo lanci contro? Ti piace così tanto vedermi a terra?> chiede rivolgendole una veloce occhiata. Quella volta al campo di addestramento, seppur ferito, è finita piuttosto bene ma non dire lo stesso di oggi, non sfida la sorte, specialmente a quell'ora del mattino. Le comunica della conversazione con Katai, della vittima prescelta per partecipare alla cattura del killer <Non lo sto sacrificando, ha accettato di sua volontà> andandole incontro. Non ha rapito un'Uchiha, bensì ha chiesto un favore ad un membro del clan <Ti tento ma la ricompensa ne vale la pena> avvicinandosi cercando di portare la destrorsa sul di lei per carezzarne i capelli, guardarla dall'alto verso il basso ora che è scesa tornando tra i comuni mortali. Annuisce semplicemente prima della notizia del Nara <Non lo sapevo, ha sgozzato qualcuno anche stavolta? Immagino le chimere l'abbiano fermato prima> leggero ed appena accennato il sorriso stampato in viso con una frecciatina non troppo velata al ragazzino. [Chk On][Katana]13:34
Utente anonimo:
[Casa Akainu] La domanda di Akainu, così come le parole precedenti, viene accolta da un silenzio iniziale. <Il fuuton è già parte della manipolazione della sabbia. Non serve a creare cose nuove.> Dinoccola donando tuttavia un'altra risposta che non è una risposta ma inclinando le labbra scure dopo quel tentativo che ha scompigliato forse qualcosa nel disordine alle spalle di Akainu. <Beh, diciamo che non mi dispiace> Sentenzia lasciandolo avvicinare il tanto che basta da rilassare il viso e le spalle contro la carezza al suo capo. <Potrei essere d'accordo...> Sulla ricompensa tuttavia mantiene un alone di mistero CERCANDO di sollevarsi abbastanza da ricavare al viso altrui un bacio. <Mi sembra di capire che invece la loro missione sia riuscita ma...Shiroichi era un po' mummificato.> Dormiva quando è andata a trovarlo ma non aggiunge altro, ritirandosi da quel bacio se vi fosse riuscita arretra e si china abbastanza da rimettersi velocemente le scarpe. <Allora questo cappotto? A voi ragazzini non piaceva giocare con le palle di neve una volta? Mi fate sentire così vecchia...> Tutto il suo giro di amici, o sono minorenni o sono minorati, Akainu incluso in qualche maniera pare. <Akainu posso farti una domanda senza che tu ti faccia strane idee?> Domanda dopo essersi messa le scarpe, avvicinandosi però a Sunodeki per assestare la fusciacca smeraldo alla vita ed alla spalla destra come è solita portarla, tanto un cappotto di Akainu come minimo le arriva alle ginocchia pare che possa permettersi di sembrare un gobbo deforme.{Chk ON | Inn. Attiva controllo II | 64/75} [Casa] Non smette di guardarla nel ricevere quella risposta che niente aggiunge ma si limita ad annuire con un sospiro <Dunque? Non puoi più utilizzarlo quando usi la sabbia?> si, perchè anche con la sabbia attiva può fare qualcosa <Ad esempio, la tempesta usata durante il nostro allenamento puoi unirla a questa cosa volante che hai utilizzato ora. Non so in quale contesto, non so a cosa possa servire ma è comunque un'idea> creata sul momento senza nemmeno sapere che tecnica lei abbia usata, limitandosi a buttarla li per darle un pensiero, un qualcosa su cui riflettere per la missione o per qualunque altra situazione <Dovrai impegnarti di più se lo desideri> non le dispiace ma va guadagnato ed è anche migliorato, l'impegno richiesto è maggiore. Il sorriso svanisce a quel tocco sul di lei capo ricambiando il bacio, un bacio veloce senza entrare nei dettagli, limitandosi a quelle effusioni casalinghe <Mummificato? Cosa gli è successo? Le chimere l'hanno scuoiato?> nel dirlo guarda le proprie braccia, che Shiroichi voglia fare un cosplay realistico del deturpato? Dubita abbondantemente ma tutto è possibile, d'altronde il ragazzino ha dimostrato di non essere completamente apposto di testa, può benissimo andare in una direzione poco consona. Si distacca da Kore mentre la vede mettersi le scarpe per prelevare la katana da terra; l'ascolta passandole a fianco e dirigendosi alla volta della stanza da letto <Stai facendo tutto da sola, io non ho mai parlato di palle di neve> umetta le labbra <Da un po' di mesi ho scoperto un diverso tipo di gioco che mi piace di più> volutamente ambiguo, non lo dice apertamente mentre s'introduce nella camera da letto. La katana viene infilata nel fodero mentre va ad indossare la sua solita giacca nera al di sopra per poi prelevare il portaoggetti con all'interno la spada di chakra e l'arco il quale viene posizionato sulla vita ma alle spalle. Infine preleva i foderi di katana e ninjato andando a posizionarli sulla schiena con le fasce dorate a passare sul petto per poi aprire l'armadio tirando fuori un giaccone di pelle lungo ed a maniche lunghe. Smuove nuovamente passi e corpo ritornando nell'altra stanza e porgendo il cappotto alla ragazza <Forse è troppo largo> ma i suoi vestiti sono tutti così in confronto ad ella <Come premessa non è confortante ma cosa vuoi sapere?> chiedendo infine. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra e arco di chakra]14:50
Utente anonimo:
[Casa Akainu] Allontanandosi da quel bacio sembra voler far cadere l'importante, le sue abilità ninjutsu, nel silenzio replicando solo a parole che sembrano secondarie sul tema. <Mangiato e sputato più che scuoiato. Credo che i succhi gastrici abbiano fatto il resto ma il messaggio è stato confuso al ricovero.>
Si limita ad eviscerare quei fatti, senza accezione alcuna, mentre mette un fermo con le dita alla fusciacca che trattiene la sua giara fissandola finalmente ad aderire contro la schiena. <Ah, si? Che sorta di gioco sarebbe?> Ha compreso l'ambiguità dell'altro e la sta provocando o non l'ha compresa affatto? Con la fennec dedurre queste cose è complicato il più delle volte ma quella domanda segue l'Uchiha nella sua stanza da letto andando incontro a quel cappotto che per lei è enorme come presunto, ma del quale non sembra preoccuparsi prendendolo comunque per cercare di assestarlo sopra Sunodeki, a protezione dalla neve infilando le braccia ossute dentro il tessuto che se ne farebbe tre di quei giubotti ad averlo. <Nah, va bene.> Assicura mascherandosi in colpo gobbo di Oto e così occultando praticamente completamente Sunodeki mentre chiude il cappotto. Ne cerca gli occhi smeraldo per qualche istante ficcando le mani nelle tasche, e quindi le braccia assai lunghe. <Se ci lasciassimo credi che rimarremmo amici?> Il motivo di quella domanda non si lascia intuire, non sembra mossa nemmeno per uno specifico e non mostra una accezione o meditazione particolare. <Non mi devi rispondere se non vuoi.> Specifica immediatamente dopo ciondolando nella sua posizione in attesa che l'altro si decida a uscire o ricercare qualcos'altro nell'abitazione {Chk ON | Inn. Attiva controllo II | 63/75} [Casa] D'istinto solleva il sopracciglio a quell'affermazione nei confronti del Nara per poi abbassare le palpebre immaginandosi la scena <E' una metafora o letterale?> chiede per sicurezza, pure lui è mangiato e sputato ma nessuno l'ha ingoiato o masticato, solo il frutto di un incendio doloso da ragazzino. Entrambi sono vestiti e pronti per uscire da quella casa, portarsi sotto la neve <Prendiamo un ombrello o vuoi imbiancarti?> per lui non vi sono problemi, non gli da fastidio la pioggia, figuriamoci la neve, dona un po' di colore a quel nero che si porta addosso e poi ecco la domanda. Ha capito? Non ha capito? Lo sta provocando o semplicemente è una domanda fatta giusto per? Schiarisce la voce graffiando la gola <Dovrei mostrartelo ma stiamo uscendo, dobbiamo rimandare mi sa> alzando velocemente le spalle, un po' di provocazione sopraggiunge anche da lui, non evidente, non così palese come possa sembrare ma arriva, un modo di giocare alla stregua del vedo non vedo. Il cappotto le sta ampiamente largo, troppo tanto da renderla un barbone o un gobbo in tutto e per tutto <Perchè la giara non la metti sopra? Così sembri uno di quei pazienti di quel tuo programma in tv> a quale si riferisca non è dato saperlo ma Kore sicuramente si, questo importa, farle capire come si ponga in tal momento. Il gioco viene meno alla luce di quella domanda tanto strana, improvvisa e senza un'apparente senso. Umetta le labbra strofinandole tra loro lentamente, ammorbidisce la parte bruciata di quello inferiore <Dipende da come ci lasciamo e il motivo> suppone quello <Se è per un tradimento, dubito che l'amicizia possa esistere> tradimento è una parola che racchiude un'ampia gamma di azioni, non solo quelle fisiche con un'altra persona <Se diventiamo ostili l'uno verso l'altro, idem> risponde ovviamente ma il dubbio arriva. Il capo viene inclinato mentre la voce roca viene fuori facendolo deglutire per ammorbidire appena il tono <Come mai questa domanda?> talmente improvvisa da non passare inosservata eppure, nel mentre, si dirige verso la porta cercando nelle vicinanze il mazzo di chiavi per aprirla. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra e arco di chakra]15:16
Utente anonimo:
[Vie] Sulla prima domanda di Akainu le spalle limitano un sollevamento breve. <Letterale, credo.Comunque come vuoi.>Lapidaria coglie la palla al balzo per rispondere anche in merito all'ombrello ma ormai per eventuali dimostrazioni che l'altro ha intenzione di proporle ha già imbastito il giaccone altrui e sta iniziando a muoversi verso la porta. <Perchè se no mi entra la neve nel buco.> Sì, ha capito e sta evidentemente provocando donando tempo all'altro di recuperare le chiavi ed aprendo lei stessa la porta con la sinistra che toglie dalla tasca. <Non c'è un perchè.> Eppure ha assaporato con un silenzio attento la risposta. <Una mia ex compagna alla magione, ha un problema di coppia, così mi è semplicemente venuto in mente. Niente corna, niente ostilità...solo dubbi.> Specifica attendendo l'Uchiha sul pianerottolo ma fissandolo come a voler lasciare emergere dalla sua presenza costante all'attenzione la natura non personale della domanda. In qualche modo eventi esterni le hanno donato quella riflessione. <Non credo nemmeno sia possibile l'ipotesi del tradimento, anche perchè ti ucciderei nel sonno quindi non si porrebbe la domanda in sè. Ti muovi pazzoide?> Chiede iniziando ad avviare il passo oltre il pianerottolo di quel secondo piano solo quando l'altro avrà chiuso la porta. Già da lì il freddo le sta schiaffeggiando il viso emaciato ma è quando saranno fuori dalla palazzina che l'opera potrà ritenersi completa in qualche modo. <Oh, va bene, idea di merda torniamo a casa adesso?> Appena tre passi oltre l'uscita e già la neve, esatto opposto alla sua natura desertica, non sembra essere una buona idea come lo era fissandola dalla finestra. Guarda Akainu dal basso per forza di cose. <Secondo te quanta neve posso spostare con il mio fuuton?> {Chk ON | Inn. Attiva controllo II | 62/75} [Chiosco] E' l'ora di punta, la neve candida vien giù cadenzata quasi seguisse un ritmo prestabilito, a tratti copiosa per poi rallentare. Dipinge tutto intorno lo scenario in quel del Distretto di Otokagure creando un'atmosfera grigia, ma quasi fiabesca, mescolandosi con una coltre di foschia che va a confondersi man mano salendo sempre più con le nubi che sovrastano il villaggio, sbiadendo in lontananza i contorni delle case e nascondendo cosa si celi oltre le stesse. Temperatura ben più fredda rispetto a quella di ieri, il clima ideale per il giovane denshi seduto lì al chiosco nel bel mezzo della piazza, quella intitolata al "Primo", a sorseggiare una tiepida ormai ciotola di ramen, o meglio quel che rimane, umettando di volta in volta le labbra ogni qual volta le folate gelide di vento vanno a lambire l'area causando un brivido di freddo. Per l'occasione ha deciso di sfoggiare una lunga sciarpa bianca che, avvolgendolo al collo, scende giù fino alle ginocchia posandosi su di un giubbottino color nero, la cui zip è tirata su fino al collo nascondendosi al di sotto della setosa pashmina. Gli arti inferiori calzano dei lunghi pantalacci da allenamento scuri, larghi il giusto che bastano, fino ad arrivare alle caviglie dove culminano all'interno di un paio di moon boot grigio scuri utili più che mai in quella giornata dove ogni via e ricoperta di ghiaccio e neve. La folta chioma grigia della frangia sbuca invece da un cappellino di lana nero, stavolta non dovrà andarsi di volta in volta a risistemarsi quel ciuffo che è posato grazie al copricapo sulla fronte senza d'esser d'impiccio alle nere iridi del ragazzo. La mente pensierosa, lo sguardo rivolto a quelle poche anime pie di passaggio in quella piazza, solitamente a quell'ora popolata di gente, ma che viste le condizioni metereologiche, ben preferiscono trovarsi altrove. < ... > sorseggia quel brodo, pensando a quanto tempo ancora ci vorrà prima di conoscere l'esito dell'esame genin fatto il giorno prima, cercando di metter a fuoco se e come ci siano state delle sbavature durante il combattimento, considerato che si è concluso in parità con l'intervento del Sensei di turno. E' da ieri che non distoglie quel pensiero, del resto dall'esito di quella prova dipende tutto il suo destino. [Casa] Un moto di schifo unito ad un mezzo conato di vomito trattenuto nell'apprendere di cosa è successo al Nara. La smorfia schifata ci mette qualche secondo extra per svanire dal viso del deturpato <Come voglio? Davvero? Bene> cosa abbia in mente lo sa soltanto lui, non aggiunge nulla di più al discorso preparandosi tutto un piano da applicare al loro ritorno. Si blocca sul posto nel cercare le chiavi a quella frase, una provocazione bella e buona <Dì la verità, non hai davvero voglia di uscire> altrimenti non si spiega quelle provocazioni e dal canto suo andarsene in camera non è un'idea nemmeno così malvagia ma l'attenzione viene posta su quella frase enigmatica a cui viene chieste una spiegazione. Ascolta in silenzio su quella compagna di magione con dei dubbi sulla sua relazione <Quando tu hai avuto dei dubbi o dei problemi, ne abbiamo parlato e siamo ancora qui> l'unica risposta in grado di fornirgli in merito non avendo idea di come affrontare i dubbi degli altri. Finalmente trova le chiavi andando ad inserirle nella serratura per aprire la porta e permettere alla ragazza di mettere un piede fuori dal pianerottolo <Perchè devo essere io quello a tradire? E lo stesso vale per me. Semmai dovessi tradirmi, diventerei il tuo peggior incubo dandoti un vero motivo per temere me ed i miei occhi> lapidario, senza troppi giri di parole in quella che potrebbe sembrare una minaccia ma per lui un dato di fatto. Fino ad ora ha operato per salvarsi dagli Uchiha la ragazza senza averne motivo, in quel caso gliene avrebbe fornito uno <Hai fretta straniera?> nel dirlo la fa uscire e con essa anche lui richiudendo la porta alle proprie spalle con un paio di giri di chiave. Scendono la rampa di scale con il freddo a sopraggiungere fino a quando non escono dalla porta del palazzo; il freddo giunge ai massimi livelli con la neve a decorare il paesaggio <Io avevo avuto un'altra idea ma hai preferito uscire, ora andiamo. Se fai la brava dopo ti riscaldo> trattandola in maniera infantile con svariate allusioni a quello che potrebbe accadere dopo <Nessuna e devi rimettermi a posto il salotto, non dimenticarlo> perchè casa sua deve restare in ordine <Ciotola di ramen al chiosco?> domanda all'altra. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra e arco di chakra]15:45
Utente anonimo:
[Vie] Sorride debolmente ma silenziosamente alla questione dell'uscire, però se lo guarda dal basso, l'espressione vulpide come s'era accentuata si allenta gradualmente come una silenziosa risposta prima che inizino a camminare per le vie, ciondolando contro il freddo e per quella discussione mentre promulga il sigillo della capra seguito da quekllo del bue, quanto gli basta per una manciata che emerge dalla collottola, a parlar d'occhi, richiamando oltre la spalla il custode avvezzo che sta diventando di ogni suo passo. Collegati i nervi ottici e solo in seguito effettivamente gli risponde. <Improbabile. Se mi trovassi in un'altra relazione non sarebbe per passione ma per procreazione di sterile DNA Sabaku> Il che non è per forza una rassicurazione confortante quanto un modo tutto suo di dirsi poco attratta dagli uomini. <Non ho fretta ho freddo, e comunque ne abbiamo parlato ma io non ho mai avuto dubbi sui miei sentimenti per te, io ho dubbi sul fatto che io e te possiamo avere un futuro pazzoide di un Uchiha. E li ho tuttora, se è per questo. Ed anche fosse non mancando d'affetto resterei tua amica, semplicemente saremmo obbligati a cose diverse.> Sciorina una serie di parole mal messe segno che no, non ha avuto abbastanza tempo per incasellare i pensieri di quella domanda ma rimettendosi le mani in tasca iniziano a camminare, apparentemente verso il chiosco. <Non so come tu faccia a mangiarlo dopo quel che è successo...Ma ti faccio compagnia con dei gyoza.> Un accettabile compromesso pare mantenendo parte del proprio sguardo su Akainu attraverso l'occhio di sabbia e la propria attenzione su dove mette i piedi per non cadere a terra. Quando entrano nel chiosco praticamente grazie alla giara sotto il giaccone Kore è discreta come un elefante, spessa per quanto è alta nel suo metro e cinquantacinque di magrezza secca sulle gambe parzialmente nascoste, una sorta di mini uomo michelin che scuote il capo scuotendo i fiocchi dai capelli biondi. <Facciamo così, usiamo ognuno un'arte ninja non innata per sollevare la neve, chi ne solleva di più pulisce il salotto.> Propone all'improvviso senza slacciare il giubotto ma fissandolo con tutti e tre gli occhi incluso quello visibile ad una spanna dalla spalla{Chk ON | Inn. Attiva controllo II |Occhio di Sabbia 2/4 57/75} [Chiosco] Figura magra e longilinea la sua, certamente resa ancor più pienotta da quell'ammasso di indumenti invernali che indossa per non patire le pene del freddo. In quel momento è l'unico cliente rimasto al chiosco, ove mai ce ne fossero stati con questo tempaccio oggi, seduto sullo sgabello con la schiena poggiata al bancone coperto dal tendone che fa da riparo dalle intemperie. Le spalle sono voltate al gestore del posto, che sta lì a contare probabilmente quel minimo di incasso fatto fino a quel momento e pregando che condizioni migliori portino qualche altro avventore lì a deliziarsi con le sue prelibatezze. < La prossima volta devo prenderlo senza maiale > borbotta, quasi capriccioso, nel mentre dopo aver bevuto l'ennesimo sorso, riporta quella ciotola di brodo sulle gambe. Beh si, è pure viziato sui gusti, del resto non poteva che essere così con quel caratterino esigente che si ritrova. In quel frangente, lo sguardo viene attratto dall'avvicinarsi al chiosco di due figure, un uomo ed una donna. Le preghiere dell'oste devono essere state esaudite, forse oggi non chiude il locale in perdita. Le nere iridi seguono il movimento d'ingresso della coppia posandosi principalmente sulla goffa Sabaku per via giara che trasporta. E' suo uso e costume fare radiografie ottiche a tutto ciò che lo circonda, senza giudizio o altro, ma per il sol fatto di aver sempre il polso della situazione. < Mhm.. > esclama all'esito dell'esame diagnostico, di fatto capendo dalle parole della ragazza che trattasi di due shinobi, e si sa, come la cosa non possa attirar l'attenzione di un aspirante genin in una giornata dove forse gli unici contatti umani avuti sono stati con il gestore del chiosco? Li osserva attentamente in attesa delle loro azioni. [Casa] Improvvisamente i sigilli vengono composti e l'occhio di sabbia creato all'istante, una precauzione di cui non chiede nulla, lascia il tutto alla propria immaginazione. Nuovamente l'espressione schifata emerge sul di lui viso <Che triste destino> non si sente geloso, in difetto o impaurito, nota solamente la tristezza di una simile scelta, procreare solamente figli senza alcun sentimento dietro. La vita può essere infelice e così lo sarebbe totalmente. Glissa sulla fretta preferendo concentrarsi sui dubbi di lei, non sui sentimenti quanto sul futuro insieme, la possibilità che esso si concretizzi non è molta ma neanche poca a conti fatti, la gente ha imparato a vivere a Kagegakure, possono farlo pure loro <Il futuro si crea, Kore, giorno dopo giorno creiamo il nostro futuro. Tu ne dubiti ma non hai idea di cosa possa accadere domani o tra un minuto> prende un respiro leggermente più profondo del solito <Mesi fa pensavo che la mia vita non avrebbe mai avuto una svolta, poi sono andato in un centro commerciale> e li ha incontrato Kore per la prima volta, è nato il loro legame, è nata la loro storia e da quel momento le ambizioni si sono evolute portandolo ad avere ben chiaro in mente cosa desidera essere. S'incamminano verso il chiosco passando per le vie del villaggio, non molto lontano, si tratta solamente di poche svolte <Ricorda che siamo ad Oto, certe cose non accadono qui. Non siamo come quei mangiaramen di Ichiraku> ce l'ha a morte con quel posto dopo quella triste disavventura. Ancora lo schifo, ancora il conato al solo pensiero di rivivere un'esperienza del genere ma appena entrati nel posto si guarda intorno notando la presenza di una sola persona seduta intenta a lamentarsi, almeno è un luogo tranquillo per poi udire la proposta della ragazza la quale viene fulminata, letteralmente, con lo sguardo <Ti piace vincere facile> non possiede jutsu per l'occasione, solo mere tecniche di combattimento con la spada <Perchè invece non usiamo le braccia, un lavoro manuale> su quello può vincere lui facilmente la battaglia ma è li che nota come il ragazzo presente stia fissando intensamente Kore. Attende qualche secondo rabbuiandosi più del dovuto <Tu> richiamando Vika all'attenzione <Cos'hai da guardare? Volgi lo sguardo altrove> una lievissima nota di gelosia è presente nel rauco tono. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra e arco di chakra]16:22
Utente anonimo:
[Vie] Le parole di Akainu reclamano l'interezza dei suoi sensi visivi per qualche momento, seppur da angolazioni diverse quella questione gettata lì per il futuro lascia la Sabaku arricciare le labbra più di quanto non abbia mosso emozione la menzione al triste destino. <Non sto dicendo che sia così, semplicemente non tutto si può padroneggiare con l'emozione per un Sabaku. Per questo la nostra vita è fatta di rinunce.> Ormai dentro il locale tuttavia la scommessa prende piega e l'occhio si illumina nuovamente di una nota affilata e furbagnola. <Ti ricordi come è finita con gli scavi?> Quasi sussurrata quella domanda seppur udibile, che stia sobillando qualcosa? A differenza di Vika lei non ha particolare motivo di dedicarsi a lui, se non per via del locale principalmente vuoto e dello scrutare che l'occhio di sabbia sembra far su sè stesso guardandosi intorno e dandole attenzione dei propri occhi color miele su Akainu una volta dentro. Ha dovuto esercitare quella terza vista, frammentaria dei sensi, una dicotomia visiva, abbastanza a lungo da non soffrire di capogiri. All'inizio non era in grado di muovere nemmeno un passo ed ora sembra una fissa telecamera di sorveglianza della sua vita al di fuori dalle mura casalinghe. Ora invece sembra cogliere quella sua occhiata qualche istante prima che Akainu se ne ravveda e vi intervenga, curvando sul giovane Otino il viso emaciato sotto il capo biondo e scarmigliato. è forse solo guardandola in faccia che ci si renderebbe conto che sia femmina e non un ragazzino. Se anche stesse per dire qualcosa ci pensa Akainu, teso di quanto si sono appena detti, a rompere l'imbarazzo con l'imbarazzo. Se ne coglie la gelosia infatti non lo dona a vedere ma scioglie il giubotto avvicinandosi ad un tavolino al centro del chiosco e così rivelando la giara mentre appende il cappotto dell'Uchiha su una sedia. <Io voglio il misto di Gyoza.> A seguirla è il suo occhio che sembra meramente scivolare nell'aria come se nulla fosse ma i gesti parlano più delle parole ed i suoi sembrano non intenzionati a donare una sedia a Sunodeki quando torce la desia mettendo lo schienale verso sinistra rispetto alla sua persona e così sedendosi malgrado l'ingombro della giara in cui la sabbia visibile ha un turbinio interno e continuo finchè la sua innata e attiva. <Scommessa accolta. Anche il tè caldo.> Torcendosi verso Akainu sembra che, volsi l'età volsi semplicemente il suo non essere belligerante quanto schiva, stia ignorando la pisciata sul palo dell'altro a demarcazione di un territorio che poi sarebbe lei, il che è piuttosto arido come concetto. {Chk ON | Inn. Attiva controllo II |Occhio di Sabbia Mant. 55/75} [Chiosco] Le mani, adagiate sulle gambe riscaldate da quel tiepido calore emanato dalla ciotola, vanno a riporre l'utensile sul bancone, non senza risparmiar ulteriori complimenti per quella che possiamo tranquillamente definire una pessima scelta culinaria. < Che schifezza.. > il commento di disprezzo dopo aver compiuto quella mezza torsione del busto, ritornando poi nuovamente a volger le spalle alla cucina. I due hanno attratto la sua attenzione, non c'è voluto molto del resto in quel deserto otino. Lo sguardo palleggia dalla Sabaku all'Uchiha e viceversa, cercando di mettere a fuoco i loro volti ed i loro abiti per capire se si siano mai incontrati prima oppure no, fino a posar definitivamente le nere iridi sul suo interlocutore. < Perdonatemi > risponde, accennando un mezzo sorriso sulle labbra fino a quel momento distorte per la porcheria con cui si erano umettate, quasi forzato. < Per caso siete due shinobi del Suono? > Bingo, domanda rivolgendo il quesito ad entrambi, del resto è unicamente quello che gli interessa, notando solo ora ulteriori dettagli dai movimenti della ragazza accomodatasi nel mentre lì vicino. Dettagli a lui completamente ignoti e mai visti prima d'ora, che accrescono ancor più la sua curiosità nell'attesa che i due diano risposta alla sua domanda retorica. < Mi chiamo Vika, denshi, ancora per poco, di Otogakure > conclude, diplomaticamente, andando a stemperare sul nascere la gelosia dell'Uchiha, infondata per il momento. [Casa] Scuote il capo al dire altrui <Ti ho già detto come gli Uchiha siano propensi a provare l'emozioni più intensamente del normale. Quelle emozioni mi impediscono di rinunciare a qualcosa o qualcuno perciò il mio futuro lo costruisco anche in virtù di questo> Kore vi è dentro e non sarebbe venuta meno nei suoi piani ma un giorno avrebbe dovuto fare una scelta, un giorno il destino gli avrebbe sbattuto in faccia il conto. Scivola lento lo sguardo sul visetto altrui per poi sbuffare al solo pensiero <Purtroppo si> forse il momento più buio della loro relazione, il momento più triste per entrambi in cui si sono separati mettendo quasi fine alla relazione. Inspira ed espira con quell'occhio ad accompagnarli neanche fossero due celebrità in cerca di protezione ma se non gli crea problemi, è Vika con le sue attenzioni a spingerlo a parlare, a rivolgergli la parola. Notare come l'altro fissi intensamente la ragazza gli da fastidio, sta letteralmente guardando la sua donna lasciando che la gelosia prenda piede più del dovuto mentre si avvicinano al bancone prendendo posto sugli sgabelli. La giara ora esposta, in subbuglio la sabbia all'interno non dona preoccupazioni al deturpato il quale si limita a tenere d'occhio il ragazzo li presente <Ramen di verdure> ordina a sua volta, qualcosa di buono e salutare allo stesso tempo pur non leggerissimo <Davvero?> sorpreso nuovamente nei confronti della bionda <Allora dopo ci sarà da divertirsi> pregusta già il momento della vittoria schiacciante. Le braccia non l'hanno mai tradito e la forza non è mai mancata, quella scommessa ce l'ha già in tasca. Vika prende la parola, ne ode la richiesta di perdono prima di accompagnare ciò con una domanda ben precisa capace di portare le verdi iridi del deturpato a guardarlo con la coda delle stesse <Si> senza far distinzioni, non dicendo neanche dell'appartenenza di Kore a Suna, una singola e lapidaria parola per poi udirne il nome il grado e l'appartenenza <Ancora per poco? Perciò Oto ha una nuova leva, sangue fresco> tornando a guardare avanti a se e subito dopo il viso della donna. Solleva la destrorsa per avvicinarla al di lei viso e scostarne una ciocca di capelli la quale viene messa dietro l'orecchio. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra e arco di chakra]16:48
Utente anonimo:
[Vie] La questione sulle emozioni viene accolta con uno scuotere lieve del capo, la soppressione degli istinti cui si è auto resa devota non collima con gli sbalzi da premestruo del clan Uchiha, eppure per qualche motivo stanno là, al chiosco di ramen, che fa schifo a tutti e due quindi è solo occasione di tempo che perdura insieme con piacere secondario quasi del tutto nullo. <Hai detto lavori manuali, quindi posso usare l'innata.> Dichiara semplicemente, non avendo lei il fisico ora ben più visibile della body buidel. Vika emette suono, cosa che non era scontata per come si era girato Akainu, ma è l'attenzione del suo occhio di sabbia che rimane fissa al deshi in quella sua domanda ma mentre Akainu risponde lei si mette a ridacchiare. <Che distretto di ignoranti.> Sibila senza voltarsi, donando il fianco destro e quindi libero alla direzione di Vika. <Ti pare mai che io possa esser di Oto?> Beh non ha il coprifronte, esistono gli innesti ma ha una fuck giara sulla schiena che sta urlando Suna e storia, tra le poche non dissimili nella forma a quella del Kazekage Gaara malgrado i materiali moderni e più efficienti. Non si intromette nella sua domanda sulla nuova leva di Oto ma è quando Akainu si smuove a scostare i corti capelli bianchi con venature bionde che alla fine ride davvero. <Ma la smetti? è un ragazzino santa pace.> Che poi magari sta fissando lui, è lui quello pieno di ustioni visibili ed è questo che Akainu ha sempre temuto eppure ora quel timore pare surclassato dalle reali attenzioni di Vika. <Suna, sono di Suna.> Spiega scorciandogli parte del viso, ora, con la coda degli occhi tondeggianti contornati di nero intrapalpebrale{Chk ON | Inn. Attiva controllo II |Occhio di Sabbia Mant. 53/75} [Chiosco] < Ecco. Avrei dovuto prendere quello. > Ci risiamo. Esclama tra sè sottovoce ascoltando quello che ordina da mangiare l'Uchiha non appena si avvicina al bancone, la sua crociata quotidiana contro il ramen di maiale sembra non volgere al termine e continua a rimuginare restandogli la fissa. Ma solo per un attimo, il tempo man mano di raccogliere risposte a destra e a manca dai due shinobi che, malgrado le loro vicessitudini personali, sembrano dar corda al giovane aspirante genin. < Già, se solo si decidessero a darmi quel benedetto coprifronte > risponde volgendo lo sguardo verso l'alto come a invocare una grazia divina affinchè qualcuno dell'accademia si dia una mossa a pubblicare l'esito dell'esame genin e dargliene comunicazione. < Come ti chiami amico? > soffermandosi nuovamente su Akainu ed iniziandone a scrutare i dettagli del volto. Ancora non sa che un eventuale risposta da parte del ragazzo potrebbe coglierlo di sorpresa. Ma lo scruta per poco, perchè subito l'attenzione si rivolge nuovamente alla Sabaku, attratto dalla sua risposta che gli conferma la provenienza non otina, del resto quei lineamenti ma soprattutto quella giara che ha con se erano elementi che non aveva mai visto fino a quel momento. < E' vero Suna.. > esclama potendo solo ora fare 2+2 ricollegando i tratti del viso della ragazza, per poi continuare < Toglimi una curiosità, ma cosa ci tieni lì dentro? >. La sua curiosità è sconfinata, così come la sua ignoranza su tutto ciò che non abbia un simboletto del suono stampato sopra, ma del resto più da corda ai presenti, più amplia il suo parco di conoscenze ninja lungo quella via intrapresa, più possibilità avrà di trovare delle tracce sul suo passato e sulla sua famiglia, elementi di un puzzle al momento sconosciuto e di cui sta provando a rimetterne insieme i pezzi per darsi delle risposte. [Casa] Nello schifo stanno insieme, in un posto non molto frequentato eppure sono li, seduti su uno sgabello a parlare ed al dire altrui si muove d'istinto cercandone la mano per prenderla, tirarla su <Lavori manuali, vanno usate queste. Troppo facile con la sabbia> lasciandole andare la mano rubata per qualche momento. Non è intenzionato a perdere ne a fronteggiare una scommessa in svantaggio netto, il massimo che può fare è usare la katana come spalaneve improvvisato, una follia vera e propria. Vika riesce ad attirare l'attenzione di entrambi con le risposte di Kore che non si lasciano attendere minimamente; umetta ancora le labbra, la bocca è più allappata <Un bicchiere d'acqua anche> ordinando qualcosa all'improvviso ed esso arriva anche subito, un bicchiere di acqua fresca e subito dopo il tè per Kore. Avvicina il bicchiere alla bocca bevendo un lungo sorso, dissetandosi senza commentare lo scambio di parole tra i due, almeno fin quando le attenzioni non vengono ridonate al volto della Sabaku con quella ciocca di capelli scostata, messa da parte, capace di farla ridere. Succede molto di rado, non è solita a simili uscite ma ciò lo spinge ad ampliare un po' di più le labbra in un sorriso più accentuato, un qualcosa di raro <E allora? I ragazzini devono imparare a morire per il proprio villaggio> e Oto ha un gran bisogno di gente desiderosa di sacrificarsi per la sua grandezza. Vika continua ad imprecare contro il ramen e contro l'accademia in attesa del copri fronte <Entra di nascosto e rubane uno se lo desideri tanto> semplice, no? Fin troppo semplice ma nuovamente lo fulmina con un'occhiataccia nell'udire la parola amico; al momento si possono contare sulla dita di una mano le sue amicizie, talmente risicate da far provare pena a chiunque <Non siamo amici> puntualizza come prima cosa <Akainu Uchiha> ora lo pronuncia il cognome, non l'omette più bensì lo sbandiera sentendo la potenza del clan dentro di se, una potenza distruttiva ma essa viene assopita dall'ultimo quesito del ragazzo. Distoglie lo sguardo chinando il capo, sospirando. Il deturpato è ignorante ma ha trovato qualcuno in grado di batterlo, fortuna o sfortuna ancora non è chiaro. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra e arco di chakra]17:30
Utente anonimo:
[Chiosco] Akainu le prende la mano sollevandogliela e quando ne ritrae lo indica. <Non era nei patti.> Spegnendo quel sorriso rapidamente per come era giunto. Stavolta infatti la pisciata sul palo la Sabaku pare averla sentita. <Hai capito cosa intendevo.> In merito al morire per il proprio villaggio. I gyoza ed il tè caldo arrivano, non ci mettono molto vista la pecunia di clienti e la cosa bella è che nessuno dei presenti sembra apprezzare il cibo in quel posto, good job per il ristoratore insomma. Mentre prepara la soia nella ciotolina la domanda di Vika riesce nuovamente dell'immane intento di strappare la Sabaku al suo silenzio. <Le ceneri dei morti che faccio in missione, per questo noi di Suna puzziamo di cadavere.>La giara dal colore ambrato è di un materiale non dissimile al vetro, il che vuol dire che la sabbia è visibile, ma concettualmente anche quello che la sabbia si porta appresso, quella risposta sillabata potrebbe all'effettivo non essere per forza falsa. Akainu tuttavia la conosce meglio, sa che la Sabaku ha una ironia tutta sua e non scherza mai, appare costantemente seria mentre parla e questo caso potrebbe annodarsi. A lei non è stata chiesta una presentazione, quindi se ne trattiene ma segue lo scambio tra i due notando quanto Akainu risulti poco affabile rispetto a lei, potrebbe provare persino tenerezza per quel giovane ma non lo dona a vedere agguantando il primo gyoza. <Stai attento Vika, gli Uchiha hanno il tarlo della follia dalla loro...Davvero non hai mai visto una giara?> Questa cosa, nello specifico, sembra aver attirato l'attenzione della Sabaku che non lo guarda direttamente ma che lo sta puntando apertamente con il suo occhio di sabbia, un elemento che mostra dichiaratamente abilità di vista {Chk ON | Inn. Attiva controllo II |Occhio di Sabbia Mant. 51/75} [Chiosco] Si sforza di mantenere quel sorriso abbozzato sulle labbra, del resto sa che se vuole socializzare con la comunità ed ampliare le sue conoscenze non può starsene tutto il giorno serioso sulle sue come se fosse perennemente in conflitto con mondo che lo circonda. Per cui anche quella stupida crociata dovrà attendere, questioni più importanti richiedono al momento la sua attenzione. La nevicata sembra essersi assestata all'esterno del chiosco, ed anche il freddo pare essersi calmato con il calar del vento. La manca va dunque a sfilare dalla testa il copricapo di lana, lasciando finalmente libera la folta chioma grigia che gli funge da frangia, rivelando la restante parte dell'acconciatura di colore nero e più corta nella parte posteriore. < ... > Annuisce alle parole dell'Uchiha circa il destino delle nuove leve. Del resto, non ha di certo intrapreso quella strada per dedicarsi agli spettacoli di magia per strada o alle feste di compleanno. Ma una strana sensazione, già vissuta qualche sera prima, inizia a fagocitare dentro lui. Un brivido, per il momento ingiustificato, ma innato, gli pervade la schiena e va a rompere ogni tentativo mentale di presentarsi sorridente e affabile ai presenti. < Akainu Uchiha hai detto? > domanda stupito, strana coincidenza del destino, neanche un paio di sere fa nel bel mezzo della notte in ospedale ebbe il piacere di udirlo quel cognome, per bocca di Katai, pensando fosse un clan i cui discendenti fossero estinti o comunque irreperibili da cercare. Nel giro di due giorni, invece, ne ha beccati già due. Ed è quella ingiustificata sensazione di timore reverenziale, mista a curiosità, che lo porta allora a chiedergli < Conosci un tale Katai Uchiha? >. Questo nome dovrebbe cogliere di sorpresa i suoi interlocutori o quanto meno chiedersi da dove fosse sbucato fuori quel denshi in quel pomeriggio innevato al villaggio. Beh questo ancora non è dato saperlo. La circostanza pone quasi in secondo piano la domanda rivolta alla Sabaku circa il contenuto del suo misterioso oggetto, tanto da portare lo sguardo verso il contenuto di essa, della sabbia per l'appunto, per poi nuovamente rialzarlo in direzione della ragazza che ha da dire la sua in merito al clan Uchiha. < Conosco molti miti sul clan Uchiha > risponde all'affermazione di Kore, del resto lì ad Oto chi non conosce le vicende che ne hanno scritto la storia, per proseguire < Così come sapevo fosse una rarità incontrarne qualcuno, deve essere il mio giorno fortunato > conclude, ironico, sforzandosi nuovamente di sorridere ai presenti e di tener tarpato quel sentore sinistro dentro sè a cui razionalmente non sa dargli una spiegazione. [Casa] Adagia le braccia sul bancone mettendosi comodo dopo averle lasciato la mano <Hai accettato il lavoro manuale di braccia oramai, dovevi chiedere prima le specifiche> prima di venire colto sul fatto mostrando gelosia nei di lei confronti. Una gelosia che lentamente scema insieme ai loro sorrisi <Invece no> fa il finto tonto, non le da quella soddisfazione, distratto dall'arrivo della ciotola di ramen di verdure. Al suo interno non vi è mezzo ingrediente di carne, solo per mantenere una parvenza di linea ed un fisico più asciutto possibile. Prende le bacchette, le stacca inserendole nella ciotola così da prelevare i noodles al suo interno iniziando a mangiare in tutta tranquillità, salvo poi udire la risposta di Kore sulla giara; i noodles fanno di traverso, serra le labbra iniziando a tossire appena, quasi in procinto di strozzarsi a quel dire capace di scatenare una risata interiore al moro. Scuote il capo inspirando ed espirando, l'ironia di Kore è quanto mai singolare ma se per altri appare seriosa, lui riesce a cogliere ogni sfumatura di quelle parole, del suo tono vocale, ridendo anche quando altri non lo farebbero. Si dona un contegno sistemandosi meglio sullo sgabello ma ancora una volta le raccomandazioni di Kore lo spingo a socchiudere gli occhi, evita di ridere o di sorridere quanto meno, anche li non replica alla ragazza lasciandola parlare, dopotutto non prova fastidio per quelle affermazioni, non quando è lei a farle. Scruta ancora il ragazzino il cui copricapo viene tolto mostrando la chioma prima di notare la sua sorpresa con un quesito atto a farlo replicare <Fino a prova contraria, ho detto quello> rispondendo ancora mentre si ciba dei noodles <Non hai chiesto a lei il nome però prima ti piaceva fissarla> mera osservazione di quanto accaduto fino ad ora, ciò gli puzza abbastanza. Inspira trattenendo il fiato qualche momento quando il nome di Katai viene fatto, il ragazzino è nuovamente in mezzo un po' come lo è Shiroichi <Si> niente fronzoli o altro, una risposta diretta <Se vuoi farlo fuori dovrai attendere, per ora mi serve vivo> precisando, non si sa mai quali intenzioni abbiano gli altri ed adesso Katai è più importante da vivo che da morto, sia per se che per Kore. Mangia immergendosi nel silenzio, si gusta quella pietanza dal sapore inconsueto, di sicuro non definibile buono <O il tuo giorno sfortunato> ennesima precisazione non ricambiando l'ironia <Nella giara ci sono anche le ceneri di quel tipo dell'altro ieri?> domanda improvvisamente alla Sabaku come a voler mantenere il gioco da lei intrapreso ancora attivo. [Chk On][Katana | Ninjato][Portaoggetti: spada di chakra e arco di chakra]18:12
Utente anonimo:
[Chiosco] <Appunto, manuale ma ognuno con il suo.> E le sue mani sono propaggine della collettività che condivide con Sunodeki. Vika sembra farsi assorbire da un nome, un nome specifico. Cosa che dona tempo alla Sabaku di fagocitare i suoi gyoza misti, del resto non sono che sei pezzi, ma si interrompe con il tè alle labbra quando viene nominato Katai e fa balzare lo sguardo tra il deshi e Akainu con una curiosità tinta negli occhi che è tipica dei canidae. Scuote il capo alla questione sul nome che Akainu sembra invece voler ribadire. <E smettila con questa storia non è vero.> E poi chiunque avrebbe oggettivamente fissato un gobbo della sabbia al posto di Vika. Stavolta è lei che dovrebbe pisciare sul palo, ma non lo fa, per qualche motivo sembra divertirsi abbassando la tazza. <No, è una rarità incontrare un Uchiha normale. >Sillaba nuovamente seria nei toni malgrado è in compagnia di un Uchiha, sta scherzando no? boh, chi lo sa la sua voce sembra metallica, un audiolibro, comunque si solleva in piedi aggirando il tavolo fino ad Akainu, lasciando l'occhio ad aleggiare tra loro avvicina la mano destra alla guancia dell'Uchiha TENTANDO una carezza.<Certo che ci sono le ceneri del tipo.> Sillaba in replica, ancora anaffettiva nella voce, arida ed intrisa della propria natura. <Cosa rara, vado in bagno, non mi scomparire.> Soffia quella carezza come se fosse un bacio di commiato così lasciando i due soli con il suo enorme cappotto sulla sedia che suo non è e l'occhio di sabbia che si ritira con lei in una porta oltre il bancone con il chiaro cartello identificativo di toilette. {Chk ON | Inn. Attiva controllo II |Occhio di Sabbia Mant. 49/75 SE Exit} [Chiosco] La sensazione di soggezione percepita al cospetto dell'Uchiha fa sì che passino quasi indisturbati i riferimenti fatti dai due shinobi ad ipotetici giochi di manuali, nonchè a tutto il canovaccio allusivo cui si potrebbe attingere. Ma ben presto è lo stesso Akainu a gettar acqua su quella sinistra percezione che attanaglia il denshi limitandosi esclusivamente a confermargli la sua conoscenza con Katai senza entrar troppo nei dettagli, lasciandosi nuovamente andare alla gelosia e deviando così il discorso. < Tranquillo, per ora mi sembra un tipo a posto > risponde, del resto dei due Uchiha fino ad ora conosciuti, Katai sembra quello più affabile per quel poco che ha avuto modo di percepire in quei pochi secondi di conoscenza nei corridoi dell'ospedale la notte scorsa. E soprattutto, come potrebbe anche solo pensare di farlo fuori il denshi, con una tecnica della trasformazione tale da provocargli un infarto fulminante?. Il discorso per fortuna devia velocemente sul contenuto della giara di Kore. < Hai ragione, perdonami, non ti ho chiesto come ti chiami > in effetti, si è fatto talmente prendere dal fascino delle tenebre da non aver neanche chiesto il nome ad una bella donzella, che villano. Ma ormai è troppo tardi, la gaffe è fatta e la kunoichi lascia i due soli al bancone. < Beh si è fatta ora, non vorrei che il mio nome sia stato affisso tra quelli promossi a Genin ed io stia ancora qua a sorseggiare questo schifo di ramen > rivolgendosi al solo rimasto Akainu indicando la ciotola ormai gelatasi lì sul bancone ed andando a sollevarsi da quello sgabello per rimettere nuovamente i moon boot al suolo. < Ho come la sensazione che ci incontreremo di nuovo > continuando, portando indice e medio della mancina attaccati alla fronte per poi allontanarle in segno di congedo. Questi incontri non sembrano convincere il denshi, soprattutto per via di quello che ingenerano dentro di lui. Per sua sfortuna, come sottolineato dall'Uchiha, ha il presentimento che così come preannunciato da Katai, anche Akainu lo ritroverà lungo la sua strada. Si allontana in direzione dell'uscita, portando con la mano la lunga pashmina bianca all'altezza del collo per ivi compiervi due giri e lasciarla poi nuovamente cadere di dietro lungo la schiena. [EXIT] [Casa] <Aggiri le regole> quello scambio di battute non accenna a diminuire, continuano imperterriti a voler vincere sull'altro senza se e senza ma. Il nome di Katai attira l'attenzione di entrambi così come la frase del deturpato porta Kore a rimproverarlo, scuote il capo sicuro di quanto visto a primo impatto; il discorso sul lascito di prima non è passato del tutto alle spalle, fa comunque un certo effetto sentire determinate cose pur non dandolo a vedere <Fossimo normali saremmo come la comune marmaglia> ennesima precisazione perchè si, loro non sono normali, loro sono Uchiha e quel nome ha un suo perchè. Quel clan, così antico e potente non può essere accomunato ad altri, non può essere messo al fianco di chiunque. Le verdi iridi vengono portate su Kore la cui carezza raggiunge il proprio fine, godendosela <Bene> quel gioco macabro sulle ceneri, stranamente lo diverte <Non mi muovo fin quando non torni> lasciandola congedare e portando interamente le attenzioni sul ragazzo il quale fa ammenda di non aver chiesto il nome alla Sabaku. Porta le iridi al cielo ma quel suo dire è inevitabile, anch'egli scegli di congedarsi per l'ora oramai fattasi fin troppo tarda <Tanto non scappano i fogli, ci vai oggi o domani, cambia poco> mangiando altri noodles, unendoli con della verdura, non il massimo ma a quel prezzo può anche starci, un risparmio per il portafogli, in particolar modo il suo. Lo tira fuori dalla tasca portando sul bancone dei ryo i quali servono per pagare il proprio e quello di Kore <Questa scena mi sa di già visto> simile a quanto avvenuto con Katai in passato e già trema ai possibili risvolti, un Katai può sopportarlo ma due sono troppi. Rimasto solo la ciotola di ramen ottiene le sue grazie cibandosene lentamente in attesa dell'arrivo della ragazza per poter dare il via alla loro scommessa. [END]