Tornato vincitore questa volta
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Giocata di Corporazione
Giocata del 14/01/2023 dalle 14:44 alle 19:28 nella chat "Ospedale [Konoha]"
[Stanza di Pronto Soccorso] E' appena uscita dalla stanza dove Shiroichi ha dovuto essere riassestato proprio dalla rossa, che non ha fatto troppe pressioni in ospedale per essere assegnata alle cure del Team di supporto, ma è riuscita comunque a ottenere quel privilegio. Non ha fatto troppe domande riguardo alla priorità, era ovvio che si sarebbe mossa istantaneamente per il Sumi ma non ha voluto tirare troppo la corda, in fondo quello non è il suo ospedale. E' già molto positivo che le abbiano concesso di essere assegnata a loro! La Kokketsu indossa la divisa di primo soccorso, dai colori verde smeraldo, ai piedi delle calzature del medesimo colore, al collo indossa la collana con il pendente a farfalla. I capelli sono raccolti in uno chignon che lascia sfuggire solo la frangetta rossa, quindi gli orecchini sono tutti ben visibili, sia i quattro sui lobi a forma di farfalla sia l'anellino dorato in cima al padiglione sinistro. Il Chakra ovviamente scorre in maniera impetuosa in quel corpicino, già utilizzato in parte per prendersi cura del Nara che ha fatto da apripista. Infatti anche il Seimei è stato portato in una stanza dove sono presenti vari carrelli con guanti, medicine, siringhe, ma anche dei respiratori per l'ossigeno e un lavandino. Ormai la procedura da affrontare con quei pazienti è stata compresa, deve solo ripeterla e affrontarla nel migliore dei modi possibili, considerando chi si trova innanzi. Apre la porta per raggiungere il nuovo paziente scorgendo la figura del bianco sul lettino. << Mio... >> La vocina è decisamente meno stabile di quando ha salutato il Nara, vorrebbe buttarglisi addosso per assicurarsi che stia bene ma sa bene che gli farebbe solo del male. Eppure quella specie di sussurro trasmette tutta l'ansia e la preoccupazione che quel corpo da un metro e cinquantacinque può portare. [Chakra 69/90] [Stanza] E' stato portato di corsa in ospedale per le ferite prese e dopo essere uscito dal vermone non è più riuscito a muoversi, neanche un singolo muscolo nonostante l'eccitazione. E' uscito vittorioso da quella battaglia, ha sconfitto non solo le chimere ma anche qualcosa di più, ha sconfitto se stesso e quella parte buia che si è trascinato dietro per troppo tempo a causa di tutti quanti i traumi eppure, incredibilmente, quella missione l'ha rinvigorito e non poco, gli ha dato quella spinta, gli ha fatto aprire gli occhi su tante, troppe cose riuscendo persino a trovare del divertimento. Sdraiato sul lettino della stanza, è in procinto di mettere su un cosplay da pollo arrosto ben dorato con la pelle croccante e gli sta anche riuscendo bene; le dorate iridi sono rivolte al soffitto in attesa di un medico mentre il dolore delle bruciature s'intensifica seppur cerchi di non darlo a vedere resistendo il più possibile. Inspira ed espira con lentezza disarmante, ogni movimento è come una coltellata, persino smuovere un singolo dito provoca sofferenze. Il chunin indossa un'armatura leggera a ridosso di tutto quanto il corpo per poi essere ricoperta da un paio di pantaloni blu scuro leggermente più larghi del solito i quali si restringono nella zona della caviglia per essere meno di impedimento mentre ai piedi vi sono un paio di sandali ninja blu, molto semplici e classici. Tra ginocchio e caviglia son stati apposti un paio di schinieri per donare una maggiore protezione. Il busto è interamente ricoperto da una maglia blu scuro, medesimo colore dei calzari, avente le maniche lunghe; sugli avambracci son posti un paio di vambracci mentre alle mani un paio di guanti shinobistici blu aventi una placca di metallo sul dorso. Sempre sul busto, per la prima volta, indossa il giubbotto verde da chunin rappresentante del suo grado, una sorta di simbolo per il tipo di missione da svolgere, forse un riscatto per quanto accaduto con Sango. Ai polsi sono stati legati un paio di guanti tecnologici, uno per polso, quello destro contiene due rotoli aventi al loro interno la tecnica suiton dell'assalto del cane d'acqua ed il paramento terrestre doton mentre il sinistro, a sua volta, contiene due rotoli con la tecnica raiton globi d'energia e la tecnica fuuton sfere d'aria. Alla vita vi è un portaoggetti al cui interno ha posizionato due fuda con rispettive tronchetti per la sostituzione, due tonici curativi, due tonici recupero chakra, due spray curativi ed un fuda con inchiostro speciale per sfruttare il potere dei Sumi. La capigliatura è tenuta corta con le ciocche ad arrivare non oltre il collo, esse ricoprono interamente il capo ma su quel viso un'altra novità; intorno alla fronte ha legato il copri fronte recante il simbolo di Konoha mentre sull'orecchio sinistro è presente un'auricolare per restare permanentemente in contatto con i compagni di squadra e con un orecchino blu posto sul padiglione del medesimo orecchio, simbolo del legame con la Kokketsu. Così come ce l'hanno portato si mostra gli occhi della Kokketsu appena entrata percependo la preoccupazione nella vocina, l'ansia insita in ella. Con estrema lentezza smuove il collo ed il viso in direzione della porta, le iridi vengono abbassate per inquadrarla con le labbra ad espandersi in un largo sorriso <Ho vinto> replicando così a quell'appellativo, due semplici parole dal significato ben più esteso nonostante la voce rauca per le bruciature, tenuta bassa, visibilmente stanca <Non fossi una carbonella staremmo già ballando> ridacchiando, piegando appena il capo per il dolore di tale azione ma continuando a farlo, piano ovviamente ma lo fa. [Stanza di Pronto Soccorso] Tutti quei discorsi fatti con Kore, i dubbi instillati da Mattyse spariscono in mezzo secondo quando lui semplicemente le dice di aver vinto. In barba a qualsiasi cosa e qualsiasi dolroe in mezzo secondo lo raggiunge, gli si affianca a livello del capo e senza alcuna cerimonia si abbassa verso il viso altrui, le labbra ad appoggiarsi su quelle del bianco in un bacio intenso, sentito, che lascia trasmettere tutto il timore di non poterlo più fare. Gli occhi blu si sono già velati di uno strato di lacrime non indifferente, per fortuna lui è in grado di dire una stupidata e farla sorridere un poco. << Non sono brava a ballare ma lo faremo appena ti avrò sistemato. >> Una mano si appoggia dietro al collo di lui per sostenerlo mentre di nuovo ci si approccia, un altro bacio, leggermente più umido del precedente. Si allontana, l'arto libero viene passato sul capo altrui a rimuovere come prima cosa quel coprifronte, iniziando quel lavoro di svestizione. Andrebbe a recuperare un paio di forbici in un cassetto per infilarsele in tasca mentre partirebbe da scarpe e guanti a rimuovere il tutto, per poi tagliare letteralmente i vestiti per muoverlo il meno possibile e darle libero accesso al corpo del Sumi, che resterà di li a breve in mutande. << Non hai mai fatto così il difficile per spogliarti! >> Il tono è leggermente ironico mentre è lei ad occuparsi di lui, scherzandoci sopra, perchè altro non si può fare. Lui respira, è vivo, è tornato a casa, questa volta non riesce proprio ad arrabbiarsi. [Chakra 69/90] [Stanza] Il timore sul visino di lei è notato, gli occhi lucidi mentre si avvicina, veloce più del solito donandogli un bacio, il primo balsamo di quella serata. Nelle sue deboli possibilità lo ricambia non potendosi muovere, provando solamente a spingere il viso con la medesima intensità e passione prima di stemperare il tutto da una semplice battuta in grado di farla sorridere <Oh si, sistemami tutto. Ho bisogno delle tue cure specifiche> malizioso nel dirlo, tossendo e ridacchiando ancora mentre si lascia andare in quelle effusioni, forse poco consone ma non gli interessa. In quella missione ha rivisto anche la vita passata con ella passargli davanti, di come abbia dovuto sopportarlo nei momenti più brutti, di come si sia preso cura di lui <Cos'è quel muso lungo?> cambiando repentinamente argomento <Io sono al settimo cielo, dobbiamo festeggiare, non buttarci giù> il capo è sollevato ricambiando l'ennesimo braccio prima di iniziare ad essere spogliato a cominciare da quel copri fronte, adocchiato, seguendone il moto. L'ha indossato oggi per la prima volta da quando è divenuto un ninja del villaggio, gli fa uno strano effetto vederlo adesso, ha combattuto come uno shinobi della foglia in tutto e per tutto nonostante le proprie decisioni arrivando a mettersi in mostra dinanzi agli altri ninja. Sgranato è lo sguardo alla vista di quelle forbici, una bruttissima impressione esse fanno e già sa a cosa servono, deve dire addio a quei vestiti oramai bruciati, ridotti a brandelli. Scarpe e guanti tolti, le vesti iniziano a venire tagliate lasciando che l'ironia permei l'ambiente <Aspetta che mi riprenda, poi faticherai per rimetterli> sorridendo, non cessando di guardarla, di ammirarla <A proposito, quella divisa ha un paio di bottoni di troppo, fai prendere un po' d'aria> abbassando lo sguardo verso il di lei petto con una chiara quanto esplicita allusione. Si, sta decisamente bene nonostante tutto il disastro sul suo corpo, non si lamenta ma ci scherza su <E' stata una missione folle, pazzesca, divertente> il divertimento è ben visibile su ogni centimetro di quel viso. [Stanza di Pronto Soccorso] Alza gli occhi al cielo, era da tanto che lui non la costringeva a quel gesto però, non le dispiace poi molto. Fra i due sembra quasi che quello che è ustionato stia meglio. Di sicuro l'umore è più alto che negli ultimi mesi. Inizia quella svestizione, tagliando pure il giubbottino, che probabilmente gli reinvieranno dato che quel grado ormai lo ha raggiunto anche se non è sicuro di voler continuare in quel percorso a contrario della rossa. Chissà che non abbia cambiato idea ora, dopo essere riuscito in qualcosa di così importante. Una volta denudato andrebbe di nuovo al lavandino, imbevendo delle garze con dell'acqua fresca, strizzandole e poi poggiandole sulle zone ustionate, donando un minimo di refrigerio mentre si occupa del resto. Indosserebbe un paio di guanti, commentando brevemente le frasi altrui: << La divisa va benissimo no? Ho appena finito di sistemare Shiro! Volevi che vedesse tutto pure lui? >> Risponde piccata, anche se non è veramente arrabbiata, in un angolo remoto della sua testa quel comportamento le mancava, quell'ironia, quella voglia di vivere al meglio ogni istante, nel modo più libero possibile. Si avvicina ai fianchi altrui, disinfettando quei graffi. Poi si allontana recupera una pomata e la applica abbondantemente sul petto, dove un ampio livido sta uscendo sull'epidermide candida. << Decisamente folle, Shiro mi ha detto che siete finiti nello stomaco di una chimera! >> Insomma un sacco di cose che lei non ha la minima intenzione di sperimentare, però il fuoco potrebbe tornarle utile, magari senza ustionare il resto del mondo. << Eichiro? >> Domanda, è stato menzionato dall'Anbu ma non lo vede, non è presente. Che lo abbia lasciato fuori volutamente? [Chakra 69/90] [Stanza] Ridacchia decisamente più piano nell'avvedersi delle di lei reazioni mente si fa denudare completamente, tutti i vestiti ora sono superflui finendo per restare in mutande sotto le cure della rossa la quale non opta nell'immediato per le mani terapeutiche, bensì effettua cure di circostanze per alleviare il dolore ma si sa, un corpo bruciato soffre e quel garze bagnate non sono del tutto piacevoli. Digrigna i denti nel momento in cui appoggiato, un misto tra dolore e sollievo nel sentire il fresco dell'acqua <Cavolo, adesso fa male> tirando un sospiro più pesante del normale man mano che l'adrenalina viene meno. Non può resistere per sempre alle ustioni e per fortuna la presenza di Shizuka basta ed avanza per distrarlo più che abbondantemente <Ovviamente no, li è tutto mio e solo io posso vedere> indicandola con un misero cenno del capo <Ma adesso lui non c'è, siamo soli e se non ho visto male> sollevando appena l'avambraccio con l'indice puntato in direzione della porta d'ingresso nella stanza <C'è una chiave in quella serratura> lasciando a lei il compito di immaginarsi l'utilizzo ed il motivo della precisazione, il tutto accompagnato con una buona dose di malizia. Respira piano, il petto si solleva lentamente cercando di rilassarsi su quello scomodo lettino ma forse sono le di lui condizioni a renderlo tale a conti fatti; strofina le labbra tra loro, la pomata riesce nell'intento di donargli sollievo annuendo al di lei verbo <E non una chimera qualunque, era un vermone gigante, mostruoso e poi wow, quando eravamo dentro il suo stomaco è stato incredibile. L'abbiamo ucciso dall'interno tartassandolo di attacchi, sono riuscito a rendere più forti gli altri due. E' stata un'esperienza galvanizzante ma> perchè c'è sempre un ma in queste cose <Da non ripetere, dentro è tutto appiccicoso, pieno di acidi ed i miei capelli ne hanno risentito> una lampadina s'illumina in quel momento, il corpo è messo male ma la chioma <Amore> voltandosi allarmato <Come stanno i capelli?> ovviamente si preoccupa di essi, perchè l'aspetto è più importante di ogni altra cosa. Nell'udire il nome del fantasma istintivamente scosta le dorate iridi guardandosi intorno, banalmente lo sta cercando ma il tempo passato è troppo poco <Quando siamo stati inghiottiti è svanito. Gli spiriti, presi troppi colpi, lasciano questo mondo per rigenerarsi e lui dovrebbe tornare tra circa..una trentina d'ore, forse meno ma ha fatto il suo e incredibilmente mi ha aiutato, ha fatto si che vedessi una cosa che per troppo tempo mi era sfuggita> annuendo da solo, limitando quel sorriso, divenendo più accondiscendente nel parlare del genitore. [Stanza di Pronto Soccorso] Almeno in qualche modo è riuscita a distoglierlo dalle sue forme per mezzo secondo con quelle garze bagnate. Diventa viola sul faccino non appena viene fatto riferimento alla serratura e alla porta. << Mio! Guarda che sono qui per lavorare! Non posso passare tutto il tempo con te! Già mi hanno concesso di mettere le mani su di voi, ma c'è un sacco di altra gente che ne ha bisogno! >> Era da un sacco che non si beccava una sonora sgridata riguardo a quei atteggiamenti troppo spinti, anche in un ambiente decisamente non consono, cosa che la mette in soggezione ma la fa accendere al medesimo tempo. Descrive quanto successo, cosa accaduto, come lo ha vissuto; sembra quasi che sia stato utile per lui uscirne, come se quel rischiare la vita gli abbia fatto capire tante cose. Lo sguardo blu finisce sui capelli del fidanzato che tutto sommato stanno bene, luridume a parte. <<Sembrano a posto, forse dove sono più lunghi sono bruciacchiati, ma li accorciamo e li sistemiamo. Poi dopo che ti sei fatto una dormita verrò ad aiutarti a lavarti va bene? >> Eh già perchè non le bruciature quella questione può risultare noiosa, come già annunciato al Nara al quale però non è stato offerto ausilio in quel campo. Nel frattempo però la rossa si avvicinerebbe al braccio sinistro del Seimei, toglierebbe la garza fresca per poi allungare sopra di esso le mani, andrebbe nuovamente a concentrare il proprio flusso di chakra, in modo da farlo ridiscendere verso le mani, passando dalle braccia, scendendo in maniera armoniosa e fuoriuscendo dagli tsubo. Come sempre lui dovrebbe sentire una sensazione di refrigerio, ma anche di fastidio, dovuta alla rigenerazione della pelle che dovrebbe iniziare grazie a quell'arte. Ascolta quel dire nei riguardi del padre che a quanto pare può sparire e ricomparire, qualcosa di particolare, come il fatto che ora vi sia meno astio in quella voce. << Che cosa ti ha aiutato a vedere? >> Chissà cosa ha realizzato durante quello scontro, chissà cosa ha pensato nel momento in cui è finito fra le fauci di quel mostro, se solo lei fosse stata al posto suo sarebbe esplosa di rabbia e avrebbe cercato qualsiasi modo per uscire. [Se Chakra 54/90 -> 15 per attivazione mani terapeutiche] [Stanza] Solleva il destro sopracciglio, quanto gli è mancata la visione di quel visetto completamente rosso per l'imbarazzo, da troppo tempo le ha negato quelle attenzioni destinate solamente a lei, da troppo si è buttato giù senza riuscire a vedere la luce <E dov'è il problema? Basta dire che io sono un paziente molto esigente e necessito di cure particolari per la mia condizione. Ci sono tanti medici qui dentro, se ti assenti per una ventina di minuti in più non si lamenteranno> si tiene basso con il tempo, intenzionato, ovviamente a farlo crescere <E poi, non ti piace il brivido di essere scoperta?> abbassando sensibilmente il tono di voce, incrementando la malizia con quelle parole che poco lasciano alla fantasia mentre il bruciore delle ustioni viene surclassato dal calore del corpo incastonando le dorate in quel mare di lei, immergendosi nello sguardo della ragazza. L'attenzione viene portata sui capelli, stanno bene, un po' bruciacchiati ma bene e tanto basta a fargli tirare un sospiro di sollievo, non potrebbe sopportare di rimanere pelato <Oh, va benissimo, mi farò trovare pronto> riferendosi all'essere lavato da lei, una proposta che accoglie con sommo piacere. Oramai non riesce a pensare ad altro, la missione ha fatto si che risvegliasse una parte di se sopita da mesi e mesi, racchiusa nelle tenebre più oscure ed è grazie alla discesa in quelle tenebre che è riuscito a farla riemergere. Il chakra medico compare sulle manine della ragazza, un torpore dolce, rilassante e benevole ne avvolge l'arto, allo stesso tempo si accompagna ad un certo fastidio ed al prurito scaturito dalla cicatrizzazione <Argh prude e pizzica> infastidito, si lamenta scostando il viso, stringendo gli occhi, le dita della mano tremano per l'impossibilità di grattarsi. Difficile pensare ad altro se non fosse per il fantasma scomparso, ora al centro di tutto <La mia storia> semplificando in maniera quasi imbarazzante quanto avvenuto sul campo di battaglia <Quando è arrivato quel vermone, il portone è stato sfondato provocando una ventina di morti e io li ho sentiti tutti. Ho sentito tutte quelle vite venire, so i punti i esatti in cui essi sono morti> umetta le labbra <Fa parte delle mie nuove capacità ma non ero pronto ad una simile cosa e mi sono bloccato> sospirando aria dalle narici <Non so neanche spiegarti cosa si prova ma è qualcosa che non auguro a nessuno però non è questo il punto> sta divagando terribilmente <Nel vedermi così Eichiro mi ha messo davanti alla verità ovvero che nulla accade per caso, nulla avviene perchè voluto dal destino ma tutto accade nel momento preciso in cui deve accadere> entrando nella complessità di quel ragionamento <Solo una mente forte può sopportare tutto questo ed è la caratteristica più grande di un Seimei, la sua forza mentale ed ecco perchè ho scoperto solo adesso questo mio lato> si prende una nuova pausa di qualche momento <Tutto ciò che ho vissuto, Kushina, il primo attacco delle chimere, la missione esterna, il killer, l'incontro con l'assassino di Kushina, tutto quanto mi ha preparato a questo momento, ha reso la mia mente più forte permettendomi di vedere Eichiro ma fino ad ora non l'avevo capito> sorridendo beato, felice, sereno, in pace con se stesso e con le proprie convinzioni. Il capo si poggia maggiormente sul cuscino portando le iridi al soffitto <Mi ero smarrito e ora ho ritrovato la via, persino nella pancia del vermone, sapevo che sarei uscito e sai un'altra cosa?> tornando a guardarla, ad ammirarne il visetto <Non ho più bisogno di un demone, sono abbastanza forte da rivaleggiare con quelle creature> una consapevolezza che ci ha messo mesi ad emergere ma finalmente è giunta. [Stanza di Pronto Soccorso] Di nuovo alza gli occhi al cielo a quell'affermazione, è ovvio che non si possa fare, anche se è impossibile negare il fatto che un brivido le abbia percorso la schiena all'idea di fare qualcosa di decisamente non consono in quel luogo. << Quando sarò a corto di Chakra prometto che verrò a riposarmi nella tua stanza. >> Ormai è praticamente una melanzana sul viso, però è un modo come un altro per sentirsi vicini? Lui manco può toccarla con quegli arti ustionati ma poco importa, sentirlo vivo è uno dei modi per rassicurarla. Sente l'ironia riguardo al lavarlo personalmente, sembra davvero che tutto quanto successo fino a quel momento sia solo un vago ricordo. Si lamenta di quelle cure, anche se lei imperterrita scivola sul corpo, andando alla gamba sinistra. Alle domande riguardo Eichiro e cosa egli lo abbia aiutato a ricordare la risposta è semplice, lineare. Un lungo monologo si instaura durante il quale lei si occupa di quelel gambe piene di bruciature, prima a sinistra e poi a destra, prestando attenzione al lavoro ma anche alla voce di lui; diventata quasi una canzone. L'elenco di quelle disgrazie lo hanno portato in quella direzione, le opzioni erano due, soccombere al dolore o sopravvivere e dominarlo. << E' stato persante vederli i morti, immagino quanto lo sia sentirli spirare. >> Ecco cosa si sente di dirgli a quelle affermazioni, non sembra stupita, Shiroichi aveva già accennato all'accaduto. Evidentemente lui si era perso, come anche a lei era parso di capire. Stava perdendo se stesso e lei insieme a lui stava perdendo quell'affetto e quell'interesse verso il ragazzo dal crine candido. Quegli occhi blu lo guardano, ne ricambiano gli sguardi quando sopraggiungono e si rallegrano enormemente quando lui afferma di non aver bisogno di un demone per abbasttere quei mostri, consolidando quella promessa fatta a lei quasi per un capriccio della Kokketsu. << Io te l'ho sempre detto che sei forte. Sei tu che non ci hai mai creduto abbastanza! >> Forse l'unica in quel villaggio delle ombre ad averlo sempre considerato meglio di tanti altri, ora pare che possa dimostrarlo al mondo intero. [Se Chakra 51/90 -> 2+2 per mantenimento mani terapeutiche] [Stanza] Deve averla convinta ma alla condizione di finire il chakra, se ne ha troppo ci sarebbe voluta quasi tutta la notte probabilmente e con la stanchezza che si ritrova addosso, avrebbe finito per addormentarsi e di certo non gli va a genio <Dove sono quelle forbici? Mi faccio un paio di taglietti e acceleriamo il processo> tanto, già è mezzo martoriato, un paio di taglietti in più non cambiano la situazione ma permetterebbe alla rossa di finire il chakra nel minor tempo possibile. Ovviamente il tono è ironico, non parla seriamente e non vuole farsi ancora male, il suo sangue è prezioso. Continuano le cura sul proprio corpo passando dalle braccia alle gambe, nuovamente prurito e pizzicorio prendono il sopravvento portandolo a stringere le dita dei piedi, irrigidendo l'arto inferiore <Maledizione quanto prude> digrigna i denti cercando di resistere <Oggi ho scoperto due cose, odio il fuoco e ho un naturale amore per l'elettricità> riflettendo sugli scontri affrontati, in particolare contro la chimera del raiton il cui attacco con la coda l'ha letteralmente affascinato a tal punto da volerlo replicare in qualche modo. Un monologo viene fatto per spiegare tutto il processo di metabolizzazione del suo dolore, dei suoi problemi e tutto grazie a quella sensazione, quel potere di sentire la morte. In un altro momento essa avrebbe pesato, l'avrebbe sentita come l'ennesimo colpo ma incredibilmente, il genitore, è più in gamba di quanto si possa credere <Come ho detto, non so descrivere la sensazione> replica non trovando effettivamente parole per parlarne, forse neanche esistono <Eppure, nonostante tutto, nonostante abbia sentito tutte quelle vite morire, sto bene perchè fa parte del mio dono e sapere che sono morti, mi ha spinto ad impegnarmi a far fuori quel verme> motivato anche da quello. Nota l'assenza di stupore nella voce di lei <Non sembri sorpresa> mera osservazione mentre la lascia ai di lei pensieri, inconsapevole di come l'interesse era in procinto di scemare, all'oscuro di come l'affetto stava venendo meno. Sorride ampliando sensibilmente le labbra, riportando lo sguardo sul viso <La forza non era tra le mie prerogative, il cervello invece si e cavolo, quanto è stato bello ritrovare anche lui. Mi è mancato il mio geniale cervellino, mi sembra di aver fatto pace con un fratello> quasi commosso nel commentare il ritrovamento di un intelletto geniale, sempre presente ma non più sentito <Ma> serioso stavolta, abbandonando l'ironia per un momento <Tu hai sempre creduto in me, ben più di quanto facessi io. Hai creduto me in ogni momento, non ti sei arresa quando mi hai conosciuto e non l'hai fatto quando sono caduto> sospirando <Non ce l'avrei mai fatta senza di te e ti prometto che spaccherò nuovamente questo mondo> come fece in passato <Ti amo> l'espressione di quel sentimento, questa volta più sentito, più profondo, più personale, una liberazione, una consapevolezza ulteriore conclusa con l'ennesimo sospiro <Detto ciò, voglio farmi un tatuaggio lungo tutta la schiena> così, de botto, senza preavviso. [Stanza di Pronto Soccorso] << Non ci provare nemmeno! >> Oppositiva in tutto e per tutto anche alla sola ironia di quella frase. E' già tanto che non lo ha insultato per essersi fatto così tanto male, se decide pure di ferirsi ulteriormente potrebbe veramente legarlo al letto per poi abbandonarlo però al suo destino. << Quanti capricci che fai! La prossima volta non farti ustionare da Shiro! >> Insomma, più il ragazzo si sente vivo, animato e attivo, più lei torna a esserlo, rispondendo a tono, rimbeccandosi a vicenda come quando il loro rapporto si è instaurato. Mentre quelle manine si muovono sul corpo del bianco ne ascolta i commenti, sembra che abbia finalmente compreso qual è il suo posto nel mondo, vedere quei poteri come un dono sicuramente è un passo avanti, la mente annebbiata dal dolore rinata e pronta a nuovi pensieri geniali. << Il cervello secondo me è sempre lo stesso, intelligente ma ti applichi male! >> Lo prende in giro, gli rifila una linguaccia, con quel piercing sulla lingua che fa capolino per lui. Si sposta finalmente sul braccio destro, l'ultimo che necessita di quel balsamo curativo mentre gli rinfaccia che lei lo sapeva che lui ce l'avrebbe fatta. Questa volta la risposta non è ironica, ma pregna di tutto l'affetto e il ringraziamento che in qualche modo le deve. Lei ha fatto di tutto per lui, nonostante quella partenza insicura a rallentatore non lo ha mai lasciato, si è aggrappata con convinzione a qualcuno che sapeva essere in grado di valere centomila. In qualche modo ora quell'impegno sembra aver dato i suoi frutti, ora pare di poter godere del Sumi al suo meglio, così che possa essere davvero in grado di scegliere lui, ora e per sempre. Quelle mani concludono quel trattamento terapeutico per poi essere dispensate da quella fatica, il chakra torna a scorrere in tutto il corpo mentre lei si sente abbastanza affaticata, anche se le manca ancora un membro del team. Si avvicina al compagno, di nuovo lo bacia con trasporto, dopo quelle due singole parole, separandosi poco dopo: << Ho temuto di non riaverti più. >> A cosa si riferisca, se alla missione o al suo carattere non è dato sapere, forse ad entrambi un pochino. Si allontanerebbe di nuovo andando a recuperare le fasciature per le braccia e le gambe, che dovrà portare per una settimana così da prevenire infezioni. << Non ho la minima intenzione di tatuarti sul corpo Shizuka ti Amo a caratteri cubitali sappilo! >> Il tono è ironico, ma ormai è diventata una ferma sostenitrice del non tatuarsi il nome di chi ami sul corpo, almeno non del tuo ragazzo. [Se Chakra 49/90 -> 2 per mantenimento mani terapeutiche] [Stanza] Entrambe le sopracciglia vengono sollevate <Ah no? E come me l'impedirai? Sentiamo su> lei si oppone e lui ci scherza sopra sfidandola apertamente per capire cosa abbia in mente di fare per fermarlo dal compiere quell'assurda follia ma mentre scherza le cure divengono fastidiose, il prurito insostenibile quasi quanto il dolore spronando la ragazza a rilassarsi, ad essere ironica, a rimbeccarlo ulteriormente. Serra le labbra le quale tremano <Capricci? Aspetta di addormentarti a casa, ti lego al letto e ti solletico i piedi fino a farti chiedere pietà. Altro che capricci, nana rospa> borbottando con la medesima ironia fin dall'inizio, rimembrando il passato, uno scambio dimenticato, una felicità ed una naturalezza svaniti per così tanto tempo da accorgersi solamente ora quanto il loro rapporto sia divenuto pesante <A proposito di Shiroichi, devo trovare un palloncino e della farina, così impara ad avere una pessima mira> si, la vendetta gliela sta servendo su un piatto d'argento ma deve fargliela pagare prima o poi e quale miglior modo se non quello di inzupparlo di farina da capo a piede? Un'idea geniale quanto sublime. Nuovamente si prendono in giro con commenti sul proprio intelletto <Come? Chiedigli scusa, non s'insulta un patrimonio dell'umanità come il mio cervello> indicando la propria testa con un cenno dell'indice destro mentre prova a sollevare debolmente il braccio, un movimento non troppo complicato che porta avanti con attenzione. Deglutisce nel vedere il piercing fatto appositamente per lui <Sai cosa ti farei fare con quella lingua?> malizioso ritorna sull'argomento, guardandola intensamente con la volontà di seguire tutta la sua reazione. Palese l'allusione pur non entrando nello specifico, privando il tutto dei dettagli per rendere più piccante ogni cosa <E' grazie al mio intelletto che siamo riusciti a far ammazzare due chimere tra di loro> vantandosi del proprio operato <E Eichiro ci ha messo del suo ma sempre grazie a me> borbottando ancora ed ancora, aumentando il vanto verso la propria intelligenza ritrovata. La ringrazia in un discorso più serio, più sentito allontanando l'ironia per renderla partecipe di quanto sia stata fondamentale ed a cure finite se la ritrova addosso, le labbra ricambiano quell'ennesimo bacio provando a sollevare appena il corpo per avvicinarsi, la mani cercano di adagiarsi sui fianchi della ragazza non volendo staccarsi, non più <Questo perchè, in fondo, anche tu un po' mi sottovaluti> riportando nuovamente un pizzico di ironia <Io non andrò mai via. Per te, troverei anche il modo di tornare dal Naraka> qualcosa che in passato le ha detto ed ultimamente lo sta facendo quasi in maniera letterale <Chissà se le tue farfalle si lasceranno cavalcare in quell'occasione> ridacchiando ma tenendola vicina a se fino a quando non è lei a decidere di allontanarsi per recuperare quelle fasciature. Sospira nel vederle, una costrizione di cui farebbe anche a meno. La risata scappa inevitabilmente, lasciata andare si sdraia nuovamente con la mascella dolorante <Allora tatuami Shizuka è una nana bisbetica> linguaccia in sua direzione ma senza piercing <No, in realtà voglio avere qualcosa della giornata di oggi. Vedi, oltre al vermone, siamo stati attaccati da tre chimere a forma di cane e una di loro padroneggiava il fuoco ed è anche quella che più ha infastidito. Voglio avere quella chimera su di me, impressa sul mio corpo come monito> non può ancora farle vedere la forma ma per quello c'è tempo <E per essere ancora più sinceri, è una scusa per vederti con quei vestitini che ti fa indossare il tuo capo così quando vengo in studio applichiamo la politica de prima il piacere e poi il dovere> altre allusioni, allusioni a non finire quella sera. [Stanza di Pronto Soccorso] << Facile tanto non ci arrivi e sei dolorante! >> Insomma lei ha il coltello dalla parte del manico almeno stavolta. Alle lamentele femminili riceve pan per focaccia e forse istintivamente risponde a tono anche lei: << Dubito che una volta legata al letto poi mi fare il solletico Bakan! >> Si rende conto da sola di quanto affermato, diventando viola in automatico. Grazie al cielo l'altro, dopo probabilmente una bella risata, menziona la vendetta su Shiroichi. << Mi ha detto che hai avuto dei problemi sul campo per quelle sensazioni. Non sono stupita perchè lo sapevo, ma sono contenta che sei stato in grado di venirne fuori. >> Insomma quel ragazzino dai capelli neri ha una bocca fin troppo larga, però almeno l'ha preparata all'impatto con la realtà dei fatti. Ironia ed erotismo durante quelle cure la fanno da padrone, costringendola a sentirsi sempre sulle spine, anche se inevitabilmente attirata dall'idea di quello che l'aspetta una volta che lui si sarà ripreso. Inizia tuttavia ad applicare quei bendaggi su tutti gli arti altrui, mentre sproloquia e se la canta riguardo al suo intelletto. << Non è facile non preoccuparsi per le persone che si ama. Torni sempre a pezzi. Anche oggi non c'è stata differenza! >> Lo rimbecca, per quanto torni è sempre più vicino alla sua sparizione definitiva e la cosa non può certo renderla tranquilla e serena. Poi il discorso su quel tatuaggio viene fuori, con ironia e prese in giro, lasciando spazio a quel piccolo ricordo della giornata, di come lui abbia ritrovato il suo personale fuoco dopo quello scontro. << Non ti serve una scusa per vedermi con quegli abiti, basta chiederlo e posso metterli anche in casa! >> Senza intimo, ma questo lo ha solo pensato e non lo ha detto, anche se nel frattempo è diventata nuovamente viola. Il testolino viene mosso a destra e sinistra come a scacciare il pensiero sconcio dalla mente. << Ci penseremo quando sarai uscito da qui. Per una settimana sarai ricoverato e verranno a cambiarti tutti i giorni le fascaiture, se migliorerai a sufficienza ti rimanderanno a casa ma dovrai comunque mettere una crema protettiva per un'altra settimana almeno! >> Insomma, ecco la lista delle cose da fare per le prossime due settimane, quindi con tutta la calma del mondo. Dovrebbero aver finito almeno con quel trattamento iniziale, che lo lascia meglio di prima ma ancora sensibilmente debilitato oltre che dolorante. << Ti porto un camice e ti faccio trasferire in stanza, devo occuparmi degli altri. >> Insomma un modo come un altro per dirgli che deve andare, ma lui quanto meno è salvo, respira ancora. [Chakra 49/90] [Stanza] Scuote il capo con sommo dissenso <Non sfidarmi, posso diventare più testardo di te se solo volessi> il coltello ce l'ha anche lei ma può riprenderselo quando vuole, basta solo un po' di ingegno e una buona dose di testardaggine che non fa mai male. Mentre lei si rende conto tardi di quanto afferma, il bianco coglie subito ogni sfumatura di quella frase <Invece te lo farò lo stesso ma più in alto, magari, rospetta> sorridendole sfacciato, non cessando con quelle frasi mirate a farla divenire viola, metterla in soggezione e spingerla verso direzioni vagliate sempre di meno nell'ultimo periodo e dopo una risata ricolma di divertimento, la verità viene a galla. Svanisce per qualche momento il sorriso dal viso del Sumi nell'apprendere di come Shiroichi abbia la bocca più larga delle gambe delle ballerine dell'Ochaya; le ha parlato di quanto accaduto durante la battaglia e la cosa l'indispettisce, l'infastidisce non poco <Si può dire in modo letterale essendo uscito dalla bocca di un verme> spostando l'attenzione sull'ultima frase ma resta il fastidio nei confronti del Nara. E' qualcosa che avrebbe dovuto dire lui, un argomento che deve affrontare con lei a modo suo, non per mezzo di altri e glielo deve far capire prima di subito. Le tentazioni della serata sono tante, espresse tramite gesti e parole, arrestati solamente dalle condizioni del bianco, impossibilitato a qualsiasi azione avventata, relegato ad un letto per chissà quanto fino al rimarginarsi delle ferite <Ma torno> ponendo l'accento su quel particolare fin troppo sottovalutato <Io amo quando ti preoccupi per me, mi fa sentire importante> non lo nasconde, non lo nega <Ma io torno e tornerò ogni volta perchè se c'è una cosa che non sopporto, è vedere le lacrime sul tuo viso a causa mia> facendosi nuovamente serio per qualche momento perchè esso fa parte delle tante promesse fatte tanto tempo fa <E poi dovresti ringraziarmi, sei diventata un grande medico anche grazie a me. Se non tornassi a pezzi ogni volta, non affineresti le tue doti. Dovresti venerarmi per questo> tirandosela, vantandosi e prendendosi il merito anche di questo con un'espressione da smargiasso di chi la sa più lunga di quanto non dia a vedere. Piano piano Shizuka si sta liberando delle inibizioni spingendo il bianco a volersi alzare da quel letto, chiudere la porta e passare la notte con lei <Oh ma te lo chiederò eccome e non solo quello chiederò> un futuro ben più roseo e prospero sotto quel lato <E poi, mia piccola melanzana> sfottendola, ovviamente <Lo studio è come questa stanza, un posto pericoloso> chi vuol capire capisca, senza aggiungervi molto altro. Sfortuna vuole che quelle cure giungano al termine mentre i pensieri sconci aleggiano nelle rispettive menti e le disposizioni vengono fornite; le pupille si rimpiccioliscono considerevolmente, lo sconforto prende piede <Una settimana? E dovrei stare una settimana qui, da solo senza di te? La pancia della chimera non era così terrificante> rispetto alla prospettiva di una settimana in ospedale. Si accascia sul cuscino, sbuffa sonoramente con le braccia larghe assumendo la posizione di un angelo caduto dalla bellezza deturpata <D'accordo ma fai presto, ti aspetto, ricordartelo> dormire insieme almeno quella notte <Ah, amore, mi passeresti il ninjaphone quando hai finito? Dovrebbe essere nel portaoggetti> chiedendole quel piccolo favore, niente di che. [Stanza di Pronto Soccorso] Non commenta, è indubbio come lui sia sempre stato molto più capace di lei a prenderla in contropiede su quegli argomenti che non tratta mai serenamente senza imbarazzarsi come una matta. Si silenzia un pochino lui invece a sapere che il Nara è una suocera di paese, ma lei non l'ha vissuta in maniera negativa tanto quanto il Sumi. Però ci tiene a sottolineare come torni sempre, nonostante tutto, prendendosi anche meriti che non gli spettano minimamente. << Veramente sono un buon medico perchè ho studiato e mi sono applicata, se avessi aspettato solo te sarei un'incompetente! >> Di nuovo gli rifila una linguaccia, che si prenda anche meriti che non gli competono non è il caso, già se la tira abbastanza senza quelli. Ancora viola per quei pensieri viene rincarata la dose dall'altro, che sottolinea come lo studio sia un posto non sicuro, che quindi risulta più stimolante. E' lei a passare ad argomenti seri sulla prognosi e su come dovrà comportarsi: << Se fossi rimasto nello stomaco di quel mostro non saresti tornato da me! Direi che è meglio la settimana in ospedale! >> Lo rimbecca in maniera convinta, cosi che sia chiaro che alcune affermazioni siano passabili e altre meno. Si allontana dal letto dove sosta lui, recupera il ninjaphone e glielo poggia sul petto: << Arrivo subito con il camice, poi ci vediamo più tardi amore mio. >> Si abbassa di nuovo, lasciandogli un dolce bacio sulla fronte, per poi proseguire verso l'uscita, fermandosi sulla porta come fatto con l'amico: << Grazie per essere tornato da me. >> Ancora una volta solo lei sa a cosa si riferisca veramente, ma non gli darà modo di rispondere ne di domandare, allontanandosi per passare al prossimo paziente. [Chakra 49/90][//END] [Stanza] Tutto finisce, il violaceo sul visino della rossa permane mentre il pensiero nei confronti del Nara permane per qualche secondo in più. Socchiude gli occhi chinando appena lo sguardo per poi prendersi meriti che forse non gli competono ma è nel mood giusto, ha voglia di scherzare, di essere solare tanto da beccarsi una seconda linguaccia, ricambiata all'istante <Hai rimesso più volte in sesto me che un puzzle, altro che aspettarmi> seppur sappia fin troppo bene quanto ella sia brava in medicina, di come la sua vocazione la renda speciale, adatta per quel ruolo il quale le si addice in maniera perfetta. Senza di lei sarebbe morto infinite volte, senza la sua assistenza non sarebbe li e non avrebbe mai smesso di ringraziarla; quella ragazza, quella donna gli ha permesso di sopravvivere e di tornare ogni volta. Ancora una volta viene rimbeccato su un argomento ben più serio non lasciandoglielo passare, a ragion veduta <Hai capito cosa intendeva, rospetta> di certo preferisce stare li piuttosto che tra i succhi gastrici a sciogliersi come un formaggio al fuoco ma la serata, almeno per ora, si può dire concluse ed ha la possibilità di riposare, godersi la meritata tranquillità guadagnata con il sangue e con il sudore ma non prima di ottenere il cellulare <Grazie> afferrandolo con la destrorsa per tenerlo vicino in modo da poterlo utilizzare. Chiude gli occhi a quel bacio vedendola allontanarsi <A più tardi amore> sorriso addolcito, più modesto rispetto a prima ed a quell'ultima frase, il sorriso si addolcisce ancor di più. Schiude le labbra seguendola con lo sguardo, il cuore inizia a battere all'impazzata, sfonda il petto riprovando la medesima sensazione di quel giorno, del gelato. Solleva il ninjaphone, amplia le labbra mostrando i denti, esibendosi in un sorriso immenso e scattandosi un selfie. La foto viene inviata direttamente a Shizuka accompagnata da una singola parola "Baka", niente di più, niente di meno ma un modo semplice per tornare al passato. [END]