La volpe e il corvo
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Giocata del 08/01/2023 dalle 12:21 alle 15:04 nella chat "Piazza Centrale [Oto]"
[Quarta Piazza| Panchina] Un cielo plumbeo e grigio solca la volta di Kagegakure. Il Sole ha oramai raggiunto il suo zenit, tiepido e abbacinante, se non fosse per quei nembi che sfilano, pigri e pesanti, sopra le teste di tutti. Nulla di preoccupante per chi, come il giovane Uchiha, ha da poco risvegliato l'Arte del Fulmine e , nella Tempesta, avverte affinità. Qualcosa di primordiale e recondito, come un eco che viaggia nei tessuti, tra le vene, drizzando i peli sull'epidermide pallida. Siede, come di consueto, su una delle panchine della Quarta Piazza di Oto, quella dedicata al suo antenato, del quale ha potuto udire solo stralci di discorso, poche parole, lembi di storia e null'altro. Non si è ancora presentato al clan e attende per farlo. Il perché stia indugiando è noto solamente a lui. Veste abiti comuni, sciatti, umili, che non presentano alcun fronzolo, ma solo un decoro: un ventaglio rosso e bianco, che capeggia tra le scapole, abbastanza grande da poter essere visto da chiunque, abbastanza piccolo da non coprire l'intera superficie posteriore di quella maglia nera. Sì, è perlopiù vestito di abiti scuri, proprio come la maglia dal colletto alto e circolare, che sfiora il mento e discende sino ai polsi, in maniche lunghe, oltre le quali sbucano bendaggi candidi, che avviluppano la mano sino alle nocche. Sono macchiati di scuro, forse fango, forse sangue. Le dita strette su un piccolo tomo, un tascabile, che, ogni tanto, ha bisogno di rileggere: 'La via del ninja - trova il tuo bushido'. Le natiche, invece, sgualciscono dei pantaloni ampi e comodi, dalle tinte scure, stretti alle caviglie da bendaggi che avvolgono la stoffa alla carne, suggellando l'immobilità alle vesti. E dei calzari ninja, foschi, fasciano i piedi, appoggiati l'uno sull'altro. E' intento nella sua lettura, ma armato come al solito, con quella sacca portaoggetti , allacciata dietro la cintola, all'altezza della natica destra, che contiene tutto il suo scarno equipaggiamento: un kunai, uno solamente, due fuuda nei quali sono sigillati tronchetti da sostituzione, due tonici per il recupero del chakra ed uno curativo. In un esercizio mentale - e spirituale - tenta di mantenere vivo il controllo sul proprio chakra, mentre si distrae nella lettura del libricino, TENTANDO di convogliare il flusso in tutto il corpo, indistintamente, senza riserve, né remore.Un torrente lavico, che sfrigola come un fulmine, all'interno del sistema circolatorio. [Chakra On|60/60][Equip: kunai x1|tonico chakra x2|tonico pf x1|fuuda con tronchetto x2]12:40
Utente anonimo:
Il meteo nuvoloso non è esattamente il momento favorito della Sabaku, ha deciso quindi di sabotare la mattinata d'allenamento, a differenza di Akainu, per evitare il timore di piogge improvvise. Rimasta quindi da sola sta girovagando tra le vetrine di Oto, l'idea per evitare i posti affollati è sempre la medesima, permane, le sabbie quindi alla sua schiena la accompagnano con un turbinio inquieto ma cadenzato che è costante segno che sta padroneggiando la sua innata, che il chackra vi è convogliato aspettando di vedere qualcosa di interessante. Quando si distrae è nei pressi della quarta piazza, quella che Akainu preferisce perchè gli Uchiha ed i Sabaku non se la sentono grossa manco per nulla. Quello che le serve sembra attingerlo alla sua sabbia e basta, le mani affondano nelle tasche dei jeans skinny chiari che la fanno sembrare ancor più piccola d'età di quanto la sua acerba testolina bionda goà non mostri intorno al viso emaciato. Superiormente un maglione nero a girocollo non nasconde il tatuaggio a forma di occhio di sabbia dall'iride rossa ed il tomoe sabbioso che sotto l'attaccatura dei capelli arreda la nuca come sepatore tra la sua mente ed il foro tecnico della SUnodeki. Al portaoggetti il ninjaphone, l'auricolare non attivato, due fuda con tronchetto e due tonici per tipo, oltre alle chiavi di casa e i suoi nuovi ninjapods che però al momento sono in carica nella loro custodia. Ha comprato del cibo da asporto, o almeno così pare dalla grossa busta bianca appesa al suo polso sinistro che le sbatte sulla coscia ossuta, ma sembra stia dirigendosi alla statua lasciando le vetrine che arginavano la piazza verso il centro. {fuda x2 con tronchetto, tonico 2x e 2x - auricolae disattivato - Chk ON Inn 2/4 - 68/70} [Quarta Piazza| Panchina] Il capo lievemente chino, sotto quella colata di capelli scuri, corvini, che ciondolano sulla fronte e ai lati del capo, in un tenue moto oscillatorio, sospinti dal vento d'Inverno, oramai inoltrato, che lo porta ad assestare , distrattamente, quella sciarpa cremisi che porta sul cingolo scapolare, avvolta su quest'ultimo in spire di stoffa, prima di ricadere oltre la spalla destra, come un rivolo di sangue, sino a coprire parzialmente il ventaglio sulla schiena. Quest'ultimo non è ben visibile, soprattutto da davanti, visto che poggia la colonna vertebrale contro lo schienale. La mano sinistra è intrisa in quella chioma ribelle, indomita, dietro la nuca, ferma in quella posizione atipica, ma per lui, probabilmente, molto comoda. La destra, invece, regge il piccolo tomo, con qualche dito appena, data la sua leggerezza. Tutto il suo metro e - quasi - settanta, si spalma sulla panchina, ma la postura non è tra le più crollate, bensì contenuta e composta, nonostante la totale noncuranza dell'ambiente circostante. E nonostante questo, ogni tanto solleva gli occhi, assieme ad un respiro, quasi quella lettura gli costasse fatica - o forse è il controllo sul proprio chakra a farlo ? Non è possibile saperlo, ma è indubbiamente pensieroso, questo si e lo si può notare dalle sopracciglia lievemente flesse, strette sulle orbite nere, buie, prive di ogni luce. Ed è proprio in quel frangente che la nota, quella giara piena di sabbia, a forma di clessidra vetrosa, trasportata sulle spalle di una figura minuta, ma assai nota. Kore. Sabaku. < ! > Un guizzo delle sopracciglia si solleva d'improvviso, prima che queste ricadano sul suo sguardo, pesanti e inamovibili - almeno in apparenza. Riflessivo, mentre china di qualche grado il mento, affondando questo tra le spire di stoffa vermiglia. Rosso e nero, lui, proprio come lo Sharingan che nasconde nei pozzi orbitali. [Chkra On 60/60]13:02
Utente anonimo:
A differenza di Katai la Sabaku non sembra aver notato l'altro, o qualsivoglia presente alle panchine, non è quindi difficile vederla muoversi come chi non si sente vista, semplicemente, per i fatti suoi fino ai piedi della statua di Kioshi, il piedistallo della struttura sembra esser un obbiettivo blando, lento nel passo avvolto dagli scarponcini da ginnastica mentre alcuni granelli della sua sabbia abbandonando il foro tecnico al di sotto della nuca tatuata finendo per appiattirsi alla sua destra in una conca informe, non un reale costrutto eppure abbastanza agglometarto da permetterle di togliere la mano destra dalla tasca ed appoggiarci il sacchetto prima di smuovere le dita di ambo le mani alla spalla dove sciogliendo il nodo superiore della fusciacca smeraldo permette a Sunodeki di scivolare lentamente lungo il fianco, liberando la schiena in favore di una posizione a tracolla del fianco destro e così permettendole di voltarsi e sedersi sul piedistallo della statua senza urtare quell'ambrato materiale resistente che rivela tutta la sua attività all'occhio esterno. Una cura insomma, che la obbliga nella sua bassezza ad un saltello per sedersi comoda ai piedi della statua prima che il sacchetto tra le sabbie la avvicini. Quando le mani si allungano nello stesso cianfrusagliano a prendere palesemente delle bacchette e piegare la busta rivelando quelle sabbie come se fossero il suo tavolino personale ed una porzione di Nigiri un po' troppo abbondante per il suo peso. Probabilmente ne ha presi in più per dopo o per qualcun altro ma ha evidentemente fame adesso, inizia infatti dal primo nigiri portandoselo alla bocca ed iniziando a masticare, è solo allora che si degna, diciamo, di guardarsi intorno facendo scivolare lo sguardo dalle palpebre contornate di nero canidae sulla piazza e così riprendendo ai sensi la figura nota di Katai sulla panchina.Non mostra accezione, stupore, o emozione in quel suo solito mutismo ma solleva le bacchette liberate del nigiri nella sua direzione come se fosse un cenno di saluto o semplicemente di averne riconosciuto prima di riportarle nel sacchetto spiegazzato. {fuda x2 con tronchetto, tonico 2x e 2x - auricolare disattivato - Chk ON Inn 2/4 - costrutto 1 - 65/70} [Quarta Piazza| Panchina] Solo ora riapre gli occhi, vomitando pece fusa su quel piccolo tomo che tiene tra le dita della mano destra. E solo ora la sinistra si abbassa, lentamente, scivolando sulla nuca, tra i capelli, lungo il collo, quasi a volerne proteggere l'incolumità, neanche avvertisse, proprio a quel livello cervicale, un'improvvisa tensione psicofisica. Il chakra tremola, vibra e, d'istinto, quasi senza passare per la consapevolezza, sfuggendo alla comprensione cosciente della cosa ; devia. Sì, devia verso l'apparato visivo, il sistema ottico, ogni tessuto che s'imbibisce di energia, reagisce, chimicamente, con quest'ultima, dando motivo a milioni di cascate enzimatiche di segnalare al nucleo cellulare l'onda di chakra che investe l'iride e non solo. Questo DOVREBBE portare ad un cambiamento fenotipico dello sguardo: non più buio, ma di fuoco. Non più umano, ma maledetto. Sharingan. E' qualcosa di totalmente avulso dalla sua intenzione, ma si radica nel profondo, in quella contesa ancestrale che ha visto contrapporsi sensei ed allievo, per una serie di sfortunati eventi. Ed ora si replica, l'ennesima volta, come se stesse per cautelarsi. Per proteggersi da qualcosa. E, nel mentre, la mano libera si è sollevata poco oltre la nuca, andando a sfoggiare quelle cinque dita aperte, fasciate dalle bende candide, ma sporche, in segno di risposta a quel cenno armato di bacchette, che non riconosce come un vero e proprio saluto, quanto più una bozza di coscienza, palesata alla sua consapevolezza. Tanto per prendere nota dell'altrui presenza. E, di fatto, gli occhi cadrebbero ancora sul piccolo tomo, quasi a voler glissare tutto il resto, ma , di tanto in tanto, si sollevano a rimirare la sagoma della Sabaku, quasi a sincerarsi della sua distanza. [Chakra On |60-2/60][Attivazione Doujutsu Lv.2 2/4]13:25
Utente anonimo:
La vista di Katai, o forse la mera consapevolezza della sua presenza, sembra portare una prima reale interruzione in quelli che erano i blandi intenti alimentari della Sabaku, accompagnate le bacchette nel sacchetto trattenuto sul costrutto la mano destra ora libera compone insieme alla sinistra la capra ed il bue, due sigilli che potrebbero esser visti come in parte celati dal suo pranzo avanti a sè, non sembra interessarsi realmente del nasconderli comunque anche perchè il Jutsu per lei più rappresentativo che ne genera non si cela, un occhio di sabbia materializza all'altezza della sua spalla destra e sembra una premura quanto un vezzo di un'abitudine che le permette di guardarsi intorno mentre torna con le bacchette alla mano destra, lasciando allo stesso il tempo di materializzare i nervi ottici e darsi alla terza vista in quella che è per lei un'abitudine ormai consolidata dei sensi dal lungo allenamento. è così significativo quell'occhio da averne tatuato il simbolo sulla nuca ma prendendo un nigiri al tonno sembra che quel senso si stia destinando alla piazza in linea generale più che allo stesso Uchiha senza abbandonare la distanza di una spanna dalla sua spalla destra. I piedi ciondolano oltre il piedistallo della statua, come sarebbe un bambino messo e seduto là non ci arriva infatti a toccare terra ma l'unica cosa che la rende interessante ai passanti è che si sia fatta un tavolino di sabbia per mangiare comodamente, assai più visibile di quel bulbo oculare se non forse per Katai che ormai lo conosce in quella faida come se fosse un marchio di identità. <Che leggi?> Domanda semplicemente prendendosi un altro Nigiri ma stavolta senza guardarlo con il senso principale, dedicandovisi meramente con il terzo. La domanda atona, prima di un reale interesse, come se dovesse portare a casa il tentativo così può dire ad Akainu che lei ci ha provato, che Katai è un co***ne e l'altro non potrà più romperle le scatole al riguardo. Eh, oh, amore mio, ci ho provato non è colpa mia cià cià cià. Una tattica piuttosto risolutiva su cui potrebbe quasi sperare intimamente. Vista la mancanza di sole la piazza non è così gremita, il tono è comunque piuttosto elevato da rimarcare quel tentativo ma non abbastanza da risultare un urlo sguaiato, quasi davvero in cuor suo traesse vantaggio pure dal non essere udita. {fuda x2 con tronchetto, tonico 2x e 2x - auricolare disattivato - Chk ON Inn 2/4 - costrutto 1 - occhio di sabbia 2/4 - 61/70} [Quarta Piazza| Panchina] Sarebbe saggio non avvicinarsi. Sarebbe saggio starle alla larga ed evitare così ogni tipo di ostacolo alla buona ed efficace prosecuzione di quella lettura intensa, ora più fitta che mai. Ora più accanita di prima. Gli occhi di brace, dove la pupilla è contornata da un cerchio nero, al quale sono appese due lacrime di pece, sì, non più una , ma due. E proprio come gli stato rivelato, non tanto dal suo clan, quanto più da terzi, è simbolo che il suo potere sta crescendo. O almeno così pare. E , nonostante ciò, può vedere quei granelli formarsi, addensarsi, agglomerarsi in un occhio, il terzo della Sabaku, di cui non conosce molto, ma può solo ipotizzarlo. Nessuno gli ha detto molto su quell'occhio di sabbia, provvisto di nervature ed iride, persino di pupilla. < !! > Quando solleva l'attenzione dal piccolo tomo, si ritrova ad osservare quel tessuto sabbioso che accompagna la Sabaku, seduta ai piedi di Kioshi. Un connubio insolito, almeno a vederlo, ma non così distante dalla realtà. < Un libro che parla di ninja. > Replica, in tono pacato, piatto, che non evoca ricordi, se non nel mero contenuto. Il rapporto sensei e allievo è cardine del Mondo degli Shinobi, eppure il loro si è incrinato sin da subito, o quasi. < ... > Silenzio, poi, a seguito della sua risposta. Ed inspira, profondamente, quasi gli costasse una tremenda fatica, tutto quello. < E tu cosa mangi ? > Questiona, così potrà dire a Shiroichi di averci provato. Di aver tentato un dialogo e lui sarà contento così, libero di proseguire su altri discorsi, sazio della buona volontà del giovane Uchiha. [Chakra On 58-1/60][Sharingan Lv.2 On]13:52
Utente anonimo:
Per quanto il suo costrutto in parte tatuato sia palesemente interamente fatto di sabbia la stessa porta i rilievi e le ombre di iride e pupilla, mostra interattività con l'ambiente come sempre e non cela la sua capacità di osservare. La natura sedimentata della fennec, curiosa come ogni vulpide,ha il suo massimo sfogo in quell'occhio lungamente esercitato e seppur lo stesso sembri muoversi di propria vita e contemplare al suo posto ha ormai una familiarità tale con la Sabaku da apparire quasi del tutto indipendente, come se non ne necessitasse il controllo che invece continua a centellinare nel chackra che ne mantiene la struttura. <Che ninja?> Domanda prendendo un altro nigiri. Mastica lentamente e compostamente, non si abbuffa ma del resto non c'era da aspettarsi qualcosa di diverso probabilmente. La Sabaku stessa è immagine di una compostezza fatta di ferree e retrograde regole che mantengono la sua identità come un cardine fisso. Ci sono ovvie eccezioni, nei Sabaku, ma lei non è una di queste, nel seguire le orme di Gaara dopo la morte di Kombu ha fatto un gran voto del silenzio e dell'emozione seppellendosi in esse fino a diventare parte integrante delle sue volontà probabilmente. <Posso vedere?> L'occhio si sposta dalla spalla, un metro in avanti, ma sembra un invito gestuale che non prosegue oltre senza consenso, è però quando le viene chiesto cosa mangia che alza il viso dal sacchetto in sua direzione segno che si, non si aspettava di dover dare spiegazioni del fato che l'altro le avrebbe risposto e questo complica notevolmente le sue intenzioni di sbarazzarsi della questione con Akainu una volta per tutte e con la coscienza linda. Gli occhi dalle note di miele mostrano quel taglio tondo e circondato di nero tipico di una stipre canidae e non del trucco che non porta. Ad occhio e croce si vede che è più grande nell'età ma il viso emaciato e quei tratti ne infantilizzano la stessa. <Nigiri rainbow, ne vuoi? Purchè non siano quelli al salmone.> L'occasione è d'oro, troppo invitante per non fare quell'offerta, se la porta a casa ha un arma tutta sua da poter barattare con lo sfregiato. Non sono probabilmente ad una tale distanza che l'occhio ad un metro da lei possa sbirciare davvero il libro eppure sosta tra loro con l'intenzione ferma di una risposta {Fuda x2 con tronchetto, tonico 2x e 2x - auricolare disattivato - Chk ON Inn Attiva - costrutto 1 - occhio di sabbia - 59/70} [Quarta Piazza| Panchina] Se c'è una cosa che ha accomunato entrambi e che, sebbene mai rivelato, può averli uniti in un unico intento, un tempo ; è la curiosità. E così, con quello sguardo di brace, si sporge in avanti, allungando il collo, drizzando il capo, per tentare di osservare quei gesti, che risultano codificati e rallentati in fotogrammi d'impulsi elettrici, tradotti dal cervello alla muscolatura e, per questo, leggibili da quegli occhi di fuoco e pece, sangue e ombre. Un connubio che si evidenzia sul volto giovane dell'Uchiha, novello quindicenne, cresciuto in altezza, ma non altrettanto in prestanza fisica. Lo dimostra quella sagoma longilinea e slanciata, che si solleva appena dallo schienale della seduta, andando a flettere il busto in avanti, per poter meglio mostrare la copertina del piccolo tomo, rigirandolo in aria, con una semplice torsione del polso: pronazione e supinazione, attorno ad un asse centrale, che quindi esibisce tanto la rilegatura quanto i kanji vergati sulle pagine, ma non si alza ancora. < E' una guida. > Afferma, sbattendo le ciglia una volta solamente. < Per il ninja ideale. > Cosa che, di per sé, non è presa per assoluta dal giovane Uchiha, quanto più una linea di riferimento alla quale rifarsi, alla quale ispirarsi. Una strada da seguire, ma non priva di curve tortuose. < Tieni > Accetta, dinanzi a quella domanda, assecondando la richiesta altrui. Indice , medio e pollice si stringono sul libricino, andando a chiudere di scatto quest'ultimo, in un secco tonfo, sordo quanto basta per decretare la fine di quella lettura, almeno per ora. E , in un colpo di reni, si solleva, ma con flemmatica e serafica calma, quasi stesse per avvicinarsi ad una volpe rabbiosa. Una fennec, anzi. < Mai mangiati prima. Consigliami. > Ribatte, forte di quella posizione sopraelevata, che guadagna man mano che si avvicina all'altra, a piccoli passi, come un nero rapace in volo, rimanendo però, a distanza di sicurezza. E lo sguardo rosso non è per lei, lì seduta, quanto dritto nell'occhio che volteggia. [Chakra On 57-1/60][Sharingan Lv.2 On]14:17
Utente anonimo:
Gli occhi della Sabaku si riabbassano al contenuto della busta aperta quando Katai si solleva dalla panchina, la risposta viene assorbita all'udito e al terzo occhio. Una guida, le labbra si arricciano mentre sembra fare un'operazione chirurgica a quella che era una porzione da venti Nigiri mettendo quelli al salmone a sinistra. <Ideale per chi? Com'è?> Accettato quell'invito infatti l'occhio glissa in avanti fino ad una trentina di centimetri dal libro esaminandone la copertina, i kanji, probabilmente il tentativo è cercare di capire realmente il ninja ideale secondo chi, in fondo non tutti i villaggi ed i clan condividono la stessa visione "ideale" di ninja.
Non vi sosta tuttavia più del dovuto, anche perchè l'occhio arretra con il passo di Katai nella propria direzione mentre separa i nigiri come se stesse giocando all'allegro chirurgo. Se abbastanza vicino Katai può notare non solo le dimensioni del vassoio nero ma anche il ricavato spazio fondo con la salsa di soia e quello adiacente con zenzero e wasabi. Non si smuove tuttavia continuando a starsene ai piedi della statua coi piedi che ciondolano. <Mh, sono solo palle di riso con del pesce crudo sopra, ma se non ti piace il pesce crudo puoi prenderti quelli con l'avocado, altrimenti quello bianco è branzino e quello violetto è tonno. Li bagni nella soia e quando cambi pesce intermezzi con il wasabi, serve a pulire la bocca dal sapore del pesce prima, e lo zenzero a pulire il wasabi.>La mano sinistra libera delle bacchette prende l'altro paio, segno che si, era una porzione per due, mettendole dall'altra parte del vassoio, opposta a sè stessa. <Non c'è un vero consiglio, a me non piacciono tantissimo. Ma quando Akainu si allena se mangia pesante subito dopo non si muove più per tutto il pomeriggio quindi gli tengo da parte quelli al salmone.>Gli allenamenti di Akainu non sono come i suoi, comportano uno sforzo fisico, sudore e dopamina sul quale non è bene metter un piede di maiale bello unto immediatamente dopo probabilmente. Lei non si sta allenando, quindi, ancora in ferie obbligate pare ma a giudicare da come ha smistato il piatto quando posa le sue bacchette non ha nemmeno fame, ha già assunto le se calorie quotidiane, è abituata ai digiuni del suo ramadan e se una cosa non le piace non pare una che si abbuffa visto che dal maglione sporgono mancanza di forme e ossa puntute. L'occhio se ne è tornato nei pressi della sua spalla quando posa le proprie bacchette e lascia che quel vassoio tra loro si sollevi appena verso un Katai più alto, per il quale però non si fa venire il torcicollo sollevando il viso emaciato quanto basta ma come se non ne stesse davvero puntando il volto. {Fuda x2 con tronchetto, tonico 2x e 2x - auricolare disattivato - Chk ON Inn Attiva - costrutto 1 - occhio di sabbia - 57/70} [Quarta Piazza| Panchina] In piedi, ora. A debita distanza, ma sufficiente per offrire, in modo pacifico, quel libro. Gli occhi di brace, adesso, scivolano dal costrutto sabbioso della Sabaku sino al suo volto, quello reale, quello dove un'occhiata sincera e veritiera potrebbe costarle cara. Le spalle alte, la schiena dritta, la maglia sgualcita, qua e là, che tradisce la prolungata posizione mantenuta sulla panchina o la totale assenza di una figura femminile nella sua casa, nella sua vita. < ... > In silenzio, attende, fissandola in volto, adesso, cercando nei suoi tratti una verità celata e sepolta, risposte a domande mai fatte. La osserva separare i Nigiri l'uno dall'altro, in chissà quale intento, celato anche quello. Le domande che lei pone lo portano a distendere le parole, forse anche il corpo, a tal punto da poter separare attenzione e concentrazione, almeno per un istante. La prima, infatti, volge all'indirizzo del libricino, tra le sue dita fasciate, mentre la seconda è pur sempre convogliata nella direzione di Kore. < Ideale per tutti. > Replica, dal basso della sua innocenza, ancora acerbo e plasmabile, anche da un libro scritto per la lettura leggera di ogni shinobi. < Beh, dopo averlo letto più volte credo che..> Si sofferma, dubbioso, esitante. < ..che il vero ninja non abbia nome, ma protegga con la sua ombra il villaggio. > Una deduzione che esterna, per la prima volta, con la persona meno adatta per capirlo, forse. O forse no ? Istruito sull'utilizzo dei Nigiri, nonché sulle loro potenzialità, avanza di un passo ancora, poi un altro, solamente due, sì. E lui, invece, passa in rassegna il contenuto del pranzo altrui, prima di allungare una mano verso le palle di riso, l'indice rotea al di sopra, come se stesse mescolando una pozione , quindi affonda verso quelli prescelti. < Prenderò l'avocado, allora. Il salmone meglio lasciarlo ad Akainu. > Generoso, altruista, da sempre. Ma non per tutti, evidentemente. [Chakra On| 56-1/60][Sharingan Lv.2 On]14:38
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Le labbra scure e sottili si inclinano, dubbiose, a quella risposta iniziale, qualcosa di ideale per tutti non esiste, è la soggettività a rendere gli individui differenti ed è il credo ad identificare interi gruppi, eppure non ne fa menzione, Katai non è che un giovane ragazzino al suo occhio, o almeno alla sua eta, lascia semplicemente finire quelle parole. <Un anbu quindi? Niente nome, ombra del villaggio, niente identità... L'esatto opposto di un Kage, il cui nome e volto è accessibile a tutti.> Chiede probabilmente iniziando a sospettare da quella deduzione che il testo sia una sorta di arruolamento agli anbu. Abbandonata la sua pietanza e le proprie bacchette lascia Katai servirsi ma le sopracciglia si aggrottano a quella replica. <Almeno provane uno al tonno, se mangi solo avocado e riso sembri uno di quegli attivisti vegani che parlano coi fiori.è per questo che sei così magro?>Detto da lei, che pare che il vento non se la porti via solo per via del peso di Sunodeki è tutto dire. <Non dovrebbe metterci molto comunque...> Akainu, intende probabilmente mettendo mano al porta oggetti per controllare palesemente il suo ninjaphone, o l'orario o l'assenza di messaggi, o entrambi. <Probabilmente meno di un'oretta, stamattina è uscito tardi di solito non si allena per più di quattro ore.> Ha vinto, adesso Akainu stesso non potrà più rinfacciarle niente e lei potrà vivere nel suo silenzio, eppure quella conversazione è tesa, insiste sull'Uchiha assente come se fosse l'unica cosa di cui potrebbero parlare, come se non avessero alcun altro argomento in comune, niente. <Se si organizzasse una spedizione fuori dalle mura ci andresti?>Una domanda così, debbotto, senza senso a quella realizzazione. In fondo se devono tutti andare a morire perchè non dovrebbe iniziare da quelli che le stanno meno simpatici? <Ci sono insediamenti umani là fuori, ancora, intendo.> {Fuda x2 con tronchetto, tonico 2x e 2x - auricolare disattivato - Chk ON Inn Attiva - costrutto 1 - occhio di sabbia - 55/70} [Quarta Piazza| Panchina] < ?! > Un moto di sorpresa scivola, sottocutaneo, da un lato all'altro del volto, con quel profilo sghembo e aguzzo, dai tratti obliqui, ripidi. Ma maledettamente giovani. La risposta della Sabaku lo lascia basito, non ha mai considerato l'idea che un corpo elitario, forza di polizia e garante della sicurezza interna del villaggio (Attualità Lv.1) possa essere rappresentativo dell'ideale Ninja al quale è giunto, dinanzi al quale ha maturato coscienza e consapevolezza. < Intendo dire..> Si spiega, andando ad assottigliare le labbra sul viso, poco al di sopra del mento, crocevia dei suoi tratti. < ..che un ninja non dovrebbe cercare la gloria in quello che fa. Nè la fama. > Detto da chi ha vinto lo Spooky Event, poi, è tutto un dire. Ma lui era su Ninjagram per ben altri motivi, convinto e persuaso da Shiroichi stesso. < Ma proteggere il villaggio, rinunciando anche al proprio nome. > E solleva nuovamente gli occhi su di lei, non prima di aver affondato le mani verso le bacchette, allungando quest'ultime per afferrare una palla di riso, quella vegetariana. < Nh ? > Mugugna, quando la Sabaku si sofferma sulla sua costituzione. < Mi alleno molto. > Rivela, dando adito a quelle macchie scure che si intravedono nelle fasce sulle sue mani. < Co-cosa..? > Esita, balbetta, dinanzi a quella rivelazione gettata lì , tra loro, in un silenzio teso, pieno di parole non dette, così eloquente da risultare assordante. Ora gli occhi di sangue sono fissi su di lei, sulla sua faccia, quasi a volerle strappare la verità di dosso, ammesso che ce ne sia una. < Non è possibile..> Come potrebbero, altri, sopravvivere là fuori ? Dove potrebbero proteggersi ? Suo nonno, quindi, tornando ad Oto, ha trovato qualcosa ? < Ho visto quelle chimere volare sopra le mura, neanche il cielo può proteggerci. > Solo un Fantasma potrebbe, a cavallo di un Corvo gigante, ovvio. [Chakra On|55-1/60][Sharingan Lv.2 On]15:02
Utente anonimo:
La questione del nome viene soppesata, secondo tale visione lei è un pessimo ninja, il suo è un percorso di privazione fisica, di obbedienza e di silenzio. Per l'appunto potrebbe dire che non esiste un tutti, generalizzato, per il ninja perfetto. A conti fatti lei è un perfetto Sabaku e per quella visione altrui è comunque un pessimo ninja. Ha ancora il Ninjaphone in mano quando arriva la belata, tipica suoneria che riconosce. <Ecco, appunto, ha finito. Prendi l'ultimo vado a portargli il pranzo.> Sentenzia scivolando giù dal piedistallo della statua e rivelandosi più bassa di prima allo sguardo basito altrui. Lei non lo osserva ma il suo occhio di sabbia fisso sa che l'altro la sta fissando. Difficile dire se la sua sia solo una premura, nella sua comfort zone non sembra voler guardare lo sharingan di nessuno che non sia Akainu stesso, iniziando a voltarsi tuttavia si nota l'esatta contraddittorietà di quella reticenza, tatuata sotto l'attaccatura dei corti capelli biondi in una miscellanea fusione mentre il ninjaphone viene rimesso nel porta oggetti. <Non devi credermi, ma quasi sicuramente nella vecchia Kiri c'è ancora qualcuno. Un giorno saremmo chiamati anche per quelle vite, devi solo sperare che accada o che non accada. Io spero che Akainu verrà con me, quando sarà.Non è probabile, è vero, ma è possibile, non sono sinonimi> Sentenzia in risposta a quella probabilità. <Scusa devo scappare adesso. Ciao.> A scivolare via non è da sola, il vassoio le scivola appresso alle spalle mentre la giara viene portata al fianco destro e l'occhio nei pressi della spalla attraversa l'aria rettilineamente insieme al suo passo eppure sembra volersi guardare le spalle oltre il cenno del viso che dedica come commiato altrui. Più affrettato il passo di come era giunta, che sia per togliersi di quella compagnia o semplicemente per raggiungere in frata l'altro Uchiha non è definibile o intuitivo. {END}