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White Hope

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con Tenjiro, Katai

21:10 Katai:
  [Strada - Vicino le mura] Pigri e pesanti accumuli gassosi scivolano placidamente sulle teste di tutti. L'oscurità è oramai calata sul Mondo, trascinando con sé un manto monocromatico, che confonde le forme, smussa gli angoli, diluisce i contorni. Tra le ombre del Mercato dell'Acqua, si muove un'Ombra ancor più densa, ma viva. Respira, persino. E' una sagoma slanciata e longilinea, vestita di abiti sciatti, umili, perlopiù privi di fronzoli e decori, se non fosse per un ventaglio stilizzato, rosso e bianco, che capeggia tra le scapole, proprio della grandezza ideale per finirci esattamente in mezzo. Abbastanza da essere visibile, abbastanza poco da non occupare l'intera schiena. E? l'unica effige che porta su quelle vesti altrimenti scure, nere. Una maglia dal colletto alto e circolare, che sfiora il mento. Le maniche dell'indumento sono lunghe sino ai polsi, ma oltre questi si intravedono dei bendaggi che avviluppano la mano sino alle nocche . presumibilmente lunghi sino al gomito. Sotto di essa un paio di pantaloni ampi e comodi, stretti attorno alle caviglie da giri di bende candide, che suggellano il tessuto alla carne, il passo alla stoffa. I piedi, invece, sono stretti in un paio di calzari ninja, dalle tinte fosche, proprio come la chioma corvina che dondola sulla cima del capo, ricadendo sulla fronte in ordine sparso, spettinata e ribelle. Indomita. La suola delle scarpe calpesta il terreno brullo del Mercato dell'Acqua, costeggiando le grandi e torreggianti mura di Kagegakure, oltre le quali s'estende l'infinito, l'ignoto, il Mondo dei Ninja che furono. Il suo naso, però, è rivolto al resto del luogo, troppo preso da quel Distretto del quale pare intenzionato ad esplorare ogni settore, anche solo per comprendere più a fondo la 'Questione Kiriana'. In netto contrasto con la pallida epidermide o quella sciarpa cremisi che si adagia, in spire voluminose, attorno al cingolo scapolare, scendendo oltre la spalla destra in una lingua color sangue. Rosso e nero, proprio come i colori dello Sharingan. Rosso e bianco, proprio come il simbolo del clan Uchiha. Le mani sono ficcate nelle tasche dei pantaloni, nascoste ai più. Dietro la cintola, invece, all'altezza della natica destra, una sacca portaoggetti reca con sé tutto il suo scarno armamentario: due tonici per il recupero del chakra, un tonico curativo, due fuuda nei quali sono sigillati, rispettivamente, due tronchetti per la tecnica della sostituzione ed un kunai, sì, uno solo. Un'arma solamente, dal grande valore sentimentale. E' la stessa con cui ha affrontato Kore, la sua vecchia sensei, la stessa con cui ha affrontato Shiroichi,la persona più vicina ad un amico che possa dire di avere. Il suo primo kunai, simbolo del percorso dello shinobi, lo stesso che l'ha condotto lontano dalla sua famiglia, ma non dal suo destino. [Equip: kunai x1|tonico curativo x1|tonico chakra x2|fuuda con tronchetto x2]

Ormai il sole è calato oltre la linea dell'orizzonte da diverse ore e le nubi hanno preso possesso del cielo, privando la Luna del suo palcoscenico. Un leggero venticello abbassa ancor di più le temperature invernali, costringendo la maggior parte delle persone a cercar rifugio dentro casa, ma questo non sembra essere abbastanza per fermare intrepidi avventurieri come il nostro caro Uchiha. La premura per le sorti di quel settore non sembra dargli tregua. Si aggira per le vie del villaggio, nella vana speranza di carpire un segno di miglioramento... ma miglioramenti non ce ne sono. Anzi, la fortuna è che la sua passeggiata lo ha portato particolarmente lontano dal quartiere povero, considerato che il freddo lì batte come un martello su un'incudine incandescente. Nella zona più benestante il tepore delle case quasi trasuda assieme al caldo bagliore delle lanterne e delle luci. Solo il continuo rintocco delle campane di allarme spezza il silenzio. Un suono, invero, a cui ci si abitua dopo poco quando si abita a ridosso della grande muraglia. Già, perchè le chimere non conoscono pace o tregua. Ad intervalli regolari le sentinelle annunciano l'attacco da parte di qualche bestia [DONG! DONG! DONG!] ma di solito lo stato di allarme dura poco. Quanto basta alle guardie per concentrarsi sulla minaccia e sgominarla. Peccato che questa sera il rintoccar delle sentinelle sia un po' troppo frequente. Katai, passeggiando lungo il limitare del villaggio, non potrà fare a meno di notare come la calma si stia lentamente increspando e come quel grave tintinnio metallico stia accelerando gli intervalli a cui viene emesso. I popolani ancora in giro, consapevoli, cercano immediatamente rifugio al coperto, mentre alcuni anbu di ronda e i ninja più intrepidi si avviano verso il muro per comprendere l'entità del problema. E' risaputo, infatti, che gli attacchi delle chimere si siano fatti più concentrati e poderosi nell'ultimo periodo. Abbastanza da costringere i Kage a richiedere l'intervento di squadre ninja specializzate. L'unico a non aver chiesto aiuto pare essere proprio il Mizukage, che forte del suo nuovo cancello pensa di non aver nulla da temere. <Vieni dentro Shoji... non far preoccupare la nonna. Ci penseranno i ninja... spero...> Tuttavia la popolazione non sembra essere propriamente fiduciosa quanto il proprio primo cittadino. Quelle mura son già crollate una volta, no? Cosa impedisce che cadano ancora? Perchè gli altri Kage accettano di farsi aiutare, mentre Ashura no? Suna e Konoha stanno rispondendo prontamente all'emergenza. Kiri, invece... lascia che quella campana suoni con frequenza. Katai, in tutto questo, si ritroverà in una via costeggiata da abitazioni di varia natura. E' ampia una decina di metri e si estende in lunghezza a perdita d'occhio. Dopo una ventina di metri innanzi a se, tuttavia, questa strada si interseca con una gemella in maniera ortogonale, formando una croce con quattro angoli da 90°. Noterà che tanta gente si muove lungo questa strada, presumibilmente in direzione del muro. A lui basterà svoltare a destra una volta raggiunta l'intersezione, se solo vorrà seguire il rintocco delle campane e capire cosa sta effettivamente succedendo.[Iniziativa Libera | Movimento Libero]

21:55 Katai:
 Lo sguardo si alza, infine, proprio vero la cima del suo Mondo, oltre il profilo delle mura lontane. Il rintocco funereo delle campane d'allarme desta attenzione. E preoccupazione. Se non in principio, sicuramente in un secondo momento, quando si fa più insistente, pressante, martellante. < ! > Le sopracciglia si sollevano, entrambe, proprio verso la cima della fronte, verso la chioma corvina, che, spettinata, danza sul capo al ritmo delle folate di vento. Quel vento gelido, foriero di tempesta - e non solo meteorologica. Rabbrividisce e forse non solo per il freddo. La pelle si drizza sulla schiena, risalendo ogni vertebra della spina dorsale, sino al collo e più su, fino alla nuca dove si radica come un tarlo che scava l'ebano e penetra in profondità, ad instillare il seme del dubbio, il vuoto della paura. Il corrosivo verme dell'angoscia. Il respiro accelera, se non fosse che risulta già abbastanza rapido da sollevare le spalle, espandere la cassa toracica ed alzare il petto, ritmicamente. Il tintinnio dell'armamentario che trascina con sé viene irrimediabilmente fagocitato dal clangore degli allarmi. Cosa stia realmente accadendo, in quel luogo, non è possibile comprenderlo, ma lo sguardo si solleva all'insù, finendo per sorvolare i caseggiati che lo affiancano - e torreggiano su di lui. Lui che, giovane adepto della Via del Ninja, non può che sottoporsi al volere del Consiglio, rimanendo in disparte in quella lotta continua che li vede fronteggiare le chimere, al di fuori del Villaggio, ma non può certo impedirgli di proteggere ciò che più gli sta a cuore: la gente di quel posto, la gente di Kagegakure. Tutta, nessuno escluso. Quel kunai nella borsa non è solo un'arma con cui difendere, ma un simbolo della sua scelta. Ed è la scelta, ora, che tenta di proteggere per prima, CERCANDO di seguire il rintocco delle campane, accelerando il passo, svoltando l'angolo, diretto, con andatura celera, ma accorta, verso l'origine del suono.

Le campane riecheggiano nell'aria quasi con la stessa violenza con cui riecheggiano nell'animo di Katai. L'inquietudine si fa più insistente e la consapevolezza che qualcosa non sta andando come dovrebbe, si fa spazio nei suoi pensieri. Il passo accelera. Le falcate si alternano sempre con più foga, permettendogli di macinare metri e metri senza accusare segno di stanchezza alcuno. Una volta giunto all'incrocio, quindi, svolta a destra e dopo qualche decina di metri eccole: le mura. L'arte del legno e l'arte della terra si sono magistralmente unite in un concerto di perfezione e sinergia. Quelle mura spessissime e alte sembrano impenetrabili e su di esse si affannano ninja di varia caratura e abilità. <Qui presto!> Si incitano a vicenda, cercando di spostare la maggior parte del potenziale difensivo in funzione del punto più preso di mira dalle chimere. Katai potrà notare una lunga scalinata che fiancheggia le mura e gli permetterebbe di salirci su, mentre sulla sommità di questa gli shinobi si dilettano nell'esecuzione delle più disparate tecniche d'attacco. Sigilli si susseguono con foga. Palle di fuoco illuminano la notte colpendo le chimere, mentre rantoli di dolore accompagnano le urla dei ninja. Solitamente nessuno resta ferito, durante queste difese. La natura degli attacchi non è tale da impensierire il villaggio. Tuttavia alle volte capita che la situazione sfugga di mano e che le cose si complichino in maniera inaspettata. Sta sera è una di quelle sere? Lo scopriremo presto. Quello che Katai potrà sicuramente sentire è il fragore della battaglia. Le chimere si affannano sulle mura e quelle che riescono a non perire nel tragitto, sferrano colpi alla barricata nella speranza di incrinarla o sfondarla. Finchè ci saranno i maestri del legno e della roccia questo problema non sussiste... ma spesso la gente dimentica che queste creature sono delle più disparate forme e natura... e che a volte il nemico può giungere anche dall'alto. <CHIMERA ALATA DA NORD-EST!> Dalla foresta, infatti, una grossa chimera alata molto simile ad uno pterodattilo piumato è sbucata e si dirige verso il villaggio. La sua apertura alare è di circa cinque metri e il suo becco potrebbe benissimo tranciare a metà una persona. I suoi occhi rossi risplendono nel buio, mentre le prime offese alla sua volta vengon scagliate. <KATON!> I ninja lasciano momentaneamente perdere l'assalto di terra. Le prime palle di fuoco illuminano la notte come fuochi d'artificio ascendenti, ma la chimera pare essere agile abbastanza da schivarle tutte. <FERMATELA!> Ormai anche per Katai sarà chiaro che quel pericolo non è più ignorabile. Sarà libero di decidere sul da farsi... considerando che il da farsi ha parecchie sfaccettature. Può intervenire personalmente contro la chimera volante forte delle proprie abilità di ninja. Può colmare la lacuna lasciata dagli anbu e dalle sentinelle, intrattenendo gli attacchi delle chimere a terra. Può aiutare gli anbu a scortare via i civili, o può semplicemente restare a guardare quegli occhi rosso sangue brillare nella notte e farsi sempre più vicini. Faber est suae quisque fortunae, dicevano i latini. Che Katai si costruisca il proprio di destino... però con la consapevolezza che questo si intreccerà, prima o poi, con quello di chi lo circonda.[Iniziativa Libera | Movimento libero]

22:46 Katai:
 Ecco infine le mura. Torreggianti, imponenti, massicce, apparentemente incrollabili. Illuminate da lampi di fuoco e bagliori di fiamme. La battaglia infuria, proprio sopra di esse ed oltre. < !! > Lo sguardo del giovane Uchiha si spalanca di fronte a tale magnificenza, che tuttavia si mescola irrimediabilmente con la funerea promessa di desolazione e morte che quelle strutture recano con sé. O forse è semplicemente il contrario. Forse quell'opera architettonica, intrecciata nel sapiente utilizzo del legno e della terra, è motivo di speranza per molti, di rifugio per alcuni, di vita per tutti. L'aria s'infiamma - di palle di fuoco e urla di dolore. Non batte ciglio, dal momento che si riscopre rigidamente fermo sul posto, impietrito di fronte a quell'atto di difesa che il VIllaggio spende, a protezione di tutti. Deglutisce, sonoramente, ma non ha il tempo per decidere di percorrere quella scala che porta sulla cima delle difese, perché un altro allarme, vocale stavolta, si leva nella notte, laddove il cielo incontra le tetre ali di una chimera alata. Proprio come Shiroichi gli aveva accennato. Proprio come aveva soltanto sognato, nei suoi incubi più profondi. E se le mura , sino ad ora, potrebbero aver retto contro l'assalto terrestre, non ci sarà via di scampo contro quello aereo. E la consapevolezza è una lama gelida che trafigge il costato, lentamente, assottigliandosi nella carne, rigirandosi tra le vesti. Non stilla sangue, il giovane Uchiha, non ancora, almeno, ma la paura che raggela l'animo e schiude le labbra , lascia poi spazio , lentamente, ad una presa di coscienza sempre più ampia. E' la fine. Per lui, forse o forse per molti. Nel suo alito di vita, però, in quel barlume di lucidità tanto grezzo quanto profondo, proprio come una scheggia d'ossidiana lucente, non può che andare a portare entrambe le mani al petto. Indice e medio delle due gemelle si toccano, puntando verso i nembi funerei e scuri, sopra le loro teste. TENTA di comporre il sigillo della [Capra] per intero, così da sottolineare lo sforzo profuso nell'atto di concentrarsi a sufficienza per far appello alla sua volontà. PROVA a reclamare il proprio dominio sulle forze psicofisiche che governano il suo organismo, l'una, mentale, spirituale, che si addensa all'altezza delle cervella, l'altra più biologica, anatomica e che vortica nello stomaco ; entrambe si avvicinerebbero, per TENTARE di fondersi in un unicum abbacinante ed incandescente, proprio come il Fuoco a cui è affine. Chakra. Ciò , però, non lo escluderebbe dal TENTARE di tenere d'occhio l'avvicendarsi dei ninja attorno a lui, tutti uniti contro l'attacco dall'alto, né dell'eventuale presenza della popolazione locale non ancora al riparo. CERCA un riparo sotto il quale celarsi, dal quale poter attaccare, questo solo qualora non trovasse alcuno da proteggere, in prima battuta, prima di rivolgersi alla chimera volante.Il suo pensiero, come sempre, va ai più deboli, per primi. Eppure non sdegna di carezzare intimamente quell'ipotesi oramai concreta: Sacrificio. [Chakra Off > On| Impasto 3/4][Spostamento 1/4]

Una lama invisibile trafigge Katai. La consapevolezza che quelle mura potrebbero non essere abbastanza inizia a farsi largo nella sua mente, mentre stelle rosse infiammano il cielo e scompaiono dietro le nubi. Che vive vicino alle mura sa che quella è, bene o male, la quotidianità. Il combattimento per la salvezza dei confini è una costante nella vita dei cittadini, specialmente per il fronte est del villaggio delle ombre. Da un anno a questa parte, infatti, gli attacchi ai danni della barricata orientale sono aumentati considerevolmente. Sia per numero, che per intensità. Ad ogni modo adesso è di un nemico ben preciso che ci stiamo preoccupando. Quella chimera sembra essere in grado di vedere e prevedere. I Jutsu lanciatigli dagli shinobi votati all'arte del ninjutsu non sembrano essere in grado di raggiungerlo... mentre i maestri del taijutsu e del corpo a corpo fanno estrema fatica a raggiungere altezze così elevate. <ABBATTETELO!> Mentre attorno si scatena il panico, Katai cerca la sicurezza interiore e la forza per rispondere al nemico. Si sposta lateralmente, in maniera tale da non essere un bersaglio semplice al di sotto di una tettoia... dopo di che le sue energie vengono richiamate e mescolate. Esecuzione magistrale, invero, che tuttavia lo mette innanzi ad una realtà cruda, oltre che crudele. In certe situazioni non si ha il tempo per i preparativi. In certe situazioni farsi trovare impreparati può essere fatale. Ormai il rapace ha quasi superato le mura. Vi si trova direttamente sopra, mentre l'ombra della sua poderosa apertura alare incombe sui ninja a difesa della città. In poche frazioni di secondo, Katai sentirà il tempo letteralmente scivolargli di mano. La chimera alata è troppo vicina. I civili sono ancora per strada. I Ninjutser sembrano aver imparato a mirare dagli stormtrooper. Tutto va a rotoli. Non molto distante da se, alle sue ore dieci e a circa 10 metri di distanza, una signora in età avanzata è capitombolata al suolo nell'impacciato tentativo di tornare a casa... e la chimera sembra essersene accorta. La planata verso la preda è immediata. L'ombra della bestia tocca tutto ciò che sorpassa sotto di se... e macchia la mente di Katai. Può immaginarla, la scena, prima ancora che accada. Può immaginare lo scempio che di quel corpo sarà fatto nel momento in cui quella creatura ci metterà le grinfie sopra. Eppure... il tempo scorre e null'altro succede. Nessun urlo di donna. Nessun sangue innocente versato. Solo un poderoso gracchiare spezza il silenzio. [KRAAAA!KRAAAAA!] E una nuova ombra indica che le creature a sorvolare Kirigakure sono due. Tutto il mondo alza gli occhi al cielo e per un attimo lo vedono: un corvo bianco come la neve e gli occhi rossi come rubini, dall'apertura alare di sei metri e lungo altrettanto. Candido come nient'altro esista al mondo e con una tiara di perle sul capo. Letteralmente intercetta lateralmente la bestia alata spintonandola via e [BOOOM! TRRRR!] Sbattendola contro una delle palazzine. Come se ciò non bastasse, non appena sopra di essa una figura ammantata e non meglio riconoscibile si lascia cadere dal dorso del corvo bianco e durante la caduta, sempre più veloce per via dello slancio datosi, materializza uno spuntone bianco, molto simile a una punta di lancia, ma lungo quasi tre metri. A contatto con la creatura [BOOOOOM!] la trapassa da parte a parte e l'impatto con il suolo solleva un gran polverone. <E' tornato!!> La gente esulta, ma non proferisce nome alcuno. Solo quando il si diraderà, potrà notare un signore bendato e senza il braccio sinistro... ma che non sosterà lì a lungo. Senza esitare neanche un po', donerà un ultimo saluto al corvo bianco, e congedatisi ognuno prenderà la propria strada. Il primo è diretto verso il cuore del distretto a gran velocità, mentre il corvo bianco gigante sotto gli occhi di Katai e dei civili rimasti per strada, effettuerà un paio di giri sul cielo di Kiri, come a volersi sincerare che non vi siano altre minacce impellenti, per poi sparire nei cieli oltre le nuvole. Intanto, dalle mura, questa scena sembra aver aizzato nuovamente gli animi e rinsaldato la volontà di combattere. Il fragore riprende, ma con tonalità decisamente più incoraggianti.[Iniziativa Libera]

00:03 Katai:
 Le mura sono molto alte, la loro struttura appare incredibilmente salda, le loro fondamenta estremamente solide, le loro radici così profonde eppure, d'un tratto, di fronte alla bestia alata, nulla ha più importanza, perché nulla, realmente, potrebbe riuscire a proteggerli di fronte a quella. E' qualcosa di incalcolabile, di inaspettato e del tutto nuovo. Non ha armi con cui difendersi da un simile dubbio, non ha forze a cui appellarsi contro una tale consapevolezza. Rabbrividisce al solo pensiero che , tutto ciò su cui si fonda Kagegakure, tutto ciò per cui molti sono morti e altrettanti lo fanno ancora ; potrebbe essere semplicemente aggirato, scavalcato, fatto piccolo e insignificante al cospetto della brutalità della natura di quelle belve. Ora persino alate. Come negli scenari peggiori che si possano mai immaginare. Accade tutto in quelli che paiono anni, ma, invero, sono solo secondi, forse attimi. Battiti di cuore, ma non di ciglia. E nulla più. Ha inizio tutto con il tepore del chakra che rinvigorisce le membra, quando prende a scorrere lungo il sistema circolatorio ad esso adibito, infiammando l'organismo, irretendo i sensi. Continua con le gemme di fuoco che vengono scagliate in aria, brillano sino alle nuvole, tingendo di sangue e fuoco quest'ultime, brillano di una luce calda, ma si spengono nell'oscurità, non riuscendo a cogliere il corpo alato della chimera. Questa si dirige, ad ampie volate, verso un civile incespicato su i propri passi e prima ancora che possa calare su di essa, prima che la fine giunga su di lei, riesce a vedere la morte in faccia. La morte per sua inerzia, la morte per suo fallimento. < NO ! > Si trova ad urlare, districando la mano destra dal sigillo e gettandola verso la donna a terra, quasi a voler fermare il tempo, ancor prima della fiera alata. Neanche potesse piegare lo spazio grazie allo Sharingan. Quest'ultimo, infatti, DOVREBBE apparire, quando d'ISTINTO il chakra viene convogliato verso gli occhi, deviato dal suo naturale flusso, dirottato inconfondibilmente verso il sistema visivo, l'apparato ottico, dove i tessuti dovrebbero reagire con il gene insito in ogni sua cellula, innescando quella cascata metabolica che il chakra mette in moto e di cui è il primo atto. Tutto per portare al cambiamento fenotipico delle proprie orbite, in un rosso cremisi, sanguigno approfondito da una pupilla nera, circondata da un cerchio del medesimo colore, al quale è appesa una singola lacrima di pece, una tomoe. Quel che accade dopo è qualcosa che lo lascia ad occhi strabuzzati. La mole d'un rapace dal candido piumaggio, bianco come la morte e da gli occhi rubino, si schianta contro la chimera, sbattendola d'un lato, in un fragore di tuono, prima che qualcosa di scuro salti giù dal dorso del pennuto, materializzando quello che appare come uno spuntone altrettanto bianco che impatta e trafigge la chimera, sollevando poi un gran polverone, a contatto con il suolo. La folla acclama qualcosa - o qualcuno - inneggiando al giubilo che la anima. Il braccio destro viene, istintivamente, portato dinanzi al volto, come a volersi riparare da eventuali detriti, piantando ben i piedi al suolo e scoprendosi già teso e rigido come l'ennesimo rapace in picchiata. Il corvo si dilegua tra le nuvole, mentre il suo cavaliere sfreccia via. < !! > L'adrenalina non scema, però, perché il fragore della battaglia riprende, ma a grandi passi, questa volta, si avvia verso il civile più vicino, chiedendo a gran voce. < Cos'era quello ? > E indica il cielo. < E lui ? > Verso la direzione occupata dall'uomo bendato. < ... > Ma non ha tempo. < ANDATE VIA DI QUI ! POTREBBERO TORNARE ! > Fa segno, gracchiando sopra le urla che provengono dalla cima delle mura. Il braccio destro si agita, spazzando l'aria, prima che possa attendere ancora un attimo, ma non più di qualche secondo, perché gli venga fornita una risposta, quindi si dirigerebbe, qualora vi riuscisse, verso il palazzo più vicino, CERCANDO di convogliare il chakra al di sotto dei calzari, espellerlo da gli tsubo presenti, così da formare una patina collosa, con la quale vincere la forza di gravità, alternando le leve inferiori le une alle altre, leste, precise, sino ad impattare contro la facciata di un caseggiato, nel tentativo di salirvi , perpendicolarmente, non la via più comoda, non la più rapida, ma sicuramente la più funzionale a raggiungere vette che possano garantirgli una posizione sopraelevata ed una visione migliore dell'area circostante, proprio per poter abbracciare quanta più zona possibile, in una sola occhiata. [Chakra ON| 35-1|34/35][Doujutsu Sharingan Lv.1 2/4 + 1/4 spostamento]

Dell'uomo ammantato ormai non resta traccia. Si è dileguato tra le vie di Kiri, dimostrando di conoscerle a menadito. Probabilmente sapeva esattamente dove andare. Allo stesso modo, anche il grande corvo bianco ormai è divenuto un tutt'uno con le nuvole, ma non ha molta importanza. Il vivo dell'azione è a terra, ora! Le sentinelle e gli Anbu infuriano da sopra le mura, generando un fuoco di repressione assai rinvigorito rispetto al precedente. Lentamente le bestie iniziano ad indietreggiare e i limiti del settore Kiriano possono cominciare a respirare un po'. Intanto Katai, dall'altro lato delle mura, cerca di capire cosa sia successo, lasciando che il fascino della creatura volante e del suo proprietario minino la sua prontezza di riflessi. Per un attimo si lascia abbagliare dalla purezza di quella creatura e dalla potenza che è stata in grado di sfoderare. Si avvicina al civile più vicino, cercando spiegazioni, ma quello che riuscirà ad ottenere sono solo informazioni frammentarie. Pare che si rivolgano a lui come Il Fantasma, associato a qualche altra parola che per via del momento concitato non è stato in grado di cogliere. Invece la creatura volante pare che sia ritenuta quasi sacra e che da quando il Fantasma vive a Kiri, è stata avvistata diverse volte. Nulla di più a riguardo... nessun nome. Nessuna informazione più veritiera di una semplice voce di corridoio. Sono apparsi e scomparsi con la rapidità di una folata di vento... ed altrettanto volatile è ciò che si sa di loro. Ad ogni modo, ormai non resta altro che mettersi al sicuro e aspettare che le guardie facciano il loro lavoro. A quanto pare la notte è ancora lunga e i morsi gelidi del freddo verranno messi a dura prova dalle vampate dei jutsu di fuoco. Cala così il sipario su Kirigakure e sui suoi protagonisti. Brevi, ma concitati momenti possono cambiare la tua vita. Anche incrociare lo sguardo con qualcuno per un istante, può stravolgerla per sempre. E tu, Katai? Resterai pietrificato anche la prossima volta? Il tuo sguardo cremisi può rallentare il tempo, si... ma non fermarlo. Dilatare i secondi non servirà a nulla, se non comprenderai cosa fare con il tempo che ti viene concesso. E' il momento di crescere. E' il momento di cambiare.[The End]

Katai si trova sfortunatamente ad assistere ad uno degli assalti delle chimere nei confronti delle mura. Sebbene in un primo momento le guardie sembrino essere in grado di tenere a bada l'assalto da terra, successivamente vengono spiazzate dall'arrivo di una tanto grande, quanto agile, chimera alata. Una volta schivati tutti i jutsu a distanza, la chimera supera le mura e cerca di abbattersi sui civili, ma viene prontamente intercettata da un grandissimo corvo bianco e dal suo cavaliere: Il Fantasma.
Neutralizzata la chimera sotto gli occhi di un Katai quasi pietrificato dal frenetico susseguirsi degli eventi, il duo si congeda rapidamente, ma non prima di aver risollevato il morale delle truppe e di aver dato il via alla ripresa delle redini della situazione.
Katai in tutto questo si scontra con se stesso e con il turbinio di emozioni che lo pianta al suolo e gli impedisce di reagire a dovere. L'attivazione dello sharingan, accompagnato dal desiderio di fermare il tempo, dovrebbe portarlo ad un'amara conclusione: il tempo non si può fermare. I secondi possono essere dilatati... ma una volta ottenuta questa possibilità, bisogna sapere che farci. L'immobilismo non è una possibilità. E' giunto il momento di crescere e cambiare.