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Padre e Figlio - Il confronto

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Giocata di Clan

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con Kan

15:04 Kan:
  [Campo] E' in quel campo del villaggio dopo essere fuggito dall'ospedale, dopo quanto successo ha bisogno di risposta dalla figura che continua a seguirlo come un'ombra. Un uomo che si professa suo padre in maniera costante e continua, un uomo che come prima cosa ha esordito con "mio figlio" lasciando il Sumi perplesso, stranito e naturalmente non gli crede neanche per scherzo. Dopo che ha deciso di iniziare le ricerche del suo genitore, improvvisamente compare un tizio che si professa come tale, un segno beffardo del destino? L'ha evocato lui con quelle intenzioni? No, decisamente no, non può essere mai possibile una cosa del genere eppure adesso si ritrova in quella posizione scomoda, fastidiosa non sapendo cosa provare ne come comportarsi. Indosso porta una camicia bianca a maniche lunghe abbottonata fino al petto lasciando intravedere parte del collo con l'ultimo bottone sciolto; alle leve inferiori un paio di blue jeans aderenti in maniera perfetta i quali vanno a restringersi man mano che ci si avvicina alla caviglia ed un paio di scarpe marroncino scuro a concludere quell'outfit. Il camice bianco è posto sopra tutto quanto avente il badge con il nome sul lato destro e tre penne poste nel taschino sul lato sinistro; le mani sono racchiuse in un paio di guanti in lattici evitando, così, di contaminare ogni cosa. In ultimo legato alla vita un portaoggetti contenente fuda ed inchiostri speciali donategli dai Sumi. Neanche si è cambiato, direttamente vestito da laboratorio togliendo solo cuffietta, mascherina e guanti. E' in piedi davanti ad un masso posto in quel campo camminando avanti ed indietro con fare agitato. Eichiro dal canto suo è seduto sul masso a gambe completamente aperte e le mani adagiate sulle ginocchia a fissare il bianco; parliamo di un'omaccione di quasi due metri di altezza per novanta chili di peso aventi lunghi capelli bianchi tendenti al rosa, pantalone e maglietta nera ed un colorito pallido in viso oltre a mostrarsi bello tondo. il silenzio permane sovrano, nessuno dei due parla, nessuno dei due sceglie con quale discorso adottare ma Eichiro fissa e segue incessantemente il figlio. [Chk On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

15:22 Kan:
  [Campo] Il battito cardiaco è in continuo aumento, agitato come mai prima d'ora, sta provando una svariata gamma di emozioni del tutto nuove persino per lui. Rabbia per quelle affermazioni così forti nei suoi confronti. Straniamento per star parlando con un possibile fantasma. Curiosità verso quei tizi chiamati Seimei. Dolore e sofferenza al solo pensiero di essere di fronte al possibile padre, fautore dell'abbandono della madre, autore della crescita sregolata del bianco. La camminata diventa frenetica, continua, il labbro inferiore viene azzannato dai denti, stretto con una forza inaudita fino a lasciare le forme dei suddetti; un rivolo di sangue cola lungo il labbro provocando un certo bruciore, un certo dolore seppur esso non sia neanche calcolato. Gli occhi fanno male, la testa è in procinto di implodere, dolorante, pregna di pensieri confusi, sconclusionati. Eichiro dall'alto del suo silenzio non mostra agitazione, non mostra alcun tipo di emozione salvo una certa curiosità mista a consapevolezza di aver perso la sua libertà, di trovarsi difronte alla progenie abbandonata; il capo dell'uomo viene chinato umettando le labbra, stringendo le mani intorno alle ginocchia con maggiore forza e pressione. In quanto defunto non respira ne esegue movimenti basilari e necessari per la sopravvivenza "Figlio, fermati" esordisce con quel tono profondo che lo caratterizza, poche parole dirette alla volta del Sumi il quale si volta di scatto. Le dorate iridi vengono piantate in quelle del genitore, infervorato, arrabbiato, sofferente come poche altre persone in quel mondo. Si staccano i denti dal labbro il quale diviene tremolante, il corpo stesso trema, pietrificato nell'udire nuovamente tale parole pronunciata; non ha mai conosciuto i genitori, nessuno l'ha mai chiamato in quel modo, non sa cosa voglia dire essere figlio di qualcuno, sentirsi amato da chi l'ha messo al mondo e sa bene come i nonni l'abbiano cresciuto non solo per affetto ma anche per dovere nei confronti della figlia <Non osare chiamarmi così, cazzo> puntandogli l'indice destro contro, un movimento veloce e debole al tempo stesso, non riesce a tenere sollevato il braccio il quale ricade perpendicolarmente al busto. Affannato il respiro, lo sguardo viene abbassato, le mani si portano entrambe sui fianchi. Parlare risulta difficile, dialogare con costui con la paura che dica la verità è difficile, il pensiero soltanto lo sta uccidendo. Eichiro schiude le labbra nel sentirsi zittito, non sorpreso ma neanche dispiaciuto, piuttosto è indeciso, neanche lui sa cosa provare o come comportarsi limitandosi soltanto ad annuire. Solleva le braccia andando ad incrociarle all'altezza del petto, la gamba destra viene alzata adagiando il polpaccio sulla coscia sinistra permanendo in attesa dei tempi del chunin. [Chk On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

15:39 Kan:
  [Campo] Quel silenzio comincia a diventare pesante, opprimente per entrambi perchè sono tante le domande da porre ma la paura blocca le intenzioni del Sumi affossandone la curiosità. Dall'altra parte anche Eichiro vorrebbe chiedere maggiori delucidazioni, ha vissuto come spirito errante per quasi venti anni prima di essere vincolato a qualcuno, ha vagato per quelle terre senza mai trovare la pace ed adesso il suo essere Seimei lo richiama all'ordine ma per chi? Non conosce nulla di Kan, non sa neanche chi sia a conti fatti, sa solo di quella parentela non indifferente che lo lega indissolubilmente, dunque chi è Kan? Com'è suo figlio? Blocca ogni istinto, si frena conscio che una parola sbagliata possa portare a conseguenze disastrose. Di tanto in tanto solleva le iridi per guardare il ragazzo notandolo fermo e con il capo ancora chino annuendo con un lento movimento del viso fino a distogliere totalmente lo sguardo. Il Sumi nel mentre continua a non fare ne dire nulla cercando di mettere ordine nei suoi pensieri, di regolarizzare la respirazione, moderare l'affanno ed un principio di attacco d'ansia. Lui, così sicuro di se, così egocentrico, adesso si ritrova nella posizione di dubitare di se stesso in un periodo in cui nulla va come dovrebbe andare. Sta venendo messo alla prova in maniera costante, il destino sta calcando la mano e per cosa? Farlo crescere e maturare? Quanto ancora deve diventare grande? Cos'altro deve subire per essere lasciato in pace? Deglutisce mentre questi pensieri prendono il sopravvento, così come il pensiero più importante, Shizuka. Come l'avrebbe presa? Cosa sarebbe successo con lei? Non è colpa sua, lei non gli darebbe mai la colpa di qualcosa ma non sa come affrontare l'argomento nemmeno con se stesso, figuriamoci se può pensare ad affrontarlo con la Kokketsu. Inspira con lentezza disarmante ed espira con la medesima velocità <Tagliamo la testa al toro> iniziando a parlare con tono agitato, tremolante mentre solleva le iridi verso quell'uomo. Eichiro solleva le sopracciglia smuovendo il viso per guardare negli occhi il ragazzo, attirato, finalmente, dalle prime parole interrompendo quel silenzio assordante <Chi sei? Perchè mi chiami figlio? Cosa c'entri tu con me?> non crede ad una singola parola dell'altro ma adesso le iridi desiderano risposte, ardentemente e ricercano lo sguardo altrui per scorgerne la verità. [Chk On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

16:39 Kan:
  [Campo] Bastano quelle parole per portare Eichiro ad essere veramente sorpreso, tagliare la testa al toro significa raccontargli tutta quanta la sua storia, portare alla luce ciò che ha fatto. Deglutisce l'uomo innalzando lo sguardo al cielo, ammirando il sole in discesa per tramontare; difficile per lui guardare il ragazzo adesso il cui sguardo è piantato su di se assetato di conoscenza, desideroso di apprendere la verità ma come intavolare il discorso. A sua volta inizia a provare una certa agitazione tanto da impedirgli di stare seduto; si alza rimettendosi in piedi, scioglie l'intreccio delle braccia ergendosi dall'alto della sua immensa altezza tanto che Kan è costretto a sollevare lo sguardo per guardarlo in faccia. Eichiro l'evita per qualche secondo scegliendo le parole da pronunciare "Il mio nome è Eichiro, in seguito Eichiro Seimei" il tono profondo emerge riportando le iridi su Kan, guardandolo dall'alto verso il basso, venendo sostenuto dall'altro "Sono Nato a Kusa, circa..." si ferma, blocca quel racconto alzando la mancina la quale va a grattarsi il capo, scompiglia appena i capelli. Improvvisamente riflette sull'anno in cui si trovano e non lo sa, non sa quanto tempo sia passato ne cosa è effettivamente successo "Quanti anni hai tu?" Kan solleva il destro sopracciglio a quella domanda inattesa, suo padre non sa nemmeno l'età del figlio, un bel modo di cominciare. Un singolo quesito che basta ed avanzare per portare distacco da parte del bianco, credergli ancora meno su quella questione <19, 20 a Marzo> risponde secco senza aggiungere nulla di più ed è li che Eichiro resta nuovamente sorpreso. Il tempo passato è davvero molto, forse anche troppo "Allora sono nato quasi 50 anni fa, ho intrapreso la carriera di ninja ma ancor di più quella di genetista nell'ospedale di Kusa. A quell'epoca vigeva un consiglio ma quando è iniziata una rivolta, le tasse sono aumentate e io ho deciso che fosse arrivato il momento di andarmene. Non potevo pagare tutti quei soldi e Kusa non aveva più niente da offrirmi" umettando le labbra velocemente, prendendosi una piccola pausa per osservare la reazione primaria della sua progenie ma, purtroppo, il bianco non fa nulla, non dice nulla, resta fermo immobile ad attendere il proseguo "Sono andato a Konoha per ricominciare una nuova vita, sfruttare le possibilità di un nuovo villaggio e fare la bella vita in pace" il tono emerge sornione al ricordo di quel momento, opportunista alla possibilità di avere nuovamente tutto il proprio benestare "Purtroppo li conobbi una ragazza bellissima di nome Aoi Sumi" istintivamente la destrorsa di Kan va a chiudersi in un pugno facendo sbiancare le nocche. Il purtroppo pronunciato dal genitore scatena nel ragazzo sensazioni estremamente diverse, vorrebbe prenderlo a schiaffi, a pugni fino ad ucciderlo "Doveva essere mia e abbastanza facilmente sono riuscito a farla innamorare di me. Ho passato dei mesi fantastici con li ma ahimè, la misi incinta e sfortunatamente non provavo amore, lei mi serviva per sistemarmi" la rabbia del Sumi raggiunge vette inesplorate. Le pupille rimpiccioliscono come non mai, disarmante quella verità, quel menefreghismo e cosa ben peggiore, prima di conoscere Shizuka lui avrebbe agito nello stesso e medesimo modo; trema il corpo del Sumi "Quando Yukio Kokketsu di combattere il consiglio ho visto una possibilità di migliorare la mia situazione se mi fossi schierato dalla sua parte" breve pausa la sua "Così lasciai Konoha senza dire nulla a nessuno, partii per combattere e li, credo, ho perso la vita" ultime parole da parte del Seimei notando la reazione del Sumi in merito. Sbianca Kan, sbianca totalmente nell'apprendere di essere alla presenza di un morto, che abbia ereditato il potere di Shizuka? Impossibile, è morto 20 anni fa "Prima di andarmene ebbi una discussione con Aoi per decidere il tuo nome ed optammo per Kan" ultima dichiarazione, abbastanza da uccidere una persona. [Chk On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

17:23 Kan:
  [Campo] Il racconto dice più di quanto voglia sentire, le viscere si attorcigliano per la rabbia, l'adrenalina va ad inondarlo rendendolo agitato, tremante ma tutta quell'agitazione è troppa da contenere in una volta sola al punto da spingerlo a muoversi. Dona le spalle ad Eichiro camminando velocemente, mette una certa distanza dall'altro per poi piegarsi in due in avanti iniziando a rimettere. Vomita praticamente il nulla essendo a stomaco vuoto, bile, un po' d'acqua ma nient'altro esce da quelle labbra; tossisce, impallidisce, sbianca completamente sotto gli occhi del genitore "Reazione da uomo" commenta quella scena con sarcasmo nel tono ma il Sumi è troppo occupato a stare male. Vede varie scene nella di lui mente, sente la rabbia imperversare, farsi largo in lui, la consapevolezza di essere figlio di uno del genere. Quel legame che ha sentito nel laboratorio ora ritorna inevitabilmente, vuole non credergli, lo desidera con tutto se stesso ma in cuor suo sa di star sentendo la verità, una verità impossibile da negare e questo lo sta distruggendo piano piano. Quel tipo è davvero suo padre, sangue del suo sangue, colui che ha abbandonato la madre solo per arruffianarsi il Kokketsu; è colpa sua se è cresciuto senza dei genitori, colpa sua se la madre è morta. Ogni genetista ha una base medica, avrebbe potuto salvarla, tenerla in vita, invece ha scelto di andarsene come un codardo. Lucide divengono le iridi del Sumi, il colpevole di tutto è li con lui ma morto, non può neanche colpirlo, ne ucciderlo. La respirazione si fa difficile, ansima copiosamente andando ad apporre una mano sul petto, ansia ne deriva, un vero e proprio attacco; vorrebbe Shizuka adesso, li ad aiutarlo a riprendersi di nuovo, a calmarlo facendogli affrontare la situazione con lucidità ed intelligenza cosa che attualmente non ha. Lentamente il busto va a mettersi diritto, la mano destra permane sul petto spingendo contro di esso per poi voltarsi a guardare l'altro. Odio, ribrezzo, schifo, delusione, questo è tutto ciò che prova nei confronti di quell'uomo di cui detesta ogni singolo particolare faticando persino a guardarlo in faccia, trattenendo il desiderio di attaccarlo non sapendo quali ripercussioni ciò possa avere su di se <L'hai abbandonata> parla nei di lui confronti rivolgendogli nuovamente la parola <L'HAI LASCIATA MORIRE> grida con tutto se stesso, un grido acuto percepibile in tutto il capo, un grido di dolore impregnato di rabbia fino all'ultima parola ed è quel grido li a scatenare finalmente una reazione del genitore. Eichiro si blocca sul posto, la sorpresa avvolge interamente viso ed occhi nel sentire quella frase, seconda notizia inaspettata dopo la scoperta di avere un figlio "Morta? Come?" basso il tono utilizzato, quasi un sussurro ma perfettamente udibile andando a fare un paio di passo in avanti per avvicinarsi al bianco <Dandomi alla luce> replica nell'immediato Kan distogliendo lo sguardo da lui completamente. Il silenzio torna ad avvolgerli, più assordante che mai ora che entrambi hanno le loro consapevolezze. Uno scopre di avere un padre e l'altro della morte di una donna con cui, tutto sommato, ha condiviso dei momenti facendogli anche un figlio. Non si guardano, non si avvicinano, mantengono una certa distanza, un distacco <Spiega cosa è successo in laboratorio> s'insinua Kan con quell'ultima frase, non una domanda bensì quasi un'ordine dettatogli di forza. L'ultimo argomento da toccare è proprio quello mentre le gambe tremano, sta consumando tutte le forze in proprio possesso e non sa per quanto ancora può andare avanti. [Chk On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

18:09 Kan:
  [Campo] Eichiro tace all'ordine del bianco, lo vede esausto, provato, stanco da non reggersi quasi in piedi. E' consapevole di aver portato nella sua vita qualcosa di difficilmente gestibile, di averla scombussolata in maniera irrevocabile ma non l'ha scelto lui, non l'ha scelto nessuno, è successo e prima o poi quel potere si sarebbe dovuto risvegliare. Gli eventi che ha vissuto l'hanno portato a questo preciso momento, ad avere l'incontro, ad apprendere del suo destino. Il genitore prende un profondo respiro trovando ancora difficoltà nel guardarlo ma comprendendo come quel ragazzo sia stato solo a causa sua, senza genitori e questo è un senso di colpa difficile da estirpare "E' successo che hai risvegliato le tue abilità sopite" comincia così, in maniera molto semplice senza dare troppi dettagli, il giusto per dare il via ad una spiegazione "Noi seimei abbiamo un potere particolare. Molti di noi scelgono di legarsi a qualcuno ancora in vita per non essere spiriti vaganti. Non starò qui a raccontarti la leggenda del clan ma noi due siamo collegati e il simbolo che abbiamo impresso, è la prova di quel legame, di quel vincolo" Kan sbatte un paio di volta le palpebre trovandosi ampiamente spaesato, non riesce a comprendere ne a capire cosa egli stia dicendo, cosa voglia dire. Tutto appare così assurdo, senza senso e privo di ogni logica esistente; non ha mai sentito parlare di quel clan, non ha mai sentito voci di un potere del genere più simile ad una maledizione "Con questo vincolo noi rappresentiamo lo Yin e lo Yang, positivo e negativo e già credo di sapere quale delle tue parti tu sia" non servono ulteriori prove, quello che ha visto, la di lui reazione bastano ed avanzano per confermare ogni cosa "E grazie a ciò, possiamo sfruttare le anime dei defunti, purtroppo non ne conosco il modo" conoscenze limitate dovute all'ignoranza del bianco. Il collegamento tra i due è anche in questo "Quando il vincolo sviluppiamo abilità telepatiche e la percezione della morte intorno a noi. Possiamo sentire quando qualcuno muore" quell'ultimo dire da parte del genitore rende il Sumi ancor più pallido di quanto già non lo sia. Le gambe cedono definitivamente, s'inginocchia privo di forze, la testa sta esplodendo tanto fa male e quelle nozioni lo logorano. Allora è vero, chiunque lo circonda muore, non è uno scherzo o una superstizione personale, la morte fa parte della sua vita, la morte è il suo destino. Non ha parole, non riesce a dire molto altro sentendosi distrutto, sfinito dagli eventi. Lui è la morte. I Seimei sono la morte. [Chk On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

18:25 Kan:
  [Campo] Iridi spalancate per il Sumi mentre metabolizza la verità su chi è davvero, la verità su cosa è successo. Istintivamente la mancina viene portata sul pettorale destro stringendo quella porzione di corpo sotto gli occhi silente di Eichiro che finalmente tace; non vi è dispiacere ne altro sentimento, non sa neanche lui cosa provare nei confronti di suo figlio, di un ragazzo che non conosce, che non ha mai visto crescere. Fa qualche passo indietro tornando a sedersi su quella roccia, mettendosi comodo "In pratica ora sono costretto a seguirti ovunque, peggio della tua ombra non potendomi allontanare troppo" l'ultima nozione del clan, forse quella più importante, più distruttiva, averlo sempre dietro, averlo sempre con se in ogni singolo momento della giornata. Il Sumi ansima terribilmente, il capo è chinato, la schiena piegata in avanti ad osservare il terreno del campo, non ce la fa più, questo è troppo anche per lui, basta così. Si è stancato di vivere, si è stancato di avere sorprese sgradite, si è stancato di tutto quanto; forse sarebbe stato meglio morire contro il killer, trovare la dovuta fine ma cosa sarebbe successo? Avrebbe lasciato da sola Shizuka, l'avrebbe fatta soffrire ed ha promesso che mai tale cose sarebbe successa per mano sua. Il pensiero della ragazza è al momento la sua unica ancora di salvezza, colei che può tenerlo a galla, colei per cui continuare a vivere. Grazie a lei ha trovato la sua via, i suoi obiettivi, ha compreso chi vuole essere e adesso si sta facendo abbattere da questo evento? Dov'è finita la sua grinta? Dov'è finito il Sumi di un tempo incapace di essere abbattuto, sempre sul pezzo e con la risposta pronta? Da quando è diventato così debole caratterialmente non riuscendo ad affrontare più nessuna situazione di petto? Le chimere, il killer, Sango, tutti eventi che l'hanno traumatizzato, la morte di Kushina su tutti eppure non può continuare in questo modo. La destrorsa viene stretta portando le dita all'interno del palmo della stessa, le nocche sbiancano e con non poca fatica si rialza digrignando i denti, torna in piedi per poi riportare le dorate iridi sul volto del genitore. Svariati passi vengono fatti per andargli incontro, accorciare le distanze. Eichiro va a guardarlo, lo fissa indietreggiando con la schiena senza proferire parola alcuna ma attendendo, un'attesa estenuante da cui dipendere il futuro di entrambi <Io ti odio, mi fai schifo e non ho mai voluto tutto questo> il disprezzo di quelle parole è totale, non vi è accondiscendenza, non vi è bontà d'animo verso quel fantasma che lo segue <Starai il più lontano possibile da me, non dovrai mai mettere piede in casa mia e della mia ragazza, dovrai stare lontano da lei e da tutto ciò che mi riguarda. Non voglio avere nulla a che fare con te al di fuori del necessario, è chiaro?> deglutisce il genitore del Sumi limitandosi ad annuire in silenzio ma con la consapevolezza che le cose non possono andare realmente così, il loro legame, il loro vincolo è ben più forte delle parole e l'avrebbero scoperto presto. [Chk On][Portaoggetti: fuda ed inchiostri speciali]

18:44 Kan:
  [Campo] Il bianco si è imposto sull'altro, ha dettato le sue condizioni per provare a gestire quella situazione nel migliore dei modi. L'ansia non è finita, il respiro non si è calmato e la rabbia non fa altro che crescere nei confronti di quell'uomo, una rabbia viscerale priva di eguali, talmente grande da sentirsi quasi sporco, un mostro. Deglutisce distogliendo lo sguardo dal genitore il quale non parla più ne proferisce parola alcuna ed ancora il silenzio torna a vagare in quella direzione, opprimente, fastidioso, imbarazzante a tratti; ora resta un'ultima cosa da fare, parlare con Shizuka, metterla al corrente di tutto quanto rendendola partecipe dei casini in cui l'hanno messo <Dov'è la sede del clan?> domanda senza guardarlo minimamente "Kusa" risponde il genitore. Sospira il Sumi, una buona notizia, l'unica della giornata in quanto può far leva su quello. Il progetto di trasferirsi a Kusa prende piede e se vuole imparare di più su questi Seimei non ha bisogno di allontanarsi da Shizuka, anzi ma come spiegarle la situazione? Cosa dirle per non farle provare ribrezzo? Non lo sa ma una cosa è certa, non avrebbe mai utilizzato quella forza, non avrebbe usato le anime di nessuno, esse meritano di andare nel Naraka, meritano la pace eterna, non avrebbe collaborato in quella tortura. Tutte buone intenzioni ma fino a che punto può tenere loro fede ancora non lo sa. Continua a deglutire grumi interi di saliva con un groppo in gola sempre più grosso e difficile da sostenere, la lucidità degli occhi non svanisce bensì si affievolisce. Schiude le labbra incominciando ad incamminarsi, il passo diviene svelto con direzione il centro del villaggio e, di conseguenza, casa propria nella speranza di trovarvi la ragazza. Eichiro solleva entrambe le sopracciglia balzando giù dalla roccia, si stira tutti e quatto gli arti seguendo il bianco, i passi son più svelti e veloci, grazie anche alla stazza più elevata rispetto all'altro arrivando a porsi alla sua sinistra, camminandogli al fianco come fosse un'ombra vera e propria "Così hai una ragazza" spezza ancora il ghiaccio con quell'affermazione, gli rivolge un'occhiata di chi vuole saperne di più, l'occhiata di un marpione ansioso di ricevere ulteriori informazioni in merito. Chissà perchè l'unica cosa in grado di suscitare il suo interesse sia quella <Taci> lapidario il Sumi, non vuole parlarne, non vuole parlargli ne dire qualcosa di più del dovuto. Neanche lo degna di uno sguardo mentre cammina tirando fuori il ninjaphone ed aprendo la chat di Shizuka, le scrive velocemente un messaggio prima di riporre l'oggetto in tasca. La giornata non è ancora finita. Eichiro distoglie lo sguardo sospirando, si limita a camminare in silenzio maledicendo quel giorno. [END]

Dopo aver catturato lo spirito, Kan si reca al campo di addestramento per parlargli e capire, scoprire la verità. Tutto ciò ha conseguenze disastrose sul Sumi, odia quell'uomo, lo detesta per il suo passato e per come ha rovinato la sua vita. Scopre qualcosa sul clan Seimei, non tutto, solo le poche conoscenze in possesso di Eichiro.