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Il gattino e il trasferimento

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con Shizuka, Kan

21:49 Shizuka:
  [Casa - Salotto] Sono a casa dato che fuori il tempo è pessimo e lei odia la pioggia, inoltre dopo aver preso il nuovo frugoletto non possono lasciarlo troppo da solo, tant'è che si stanno anche organizzando con i turni al lavoro. Forse la coppietta non immaginava che avere un nuovo componente nella piccola famigliola fosse così debilitante, eppure eccoli lì, a cercare il miglior modo per far sopravvivere quel cosino. Un micetto, un certosino dal pelo grigio e gli occhi due fanali gialli. Al primo 'Meow' fatto in quella cesta nel negozio di animali lei è andata in brodo di giuggiole e lo ha preso in braccio. E' stato amore a prima vista, decisamente qualcosa che con Kan non era successa, quindi un senso a tutto ciò esiste no? In quel posto si sono anche messi a recuperare delle ciotoline per la pappa e per l'acqua, oltre che un tappetino per tenere pulito. Hanno anche preso una cassettina per i suoi bisogni che ha subito imparato a usare in maniera molto spontanea. La rossa ha i lunghi capelli rossi e sciolti, non ha su nemmeno i fiocchetti dei genitori ne i vari gioielli. Indossa una tuta grigia, le calzine bianche a coprire i piedini e si intravede una maglietta bianca sotto la felpa. Al momento se ne sta letteralmente per terra, fissando quel micino, e cercando di attirare la di lui attenzione con un bastone sul quale è stato attaccato un filo colorato che fa ondeggiare ritmicamente sul pavimento. Praticamente sta cercando di risvegliare l'istinto da cacciatore di quel cosino che è adorabilissimo e coccolosissimo, ma anche un vero cacciatore di cordini! [Charka ON]

21:57 Kan:
  [Salotto] All'esterno piove, il cielo è completamente coperto da grossi nuvoloni grigi tendenti al nero, l'acqua non fa altro che scendere con forza e decisione bagnando ogni cosa. Le finestre della casa sono praticamente un connubio di gocce sentendo sentendo come l'acqua continui a battere incessantemente e senza sosta alcuna; un tempo odiato dalla Kokketsu e capace di rendere pensieroso il Sumi più che mai riportandogli alla mente la notte in cui ha fallito la missione. Necessita di tempo per superare tutto quanto completamente, riprendersi in maniera tale che i ricordi smettano di riaffiorare. Flashback continui imperversano, la ragazza morta a terra, il corpo dell'Ishiba, la maschera del Killer, quella maschera così oscura, così particolare, inquietante. Affacciato alla finestre osserva il tempaccio abbattersi prepotentemente, braccia conserte, schiena rigida così come l'intero corpo quando un suono, piccolo e mansueto insorge nella stanza, un delicato miagolio proveniente dall'ultimo arrivato in famiglia. Alla fine quel gattino l'hanno preso sul serio, un certosino dalle iridi dorate, un cucciolo bellissimo di cui Shizuka si è innamorato a prima vista; non hanno perso tempo comprendo fin da subito tutto l'occorrente necessario tra lettiera, cassettina, giochini con cui intrattenerlo e delle ciotoline per dargli da bere e da mangiare. Una vita da pascià insomma ma basta quel versetto innocente a farlo girare, smuoverne il corpo notando la rossa seduta sul pavimento intenta a fissare il micio, a giocarci. Le labbra si espandono in un piccolo sorriso addolcito facendo qualche passo per avvicinarsi ai due accorciando sensibilmente le distanze; flette le ginocchia piegandole quanto basta per abbassarsi arrivando, circa, all'altezza della ragazza, esattamente in mezzo ai due cercando, con la destrorsa, di carezzare il dorso dell'animale, lentamente, molto lentamente evitando di spaventarlo o farlo scappare via. Indosso il bianco porta solamente una maglietta a maniche corte bianca, un paio di pantaloni della tuta neri ed un paio di calze bianche, spesse e pesanti, in casa non fa freddo, almeno i riscaldamenti vengono tenuti accesi <I tuoi occhi brillano> rivolgendosi alla Kokektsu, mantenendo il sorriso <Non gli abbiamo ancora dato un nome, sai?> troppo occupati a coccolarlo per pensarci realmente ma adesso è giunto il fatidico momento. [Chk On]

22:10 Shizuka:
  [Casa - Salotto] Quel micio sembra intento in una caccia tutta sua, seguendo con lo sguardo dorato i movimenti di quel serpente che si snoda innanzi a lui. Eppure non ha il coraggio di agguantarlo, il sederino si muove ritmicamente, mentre la testolina ne segue il guizzo ogni volta che si sposta. Intanto l'umana dai capelli rossi che sta fornendo quella caccia sembra seguire divertita il tutto, estraniata dal presente più che mai. Non si avvede infatti del Sumi che si approccia, che si mette fra loro e accarezzando quell'esserino lo distoglie dalla caccia mandando tutto in malora. La voce di lui la risveglia da quel torpore: << Ah si? >> Domanda, nemmeno si accorge di quanto quell'esserino sia totalizzante per lei anche solo in pochi giorni. << Un nome? >> In effetti non ci hanno ancora pensato, però non ha delle buone idee, poi pare che sia un maschietto e non ci ha riflettuto a sufficienza per trovare una soluzione. << In effetti gli serve un nome! Potremmo prendergli un collarino personalizzato poi! >> Insomma, se lo lasciassero a lei probabilmente gli comprerebbe anche dei vestitini, sarà meglio fermare quel piccolo mostro di Shizuka finchè siamo in tempo. << Tu hai qualche idea Mio? >> Domanda a lui, mentre quelle blu finalmente si rivolgono a lui, al compagno di vita. Lei non sa dei pensieri che gli affollano la mente durante i temporali, non può immaginare ogni suo dolore se lui non gliene parla, eppure in qualche modo riesce a intravedere dei pensieri in quel mare d'oro che sta osservando. [Charka ON]

22:29 Kan:
  [Salotto] Il micetto cessa di giocare sotto il contatto della mano del Sumi il corpo diviene ancor più rigido nel tentativo di mantenere quella posizione piegata e chinata, il busto stesso si flette in avanti curvando appena la schiena. Le dorate iridi fissano per qualche momento il gatto, una vita pura, innocente, talmente tanto da portare un velo di malinconia nello sguardo del bianco; ogni cosa quella sera lo sta riportando alla fatidica notte, il tempismo si può dire perfetto, potrebbe rovinare un momento bello e felice e di certo non è ciò che desidera. Si sta impegnando a fondo, con tutte le sue forze, per essere ottimista, per poter andare avanti, non farsi prendere dallo sconforto ma nonostante le buone intenzioni, nonostante tutto, è difficile, dannatamente complicato non pensarci, dimenticare. Serra le labbra inghiottendo grumi interi di saliva prima di rivolgersi alla rossa prendendo un po' della di lei gioia nel giocare con quel gatto; ha preso la decisione più giusta, proporglielo l'ha portata ad essere più felice e non potrebbe chiedere niente di più eppure vi sono ancora varie cose da sistemare. Volano alte le iridi scrutando quella dimora, vi abita praticamente da tutta la vita, nulla è mai cambiato restando sempre nello stesso posto in maniera stantia. Di nuovo la mole di pensieri torna ad affliggerlo, china il capo cercando di mantenere il sorriso, di riportare le dorate iridi in quelle azzurre altrui annuendo <Si, oggi sei particolarmente solare, non mi avevi detto di amare così tanto i gatti> ovvio che è tutto merito del gatto, lui ha fatto ben poco per risolverla. Santo micio ed è a proposito di esso che va presa la decisione più importante, dargli un nome adatto alla situazione in cui si trova <Direi che è un'ottima idea, magari glielo disegniamo noi e glielo facciamo fare su misura> personalizzato in tutto e per tutto, unico nel suo genere sfruttando le loro abilità di disegnatori. Umetta le labbra mantenendo lo sguardo sul visino di lei con quel velo ci malinconia ad avvolgerlo mentre, lentamente, si siede sul pavimento incrociando le leve inferiori <Idee?> incrocia anche gli arti inferiori con l'avambraccio sinistro sollevato portando la mano sotto il mento. I pensieri cambiano prospettiva per qualche momento cercando un nome perfetto, una possibile idea <Non so, quale nome starebbe bene su un gattino? Ryuki?> chiede innalzando il destro sopracciglio immettendo un po' di ironia nel tono ed ampliando il sorriso ancor di più, ci sta provando a divertirsi tutto sommato. [Chk On]

22:39 Shizuka:
  [Casa - Salotto] Quel velo di tristezza che lo stava ammantando sta cercando in qualche modo di levarselo, di protarlo via da se. Quel gioco si interrompe con il gattino che si fa accarezzare e distrae dalla caccia in maniera totale e definitiva. Ma in fondo lo stesso succede alla ragazza che si concentra sul proprio fidanzato. << Non lo sapevo di amare così tanto i gatti! >> Repplica, ma forse non è la questioen di un gatto ma il fatto che quell'esserino non abbia mai preoccupazioni, sembri innocente e puro, dando peso solo ai bisogni primari, senza sofferenze o pensieri. In qualche modo capisce perchè Nobu ha un gatto a casa propria. L'idea del collarino sembra piacere molto anche al Sumi, che propone di disegnarne uno insieme così da realizzare qualcosa di più unico che raro. << Sarebbe fantastico! E' da troppo che non disegnamo qualcosa insieme. >> In effetti quell'opera che hanno composto a quattro mani sta probabilmente nella camera di lui, come monito e ricordo dei sentimenti condivisi. L'altra prova a solleticare la di lui mente, cosa che avviene, anche se in maniera del tutto ironica, storcendo il nome del padre un poco. << Nah, non lo vedo troppo adatto e poi saremmo in confusione con papà! >> Scarta quella opzione, andando ad alzarsi da terra e recuperando una coperta dal divano poco distante. << Ti va di sederti qui? >> Domanda a lui, il suo piano è quello di infilarsi poi fra le sue gambe e recuperare in seguito il felino per fare un bel trenino tutti insieme sul divano. Nel frattempo si sta spremendo le meningi per trovare un nome carino. [Charka ON]

23:00 Kan:
  [Salotto] Un qualcosa di scoperto praticamente da pochi giorni, l'amore per i felini e può anche comprendere il perchè; l'innocenza del micetto è contagiosa, porta serenità, porta felicità, ironia, tutti sentimenti positivi che in quella casa stanno iniziando a mancare. Tempo addietro Shizuka è riuscita a portarne rendendo la vita del bianco diversa, più bella grazie alla di lei purezza, privandolo del vuoto della solitudine ma adesso, dopo quello che entrambi hanno vissuto, l'oscurità aleggia su di loro arrivando a corromperli. La sente, la percepisce divenire sempre più forte giorno dopo giorno non riuscendo a trovarvi una soluzione adeguata; come può risolverla? Riportare la vera felicità? Probabilmente si sta fasciando la testa ancor prima che qualcosa di grave accada, forse, deve solamente continuare ad esserci per lei e vivere la loro vita, essere felice come promesso <Allora sarai una mammina fantastica per lui> cessa di carezzarlo, mantenendo alto il sorrisetto etichettandola come madre. Già riesce a vederla, in un prossimo futuro con un bambino in braccia intenta a crescerlo, a fare il genitore, una visione quanto mai strana ma da dopo quegli eventi, si ritrova a pensare sempre più spesso al futuro e di come non intende sprecare il presente in modo alcuno. Le dorate iridi vanno ad illuminarsi per il bianco alla propria proposta, fare un'altra cosa insieme, ancora una volta <Da veramente troppo e mi manca fare tutto questo> passare il tempo insieme come prima, fare le stesse cose. Se solo potesse, la porterebbe via dal villaggio per un lungo viaggio di piacere, una vacanza perfetta solamente loro due e nessun altro in cui possono riscoprirsi sempre di più; sogni, solo sogni per adesso. China il capo lasciandosi andare ad un piccola risata, sinceramente divertito la voce emerge nel salotto con il gattino a guardarlo con il visino piegato, incuriosito da quella reazione <Forse hai ragione> e poi, ecco che la lampadina si accende <E se lo chiamassimo Yukio?> il capo del di lei clan, una figura mistica e venerata dalla ragazza. Indagatore ne attende la reazione, ne scruta il visino e le movenze, la presa di quella coperta andando ad alzarsi senza rispondere alla domanda ma avvicinandosi al divano <Vieni> nel dire ciò va a sedersi sul divano attendendola, attendendo la propria ragazza allargando le braccia, desiderandola li con se. Deglutisce <Quella notte> le parole escono con una difficoltà immane <Pioveva, a Suna> non fa nomi ne è preciso, cerca solo di farle capire il contesto <La pioggia batteva forte, ci ha aiutati ad andare via> in qualche modo essa ha contribuito alla sua salvezza. [Chk On]

23:12 Shizuka:
  [Casa - Divano] Il viso di vela di viola al sentirsi chiamare mammina, in fondo non è manco maggiorenne e quell'idea la disturba non poco, ma forse per il micetto potrebbe fare un'eccezione. L'entusiasmo di lei per quel disegno e per quel progetto è contagioso, lui si accoda felicemente, convenendo che è troppo tempo che non fanno qualcosa del genere insieme. << E allora ci mettiamo all'opera nei prossimi giorni! >> Aggiudicato, deciso, ormai stabilito, lei che prende la maggior parte delle decisioni in ogni caso quasi sempre, una piccola dittatrice in erba, ma col faccino delicato. Conviene che quel nome creerebbe un bel po' di caos e un'altra idea viene proposta, qualcosa che in realtà la confonde parecchio. << Vuoi dare il nome del progenitore a quel cosino? >> Guarda il felino dall'alto in basso, per quanto possa essere aggressivo contro i fili non ha certo l'ardore di quel pazzo furioso pronto a sterminare un clan intero. Mentre si sofferma a pensarci però raccoglie la coperta, lo invita a sedersi e lui coglie subito il femminile intento. Quel tessuto che trattiene fra le mani viene posizionato in fondo al divano, mentre lei recupera il gattino fra le braccia e si siederebbe fra le gambe altrui. Poi gli passerebbe il cosino miagolante, tirerebbe su di se e su di lui la coperta per poi richiedere indietro il felino. << Shura? >> Propone un altro nome, qualcosa che le è venuto in mente prima. Ma dopo qualche istante lui sussurra qualche parola, relativa a quella notte. Lo capisce dal tono, dai riferimenti che lui fa. << Non ho mai pensato che la pioggia potesse essere utile. >> Lei che non la sopporta ora in qualche modo gli deve qualcosa, l'aver salvato in parte il proprio compagno. << Lo troverai Mio, i tuoi incubi poi spariranno. >> Cerca di stargli vicino, oltre che col fisico con le parole, un minimo. [Charka ON]

23:35 Kan:
  [Salotto] Il violaceo sul visino lo fa sorridere, le ci vuole davvero poco per arrossire, quasi un non nulla ma le piace anche per quello. E' presto davvero per pensare ad un di più, a dei marmocchi ed il gatto per adesso va più che bene per ricoprire quel ruolo. La piccola dittatrice infantile prende la decisione finale, nei prossimi giorni si sarebbero dedicati a quel disegno, creare il concept con cui avrebbe preso vita il collarino del micetto ma serve risolvere la questione del nome, un lavoro non da poco per chi non ci ha mai dovuto nemmeno provare e pensare <Va bene Mia e mentre noi disegniamo, io gli creo un topolino da inseguire> un modo come un altro per farlo giocare mentre loro sono impegnati, evitare che si senta ignorato nei primi giorni della sua permanenza in quella casa. Propone Yukio, secondo lui un nome adatto, un nome fatto per renderlo parte integrane di quella famiglia sotto ogni singolo aspetto ma ella si dimostra turbata, presa alla sprovvista <Perchè no? Potrebbe diventare il primo micio Kokketsu> ironico solleva il sopracciglio sinistro immaginandosi quel gatto utilizzare il sangue nero per fare ogni cosa, divenendo un pigrone in tutto e per tutto. Si siede sul divano accogliendo la rossa fra le proprie gambe, prendendo anche il gattino tra le mani mentre ella sistema la coperta su entrambi; attimi veloci prima di ridarglielo andando ad abbracciare la fidanzata. Le braccia l'avvolgono circondandole le spalle, adagiandosi sul petto fino a darle un bacio sulla guancia e sul collo; una serie di baci rilasciati sull'epidermide, uno dopo l'altro se la coccola aumentando la stretta come avesse paura di perderla da un momento all'altro <Shura...non mi dispiace> ammette in maniera franca, diretta, senza troppi problemi di fondo. Molto semplice, particolare e facile da ricordare ma alla fine i propri pensieri vengono esplicati ad alta voce mettendola finalmente al corrente; inspira ed espira lentamente <Quella sera lo è stata> senza di essa non sarebbero riusciti a nascondersi abbastanza bene da sfuggire al killer <Questo è un buon modo per cominciare> riferendosi alla posizione da loro assunta <Ma non credo spariranno mai del tutto> purtroppo non può dimenticare, i ricordi sarebbero affiorato a priori <L'altra volta ti ho detto di aver capito cosa voglio fare e chi voglio essere> cominciando un breve discorso <E tu l'hai capito prima di me> lei è un ninja ed è questa la sua strada <Forse dobbiamo abbandonare la vecchia vita per abbracciare finalmente quella nuova> la sta tirando per le lunghe ma è un discorso difficile da fare, si tratta di prendere decisioni importanti, troppo importanti. [Chk On]

23:46 Shizuka:
  [Casa - Divano] L'idea del topolino d'inchiostro da seguire la fa sorridere, è un buon piano e sembra particolarmente utile e poco sporchevole. Poi però lui rincara la dose su quel nome, che lei trova inadatto per ricoprire quel ruolo. << E' un nome troppo altisonante, e poi non è un Kokketsu, non si infettano gli animali. >> Semrba fin troppo seria in quel che dice, è chiaro che ogni volta che si tocchi l'aspetto familiare in qualche modo si attivino dei meccanismi particolari nella mente della ragazzina, qualcosa di aggiuntivo. Alla fine si sdraiano su quel divano insieme, sotto quella coperta, il micino con loro. Quei baci sulla guancia prima e sul collo dopo la portano a rabbrividire leggermente, mentre il capo viene spostato per dar maggior agio quel moto. Propone quel nome che all'altro non dispiace, anche se boh qualcosa nell'aria resta ma lei ora risulta deconcentrata. Poi però quel brivido passa in secondo piano quando lui si apre un pochino su quanto successo a Suna. << Beh possiamo continuare da qui no? >> Da quell'abbraccio, lei fatica stringerlo a se ma spinge il corpo addosso all'altrui, dato che deve occuparsi di tenere quel gattino. Lui dubita che gli incubi spariranno, forse non ora, magari in seguito, lei ci spera vivamente che possa togliersi quel peso dalle spalle prima o poi. << Non so cosa tu intenda con vecchia vita. Ma io non ho nulla da lasciare indietro di quello che ho ora. Non voglio ricominciare ma solo andare avanti. >> Evidentemente i due hanno due visioni diverse, ma solamente perchè lui a suo tempo ha sperimentato una zona del mondo che lei non ha mai nemmeno troppo avvicinato, e della quale il bianco si pente parzialmente. << Tu puoi ricominciare quando vuoi, sono qui per aiutarti in ogni momento. >> Ognuno fa le sue scelte, ma insieme le porteranno sicuramente a termine. [Charka ON]

00:08 Kan:
  [Salotto] Non ce la fa a non ridere, la serietà altrui la trova divertente, non fuori luogo ma dolce, palese come tenga al proprio clan sopra ogni altra cosa, alla famiglia <Amore, stavo scherzando, non ho mai pensato di infettarlo> stringendola in quell'abbraccio nel dirlo. Infettare un'animale vuol dire provocargli enorme dolore, farlo morire e certamente non può permettere che qualcosa del genere accada ad un membro della sua nuova famiglia; quel gattino è a tutti gli effetti loro, il cucciolo da educare e crescere per renderlo perfetto in ogni sua forma <Non ci sono mai stati casi di animali infettati? Forse qualche Kokketsu disertore che ha violato le regole> perchè lui interpreta quel limite come una vera e propria regola. La curiosità s'impossessa di lui, prende piede spingendolo a chiedere, informarsi su ciò che avviene all'interno di quel clan. Non li conosce così bene da poter sapere tutto, sa giusto ciò che Shizuka gli mostra. il nome Shura non gli dispiace ma il discorso muore quasi istantaneamente in quella serie di baci sulla di lei pelle, il collo viene porto maggiormente favorendoli accogliendo quell'invito; i baci continuano, scendono e risalgono lungo tutto esso <Mh> sentendola spingersi ancor di più contro se <Direi di si> sussurrando con una piccola dose di malizia mentre i baci vengono rilasciati, quel brivido scaturito in lei va a passare lungo la schiena del bianco, quella situazione gli piace e non poco, da a li a breve avrebbe messo il gattino nella cesta di questo passo, non prima di proferire un lungo discorso sconclusionato. La risposta non si fa attendere, sorride staccando le labbra dal collo avvicinando il viso al suo, stringendola <Lo so e anche io voglio andare avanti con te> con il suo aiuto sempre e comunque <Vivo in questa casa da quando sono nati, ha visto i lati peggiori di me e la nascita di qualcosa di positivo, di unico, di una ragazza dai capelli rossi> ovvio riferimento alla Kokketsu li presente <Insomma, stavo pensando e se ci trasferissimo? Magari possiamo andare a vivere a Kusa> inspira ed espira finalmente dopo aver dato vita ai suoi pensieri <Credo che per dare un taglio al passato, il mio, sia un passo necessario da fare> un passo in avanti per lui e per lei avvicinandosi al proprio clan. Shizuka ha fatto tanto per lui, ne è pienamente consapevole ed un trasferimento a Kusa non la terrebbe lontana dalla sua famiglia, un qualcosa che ha sempre voluto evitare. [Chk On]

20:03 Shizuka:
  [Casa - Divano] Insomma quello scherzo non le è piaciuto, forse sempre troppo seria riguardo alla sua stirpe. La stringe a se divertito da quei modi, facendo domande alle quali non sa dare risposta. << Non ne ho la minima idea Mio. E non credo ci sia una regola a riguardo. Ma il sangue nero è complicato da gestire per un uomo, un animale non credo sopravviverebbe >> Ipotizza non lo sa con certezza, ma conosce abbastanza del suo clan da essere consapevole che l'infettare è un processo difficile e straziante. Il nome per il gattino che ancora stringe a se è un vago ricordo mentre lui la fa rabbrividire sotto quel percorso di baci che si allungano sul corpo femminile. Lei si spinge contro di lui, il gattino le scivola fra le dita e finisce su quella coperta che però è abbastanza morbidosa da invitarlo a raggomitolarcisi sopra senza scendere dal divano. Lui fa un discorso vago, confuso e lei sottolinea a gran voce di non voler cambiare nulla. Si spiega meglio però, concorda con lei ma parte un discorso strano che non riesce a comprendere fino a dove voglia arrivare finchè non è in fondo. Strabuzza gli occhi, i brividi andati in malora e con poca delicateza volterebbe il busto verso di lui, le blu a ricercare le dorate. << Vuoi lasciare questa casa? >> Domanda quasi stupita, confusa, dopo quel preambolo in cui ha descritto tutta la di lui vita fino ad ora. Si gira nuovamente, spostando delicatamente Shura verso il pavimento, lasciandolo un poco indisposto dato che le rivolge un 'miao' innervosito. Poco importa ha bisogno di guardarlo negli occhi e non vuole rischiare di ammazzare il felino mentre si sposta. Infatti torna fra le braccia altrui ma stavolta frontalmente, di nuovo fra le gambe altrui ma fissandolo negli occhi. Le mani si allungano se quel viso, su quelle guance pallide: << Andiamo dove vuoi Mio. Almeno finchè non ti accettano nel Clan con me. >> Non le importa più dove, basta che stiano insieme e che lui stia bene, che ritrovi quella grinta, quel carisma che lo ha sempre caratterizzato. [Chakra ON]

20:54 Kan:
  [Divano] La serietà di lei verso il proprio clan è quasi disarmante, un attaccamento impensabile ma non sta li a sindacare o commentare, ha imparato a conoscerla dopotutto. La risposta giunge e come ha pronosticato, non ne ha idea, poco male in fin dei conti, quasi trema all'idea di vedere un'animale con il potere del sangue nero <Non lo credo neanche io> salvo una chimera, difficilmente un'animale può salvarsi da un simile attacco, da un malanno del genere. La potenza del sangue Kokketsu è qualcosa che ha visto in azione abbastanza da comprendere quanto esso sia pericoloso, non solo per gli avversari ma anche per il portatore stesso sotto un certo aspetto. Rilassato su quel divano, lentamente i pensieri ed i flashback l'abbandonano mentre coccola la sua Shizuka dandole attenzioni, stando con lei donandole una lunga serie di baci, un ricordo felice, un momento in cui possono stare insieme. I baci le scatenano quel brivido spingendola verso di se, con la coda dell'occhio vede il micio scivolare sulla coperta, appallottolato mentre un discorso viene fuori; sconclusionato in apparenza, senza un vero scopo e alla fine, la proposta viene fuori da parte del bianco ritrovandosi a guardarla negli occhi. Indietreggia appena con il capo per farle posto, permetterle di avvicinarsi andando ad annuire <Questa casa è il mio passato e oramai non c'è più nulla che mi lega a questo posto, non ho nessuno a Konoha> schiarisce la voce gracchiando la gola <E per quanto riguarda i Sumi, sono sempre stato più fedele ai loro principi che al clan stesso> decisamente non qualcuno di così attaccato alla figura del clan quanto al suo scopo di libertà <Perciò si> vuole andare via da lei in una scelta non casuale. Il gattino viene fatto scivolare giù dal divano, visibilmente infastidito il gattino ma poco importa riuscendo a prendersi tutte le attenzioni della rossa la quale si gira, frontalmente l'abbraccia tenendola stretta a se. Le dorate iridi vengono incastonate nel mare azzurro di lei godendosi le di lei carezze e quell'affermazione non fa che scaldargli il cuore, riempirlo di gioia <Hai fatto così tanto per me, sei addirittura venuta qui per proteggermi. A Kusa sarai più vicina alla tua famiglia, al tuo clan, voglio che tu abbia tutto e si, magari i Kokketsu mi accetteranno più facilmente così> farlo per lei, ha scelto quella meta per lei e per lei soltanto potendo anche cambiare aria. Le labbra vengono adagiate sulle sue, spinge il viso in un bacio più passionale, un bacio ricercato. [Chk On]

21:55 Shizuka:
  [Casa - Divano] Chissene frega del sangue nero e di come si attacchi o meno sugli animali, non è un discorso che continuerà a perseguire, anche perchè le coccole sono sempre meglio. Si scoglie sotto quei baci, fintantoche non c'è altro a distrarla e quel discorso richiede tutta la di lei attenzione. Decide di abbandonare anche il felino che non sembra felice, ma si distrae in fretta. Ora la piazza è tutta per quel ragazzo con i capelli bianchi che le sta innanzi, che fronteggia in maniera più decisa. Lo ascolta, ogni frase, ogni considerazione. Scruta quegli occhi dorati cercando di leggervi all'interno i sentimenti che vorrebbe celare, anche se ormai non lo fa più con lei. Non ci sono menzogne che tengano, sembra che in qualche modo quella casa, in cui ha sofferto parecchio sia divenuto un legame stretto, penoso da portare. Molto meno attaccato a lei al proprio clan, non sentirà la loro mancanza anche perchè non ci ha mai vissuto insieme. Sembra convinto, sicuro di quella decisione, sicuro di voler lasciare tutto e partire per qualcosa di nuovo, potenzialmente migliore. E non c'è altro che lei possa dire se non che lo seguirebbe anche in capo al mondo. E forse in qualche modo, dopo tutto il tempo passato a proteggere lui pare il caso di ricambiare il favore. << Non so se saranno più convinti ma Yuki e Riuky saranno felici di averci a portata. >> Gli sorride, quelle mani che non lasciano quel viso pallido al quale si avvicina, le labbra che si poggiano su quelle dell'altro. Un bacio che parte delicato ma che diventa passionale in poco o nulla. Il corpo della ragazzina si lascia completamente andare addosso a quello del bianco mentre non si stacca da lui per parecchio tempo. Non le importa separarsi da lui, vuole solo che lui stia bene, nel migliore dei modi possibili, lontano da quel distretto e sempre più accanto a lei. [Chakra ON]

22:15 Kan:
  [Divano] Tutto passa in secondo piano in quel momento, il nome del gatto, le conseguenze del sangue nero, tutto quanto diviene decisamente superfluo quando Shizuka si volta a guardarlo in maniera più ravvicinata. Il battito cardiaco aumenta sensibilmente nel vedersi fissato da quelle azzurre iridi, il calore del corpo aumenta iniziando ad avere caldo; ella riesce ancora a fargli quel tipo di effetto, la vicinanza con lei non ha cambiato di una virgola le di lui reazioni. Inspira ed espira lentamente, cerca di regolarlo mentre ne incastona lo sguardo, si, non ha segreti e non cela nulla per lei, deve sapere tutto di lui, ogni minima sfumatura. La malinconia viene meno quasi del tutto lasciando posto ad una piccola nuova luce quando quell'argomento viene intavolato trovandola concorde; convinto di quella scelta fino al midollo, deve, necessita di fare quel cambiamento ma più di tutto, lo deve a lei, deve ringraziarla, deve sdebitarsi per ogni regalo fattogli, per quella protezione che lei ha voluto fornirgli. Shizuka si è allontanata da Kusa e dal clan per lui ed è giusto che adesso sia lui ad avvicinarsi a lei, riportarla dalla sua famiglia; le sorride dolcemente nella felicità dei genitori e non dispiace neanche a lui essere vicino a quei due, a quella famiglia che considera tale <E' un primo passo ma lavoreremo anche per il clan. Farò il possibile per farmi accettare da loro, per convincerli, a qualunque costo> desiderando quell'approvazione più di ogni altra cosa, desiderando passare la vita con lei nel posto da lei desiderato. Ci sta pensando seriamente a come agire, come convincerli ma cosa ma potrebbe fare per portarli ad una simile decisione? Dimostrarsi leale? Si, verso Shizuka o verso loro? Forse incontrare il loro capo può essere utile. La distrazione giunge dalle carezze di lei, il contatto con le manine e quel bacio ricambiato, da semplice a passionale, da passionale a più spinto, più desideroso in quel gioco di lingue intrapreso dal bianco le cui mani discendono lungo tutto il corpicino carezzandolo a sua volta. Sta rinascendo sempre più e vuole farlo con lei, vuole averla al suo fianco. [Chk On]

22:34 Shizuka:
  [Casa - Divano] Le parole sono superflue dopo un poco, la vicinanza dei due non cessa di essere unica e ricercata, come le prime volte e per sempre probabilmente. Lui non fa altro che sorridere all'affermazione riguardo ai genitori, ma poi sembra voler sottolineare come voglia impegnarsi anche per farsi accettare come Kokketsu a tutti gli effetti, poter tornare in quel posto sicuro che lei considera casa. Quello strano rapporto che la rossa ha con i membri del suo clan è qualcosa che va oltre la normalità, oltre il comune concetto di attaccamento familiare. Ma non dice nulla a riguardo, si riversa sul corpo altrui, baciandolo, assaggiandolo poco alla volta, dimentica di quel gattino che sicuramente starà guardando altrove. Quelle mani che le sfiorano i fianchi tornano a farle sentire i brividi lungo la schiena, se prima aveva però freddo ora quella felpa inizia a risultare scomoda, di troppo. Si separa da quelle labbra per qualche secondo, il respiro decisamente affannato, le guance già tinte di un violetto riconoscibile. << Mio, andiamo di là? >> Vuole stare comoda, per quanto quel divano possa essere grande non sarà mai quanto il letto che hanno nell'altra stanza. Aspetterebbe una risposta, ma non senza stuzzicarlo, andando a mordicchiare delicatamente l'orecchio sinistro di lui. Parte dal lobo, salendo poco alla volta verso quell'anellino che li accomuna, pregandolo quasi di assecondare la femminile richiesta, chiedendogli di distrarsi da quella pioggia e coprirne il suono con qualcosa di molto meglio, più armonioso per così dire. [Chakra ON]

22:45 Kan:
  [Divano] Non è un Kokketsu, ne geneticamente ne per contagio, non possiede il loro ma vuole entrare in quel luogo, farne parte e riportargli Shizuka. Ogni suo obiettivo non dipende da un villaggio o da altro, può fare tutto ciò che desidera da qualunque posto di Kagegakure e domani avrebbe iniziato a pensare al modo migliore per avere successo. Il respiro diviene affannato durante quel bacio lasciandosi assaggiare, lasciandosi prendere mentre il gattino sceglie di sua spontanea volontà di giocare con il bastoncino ed il filo, s'intrattiene riempiendo la stanza di piccoli miagolii, appena preso e già dimenticato. Il calore aumenta per entrambi, fa caldo, la magliettina diventa insopportabile, così come ogni veste e quella coperta, di troppo, fastidiosa mentre giunge le richiesta di lei, andare nell'altra stanza; scosta lo sguardo alla volta del corridoio, alzarsi, essere più comodi su un letto, via dagli occhi del gattino. Respira lentamente, con difficoltà, l'orecchio viene morso, digrigna i denti mentre la situazione diviene più difficile, trattenersi lo è <Andiamo di là> scosta la coperta dai corpi di entrambi cercando di fuoriuscire da quella posizione tornando in piedi tendendo la mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi e con lei dirigersi verso la camera da letto. Passo dopo passo abbandonando il salotto con un ultimo sguardo al gattino, troppo impegnato per dar loro retta seppur gli conceda una veloce occhiataccia. La pioggia, il temporale all'esterno non viene più calcolato nonostante essa continui a battere contro le finestre; i pensieri vengono meno, sostituiti completamente dalla presenza della fidanzata capace di distrarlo, di farlo sentire meglio solamente con poche parole e pochi gesti, capace di renderlo felice. [END]

Il gattino viene preso con il papabile nome di Shura, dopo aver vagliato un possibile Yukio ma la pioggia esterna porta in Kan il ricordo della notte della missione, malinconico rivede i corpi di Sango e della ragazza. Infine un nuovo passo avanti viene fatto da parte del Sumi informandola che vuole lasciare quella casa a Konoha per trasferirsi a Kusa così che Shizuka torni dalla sua famiglia, dal suo clan e lui con lei.