Confronti post missione
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Giocata dal 10/12/2022 21:47 al 11/12/2022 01:23 nella chat "Quartiere dei Clan [Konoha]"
[Quartiere Nara] La giornata del Nara è stata piuttosto tranquilla, era il suo giorno libero dagli anbu e l'ha dedicato allo studio delle tecniche di clan e a quello delle mappe del villaggio e dei suoi dintorni. Ultimamente si sta impegnando molto su quel campo, vuole diventare un ninja con i fiocchi in modo da poter proteggere i deboli del mondo, in particolare i piccoli, esattamente come ha fatto durante la missione con Katai e Shizuka. L'animo del genin sembra essere tranquillo anche se pensieroso, gira per il quartiere giusto per godersi la frescura notturna. Indossa ancora gli abiti da allenamento, una tuta nera semplice e delle scarpe da ginnastica del medesimo colore; se non ci fossero i lampioni probabilmente risulterebbe quasi invisibile. Vorrebbe parlare con Katai riguardo la loro missione, gli è sembrato piuttosto turbato dal loro comportamento, ma ha deciso di lasciare all'amico i suoi tempi per metabolizzare gli eventi di quella sera e di aspettare che sia lui a farsi vivo. La luna è in cielo, alta e pallida, illumina la notte e quasi oscura la luce delle stelle che sono nettamente più lontane di quel corpo celeste. Cammina per la strada con le mani in tasca badando ai fatti suoi, con la testa fra le nuvole e il naso all'insù cercando di scrutare qualcosa che voli sopra la sua testa, ancora non è riuscito a ritrovare quello strano corvo dal piumaggio bianco, ma non demorde. Il sigillo sul collo in questo luogo ultimamente gli fa parecchi scherzi, gli sembra di vedere più stendardi Nara di quanti ce ne siano mai stati ma evidentemente è solo una sua impressione, perché nessuno dei suoi parenti sembra aver notato la cosa. Quella vecchia quando la beccheranno dovrà loro un sacco di spiegazioni come minimo. Ha già percorso quelle strade una volta. L'ha fatto con il medesimo scopo. O forse non proprio il medesimo. Questa volta il passo è pesante, aggravato da un peso che porta sulle spalle - e sul petto. Il primo curva lievemente il busto in avanti, anteponendo le spalle, schiacciando lo sguardo sotto le sopracciglia leggere. Il secondo, invece, rende il respiro più veloce, accelerato, nonostante la fatica fisica sia pressoché minima. Percorre quelle strade dove vecchio e nuovo si mescolano tra loro in un connubio quasi naturale. Rami, cespugli e fronde s'insinuano tra le maglie architettoniche del cemento e del vetro , quasi compenetrassero reciprocamente in una commistione voluta, cercata. E' il QUartiere dei clan della Foglia, quello che, un giovane Uchiha, percorre a passo svelto. E' vestito di abiti monocromatici, scuri, perlopiù neri. Una maglia dal collo alto e circolare, che sfiora il mento, le maniche lunghe sino ai polsi, lasciando le mani libere d'infilarsi dentro le tasche di un paio di pantaloni neri, ampi e comodi. Quest'ultimi sono stretti attorno alle caviglie da giri di bende candide, pulite, nuove. I piedi sono fasciati da calzari ninja delle tonalità scure del blu, lasciando libero solo il calcagno e le dita. Unica nota di colore è quella sciarpa cremisi che si avvolge sul cingolo scapolare, risalendo sino al bordo della mascella e ricade oltre le spalle, in una lingua di sangue. Tra le scapole, poi, c'è un ventaglio rosso e bianco, simbolo del clan Uchiha. E' una maglia caratterizzata solo da quella nota cromatica, mentre non presenta fronzoli, né altri decori. Dietro la cintola, all'altezza della natica destra, tiene con sé una sacca portaoggetti, che trascina tutto il suo scarno armamentario: due fuuda nei quali sono sigillati , all'interno, due tronchetti per la tecnica della sostituzione ; due tonici per il recupero del chakra, un tonico curativo ed un kunai, uno solamente. Dinanzi all'ingresso delle residenze Nara, si arresta, proprio dove le guardie cittadine gli impediscono il passaggio. < Shiroichi Nara. > Esala quel gelido respiro, in loro direzione. < Lo sto cercando. > Conclude, in attesa che gli venga liberato il passo o condotto a lui il soggetto in questione. [Equip: kunai x1|tonico pf x1|tonico chakra x2|fuuda con tronchetto x2] [Quartiere Nara] Il Nara camminando per il quartiere si trova casualmente a passare verso l'entrata dello stesso dove un paio di suoi parenti alla lontana stanno facendo la guardia, non ci presta particolare attenzione al momento alcuni membri meno impegnati nel mondo ninja decidono di onorare il clan proteggendo i confini dello stesso da minacce esterne, la sfortuna di Katai questa sera è che i due non abbiano proprio in simpatia il simbolo che indossa, loro sono più vecchi di Shiroichi, più ottusi e decisamente più pieni di pregiudizi rispetto al genin. Sembrano guardare in cagnesco Katai con la chiara intenzione di non far passare un Uchiha per quella strada, soprattutto se il tono che viene utilizzato da quest'ultimo sembra così freddo, sembra quasi cercare rogne. La famiglia si protegge a tutti i costi e i due restano impalati lì immobili come due statue di terracotta. Almeno finché non è Shiroichi a sentire la voce dell'amico che parlando con gli altri lo nomina. Il genin si dirige così verso quella posizione e guarda prima Katai poi gli altri due. <È un mio amico, non c'è bisogno di fargli il terzo grado> dice in tono calmo ma che non lascia spazio a dubbi, non vuole rotture di scatole questa sera, è il suo giorno libero e una rissa Nara Uchiha non è la cosa che lo rilasserebbe di più al momento. Non attende che quei due si spostino da lì anche perché sembrano titubanti ad ascoltare le parole del genin, e si avvicina a Katai tentando di prendergli gentilmente il polso per aggirare le due guardie e iniziare a passeggiare per il quartiere. Qualora l'amico l'avesse assecondato una volta allontanatosi avrebbe lasciato la presa e avrebbe detto <Scusali, sono un po' scemi, vedono nemici ovunque; bella maglia comunque! Hai deciso di portare il simbolo del tuo clan, mi fa davvero piacere per te Katai-kun> non vuole subito intavolare il discorso missione, anzi spera che non esca proprio e che l'amico abbia capito le sue motivazioni e sia semplicemente passato a trovarlo per fare quattro chiacchiere ma dubita fortemente che sia così. Arresta il passo dinanzi alle sentinelle dell'ingresso. Le mani ancora nelle tasche dei pantaloni, così lo sguardo nero che si alza, su i due shinobi, in attesa di una loro risposta. La Luna argentea si staglia alta nel cielo, contro il firmamento terso e scevro d'ogni ostacolo. La luce delle stelle è lontana, fredda, siderale; proprio come quella del satellite eburneo. I lampioni s'intervallano lungo la strada, ma quel che maggiormente rischiara i contorni, delinea i bordi e sottolinea le forme, è proprio il pallore lunare. Del medesimo colore l'epidermide del giovane Uchiha, che s'intravede appena, se non sul viso, dal taglio obliquo, ripido, scosceso. Maledettamente giovane. Eppure già alle prese con questioni che, i suoi coetanei, probabilmente neanche affrontano, non tutti almeno, dato che Shiroichi è uno di quelli. Ed è proprio con quest'ultimo che ha un conto in sospeso, una questione pendente. E' lì per quello e forse anche per altro, ma questo dipende molto da come andranno le cose e non è capace di fare pronostici, non è neanche in vena di farli, in effetti. La voce di Shiroichi, poi, gli viene in soccorso, quando le due guardie all'ingresso sbarrano il passo con convinzione, forse anche troppa. < Nh ?> Alza il mento, gettando lo sguardo oltre le spalle degli energumeni , così da gettarlo addosso al Nara più famigliare, più conosciuto. La presa di quest'ultimo non è qualcosa di impossibile, tantomeno di ostacolato, si lascia trascinare, in silenzio. < Ho deciso di essere quell'Uchiha che manca al clan. > Esordisce, senza poi troppa enfasi nel tono. < Un esempio , per tutti. > Chiarisce. < E tu, invece, che esempio vuoi essere per gli altri ? > Insinua, mellifluo. [Quartiere Nara] L'amico si lascia trascinare fortunatamente e così la loro conversazione ha inizio, non sembra molto in vena di chiacchiere banali e subito inizia ad insinuare cose, ma Shiroichi finge di non capire, l'Uchiha sembra distante anni luce da quello che lui ha imparato a conoscere, o forse è proprio lui ad essere cambiato col tempo, col suo lavoro, con le delusioni che il mondo gli sta lanciando in faccia. <Buon per te, c'è bisogno di persone che diano il buon esempio a tutti> dice sorridendo tranquillamente nei confronti di Katai che però non ferma lì il discorso, insinua qualcosa, Shiroichi sa di non poter evitare il discorso oltre, quindi che si aprano le danze, e vediamo che succederà tra questi due amici. <Esempio? Chi dice che io voglia dare un esempio?> dice il Nara osservando l'amico con un sopracciglio alzato <Io voglio proteggere il villaggio, questo è il mio obbiettivo e lo sarà sempre fino a che non sarò diventato Hokage e non sarò morto> dice il ragazzino, non ha mai detto di voler dare il buon esempio a nessuno, né tantomeno si erge a modello di moralità da seguire, è solo un quindicenne, anche se volesse dare il suo esempio a qualcuno sarebbero in pochi a seguirlo, forse giusto i piccoli del clan ai quali bada di tanto in tanto quando le loro madri hanno degli impegni. <Dove vuoi arrivare Katai-kun?> chiede iniziando a camminare senza meta, non ha voglia di stare fermo, tantomeno se nelle vicinanze ci sono quei due, se dovessero iniziare a discutere probabilmente finirebbero per attaccare l'amico e questo lui non lo vuole quindi spera che quest'ultimo lo segua in un luogo più consono a questa discussione e meno alla mercee di orecchie indiscrete. Non si ferma a parlare, continua a camminare, quasi necessitasse di sfogare la millesima parte di un nervosismo impalpabile, ma sottocutaneo. Il passo, tuttavia, è lento, distratto, trascinato. Un passo ruvido, che attende l'altro, nonostante tutto. Le mani rimangono nelle tasche, però, così le dita che permangono nascoste. Le spalle lievemente curve in avanti, come ali d'un nero rapace, illuminato solo dalla luce argentea della Luna. E , come tale, getta un'ombra densa, laddove colpito, proprio al pari di un giorno fulgido, ma immerso nelle ombre. < Mh > Mugugna, solamente, in un singhiozzo vocale che nasce dalla gola e si stampa, morente, contro le labbra giunte, chiuse, sigillate. E' l'unica risposta a quel buon augurio - o qualunque cosa sia - che l'altro gli rivolge, almeno in principio. Ma non si ferma lì, non lascia che sia l'immaginazione a farsi avanti, né a colmare il divario di certezza che li separa. < E non credi che un Hokage debba dare l'esempio ? > Domanda, retorico - o quasi - dal momento che non si lascia trascinare in quel discorso, non sulle prime, almeno. Non lo guarda, non ancora. < Un Hokage ucciderebbe mai un nemico indifeso ? > Taglia corto, volutamente diretto, lapidario. < Un Hokage finirebbe un nemico allo sbando ? > Sono quesiti che gli rivolge con sincera domanda, dal momento che non conosce le qualità di un Hokage, di un Kage in generale, figurarsi , poi, se sia mai capace di ergersi a giudice di quella figura superiore in grado, che detta legge tra i suoi simili. In qualche modo. [Quartiere Nara] Il tono di voce dell'Uchiha è freddo e lapidario nelle sue considerazioni <Certo che un Hokage deve dare il buon esempio, ma deve anche proteggere il suo popolo> risponde serio il ragazzo continuando a camminare senza però guardare l'amico che continua con quella che ai suoi occhi dovrebbe essere una ramanzina ma che a Shiroichi non fa né caldo né freddo, lui ha le sue idee e le porta avanti nel modo che ritiene più opportuno, che all'amico piaccia o no, lui ha visto cose da anbu che l'amico non può nemmeno immaginare e da quella ignoranza che Shiroichi definirebbe beata si permette di sindacare sulle scelte altrui. <Un hokage farebbe ciò che è necessario per proteggere il villaggio> risponde secco e freddo il ragazzino <Sarebbe morto comunque, dissanguato, gli ho semplicemente dato il colpo di grazia, oppure avresti voluto saperlo agonizzante mentre noi andavamo a chiamare i soccorsi?> chiede curioso il ragazzino. Ovviamente sa che Shizuka avrebbe potuto tamponare quella ferita per evitare che l'uomo morisse così presto, ma non crede che avrebbe dovuto farlo quindi nemmeno la nomina. <Allo sbando Katai-kun? Allo sbando è un ladruncolo di strada che ruba più per necessità che per mero diletto, quelli erano pedofili, hanno quasi ucciso una bambina e avrebbero fatto lo stesso con i due che abbiamo soccorso quando li abbiamo beccati> dice serio. Vorrebbe aggiungere altro ma si morde la lingua, ha promesso a Shizuka di moderare i toni quando gli avrebbe parlato perché altrimenti avrebbero solo finito per litigare si trattiene quindi dall'aggiungere altro se non <Se non ti stava bene perché non mi hai fermato?> chiede curioso il ragazzino, senza ombra di sfida nella voce ma con sincera curiosità, vuole capire le motivazioni dell'amico per immedesimarcisi meglio ed evitare così di uscire dal seminato e discuterci < Proteggere il suo popolo..> Ripete, in un filo di voce, quasi fosse un mero sussurro rivolto più a se stesso che all'altro. Non parla da solo, non propriamente, ma , di fatto, si rivolge ad una coscienza personale ed un rimuginare strettamente intimo, che lo isola dal contesto, ma non quanto, in fondo, vorrebbe. < ... > Si zittisce, quindi, in seguito, finendo per lasciare ,all'arido vuoto di parole , la loro conversazione. Lo sguardo è basso, gravato da un peso invisibile che mina il capo e la postura, in maniera reversibile, sì, ma pur sempre palese. Lui non ha idea delle atrocità che si possano commettere in un corpo Anbu e , di fatto, non ne ha mai sentito parlare. Ma sarà davvero così ? Gli Anbu saranno davvero l'atroce corpo di polizia che tanto si decanta ? O in realtà è solo la netta contrapposizione con la Shinsengumi a renderli tali, almeno a gli occhi dei civili ? Non ci sono risposte per simili domande, non tutt'ora, non al momento. < Non sei uno sciocco, Shiroichi. > Esordisce, quando l'altro centra il punto della questione, adducendo le sue motivazioni, in qualche modo onorevoli, in qualche modo leggere, precarie. < Forse sarebbe morto, ma io avrei provato a salvarlo..> Commenta, forse oscenamente sincero. < ...solo per vederlo sbattuto in galera. > E poi, cosa avrebbero fatto di lui, lì, non sarebbe stato affar suo. O forse sì ? < Non giustiziato sommariamente. > Si sofferma. < Giudicato e non da noi, ma da chi di dovere. > Chi , di preciso, non lo sa, ma di certo non si erge a giustiziere della notte, lui. < Non ti ho fermato perché non ho potuto > Si giustifica, semplicemente. < Ero occupato a soccorrere gli altri quattro e ad obbedire al capo team. > Già, il leader, proprio come lei l'ha sfidato ad essere. [Quartiere Nara] L'Uchiha non sembra affatto convinto delle parole del Nara ma sembra più convinto di essere in grado di salvare tutti con la sua sola volontà <Perché avrei dovuto salvarlo, la missione non diceva di portarli agli anbu o alla shinsengumi, diceva di dar loro una lezione, decisamente quello che abbiamo fatto> dice brutalmente onesto il ragazzino, forse troppo, forse più di quanto l'Uchiha sia disposto a sopportare <E cosa credi che sarebbe successo in galera? Sai cosa fanno agli stupratori in galera? Credi gli sarebbe andata meglio così? Fidati, non è così> dice con tono calmo e piatto, quando fa la guardia alle prigioni e capita nel reparto isolamento il novanta percento dei prigionieri sono pedofili messi lì per essere protetti dagli altri detenuti che altrimenti gli farebbero la festa. <Non è stata giustizia sommaria, li abbiamo colti in fragrante, o credi che stesse facendo vedere a quel bambino come si calciasse una palla da calcio Katai? Hai visto la piccola quanto spaventata era e com'era conciata? E quella in ospedale che per poco non ci lascia le penne? Chi era più importante? Loro oppure quella feccia umana che non sarebbe cambiata nemmeno tra un milione di anni?> gli fa vedere il suo punto di vista il Nara, gli chiede di pesare le vite di quegli uomini con quelle delle loro vittime, quale ha più peso nella mente dell'Uchiha lo sa solo lui. <Non hai potuto? I quattro a terra che ha colpito Shizuka erano spacciati nel momento stesso in cui l'hanno attaccata. Il capo poi era uno sbruffone pieno di sé l'avevo in pugno con il mio controllo dell'ombra e sembrava convinto di non essere in pericolo, ha avuto quello che si meritava. Katai-kun apprezzo la tua bontà e il tuo senso di giustizia, credimi, ma non si può portare sempre a casa la missione senza fare dei sacrifici siano essi fisici o di etica morale. Oppure credi che io mi sia divertito ad uccidere quell'uomo?> chiede con una punta di curiosità il moro all'amico, crede davvero che lui sia un sadico e che abbia provato piacere nell'ucciderlo? < E secondo te meritavano la morte ? Era quella lezione ? > Ora si ferma, ora si volta, ora alza lo sguardo e lo fronteggia. Di scatto, improvvisamente, mosso da un'istintiva e atavica reazione. Le mani rimangono nelle tasche, però, poiché non c'è nulla di bellicoso nella sua reazione, niente di violento, se non nello sguardo. Quegli occhi neri, vitrei, che rifulgono come ossidiana grezza, tanto nera da sembrar lucente. < E sei così convinto che fossero degli stupratori ? > DOmanda, insinuando il germe del dubbio, titillando le orecchie altrui. < Forse hai ragione. > Abbassa il tono della voce, mentre il volume, di fatto, non si era mai alzato. < Forse non sarebbero mai cambiati davvero, ma , di certo, non spettava a noi giudicarlo, né giudicare loro stessi. > Più loquace del solito il giovane Uchiha, mosso da un fremito di disappunto che affonda le radici nella genetica, nella storia stessa. Nel suo sangue. < Mi fraintendi se pensi che io non volessi fermarli almeno quanto te, almeno quanto Shizuka stessa. > Non si protrae in avanti, ma tantomeno si ritrae al contatto visivo che l'altro, se vorrà , potrà instaurare. < Ma non intendevo ucciderli per insegnargli che i bambini non si toccano neanche per sbaglio. > Condivide quel pensiero , rivelando , parzialmente o totalmente, il suo punto di vista sulla questione. < Forse non ti sei divertito. > Accetta quel dato di fatto. < Ma vuoi dirmi che l'hai fatto per pietà verso la sua sofferenza ? > Chiede, insinuando, inquisitorio, quella richiesta, colorata solo dall'argenteo manto lunare, che risplende su entrambi, allo stesso modo, in quella notte limpida. [Quartiere Nara] <Sono convinto che meritassero di peggio della morte, semplicemente non c'era tempo per far sperimentare loro quel peggio> dice il ragazzino freddamente quasi come se parlasse del più o del meno. <E tu sei convinto che non lo fossero? O che non lo sarebbero diventati? Qual è il limite che si impone un criminale? Picchiamo a morte i bambini ma non stupriamoli perché sennò siamo cattive persone?> riprende con un tono di sarcasmo nella sua voce, non voluto sia chiaro, ma comunque presente. L'esperienza di vita dell'Uchiha è limitata per sua fortuna a quello che c'è sopra la superfice del mondo degli shinobi, mentre Shiroichi con il suo mestiere vi si sta immergendo sempre più profondamente e rischia in qualche modo di venirne inghiottito perdendo quella fiducia nell'essere umano che fino a pochi mesi prima lo contraddistingueva. Il Nara è indubbiamente cambiato e ha deciso di diventare parte attiva di quel mondo che ha promesso di proteggere lasciando da parte se necessario anche ciò che il suo cuore non vorrebbe mai fare, tipo le torture che è costretto a fare per lavoro solo perché i suoi capi glielo ordinano. <E a chi spettava giudicare? Chiediamo al padre della bambina? Ai genitori degli altri due? Chi decide qual è la giusta punizione per un crimine?> chiede curioso il ragazzo fissando negli occhi l'amico non è né arrabbiato né preoccupato, il loro dal suo punto di vista è solo un confronto su idee diverse di giustizia e sul modo di applicarla. <So che volevi fermarli, non sei uno stupido e sei una delle persone più buone che conosca, semplicemente non concordo con te in questo caso. Mi conosci, sei la persona che mi conosce meglio oltre a Shizuka e ai miei genitori> in quest'ordine sia chiaro <Credi che di punto in bianco io possa mettermi a giustiziare sommariamente qualcuno solo perché ha gettato una cartaccia nel contenitore della raccolta differenziata sbagliato?> chiede retorico <Oppure credi che ci siano delle motivazioni dietro le mie azioni? Non mi sono divertito e no, non l'ho fatto per pietà verso di lui, l'ho fatto per donare a quei bambini la certezza che un giorno quelli non si sarebbero presentati alla loro porta per cercare vendetta. Per quello l'ho fatto, non sono un giustiziere a sangue freddo, quando ho usato il controllo dell'ombra avrei potuto tagliargli direttamente la gola, l'hai visto anche tu, ha segnato lui la sua fine estraendo l'arma, io gli ho semplicemente dato la spinta verso la direzione giusta.> dice onesto il Nara <E lo rifarei mille volte se servisse a portare la pace nella vita di quei bambini, anche se questo gesto dovesse spezzarmi dentro> il Nara ha un profondo senso del sacrificio, soprattutto personale, ha rischiato di morire in missione per compierla, ha rischiato di morire per difendere Kaori, non si tira indietro di fronte al pericolo della morte per salvare qualcuno e questo dovrebbe saperlo bene anche l'Uchiha che durante la missione con il Daimyo l'ha visto proteggere anche coloro che erano fino a pochi minuti prima i loro avversari con il suo scudo d'ombra. < Mpf > Sbuffa, sonoramente. E' un singulto sonoro che sfida la fervida rigidità delle sue labbra, strette l'una sull'altra, in una linea sottile e rosea che solca il volto, poco al di sopra del mento. Quest'ultimo, ora, non è altro che un aguzzo crocevia di lineamenti rigidi e obliqui, resi più marcati - nella linea della mascella e nelle sporgenze degli zigomi - dalla sottocutanea e palpabile rabbia. < Tu, senza dubbio, conosci i criminali meglio di me. > Accetta, finendo per chiudere gli occhi, per rifugiarsi dietro quei sipari di carne che calano sul suo Mondo, nascondendo il volto altrui alla sua vista, ma non le sue parole. Ascolta con attenzione la filippica che l'altro monta in favore di se stesso e delle sue azioni. < Non so chi debba occuparsi della giustizia, ma di certo non un ninja qualunque. > (Attualità Lv.1) Replica, in tono basso, a quelle domande che gli vengono poste. Il capo chino, il mento basso: qualcosa pesa gravemente su di lui e la postura ne è la conseguenza diretta, riflessa. < Non credi nei sistemi di giustizia di questo Villaggio ? > Insinua, verso di lui, che per primo dovrebbe collaborarvi, per primo dovrebbe affidarsi ad essi. < Non so cosa sia successo di preciso quando la tua ombra si è allungata per arrivare alla sua. > In fondo, la sua conoscenza dell'abilità innata del Nara è strettamente legata alle notizie e le spiegazioni che egli stesso gli ha fornito, durante i loro discorsi. < So solo che quel tipo non aveva altro da aggiungere contro di noi o contro quei bambini. > Era ridotto ad un colabrodo, quasi inerme, sicuramente inoffensivo. < Non c'era bisogno di ucciderlo e non in combattimento, ma a sangue freddo..> Cosa ancor più grave, almeno a gli occhi dell'Uchiha. [Quartiere Nara] Katai per la prima volta questa sera ha detto una cosa giusta secondo Shiroichi, lui conosce i criminali meglio dell'Uchiha. <Perché non dovrei credere nei sistemi di giustizia del villaggio?> chiede curioso il ragazzzino non capendo davvero dove l'amico voglia andare a parare <Sono al servizio del villaggio, e ne rispetto le regole. Il sistema di giustizia di questo villaggio mi ha permesso di fare quello che ho fatto, la prova è che siamo qui a parlarne e non sono rinchiuso in cella da qualche parte> dice il moro con una semplicità disarmante <Potevo controllare ogni suo singolo movimento, paradossalmente la tecnica che lui tanto ha bistrattato è stata la sua fine, anche con Kore avrei potuto fare la stessa cosa durante il nostro scontro, ma non volevo ferirla e ho preferito arrendermi> dice onestamente, non sa nemmeno se ha mai parlato a Katai di quando ha combattuto con la sabbiosa ma questo al momento non ha minimamente importanza per il discorso che stanno affrontando adesso. <E io so che quel tipo se non l'avessimo fermato in tempo si sarebbe fatto scudo con quel bambino per avere salva la vita, cosa avresti fatto tu Katai? Ho avuto l'occasione di salvare la vita al bambino prima che la situazione precipitasse e l'ho colta> sciorina lentamente il ragazzino passandosi la mano tra i capelli per domare il ciuffo che stava per finirgli negli occhi <Avrei fatto lo stesso per te o per Shizuka.> aggiunge grave. <Credi davvero che io avessi sangue freddo in quel momento Katai-kun? In quel momento il sangue mi ribolliva nelle vene, esattamente come quando ci siamo trovati contro Sadako al monte dei volti di pietra, avrei voluto uccidere anche lei quando ho sentito che aveva picchiato Kaori, a prescindere dal fatto che poi lei mi abbia lasciato> ma Katai lo sa che Kaori ha lasciato Shiroichi o meglio che si sono lasciati? <Ho fatto il mio dovere, proteggere i più deboli, non c'è altro da dire, il resto sono solo sfumature apprezzo davvero il tuo buon cuore e il tuo proposito di non uccidere nemmeno i malviventi, ma tu che avresti fatto se quell'uomo avesse avuto me in ostaggio, o Shizuka, o tuo nonno? Sapendo che ci ha ferito fin quasi a ucciderci? L'avresti lasciato davvero alle autorità competenti? Oppure avresti attaccato con tutto te stesso per salvarci la vita. Io personalmente piuttosto che vedere qualcuno che ti faccia del male attaccherei per uccidere, senza pensarci minimamente, non si toccano i bambini, non si toccano i deboli non si toccano i miei cari.> questo ragionamento forse è dovuto anche all'influsso di Shizuka sul Nara ma il pensiero fondamentalmente è sempre stato questo, solo che ora il genin è abbastanza forte da riuscire ad agire attivamente per mantenere la giustizia. <Non ritengo di aver fatto nulla di sbagliato, e mi dispiace che tu non pensi lo stesso, non posso costringerti a ragionare come me e nemmeno voglio farlo; spero solo che nel momento in cui ti troverai in una situazione del genere tu agisca nel migliore dei modi per salvare te stesso e gli altri piuttosto che finire ucciso perché non vuoi uccidere a tua volta> dice con tono dispiaciuto il ragazzino, non vuole discutere con Katai che di fatto è uno dei pochi amici che ha se non il più stretto escludendo Shizuka, è preoccupato che quest'ultimo finisca male per il suo enorme senso di giustizia ma spera che prima o poi capirà che non si può portare sempre a casa la missione senza vittime. < Se ci credi veramente, allora avresti dovuto consegnare quei malviventi a gli Anbu o alla Shinsengumi. > E pensare che, la sua conoscenza riguardo i primi, è frutto proprio di quanto ha appreso dal diretto interlocutore. Ma questo non lo dice, perché non ha bisogno di ribadirlo, non all'altro, almeno. Rimane fisso lì dov'è, sul posto, stabile e stante, alla stregua dell'ennesimo traliccio , alimentato da corrente alternata, che illumina la strada, gettando un cono di luce gialla tra le ombre del vicolo. < Se sei in grado di controllare gli altri, allora dovresti maneggiarli con cura. > Replica, lapidario e diretto, senza mezzi termini. < Se avessi mostrato pietà, magari avrebbero capito i loro sbagli, sarebbero rimasti in vita, in tempo per pentirsene. > Rincara la dose, volutamente, cercando il confronto, esponendo tutte le idee e i dubbi di cui è portatore. In qualche modo, gli riversa addosso interamente il proprio disappunto. < Avrei potuto usare un'illusione su di lui, proprio come ho fatto nella missione con il Daimyo. > Rivela, snocciolando parte delle proprie potenzialità, così com'è accaduto,ma probabilmente, nessuno se ne è accorto, tantomeno il Nara. Lui non ha intenzione di dare ulteriori spiegazioni, non ha intenzione di dilungarsi oltre in quel reciproco scambio di dettagli circa le loro capacità. < Ti ha lasciato ? > Domanda, improvvisamente, dinanzi a quella rivelazione che lo coglie del tutto impreparato, completamente disarmato. Ed il dolore dell'altro diviene il proprio. Perché si sa, un Uchiha è emotivamente partecipe di ogni cosa, seppur superficialmente appaia irrobustito di una scorza di indifferenza e distanza, forse proprio per evitare la disfatta emotiva. < Questo tuo ragionamento è il male del Mondo. > Scuote il capo, mentre il tono si fa aspro. < Dolore che causa altro DOlore. E così via. E ci sarà sempre una Guerra, sempre una Battaglia. > E' arrabbiato sì, ma forse ancor più amareggiato, ancor più deluso. < Io voglio mettere fine a questo cerchio di Odio. > La mano esce dalla tasca e spazza l'aria tra di loro, in orizzontale, in un semicerchio che parte dallo stomaco e raggiunge il fianco. < Sangue che chiama altro sangue, solo perché nessuno riesce a domare i propri istinti. > E lui, invece, a soli quindici anni ? Sarà mai capace di mantenere quello stoico contegno a lungo ? < Io sarò il ninja che sacrificherà se stesso per il bene di tutti. > Sì, nessuno escluso. E con sè stesso intende il senso più ampio del termine. [Quartiere Nara] <E cosa credi che avrebbero fatto gli anbu?> chiede curioso il Nara, ben sapendo il trattamento che viene riservato a quelle persone nelle loro prigioni. Vorrebbe tanto dirgli cosa fa come lavoro e perché ha queste conoscenze, ma le regole glielo impediscono, forse così l'amico capirebbe, non può dirglielo decisamente. <Come ha fatto lui con quei bambini? Anche lui aveva controllo su di loro, o come hai fatto tu con le tue illusioni col figlio del Daimyo? Illudendolo di qualcosa che in realtà non esisteva che nella sua mente? È più giusto così> chiede curioso riguardo all'idea che l'Uchiha ha di cosa sia giusto e cos'è sbagliato. <La pietà l'ho avuta non lasciandolo agli anbu, sarebbe stato torturato per chissà quanto tempo, avrebbe visto la morte come unica salvezza in una vita di dolore estremo> dice seriamente essendo parte anche lui di quel corpo sa come reagiscono i prigionieri alla tortura, odia vederlo e odia farlo, ma gli ordini non si discutono. Il discorso poi per un attimo si volge verso Kaori <Sì, non le stava bene l'amicizia con Shizuka, l'ha chiamata sfasciacoppie e mi ha detto di scegliere tra lei e Shizuka> racconta a grandi linee la storia il Nara non nascondendo un pizzico di amarezza per come le cose siano andate con la biondina <Ragioni davvero in modo utopistico Katai-kun, mi piacerebbe credere davvero che un mondo come quello che descrivi sia possibile, e vorrei davvero viverci ma purtroppo sono nato in questo. Spero davvero che tu riesca in questa tua impresa, io d'altro canto proteggerò tutti a modo mio, anche te, combatterò chiunque si permetta di toccarti anche se tu dirai che va bene così e di lasciar perdere, perché è questo che fanno gli amici, si proteggono l'un l'altro e se tu non vuoi difenderti sarò io a farlo> sostiene con forza e convinzione, verso quel ragazzo che sente di avere la verità in pugno pur non conoscendo la realtà dei fatti. <Ti auguro davvero di riuscirci e quando ci sarai riuscito diventerò un medico e curerò le persone, ma fino a quel momento sono un ninja della foglia, sono un ninja di kagegakure e combatterò fino all'ultimo respiro per proteggere il villaggio e chi vi abita> sostiene con fermezza. Alla parola sacrificio però il Nara si apre la tuta e alza la maglia mostrando una cicatrice circolare all'altezza del polmone destro del diametro di qualche centimetro <Io mi sono sacrificato rischiando la vita per una missione, non è cambiato nulla. Non morire per il senso di giustizia, vivi per combattere un altro giorno e metterlo in atto> conclude il ragazzino aggiustando la maglia di nuovo dentro i pantaloni e richiudendo la tuta. < Torturato ? Da gli Anbu ?! > Incredulo. Prima Shizuka gli parla di individui che sottraggono la memoria e modificano i ricordi, poi Shiroichi accenna a delle torture in seno alle forze dell'ordine Anbu. QUalcosa, in quel Mondo degli Shinobi, evidentemente non va, ma deve scoprire ancora cosa. < Non posso crederci. Mi rifiuto. > Scuote il capo, incredulo. Pare aver visto un fantasma. < Io..> esita, in seguito, dopo una pausa voluta e cercata, una pausa che pone un freno alla lingua e al flusso di parole, in favore del discorso su Kaori stessa. E sul Nara. < ..io non lo sapevo. > Si giustifica, forse inutilmente, forse a ragion veduta. < Non ho mai detto di non volermi proteggere. Non ho mai detto di volermi arrendere. > Rimbrotta, finendo, di fatto, per socchiudere nuovamente gli occhi, in un atto di riflessione più concentrato e profondo degli altri. < Semplicemente non intendo metter me stesso prima del Villaggio. > E' questo ? Davvero ? < E' ciò che dovrebbe fare un ninja, o sbaglio ? > Domanda, retorico, poiché non attende realmente una risposta. < Ma ti ringrazio, Shiroichi. > Sbatte le ciglia, ora, una volta solamente. Riapre gli occhi, puntandoli addosso all'altro. < Se vuoi proteggere il villaggio, allora dovresti proteggere i suoi abitanti. Uno ad uno. Indiscriminatamente. > Parole forti, parole dure da digerire, ma che rappresentano il punto di vista del giovane Uchiha. < !! > Le sopracciglia si sollevnao, poi, quando l'altro mostra la cicatrice e allude ad un sacrificio più grande, ma più concreto, più pratico. < Cos'hai fatto ? > Domanda, in tono di voce più basso. < Io voglio cambiare le cose Shiroichi. > Annuisce, andando a rafforzare il suo verbo. < Ad ogni modo, tra qualche giorno sarà il mio compleanno, sai ? > Lo informa di quell'evento, che dovrebbe tenersi di lì a pochi giorni. < E vorrei che tu ci fossi. > Si sofferma, pensieroso. < Anche Shizuka. > Aggiunge, sebbene questo non l'abbia ancora detto all'altroa. < Non voglio festeggiare nulla. E? stato un anno duro. Mi basta un ramen da Ichiraku, insieme. > Rivela, dimostrando, per la prima volta, di tenere a quelle due figure di rilievo. E rimarrà lì, a discutere ad oltranza , se necessario, tenendo il proprio punto fermo, almeno fin quando sarà necessario ( E N D) [Quartiere Nara] Ascolta le parole di Katai che non sembra sapere veramente nulla del mondo che lo circonda ne tanto meno della corporazione della quale fa parte. <Non sarò io a convincerti del contrario, avrai modo di scoprirlo con i tuoi occhi in futuro, spero il più tardi possibile> aggiunge infine. <Non lo sa quasi nessuno, solo Kore e Shizuka, è successo perché era gelosa di lei...> spiega con rammarico il Nara non senza un triste luccichio negli occhi che però se ne va via veloce com'è arrivato, più il tempo passa e più il genin si accorge che è meglio così. <È esattamente quello che ho fatto io ho messo il villaggio prima di me stesso, ho pensato prima ai bambini che alle mie remore per togliere una vita. Semplicemente abbiamo punti di vista differenti Katai-kun ma l'uno non necessariamente esclude l'altro> sostiene con fervore il Nara guardando negli occhi l'amico. <E come decidi chi proteggere se due membri del villaggio lottano tra di loro o uno ferisce l'altro? Non può esserci sempre equità in questo mondo per quanto sarebbe bello. Uno dei due avrà ragione e l'altro avrà torto, uno andrà protetto l'altro andrà attaccato.> questo il punto di vista dal quale il Nara non si schioda, non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena, bisognerà fare una scelta prima o poi e scegliere a quale delle due cose rinunciare. <Mi sono beccato una freccia di chakra in un polmone che è collassato mentre ero in missione per salvare degli ostaggi. Ci sono quasi morto dissanguato.> dice serio senza scomporsi minimamente <Ti auguro davvero di riuscirci> gli sorride bonariamente non prendendolo in giro ma sperando davvero che il suo amico sia davvero in grado di fare ciò che si è proposto di fare. <Ah sì?> chiede conferma <Mi farebbe veramente piacere partecipare, grazie per l'invito, lo accetto volentieri> gli sorride andando a poggiargli gentilmente una mano sulla spalla e chinando il capo in segno di ringraziamento <Sono sicuro che anche Shizuka sarà veramente felice di partecipare, magari poi possiamo anche andare al karaoke o in sala giochi dopo il ramen> propone allegro il ragazzino per tentare di smorzare un pochino la scorza dell'Uchiha e farlo sciogliere un pochino. <Se davvero ti basta quello non sarò di certo io a negartelo, conta pure su di me!> dice sorridente. I due nel frattempo continueranno la loro discussione riguardo ai rispettivi punti di vista, probabilmente al momento sono su due piani troppo diversi per capirsi realmente l'un l'altro ma si spera che durante questa serata riusciranno per lo meno a chiarire quanto più possibile l'accaduto così da non avere ripercussioni sulla loro amicizia[END]