Anamorfismo
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Giocata dal 04/12/2022 22:33 al 05/12/2022 00:35 nella chat "Chiosco di Ramen "
Una nuova serata, una nuova vita, e un nuovo senso di fame che colpisce anche lei ovviamente < dovevo pranzare > se la canta e se la suona da sola, dato che si, è sola. Ma lontano vede lo stand bellissimo dove gli aromi e tutto il resto vengono a lei, il ramen che si sporge a richiamarla come una dolcissima sirena dal canto meraviglioso. Respira a pieni polmoni, si rilassa perfino, concentrandosi adesso sul proprio elemento, nel chakra già impastato e assapora il gusto dell'Omnyoton che la permea, elemento bizzarro e unico. Immagina di dividere il proprio essere, il chakra, tutto di lei con un ascia meravigliosa, affilata, spargendo il proprio chakra al fianco alla creazione di un viso che ormai ben conosce da troppo tempo. Shinji nasce ancora , scuro nei capelli, pallido il viso, il rosso dello sguardo che si intensifica nell'osservare la gemella che l'ha richiamato. Vestito di tutto punto, ma questa volta diverso, con un semplice maglione scuro e pantaloni neri, scarpe e eleganti e una lunga giacca. Chissà che non possa cambiare vestiario solo pensandolo. L'opposto, il proprio yang e colui che ha evocato, e lei l'oscurità permea nel corpo esile d'una fanciulla pallida da sembrare un fantasma nato dalla luce della luna. Pallida e serafica, nel viso e nell'espressione che sa quasi di dolcezza, annusando intorno a se alla ricerca della sensazione di morte che vi possa essere, se mai ne trovasse ovviamente. Calza sempre una veste di luce , seppur in quei pizzi e merletti che cingono il collo , i polsi e la gonnellina ampia, vi siano sempre bardature di un blu che riconduce anche alle punte dei capelli , tinti da chissà quanto e chissà perchè, così opposta dall'altro da metter in risalto una purezza che non le appartiene per nulla. E calza una bellissima pelliccia bianca che pare vera, chissà che non lo sia davvero? "ho fame" si lamenta proprio lei, attraversando quella strada , l'ingresso e finalmente vedere il suo amore perduto < buonasera Ichiraku > lo saluta, lui che come tutti gli altri è letteralmente uguale, stampo per stampo < che buon odore qui! > allegra come poche altre volte, incredibile. [chakra on][2/4 tentativo innata][se innata on -2 chakra] [Chiosco] Questa sera ci è impossibile infiocchettare la pillola come accade solitamente, niente spiegazioni particolari e ancor meno urge dare una giustificazione sensata. Perché recarsi in un chiosco di ramen con il preciso scopo di desinare, quando esistono locali migliori e in prossimità di casa? La motivazione più logica è il prezzo rapportato alla porzione servita, a riguardo il buon Ichiraku è stato abile a farsi un nome anche grazie a quella strategia di marketing. Aggiunte e variazioni, in termini di ingredienti, gravano di appena pochi ryo sul costo finale del prodotto, il che permette al cliente di personalizzare il proprio pasto senza dover sborsare uno stipendio. A proposito di introiti, ciò che percepisce Majima mensilmente non gli permette di essere tanto flessibile da fregarsene di dove consuma i pasti e di cosa mangia. Guadagna più come postino, considerato il suo lavoro principale, che come shinobi. Quanto all'affitto può stare tranquillo, condivide ancora l'appartamento con i suoi genitori ma in questa sede, è meglio non parlare di loro. L'argomento genitori è difficile da affrontare per Majima, in quanto, volente o nolente, come tutti gli educatori hanno influenzato pesantemente la sua vita. Come tutti i ragazzi, egli è giunto al punto della sua crescita in cui deve metaforicamente ucciderli. Succede sempre così, quando si prende qualcuno come punto di riferimento: inizialmente si è in estasi e si riesce solo a vedere il meglio. Si è quasi stregati, bloccati in quell'infatuazione che al tempo stesso rende deboli e incapaci di reagire. Si è portati, poi, a giustificare le eventuali gaffe, non attribuendo la corretta responsabilità per gli errori commessi. Ecco perché i bambini sono impotenti di fronte ai loro caregiver, che essi siano i genitori naturali o gli educatori, perché quest'ultimi possono comportarsi come vogliono con la consapevolezza che il pargolo non reagirà. È proprio questo maledetto meccanismo ad aver condizionato la crescita di Majima, ciò che inavvertitamente ha plasmato il suo carattere. A non essere stato contaminato, invece, è il suo stile di vestiario. Eccentrico, bizzarro e poco adatto al contesto. Per l'occasione non si è messo in tiro più di tanto, anzi, consapevole dei metri che avrebbe dovuto percorrere, ha preferito indossare un paio di scarpe da ginnastica, dei comodi pantaloni in cotone e una felpa sportiva. Sembra stia indossando un set completo, infatti è tinto di un viola scuro e decorato da tre striscioline bianche ai lati. Per finire, porta anche un berrettino di lana nero e un paio di quanti grigi. Giunto al locale, si avvicina e saluta tutti i presenti, senza però degnar loro uno sguardo. < Konbanwa. > I suoi occhi, dopotutto, cercano uno sgabello libero. Eccolo lì, al lato più estremo del locale, sulla sinistra, con dei rimasugli di olio sul tavolo appena sopra, ma tutto sommato accettabile. Ricapitolando il loro ultimo, unico invero, incontro è stato davvero particolare, come se Majima stesso l'abbia percepito come un sogno, un incubo , lei non lo sa ma ricorda bene la mente di quel giovane ragazzo perchè l'ha trovata davvero, troppo, interessante al proprio cospetto, al loro cospetto. E tutti e tre varcano la soglia , chi prima chi dopo non importa, perchè lei e il gemello rimangono sinceramente in silenzio vocale "è quel giovane?" chiede Shinji invero, perchè fissa la zazzera verde dei suoi capelli, notando le asticine degli occhiali scuri che indossa lui , e la bianca che sorride dolcissima "scopriamolo, e vediamo che problemi ha ". Si certo, perchè è Majima stesso ad aver problemi no? I passi di entrambi si fanno sentire, attraversano il piccolo spazio che divide dalla tenda fino al bancone, alla fila di sgabelli che lo precede ignorando i tavoli liberi sparsi. Kiku stessa per prima siede alla destra di Majima, Shinji alla destra di lei, sollevando la giovane adesso il visino oltre verso chi sta dietro, verso Ichiraku < possiamo iniziare con del sakè caldo > richiede, per farsi anche sentire dal giovane dai capelli del prato alla propria di sinistra, quello a cui volge lo sguardo, come se non lo conoscesse < buonasera > confida nella loro vicinanza, il sorriso etereo sempre presente sul proprio visino dolce e morbido, nello sguardo che si fa poco più affilato per comprendere se sia davvero il giovane con la moneta a portata di mano, quella che non ha compreso avere la stessa faccia in entrambi i lati . Un lungo, lunghissimo momento dove lo guarda, dove vuole attrarre l'attenzione su di sè, prima di tornare avanti vedendo che due bicchieri tozzi e larghi di legno vengono posti, e una bottiglietta cicciotta e calda concessa. Sarà Shinji a versare il liquido ambrato e delicato al loro interno, allungandone uno per lei, lo stesso che prende tra le dita < è caldo > molto caldo, tanto che attende qualche attimo prima di portarlo alle labbra, ingollarne un pò e sentire il bruciore all'esofago e alla vita, e tornare a poggiarlo < ma in queste sere così fredde non c'è di meglio.. > confida, ad alta voce, volgendosi al postino < non credete? > e per lui, adesso è quella domanda. [chakra on][ innata attiva ][se innata on -3 chakra] [Chiosco] Il presupposto di mangiare una porzione abbondante di ramen, pagato poco, e andarsene lo porta sedersi. Sfoglia il menù cartaceo perché ancora non ha dimestichezza con i codici QR e i depliant digitali. D'un tratto, alza il dito indice per attirare l'attenzione del cuoco, subito dopo comunica la sua scelta. < Kake udon, kudasai. > L'altro annuisce, confermando di aver inteso l'ordine e si volta per iniziare la preparazione assieme all'assistente, ma non prima di accontentare un altro cliente, nonché quello vicino a lui. Ciò non è sufficiente a farlo voltare, piuttosto pensa bene di estrarre il telefono e aprire Ninjagram. Curioso di vedere se ha postato qualcosa, preme sull'unico suo follower, incontrato la scorsa settimana in centro. Sospira, non contento di trovare una pagina bianca, e chiude il telefono. È adesso, che nell'udire le parole di lei, realizza di chi ha accanto. È sufficiente sentire il caratteristico modo di parlare, che lui trova fastidioso, per connettere i puntini e risolvere l'enigma mai iniziato. Che cosa può fare, adesso, per svincolarsi da questa sensazione? Già, perché se non fosse chiaro, Majima non è affatto contento di trovarsela accanto. Il perché è presto detto: dopo l'ultimo incontro con loro egli è rimasto col sospetto irrisolto che lei l'abbia drogato senza nemmeno presentarsi. Stargli alla larga è il minimo, sarebbe un folle se non reagisse alla sua presenza. Ma prima, crede di dovere delle scuse al cuoco che, probabilmente, ha già iniziato a cucinare i suoi udon. Si alza, scostando di poco lo sgabello e rimette il telefono in tasca. < Gomennasai, Ichiraku-san. > Dal momento che non ha ancora ricevuto la pietanza calda, non si sente costretto a pagare, tuttavia deve quantomeno una spiegazione. < Non ho più fame. > Falso, ma per essere una scusa inventata sul momento può bastare. Forse, così facendo, avrebbe deluso le aspettative di lei. Poco importa, dopotutto in quel frangente sta pensando solo alla sua incolumità. Non vuole avere a che fare con chi l'ha drogato e non ha nessuna valida ragione per restare in quel locale, a stretto contatto. Per quel che gli riguarda, vista la liberta ch'ella s'era presa nell'antecedente incontro, ora lui può benissimo scegliere di andarsene. Ed è proprio quello che avrebbe fatto, voltandosi e iniziando a camminare, diretto dalla parte opposta, nella strada principale di Konoha. Il motivo per cui, in quest'occasione, non s'è abbandonato al suo solito dovere di vassallo, è fin troppo semplice: l'istinto di autoconservazione è emerso vincitore. Da lì, se avesse proseguito per almeno una ventina di metri verso il centro, si sarebbe iniziato a confondere tra il resto dei passanti. Attende che si renda conto di lei, quando lo chiama, quando vuole farsi vedere, con quel sorriso meraviglioso e strambo che ha sulla faccia, di quelli che sono li a dire "lo so che lo sai" , e tutti e due lo sanno, ma lei pensa che lui fosse già drogato, lui pensa che invece sia stato lei a drogarlo in qualche modo, oh la beatitudine di un genjutsu. Shinsji se ne sta al proprio fianco in silenzio, sorseggiando il sakè come se non conoscesse nessuno dei due, come se fosse li per puro, purissimo caso, ma tutto sente, e quasi tutto vede ovviamente. Ma sarà Kiku a rendersi conto di tutto , di quell'espressione molto poco felice, di quel suo modo di muoversi, nella voce e nel dire come se volesse davvero scappare da li, da loro , rendendosi conto che forse davvero l'ha spaventato un pò troppo l'ultima volta e li sorride < cosa succede? > sbatte le palpebre cercando di dare la miglior prova attoriale nei suoi confronti come se non lo conoscesse, come se non sapesse nemmeno chi sia , spaventata un pò anche lei.. se non fosse che tenterebbe di espandere il proprio chakra oltre il corpo, oltre gli tsubo, verso la mente di colui che le è vicino ancora, cercando di modificare la sua mente. Non vedrebbe più Kiku, vedrebbe una ragazza dai capelli rossi e lunghi, degli occhi azzurri, un corpo mozzafiato nelle forme morbide ed eleganti, così come le vesti scure di quel kimono che ella porta. Perfino la voce è diversa, come se quello che avesse sentito prima non fosse altro che uno sbaglio.. ma dietro di lui, o meglio, davanti alla tenda che divide Ichiraku dalla strada ci sono tante kiku messe una accanto all'altra, tutte sorridenti e magnanime, o almeno così vorrebbero apparire . Kiku, trasformata agli occhi altrui, rossa, più alta, donna e morbida che va a prendere il proprio sakè < cosa non va in te, giovane? > calda, roca, adulta quella voce . "nel caso voglia uscire, bloccalo Shinji, ti trasformerò in una chimera nella sua mente" , si stanno divertendo, lei da morire, quando Majima stesso non vedrà ne sentirà Shinji stesso uscire e porsi davanti al locale. Ma se solo il verdino scommettitore guardasse fuori vedrebbe le zampe di una bestia raspare violenta contro la terra , pregne di sangue, dilaniando il corpo di un infante poco lontano di cui le urla arrivano solo a lui. Lo sta violentando per proprio diletto, si. [chakra on][innata attiva][ 3/4 tentativo sconvolgimento a 2 sensi : visivo, uditivo][chakra - 14]
Giocata dal 05/12/2022 21:41 al 06/12/2022 02:08 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Chiosco] Immaginate questo scenario nella vostra mente: è sera, siete stanchi, vi mettete comodi e decidere di fare una passeggiata e mangiare qualcosa. Per l'occasione andate in quel classico chiosco di ramen, dove sapete che il cibo costa poco ed è confortevole da mangiare. Vi recate lì, in tranquillità e vi sedete, finalmente pronti a cenare, con l'odore di carne che accelera la salivazione. In procinto di ordinare, vi accorge per caso che al vostro fianco c'è la persona che ha cercato, o meglio è riuscita, a drogarvi e a farvi passare una brutta serata. Il fatto che vi sia dell'incertezza su cosa possa aver causato quelle visioni, perché urge ribadire che non ne è convinto del tutto, peggiora ancora di più la questione. Soltanto uno stupido sarebbe rimasto lì seduto, Majima potrà anche apparire come tale ma in verità è fin troppo conscio di doverle stare alla larga. Dopo essersi alzato si rende conto di percepire la realtà diversamente, il che gli fa sospettare di essere caduto vittima ancora una volta delle sue droghe. Non ha sufficiente esperienza per capire che uno stupefacente agirebbe anche a livello neuronale, alterando tutti i sensi, così come non ha ancora preso dimestichezza con le illusioni. In fondo, una persona non si aspetta di girare per Konohagakure e finire vittima di un genjutsu. Sbatte le palpebre degli occhi almeno un paio di volte, quasi sperando che il breve attimo di buio tra una chiusura e l'altra gli permettesse di resettare la sua visione, un po' come accade quando spegne il cellulare. Tuttavia, questa non sembra intenzionata a cambiare. Una schiera di signorine bianche hanno accerchiato il chiosco, quasi ricreando quell'atmosfera di sospesa astrazione tipica di un flash mob. All'apparizione della rossa non sembra reagire con stupore, forse perché ella ha l'aspetto più normale tra tutte le copie presenti. Sembra una persona qualunque e, se ragionevolmente stizzita del suo comportamento, la sua reazione gli appare naturale. D'altra parte, rispondere alla domanda di lei non risolvere il vero problema, che ora occupa interamente la mente del giovane kendoka. Sta subendo l'effetto di droghe, ok, ma perché? Quand'è avvenuto il contatto? Possibile che lei sia riuscita a drogarlo prima ancora che se ne accorgesse. Ma soprattutto, per quale motivo? < Gomen. > Replica solo, quasi mormorando. È più dispiaciuto per il cuoco che ha iniziato a cucinargli il piatto rispetto ad altro. Fa' un mezzo inchino alla signora, tenendo le mani giunte, poi torna in posizione eretta. Si riposiziona gli occhiali sul dorso del naso con il dito indice e aggiunge: < Adesso farebbe meglio a spostarsi. > Parole taglienti le sue, con un tono quasi ostile. Incontrare la ragazzina candida non l'ha di certo messo di buon umore. È in questo momento che divaricherebbe appena le gambe e formerebbe un completo sigillo della capra di fronte al suo petto. Inizia un rituale importante per lui, in cui supplica una divinità per ottenerne il favore e questa, presumibilmente, lo aiuta a impastare il chakra. Altro non è che l'unione di due poli, uno bianco e uno nero, uno fisico e uno psichico. Farebbe fluire queste energie nel punto di giunzione, in corrispondenza del suo busto, ove tiene entrambe le mani sospese. < Ebisu, donami la tua abbondanza. > E' concentrato, gli occhi sono serrati e si abbandona a quell'importante preghiera. Il suo sguardo suggerisce che voglia fare sul serio. Perché questa volta no, non può semplicemente lasciare correre. Non può restare in balia della droga. Piuttosto, può provare a reagire e capire cosa gli sta succedendo. Ma soprattutto, perché? Chi è il nome di lei e perché gli sta facendo tutto questo? [4/4 Tentativo impasto chakra]Tutti sanno che il Ramen Ichiraku sia il migliore del circondario, nessuno ha mai messo in dubbio tale realtà assoluta se non qualche profano. Eppure qualcosa in questa serata pare andare storto. Poco alla volta all'interno del Chiosco i vari commensali inizierebbero a mostrare quasi segni di avvelenamento alimentare. Mani che scendono verso l'addome, qualcuno che addirittura si piega per i crampi sopraggiunti in maniera improvvisa e pare inoltre che la fila al bagno esterno sia ormai arrivata a quanto meno una decina di persone. Che vi sia qualcosa di andato a male? Che gli ingredienti non siano freschi come il previsto? Questo il dubbio che attanaglia il povero Ichiraku ora e che porta i nostri sventurati avventori a dover relazionarsi con un dolore addominale crescente e con qualche scarica di feci di troppo. Qualcosa mi dice che l'ospedale di Konoha presto verrà preso d'assalto.
Sorride al giovane, lo sta torturando mentalmente continuando a indurre il proprio chakra nella sua mente creando illusioni e suoni diversi, alcuni nemmeno li sente ne vede lo spostamento di Shinji che avrà la fortuna di non dover assistere a tutto quello, annoiato e scocciato al suo solito dai modi crudeli in cui la piccola Seimei si diverte a torturare quel piccolo giovane ragazzo < sei molto carino > conferma dal suo rossore adesso, capelli di fuoco, occhi azzurri, corpo diverso dal proprio, con tante piccole kiku che iniziano a canticchiare a bocca chiusa, ma che solo lui potrà vedere e sentire, come se davvero l'avesse drogato solo per il proprio estro e per comprendere come il proprio potere e il proprio genjutsu possa ribaltare una serata che si presupponeva noiosa, ma che adesso prende una piega differente, qualcosa di totalmente, irrimediabilmente disgustoso, la loro fortuna? Non hanno mangiato niente, solo bevuto del sakè, ma intorno scoppia il caos, il delirio totale! La puzza immonda la deconcentra da quello che sta facendo dando fine al tutto, alzandosi dalla sedia con uno scatto dei fianchi < oh kami che schifo sta accadendo! > perchè ovunque si giri, ovunque guardi tutti stanno male, e ..si, feci ovunque, scariche incontrollate, pantaloni sporchi, sedie orrende, il pavimento che diviene una latrina pubblica e tutto ciò la disgusta non poco, con qualche conato di vomito che la prende e cerca di non respirare . Ormai il genjutsu è andato a farsi benedire, e a lui arriveranno ovviamente tutti i suoni rumori gusto e olfatto di sempre non potendoli più controllare. Ma lo fissa, intensamente, concentrandosi della propria energia negativa divenendo trasparente come fosse incorporea, tentando il suo spostamento verso di lui col chakra stesso, scattando in sua direzione per toccarlo col corpo - tentando di seguirlo ovviamente - e se sfiorato tenterebbe di possederlo anche se non completamente , e se vi fosse riuscita avrebbe il controllo parziale del suo corpo, o quantomeno, momentaneo. Se vi fosse riuscita sorriderebbe per la sensazione, lui che non potrà controllare i suoi movimenti, lei invece che lo forza ad uscire da li , sempre che vi sia riuscita chiaramente, per iniziare a sperimentare su altri la propria di forza. [chakra on][innata attiva][ 3/4 tentativo di possessione | per 2/4 di turno dall'eventuale contatto| 1/4 di possessione per uscire fuori - massimo spostamento in questa condizione per prenderlo 12 metri e mezzo ][chakra - 29] [Chiosco > Strada] L'inspiegabile, questo accade al piccolo chiosco di Ichiraku. Da sempre noto per l'onestà delle porzioni e la qualità della materia prima e da questa sera... beh, da questa sera verrà ricordato anche per il disastro di Ichiraku. Diarrea spontanea, conati di vomito e panico tra i commensali. I più fortunati riescono a correre, affetti al massimo da una piccola forma di meteorismo, ma alcuni di loro non riescono a trattenersi. Tra chi si corica, incapace di contenere il dolore allo stomaco, chi invece fa di tutto per liberarsene e si accovaccia, usando gli stessi vestiti per darsi quel poco di privacy che ciascun essere umano merita. Un film dell'orrore, non può essere solo che questo. Oppure l'effetto della droga, quella stessa droga che, sempre presumibilmente, gli ha somministrato. Trovare una quadra della situazione diventa ancora più arduo quando, nel rimanere immobile di fronte alle assurdità di quella sera, avverte qualcosa toccargli e subito dopo, questione di secondi, perde la concezione dello spazio. Prima era dentro, adesso è fuori, accaduto in un battito di ciglia, ancora più enigmatico di tutto il resto. È questo, dunque, ciò che sta sperimentando? È questo il modo in cui gli stupefacenti alterano la realtà di chi li assume. La sua inesperienza lo porta a credere di sì, dev'essere quello. Dannazione se lo odia e cavolo se è una sensazione orribile. Non riesce a capacitarsi di come possano esistere persone dipendenti da tali effetti, da cosa cercano di sfuggire esattamente? Non si trova a suo agio in assenza di coscienza, è sì abituato ad affidare alla casualità la maggior parte delle sue scelte, ma nel farlo è completamente consapevole. Adesso, invece, quasi non lo è più. Cosa gli sta accadendo, di preciso? Trova conforto nell'unica cosa, forse, che ha un senso con la realtà da lui conosciuta. La fonte di vita, l'azzurrina energia che scorre all'interno di lui e che incrementa le sue capacità. In quanto kendoka, ne fa utilizzo soprattutto per accentuare la capacità motoria, come se fosse necessaria a rimuovere dei freni inibitori. Si guarda intorno, adesso, vedendo il chiosco alle sue spalle e i cittadini di Konoha più in là, dalla parte opposta. Anche quella gentaglia sembra confortevole, seppur distante, perché rasenta il reale a differenze di quell'odioso 'muro' bianco che ha di fronte a sé, con quell'odioso sorriso. Non trova niente di bello in tutto ciò, e come potrebbe? Da un lato abbiamo un generale attacco di diarrea, dall'altro una fila di Kiku che, nella sua menta, non sono tanto meglio delle feci. Mette il piede sinistro avanti, tenendo il destro in tensione. Le gambe sono leggermente piegate ed entrambe le braccia sono pronte a facilitare un moto ben noto a un postino come lui. Darsela a gambe, correre, togliere il disturbo il prima possibile. Nel farlo, avrebbe tenuto entrambe le mani piatte, quasi a voler tagliare il vento. Sarebbe proprio passato tra una Kiku e l'altra, forse nell'unico punto debole di una qualsiasi barriera umana. Grazie alla corsa, che per inciso lo porta a spostare il suo peso in avanti, avrebbe proprio cercato di sfondare la fila di Kiku con l'intero corpo. [Chk: 10][2/4 Movimento all'esterno {POSSESSIONE}][2/4 Tentativo corsa per 30 metri]La bianca eterea figura della Seimei non pare essere così favorevole all'odore nauseabondo che inizia a sprigionarsi all'interno del chiosco. E dire che questo accade per la prima volta in questa serata e in generale nella vita del noto rivenditore di pietanze squisite oltre ogni livello. Comunque è così decisa ad allontanarsi dal posto che per farlo nel più veloce dei modi sceglie addirittura di impossessarsi del corpo del giovane Tenkubashi che nulla può contro le capacità della Chunin e quindi viene costretto a muoversi verso l'uscita di almeno 15 metri, distanza che consente alla coppia di allontanarsi quanto meno dalla scena più drastica del defecamento. Anche se le persone ormai stanno sciamando fuori dal locale e alcune si ritrovano a cadere per strada, prese da spasmi incontrollabili. Date le abilità quindi della donna, il postino viene portato all'esterno ma ovviamente l'illusione non può essere mantenuta. Tuttavia il povero ragazzo si ritroverà fuori dal locale del degenero ma siccome la dama bianca ancora non si è separata dal di lui corpo non vedrà più nemmeno lei. Questo ovviamente significa che entrambe le figure, una unita all'altra proseguiranno insieme in quella fuga, con stavolta il postino a portarsi dietro lo spirito della piccoletta, senza avere notizie invece di quell'uomo che in realtà dovrebbe essere l'altra di lei metà.
Non ci sono più illusioni, il mare di schifo dove sono finiti , ma ne approfitta questa volta per tentare qualcosa di nuovo, di diverso, di ciò che ha imparato facendogli perdere per un attimo, per un istante la completa volontà del suo stesso corpo, e lei prenderne il controllo totale, come se fosse entrata dentro di lui, e tale sarebbe, portandolo ad uscire da quel luogo di schifo per non vomitare - chissà se vomiterebbe Majima a questo punto o solo lei - per respirare a pieni polmoni . Controlla il suo corpo e lui la sentirà? Chissà che non creda chissà a cosa, come a quelle droghe ad esempio, percependo adesso una massa diversa e più prestante, pesante in effetti, di arti più lunghi ed è anche più alta in effetti. Movimenti che non è abituata a fare, controllare quel corpo le riesce difficile ancora, difatti non farà che prenderlo per sè per qualche attimo finchè non riuscirà più a a tenerlo stretto alla propria volontà. Ma è dentro di lui ancora, lo sta possedendo, potrà vedere coi suoi occhi, e gli occhi verdi del giovane saranno divenuti gelidi, azzurri come i propri perdendo la loro espressione per prendere quella serafica della giovane, insomma, Majima con gli occhi dolcissimi di lei, meraviglia delle meraviglie. "è veramente bello" si trova a commentare mentalmente, lasciandosi portare via dal ragazzo , sotto lo sguardo di uno Shinji sbalordito, lui che non può fare una cosa uguale ma simile sebbene molto diversa. Chissà che anche la mente di Majima senta i suoi pensieri? Questo non potranno saperlo ancora, ma perlomeno sono lontani da quello schifo, e lei fluttua (?) dentro di lui "credo di averlo potuto controllare per pochissimo" cerca di capire se con la propria forza e il chakra riesca a trattenere quel collegamento mentale e diverso , se possa farli alzare una mano, un braccio, ma niente. Shinji che non li perde di vista, cercando di capire dove diamine stiano andando, permanendo dietro di loro finchè l'altro non inizia a correre, e lui cerca di raggiungerli mantenendo una distanza di almeno 10 metri fissando la schiena del giovane che pare esser solo "non succede proprio più.. però sono sicura, per un attimo ci sono riuscita" ghigna lievemente, lasciandosi trascinare via per quei 30 metri di corsetta che lui si fa, e solo quando sarà arrivato li, alla fine di quel movimento, la dama bianca finirà per distaccarsi da lui, scivolando via dal suo corpo, trattenendo il proprio chakra e nascergli dalla schiena direttamente, uno spettacolo decisamente inquietante e diverso < è stato meraviglioso > trilla lei alle sue di spalle, povero Majima![chakra on][innata attiva][2/4 dentro Majima + 1/4 tentativo fine possessione][chakra -33] [Strada] Qualche ora prima, quando ha aperto l'armadio di camera sua e ha deciso di indossare la tuta da ginnastica non pensava che l'avrebbe utilizzata sul serio per il suo scopo. In tutta onestà, non riesce a smettere di pensare alla maniera confortevole con cui avrebbe voluto concludere la faticosa giornata e alla successiva interruzione da parte di lei. È rosso di furore alla sola idea che questa persona, questa conoscenza, possa avere un impatto negativo sulla sua giornata con così poco. Non può esserne terrorizzato, d'altra parte, perché l'aspetto di lei è fin troppo angelico per suscitare paura. Ciononostante, si macchia di azioni che stanno letteralmente rovinando la sua quotidianità. È un lavoratore prima di tutto, un postino, un kendoka e uno shinobi, non può proprio permettersi un'influenza del genere nella sua vita. Deve poter uscire e recarsi al lavoro, al Dojo dai suoi maestri o anche in un dannato chiosco di ramen senza preoccupazione. Ecco perché, quando ode quella vocina squillante dietro di lui, compiaciuta di quanto appena fatto, non può provare altro che odio nei suoi confronti. Si volterebbe solo per metà, dando le spalle all'altro lato della strada e guardando la ragazza con la coda dell'occhio sinistro. < So che cosa hai fatto. > La sua giovane mente può condurlo solo a credere, di nuovo, che sia lei l'artefice di quelle assurdità, proprio lei che usa le droghe per influire sulla mente degli altri. Avvicina la destra alla stanghetta degli occhiali e li toglie per poi piegarli e riporli nella tasca a cerniera dei pantaloni. I sommelier più famosi di Kagegakure definirebbero il suo un gesto di classe, eppure se non li indossa più è soltanto perché vuole evitare di romperli. Questo è sufficiente, a lui, per convincersi delle sue prossime intenzioni. La sinistra è aderente alla sua anca, in tensione e chiusa in un pugno carico del sangue acceso che ha accumulato fino ad ora. < Non ho ancora capito che cazzo vuoi. > I denti serrati rendono difficile alla sua bocca pronunciare quelle parole ma è evidente che siano cariche di ira. Dalla sua reazione, però, non sembra essere alla ricerca di risposta. Quanto accaduto questa sera è bastato a rovinare la sua giornata, per quel che gli riguarda. Si volterebbe del tutto, adesso, guardandola degli occhi. Le sopracciglia inarcate evidenziano ancor di più la sua condizione di rabbia, pronta a tradursi in azione. La distanza c'è, il sangue ribolle e il suo gelido sguardo non lascia spazio ad altra interpretazione. Il piede destro inizierebbe a roteare assieme al bacino, sfrutterebbe il moto rotatorio dell'anca per alzare il piede mancino ancora piegato, che verrebbe poi disteso a mezz'aria solo al fine di raggiungere la testa di Kiku e colpirla con violenza. Un calcio laterale, quanto basta a scaricare tutte quella tensione.[Chk:10][2/4 Tentativo attacco semplice {calcio laterale}] Si diverte in effetti, è stata un'esperienza ultra sensoriale degna di nota, non avere il proprio corpo, essere dentro un'altra persona e farne parte, vedere dove va, rimanere al suo passo, è stato una novità non indifferente e non aveva mai avuto modo di provarla ma solo di studiarla e imparare la teoria di base. Finalmente ne esce fuori, riprende il proprio corpo, e fissa il giovanotto dal basso verso l'alto, è uno scricciolo dopotutto, e inclina il capo come se fosse davvero così tanto innocente dandogli il tormento interiore, povero Postino. < cosa ho fatto? > sbatte le lunghe ciglia più volte, osservando il suo fare, l'ha portato proprio al limite e nemmeno se ne rende conto, vedendolo togliersi gli occhiali e posarli in un altro posto < io? Mi diverti > confessa lei, sorridente, ma nota il movimento della gamba, del busto stesso, e inclina le gambette verso il basso spostando la schiena all'indietro, carica le gambe e tenta un salto all'indietro spingendo il corpo contro il suolo per darsi la carica giusta per quei due metri a tentare di separarli, tentando di attutire subito dopo la discesa piccola che farebbe piegando le stesse, il rumore dei tacchi che risuonerebbero se vi fosse riuscita < OH OH > perchè lei lo sa cosa sta per accadere, difatti [Shinji] non perde tempo nel vedere quel primo iniziale movimento del piccoletto, schizzando al massimo della sua velocità per quei 10 metri che li separano, spingendo il corpo maschile con forza contro la strada, col baricentro spostato in avanti in direzione dell'otiano , tentando di fermarsi proprio di fronte a lui senza fare nulla, semplicemente un muro contro cui andrebbe il calcio laterale del giovane, ma all'altezza più bassa prevista, probabilmente prendendone il braccio. Lo assorbirebbe, nessuna smorfia di dolore, rimanendogli contro e oscurandogli la visuale < non ti conviene toccarla > un sibilo arrogante, di colui che altro non è che la sua dolce metà interiore "vedi che succede a stuzzicare qualcuno? Che mi devo mettere in mezzo io!" le ringhia nella testolina, decisamente seccato dal fare della Yin < va via > un ringhio e uno sguardo rosso e affilato per lui "con te ce la vediamo a casa".. e questo si che fa paura, la promessa di un rimprovero in grande stile quando nessuno potrà vederli, e trema lievemente, decisamente più spaventata dal moro che da chiunque altro. E' kiku a riprender parola, adesso < su su non è stato niente > cerca di ammorbidire la situazione, CERTO! [Kiku : 2/4 tentativo salto all'indietro di 2 metri][Shinji 1/4 osservazione + 1/4 tentativo di spostamento 10 metri prendendo il suo calcio] [Strada] È stato l'allineamento di diversi pianeti a condurli in un simile climax soltanto al loro secondo incontro. L'assenza di una reale presentazione, quel minimo di rispetto che perfino un esalato come lui ritiene indispensabile, così come la pedissequa apparizione di strani effetti collaterali e perdite di controllo a ogni incontro con lei. Il suo modo di fare fastidioso, l'eccessivo utilizzo di formalità quando parla, quella falsa purezza di cui s'immerge e il sorriso insopportabile unito alla sua voce. Sono tutti elementi che, messi in fila, hanno messo in cattiva luce la ragazza nella mente del kendoka. Non può essere altro che una portatrice di sventura, se egli è un vassallo della sorte non è improbabile che qualcuno l'abbia mandata proprio per ostacolarlo. In quanto tale, eradicarla il prima possibile sarebbe una soluzione efficace per restaurare la normale funzione della rota fortunae. Ritrae la gamba quando si accorge di aver colpito il bersaglio sbagliato, adesso chi è quel tipo? È sospetto il semplice fatto che l'abbia protetta e le parole di lui non sono accomunabili a quelle tipiche di un eventuale gentiluomo uscito a caso dalla folla. È stato veloce, fin troppo rapido per essere uno qualunque, deve aver padroneggiato anche lui le arti ninja. È la prima volta che si trova di fronte a qualcuno notevolmente più abile e forte di lui, a esclusione dei maestri di Kendo. < E tu chi sei? > Domanda raggrinzando per quanto possibile il piccolo naso rosso. Se l'ha protetta dev'essere in qualche modo legato a lei, forse un conoscente o un parente, più probabile che sia lo zio altrimenti non è possibile spiegare l'evidente diversità dei tratti somatici tra i due. < È inutile fare la finta tonta. > Conciona, inclinando di poco il capo per cercare di mettere a fuoco la figura bianca oltre il moro poco più alto di lui. Rimette gli occhiali, adesso, dopo averli tirati fuori dalla tasca, che sarebbe rimasta con la cerniera aperta. Nel farlo, sembra tradire le sue precedenti intenzioni, ma in cuor suo è ben conscio di non aver ancora finito. Riprende a parlare, giacché sente di aver molto da dire e non vuole aspettare di essere nuovamente sotto effetto di presunta droga per farlo. < Ogni volta che mi avvicino a te succede qualcosa di strano, mi hai drogato, giusto? > Ma non avrebbe aspettato conferma. < Te l'ho già detto: sei proprio una palla. > Se solo avesse la sua spada, lì in un fodero, pronta da utilizzare per difendersi. Sono in momenti come quelli che realizza, purtroppo, di non poter davvero camminare in quella città senza preoccupazioni. Deve disporre di un qualunque mezzo di difesa, un'arma preferibilmente, purché ce l'abbia. Non crede di doverla per forza usare, a meno che la situazione non lo richieda, dopotutto egli è ben lungi dall'essere un assassino. Una lama bianca in vita, d'altra parte, farebbe il suo bell'effetto, capace anche solo di intimidire l'avversario ancor prima di venire dispiegata. È in questo preciso istante che la mossa degli occhiali non si rivela altro che una trappola, uno scherzetto. Non ha finito, non ne ha ricevute abbastanza. Se proprio deve farlo, prima di arrivare a lei può anche picchiare quell'uomo. Se lui si azzarda a proteggere una portatrice di sventura, qualche connessione con la mala sorte deve pur averla anche lui. Chiude a pugno la mano destra e piega il braccio con il gomito rivolto alle sue spalle. Il bacino ruota di poco, quanto basta per facilitare il movimento. Avrebbe poi cercato di scaricare quell'energia in un destro, un pugno diretto al petto di lui. Non sarebbe finita lì, d'altra parte nonostante senta già le prima gocce di sudore bagnargli la fronte crede di aver ancora fiato per assestarne un secondo. Questa volta con la sinistra, la mano che ancora non si è sporcata. Da quella posizione, piegherebbe il braccio con il gomito inclinato verso il basso e lo distenderebbe, in totale tensione, dal basso verso l'alto. Il colpo è diretto proprio al mento di lui, in quello che gli esperti definirebbero un montante. [Chk:10][2/4 Tentativo attacco semplice contro Shinji {pugno al petto}][2/4 Tentativo attacco semplice contro Shinji {montante sul mento}] Nemmeno la presenza dell'uomo pare riuscire a calmare il verdino, decisamente fuori di sè , spazientito e violentato come non mai e che adesso frustrato non si preoccupa nemmeno del fatto che siano in due contro un singolo. (Shinji ) è il primo che si trova davanti al giovane, ha assorbito l'impatto del suo calcio senza nemmeno una smorfia sul viso, solo la secchezza mentale (?) di doversi esser trovato nel mezzo perchè la nanerottola non sa tenere i suoi poteri in tranquillità, così come andare a dare disturbo a chicchessia in quel modo, confondendo e lacerando. < non ti conviene avermi come nemico, ti conviene smetterla > lo avverte, decisamente troppo seccato, che si vede ormai oggetto di quei colpi, o quelli che almeno vorrebbero colpirlo dritto sullo stomaco e poi sotto il viso. Tenterebbe di muoversi anche lui veloce, la sinistra che tenterebbe di fermare il prima colpo tentando di afferrargli il polso e iniziare a stringerlo con molta, molta forza , mentre la destra tenterebbe di bloccare l'altro braccio allo stesso modo, a tenerlo fermo stringendolo con tutta la propria forza (forza 60) e torcendogli allo stesso modo entrambe le braccia < non ti conviene provare a colpirmi > gli ringhia addosso. "vedi che mi fai fare? Di questo passo verrà qualcuno a controllare che sta succedendo! (Kiku) si ritrova a sospirare, ha dato fondo a diverse energie quella notte ma di nuovo si concentra, e forse per l'ultima volta, spingendo di nuovo il proprio chakra oltre, per cercare la mente di nuovo del giovane per creare un illusione a due sensi : udito e vista. < Adesso basta, non vogliamo mica farti del male > certo, come se violentargli la mente non sia fare del male eh? < sei sicuro che il ramen di prima non ti abbia fatto stare male invece? > lo mette in dubbio ovviamente, ma se il genjutsu fosse andato in porto, adesso alla vista del giovane entrambi , Kiku e Shinji, sarebbero scomparsi alla sua vista, nessun rumore, nulla di nulla come se non fossero mai esistiti, con Shinji che lascerebbe la presa velocemente "andiamo a casa Shinji, mi sa che stasera ho esagerato un poco" , povero Majima, bullizato per il proprio diletto! E come nulla fosse successo prenderà a camminare mantenendo per quanto possibile , dato che verrà subito presa dalla testolina dallo stesso corvino "io ti ammazzo se rifai una cosa simile in un posto simile" le ringhia, e se la trascinerà in spalla come un sacco di patate. Un ultimo sguardo a Majima e poi spariranno nella notte anche loro, diretti entrambi a Kusa.[end] [Strada] Quello che è iniziato come incontro pregno di dubbi e incertezze, si è concluso fondando nuove verità nella mente di Majima. Il primo punto saldo riguarda il povero Ichiraku, vittima non solo del più atroce e disastroso attacco spontaneo di diarrea della storia, ma entrato pure nella blacklist dei locali che Majima non avrebbe più visitato per molto tempo. Questo con il preciso scopo di ridurre la possibilità di incontrare lei. La seconda certezza riguarda l'argomento incolumità: se non gli è possibile girare per la città in tranquillità dovrà prendere misure cautelari per ridurre la possibilità di venire così facilmente bistrattato. Una katana, arma preferita da qualunque kendoka, può fare a caso suo, tuttavia si sarebbe dovuto impegnare molto per procurarsene una autentica, forgiata su misura da un fabbro. La terza certezza riguarda proprio il suo ruolo nei confronti di Kiku, il sospetto che ella sia portatrice di sventura s'è ravvivato, convincendolo che in quanto vassallo della sorte sia proprio suo dovere occuparsi della sua soppressione. Non può negare che ella, assieme all'uomo che l'ha aiutata, sia piuttosto abile e capace di cose che ancora lui non è in grado di comprendere. Sopprimerla resta comunque un importante obbiettivo ma per farlo deve diventare molto più forte e padroneggiare nuove tecniche. La sua esistenza minaccia sia la sua libertà di movimento, che viene repressa dalla semplice probabilità d'incontrarla, che dal ruolo affibbiatole, nonché conduttrice di mala sorte. Majima, dal sangue ribollente, avrebbe reagito a quella presa repentina cercando di divincolarsi. Avrebbe volentieri continuati, per quel che gli riguarda, e le parole di loro non fanno altro che peggiorare il suo stato d'animo. < Nemico? > Domanda adesso senza celare la sottile vena di sarcasmo che l'accompagna, quasi come se considerasse la sua una proposta più che una minaccia. L'affermazione successiva è ancora più grave forse, giacché nega bellamente l'evidenza e appare pure spavalda. < L'avete già fatto. > Tuona lui, rendendosi conto che parlando di 'noi' stanno implicitamente ammettendo di essere complici. Il solo fatto che abbiano minacciato la sua quotidianità più di una volta rappresenta per lui un chiaro attacco. Trova doloroso e faticoso, difatti, dover sopportare quelle visioni senza poter dare una reale spiegazione. È abituato solo alla sua piccola parte di assurdità, che nella sua mente hanno perfettamente senso, come il rapporto con le divinità e le decisioni in barba alla sorte. Non è in grado di osservare tali effetti, quasi definibili paranormali, senza trovare una quadra in essi. Allorchè, nel vederli sparire esattamente di fronte ai suoi occhi, avrebbe fatto dietro front. Mette le mani in tasca e ripensa a tutto quello che è successo, e potrebbe ancora succedere, quando torna a casa. Deve fare qualcosa, questa situazione deve cambiare, ed è deciso ad agire di conseguenza. [END]