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This perfect Hell of my own

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con Saigo, Tenjiro

21:43 Saigo:
 Oggi il sonno l’ha colta presto, forse a causa delle ultime giornate, del ricordo del compleanno di Nobu che la preoccupa non poco, forse è la stanchezza accumulata, il suo tentativo di continuare a tenersi così impegnata da non poter semplicemente pensare. Forse anche quel lieve mal di pancia che si è tradotto velocemente in colica che l’ha spinta a sdraiarsi a letto con lo scaldino di riso reso caldo al punto giusto grazie al microonde, insomma tanti i fattori che l’han portata lì dov’è ora. A letto. Nel suo letto matrimoniale, in quella camera apparentemente perfetta, arredata come un qualsiasi interior design proporrebbe ai giorni d’oggi, i toni del bianco e del marmo sono dominanti è tutto così da copertina…Certo se non fosse per l’armadio aperto da cui spuntano fin troppo vestiti, quasi fosse scoppiato, quegli scatolini sparsi per il pavimento di tutta la stanza che circondando l’isola costituita dal materasso ed infine per le sue lenzuola azzurre disfatte. Lei se ne sta in diagonale, il cucino sotto alla bocca aperta con quel tipico scuro della bavetta che lenta si fa strada oltre alla sua lingua, alle sue labbra. Sdraiata a pancia in giù, gambe divaricate sotto al lenzuolino, piede destro scoperto, coscia sinistra che ha fatto la stessa fine, insomma scomposta e sembra un miracolo che il copri materasso sia ancora al suo posto. Le sue notte sono agitate. Sul comodino sommerso sotto agli abiti della giornata il telefono sempre acceso, lasciato in carica. Il pigiamino infine è un vero tocca di stile, infatti, complice anche il termostato impostato sui tropici, indossa solamente una maglietta enorme e nera, rubata a qualcuno forse di Fuji, forse addirittura di Nobu, le sta sicuramente grande tanto che la spalla sinistra spunta dal taglio del collo. I capelli infine le coprono completamente il volto, un mare di ciuffi biondo fragola che minaccia di soffocarla e al tempo stesso la proteggono dagli sguardi come la copertina di un neonato. Si muove lei, scalcia, le braccia a cosce sul materasso mostrano degli spasmi, i pugni si chiudono, non è mai facile dormire quando si è lei <no polso> borbotta <i mochi sono miei> almeno per ora sembra al riparo dagli incubi, quelli seri intendiamo, sotto ai capelli la fronte si aggrotta e quasi si disegna un broncio su quella bocca spalancata, non sembra felice che qualcuno possa rubarle i mochi. Lo scaldino che tanto l’ha aiutata ad addormentarsi e placare il pancino ora invece è sulla sua schiena, tra le scapole, come sia finito lì resterà per sempre un mistero

Il sipario si apre ancora una volta in quel di Suna. Il palcoscenico di oggi è meno concreto e tangibile di quello che ci si potrebbe immaginare, sicchè la mente della nostra protagonista vaga per lidi che lei stessa non comprende. Ormai la notte incalza e la luna è alta nel cielo. I recenti avvenimenti hanno messo sotto sforzo la sua persona sia nel corpo, che nell'animo. Il turbinio di emozioni a cui è stata esposta più o meno direttamente, ha risvegliato in lei sensazioni e percezioni che ormai erano sopite da tempo. Tanto tempo. Eppure eccola lì, nel proprio letto... apparentemente al sicuro e protetta dai mali che si nascondono all'esterno... ma solo lei sa quanto gli incubi l'abbiano tormentata nel corso degli anni. Incubi che si ripresentano di tanto in tanto, con intensità e natura variabile. Questa sera, purtroppo, un velo nero sta per stendersi sulla povera Saigo. Un velo fatto di angoscia, paura e premonizione. Nulla potrà, infatti, contro l'oscurità che or ora la inghiotte e turba il suo sonno. La visione di Poldo e dei Mochi verrà avvolta in men che non si dica da una pioggia di sangue, che assordante copre tutto e sovrascrive qualsiasi percezione abbia avuto fino a quel momento. Un pesante giramento di testa. La mancanza del respiro per qualche istante... ed infine eccola lì. Si ritrova seduta in uno spazio completamente nero e senza confini. Buio totale, eppure lei ci vede benissimo. Non c'è fonte di luce. Non c'è fonte di speranza. I vestiti che indossa sono fradici e sporchi di sangue. L'odore ferroso di quel nettare di vita è nell'aria e la satura completamente... forse perchè nel sangue ci è letteralmente seduta. Immersa in una pozza profonda non più di dieci centimetri, letteralmente sguazza in quel liquido dalla consistenza decisamente più densa dell'acqua e con le mani completamente immerse, annaspa con fatica per riprendere fiato. E' stato come un tuffo per lei... Ritrovarsi in questa realtà nera sarà di per se uno shock, ma a questo andrà inevitabilmente ad aggiungersi la confusione che deriva dal non capire cosa stia succedendo. Cosa ci fa lì? E' da sola? Come ci è arrivata? Un punto della sua testa, precisamente dietro l'orecchio destro e leggermente sopraelevato, la infastidisce appena... ma probabilmente sarà l'ultimo dei suoi problemi in questo momento. Ogni suo movimento riecheggerà nell'infinità di quel vuoto. Ogni spostamento in quel sangue denso e caldo sarà assordante come un colpo di cannone. E' ironico che tutto ciò stia succedendo a colei che, di solito, si diletta nell'alterazione della realtà. Chissà cosa ha in serbo il destino per lei.

23:16 Saigo:
 Nemmeno si accorge quando inizia ma come da abitudine la mente vaga oltre i confini sicuri e ben presto tutto muta. Non se ne rende conto e seppur da sveglia potrebbe reagire lì, nel mondo dell’inconscio lei è vittima inerme di sé stessa, una vittima che si ritrova all’improvviso senza fiato. Annaspa, cerca di respirare e nel momento in cui l’oscurità si palese quasi urla. La gola che dovrebbe bruciarle mentre cerca di riprendere quel fiato, un primo rumore forse verrà emesso in quello che ormai è chiaramente un incubo. Buio pesto, non ci vede eppure ha la consapevolezza di poter vedere qualsiasi cosa, ma come può accadere? Oh se solo avesse il tempo di porsi queste domande, se solo avesse la forza per farlo. Sangue. Lo sente quell’umidiccio intorno ai sui piedi, sulla sua candida pelle, sui vestiti completamente fradici. Apre la bocca alla spasmodica ricerca di aria mentre si volte, ancora e ancora alla ricerca non di speranza ma di una via di fuga. C’è della rassegnazione nel suo modo di agire, non perché se ne sia fatta una ragione ma perché ha smesso di combattere contro ciò che fin troppo spesso l’imprigiona. Cosa accade nel suo letto non è in grado di immaginarlo, quel sangue e quell’oscurità sono tutto ciò che conosce. Abbasserebbe lo sguardo verso la pozza, deve fuggire. Non urla, non ancora, la rassegnazione batte la paura solo nella misura in cui crede di poter trovare una porta da qualche parte. Controlla le braccia, le gambe, le caviglie. Forse è stata legata? Aspetta poi di vederli, i suoi cari demoni che la tormentano. La loro assenza è forse la sensazione più complicata da accettare ora, lei sa che avrà paura, sa che non potrà far altro che regredire ed urlare ma la tensione si rende quasi insopportabile nel momento stesso in cui crede di realizzare d’essere sola in quella visione. In quella che consapevolmente riconosce come sogno ma che è una certezza lontana da lei, un angolo lo suggerisce il resto urla solo disperato. Che sia sogno o meno sa che starà male e non le resta che sperare che sia qualcosa di veloce. Cosa stava facendo prima di addormentarsi? Siamo sicuri sia un sogno? Tante le domande che vengono messe a tacere, va bene tutto basta che finisca. Che appaiano i suoi demoni, che giochino con lei, la tormentino e le strappino ogni centimetro di pelle, va bene tutto basta che siano veloci. Muta continua ad annaspare alla ricerca d’aria in quello che sembra tanto un attacco di panico che non è in grado di riconoscere. Non vuole la speranza agogna solo alla fine, non spera di salvarsi prega che sia veloce. Ogni volta che muove il volto il corpo tutto lo segue, rigido come solo un blocco di pietra può essere ed ogni volta che questo accade i piedi spostano il sangue, causano un’ondata prepotente che le ferisce le orecchie, ma almeno quello è un dolore che è in grado di riconoscere. La tortura è iniziata. Chiude gli occhi, annaspa e stringe le palpebre. Si aggrappa a quello stupido desiderio: che finisca presto.

Un desiderio stupido, invero, quello che il tutto finisca presto. Saigo è appena precipitata nel suo personalissimo inferno e ad attenderla c'è un tragitto terribilmente buio. Quasi quanto lo spazio infinito che ora la ospita. Il tempo passa con una lentezza degna di nota. Incalza quel panico sempre più avvolgente, quando ecco che qualcosa spezza il silenzio. [Splat... splat... splat.] Passi lontani, provenienti da oltre il buio, si fanno sempre più insistenti. Qualcosa calpesta a più riprese il sangue e dentro di se Saigo sa benissimo che sta avanzando verso di lei. Presto nel buio si aprono due occhi, penetranti come pochi ne ha visti fino ad ora. A primo impatto le tornerà alla mente l'episodio di un anno prima. Giurerebbe di aver già visto quegli occhi a pochi centimetri dalla sua faccia, nel buio di Kiri e con l'alito di una chimera sul viso... eppure, più ci si sofferma su e più le sembrano diversi. Lentamente quello sguardo ferale assume tonalità perlacee in un occhio e rossastre nell'altro. Uno sguardo bicromatico unico nel suo genere, appartenente ad una silhouette che lei riconosce fin troppo bene. In pochi attimi, dall'ombra sbuca la sagoma di Noumu. Avanza verso di lei, lento e con la testa leggermente inclinata di lato. Le sue braccia ciondolano, mentre ogni parte del suo corpo è esattamente come lei la ricorda. Suture ovunque, lembi di carne non collimanti, cicatrici brutali e la cui vista è a malapena sostenibile... e a questo si aggiungono condizioni fisiche pietose. La creatura gronda di sangue, che inevitabilmente finisce per riversarsi al suolo e mescolarsi con quello già presente. Passo dopo passo si fa sempre più vicino alla povera Saigo... ed ogni passo che la porta verso di lei, riduce parzialmente il quantitativo di voce che ella avrà a disposizione per urlare. Fino a quando, una volta faccia a faccia, non un filo di voce riuscirà ad uscire dalla sua bocca. Potrà cercare di gridare quanto vorrà... la paura le morirà in gola assieme ad ogni capacità di espressione. Il fastidio alla testa diviene una fitta, mentre una spossatezza generale inizia a diffondersi in tutto il corpo. Cosa sta succedendo, perchè si sente stanca? Deve anche occuparsi di Noumu, che ormai è a non più di un metro da lei e la guarda con quegli occhi penetranti che, già una volta, l'hanno brutalmente scossa. Come se ciò non bastasse, una voce riecheggerà in tutto il circondario, così forte da essere impossibile da localizzare. <Così... fragile...> Quella voce le ricorda qualcosa... e molto presto potrebbe pentirsi di ricordare cosa. Intanto Noumu cerca di allungare la mano destra verso la sua faccia, a palmo aperto. Non è eccessivamente veloce... ma non è neanche il gesto più amichevole che ci si potrebbe aspettare da una creatura del genere. Mentre compie quel gesto, prova ad aprire le labbra per pronunciare qualcosa... ma pare palesemente non in grado di esprimere pensieri concreti e, inoltre, i punti di sutura lungo tutta la bocca riducono il tutto ad un mugugno ancora più incomprensibile. Per Saigo il palcoscenico di oggi si tinge di tutte le sfumature possibili di rosso.

00:02 Saigo:
 Il tempo si dilata in quel momento che sembra protrarsi in eterno. Persino l’unica porta che stava cercando svanisce nella consapevolezza che no, non saranno veloci. Il panico non scema ma muta, si impossessa di lei come uno spirto di un corpo e per qualche istante prova quella familiare sensazione di impotenza davanti ad esso. Può solo aver paura e al tempo stesso non può smettere di provarla, non le rimane altro se non quel mare in cui affogare. Ha coscientemente deciso di combattere certo ma da qui a riuscire ad attuarlo nell’incoscienza, beh passa davvero tanto. Si è già arresa? No. Semplicemente è rassegnata e attende che passi, incapace di cancellare quell’ultimo briciolo di speranza che le dice che prima o poi tutto questo terminerà. Non urla perché non respira, non chiede aiuto perché non sa a chi rivolgersi in quel momento e allora apre la bocca e la richiude cercando solo di attenuare quel dolore. Perché la testa le fa male? Degli occhi nell’oscurità, li osserva le ricordano qualcosa o qualcuno ma accetta, non indaga oltre. Che sia lui? Non è pazza o forse questo è il segno definitivo? Matono accorre in soccorso alla sua mente, il ricordo di quelle parole incoraggianti le impediscono di crollare e provare un modo per togliersi la vita, sopravvivere non importa come. Ma gli occhi mutano, la figura avanza e ciò che si mostra a lei è Noumu. La paura torna a conquistare le sue viscere, non è esagerato dire che ora trema, i muscoli così rigidi da essere colpiti da continui piccolissimi spasmi incontrollati che la portano a tremare. Perché ancora, perché adesso. Chiude gli occhi, stringe ancora le palpebre illudendosi che basti questo a salvarsi. Quanto ancora può sopportare prima di cedere? Quanto ancora deve sopportare prima di cercare di far qualcosa? La risposta arriva con quella voce, familiare ma che non ricorda con precisione. Lei non può più permettersi il lusso d’essere fragile. Mentre Noumu s’avvicina prende una decisione, consapevole d’essere più forte dell’ultima volta e per questo si concentrerebbe sulle sue energie mentali e quelle fisiche, le prime andrebbe a provare a farle convergere verso la sua fronte, accumulandole in una vorticante sfera, le seconde nel basso ventre. Avvicinati e fammi a pezzi. Se fosse riuscita ora proverebbe a spostare entrambi i vortici così da farli convergere verso la bocca dello stomaco. Fammi a pezzi se riesci. Se fosse riuscita anche in questo frangente allora le due sfere verrebbero amalgamate l’un l’altra così da unirsi e andare a scorrere nel suo corpo come una nuova forza, il chakra <ma assicurati di riuscirci questa volta> solo adesso se fosse possibile parlerebbe, un fuoco nella voce che pur non spegne il tremore delle mani e delle gambe, resta immobile per il resto <perché non cadrò sola> non è certo che stia parlando a Noumu, non è nemmeno certo che lo stia facendo verso la voce, forse sta solo dando coraggio a sé stessa, la lotta contro quella paura che l’attanaglia è appena iniziata. Ormai la concezione dell’incubo è svanita perché quella parte di coscienza è troppo impegnata a dirle che le fa male, lì dietro al capo a destra poco più sopra dell’orecchio il dolore comincia e s’irradia

Immersa in un mare da cui non può riemergere da sola, Saigo trema. Cerca nelle profondità della propria mente un briciolo di speranza... di coraggio... ma è tremendamente difficile quando le tue paure più grandi diventano così vere. Così tangibili. <...> Quella voce nell'aere non si ripete, ma Saigo è perfettamente consapevole che chiunque abbia parlato la prima volta, sia ancora lì. E' una consapevolezza intrinseca che non sa spiegarsi, ma che sa essere affidabile al cento percento. In un primo momento non parla neanche lei... ma qualcosa si risveglia nelle profondità di quell'animo e le permette di sconfiggere il silenzio e la mancanza d'aria e parlare. Ancora una volta, non v'è risposta da parte di quella voce riecheggiante, mentre Noumu ormai è tristemente vicino e allunga la mano verso il viso della ragazza. Letteralmente le acchiappa il viso, coprendole con il palmo bocca e naso, mentre gli occhi sono liberi di sbirciare oltre tra gli spazi esistenti tra le dita. Sentirà la forza abissale di quella marionetta fatta di pezzi di fanciullo applicarsi alla sua testa. Potrebbe persino pensare che stia per rompersi da un momento all'altro, mentre quel punto dietro l'orecchio destro continua a bruciare. Lentamente, senza che possa farci nulla, il contatto con la pozza di sangue termina. Non perchè sia sparita... quanto perchè quella creatura, forse suo incubo più grande, la sta letteralmente sollevando da terra tenendola per la faccia. Quei due occhi, forti di due delle arti oculari più forti del mondo Ninja, si piantano ancora una volta nelle iridi cremisi di lei e vi si specchiano per assaporare quel terrore. E' in quel momento che le energie di Saigo, a fatica, si incontrano a metà strada nel suo corpo e cercano di generare quell'energia a cui ogni creatura fa appello per tramutarla in forza. In reazione. La mescolanza tra energia fisica e spirituale è perfetta. Il Chakra viene generato, ma i suoi effetti inebrianti non sono avvertibili sul fisico. Saigo non si sentirà rinvigorita. Anzi... con tutta probabilità si sentirà drenata e sfiaccata. Probabilmente anche moralmente distrutta, mentre l'unica cosa che realmente cresce in intensità dopo il richiamo del chakra, è il bruciore dietro la testa. Diventa sempre più acuto, fino a non essere più ignorabile. Le sembrerà che qualcosa le stia trapanando la testa... e proprio nel momento in cui quel bruciore per lei sarà pari al calore del mondo intero che brucia, ecco che l'avambraccio di Noumu effettivamente si infiamma. In breve tempo tutto Noumu prenderà fuoco innanzi a se! Avvolto in fiamme blu, sarà costretto a lasciar andare la presa e allontanarsi da lei, che nel frattempo ritornerà al suolo e sarà libera di sfogarsi e urlare per il dolore. Che la sua frustrazione incontri uno sfogo verbale o meno, comunque divamperà. Letteralmente. Da lei si genererà un'onda d'urto di chakra fiammeggiante, che in un battito di ciglia si diffonderà per tutta l'immensità di quello spazio nero. Sangue e fuoco fatuo si mescolano per generare uno scenario tutto nuovo. Uno scenario in cui Noumu brucia agonizzante, inginocchiandosi dapprima e accasciandosi successivamente, prima di liquefarsi e tornare alla pozza di sangue da cui era sbucato. Oh dolce Saigo... cosa sta succedendo? <...> Ancora nessuna risposta, ma sa di essere osservata.

17:54 Saigo:
 Ha scelto di lottare no? Ha deciso di parlare, ribellarsi e per la prima volta tenersi davvero la vita. Noumu l’ha già quasi spezzata una volta e seppur resti una delle sue paure più grande visto con quanta facilità le ha dimostrato che non è affatto difficile spazzarla via è al tempo stesso anche la sua più grande motivazione. Non rivedrà mai più Nobu rischiare per proteggerla, non è ciò che vuole. Un giorno, presto o tardi, sarà lei a decidere chi vivrà o meno e nessuno potrà mai più minacciarla. Quello che era il suo pallido obiettivo si rafforza sempre di più e persino ora che la mano si chiude sulla sua faccia non vacilla. Il dolore aumenta e potrebbe per lei essere la fine, lo ha accettato ma non si arrenderà, venderà cara la pelle. Non ha alcuna speranza, non vece alcuna luce ed è per questo che è così determinata a scavarsela da sola. Chiunque le abbia la sta guardando, come a volerla prendere in giro, l’osserva perdere, partire svantaggiata. Si sente sollevare mentre il dolore esplode. Come se un ago incandescente le avesse appena perforato il cervello soffre, non ha mai provato così tanto male in vita sua, nulla è paragonabile a quel martellante senso di pressione sul cervello che va ad unirsi alla spossatezza, la stanchezza. Che la morte sia vicina? Non ha molte armi con sé se non la sua stessa mente annebbiata e quindi eccola provare ad alzare la mano destra. Si muove forse lentamente, quasi come se il suo fosse un gesto disperato sicuramente privo di alcuna forza eppure è mossa dalla stessa prepotenza che la spinge a rialzare le palpebre nonostante la perforante sensazione che arriva lì da dietro al suo cranio, qualsiasi cosa sia non la fermerà. Il fuoco è nei suoi occhi, dopo tantissimo tempo torna a mostrarsi, non resterà inerme ancora una volta, non guarderà tutto sfumare, non scapperà per quanto vorrebbe farlo, lei resterà lì ad affrontare quel mostro e questa volta vincerà, non importa quanto è alta la montagna di paura che sta scalando, la stessa altura che produce un tremore ancora visibile in braccia, mani e gambe. Non è mai svanita la sensazione di tettore si unisce a quella di dolore e lei si limita a provare a cavalcarle. Quello che vorrebbe fare è arriva al braccio altrui, cercare semplicemente di toccarlo e poi scaricare in lui il suo chakra, la tecnica prendere che si tocchi altro, ma è troppo minuta per arrivare al volto di Noumu. Proprio mentre lo tocca, mentre cerca di lasciare che la sua onda di chakra, nonostante tutto, attraversi il suo corpo e riversi nel nemico la stanchezza nel tentativo, forse vano, di farlo addormentare accade l’inaspettato. Fiamme blu. Non capisce e mentre lui la lascia lei semplicemente ricade inerme nella pozza di sangue. Respira. Lo fissa. Non c’è rabbia. C’è paura, c’è dolore e poi <AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA> un urlo, un lungo urlo con cui svuota i suoi polmoni, con cui proverebbe a svuotare la sua mente. Lì riversa e seduta nel sangue andrebbe a sbattere le mani chiuse a pugno. Non sa cos’ha fatto e dirla tutta non crede d’essere stata lei, bensì quel nemico invisibile. Forse è ancora una volta tutto nella sua testa, infondo è tutto così assurdo ma la parte razionale in lei ormai è stata seppellita da tutto il resto <ESCI!> osserva Noumu ed il fuoco quando urla alla voce <ESCI E SMETTI DI PRENDERMI IN GIRO> non lo sopporta, non sarà sua pedina, farà di tutto pur di togliere il sorriso immaginario a quel nemico nascosto nelle ombre. Il respiro è affannoso, segue la stanchezza e le ondate di dolore che a tratti la sommergono ricordandole, per l’ennesima volta, quanto sia mortale e debole[chk on]

Saigo casca al suolo e urla, mentre il Nulla e il sangue attorno a se bruciano. Fiamme blu, mai viste prima, che non sono in grado di illuminare quel buio fagocitante. Il suo sfogo sembra diretto verso qualcuno. Quel qualcuno che la guarda dall'alto e tace, magari godendo di quella sofferenza e di quella disperazione. Mentre urla, Saigo sente le forze venire sempre meno. Più alimenta quel chakra, più quel mondo brucia e più si sente debole. Man mano che i secondi passano, sentirà il suo corpo spezzarsi. Si tratta di una sensazione stranissima e che è impossibile che abbia già provato in passato. Come può un corpo umano rompersi? Come può la carne spezzarsi e incrinarsi? Ebbene... le basterà guardarsi le mani per comprende cosa stia succedendo. Contrariamente a tutte le leggi della biologia e della fisica, sulle sue mani ci sono delle vere e proprie crepe. Sul suo volto anche, ma non può saperlo... e nei punti in cui le crepe sono diventate troppo profonde e si sono ricongiunte da tra loro, i frammenti più isolati e superficiali di se, si staccano dal resto del corpo. E' come se le sue mani stessero perdendo piccolissimi frammenti o scaglie, che una volta disperse in aria si polverizzano e vengono inghiottite dal nulla. <Allora qualcosa c'è, lì dentro...> quella voce riecheggia. Ancora. <...> eppure non aggiunge altro. La ragazza lo invita a farsi avanti e smettere di prendersi gioco di lei, e a quanto pare sta per essere accontentata. <Forse è giunto il momento.> Le fiamme attorno a lei si fanno più brillanti ed intense, mentre il chakra nel suo corpo scarseggia e le viene sottratto. Lentamente diverrà consapevole del fatto che è LEI il carburante che tiene quelle fiamme in vita, in questo momento. Anche se sparse nel mondo, è LEI che stanno consumando. Peccato che non abbia troppo tempo per rifletterci su, poiché qualcosa di inaspettato accadrà innanzi ai suoi occhi. Una fiammella si leva in aria a circa un metro e mezzo da terra. Brucia più intensamente delle altre e fluttua innaturalmente. Potrebbe persino giurare di aver sentito provenire da lì i battiti di un cuore... ma ancora una volta, non c'è spazio per riflessioni e congetture. Tutto succede con una rapidità disarmante! Delle forti folate di vento convergono verso quella fiammella da tutto il resto di quel mondo nero. Fiotti di sangue si sollevano dal suolo e magicamente seguono il flusso dell'aria, accompagnati da tutte le fiamme che Saigo ha generato. Vento, Sangue e Fuoco si riuniscono e vorticano in un unico punto, concentrandosi sempre di più, fino a quando [SWOOOOOOOHM!] quel fuoco divampa ancora una volta rischiando di acciecare Saigo e costringendola a coprirsi il volto con le mani. Solo dopo qualche istante sarà libera di abbassarle e notare che, da quella che potremmo considerare un'unica fiammata alta cinque metri, sta fuoriuscendo una figura umanoide. No... non si tratta di Noumu. Si tratta di un uomo dai lineamenti precisi e delicati. Abbastanza da poter sfiorare il concetto di Perfezione. Non ha un tratto somatico fuori posto, neanche uno. Indossa solo un grande paio di pantaloni molto larghi, in stile orientale, decorati con pendenti e grandi collane di perle rosse. Il busto è completamente scoperto e decorato con tatuaggi neri sparsi qua e la, mentre una lunga chioma bianca a tratti macchiata da ciocche nere, sventola lentamente e in direzioni non giustificate ne dalla gravità, ne dalla fisica. Il suo viso è liscissimo e in esso risaltano i suoi occhi rossi come rubini, in netto contrasto con la sua carnagione albina. Una connotazione che Saigo dovrebbe conoscere molto bene. Due lunghi orecchini pendono dai suoi lobi, mentre un ultimo tatuaggio gli decora la parte bassa del viso fino a ricongiungersi ad altezza del collo, formando una sorta di collare. [Tap! Tap! Tap!] A piedi nudi cammina tra quelle fiamme e su quel mare di sangue, senza provare il dolore del fuoco e senza sporcarsi con quel nettare rosso rubino. Avanza con una leggiadria degna di una divinità, come se fosse in grado di camminare sull'acqua più profonda senza affondarci mai. <Sei stata brava. Iniziavo a pensare che non ci saresti mai riuscita...> Di cosa sta parlando? Anche lui, come lei, si guarda le mani... però con soddisfazione. Cosa sta succedendo? Come reagirà Saigo? Per la prima volta da quando è precipitata in questo incubo, nulla la minaccia seriamente. Spossata e costantemente privata delle sue energie, sarà libera di agire e reagire mentre il suo corpo si affanna e si sgretola.[Il PNG: https://cdn.discordapp.com/attachments/808439440246177904/1048652837653057717/IMG_3270.jpg]

18:52 Saigo:
 Chiude gli occhi, il dolore la sommerge e le ondate somigliano sempre più a quelle di un mare in tempeste, la stanchezza si accumula e contribuisce a renderle complicato il semplice restare lì. Non importa quanta determinazione possa averla colta, non interessa a nessuno sapere che nell’ultimo istante di vita ha deciso di combattere perché pare sia troppo tardi, eppure la resa non sembra voler sopraggiungere, una fiamma in lei tiene viva quel desiderio di proseguire, di causare a questo punto più danno possibile, lei non sarà mai la pedina di qualcuno, non lo sarà più. Mentre questi pensieri frammentati la colgono, mentre paura e forza si mescolano e s’inseguono come preda e predatore qualcosa in lei si spezza. Una sensazione nuova, spiacevole e non saprebbe nemmeno dire se davvero dolorosa giacché ogni singola parte del corpo è colpita da spilla a partire dalla testa. Riapre appena le palpebre nel vano tentativo di comprendere ed ecco che nota la sua pelle, si sta disgregando, non importa quanto poco reale sia e a questo punto inizia a dubitare sia persino un solito incubo, trascinata in quel vortice di indecisione e insicurezze non le resta che osservare e quasi ammirare quel che sta accadendo al suo corpo. In quell’inferno di fiamme blu potrebbe aspettarsi di sciogliersi ma non certo di venir fatta a pezzi. La voce altrui la colpisce come l’ennesima stilettata nelle tempie e nei suoi occhi. Finalmente però se ne rende conto, più il mondo si modifica più si sente stanca più il suo chakra esce dal suo corpo con propria volontà. Non ha davvero il tempo di pensare ad una contromisura, finalmente lui ha deciso di mostrarsi. Non fa altro che osservare, soprattutto visto quanto velocemente si capovolgono gli eventi, nelle palpebre pesanti rendono difficile anche solo codificare correttamente quello che le corre davanti. L’esplosione la porta ad alzare il braccio destro sporco di sangue davanti ai suoi occhi ormai chiusi. Si muove molto più lentamente di come vorrebbe ma forse anche questo è solo la dimostrazione di quanto sia vicina al suo limite. Mentre la forte luce scema c’è altro a montare, finalmente la rabbia si fa avanti. Supera sgomitando la paura, salta la determinazione e si gonfia nel suo petto lasciando che la mano sinistra si stringa a pugno in quel sangue mentre contro di lei tutto vola e le si infrange contro. Lenta abbasserebbe il braccio che la proteggeva e dimentica di quel che le sta volando sul volto gli occhi si riaprirebbero puntandosi su quella figura sconosciuta eppure familiare, potrebbe essere la persona che saluta ogni giorno sul pianerottolo, qualcuno che si conosce da sempre a cui però non si è mai prestata vera attenzione. Al tempo stesso è sicura che saprebbe dire dove e quando lo ha visto se solo ricordasse d’averlo incontrato. I dettagli del suo aspetto si rincorrono nella mente affaticata quando decide di appellarsi alle sue ultime forze, forse uniti mente, ed interrompere quel continuo flusso di chakra nel suo sistema circolatorio, un’operazione che le è molto più ostica del richiamo, proverebbe adesso ad immaginarsi una diga, proprio lì dove aveva fatto fondere le due diverse energie, tenterebbe di farla calare, circondare con queste alte mura la sfera che ora vorrebbe tornare ad immaginare come solida, un modo per cercare di interrompere lo scorrere libero del suo chakra, la sua più grande risorsa sta venendo rubata. Lo fissa incapace di distogliere lo sguardo, attratta comunque da quella misteriosa quanto familiare figura e digrignerebbe i denti, poi in barba al suo essere una perfettina vorrebbe sputare a terra <cosa> non mormora, la voce risulta lieve nel volume ma potente e decisa nel tono <stracazzo> la principessina ci ha decisamente lasciati <vuoi> non domanda ma pretende persino nella sua condizione. No non ha intenzione di vederlo gongolare e chiedergli chi è, quello è un’informazione che sa di poter comprendere da sola lei ora vuole solo liberarsi, vivere per combattere un altro giorno

Lenti e delicati passi avvicinano questa maestosa e perfetta figura alla dolce Saigo. Le forze la stanno abbandonando, mentre il rumore di un campanellino riecheggia nella sua testa con fare assordante. Si tratta di un braccialetto fatto di piccoli sonagli, attaccato alla caviglia di quest'uomo appena apparso. Sonagli che, passo dopo passo, sanciscono il suo essere sempre più vicino. Tristemente vicino. Ormai la giovane Otsutsuki ha ben poca forza per difendersi e tentare una reazione fisica. Ha realizzato che è il suo Chakra ad alimentare tutto quello che vede... e probabilmente sarebbe il caso di mettere fine allo spettacolo perchè, come ben sa, quel chakra non è infinito. Eppure quella simil divinità continua ad agire indisturbata. E' vicino a lei, quando le sue dita lunghe ed affusolate volano sotto il suo mento e glielo sfiorano lentamente, dal basso fino alla punta del mento. Quel tocco, così delicato, potrebbe addirittura farle venire i brividi... ma l'effetto più lampante è quello che la forza ad alzarsi in piedi contro la sua volontà. No, nessun muscolo è coinvolto... semplicemente viene sollevata come per magia, finendo nuovamente per non toccare più terra. Per esser sospesa per aria. Lui, alto appena un metro e novanta, avvicina il volto a quello di lei fino a non più di dieci centimetri di distanza. La fissa negli occhi, apprezzandone la determinazione, quando ecco che le sue labbra si schiudono. <Così fragile...> ribadisce, richiamando le parole a lei rivolte all'inizio dell'incubo. <... eppur così vicina alla perfezione.> Difficile capire a cosa si riferisca in questo momento. Avrà notato qualcosa in lei che lo appaga. Lei lo aggredisce verbalmente. Perde quell'aura di dolcezza e cortesia, divenendo volgare e aggressiva. Eppure questo non sembra toccare il suo interlocutore. Anzi... sembra quasi ignorare quell'attacco. Piuttosto allunga la mano destra verso la sinistra di lei. Con estrema delicatezza la cinge, come si farebbe con una principessa, sollevandola e portandola a metà altezza tra loro. Se anche Saigo volesse provare a sottrargliela... non ci riuscirebbe. Per debolezza o per imposizione? Non lo saprà mai. Saprà solo che nel momento in cui le loro mani si sono toccate, le crepe sono aumentate a dismisura e sono divenute profonde. Lo sguardo cremisi di lui si posa sul dorso della mano di lei, ormai rivolto verso il cielo e letteralmente in frantumi. Solo ora rialza lo sguardo e lo pianta negli occhi di lei. E' pronto a confessarle cosa vuole. Le sue labbra si schiudono e lasciano fuoriuscire solo due lettere. <Te.> Ecco cosa vuole. Non sarà più esaustivo di così... e Saigo non potrà neanche preoccuparsene troppo, poichè ciò che attirerà maggiormente la sua attenzione è che, a partire dalla punta delle dita della mano sinistra, il suo arto inizia a polverizzarsi lentamente e disperdersi nell'aria. Quelle crepe sono diventate ingestibili e il suo corpo ne sta risentendo. Non prova neanche dolore, al di la dell'insopportabile fitta alla testa. Semplicemente dovrà fare i conti con lo shock di star letteralmente perdendo un arto sotto i propri occhi. Senza poterci far nulla. Il contatto con la mano di lui viene meno. Tutto è andato in polvere fino a metà del bicipite e nel mentre anche la punta dei suoi piedi e l'altra mano hanno iniziato a polverizzarsi. Lentamente tutto il suo corpo sta andando in frantumi. Tuttavia... lei può ancora fare qualcosa. Non tutto è perduto. Il flusso di chakra viene arrestato. Determinata e forte si riappropria di ciò che le appartiene di diritto, impedendo che altra energia le venga strappata con la forza. Una diga immaginaria si erge a difesa di ciò che, letteralmente, la tiene in vita... e quel fenomeno di corrosione ed erosione si arresta. <...> Quell'uomo serra appena le palpebre, in silenzio, mentre ora è il suo corpo a fumare e iniziare a disperdersi. Si tratta di una dispersione diversa, invero... non sembra così distruttiva e pericolosa. Tuttavia è un dato di fatto che il suo corpo si stia lentamente scomponendo in un pesante fumo nero, destinato ad esser trascinato via dal vento. Non commenterà. Semplicemente ne prende consapevolezza e sposta lo sguardo su di lei. Solo ora le labbra di lui si schiuderanno ancora, per donarle un ultimo saluto. <Che peccato.> due parole che dicono molto, ma non abbastanza. Prima che possa rifletterci su o risponderli, però, quella forza invisibile che la teneva sollevata viene improvvisamente meno. Una poderosissima forza di gravità la attira verso il basso e in men che non si dica, il contatto con quel sangue ormai familiare è inevitabile. Peccato che non vi sia nessun impatto. Probabilmente si sarebbe aspettata di toccare il suolo come successo in precedenza... invece no. Letteralmente sarà costretta a sprofondare nel sangue ed andare in apnea, in preda alla costante sensazione di star cadendo nel vuoto, senza fine. Prima che possa realizzarlo, il buio la inghiottirà totalmente e poi ci sarà il vuoto. Un vuoto da cui nasce nuovamente la vita. I suoi occhi si spalancheranno e i suoi polmoni la forzeranno a prendere aria con affanno. Si rimetterà a sedere, fradicia di sudore e con i capelli scompigliati, lentamente mettendo a fuoco la situazione e riconoscendo la sua camera da letto. Il tepore familiare della sua casa la accoglie e la avvolge. Finalmente il suo battito cardiaco può ristabilizzarsi, mentre da sotto la porta del bagno filtra la luce accesa. Sicuramente si tratta di Nobu... e anche la consapevolezza di non essere sola potrà rincuorarla. Quello che non sa è che lunghi e ben definiti segni neri, sparsi un po' su tutta la parte alta del suo corpo, si stanno rapidamente ritraendo e nel giro di qualche attimo saranno scomparsi del tutto, rintanatisi proprio in quel punto che, per tutto l'incubo, è stato la sua fonte maggiore di dolore e stress. Le ci vorrà ancora un po' per riprendersi. E' difficile separare i sogni dalla realtà, alle volte... ma una cosa è certa. Il suo braccio sinistro è ancora lì. Cosa le sta succedendo? Perchè non riesce a dormire in santa pace? Domande lecite, invero, ma che non troveranno risposta oggi. Oggi si apre un nuovo capitolo, per Saigo... in un libro che sarà costretta a sfogliare da sola e che potrebbe non piacerle.[The End!]

Notte fonda. Saigo sprofonda in un sonno pesantissimo da cui risvegliarsi sarà veramente difficile. Improvvisamente lanciata in un mondo vuoto, buio e pieno di sangue, è costretta a fare i conti con una delle sue più grandi paure: Noumu. La rassegnazione e il terrore la pervadono, ma presto vengono soppiantate dal desiderio di sopravvivere ed essere forte. Dalla volontà di mettere fine a tutto ciò. Purtroppo, però, presto scopre che la sua volontà non conta nulla e che sono stati messi in moto eventi che non si possono fermare semplicemente volendolo. Il suo Chakra diviene fonte di sostentamento di qualcosa assai più grande. Noumu e quel mondo infinito vanno a fuoco, mentre l'energia di Saigo diviene il carburante per la genesi di un nuovo individuo. Un uomo che le sembra di conoscere da una vita, ma che non ha mai incontrato prima. Il loro scambio di parole è breve e apparentemente vacuo. Lei inizia letteralmente a sgretolarsi, una volta a contatto con lui, ma realizzato di essere lei la fonte di tutto ciò che stava accadendo, decide di spezzare autonomamente il proprio flusso di chakra e di separare l'energia fisica da quella spirituale. In qualche modo, tale interruzione pone fine al suo incubo e la forza ad un risveglio di soprassalto. Ansimante e fradicia di sudore, viene accolta dal tepore della propria camera da letto e può tornare alla realtà, tuttavia non accorgendosi che vistosi segni neri sono apparsi su tutto il suo corpo e che brevi attimi a seguire si ritraggono fino a concentrarsi nel punto dietro l'orecchio destro, che le ha fatto male per tutta la durata dell'incubo. Il sipario si chiude su questa notte traumatica e sull'incapacità della ragazza di discernere la realtà dal sogno.

Commento OFF:
Interpretazione ottima! Sono veramente contento di vedere che tutti gli spunti sensoriali ed emotivi della quest sono stati colti ed approfonditi nel dettaglio. Le reazioni di Saigo sono state priceless e mi sono divertito alla follia nel produrre questi esiti. Spero di averti procurato almeno la metà del divertimento che ho provato io masterandoti! Se hai dubbi o perplessità in merito a qualche esito, non esitare a chiedere :)
Essendo una quest ad personam non spetterebbe exp, ma voglio darti un minimo segno di apprezzamento per la qualità delle azioni prodotte. Sono molto orgoglioso :)

Questa quest è a tutti gli effetti l'incipit del percorso che porterà Saigo a recuperare il proprio premio: il Karma. Ovviamente si tratta di un sentiero da percorrere con coerenza e dedizione, ma il primo passo è proprio questo e avrà delle conseguenze concrete sull'ON Game del personaggio.
1) Di tanto in tanto Saigo sentirà il tintinnio dei sonagli che quest'uomo portava alla caviglia. Non è frequente, ma succede e può turbare l'animo della ragazza.
2) Fino a nuovo avviso, Saigo non avrà altri sogni realistici come questo. Raramente le capiterà di sognare quel volto o di intravederlo di sfuggita, ma nulla di più
3) Fino a nuovo avviso, ogni volta che Saigo consuma del chakra (per lancio skill et similia) è costretta a lanciare un D100. Per risultati uguali o inferiori a 30, il sigillo del Karma sulla sua testa assorbirà metà del chakra speso e dimezzerà la potenza della tecnica lanciata. L'ammontare del Chakra assorbito dal sigillo va segnato nelle note fato del pg.

Buon divertimento <3