Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Il 48 è un numero sfigato

Free

0
0
con Kurou, Majima

17:10 Majima:
  [Vie del centro] Un sole alto, insolito per questo periodo dell'anno, propone una giornata dalle temperature più miti, l'ideale per proseguire in quello che per lui è, a tutti gli effetti, un pomeriggio di lavoro. A partire da piedi, troviamo un paio di scarpe pesanti e antinfortunistiche, la tinta bitume prosegue anche verso l'alto, dando però margine al logo di un piccione d'apparire. Ha una tuta full-body da lavoro con delle lineature rosse e protegge le mani dai carichi pesanti con un paio di guanti rivestiti da un materiale antiscivolo. In volto è visibilmente sudato e a momenti alterni è costretto a riposizionarsi gli occhiali per evitare che scivolino troppo in basso. Il verde ciuffo, invece, è compattato sotto a un cappellino con la visiera, anch'esso avente i colori dell'azienda di logistica. Per comodità, ha agganciato il palmare da lavoro, il telefono e una borraccia ripiena d'acqua alla cintura, così da poterli estrarre all'occorrenza. Cammina a passo spedito e si mostra guardingo, tende però a ignorare i passanti, che trattandosi del centro sono di sicuro numerosi, ma a focalizzarsi sulle pareti degli edifici. Non ne sta ammirando la tinta, nemmeno vuole focalizzarsi sui dettagli architettonici, piuttosto è intento a leggerne i numeri. Ha con sé un grande pacco con diversi simboli neri stampati ma sbiaditi, da quell'angolazione è difficile leggere o interpretare cosa stesse consegnando. Ad ogni modo, sembra in difficoltà. Ritorna sui suoi passi, ripercorre la stessa via almeno due volte, come se fosse incerto sull'indirizzo del ricevente. Parla tra sé e sé, in un attimo di raccoglimento, per fare il punto della situazione. < Quarantotto... quarantotto. > Ripete a voce mentre gli occhi scandiscono ogni singolo centimetro edificato del centro, possibile che trovare un indirizzo residenziale sia così difficile? Lo è eccome, anzi, con l'industrializzazione che caratterizza il centro di Kagegakure, noto per i suoi palazzi e grattacieli, si rivela ancor più difficile individuare il preciso indirizzo di un destinatario. < Ma dov'è finito? > Capita a volte, e ancora non se la spiega, che i numeri civici spariscano all'improvviso, che intere abitazioni sembrino introvabili. Potrebbe anche trattarsi di distrazione, questo è certo, ma sente di essere competente nel suo lavoro, altrimenti non l'avrebbero assunto. Avrebbe, al massimo, girato l'angolo ancora un paio di volte prima di arrestare la consegna e proseguire con le prossime, si può dedurre da una borsa a tracolla piena di lettere che quella è soltanto una delle prime.

17:36 Kurou:
  [Vie del centro] Una fresca giornata avvolta da un sole rinvigorente è quella che si ritrova ad affrontare Kurou, nella semplice e tranquilla routine che ogni abitante di Kagegakure decide di costruirsi col passare dei loro giorni. Quel sole era effettivamente visibile, tra i palazzi e i negozi di un punto estremamente rumoroso e lontano dagli standard grezzi e tranquilli del ragazzo. Ma quel pomeriggio si ritrova al centro di Kagegakure dove, dopo una mattinata passata a compiere duri ed estenuanti allenamenti fisici, avrebbe dovuto compiere il resto del suo percorso di rafforzamento corporeo e spirituale: aiutare il suo vicinato con le faccende domestiche. Lo shinobi estremamente altruista si presenta per quelle strade immense con una semplice tuta grigia, composta da una felpa con cappuccio e dei comodi pantaloni larghi del medesimo colore, e dei sandali neri con delle rifiniture bianche ai piedi. Egli è solito vestirsi in tuta durante le commissioni, per non uscire con i suoi indumenti da allenamento, seppur probabilmente più consoni di una tuta grigia con dei sandali. Ad ogni modo, eccolo lì che passeggia con un fogliettino scarabocchiato in mano, intento a raggiungere il negozio di animali designatogli dalla signora Iwamoto, una gentile anziana ultra settantenne che ricompensa periodicamente gli sforzi di Kurou per il vicinato preparandogli manicaretti per cena, in modo da non farlo mangiare da solo, o ancora peggio con i suoi familiari. La lista della spesa è molto chiara anche se concisa. <Una scatoletta per il gatto, un pacco di crocchette per Ran e due giocattoli rumorosi da riporto...> bisbiglia tra se e se, passeggiando verso l'indirizzo sempre indicato nel foglietto sgualcito che si ritrova nella mano destra, da cui non riesce a staccare gli occhi, finchè si rende conto di non sapere dove si trovi effettivamente la via indicata nel foglio, causa del fatto che il centro è per lui un posto quasi sconosciuto. Con la testa chinata verso il foglio e una goccia di sudore che gli scende dalla fronte fino al meno, dal grande sforzo mentale che sta compiendo per pensare alla strada da perseguire, ecco che dinnanzi a lui nota un ragazzo dai capelli verdi che si muove avanti e indietro con fare interrogativo. Sicuramente un tipo che attira l'attenzione di uno shinobi ormai in preda allo sconforto che ha solo voglia di distrarsi e di pensare a qualcosa che non sia cibo per animali e indirizzi. Dopo qualche secondo, che avrebbe usato per squadrare un po' meglio il ragazzo vestito in divisa e con una borsa a tracolla, Kurou si sarebbe fermato a un metro da lui cercando di attirarne l'attenzione. <Buonasera! Stai cercando qualcosa? Hai perso qualcosa?> chiede con un leggero e calmo sorriso, come se si fosse già scordato di avere una commissione da sbrigare entro sera.

17:57 Majima:
  [Vie del centro] Sono proprio giornate lunghe come quelle, dove è costretto a camminare per ore da un indirizzo all'altro, che lo fanno provare invidia nei confronti dei suo colleghi. Perché con gli nuovi standard culturali e tecnologici, c'è chi si è attrezzato per velocizzare un processo altrimenti stancante e tedioso. Pattini a rotelle, monopattini, biciclette o mezzi ancor più avanzati di cui non conosce il nome, essendo del tutto ignorante in materia [Informatica liv.0]. Per sua fortuna, quando si trova in difficoltà, non è insolito che un passante si accorga di lui e venga in suo aiuto. La Hatu Butsuryuu, agenzia per cui lavora, è nata almeno sei anni prima come piccola attività di spedizioni e consegne a Otogakure, ma col tempo si è espansa e ad oggi copre tutti i villaggi entro le mura. Ode una voce alle sue spalle non appena ripercorre la stessa tratta per la quarta volta, sufficiente ad attirare la sua attenzione. Si volta e inquadra un ragazzo alto almeno quanto lui, dev'essere della sua età. Il dettaglio che rapisce il suo sguardo nell'immediato è il taglio di capelli, non gli è mai capitato d'incontrare qualcuno con un'acconciatura da motociclista così pronunciata. < Fiighi, non li avevo mai visti. > Afferma con stupore, incantandosi per almeno trenta secondi sulle pieghe corvine di quel ciuffo sporgente. < Hai. > Replica poi, dopo essersi ricomposto e aver annuito due volte di seguito. Picchietta il pacco che tiene a metà tra la mano e il fianco con la sinistra, esplicitando l'origine della sua incertezza. < Ho un pacco da consegnare al quarantotto ma non lo trovo. > E dire che di minuti adibiti alla ricerca ne ha dedicati eccome, possibile che ci sia stato un errore da parte del mittente? E' questa una delle soluzioni più comode per chi svolge quel lavoro, nel dubbio se l'indirizzo è raggiungibile si può biasimare il cliente e mettere tutto a giacere nel magazzino. < La via è giusta... > Aggiunge, lungi dal considerare di essersi sbagliato. < Per caso sai dirmi dove si trova? > Al di là delle formalità completamente ignorate, come dettano le sue abitudini al riguardo, è tipico che gli abitanti del posto conoscano le ubicazioni degli indirizzi addirittura meglio dei postini. Farsi aiutare da lui, perciò non è un problema ed è consentito dal regolamento aziendale. Resta solo da sperare che l'altro abbia almeno un'idea su quel che può essere capitato al maledetto quarantotto.

18:35 Kurou:
  [Vie del centro] Kurou riesce ad attirare l'attenzione del passante indaffarato tramite le sue parole, ma riceve da subito una risposta piacevole ma inaspettata a cui risponde con una faccia parzialmente sbigottita mentre guarda sopra di se guidato dallo sguardo di colui che ha appena notato quella banana gigante da capelli e pomata opaca. Una volta capito a cosa si stesse riferendo il suo interlocutore, Kurou prova un leggero imbarazzo ma riesce ad incassare il raro complimento, incalzando con un sorriso a 32 denti e una breve risata calda per la situazione un po' insolita. < Ehi! Ti ringrazio, ma anche tu non scherzi, averceli io verdi, neri sono un po' noiosi. Li pettino così per farmi riconoscere tra gli altri e perchè è l'unico modo per farli stare davvero compatti durante gli allenamenti. L'unico nemico dei miei capelli è la pioggia... >
Egli si interrompe per capire le necessità del ragazzo appena incontrato, che da l'idea di essere davvero bisognoso di aiuto, ancora di più dopo che si è voltato verso Kurou ed egli ha potuto notare come sul fianco egli tenesse stretto un pacco, e come la tracolla piena di lettere prendesse sempre più senso al trascorrere di ogni secondo.
<Il quarantotto dici? Ora che ci penso mi sa che hai un problema molto simile al mio.> dice con un po' di rammarico Kurou, in quanto la necessità di quello che sembra a tutti gli effetti un corriere è un aiuto nell'orientamento, ambito in cui non solo egli non può aiutarlo essendo ben distante dalla realtà del centro, ma avendo lui stesso bisogno di aiuto in quel senso per svolgere le sue commissioni. Ma in quel momento, Kurou assume l'espressione di chi riesce a fare un semplice ragionamento e raggiungere la soluzione finale ad un problema più ampio. < Purtroppo non sono solito girare per il centro, ma posso sicuramente aiutarti a cercare!> esclama, per poi voltarsi di 90° verso i palazzi lì accanto e cercare aguzzando gli occhi un riferimento a qualche numero civico, senza alcun successo. < Proviamo a ripercorrere la via? Magari ti è sfuggito un riferimento e proviamo a contare i palazzi da lì. >

11:58 Majima:
  [Vie del centro] Non è difficile immaginare Kagegakure come una città in costante evoluzione e movimento, a forte contrasto con i villaggi circostanti, ancora tradizionalisti e immobili. Una ristrutturazione può essere una valida giustificazione per la temporanea sparizione di un indirizzo, però in base a tale ipotesi si aspetterebbe di udire il tipico fracasso di un cantiere nelle vicinanze, misto alle occasionali imprecazioni tipiche degli operai. Certo è che se si abituasse un poco di più a sfruttare le funzioni del cellulare, soprattutto il gps, potrebbe facilitarsi il lavoro e prevenire smarrimenti come quelli. A sua discolpa si può dire che ci stia quantomeno provando tramite timidi avvicinamenti a ninjagram, alle app di messaggistica e chiamata; il minimo indispensabile ma pur sempre qualcosa. Quasi si sorprende del complimento ricevuto, abituato ai più che si soffermano sui suoi occhiali o, alla peggio, su quel grande tatuaggio a forma di trifoglio posto appena sotto il suo occhio sinistro, sullo zigomo. Sfrutta il problema ricambiato da lui per suggerire una possibile soluzione a quel problema che, nel momento, reputa a sua volta di vitale importanza: la protezione dei capelli dalla pioggia. Non che lui riscontri la stessa difficoltà, piuttosto conosce il modo per scongiurarla ma forse l'altro non sa che la proposta di Majima sarebbe alquanto umiliante da indossare. < Hai mai visto una di quelle visiere con l'ombrellino incorporato? > Può suonare come una proposta ridicola ma il suo tono sembra serio. Non perde di vista il vero obbiettivo, e coglie con soddisfazione la proposta di lui, cercare insieme l'indirizzo di consegna può essere molto di facile. Apprezza perché non è da tutti interrompere la propria routine per semplificare il lavoro dei corrieri, noto anche in questa società come uno degli impieghi più sfruttati e maltrattati dalle aziende che li gestiscono. Sarebbe stato di maggiore aiuto se il ragazzo capelluto avesse avuto maggiore dimestichezza con le vie del centro, ma poco male, in due si fa comunque prima. < D'accordo! > Risponde nell'immediato e, senza perdere tempo, si rimette in cammino al fine di scandire quegli stessi edifici per l'ennesima volta. < A proposito, qual è il tuo nome? > A questo punto tanto vale ingannare il tempo, dopotutto non è affatto sicuro di riuscire a trovare l'indirizzo una volta per tutte. < Aspetti anche tu una consegna, per caso? > Chiede questo solo perché prima gli ha detto di avere un problema simile al suo, cosa che non ha inteso appieno. E' più frequente che le persone ad approcciarsi ai corrieri siano proprio i destinatari o gli interessati, che talvolta fanno i furbetti e sperano di ricevere la lettera, o il pacco, in strada invece che all'indirizzo - altra pratica severamente vietata dal regolamento aziendale.

12:31 Kurou:
  [Vie del centro] Come al solito, ecco che la gratificazione di aiutare il prossimo risolleva il morale di Kurou, come una sensazione di sollievo nel sentirsi utile a qualcuno. Sensazione di cui ormai è diventato quasi dipendente, forse a causa di qualche mostro nel suo passato o semplicemente del suo carattere. Ma lui non se ne rende conto e continua imperterrito nel voler aiutare il suo nuovo conoscente con la sua missione, trovare il fatidico indirizzo quarantotto. E così si incammina sorridente con entrambe le mani nelle tasche dei suoi pantaloni grigi, dove ripone anche il suo foglietto per la spesa, tenendosi al fianco del ragazzo dei capelli color smeraldo e avendo anche il lusso di poter chiacchierare un po' ad alta voce, in quelle strade affollate e piene di rumore di ogni tipo, dalle urla dei commercianti al vociare dei passanti. < Una visiera con l'ombrellino è un'idea geniale! Sei un creativo! > dice sghignazzando un po', pensando che effettivamente un'idea del genere non sarebbe mai venuta ad un sempliciotto come lui. < Il problema è che sono molto maldestro con le cose fragili. Riesco a strappare anche gli ombrelli normali mente li apro > il tono diventa un po' più imbarazzato nel dover bocciare l'idea del corriere, dovuto ad un difetto che porta avanti da quando è nato. Dopodichè si interrompe bruscamente, piantando entrambi i piedi al suolo, alzando il suo braccio destro verso l'interlocutore ed alzando ancora più in alto il suo pollice, con il resto della mano chiusa a pugno. < Il mio nome è Kurou Nakayama e sono da pochi giorni un Genin di Konoha! Piacere di conoscerti! > Finito di parlare esplode di nuovo in un grande sorriso, attendendo che che il ragazzo di presentasse a sua volta. Ormai ad ogni persona che incontra condivide la sua recente promozione a Genin, come se egli fosse alla continua ricerca di approvazione. < Comunque non aspetto nessun pacco, ero in zona per fare delle commissioni per un'anziana signora, ma possono attendere fino a sera. Nel frattempo ti darò una mano con la tua missione! > esclama con estremo entusiasmo, come un bambino che trasforma le cose più semplici in situazioni esagerate da affrontare con una carica quasi sempre fuori luogo.

12:54 Majima:
  [Vie del centro] Strano che il postino non abbia ancora menzionato la fortuna, ancora più bizzarra è l'assenza del suo solito rituale, il lancio della moneta per scoprire se il risultato della giornata è testa o croce. Il lavoro altera il suo comportamento, in questo caso, sa di non dover perdere tempo e tantomeno vuole ricevere reclami dai clienti che, con buona probabilità, possono ritenere fastidiose le sue strambe abitudini. Riesce, dunque, ad incarnare il perfetto stereotipo di postino, dedito alla professione e disinteressato da tutto il resto. Quattro chiacchiere però non se le fa mai mancare, è ben disposto a orecchiare le vicende dei clienti per cui consegna la posta, anche quando questi si dimostrano logorroici. Abbozza un sorriso d'imbarazzo quando si sente dare del creativo, quell'aggettivo gli mancava, poiché più abituato all'appellativo stupido, di cui si fa grande beffa. < Allora impara a correre alla velocità della luce, così la pioggia non ti sfiorerà neanche. > Replica con una punta di ironia, non considerando che ad alta velocità nemmeno la lacca più resistente può impedire ai capelli di scompigliarsi. < Un genin, eh? Congratulazioni. > Lo è anche lui, a dire il vero, ma mai si sarebbe presentato come shinobi perché non trova in essi la sua vera identità. Sorride, avvicina la destra al volto per togliersi momentaneamente gli occhiali e incrociare lo sguardo di Kurou. < Io sono Majima. > Conciona tralasciando il cognome di proposito. < Ma puoi chiamarmi Lucky Maji! > Soprannome dalla lunga storia, ma è qui che emerge il fattore fortuna, da cui non si può separare. < Come vedi sono un postino... > Afferma ridacchiando, rendendosi conto che il suo lavoro non è paragonabile, quanto a rischi, con quello di un ninja. Ma la presentazione non sarebbe finita lì. < E sono anche un kendoka. > Titolo di cui va fiero, decifrabile solo da pochi se escludiamo gli esperti del settore. Trova buffo che il ragazzo capelluto abbia interpretato la ricerca di un indirizzo come una missione, nemmeno Majima osa mettere cotanto entusiasmo nel suo lavoro. Arresta di colpo la camminata, a quel punto, con l'intento di fermarsi e scandire ancora una volta le pareti dei palazzi circostanti. D'un tratto, avrebbe indicato verso un indirizzo con lo scopo di mostrare anche a Kurou quel che ha appena visto. < Guarda! > Esclama. < Non è il quarantasette quello? > Domanda genuina, perché quello ad avere gli occhiali e a peccare di ottima vista è proprio lui stesso. < Significa che siamo vicini. > Estrae il palmare aziendale, adesso, per verificare ancora una volta che l'indirizzo sia giusto. Non è raro, dopo ore passate da via in via, con nomi e numeri diversi, sbagliarsi o credere di aver letto la strada corretta.

14:39 Kurou:
  [Vie del centro] Correre veloce può essere davvero la soluzione? No, il ragazzo è chiaramente ironico, anche se la suddetta frase ricorda a Kurou di non trascurare gli allenamenti sulle gambe, che avrebbe dovuto ripetere da lì a qualche giorno. Prende di buon gusto i complimenti sulla sua promozione, rimanendo bloccato in quel grande sorriso come se fosse in corso una paralisi di qualche tipo. Ascoltando attentamente la presentazione, si rende conto che il soprannome riecheggia nella sua mente con un suono e una rilevanza prorompente. Per lo stesso motivo, il volto di Kurou si rende un attimo pensieroso. < Lucky Maji... Anche io vorrei un soprannome come il tuo. Dovrei pensarci su... > dice con lo sguardo nel vuoto, pensando a quale soprannome potesse essere adatto per uno con un nome così corto come Kurou. Ascolta in fine il resto della presentazione, rimandando a più tardi i suoi ragionamenti interni e prestando attenzione a Majima, rendendosi conto che le sue passioni non fossero così distanti da quelle del ragazzo appena conosciuto. < Il kendo richiede molta pazienza e precisione. E' una passione bellissima! > esclama sorridendo di nuovo in maniera più dolce. Dopodichè avrebbe aguzzato lo sguardo in direzione dell'edificio indicatogli da Majima, riponendo le mani nelle tasche dei pantaloni e inarcando la schiena leggermente in avanti probabilmente per concentrarsi meglio sulla vista. < Direi proprio di sì...> e dopo un brevissimo ragionamento, trae la sua incredibile deduzione. < Allora il palazzo in cui devi portare il pacco è quello di fronte, dall'altra parte della strada! >

19:59 Majima:
  [Vie del centro] Che sia quello il momento giusto per chiederglielo? Può sfruttare l'argomento soprannome per parlare della questione interessante per davvero, cioè la fortuna. Che abbia avuto fortuna, Maji, a trovare qualcuno disposto ad aiutarlo? E dire che capita con una tale frequenza da renderlo impensabile come un caso fortuito. Pare distogliere l'attenzione, di colpo, dal palazzo appena adocchiato, con lo scopo di focalizzarsi interamente sulla persona appena incontrata. Giunge lì il prezioso attimo in cui porre la fatidica domanda. < Kurou-san, ti ritieni un ragazzo fortunato? > In molti non sanno rispondere, presi dalla modestia, altri nemmeno ci provano e abbandonando la conversazione, i più particolari invece hanno la risposta pronta, come se si fossero posti la stessa domanda anni prima. Lo continua a guardare, fa l'occhiolino e aggiunge: < Se vuoi posso aiutarti a scoprirlo. > Tono serio ma gaudente, ben conscio di voler sfruttare la sua specialità. È una cosa, d'altronde, a cui nessuno viene preparato di solito, non esiste alcun addestramento che prevede un test sulla casualità, sugli imprevedibili esiti della sorte, eppure Majima sembra conoscerne uno. Distoglie lo sguardo da lui e riprende a camminare, diretto al palazzo appena di fronte al numero quarantotto. Ripesca solo adesso, mentre cammina con portamento rilassato, l'argomento kendo. < Già, finora ho solo fatto pratica con una shinai. > Si riferisce alla tipica spada di bambù utilizzata negli allenamenti di kendo. < Appena mi arriva lo stipendio di questo mese mi comprerò una vera Katana. > Afferma con visibile entusiasmo, finendo per parlare come un lavoratore esemplare, il quale sembra vivere la sua vita di accredito in accredito. Mentre il postino cammina si aspetta già di non trovare il numero ricercato, dopotutto quella strada l'ha già ripercorsa, perciò dev'esserci qualcosa di strano. Stavolta avrebbe fatto più attenzione alla presenza di lavori in corso, cartelli appesi et-similia per giustificare la sparizione dell'indirizzo. Poco probabile che anche qui si tratti di un caso, il quarantotto non è un numero sfortunato, viene scelto di rado e la sorte potrebbe aver deciso per lui di non fargli effettuare quella consegna. Tutto ciò appare realistico nella sua mente.

20:29 Kurou:
  [Vie del centro] Ed è proprio mentre è preso dai suoi ragionamenti e mette il sinistro piedi in avanti per attraversare la strada, ecco che il suo passo si interrompe di nuovo dopo aver sentito la domanda del postino dai capelli verdi. Una domanda ambigua, forse colta da Kurou con un'accezione anche inquietante. D'altronde la fortuna è un ambiente tanto semplice quanto sconosciuto e distante dall'essere umano, e quella di Majima è una domanda che il giovane non si era mai dovuto porre nel corso degli anni. Quindi, con la faccia palesemente sbigottita e in una posizione rigida e retta cerca di rispondere a quel quesito. < Beh, penso proprio di sì. Credo ci siano persone più fortunate di me e anche di più sfortunate. > poco dopo lo sbigottimento iniziale, rilascia la tensione caricata dal cambio di argomento e ne approfitta per intavolare un discorso e per dare qualche informazione in più di se. < Però se devo essere sincero ho una certa attitudine verso le sfide e le scommesse! > dice sorridendo questa volta per poi continuare riprendendo il cammino restando dietro al suo interlocutore. < Qualunque tipo di sfida va bene, e mi piace anche mettere un po' di pepe con delle penalità extra, mi spiego? Anche le sfide fanno parte del mio addestramento, sia essa una gara ai 100 metri o semplicemente una partita a shogi. > dice, ripensando a quante cose assurde ha dovuto affrontare per aver perso, specialmente nelle sfide di intelligenza. Interrompe poi per riprendere il discorso del kendo, di cui è effettivamente curioso. < Non vedo l'ora di vederti armeggiare come un vero maestro allora! Magari posso venire a vedere qualche tuo esame se fosse aperto al pubblico. > dice velocizzando brevemente il passo e riportandosi al fianco di Majima. < Non ci capirei molto però... A proposito! la mia più grande passione sono le arti marziali, quindi non siamo poi così diversi no? > questa volta parla voltando il capo verso il kendoka, sfoggiando nuovamente un grande sorriso e cercando in lui una forma di assenso in quello che ha appena detto. E' anche comprensibile, visto che è la prima volta nella sua vita che riesce a conversare liberamente con quello che sembra essere un coetaneo.

20:54 Majima:
  [Vie del centro] Ok, è interessante. Il solo fatto che non abbia dubitato della domanda o non si sia rifiutato di rispondere lo colloca nell'esigua percentuale di persone in grado di replicare, poco importa poi che la risposta sia positiva o negativa. Gli sorride, compiaciuto del responso, e non tarda a infilare una mano nella tasca della tuta per estrarre una piccola e banale monetina d'oro - banale per tutti a esclusione di Lucky Maji. < Scopriamolo. > Dice con convinzione, entusiasta di dare inizio al suo solito rito. < Testa, sei fortunato. Croce, non sei fortunato. > Basta così, non serve fare nient'altro? Forse la semplicità nel test può creare dubbi in chiunque lo subisca, proprio perché un singolo lancio di monetina non può determinare la sorte di una persona. Eppure Majima mai ha pretesto di sentenziare sulla sorte dell'intera vita di qualcuno, egli si limita all'episodio, alla giornata. Fa scivolare il soldo sul pollice, con un pizzico lo lancia in aria permettendogli di volteggiare, subito dopo lo afferra con la mano e lo capovolge sul dorso dell'altra mano, celando il risultato. < Preghi a qualche Kami, Kurou-san? > Non gli sta proprio chiedendo se è credente, piuttosto vuole sapere se si affida a qualche entità ultraterrena per chiedere favori, un po' come fa lui. < Fai bene, la ruota continua a girare. > Lo guarda dritto negli occhi mentre pronuncia queste parole, riferendosi a un concetto misterioso che di sicuro il ragazzo capelluto non ha inteso. < Ogni sfida è una prova della sorte, bisogna solo capire da che parte pende la ruota. > In poche parole, sta dicendo che la riuscita di una sfida dipende per intero dal caso, idea controversa secondo i più. Ma adesso anche lui freme dalla voglia di scoprire il risultato del lancio, perciò rimuove la mano per mostrare a Kurou se la dea bendata l'ha tradito o è stata clemente. Ha appena portato a termine il suo dovere in quanto eterno vassallo della sorte.

Majima tira un D2 e fa 1

21:28 Kurou:
  [Vie del centro] Non basta l'entusiasmo del giovane genin per spezzare un'atmosfera ormai di tensione, tensione data dal caso e dal giudizio della fortuna. La vede luccicare alla luce del sole, come un oggetto stimabile ma allo stesso tempo maledetto, qualcosa di assai affascinante quanto capace di fuorviare la mente dell'essere umano. Kurou resta incantato dal volteggiare di quella moneta e senza rendersene conto, spera che esca testa con tutto se stesso, come rapito in un'ipnosi scattata al momento del lancio. La moneta viene raccolta da Lucky Maji, che ne nasconde l'esito, spegnendo momentaneamente quella trance in cui era incatenato Kurou che si ritrova a riprendere la coscienza su quello che gli viene detto. < Pregare? Non direi... A dire il vero, i miei parenti passano intere giornate a meditare, ma non fa per me. > la frase si conclude con un tono un po' dispiaciuto, come se stesse in un qualche modo deludendo la richiesta di Majima. Dopo le parole un po' criptiche del postino, ecco il sollevarsi della mano, che lo avrebbe decretato come persona fortunata. In quel momento, Kuoru sente sollievo, forse un po' credulone in cose generalmente paranormali o forse semplicemente trasportato dall'energia e dalla sicurezza di colui che tiene in mano la monetina d'ora. < E' uscito testa, hai visto? > dice tirando fuori di nuovo un sorriso smagliante, portando avanti a se la mano destra col palmo rivolto verso Majima e con l'indice e il medio rialzati, in segno di vittoria. Avrebbe poi spostato lo sguardo dietro la sua testa, di qualche millimetro, notando un numero sull'edificio di fronte. < Là sopra c'è un numero, ci avviciniamo? >

21:56 Majima:
  [Vie del centro] Ha avuto fortuna ed è giusto così. Il gioco funziona in quel modo ed è previsto un risultato positivo tanto quanto può essere negativo, quindi lui è fortunato e può dire di esserlo, almeno per ora. Ricambia il sorriso, contento anche lui della sua reazione e dell'esito emerso. < Hai. > Annuisce afferrando la monetina e mostrando nuovamente il risultato a Kurou. < Sei fortunato! > Vittoria per lui, scommette che non ha mai superato una sfida così facile prima di allora. Eppure il nostro caro postino sa bene quanto può essere crudele madama sorte, quando vuole. Spesso accade nei momenti peggiori, dove da semplici azioni possono dipendere le vite delle persone. Si volta per osservare l'edificio frontale, come suggerito dall'altro, però non sembra muoversi. Anzi, si china appena con il busto di lato, come se volesse cambiare prospettiva in modo da ampliare la visuale. Afferra gli occhiali con la mancina, anche stavolta per cercare di vederci meglio, e subito dopo torna in posizione eretta. A giudicare dalla sua espressione, sembra aver visto a sufficienza, tant'è che nemmeno fa per avvicinarsi. < Quarantanove. > Afferma con convinzione, il tono d'altra parte sembra tradire i suoi intenti, pare quasi soddisfatto di non aver trovato l'indirizzo. < Il quarantotto è un numero sfortunato, Kurou-san. > Questa è la sua spiegazione finale per giustificare l'improvvisa sparizione di un indirizzo. < Il quarantanove, invece, porta fortuna. > Conclude, a dimostrazione che il suo principale approccio rispetto a quel che gli capita ricade tutto su sorte, caso e fortuna. Certo che dev'essere proprio difficile vivere così, l'umano medio preferisce ottenere certezze e spiegazioni precise su quel che gli capita. È nella natura dell'umano voler esplorare l'ignoto a tutti i costi per non lasciar spazio a dubbi e domande, le persone tendono a odiare un'eccessiva impotenza di fronte agli eventi della vita. È comune che tutti, in qualche modo, cerchino di prendere il controllo della propria vita, divenendo così agenti del proprio destino. Lucky Maji, d'altra parte, è un figuro che sembra distaccarsi dal pensiero comune, il suo aspetto e le strambe usanze a cui si rifà completano il profilo della personcina particolare che è. Che si appoggi ai Kami, alla sua età, è già raro a sufficienza, anche se chi lo conosce non lo definirebbe credente, quanto più un fanatico, che dedica tempo alle divinità solo quando gli fanno più comodo. Distoglie lo sguardo dall'edificio per tornare sul volto di lui, ogni tanto butta un occhio di sfuggita sui suoi capelli che, vista la loro appariscenza, distraggono a sufficienza. < Dì un po' Kurou-san, conosci Ninjagram? Hai un cellulare? > Domanda che ormai pone a tutti quelli che incontra, vuole avviare un giro di visite e seguaci per mettere in moto il suo profilo sull'applicazione. Ha imparato da poco ma qualche post l'ha già fatto, che poi non gli sia riuscito e sia passato sotto al radar del vasto pubblico web è un altro discorso.

22:30 Kurou:
  [Vie del centro] Inizia a dubitare che l'indirizzo quarantotto esista. Forse le parole di Lucky Maji sono effettivamente veritiere e la persona che abita al numero quarantotto è destinata a non ricevere il pacco proprio perchè sotto un numero sfortunato. Forse la fortuna prende davvero il sopravvento nelle situazioni e nelle azioni quotidiane, più di quanto si pensi. O forse è un semplice pretesto per dare sfogo alla pigrizia di non voler suonare al campanello di ogni abitante della via per cercare il numero corretto, chi può dirlo? < Hai ragione, è il quarantanove... > dice grattandosi il capo con la mano destra, un po' confuso da tutta quella situazione. Se avesse dovuto descrivere l'incontro con Lucky Maji fino a quel momento, l'avrebbe descritto come un incontro piacevolmente bizzarro. Con l'unico coetaneo con cui è riuscito a conversare liberamente dall'inizio della sua infanzia fino ai giorni d'oggi, ha cercato di consegnare un pacco ad un indirizzo fantasma che è destinato a non riceverlo poichè vittima di un numero sfortunato. Probabilmente, anche raccontando la storia per intero alla signora Iwamoto, non gli avrebbe creduto e si sarebbe spazientita lo stesso per il ritardo nella consegna del cibo per gli animali. <Ninjagram? Certo! Mi hanno fatto iscrivere dei ragazzini in accademia ma non lo uso quasi mai, se non per messaggiare. Comunque ti mostro il mio profilo! > un po' maldestramente Kurou allunga la mano nella sua tasca sinistra, scavando un po' per riuscire ad estrarre il suo cellulare, sicuramente di seconda mano e con il vetro dello schermo incrinato dall'angolo in alto a destra vino alla base del dispositivo. Egli si prende qualche istante per scorrere fino alla sua pagina di Ninjagram, dove persino l'immagine del profilo è assente. < Ecco qui, dovrei essere Kurou67 se non erro... > dice mostrando lo schermo al ragazzo.

22:45 Majima:
  [Vie del centro] In cuor suo sa di aver dedicato fin troppo tempo a quella consegna, motivo per cui di lì a poco avrebbe ripreso il classico giro di indirizzi previsto dalle lettere del giorno. La sua agenzia che, per inciso, conosce la sua posizione tramite gps per via del palmare, non sarebbe stata contenta di vedere un puntino fermo nello stesso punto sulle mappe. Il postino si sente un pochino fortunato nell'aver fatto quella conoscenza, a sua volta fortunata, quindi per lui non è stato del tutto tempo buttato. Spera solo che quella breve sosta non gravi sulla sua performance aziendale e sul suo stipendio. È contento di scoprire che anch'egli possiede un profilo, giacché negli incontri degli ultimi giorni nessuno sembrava avere la più pallida idea di come funzionasse il social. Estrae il cellulare, vi preme sopra un paio di volte cambiando schermata e infine digita, a fatica e con una lentezza tipica di un boomer, il nickname di lui. < Fatto! > Esclama e ripone subito il telefono, cogliendo la posizione delle mani per sistemare meglio la cintura sul bacino. < Troverai una richiesta da lucky maji, sono io! > Come può non essere lui? Con tutto l'impegno che mette a divulgare quel soprannome si sorprende quasi di non essere riconosciuto per strada. Esagera, dopotutto, lo conoscono al massimo i parenti e i colleghi, ancora deve farsi un nome a Kagegakure. Verifica l'ora tramite il palmare e l'occhio gli cade nella sua stessa borsa a tracolla, stracolma di lettere in attesa di essere recapitate. Il pacco, invece, verrà riportato in magazzino e il mittente riceverà un avviso di giacenza tramite il sistema elettronico. < Kurou-san, ti auguro ancora più fortuna. > E un augurio come quello, per lui, è importantissimo, quasi vitale. Peccato che lui non li riceva spesso, probabilmente finirebbe per imprecare di meno contro il povero Bishamonten, nonché una delle sette divinità legate alla fortuna che tanto invoca. < Devo scappare... sai, il lavoro. > Indica con entrambe le mani la borsa alla sua destra, così che sia lei a parlare da sola. < Se ti capita un'altra volta di giocare con la sorte, mandami un messaggio su ninja. > Conclude così, con un monito per il futuro che avrebbe certamente permesso un altro incontro. Si sarebbe voltato, dunque, proseguendo verso un'altra via e consultando l'itinerario previsto tramite il palmare. Di lì a poco avrebbe ricevuto una spiacevole telefonata dal responsabile aziendale, non ci è dato sapere quante imprecazioni riceverà. [Profilo Ninjagram: https://www.instagram.com/lucky_majima/ ] [END]

23:08 Kurou:
  [Vie del centro] Kurou osserva Majima digitare il suo nome sulla barra di ricerca dell'applicazione, senza sbriciare troppo nella sua cronologia di ricerca. Effettivamente, se avessimo controllato in quella dello shinobi dal ciuffa inquietante, avremmo trovato solo immagini di cibo e famosi artisti marziali. Ecco che la richiesta di amicizia arriva e l'ammontare di followers sale di un punto. Non che a un sempliciotto campagnolo come lui interessi davvero, ma adesso si ritrova con un conoscente con cui non vede l'ora di approfondirne il legame e imparare nuovi dettagli sulla fortuna e sul kendo. < Accettata! > esclama sorridente, per poi ricambiare i saluti del postino che armeggia con la sua borsa ancora piena di lettere, da cui Kurou deduce di avergli fatto probabilmente dedicare troppi minuti a quella specifica consegna all'indirizzo fantasma, tutt'ora non avvenuta e oramai dimenticata. < Buona fortuna anche a te con le altre consegne, Majima-san! > dice con grande affetto e contentezza, anche se a primo impatto potrebbe sembrare uno piccolo scherno sulla mole di lettere ancora da consegnare. < Ricordati di invitarmi a un tuo incontro di kendo... Ci conto! > urla alzando la mano e scuotendola in orizzontale, mentre Lucky Maji si allontana diventando una misteriosa sagoma vestita da postino. Ed è proprio in quel momento, che Kurou torna alla realtà, rimettendo la mano destra nella corrispettiva tasca e tirando fuori il biglietto della spesa sempre più sgualcito, con sopra scritto l'indirizzo da raggiungere di cui tutt'ora non conosce la zona, costringendolo a camminare a zonzo con la testa bassa e senza meta. Ed ecco che la situazione gli rammenta il suo più grande difetto: cercare di aiutare tutti, ma non chiedere mai aiuto a nessuno. [Profilo Ninjagram: https://www.instagram.com/kurou_67/ ] [END]

Majima deve consegnare un pacco ma non trova l'indirizzo n°48 mentre Kurou ha delle faccende da sbrigare per una certa signora Iwamoto. I due si incrociano per strada e il secondo decide di aiutare il primo a trovare il punto di consegna. Si conoscono, chiacchierano e si scambiano addirittura il profilo Ninjagram. Finiscono per lanciare una monetina, risultato: Kurou è un ragazzo fortunato ma il 48 è un numero sfigato.