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Ripristinare il corpo e forse la mente

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con Shizuka, Kan

21:34 Kan:
  [Stanza] Lo sguardo è perso nel vuoto della stanza, rivolto alla finestra ma senza guardare realmente al di fuori di essa. Il mondo è tutto buio, la stanza stessa lo è, illuminata solamente da una flebile lampada posta sul comodino alla sinistra del letto; letto appena rialzato per consentire alla schiena di stare diritta ed alle ferite di non provocare dolore eccessivo. Completamente fasciato su tutto quanto il busto con particolari imbottiture di garze sulla spalla, il fianco e lungo la schiena in modo da impedire una copiosa fuoriuscita di sangue. Ha ricevuto le prime cure così da stabilizzarlo ma questo comporta delle movenze estremamente ridotte, non che cerchi di farne qualcuna. Il viso, il collo, entrambi adagiati sul cuscino a fissare un punto indefinito di quella finestra; le dorati iridi presentano una sclera rossa, al di sotto degli occhi, intorno alle palpebre, un colore violaceo. Non riposa, non dorme, sveglio dalla sera del ritorno in ospedale dopo aver trasportato Kore. Quel fallimento brucia più di ogni altra cosa, ha visto nuovamente la morte in faccia e nuovamente ci ha rimesso una persona a lui vicina; nonostante i trascorsi non rosei degli ultimi tempi, ha sempre considerato Sango la sua prima amica dal risveglio e adesso lei non c'è più, stroncata da un suo errore. Kore stessa ha quasi rischiato di perdere la vita per non essere riuscito a risolvere quella situazione nel breve tempo, non aver capito contro chi hanno a che fare. Deglutisce, inghiotte nel momento in cui tutte le certezze vengono meno, sul suo essere ninja, la sua innata intelligenza; un'essere dotato di grande intelletto avrebbe saputo creare un piano efficace sia per scappare sia per vincere mentre lui non è riuscito a far nulla di tutto ciò, anzi, probabilmente ha solo peggiorato le cose. Una debolezza mai vista prima, una debolezza mostrata al di fuori delle mura e ripetuta qui con conseguenze disastrose. Come può essere felice, come può godersi la vita ed andare avanti, di proteggere se non è neanche in grado di prendere chi fa del male? Ha fatto ridere, sta facendo ridere e quel mondo adesso appare più oscuro, senza luce. Un mondo infausto.

21:37 Shizuka:
  [Stanza d'ospedale] Finito di sistemare la testa dell'amica bionda e le altre ferite su quel corpo magrolino, è venuta a conoscenza dell'identità dell'altro shinobi che è stato portato lì d'urgenza. Se solo lo avesse saputo prima non si sarebbe nemmeno forse concentrata sulla Sabaku, e questo forse è male per la sua professionalità, ma tiene fede al suo essere una Kokketsu e mettere la famiglia prima di ogni altra cosa. Indossa la divisa, quindi una giacchina color verde smeraldo, un paio di pantaloni in tinta e le scarpine bianche in dotazione. I lunghi capelli rossi sono stati legati in uno chignon così che stiano lontani dal paziente, gli orecchini ben visibili sui lobi, quelle farfalle oro e blu, così come l'anellino in cima al padiglione sinistro. Sopra alla divisa indossa un camice bianco, all'interno del taschino superiore penne ed evidenziatori, oltre che una forbice, appeso ad esso il cartellino con sopra il nome: 'Shizuka Kokketsu' anche se ormai lavora lì da abbastanza tempo da essere quasi superfluo. Il giovane è stato sistemato in una stanzetta e inizialmente medicato per far si che le ferite non perdano troppo sangue, però non appena lei si presenta alla porta di quella stanza, senza nemmeno bussare, è chiaro a qualsiasi infermiera presente che sia il caso di andarsene. Non è un mistero che lui sia il fidanzato di lei, per lo meno non in quell'ospedale dove entrambi lavorano per la maggior parte del loro tempo, una come medico e l'altro come genetista. Sul visino della chunin è fin troppo evidente il timore e la paura per le ferite che non conosce. Eppure lui guarda fuori dalla finestra, mentre lo vede, anche se il rumore di quella porta aperta potrebbe averlo destato in qualche modo. Non le importa molto, si avvicina a quel letto, portandosi eventualmente di fronte al suo sguardo perso se necessario. [Chakra 58/90]

21:49 Kan:
  [Stanza] Posto sotto le coperte, messo con cura dalle infermiere per tenerlo al caldo e non far prendere freddo al corpo, privato di qualsiasi accessorio, persino l'orecchino è stato tolto, posto sul comodino mentre il resto dei vestiti e degli effetti sono su una scrivania frontale al letto. Svuotato di tutto il chakra, non è rimasta neanche una goccia da poter usare e ciò provoca un'immane debolezza nel corpo del bianco la quale, mista al dolore, rende impossibile qualsivoglia movimento se non quello di muovere appena la testa. Una statua simile ad un cadavere sosta in quel letto, totalmente estraniato dal mondo, non da retta a nessuno, ne alle infermiere giunte per controllarne le condizioni in attesa del medico assegnato, ne dei medici incaricati di accertarsi delle condizioni cliniche. Esse sono segnate in un piccolo registro posto sulla barra dinanzi al letto. Respira piano, quasi a malapena trovando difficoltosa persino quell'operazione mentre sprofonda in un silenzio estenuante con solo i propri pensieri. Essi bastano per rendere rumorosa la stanza, invivibile mentre piccoli flashback si palesano; il serial killer con quella maschera è dinanzi a se, si muove, si avvicina, si scosta mostrando il corpo di Sango a terra privo di vita, gola tagliata, sangue ovunque. Quel cadavere si sta alzando, volge lo sguardo alla volta del chunin ma gli occhi di lei non sono azzurri bensì totalmente bianchi, privati di quel colore tanto caratteristico. Un fantasma si avvicina, l'additata come colpevole, gli chiede perchè non l'ha aiutata. Trema appena il labbro inferiore prima che quella scena svanisca accorgendosi solamente ora della presenza di Shizuka davanti a se. Non l'ha sentita entrare, non ha sentito la porta aprirsi o sbattere ma quella figurina si erge, vestita da dottoressa, il cartellino ne reca il nome finendo per inquadrare il di lei visino preoccupato. Per la prima volta non sorride nel vederla, nelle dorate iridi non vi è felicità, non vi è alcuna emozione, sono spente; il dorato di una volta risulta sbiadito, il viso è pallido, emaciato. China lo sguardo, ancora basso, ancora verso quella finestra, assente.

22:11 Shizuka:
  [Stanza d'ospedale] Gli occhi blu si muovono su quel corpo, su quel ragazzo che nemmeno ha emesso un suono per salutarla, per scusarsi, per spiegare quanto avvenuto. Lo sguardo spento di lui è come altre volte, come quando lo ha portato a casa dopo l'attacco di quel gorilla, forse meno spaventato ora e più paralizzato. Ancora una volta chiuso in se stesso, ancora una volta ad affrontare demoni che annebbiano la di lui mente. E dire che non è da troppo tempo che la ragazzina dai capelli rossi si è disperata per aver quasi perso dei compagni in battaglia, per aver causato la morte di alcuni innocenti. Senza dire nemmeno una parola andrebbe a disfare quelle fasciature fatte momentaneamente, partendo dalla più visibile a livello della spalla perforata. Lentamente ma inesorabilmente andrebbe a scoprire quella carne, che è già stata disinfettata dalle infermiere prima che arrivasse lei, quindi qualcuno si è preso cura di lui prima che lei potesse correre in suo soccorso e la cosa la indispettisce enormemente. Andrebbe a portare il Chakra sugli arti superiori, farlo scivolare via via lungo di essi fino a raggiungere le mani e da lì cercare di farlo fuoriuscire verso quel buco che vorrebbe risanare e chiudere. Gli occhi sono fissi su ciò che sta facendo, concentrata nel rattoppare la parte fisica di quel corpo che conosce bene sotto ogni aspetto. << Tutte le volte che non sei con me torni a casa distrutto. >> E' un dato di fatto, le ferite peggiori le ha subite sempre e solo quando lei non era al suo fianco. << Forse dovrei legarti a me. >> In qualche modo dovrebbe fargli piacere quella frase, o forse è il momento sbagliato anche per quel genere di commenti, non sa bene in quale meandro oscuro egli si sia infilato questa volta. [Chakra 43/90 -> 15 per mani terapeutiche superiori][Kan +16PV]

22:27 Kan:
  [Stanza] Non riesce ad emettere un suono, non riesce a parlare od esprimersi; neanche la presenza di Shizuka lo risolleva da quello stato catatonico in cui è ripiombato dopo molto tempo. L'arrivo del gorilla in quel di Kirigakure, quasi un anno prima, l'ha distrutto psicologicamente ma è niente se paragonato a questo; la paura nei confronti delle chimere, insita nel profondo, adesso non è altro che una singola minuzia rispetto ad un sentimento di cui neanche ne conosce il nome. Spiegarlo a parole è un'impresa impossibile ma l'oscurità aleggia, non vede la luce, non la vede in Shizuka, non vede altro che buio, un'ombra in grado di coprire ogni faro di quel mondo. Non fa niente per impedirle di avvicinarsi, di essere toccato, solo un verso di dolore quando le bende sono sollevate mostrando quelle ferite, perforazioni da parte di alcuni kunai lanciati con gran precisione seppur non abbiano colpito punti vitali. Le ferite sono abbastanza profonde da far comprendere come l'intervento sia necessario per evitare il continuo sanguinamento. Digrigna i denti ogni volta che viene toccato e poi sollievo dato dal calore del chakra medico, lo stesso con cui non è riuscito a far nulla durante la missione. Sta venendo medicato e curato con le stesse arti rese inutili ed ora il viso della ragazza si mostra. Un viso martoriato da un sorriso fatto di tagli, un sorriso forzato di chi non ha la minima idea di cosa sia una morale, esattamente come lui che l'ha lasciata morire, l'ha lasciata al suo destino. E' stato il bianco ad ucciderla, non il killer, non qualcun altro ma lui. Dopo tutti i buoni propositi discussi, nel momento di proteggere qualcuno ha fallito miseramente, ha ucciso un'innocente lasciando che la storia di Kushina si ripetesse tornando prepotentemente nella corso della di lui vita. Il sollievo è solo fisico ma il chakra non basta a risanare qualcosa di più profondo e radicato, neanche quelle parole riescono a scuoterlo nonostante rappresentino la verità. Ella è come un angelo custode, veglia su di lui riportandolo a casa sano e salvo eppure sono le ultime parole a provocare una stretta al cuore. Un groppo in gola gli impedisce di deglutire, le iridi divengono lucide <Ne sei sicura?> legarlo a lei, essere così vicino da metterla in pericola <Le persone intorno a me muoiono> tutte le persone a lui care vengono meno, oltre Shizuka non gli è rimasto nessuno, non ha amici, non ha famigliari, solo e soltanto lei ma la vicinanza potrebbe essere la fine per la Kokketsu. Perchè tenerla vicina con questa consapevolezza? Perchè legarsi sapendo che un tale contatto l'avrebbe condotta a morte certa? Il tono è rauco, basso, spezzato dalla poca forza rimastagli in corpo.

22:40 Shizuka:
  [Stanza d'ospedale] Ancora una volta quelle manine fanno il miracolo, rigenerano i tessuti rapidamente, giovando al corpo martoriato. Muscoli, tendini perfino la pelle, con lui il lavoro è più semplice, con ogni buona probabilità riuscirà a evitare che restino anche delle cicatrici evidenti, almeno esternamente. Finito su quella spalla, andrebbe a ridiscendere sul fisico altrui, coperto da un camice e null'altro, dopo essere stato ripulito dalle infermiere. Andrebbe ad allungare quelle mani verso quell'indumento per farlo scivolare in basso, frontalmente, scoprendolo, lasciandolo solo in intimo davanti alle blu che lo conoscono a fondo. Gli arti superiori si andrebbero quindi a spostare sul fianco sinistro, dove una nuova benda è stata posta. Andrebbe a privarlo anche di quel pezzo di tessuto, scoprendo una nuova ferita sulla quale di nuovo andrebbe a imporre la di lei presenza, per rigenerare e rinsaldare i tessuti. << I Kokketsu non muoiono Bakkan. L'unica cosa che mi impedisce di legarti a me permanentemente è che tu vuoi essere libero. >> Non è un cane, è una persona, qualcuno che ha i suoi desideri che ha i suoi timori e che deve fare le proprie esperienze. << Qualcuno mi ha detto, che non devo farmi carico di proteggere tutti io. Che devo imparare a conoscere e fidarmi dei miei compagni e delle loro capacità. >> Questo ovviamente lo ha detto Tenjiro, per farle passare l'ansia e la paranoia per cui stava iniziando a temere per Saigo e Nobu in qualsiasi momento che non passavano insieme. In qualche modo vorrebbe che quell'affermazione gli passasse, che non può gestire tutto, deve affidarsi alle capacità altrui a volte. [Chakra 41/90 -> 1 per mantenimento mani terapeutiche superiori][Kan +16PV]

22:58 Kan:
  [Stanza] Il dolore alla spalla non svanisce permane nonostante la ferita venga rimarginata dalla magia di quelle manine; con difficoltà riesce a muovere nuovamente l'arto, piano e lentamente ma ci riesce a cominciare dalle dita. Smuove qualcuna di esse per poi passare al passo lasciando che rotei e solo successivamente alza appena il braccio, un moto ponderato e pacato per mettere alla prova le funzionalità motorie. L'arte medica è un miracolo, cura l'impensabile solo grazie all'afflusso di chakra all'interno dei tessuti accelerando un processo solitamente lungo e tedioso. Prova nuovamente a deglutire fermandosi a quel groppo al centro della gola il quale ne impedisce il discendere della saliva; la Kokketsu non perde tempo, ribatte, rimbecca con quell'ennesima affermazione sulla presunta immortalità dei Kokketsu, loro non muoiono ma è davvero così? Le leggende sono invenzioni di fantasia per estremizzare un evento od una persona del passato, lo stesso vale per quel clan dannato. Non ci crede più. Non possono essere immortali, se lo fossero, non servirebbero più ninja, non servirebbero Anbu, Shinsengumi e tutti gli organi governativi, basterebbero loro per risolvere ogni minima situazione <Puoi essere ferita. Se puoi ferirti, puoi morire> è un dato di fatto, scientifico per di più. Qualsiasi essere vivente in grado di subire una ferita può lasciare quel mondo. Si mantiene disteso, mantiene lo sguardo alla finestra, distante, spento trovando fatica nel mostrare quelle emozioni basilari, non riuscendo nemmeno a sorridere a frasi pronunziate appositamente con quello scopo, risollevarlo dandogli un minimo di speranza in più rispetto al normale. Corruccia la fronte a tali parole, se in principio le capisce, mai situazione è più sbagliata per applicarle <E cosa ha portato? Ho ucciso una ragazza innocente> bruciano gli occhi, si contorce il petto nell'ammettere ad alta voce quel peccato commesso, quel suo fallimento primordiale <Sango è morta> la seconda vittima di quella nottata all'insegna del sangue. Le dita vengono strette all'interno dei palmi, sbiancano, trema il busto dalla rabbia, una rabbia viscerale verso il killer, verso se stesso per aver commesso quell'omicidio senza pensarci due volte, preferendo la propria vita alla sua, preferendo la missione al salvare qualcun altro <E Kore è rimasta gravemente ferita, è quasi morta anche lei> solo adesso si rende conto della Sabaku, di averla portata li ma di non aver più ottenuto sue notizie. Nessuno l'ha avvertito, nessuno si è palesato per parlargli, per rassicurarlo sulle di lei condizioni. La preoccupazione per le sorti della Sabaku aumentano, è viva? Ce l'ha fatta? Ha lasciato quel mondo? L'incertezza inizia a dilaniarlo mangiandolo da dentro.

23:16 Shizuka:
  [Stanza d'Ospedale] Fa spallucce all'affermazione altrui, che ritiene stupida in qualche modo e non necessariamente valida per qualcuno che si ferisce costantemente per combattere. << Il mio sangue è la mia forza. Più ne perdo peggio è per il nemico. Certo che posso essere ferita. Sono le mie ferite la mia forza. >> E questo è un altro dato di fatto, lei che ha person più sangue per combattere che venendo colpita da altri. Liquido in costante rigenerazione grazie al corpo e i suoi miracoli naturali. Anche quel fianco viene sanato, poco alla volta, il corpo torna alla sua forma originale con una semplicità disarmante. Però non ricopre quel corpo, andrebbe con le azzurre alla ricerca dell'ultima benda che si trova su quel corpo. Più un lngo cerotto che copra la parte centrale della schiena del bianco. << Porta in avanti il busto per favore. >> Chiede per cortesia che la aiuti nei movimenti, così che eventualmente possa raggiungere la parte posteriore del bianco e anche lì possa rimuovere le coperture per applicare quella cura di notevole entità che riesce a rigenerare i tessuti. Sente quelel lamentele, le lagne riguardanti una ragazza, di cui lei non sa nulla, la morte di Sango. << Io ho disintegrato il corpo di uno degli ostaggi che avrei dovuto salvare con un cannone d'acqua. Preoccupata di eliminare il mostro che li aveva rapiti sono diventata mostro a mia volta. >> Ma questa è una colpa? Ha salvato tre bambini su cinque, sono stati ringraziati, hanno sventato un orrore indicibile all'interno di Kagegakure, sono quasi degli eroi. << Sei uno Shinobi? >> La domanda viene posta in maniera pacata, mentre forse nemmeno lo guarda in faccia, concentrata su quella schiena che lui potrebbe averle concesso di rigenerare. Il problema che si è posta lei, qualche settimana prima e per la quale lui ha cercato di consolarla durante quel picnic, non riuscendo a cogliere quanto dolore lei potesse provare. Ora lo sa, però come lei fatica a scegliere la sua strada, il suo percorso. << Kore è stata riconosciuta come caso più grave, abbiamo trattato prima lei, ha una piccola emorragia interna, dovrà stare a riposo per una settimana ma starà bene. >> Ci ha pensato lei con quelle stesse mani che ora risolvono i dolori fisici altrui. Non commenta riguardo Sango, purtroppo non riesce a dispiacersi per lei quanto sarebbe corretto forse, davanti al bianco. [Chakra 39/90 -> 2 per mantenimento mani terapeutiche superiori][Kan +16PV]

23:37 Kan:
  [Stanza] Sa tutto quello che gli viene detto, sa della sua forza, sa del potere del suo sangue sparso, è a conoscenza di ogni singolo potere di lei o quasi ma il pensiero non svanisce ne viene meno. Quanto sangue può perdere prima di morire? Quanto è resistente quel corpicino prima che si affievolisca spegnendosi definitivamente perchè troppo vicino alla calamità dal crine bianco? Attrae la morte come un magnete, perchè mai per lei dovrebbe essere differente? Cosa gli da la certezza di un suo salvataggio? Tante, troppe domande si sta ponendo quando dovrebbe pensare a rimettersi, tornare in forze per affrontare la vita nuovamente. Una vita che ha scelto per lui di sottoporlo a prove di un calibro troppo elevato. Il chakra medico agisce su quel fianco rinsaldando la ferita, i tessuti si uniscono chiudendola, lasciando solo un piccolo segno ritrovando sollievo. Fa dannatamente male il fianco ma riesce a dimenarsi un po', a muoversi senza sentire un lancinante dolore, privo di eguali. Un profondo respiro viene fatto, il petto indietreggia per poi avanzare nel momento in cui l'aria viene rilasciata assecondando le richieste di lei; porta in avanti il busto per mettere in mostra la schiena facilitandole il lavoro. Si sporge più avanti arrivando quasi al bordo del letto mentre ancora race non proferendo parola alcuna, oramai parlare è divenuto difficile, un'impresa degna di un bambino alle prime armi con la vita. Ci pensa Shizuka a sbattergli in faccia altre verità, una di queste taciuta fino a quel momento; mai ne ha fatta menzione, mai ha parlato di un risvolto simile. Si schiudono appena le labbra e con esse gli occhi vengono sgranati lievemente <Era accasciata a terra, la stavo curando e delle armi hanno iniziato a piovere dal cielo, sapevo di non avere il tempo di salvare entrambi, ho scelto> non serve dirlo ad alta voce, la scelta è palese, se stesso invece di lei <L'ho condannata a morte per la missione e l'ho fallita> ogni scelta da lui presa, ogni decisione ha portato ad un fallimento, ad una condanna dell'anima. Un'innocente è morta, una kunoichi è caduta ed il killer è ancora a piede libero, libero di mietere altre vittime, di scorrazzare per il villaggio indisturbato conscio dell'impotenza dei ninja <Stanotte non lo sono stato> le dorate iridi iniziano un lento movimento discostandosi dalla finestra, portandosi sul corpicino di lei, pieno il viso si alza per incontrarne il visetto. Un movimento pacato alla ricerca di quella piccola fonte di luce dai capelli rossi finendo per apprendere della sorte della Sabaku. Quella morsa intorno alle viscere si scioglie, è sopravvissuta, è viva, lei ce l'ha fatta <Sono contento> una contentezza veritiera, almeno una è riuscita a riportarla a casa.

23:48 Shizuka:
  [Stanza d'Ospedale] Completa il suo operato sul corpo del fidanzato, andando a a rivestirlo con quel camice una volta completato il tutto, lasciandogli modo di distendersi ancora su quel letto, ora che con ogni buona probabilità riuscirà a farlo in maniera meno dolorosa ma non del tutto indenne. Lui è molto silenzioso, ascolta senza commentare tutto o quasi quel che gli viene detto. Non risponde nuovamente a quella di lei presunta immortalità, facendo erroneamente credere alla Kokketsu di aver provato quel suo discorso, di avere ragione. Lui ha compiuto delle scelte, ha sacrificato qualcuno consapevolmente per proteggere se stesso, eppure, una volta fatto questo ragionamento ha perso tutto, la ragazza, Sango, il killer, la sua anima. La missione è fallita, non erano in grado di sopraffarre il nemico, forse qualcuno ha errato ai piani alti. Quella domanda arriva prepotente come quelle armi che lo hanno perforato durante quella sera, la risposta è indubbio quella di essere mancato ai suoi doveri di ninja. << Non sei costretto ad esserlo, se questa non è la tua strada. Puoi fare altro nella vita. >> E' una scelta da fare, può essere un genetista, può migliorarsi solo in quello, può diventare un benefattore per Kiri, un politico. Non serve che combatta, che prosegua in una carriera militare che non sente sua. Come la Kokketsu ha fatto le proprie scelte ora è il suo turno di decidere chi diventare. Quando le rassicurazioni riguardo alla bionda arrivano, lui sembra felice per la prima volta da quando ha varcato quella soglia. Inevitabilmente un sorriso compare anche sul viso della nanerottola che in mezzo secondo gli piazza le mani sulle guance, avvicina il viso all'altrui e gli strappa un bacio, intenso, passionale, vorrebbe varcare quelle labbra, lasciare che danzino insieme le lingue, che possa sentirlo in qualche modo vivo, acceso. Tutta la paura che ha provato nel saperlo ferito viene riversata in quel contatto, in quella necessità di percepire il calore altrui, perso nella notte a causa di un Noribiki. [Chakra 39/90]

12:40 Kan:
  [Stanza] La schiena è totalmente risanata, i movimenti tornano normali, senza più ferite ma con ancora dolori ovunque. Le occhiaie risultano prepotenti, preponderanti intorno agli occhi, occhi tanto rossi da fuoriuscire dalle orbita, gonfi e pesanti. La stanchezza di quella notte è presente, avvolge l'intero corpo ma non riesce a smettere di pensare, quelle visioni lo stanno tormentando da quando ha messo piede nell'ospedale, i sensi di colpa lo divorano, l'odio e la rabbia corrompono quell'anima ridotta a brandelli. Odia se stesso, rabbioso nei propri confronti, odia quell'essere, ora, più di ogni altra cosa al mondo. Ma tutto ciò passa in secondo piano dinanzi al dolore, a quella frattura dentro di se, ha perso, ha condannato a morte tutti quanti con le proprie scelte, ha permesso ad un assassino di vivere ancora. Non si può più ricostruire qualcosa di andato in frantumi semplicemente con delle parole, con le carezze; questo peso l'avrebbe portato con se per tutta la vita, non avrebbe più riottenuto Sango ne quella ragazza la cui vita è rimasta stroncata troppo presto. Scosta lentamente il corpo andando a distendersi sul materasso, diritto con il corpo e con gli occhi rivolti al soffitto seppur qualche veloce occhiata viene concessa alla Kokketsu. Non riesce a parlare, non ha le forze per discutere ne ha l'intenzione di farlo; ora comprende come si è sentita, capisce il suo silenzio per tutti quei giorni, il non voler dire nulla perchè fa troppo male. Superare un peccato simile, un'errore del genere è impossibile, il cuore fa male, dannatamente male tanto da volerlo strappare dal petto per non sentire più nulla, non provare emozioni di alcun tipo. Essere venuto meno ai suoi doveri inficia ulteriormente, non si è comportato come un ninja ne come un protettore, solo un codardo, un'opportunista, si è comportato come il vecchio Kan. Quel bianco di un tempo è ancora dentro di lui, fa inevitabilmente parte di se <Non posso lavarmene le mani> tono basso, serioso quanto diretto <Deve pagare per quello che ha fatto. Deve morire. Voglio ucciderlo> nell'ammettere ciò non la guarda, evita le azzurre iridi di lei, quasi provando vergogna per quell'affermazione specialmente dopo aver deciso di mettere da parte gli obiettivi di vendetta. Sorride solo nel sapere di Kore e del suo stare bene ricevendo in cambio un sorriso a propria volta ed un bacio; chiude gli occhi ricambiando quel bacio con la medesima passione, giocando con la di lei lingua lasciandosi andare. Solleva il destro arto per carezzare il visetto di Shizuka, adagiare il palmo <Devo tornare in quel posto> distaccandosi appena da quel viso ma senza interrompere il contatto con ella, manifestando la sua volontà di tornare in quel di Suna, nel luogo del misfatto.

12:53 Shizuka:
  [Stanza d'Ospedale] Le prime parole che lui sputa fuori sono nuovamente frasi di vendetta, di odio verso qualcuno. Totalmente contrapposte alle frasi dette qualche sera prima alla ragazza, che finalmente era felice che lui avesse trovato un modo alternativo per vivere la sua esistenza, il suo presente. Ma forse era un'illusione, un pensiero fugace che non appartiene veramente al corpo del Sumi. Poco importa, è la persona che ama, per la quale si è preoccupata terribilmente in mezzo secondo, sapendo che fosse lui l'altro ferito e che Sango fosse morta. Non dice una parola riguardo all'Ishiba, perchè lei non è tanto dispiaciuta dalla cosa, non è un mistero che non andassero per niente d'accordo. << Sarebbe stupido tornarci. >> Non sembra voler provare minimamente a indorare la piccola del bianco, nonostante sia malato, non lo ha mai fatto, si scaglia sempre con violenza contro coloro che secondo lei stanno sbagliando e ai quali tiene particolarmente. << Sicuramente lui non sarà più lì, sicuramente la squadra che vi ha soccorso avrà controllato, fatto indagini ed eventualmente eliminato il soggetto. >> Lei forse al momento ha un minimo di logica in più, utilizzata più prontamente quanto meno. Ne accarezza il viso, dopo che quel contatto è finito, che lui si è disteso sul letto, mentre lei vi si siede accanto. << Deve pagare è indubbio. Il fatto che tu voglia pensarci personalmente non so quanto sia fattibile. Non penso che mentre te ne stai qui lo lasceranno a piede libero. Però potresti chiedere di essere nuovamente assegnato alla missione. >> Non nega che sia fattibile, anche se dubita che una squadra fallimentare venga riassegnata al medesimo obbiettivo, ma in fondo domandare non costa nulla. << Potresti invece rimetterti in sesto e proseguire con il progetto di aiutare tutti, più velocemente. >> Insomma siamo sicuri che la vendetta sia l'unico modo per sfogare quella rabbia che sente? [Chakra 39/90]

13:09 Kan:
  [Stanza] La logica al momento non gli appartiene, parla di pancia, parla per vendetta, il desiderio di mettere fine a quella vita. Tornare in quel luogo è l'unico punto di partenza che possiede o forse no? La situazione si fa annebbiata, i ricordi leggermente offuscati dall'ira e solo il balsamo donato da Shizuka riesce a donar un minimo di sollievo, allevia quelle ferite fisiche e psicologiche. Non ci fosse stata lei, adesso, al suo fianco, si sarebbe perso, avrebbe commesso delle stupidaggini ancor più grandi <A Suna devo tornarci> replica con fermezza e con una certa convinzione <E se non l'hanno eliminato? Se fosse ancora a piede libero? No, non posso affidarmi alle indagini di qualcun altro, devo prenderlo io> non è possibile che qualcuno sia riuscito a fermarlo così facilmente, non è possibile che una banale squadra Anbu abbia compiuto un'impresa del genere con tanta facilità quando loro non hanno ottenuto nulla o quasi <Kore l'ha chiamato Noribiki> ricorda quel nome, quel frammento di frase da parte della chunin <Tu li conosci?> in quanto medico, Shizuka può aver accesso a molto dati su vari pazienti, forse quel nome l'è capitato, forse sa a cosa si riferisca Kore additandolo come tale. Deve partire, deve ricominciare e questa volta farlo come si deve per ottenere quella vita che non è riuscito a prendersi. Scosta appena il corpo di lato facendola sedere al proprio fianco, beandosi di quella carezza <Farò in modo di venire riassegnato, lo devo a quella ragazza e...devo farmi perdonare> da colei che non è riuscito a proteggere, non è riuscito a far nulla per salvarla e portarla a casa. Inspira con le dorate iridi a divenire sempre più lucidi, le pupille ridotte ad una singola fessura, un puntino nero al loro interno <Come posso aiutare tutti se non sono riuscito ad aiutare una singola persona? Chi accetterebbe di farsi aiutare da me sapendo questo?> con i reni prova a sollevarsi da quel letto e mettersi seduto, guardarla diritta negli occhi, essere alla di lei altezza <Tu ti faresti aiutare da me sapendolo? Stanotte ho visto tutte le mie certezze crollarmi davanti, tutto ciò in cui credevo è andato perso insieme agli attacchi di quel mostro> capo chino, ansimante, dolorante <E sai qual è la cosa peggiore? Potevo batterlo, avevo capito come batterlo e non ci sono riuscito, non ci sono riuscito perchè l'ho capito troppo tardi> alza gli arti verso Shizuka, la ricerca, cerca di abbraccia, di stringersi a lei. La stretta è forte al massimo delle sue basse possibilità.

13:32 Shizuka:
  [Stanza d'Ospedale] Tutto quello che lei oppone viene ribattuto, con agitazione, come se fosse una questione importante, ormai eradicata in una sola notte. Lei cosa avrebbe fatto se non fossero riusciti a sconfiggere il Sarto e Noumu? Ci pensa per una frazione di secondo, ci riflette, cercando una risposta che trova in maniera semplice: sarebbe morta. Perchè per lei la ritirata non esiste, la missione deve essere portata a termine a ogni costo, questo per lei è essere un buon ninja. Riesce a immaginare però Nobu prenderla di peso e portarla via, facendola forse arrabbiare. Un brivido le corre lungo la schiena pensando a quanto si sarebbe opposta, la mano destra torna sul lato del collo dove è stata stretta dal Choconinja. << Le indagini altrui sono un punto di partenza. Magari l'hanno eliminato perchè voi lo avevate indebolito. E in ogni caso non si parte a testa bassa senza un piano Bakan! >> Lo sgrida, lo rimprovera, quella testardaggine che sta dimostrando è rimbalzata al mittente con decisione, perchè lei ha la testa più dura probabilmente. Ancora viene fatto quel nome, a quella domanda però non sa rispondere con precisione: << Non so nulla di particolare, dovresti chiedere a Kore quando entrambi starete meglio. >> La bionda sicuramente ne sa di più e comunque non ha la minima intenzione di parlare di come reperire informazioni su qualcosa che non vuole che faccia. Vuoel farsi riassegnare, come lei ha suggerito e come segretamente spera che non avvenga, gli occhi blu lo fissano, cercando negli occhi di lui per comprendere il suo stato d'animo. Sente di dovere qualcosa a qualcuno, in parte lo capisce ma è giusto che sia la vendetta? Fa finta di niente sul fatto che senta di doversi far perdonare, non chiede da chi, non lo vuole nemmeno sapere, altrimenti potrebbe arrabbiarsi e in quel momento vuole essere di supporto. Poi giungono quelle domande, di disperazione, di incomprensione. Non sa dove dirigersi come poter fare per sentirsi di nuovo valido, competente in qualcosa. << Sai, parlavo con Ten l'altro giorno proprio di questo. >> Insomma ci sono più strade, non una singola, ognuno deve scegliere la propria. << Quando con la mia forza ho rubato la vita a quel ragazzo mi sono chiesta se fosse la strada giusta per me. >> Non è un segreto, sicuramente per lei c'è un modo diverso per salire in alto, ha considerato di smettere di fare il ninja, di crescere solo a livello professionale come medico, però dopo giorni di riflessioni ha deciso di non farlo. << Non c'è una strada sola Mio. Non sei costretto a essere uno shinobi se non lo vuoi. Puoi uscire dal sistema, puoi aiutare la gente battendoti per loro su altri livelli, tu sei intelligente no? Forse semplicemente sei più bravo con gli schemi fuori dal combattimento no? >> Ognuno ha le proprie capacità, è questo che fa la differenza in Kagegakure. Si può scegliere chi diventare e come! Non si è più costretti a fare i ninja per difendere i propri villaggi, si può scegliere di farsi difendere da altri, e utilizzare le proprie abilità per altro. << Ten non continuerà con la carriera militare >> Mette quel militare fra virgolette, come se fosse qualcosa di non corretto da pronunciare. << Io sono una Shinobi e continuerò ad esserlo con tutto quello che ciò comporta. >> Insomma, la sua scelta è chiara, ogni peso si accumulerà e la cambierà, il diventare più forte semplicemente la porterà a sbagliare meno forse. << Fai la tua scelta, per te stesso, per la tua felicità. >> Deve capire cosa vuole diventare, a cosa vuole aspirare, non c'è obbligo alcuno, lei sarà comunque lì a sostenere ogni sua scelta. [Chakra 39/90]

13:58 Kan:
  [Stanza] Con la coda dell'occhio nota quel suo toccarsi il collo, corruccia la fronte, assottiglia lo sguardo ma non commenta, non dice nulla in merito preferendo andare avanti, continuare quella discussione e si, lei si sa dimostrando sempre più lucida mettendolo davanti alla verità dei fatti, una verità che si rifiuta di vedere. Scioglie l'abbraccio in cui l'ha intrappolata allontanandosi appena; il vanto della propria intelligenza svanisce all'istante perchè quando si parla di piano è esattamente ciò a cui non ha pensato minimamente in quel momento. Una persona intelligente agirebbe con un piano ben preciso ed ecco l'ennesima certezza a venire meno; il Kan di un tempo non si sarebbe comportato così, non avrebbe provato quel dolore ne quel senso di colpa pensando solamente a se stesso ed agendo di conseguenza per preservare la sua vita. Buttarsi nella battaglia senza cognizione di causa è escluso ma non si è neanche comportato come un vero shinobi, ha fatto tutto il contrario, ha fatto tutto in modo sbagliato <Bakan...> ripete solo quel nome, quel nomignolo affibbiatogli agli inizi della loro conoscenza. Mai come adesso gli manca quella persona, quel se stesso oramai scomparso; lui avrebbe certamente saputo cosa fare, come muoversi non provando alcun sentimento, praticando il distacco da tutto e da tutti eppure, non può tornare ad essere quella persona, la mente è diversa, il modo di fare è cambiato. Non riesce a tollerare quel Kan ne a sentirlo suo. Il silenzio aleggia intorno al ragazzo, un silenzio tombale in cui non sa cosa dire, non sa quali parole proferire e dopo tutte quelle domande, quelle incertezze e nuovamente ella tira fuori Tenjiro, quell'anziano dottore di cui gli ha già parlato in passato. Il capo viene chinato, guarda le coperte, guarda il proprio corpo ascoltando le parole della Kokketsu e di nuovo, le volontà del vecchio Kan tornano. Egli non ha mai desiderato essere un ninja, ha sempre sfruttato quel ruolo per i suoi scopi ma adesso che quegli scopi sono cambiati, a cosa serve? Perchè sta ancora svolgendo una tale mansione? Non riesce a darsi una risposta ma è chiara la differenza tra se e la Kokkeutsu, votata alla carriera da Kunoichi, una carriera in cui mette anima e corpo <Ho bisogno di tempo per pensarci Mia> non può prendere una decisione in quel momento, non è lucido, non è completamente in se per poterle dare ragione o torto, sa solo che di quelle parole avrebbe fatto tesoro. La fiducia riposta in lei è tanta e sa che ogni cosa detta è solo per farlo stare meglio. Cosa può essere in futuro oltre ad uno shinobi? Cosa può diventare? Domande difficili a cui dare una risposta <Ma forse conosco già la risposta e non voglio ammetterlo e farlo adesso mi farebbe passare come codardo> riflette ad alta voce mettendola al corrente di altri dubbi, di quelle turbe mentali ancora in corso <Shizuka> le labbra vanno ad ampliarsi appena in un flebile sorriso, stanco ma presente <Non smettere mai di mettermi davanti ai miei sbagli> rappresenta una coscienza per lui, un modo per affrontare tutto quello che gli accade <Voglio tornare a casa> concludendo la propria disamina con quel desiderio.

14:15 Shizuka:
  [Stanza d'Ospedale] E' silenzioso, più del solito, quasi quanto dopo lo scontro con lo scimmione che ora sanno sia il capo di un gruppo di chimere. Quel soprannome viene ripetuto a mezza voce, un simbolo implicito di quanto egli era, a suo modo una persona diversa. Si cresce, si cambia ci si modifica e incredibilmente pare essere sempre la Kokketsu a far maturare l'altro, o metterlo davanti alle cose nella loro interezza a sostenerlo mentre quello che credeva vero vacilla e cade. E' per quello che gli fa quel discorso, riguardo all'essere un ninja, alle strade che può affrontare, al futuro che vuole avere. E com'è giusto che sia ottiene una risposta che in realtà non è tale, chiede del tempo, come se lei avesse provato a sottrarglielo. Strano ma vero un sorriso caldissimo le si stampa sul faccino: << Hai tutto il tempo del mondo amore mio. >> Non usa nemmeno il soprannome, il tono è sereno, come se in qualche modo fosse contenta che lui sia stato in grado di rifletterci, invece che rispondere di pancia e testardamente come forse avrebbe fatto lei al posto suo. Stavolta è lei che si allunga verso di lui, abbracciandolo di rimando, una mano che si infila fra quei capelli bianchi accarezzandoli dolcemente. << Qualsiasi cosa deciderai di fare, io sarò al tuo fianco. Ma dovrai essere felice intesi? >> Egoisticamente forse vuole che lui faccia la scelta migliore per se stesso, perchè è stanca di vederlo così, in balia degli eventi, in continuo turbamento. Sente il di lei nome venire pronunciato e si allontana dal corpo altrui, guardando quegli occhi dorati che tanto ama, mentre la testolina si scosta su un lato, il visino stupito dall'utilizzo di quel nome, completo. Sorride a quella richiesta, come se ora fosse legittimata a fare la bulla con lui, ma in fondo è contenta di potergli essere di supporto, sempre, in ogni istante di quella vita travagliata. Poi quel capriccio, quell'affermazione che esce spontanea in maniera molto infantile. Le scappa una risata, allontanandosi completamente da lui. << Mi dispiace signor Sumi ma la dottoressa Kokketsu non le concederà questo lusso! >> Il tono è volutamente enfatizzato, come se fosse una caricatura mista seria. << Deve restare qui stanotte, se andrà tutto bene potrà rientrare domani! >> Lo sta prendendo in giro, ma effettivamente dopo tutto quello che è successo preferisce tenerlo vicino ai macchinari nel caso di ricadute gravi. Tornerebbe ad avvicinarsi al viso altrui, una mano su una guancia, il tono di voce estremamente più dolce: << Vado ad avvisare le ragazze e resto qui con te stanotte, d'accordo? Torniamo a casa domattina insieme! >> Gli rifilerebbe un bacio sulle labbra, più discreto del precedente, più rapido. Attenderebbe una risposta positiva in caso prima di andarsene dalla stanza e tornare poco dopo. [Chakra 39/90]

15:20 Kan:
  [Stanza] I livelli di maturità dei due sono estremamente diversi, per quanto riguarda la vita probabilmente è il bianco ad essere più accorto, a sapere come muoversi e comportarsi con gli altri, sapere come parlare, cosa dire, come sfruttare le situazioni a proprio vantaggio. Per l'essere ninja, al contrario, Shizuka rasenta un'esperienza che lui non è in grado di cogliere, non riesce ad averla nonostante tutto quello vissuto necessitando di un continuo supporto da parte dell'altra. Il caldo sorriso di lei risulta contagioso portandolo a sorridere a propria volta, magari quella frase fosse vera, se ce l'avesse non sarebbe così agitato ma forse si sta facendo più pippe mentali del previsto, sta rendendo le cose ancor più pesanti di quanto non siano. Il cuore si scalda nell'essere appellato in quel modo, un semplice "amore mio" che ne decreta l'importanza nella di lei vita fino a ricambiarne l'abbraccio stringendola nuovamente, con la medesima forza di prima. Talmente irrisoria da non provocare conseguenze alcune in lei <Te lo prometto, sarò felice> ma prima deve trovare la sua strada, deve scoprirla, deve capire cosa realmente vuole fare nel corso della sua esistenza. Essere un ninja? Essere un genetista? Essere entrambi? Oppure cambiare totalmente prospettiva di vita ambendo a qualcosa di nuovo? E' davvero difficile prendere una simile decisione ma trova difficoltà in tutto adesso, trova arduo comprendere qualcosa che ragazzi della sua età hanno già realizzato. Tutto ciò è colpa di una vita vissuta all'insegna del divertimento, una vita passata senza pensieri, senza porsi domande alcune, senza obiettivi concreti oltre al sogno di libertà; conseguenze riversate in un futuro incerto, ancora da scoprire. Una singola richiesta le viene fatta autorizzandola si a bullizzarlo ma son proprio quegli atti di lei ad aiutarlo a capire finendo con un desiderio tanto semplice quanto banale, tornare a casa. Inarca il sopracciglio destro nel vederla allontanarsi e ridere, schiude le labbra <La dottoressa Kokketsu dovrà ammanettarmi per tenermi qui> stando al gioco, enfatizzando le proprie frasi ricambiandone il sorriso <E lo dice lei alla mia fidanzata che non potrà passare la notte nel nostro letto?> stando a quella presa in giro, tono giocoso, più allietato rispetto a prima. Incredibilmente ha bisogno di quella rilassatezza, ha bisogno di essere tranquillo per un po', lontano dalle missioni, lontano dalla vita del ninja. Di nuovo vicini, di nuovo a contatto tra le mani della rossa ricevendo quel bacio più moderato <Si amore mio> in questo momento stare da solo non è contemplato, una notte risanatrice da passare insieme <Sei tu la mia forza> tono addolcito, parole calde e sussurrate dandole un altor piccolo bacio prima di lasciarla andare via dalla stanza per avvisare le colleghe. La consapevolezza fatta emergere, la sua forza, colei per la quale ha trovato la forza di non morire, di tornare a casa ancora in vita. Forse non è il demone a servirgli, forse quella forza ce l'ha già e deve ancora trovarla. [END]

Shizuka che ha scoperto da Kore che l'altro shinobi ferito è Kan si precipita da lui occupandosi delle cure al fisico e sostenendolo nel momento di tristezza. Chissà cosa sceglierà di fare il Sumi da ora in avanti.