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L'illusione che unisce

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con Shiroichi, Katai

21:48 Katai:
 E' una serata limpida, di metà Autunno, dove il firmamento brilla sul Villaggio di Kagegakure come un manto siderale, che riflette un chiarore fulgido. La Luna domina i cieli. Tutt'attorno è un alone argenteo e soffuso che bagna i caseggiati più alti, i cespugli più bassi e le fronde più folte. Un'Ombra cammina tra le altre, sfila sotto i coni di luce dei lampioni, dinanzi alle insegne al neon, tra i muri di cinta più residenziali e le saracinesche ancora alzate. Giunge infine, con passo lesto, ma preciso e cadenzato, nel Quartiere dei Clan di Konoha, dove, a conti fatti, dovrebbe trovarsi la casa di Shiroichi, ma , in realtà, non ne ricorda per bene il tragitto. L'ha compiuto una volta soltanto, giungendo in prossimità del Dojo dei Nara, laddove dovrebbe essere più probabile che il parigrado abiti, sebbene quella, appunta, sia solo una probabilità. Lui, di nero vestito, sfila sotto tralicci e foglie, abbigliato di una maglia dalle maniche lunghe ed il colletto alto e circolare, che sfiora il mento. Un paio di pantaloni ampi e comodi, scuri, coprono le leve inferiori, strette alle caviglie da due giri di bendaggi bianchi e consunti, che rendono solidale il passo all'indumento, la carne alla stoffa. I piedi sono stretti entro calzari ninja delle toanlità del blu scuro, che lasciano intravedere soltanto le dita. Dietro la cintola, all'altezza della natica destra, una sacca portaoggetti trascina con lui tutto lo scarno armamentario di cui può fregiarsi: un fuuda nel quale è sigillato un tronchetto da sostituzione, due tonici per il recupero del chakra, un tonico curativo ed un kunai, sì, uno solamente. Si aggira per il quartiere, non riuscendo ad ammettere neanche a se stesso di essersi perso, motivo per il quale ancora il ninjaphone riposa nella tasca, motivo per il quale ancora non ha composto il numero del Nara per cercarne il soccorso.[Equip: kunai x1|fuuda con tronchetto x1|tonico chakra x2|tonico pf x1]

22:13 Shiroichi:
  [Strade del quartiere] Il pomeriggio di Shiroichi è stato tranquillo, si è allenato al dojo e poi ha fatto ronda con gli anbu, al distretto di Kiri, proprio come Nobu gli ha chiesto di fare, le informazioni che sta raccogliendo non sono molte ma potrebbero risultare essenziali se ci dovesse essere bisogno di una difesa congiunta tra anbu e shinsengumi. Dopo il lavoro è passato a salutare Kaori a casa sua, quattro chiacchiere in giardino a godersi il tramonto, o almeno quella era l'intenzione, hanno parlato fino a poco fa, motivo per il quale il Nara si trova a rientrare a casa a quest'ora. Cammina per la strada guardando la luna oramai arrivata alla sua fase calante, le mani in tasca. È vestito in modo semplice, dei pantaloni cargo mimetici pieni di tasche con tutto il necessario per affrontare una battaglia, tonici di vario genere, fumogeni e kunai, il coprifronte portato sotto il collo stavolta, per proteggere la gola dal venticello fresco della sera. Fischietta tranquillo mentre si avvia verso casa sua, non ha ancora cenato e sua madre probabilmente gli avrà lasciato un piatto caldo nel microonde prima di uscire con suo padre per festeggiare il loro anniversario. Nota una figura nera aggirarsi per il quartiere che a quell'ora della sera è semi deserto e ne è incuriosito; avanza il passo cercando di raggiungerlo e quando la figura passa sotto un lampione che lo illumina lo riconosce, urla alle sue spalle <Katai-kun!> prova ad attirare la sua attenzione mentre fa una piccola corsetta per raggiungerlo in breve tempo. Arrivato a pochi metri da lui prova a poggiargli la mano destra sulla spalla sinistra. <Come stai Katai-kun? Che ci fai da queste parti?> chiede con voce calma e gentile come suo solito e accompagnando le parole con un sorriso.

22:20 Katai:
 La commistione dei generi architettonici, lì, nel dedalo residenziale della Foglia, è evidente. Vecchio e nuovo si mescolano tra loro, nei caseggiati più bassi e quelli più alti, nei tetti spioventi o le cime dei palazzi, lì dove la natura s'insinua tra la tecnologia come un torrente che scorre nel bosco e ci convive, vicendevolmente. Gli occhi del giovane Uchiha, di fatto, vagano in quel teatro urbano, cercando conforto nel rumore degli alberi, nel suono delle foglie, nel cigolio dei rami. Di fatto, si è perso, ma non sembra intenzionato a ritrovarsi. < ... > Non una parola esce dalla sua bocca, sigillata in un paio di labbra sottile e giunte tra loro, che solcano il volto poco al di sopra del mento aguzzo. Le mani rimangono nascoste nelle tasche, una di esse è stretta sul ninjaphone, ma , per ora, continua a rimanere inutilizzato. Le spalle lievemente anteposte, come ali d'un nero rapace, che si chiudono sul corpo, a protezione di quest'ultimo o semplicemente nella postura più comoda che trova. Il busto però, rimane diritto, salvo poi torcersi, di scatto, quando il suo nome risuona nella strada, forte e chiaro, inconfondibile. < Nh ? > Mugugna, stampando contro la dentatura un singhiozzo vocale che è la sua unica nota e visibile reazione a quel richiamo. E quando il piede ruota di circa centottanta gradi, in senso orario, anche il bacino lo segue e così il cingolo scapolare, portandolo a mostrare il fianco destro a...< Shiroichi-kun ! > Esclama, sorpreso, ma non così tanto da potersi udire nel tono di voce. < Io bene, ma tu..? > Domanda, serio in volto, non ricambiando il sorriso dell'altro, non inizialmente almeno. Non risponde alla sua seguente domanda, quasi fosse veramente troppo esplicito il motivo della sua 'passeggiata'.

22:42 Shiroichi:
  [Strade del quartiere] Il parigrado viene raggiunto e il Nara ascolta la sua singola risposta <Mi fa piacere> sorride gentile <Sei venuto a reclamare il tuo thé verde?> chiede un po' per prendere tempo per rispondere al meglio alla domanda un po' perché per il Nara ogni promessa è debito e lui gli deve un thé verde. Sbuffa un po' prima di rispondere, non perché sia annoiato dalla domanda ma perché non sa bene da che parte cominciare a raccontare <Sto bene diciamo> dice con un'espressione difficile da decifrare, dopotutto non sta male, ma le conseguenze di quella gioia sono più profonde di quanto il Nara non dia a vedere <La sera dell'incontro l'ho portata a casa mia, ero a casa da solo e non me la sentivo di lasciarla andare> dice onesto il ragazzino arrossendo anche un pochino in volto. <Siamo stati a chiacchierare quasi tutta la notte, poi verso le quattro lei si è addormentata e io sono stato lì a vegliare su di lei e a sorvegliare la casa, temevo un altro attacco da parte di Sadako devo essere onesto.> aggiunge calmo e pacato come se stesse parlando della lista della spesa. <Ma onestamente non so che raccontarti più di questo> dice tranquillo non sapendo bene come definire tutte queste sensazioni che sta provando <Però se vuoi fammi tutte le domande alle quali senti di avere bisogno di ricevere risposta> gli sorride sempre con gentilezza mentre con la mano sinistra tenta di spingerlo lievemente per invitarlo a camminare in direzione di casa sua, ha fame e la giornata è stata lunga quindi preferisce almeno avviarsi verso casa piuttosto che stare fermo lì a chiacchierare e poi dover tornare a casa <Hai mangiato? I miei mi avranno sicuramente lasciato qualcosa per cena, se vuoi dividiamo> dice gentile come sempre, Shiroichi e la sindrome della crocerossina, prossimamente i tutti i cinema di kagegakure

22:54 Katai:
 La notte si fa via via più buia, lentamente, ma inesorabilmente. Lì, nel Quartiere dei Clan di Konoha, l'illuminazione è fornita solamente dai lampioni, che gettano coni di luce gialla sul terreno battuto - e qua e là qualche finestra spalancata su un ambiente domestico. Così la chioma corvina del giovane Uchiha dondola sulla cima del capo, coronando la sommità del viso dai tratti obliqui e ripidi. Il vento scompiglia la chioma, rendendola ancor più ispida e ribelle di quanto non lo sia già. < Può darsi. > Replica, abbozzando, lateralmente, quello che pare quasi un sorriso, o almeno vi assomiglia. Si infossa nella guancia destra e stropiccia la pelle attorno alla gota, mentre gli occhi bui si illuminano di un'ironia beffarda, sorniona. < Parla. > Lo incita, senza estrarre le mani dalle tasche, ma drizzando le spalle, come naturale conseguenza ad una rinnovata attenzione. La sua singola parola s'inserisce al termine dell'altrui risposta, prima che possa progredire in quel monologo che non interrompe minimamente. Lo ascolta, tutto d'un fiato, proprio come farebbe una spugna immersa in un torrente impetuoso. < ... > E sulle prime non risponde, ma lascia che sia un silenzio eloquente a dare adito alle sue mille parole. Si lascia sospingere, infine, assecondando il passo altrui e alzando gli occhi sul percorso - sia mai che debba ricordarlo un'altra volta ancora. < Chi era quella kunoichi ? > Domanda, invitato dall'altro a farsi avanti. < Kaori non era morta ? > Incalza, alzando le iridi su di lui. Investigativo. < Ti ringrazio.> Aggiunge, in calce, riguardo alla proposta culinaria.

23:10 Shiroichi:
  [Strade del quartiere] Ridacchia al suo può darsi mentre gli fa strada mettendo anch'egli le mani in tasca. <Quale delle due, quella col cane? Era Sadako, faceva parte del gruppetto di bulli quando ero in accademia, si è fatta avanti con Kaori quando lei ha lasciato il ragazzo con cui stava, sempre un Inuzuka> spiega tranquillo, evidentemente a quella ragazza piacciono i cani non c'è altra spiegazione. <Kaori a quanto pare non era morta, sono stato vittima di un genjutsu che mi ha portato a credere che lei fosse morta> dice il ragazzo in tono serio non specificando chi potrebbe avergli fatto quel genjutsu, manderebbe all'aria tutta la sua copertura. <Quando siamo tornati a casa Kaori mi ha raccontato cosa è successo da quando abbiamo lasciato l'accademia, stava con quel mio compagno perché non ha mai avuto il coraggio di confessare che provava qualcosa per me, le cose sono andate male tra di loro proprio per questo motivo. Io nel frattempo mi ero allontanato perché non volevo mettermi in mezzo nonostante i miei sentimenti e mi bastava saperla felice, poi in missione ho subito quel genjutsu e non l'ho più cercata rassegnandomi pian piano a quella perdita.> dice onesto spiegando cosa è successo ben prima che i due si conoscessero. <Quando l'ho vista lì con te quella sera ho avuto paura all'inizio> ammette senza nascondersi <Credevo che il suo spettro fosse venuto a perseguitarmi perché non ero riuscito a proteggerla, o quello o qualcuno mi stava facendo un genjutsu, l'unico eri tu però lì e non avresti avuto motivo di farlo> dice tranquillo <Ma quando poi lei è scappata dietro di me e ho sentito il suo tocco, il suo calore e il suo profumo non ho avuto dubbi, non era un genjutsu era proprio lei in carne ed ossa.> piccola pausa, il ragazzino è romantico ma non è solito parlare di queste cose così apertamente, non con qualcuno che non sia Shizuka almeno <Quando poi ho saputo che Sadako l'aveva picchiata ho perso il controllo, volevo ucciderla, non contava altro se non quello per me; dopo la palla di fuoco stavo per scattare in avanti ma Kaori mi stringeva a sé così forte che in qualche modo sono tornato in me e ho capito che la vendetta poteva attendere, dovevo portarla in salvo non avevo altro scopo se non quello. Ma quella sera ci sarebbe scappato il morto se non fosse arrivato quell'uomo, non so chi dei due, ma di certo uno non sarebbe tornato a casa> la voce e bassa e nera, il proposito di vendetta non è scemato, semmai la vicinanza con la kunoichi bionda e il crescere delle attenzioni che gli da aumenta ancora di più non può sopportare che una persona così dolce sia stata trattata in quel modo da una persona che non è degna nemmeno di baciare il suolo dove cammina.

23:20 Katai:
 Prosegue pari passo al Nara, o quasi. Il suo incedere è lento, misurato, accorto, ma tra una falcata e l'altra, per quanto breve questa sia, si nota dell'incertezza. E quest'ultima non è dettata tanto dalla mancanza di conoscenza del luogo, quanto più da un'intensa attività cerebrale che tenta di elaborare quanto viene ascoltato, decifrandone la cronologia e ricollegando i pezzi mancanti - o aggiunti - della storia raccontata dal parigrado. < ... > Muto. In ostinato silenzio, ascolta tutto quel che viene detto, lasciandolo proseguire senza intoppi, Le mani nelle tasche, ma ogni tanto lo sguardo devia dal percorso, in favore del viso dell'interlocutore, così che possa cercarne le reazioni e la mimica, neanche la fonte di quei suoni fosse incerta. O forse è soltanto il desiderio di strappargli la verità in fretta, dal viso, neanche servisse davvero aprir bocca. Ma ad un tratto s'arresta, la mano guizza fuori dalla tasca e CERCA di afferrare il gomito altrui, tirandolo in uno strattone deciso, ma non così forte da sbilanciarlo, quel tanto che basta per permettergli di arrestare il suo passo, al termine del discorso. < So come ti senti. > Blatera, serio in volto, cercando lo sguardo del Nara. Il suo , nero e buio - come le notti derubate delle loro stelle - si inoltra in quello altrui, insistentemente. < Un Genjutsu..> Sì, uno dei peggiori. < ..io ho vissuto in un'illusione fino a qualche mese fa. > Rivela, in un sibilo che pare quello di una serpe calpestata. < E sai di cosa parlo. > la presa sul braccio, SE possibile , aumenta, quasi istintivamente. < Distinguere tra verità e menzogna, ora, risulta più difficile che mai , ma..> si sofferma, volutamente. <..puoi credere in lei. Hai un'ancora per uscire dall'illusione. > Sicuramente parole che scarsamente si addicono ad un ragazzo di - quasi - quindici anni.Tutto frutto, indubbiamente , dell'esperienza vissuta , delle riflessioni maturate sulla stessa.

23:34 Shiroichi:
  [Strade del quartiere] La reazione di Katai fa fermare Shiroichi di botto, si gira a guardarlo e ascolta le sue parole, sa benissimo che può capirlo, lui più di tutti, sa quello che l'Uchiha ha passato e in qualche modo questa cosa lo rincuora. <Ti ringrazio Katai-kun> dice chinando lievemente il capo <So che puoi capirmi, più di chiunque altro, e mi dispiace non poter dire lo stesso per te per il fattore ancora> dice in tono rammaricato e imbarazzato dato che si sente un po' in colpa per la sua fortuna. <Il punto è che quella sera non ero completamente in me, non vedevo altro se non lei, doveva morire o almeno dovevo provare ad ucciderla, mi dispiace averti messo in quella situazione, non avrei dovuto perdere la calma> effettivamente con tutto il ventaglio di emozioni provato dal ragazzino quella notte era difficile rimanere freddi e riflessivi e vedere Shiroichi arrabbiato a tal punto da non dare ascolto a nessuno e puntare direttamente alla lotta senza cercare una mediazione non dev'essere stato un bello spettacolo da vedere per il genin dalla nota nera che è abituato a vedere tutt'altro volto nel Nara. Piccola pausa, non sa bene come continuare dopo quella rivelazione. Se il ragazzino porrà altre domande gli risponderà. <Tu piuttosto, so che hai scritto ad Akainu-san, com'è andata? Mi ha scritto per cazziarmi perché ti ho dato il suo numero> ridacchia divertito, al momento sta adottando la tattica dell'opossum suggeritagli da Kore via sms, fingersi morto e aspettare che gli passi. <Sei riuscito ad incontrarlo?> dice curioso e allo stesso tempo provando a cambiare discorso in favore di uno un po' meno dispendioso a livello emotivo per lui. Intanto però camminano e prendono una stradina secondaria che il Nara fa sempre per arrivare più velocemente a casa sua, la fame si fa sentire. Un bip poi si sente provenire dalla tasca del Nara, un sms; non sta bene prendere il cellulare mentre si è nel bel mezzo di una conversazione e infatti il Nara fa finta di non aver sentito, ma in realtà con un po' di attenzione è evidente quanto il ragazzino smanii per vedere chi gli ha scritto, quasi certo di chi possa essere il mittente.

23:48 Katai:
 E' fermo immobile, stante sul posto, alla stregua dell'ennesimo traliccio sotto il quale si trovano a sfilare. Ma ora, entrambi, sono inchiodati su quel lembo di terra, in un fazzoletto di cemento e polvere che chiamano strada. Quest'ultima taglia il Quartiere dei Clan della Foglia come una lama rispettosa e congruente, che s'insinua nel corpo di Kagegakure. < ... > Non replica immediatamente al ringraziamento altrui ma, serio in volto, si concentra sullo sguardo dell'altro, incatenandovi il proprio, appiccicando quelle maree d'inchiostro scuro che dilagano senza remora, senza discrezione, voraci e abbacinanti. La luce dei lampioni, nei suoi occhi, si potrebbe estinguere. < Hai rivissuto un trauma. > E Katai era lì, ovvio. Per caso, ma c'era. < Ma perdona te stesso. > Lui, buon pastore, ora, dall' 'alto' dei suoi quindici anni - o quasi. < Chi perdona se stesso è forte abbastanza da diventare un vero shinobi. > D'altronde, così è scritto in quel libricino che è solito leggere, ma che ora non si nota più sulla sua figura, da qualche tempo. Non è tutta farina del suo sacco, insomma. < O almeno così è scritto in 'La Via dello Shinobi' > Si stringe nelle spalle, minimizzando il suo intervento psicologico. < Non vuole parlarne. > Taglia corto, come se, a conti fatti, non gli importasse davvero. E riprende a camminare, fianco a fianco all'altro, mollando il suo braccio, ma lasciando penzolare il proprio vicino al fianco, mentre ondeggia al ritmo dell'andatura. < Ma ho altro a cui pensare ora. > Più importante dell'unico membro del proprio clan con cui può dire di avere qualcosa di simile ad un rapporto ? Curioso. < Il Quartiere POvero di Kiri impegna la mia mente, Shiroichi-kun. > Rivela, tutto d'un fiato, non badando al trillo del suo telefono, tantomeno alla sua potenziale distrazione.

00:00 Shiroichi:
  [Strade del quartiere] Ascolta con attenzione le parole dell'amico <Non sono stato in grado di proteggerla quella volta, ma lo sarò adesso> dice in risposta alle parole del ragazzo, semplice e diretto, sarà uno scudo per la ragazza, almeno finché lei lo vorrà accanto a sé <Non mi sono mai realmente perdonato per quello che è successo, non sono stato abbastanza veloce da proteggerla quella volta, ma non accadrà più, sto migliorando il mio scudo d'ombra a questo scopo, ma sai come si dice... la miglior difesa è l'attacco, per questo mi sto allenando il doppio di quanto non facessi prima> dice onesto, già prima si allenava almeno tre ore al giorno, adesso invece la gran parte della sua giornata è dedicata agli allenamenti e al lavoro e quel poco tempo libero che gli rimane lo utilizza per coltivare i suoi rapporti sociali e per stare con Kaori. <La via dello shinobi! Me lo ricordo quel libro! Me lo leggeva sempre mio padre quando ero piccolo, è per questo che ho deciso di diventare un ninja> rivela il ragazzino mentre continuano a camminare. <Capisco, dev'essere difficile per lui, ma non mollare il colpo> lo incoraggia il ragazzino provando a convincerlo che l'amicizia con l'uchiha bruciacchiato vada coltivata per trarne vantaggio, dopotutto i membri del proprio clan possono sempre essere utili, quanto meno in allenamento. Ascolta con attenzione l'ultima frase del ragazzo <La situazione a Kiri è così da dieci anni, mi è stato detto...> non rivela la sua fonte, è già abbastanza odiata dall'intero villaggio senza che ci si metta anche lui a spargere i pensieri della Judahime a caso in giro <mi è stato detto che al potere ci sono sempre state persone che pensavano più al loro tornaconto che non al bene del villaggio, crisi, carestie e adesso le chimere hanno fatto il resto, gli altri villaggi hanno trovato un modo per far fronte a questi problemi, ma a Kiri la situazione è diversa> dice tutto sottovoce il ragazzino spiegando ciò che ha scoperto finora con le sue indagini.

00:12 Katai:
 < ... > Socchiude un istante gli occhi, in silenzio, lasciando che le palpebre calino sullo sguardo,trascinando con sé le ombre confortevoli di un sipario di carne. Ed il mento si flette verso il basso, di qualche grado appena, a malapena percettibile, se non da un occhio attento e accorto. Non chiosa alcuna risposta, non in principio, ma , come prima, lascia che termini il suo discorso, almeno la prima parte, prima d'intervenire. < Sono sicuro che la tua ombra proteggerà entrambi. > Profetico, ermetico, seppur non consapevole delle reali capacità dell'ombra altrui, dal momento che l'ha vista in azione solamente una volta, proprio durante l'ultima missione, quando, invero, era intento a sacrificarsi per il più debole - o presunto tale. < C'è il formato tascabile ora. > Commenta poi, riguardo al tomo menzionato. < Io l'ho finito, ma mi piace rileggerlo. > Rivela, conscio di come l'altro lo abbia già potuto cogliere in flagrante durante una delle sue letture. Schiude gli occhi poi, puntandoli sull'altro, quando si riferisce ad Akainu < Vedrò d'incontrarlo, prima o poi. > E non sventola la mano destra, quella libera, solamente per puro caso, dal momento che nel tono della voce c'è tutta la noncuranza del momento. Per lui , quella è , ora, una questione in secondo piano. Solleva però il mento e lo sguardo in direzione altrui quando le notizie sul Quartiere Povero di Kiri si fanno più fitte e ne catturano l'attenzione. < Credo sia una bomba pronta ad esplodere. > Riflette, dubbioso. < Hai visto quel posto anche tu. > SI sofferma, volutamente, dal punto di vista verbale, almeno. < E' una ferita aperta nel cuore di Kagegakure > Metaforico, ma neanche troppo.

00:34 Shiroichi:
  [Strade del quartiere] <Un giorno farò in modo che la mia ombra protegga l'intero villaggio> dice il ragazzino sorridendo in modo gentile ma deciso, il ragazzino da quell'incontro notturno ha capito, non può solamente attaccare e fare la differenza in quel modo. Solo ora crede di aver capito cosa realmente significhi essere un ninja di supporto, non deve per forza stare nelle prime linee per fare la differenza, ma questo non gli impedisce di volersi migliorare in tutto, vuole imparare i genjutsu, l'ha sperimentato sulla sua pelle quanto infidi e potenti essi possano essere, la Sabaku di certo non ne sarebbe contenta se lo sapesse, ma se usati in modo giusto anche quella che lei definisce l'arte dei codardi può fare la differenza tra la vita e la morte e può essere usata a fin di bene. <Spero che chiariate quanto prima> dice onesto ma chiudendo lì la questione, il ragazzo Uchiha non sembra essere troppo invogliato a continuare quel discorso, di conseguenza è inutile continuare. <Io ho la versione con copertina rigida è anche illustrato, appena arriviamo a casa te la faccio vedere!> dice il Nara parlando del libro. Il volto poi torna serio quando si torna a parlare del settore di Kiri. <Non sbagli, il mal contento è totale e credo che ciò che ha fatto il daimyo sia solo un palliativo a breve termine, il consiglio dei sei dovrebbe fare qualcosa prima che la situazione diventi irrimediabile> dice la sua sottovoce, non si sa mai chi potrebbe essere in ascolto. <Poi c'è anche la breccia nelle mura... gli anbu la pattugliano e la tengono sotto controllo ma potrebbe non bastare... piuttosto ho saputo che esistono anche chimere volanti... non ti sembra strano che non ci abbiano mai attaccato dall'alto?> chiede il ragazzino spiegando un suo dubbio all'amico mentre all'orizzonte inizia a vedersi casa Nara. <Siamo arrivati a casa finalmente, accomodati pure> dice il ragazzino una volta arrivati di fronte all'uscio. <Mi è arrivato un sms lo leggo un secondo> dice all'amico. Un sorriso dolce gli appare sul volto, digita qualche parola e lo invia, poi blocca lo schermo e lascia il ninjaphone sul tavolo all'ingresso con il salvaschermo visibile; se Katai ci guardasse potrebbe chiaramente notare una foto di Shiroichi rosso in volto con accanto una Kaori raggiante che gli da un bacio sulla guancia. [END]

00:46 Katai:
 Il suo incedere non cessa, né rallenta, non ulteriormente, almeno. Cerca di mantenere il passo del parigrado, lì di fianco, così che non debba essere costretto ad alzare la voce per poter raggiungere le sue orecchie. Annuisce alle prime parole altrui, in un cenno d'assenso ed intesa, quasi a sostegno di quanto l'altro profetizza. < Certo ! Lo leggerò ! > Commenta, nei riguardi del tomo citato. Il silenzio , nella strada, a quell'ora di notte, è tale da permettere loro un'agiata conversazione, anche mantenendo dei toni bassi e pacati. E' quello di Katai, però, a farsi più vibrante, pregno d'una preoccupazione sincera, quando si rivolge all'interlocutore sull'argomento del Quartiere Povero di Kiri. < Non dobbiamo aspettare che sia il Consiglio a fare qualcosa. > Chiosa, vagamente allarmato. < Dobbiamo sacrificare i nostri allenamenti in favore di quella gente. > Il sacrificio, la via del ninja, appunto. Che l'ultima missione lo abbia segnato è oramai cosa nota, ma come e in che modo, è ancora tutto da scoprire. La sua propensione al sacrificio, però, è balzata all'occhio dei più, in quell'ultima stanza , dove si è visto pronto ad affrontare la morte, in difesa del più debole. E così, ora, in difesa dei più deboli, il suo interesse volge verso quel distretto martoriato - tanto strutturalmente, quanto socialmente. < Chimere volanti ?! > Spalanca gli occhi, in un sussulto delle sopracciglia, totalmente sorpreso. < Incredibile. > Scuote il capo, incredulo, ragionando su quanto l'altro insinua. < Grazie > Risponde, quando l'altro lo invita all'interno e non può fare a meno di notare, su quel ninjaphone lasciato d'un lato, come il salvaschermo s'illumini rivelando una foto dei due piccioncini, ma il suo thè verde è più importante, ora. ( E ND)

Shiroichi e Katai si scoprono vittime, entrambi, di Genjutsu capaci di cambiare il loro passato ed il loro futuro.
La discussione verte proprio sull'accaduto recente che li ha visti protagonisti, salvo poi deviare in favore del tanto declamato Quartiere Povero di Kiri, a cui Katai si mostra sempre più interessato.