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con Nobu, Fumihiro

16:43 Fumihiro:
 Nel cielo splende il sole, almeno per quelle poche ore che ancora gli restano a disposizione. Le nuvole non minacciano la sua egemonia, eppure per Kagegakure potrebbe essere iniziato uno dei suoi periodi più bui. Qualcosa di tossico e malsano striscia all'ombra, impossibile da notare. Un camaleone velenoso che muta pelle e forma, passando da reincarnazione del male a fiero e silenzioso giustiziere. Si, perchè da quando è stato ufficialmente ammesso nella Shinsengumi, Fumihiro ha evitato di sprecar fiato con la maggior parte delle persone che gli son capitate a tiro. Non spende parole di troppo, ne si prende confidenze... e nessuno sembra aver particolarmente voglia di fare altrettanto con lui. Sarà per colpa del suo aspetto estremamente rigido e formale? Sarà per il suo sguardo affilato e la saccenza che trasuda da tutti i pori? O forse è perchè l'appartenenza al clan Doku è un biglietto da visita già abbastanza esaustivo? Qualunque sia la vera risposta, a lui non sembra interessare. Attualmente si trova in uno degli uffici della divisone strategica della Shinsengumi. Precisamente sosta all'interno di una sala comune, dotata di divanetti e un tavolino basso, delle classiche e ampissime vetrate e delle decorazioni sfarzose che tanto rendono inconfondibile quel posto. La sua immagine si riflette in uno di quei grandi specchi che si affacciano sul resto del grande villaggio. La vetrata restituisce vagamente il suo aspetto, ora che ne è in prossimità, ma il suo sguardo passa attraverso e si pianta sui distretti sottostanti. Da lì può osservare quasi tutto il circondario. Indossa la divisa da agente scelto, la quale pare calzargli addosso con una perfezione quasi invidiabile. Il taglio di capelli asimmetrico ed eccentrico è immancabile, esattamente come immancabili sono i suoi occhialini dalle lenti rossastre. Attende che colui che l'ha convocato, l'ufficiale Ryuuzaki, si faccia vivo. Nel mentre tiene entrambe le mani, opportunamente avvolte in guanti bianchi come la neve, raccolte dietro la schiena ad altezza della fascia lombare. Qui la mano destra si lega alla sinistra ad altezza del polso, concretizzando quella posa tanto contemplativa quanto altezzosa. <...> Tra se e se mugugna e riflette. Ha ufficialmente iniziato il suo percorso. Un percorso che necessiterà di passi opportunamente soppesati e strategicamente importantissimi. Non può permettersi di sbagliare nulla.

16:59 Nobu:
 Come spesso succede in Shinsengumi ha tenuto lezioni, oggi di strategia, niente combattimento soprattutto dopo che ha saccagnato di botte uno degli agenti scelti che gli hanno mandato dalla divisione del combattimento. Ci trova gusto e lussuria nello smontare i nuovi arrivati, soprattutto da quella divisione che, nel suo immaginario, sono buoni solo per una cosa: essere scudi di carne. Non ha mai avuto un alto parere per quella divisione, carne da macello, gente stupida che prima pensa con i pugni e poi con il cervello, quando il loro quoziente intellettivo arriva a tre cifre, il che non è così comune per quei buzzurri e barbari militoni. Li ha sempre individuati come ‘ i sacrificabili ‘ quelli che servono a fare la facciata e a fare numero all’interno della Shinsengumi, quando in realtà, nonostante la corporazione sia già elitaria di suo, i veri elite sono quelli del gruppo di tattica. È all’interno di un ufficio da qualche minuto in realtà, si stava leggendo il fascicolo riguardo a questo Fumihiro Doku, clan a lui in qualche modo familiare solo grazie a Nene, anche se non li ha mai capiti, forse perché la sua innata, su di lui, non ha mai avuto effetto. A ripensarci un tempo era pure invaghito di quel lato selvatico e rozzo della Doku, ne ammirava la forza quando di potenza effettiva, è sempre stata due spanne dietro al Ryuuzaki. Finito di leggere il fascicolo, ecco che alza la cornetta del telefono chiamando la segreteria, la buona Akari che è di turno, così come fu quando Kore si palesò alla ricerca dell’ufficiale. < Akari? Ufficiale Ryuuzaki, puoi mandarmi l’agente Fumihiro nell’ufficio 208? Dovrebbe essere in attesa che è stato convocato. Grazie. > mette giù appena ha finito di parlarci. Prima o poi la porterà fuori a cena e la farà tornare il giorno dopo in ritardo, spettinata con l’odore di passione addosso, ma non è quello il momento in cui flirtare. Si alza in piedi anche lui, divisa ufficiale addosso con giacca nera come i pantaloni. Quel kanji d’orato in vista con i dettagli del colore che si riferisce agli ufficiali. Fascia attorno al bicipite omerale destro e camicia bianca con cravatta nera perfetta. Tira fuori dalla tasca dei pantaloni una sigaretta che si accende in tutta tranquillità, fumatore come sempre. Apre la finestra in maniera da non riempire quella stanza di fumo. < Che rottura di coglioni l’orientiring dei nuovi. > si lascia scappare tra se e se con la porta ancora chiusa, prendendo una boccata di fumo tossico per poi buttarlo fuori dalla finestra. Ripete questo processo un paio di volte fino a sentire bussare alla porta e la voce di quella receptionist che lo avvisa che dovrebbe essere con Fumihiro < Entrare, la porta è aperta. > Lancia fuori la sigaretta dalla finestra anche se ne rimanevano circa tre quarti, per poi voltarsi e squadrare il Doku che dovrebbe trovarsi davanti. [chk on]

17:15 Fumihiro:
 La contemplazione dello spazio sottostante non è destinata a durare a lungo. Improvvisamente il telefono squilla alla cattedra di colei che presiede quella saletta comune. Poche ed incisive istruzioni la portano a raggiungere il buon Doku <Mh?> per poi scortarlo fino alla porta dell'ufficio di Nobu. Non bussa il nostro protagonista, poichè la donna ha fatto le sue veci e gli ha garantito il permesso di accesso. La porta si spalanca, lentamente, lasciando passare una figura longilinea e alta un metro e novantacinque. Subito dopo vien richiusa, ma Fumihiro non abbandona il suo posto all'ingresso della stanza. Non vi si addentra, poichè non è stato autorizzato. <Ufficiale Ryuuzaki.> Si appella a lui con un cenno del capo rispettoso, mantenendo le mani raccolte dietro la schiena e il petto gonfio di una fierezza tutta sua. <Voleva vedermi?> Domanda retorico, mentre quello sguardo affilato dalle sfumature azzurrine passa in rassegna il suo interlocutore. Ne mette a fuoco tutto: dettagli fisici, postura, vestiario, attitudine... tutto ciò che potrà essere utile a disegnare un quadro psicologico e caratteriale del soggetto, verrà opportunamente memorizzato, da buon maniaco del controllo. <Soldato scelto Doku. A rapporto.> Completa le formalità, senza mostrare la minima inflessione nel tono o nell'attitudine. La sua voce non è troppo profonda e non tradisce quell'aspetto falsamente esile. Quel viso, affilato quanto il suo sguardo, ancora non è stato macchiato da sorriso alcuno... ma presto o tardi qualcuno scoprirà quanto raggelante e maniacale possa essere quando è seriamente divertito. Per ora si limita a rasentare la professionalità e l'apatia più pure, nell'attesa di capire meglio quali sono i suoi effettivi margini di manovra e con chi. Al pari di uno stagista appena entrato in una nuova azienda, anche lui ha bisogno di farsi un nome, di conoscere persone fidate e di mettere solide basi per quella che sarà una reputazione indiscutibile e... temibile. Per far ciò, però, ha bisogno di partire dal basso. Ha bisogno di assicurare con cura che le fondamenta della torre del suo ego siano stabili. Perciò tace e attende. Da dietro gli occhialini si limita a cercare di comprendere che tipo sia l'ufficiale a cui è stato assegnato.

17:33 Nobu:
 Se voleva vederlo? Dovrebbe essere il contrario, è lui l’agente scelto che gli è stato assegnato, si dia il caso che ci sia una gerarchia da far rispettare e sarebbe dovuto essere il contrario, con il Doku a presentarsi al suo ufficiale superiore. Non risponde a quella domanda, non l’avrebbe fatto convocare se non sarebbe stato così dopotutto. < Telefono/I sul tavolo. Non voglio registrazioni ne tanto meno voglio perquisirti. E chiudi la porta. > si limita a impartire quell’ordine aspettando che lo esegua e solo allora aprirà di nuovo parola. Nobu ormai ha una certa reputazione all’interno della Shinsengumi, essendo uno dei docenti non appena è passato a ufficiale con quella promozione. Non è esattamente un signor nessuno e spesso viene portato con ritegno considerando l’acuto intelletto, le capacità tattiche dovuto al pacchetto tecnico che possiede, innata inclusa, insieme alle abilità fisiche che gli permettono di insegnare sia l’arte del taijutsu che del ninjutsu. Un agente a tutto tondo come vengono ricercati in quella divisione insomma. Si sa che se si entra nelle grazie del Ryuuzaki i corsi sono meno pesanti e dolorosi, insieme alla gavetta che si deve fare. Una volta che Fumihiro avrà depositato i dispositivi mobili ed elettronici sul tavolo, facendolo anche spostare dalla porta che sarebbe stata chiusa, ecco che Nobu riaprirebbe la bocca. < AGENTE scelto. Non sei un soldato e non sei tantomeno della divisione dei cretini tutto muscoli. > primo accorgimento che gli da, come a ricordargli il suo posto, sia a livello di grado ma anche a livello di divisione, facendo trapelare quella distinzione netta tra i due rami della Shinsengumi e facendogli capire che è dalla parte dei veri agenti scelti. Un agente non è soltanto un soldato infondo. Guardandosi intorno Fumihiro potrà notare come quella stanza sia spoglia al di fuori della scrivania con due sedie per lato, nessuna videocamera, nessun dettaglio su quelle mura bianche a parte la finestra aperta. < Facciamo due chiacchiere. Perché sei qui?> inteso come Shinsengumi, non li in quella stanza con l’ufficiale che l’ha convocato. Si siede prima lui, mettendosi comodo con le gambe sotto la scrivania per poi appoggiare le mani sopra di essa. Lo osserva, lo studia. Sembra un alieno con quella faccia scavata, quel taglio di capelli e gli occhiali rossi, senza considerare quanto è alto, praticamente una pertica, sia per statura che conformazione del corpo non particolarmente sviluppata a livello muscolare, o almeno è quello che si intravede. Domande di rito che gli andrà a porre in quel colloquio tecnicamente formale, ma che Nobu ha tutta l’intenzione di non renderlo tale o almeno fargli capire come funzionano le vicende lì all’interno. [chk on]

17:54 Fumihiro:
 Attende che l'altro faccia la prima mossa e quando le sue labbra si schiudono, lasciano fuoriuscire esattamente la parole che Fumihiro si aspettava. Non sarà una passeggiata in mezzo ai fiori la loro. Non ha mai pensato che lo sarebbe stato. L'approccio con il superiore è immediato, concreto e quasi brutale. Il tipico approccio che i deboli di cuore non sono in grado di reggere e che li fa desistere dal continuare lungo la via della carriera militare. Eppure il Doku non fa una piega. Il braccio destro si libera dal suo connubio con l'arto sinistro, raggiungendo la tasca destra della divisa ed estraendone delicatamente un cellulare. Nel silenzio più totale, condito da una spolverata di cieca obbedienza, il dispositivo elettronico viene spento sotto gli occhi dell'ufficiale e posato con delicatezza sulla prima superficie disponibile. I suoi movimenti non sono mai bruschi. Sono soppesati e armonici. Tipico di chi è perfettamente padrone della propria fisionomia e conosce i segreti del proprio corpo. Persino quando il superiore lo rimbecca, non ribatterà più di tanto. Si limiterà unicamente a rincuorarlo circa l'errore commesso. <Perdoni l'attimo di défaillance. Non si ripeterà.> Composto ed educato nei modi, torna alla sua posa pregna di rigore e fierezza. Quello che l'altro dice, in qualche modo, lo rincuora. Esser stato assegnato alla divisone strategica piuttosto che a quella dei manichini di carne è un attestato di merito niente male. Praticamente ha saltato a pie pari quella che poteva essere la più brutale gavetta, ed è stato assegnato ad un corpo d'élite che più si confà alle sue aspettative ed aspirazioni. Ad ogni modo, il suo mutismo è destinato a terminare su richiesta esplicita del proprio interlocutore. <Possiamo dire... per aspirazione personale e dedizione.> Ammette, senza sbilanciarsi troppo. Mentre parla, la mano destra vola agli occhialini in maniera tale che il medio possa far pressione sul ponte tra le due lenti e sistemarli meglio sul setto nasale. In quel breve attimo, il riflesso della luce renderà impenetrabili quegli occhialini per chi si trova di fronte a lui. <Era arrivato il momento di far qualcosa di concreto nella vita...> La mette su questo piano. Ancora una volta... non mente. Non dice neanche l'intera verità, ma sicuramente non sta mentendo. Chi mente è facilmente riconoscibile... tuttavia elidere le informazioni non è mentire. E' solo essere scaltri e parsimoniosi. Lui non ha alcuna intenzione di esporsi con uno sconosciuto. Meno che mai con un superiore della Shinsengumi e su argomenti che non sono mai oggetto di dibattito nell'ambito militare. Aspirazioni personali? In questo contesto non valgono niente. L'unica cosa che conta è l'obiettivo della corporazione... e su quello Fumihiro sembra essere particolarmente ferrato. <... e la carriera militare è quanto di più concreto ci sia.> Non mente neanche questa volta, mostrando piuttosto quel lato vagamente sadico che lo contraddistingue. In quel contesto sfarzoso, ipocrita e vanaglorioso che è il palazzo della Shinsengumi, lui sembra sguazzarci come in una piscinetta. Persino nell'anonimato di quella stanza spoglia, lui non stona neanche un po'. Apatico come le mura che lo circondano, sembra quasi parte integrante della sruttura.

18:13 Nobu:
 Non gli importa delle scuse, che si ripeta né tanto meno di rimproverarlo. Lo stava correggendo e voleva insinuare in lui il giusto orgoglia che è meritato da coloro che fanno parte di quella divisione, il cuore e la mente della Shinsengumi. Lo lascia continuare il quelle parole che sembra soppesare, dandogliele a spizzichi e bocconi. Non gli interessano le sviolinate, così come non gli interessano i paladini della giustizia. Essendo all’interno di quel corpo ormai da oltre un anno, ha imparato a capire che gli unici che fanno strada all’interno della Shinsengumi sono solo lupi affamati e arrivisti. Quello che vuole capire è se Fumihiro è un lupo oppure un Kamichi qualsiasi. Annuisce mentre parla, aspirazione personale gli piace, tutti all’interno hanno dei loro obiettivi da raggiungere che si sono prefissati. Funziona esattamente così: la Shinsengumi usa il suo personale così come il personale usa la corporazione per arrivare ai propri fini. Un rapporto di dare e avere legittimo, no? < La carriera militare potevi averla però anche come Shinobi qualsiasi o al servizio di qualche Kage dei distretti come suo Anbu. > Sarà il voler aggiungere troppo lip service a quella corporazione o a Nobu, ma già così sta cadendo in fallo il Doku, che non è l’uinico in quella stanza che sta leggendo e studiando l’interlocutore che ha di fronte. < Parlami di questa aspirazione personale. Sarà meglio che non sia ‘proteggere il villaggio di Kagegakure’ altrimenti ti sbatto fuori io stesso a calci nel culo. > quella frase la mimica con un tono di voce irrisorio, imitando i vari paladini che brulicano per le strade di Kagegakure e soprattutto nel sempre buono distretto di Konoha, anche se ultimamente pure a Oto ne sta vedendo, che sia la vicinanza tra i due quartieri a rovinare quello splendido covo di cattiveria? Difficile a dirsi. Parla anche di fare qualcosa di concreto nella sua vita, come se prima di allora non avesse fatto nulla. A guardarlo, solo dal lato estetico, non sembra esattamente il più giovane degli agenti che gli hanno mandato e non sa neanche come possa reagire al fatto di avere, all’apparenza, un individuo più giovane di se, come ufficiale diretto, anche se Nobu dimostra più anni di quelli che ha in realtà. Sarà per quei tatuaggi e dilatatore al lobo sinistro o per il fisico, o per come si atteggia; Difficile a dirlo. < Che facevi prima? Raccontami chi è Fumihiro. > Incrocia le dita tra di se, scrocchiandole in quel suono secco, portando anche l’attenzione della stanza su quelle falangi estremamente lunghe, con le nocche, dato che solo il dorso delle mani è visibile, chiaramente consumato e temprato in quanto ogni parte del corpo del Ryuuzaki è un arma per se, come dovrebbe essere per chiunque padroneggi le arti marziali, specialmente se queste vengono unite al chakra. [chk on]

18:42 Fumihiro:
 Dietro quegli occhialini, le palpebre di Fumihiro si serrano appena e il suo sguardo si fa ancora più tagliente. <La carriera da Shinobi?> Domanda retorico, portando entrambe le mani nelle tasche e scrutando il suo interlocutore con espressione fintamente sorpresa. <Per esser guardato dall'alto verso il basso ed esser trattato alla stregua di un residuato bellico, lasciato indietro da un tempo che è trascorso troppo in fretta?> Alla fine sanno tutti qual è la concezione generale dei ninja a Kagegakure. <No, grazie.> E' la prima volta da quanto è dentro quel palazzo che si lascia scappare un commento acidulo e sarcastico. <E per lo stesso motivo non sarei mai entrato a far parte degli Anbu.> Ammette senza troppi giri di parole. <Non sono mai stato troppo incline alla vita da vigilante mascherato. Io rivendico le mie azioni. La mia faccia -deve- essere nota a chi decide di mettersi contro di me.> Perchè incuta il giusto terrore. Perchè faccia la giusta pressione psicologica. Quella pressione psicologica che, tuttavia, Nobu non riesce ad esercitare sul buon Doku. Differenza d'età, differenza gerarchica... nulla sembra avere reale importanza al di la dell'obbiettivo. Il bello di essere Fumihiro è che non si ha nulla da perdere. Non ha legami da recidere o preziosi da rubare. Non ha parenti o nemici da ricattare. E' solo lui... isolato da sempre per via del suo sangue maledetto e deviato mentalmente da una vita che non è stata clemente. Intanto l'altro vuole conoscere la sua aspirazione personale. Solo in questo momento sul volto di Fumihiro si apre uno spiraglio divertito. Un leggero sorriso compiaciuto che anticipa lo schiudersi delle labbra. <Eppure è per questo che siamo qui, no?> In quella stanza, intende. <Il Bene della Nazione. La sicurezza del Governo... lunga vita a Kagegakure! No?> Mentre parla gli occhialini scivolano un po' dal viso e lasciano intravedere meglio gli occhi del Doku. Lo sguardo che riserva al suo superiore è quasi complice, oltre che pienamente consapevole. Per quanto l'altro non abbia ricevuto la piena risposta che voleva, non gli sarà per niente difficile capire che la morale buonista -non fa parte- del corredo caratteriale di Fumihiro. No... sta solo evitando di far calare le maschere prima che i tempi siano maturi. Dopotutto... Nobu non può fidarsi ciecamente di lui, ma la stessa cosa vale nell'altro senso. Non gli dirà cosa passa nella sua testa, ma si limiterà a fargli capire che non è il cieco sognatore che tanto disprezzerebbe. Ridacchia appena in maniera sommessa, lasciandosi poi scappare un nuovo commento acidulo. <Sono i vitelloni tutti muscoli quelli a cui spetta proteggere Kagegakure...> ovviamente riferendosi non solo ai membri della divisione combattiva, ma anche a tutto il sistema Ninja e ai combattenti senza cervello. <... qui, invece, si -plasma- Kagegakure.> O almeno questo è quello che lui intende fare dall'alto di quella torre. Ad ogni modo, non potrà essere più esplicito di così. Piuttosto lascia che il discorso verta verso argomenti più personali. <Mh...> mugugna pensieroso, soppesando cosa valga la pena dirgli o meno. <Chi è Fumihiro...> Ribadisce, cercando di trovare le parole per fargli un sunto non troppo esaustivo, ma neanche insoddisfacente. <E' un uomo dalle doti particolari alle quali non è mai stato possibile trovare opportuno impiego nelle varie sfumature della vita mondana.> Ancora una volta, non riesce ad essere più chiaro di così. Non ama parlare di se e meno che mai del suo passato. Specialmente se ritiene, come in questo caso, che non sia di pertinenza della corporazione. <Non tutti siamo fatti per limitarci semplicemente a vivere. Ho provato a seguire altre strade, ma non erano quelle giuste per me. Per un motivo o per l'altro.> Nessun dettaglio. Una cosa è sicura: è entrato nella Shinsengumi perchè ritiene che quello sia il posto dove le sue doti possono essere sfruttate al meglio. Da chi? Da lui, ovviamente. Quando la donna che ami muore tra le tue mani, per le tue mani, capisci che una vita normale non te la puoi permettere. <Quindi forse coviene parlare di -chi vuole essere- Fumihiro.> Lo scruta, senza timore. <E penso che la risposta più sintetia ed esaustiva sia... un Simbolo.> Simbolo di cosa, poi, è tutto da vedere. Le sfaccettature della vita che si può decidere di incarnare sono infinite.

19:07 Nobu:
 Scoppia a ridere in maniera naturale quando lo sente parlare degli shinobi e degli anbu, ninja di serie B nel suo immaginario dato che, svolgendo mansioni che possono essere viste come “simili” viene naturale metterli in serie B rispetto a loro, per non parlare degli shinobi qualsiasi: se non sono ai piani alti un motivo c’è. Gli unici che si salvano sono coloro che sono negli OMM, ma lì è un discorso a parte, lui non dedicherebbe mai la sua vita ad apprendere arti che possano salvare gli altri, o forse lo farebbe solo per un motivo solo: picchiarli, curarli e picchiarli di nuovo. Un ciclo infinito, se non vivesse con Saigo già a quest’ora avrebbe rapito una persona a caso che lo guardava storto, rinchiusa in cantina e usata come sacco da pugilato per il suo diletto, senza dover cercare una nuova vittima quando gli parte la scimmia con le droghe. Era quello il suo obiettivo nella Shinsengumi, no? Farla franca come e quando voleva, levarsi la museruola ed essere quel cane rabbioso che era diventato. Il tutto si è complicato in realtà, sta cercando di convivere con quei suoi attimi violenti e di erotico sadismo insieme a ciò che era in origine, come a espiare i propri peccati con le proprie azioni. Accettarsi luci e ombre, anche se il rapporto tra le due non è esattamente equo. < Ah beh, certo, il popolo prima di tutto. > gli risponde con lo stesso tono che il Doku ha usato con lui. Lo lascia continuare con anche se è in errore su un fatto. Infatti quando dice di plasmare Kagegakure, Nobu alza la mano destra, ergendo solo l’indice a puntare in alto. Non sono loro che plasmano Kagegakure ma bensì i piani alti e il consiglio. La Shinsengumi non è nient’altro che una banda di criminali e malati psicotici che hanno il benestare del governo fino a che fanno ciò che gli viene chiesto, altrimenti… perché dotarli di una tecnica che permette tutto ciò, no? Lo sente parlare, oltre all’orgoglio che mostra fisicamente con il corpo, una vera emozione esce fuori da quelle parole: EGO. Sembra che Fumihiro abbia un ego veramente spropositato, il chè non gli dispiace, in tutto quel grigio della Shinsengumi serve del colore e lui stesso i suoi sottoposti li vuole così’, non vuole pecoroni che lo seguono. <beh se le tue competenze riguardano assassinii, furtività, estorsione di informazioni e lavaggio del cervello, allora sei nel posto giusto, qui le tue abilità sapranno essere apprezzate, almeno da me di sicuro nella mia squadra.> Gli risponde con molta calma in maniera onesta, passando da quell’impatto iniziale formale a chiacchiere e fatti che più gli si addicono. Deve conoscere di cosa è capace Fumihiro ma tanto, tutto questo potrà aspettare le prime lezioni di strategia e combattimento che lui stesso terrà al Doku o che il nuovo agente affronterà con altri parigrado a lui. Il tutto però gli cade quando sente quella parola… simbolo, tanto da farlo sbuffare e abbassare la testa. < I simboli… spesso I simboli non sono altro che fantocci messi lì in bella vista ad attirare l’attenzioni, capri espiatori. A ognuno il suo, ovviamente. Personalmente preferisco controllare dall’oscurità, manipolare ciò che ho a mia disposizione. Scoprirai ben presto che un ottima parlantina e della buona politica ti apriranno tante porte.> da la sua visione su ciò che vorrebbe diventare, o meglio che idealmente un Shinsengumi tattico è. Nulla vieta di essere entrambi, così come loro stessi sono un simbolo per la popolazione di Kagegakure, diciamo che l'enfasi è posta meno sulla notorietà e più sul potere in pugno. [chk on]

19:28 Fumihiro:
 Quando Nobu indica il cielo, Fumihiro capisce al volo a cosa si stia riferendo. Non ribatte, perchè non lo ritiene necessario. Ha teorie differenti a riguardo, ma parlarne adesso sarebbe fuoriluogo. Semplicemente si limita ad annotare la cosa nel proprio taccuino mentale, preparandosi a ritirarla fuori quando sarà il momento, per dimostrare all'altro quanto, in realtà, sia possibile influenzare i piani alti pur essendo svariati gradini sotto. Tempo al tempo, anyway. Meglio parlare delle sue competenze, no? Quella lunga lista di qualità è tutto tranne ciò che si dovrebbe richiedere ad un eroe del popolo. Eppure... è tutto ciò che Fumihiro ha a disposizione. Un largo sorriso si apre sul suo volto questa volta, mentre la punta della lingua, più lunga e peculiare di quella di un comune essere umano, passa in rassegna le labbra umettandole. Come se già stia pregustando l'ipotetico sapore di quelle parole. <Immagino che non resti altro che metterle alla prova, quindi.> Sicuro di se, chiede di essere mandato in missione. Chiede di essere -finalmente- legittimato ad utilizzare quei doni senza che le forze dell'ordine gli stiano addosso. Fumihiro è terribilmente incline alla manipolazione psicologica e alla tortura. Sembra essere in grado di distillarne piacere mentale personale... e chissà, magari anche piacere fisico. Quegli occhi, affilati e velenosi, sanno tingersi di una malignità unica e di un sadismo che non ha rivali, ma anche questo lo scopriranno strada facendo. Quello che adesso sarà chiaro al cento percento al buon Nobu è che il Doku, sia per inclinazione caratteriale, sia per conformazione fisica, non è un grande amante delle botte. Botte intese nel senso stretto del termine. Fumihiro è uno stratega marionettista e in questo non si discosta troppo dalla natura del suo superiore. <Oh, certo...> lo asseconda. <Mi piace pensare di essere il giocatore seduto ad un lato dello scacchiere...> Usa un'allegoria, per spiegare meglio il concetto all'Ufficiale. <... uno scacchiere che da quassù posso vedere con più chiarezza. E che lo spostamento di ogni pedina...> altri membri della Shinsengumi, civili, criminali o che dir si voglia <... sia frutto di un ragionamento soppesato e dal fine ultimo ben definito.> Su questo sono assolutamente d'accordo ed in linea. Raccoglie nuovamente le mani dietro la schiena e fissa l'interlocutore, gonfiando il petto di rinnovata fierezza. <Considerare un simbolo qualcosa di definito è un errore di valutazione, penso.> E si appresta immediatamente a spiegare il perchè. <Pure quell'Oscurità può essere un simbolo. E lei, per esempio, può incarnarlo.> Alla fine è quell'Oscurità che lui ama, no? <Siamo persone dalla visione d'insieme più ampia, no?> Lo considera uguale a se. Un visionario che dei perbenisti non sa che farsene. <Quindi non limitiamoci alle banali concezioni di chi si lascia abbagliare da futili morali stabili come castelli di carta. Essere un simbolo può significare qualcosa di molto più... complicato.> Ma avranno modo per snocciolare anche questo. <Lo ben so.> Come la capacità oratoria sia in grado di aprire un sacco di porte comode. <Immagino di aver attraversato questa soglia per un motivo.> Se non fosse stato ritenuto degno di entrare a far parte della divisione strategica dopo un colloquio, probabilmente ora sarebbe assieme ai vitelloni del capitano Kenpachi. <Oratoria e Retorica sono sempre state due discipline affascinanti.> Ammette ridacchiando e sistemandosi gli occhiali ancora una volta.

19:58 Nobu:
 Lo guarda sorridere con quella lingua che più che a un umano si addice quasi a un rettile se non fosse che non è biforcuta. Rimane impassibile a quel sorriso e come si bagna il labbro, pregustando appunto il mettere alla prova quelle abilità che pensa già di possedere anche se la manipolazione arriva solo fino a un certo punto e probabilmente stasera lo scoprirà lui stesso, in base a come andrà quel colloquio di lavoro. Perché se è pur vero che è stato assunto all’interno della shinsengumi, è stato assegnato a lui e Saigo e basta veramente un niente affinchè lo prenda storto Nobu, ed è quello che Fumihiro non vuole, perché quella stretta che ha sui gioielli di famiglia del Doku può essere tale da romperli, può rendergli la vita un inferno, fargli rimpiangere di aver messo piede all’interno di quell’edificio stesso, mandarlo in missioni tali dove perire è un attimo, così come fargli il lavaggio del cervello, facendogli credere di aver commesso reati che neanche lui sa di aver fatto. Potrebbe renderlo il suo stesso capro espiatorio come ha detto prima con il discorso dei simboli. Al contrario potrebbe prenderlo sotto di se e Saigo, due dei migliori ufficiali e anche due Shinsengumi in rapida crescita, scalando le gerarchie con una velocità non da poco, insegnargli tutto ciò di cui ha bisogno per diventare un qualcuno in quel mondo e in quella corporazione. Per ora Nobu è compiaciuto di ciò che sente e vede soprattutto. < Tempo al tempo Fumihiro. Ti serve addestramento prima. Non penso tu sia una persona stupida al punto tale da pensare che sia solo la divisa a farti fare tutto e anche i migliori agenti possono sbagliare. Siccome qui non ci piace cambiare il pannolino ai nuovi, comincerai a lavorare dal momento che sarai in grado di coprire da solo le tue tracce e i tuoi sbagli. > sta parlando esattamente di lezioni di tattica e strategia, nonché di combattimento con simulazioni reali. Lì non hanno nulla di improvvisato e anche quando ci si trova al di fuori di una situazione provata e riprovata, vengono allenati per fare in modo che abbiano un’elasticità mentale tale da non essere mai presi sottogamba o alla sprovvista. Ascolta la forma allegorica del giocatore di scacchi o shogi, a ognuno il suo. < Bisogna essere attenti però a capire che pedine hai davvero in mano o se tutto ciò che pensi di avere sia solo quello che il tuo avversario ti ha fatto credere. Non è così semplice e presto scoprirai che il tuo obiettivo, non è solo tuo. Sai come si dice, no? Il trono può ospitare solo una persona per volta. Io il mio RE l’ho già scelto e non ambisco a quel trono sfarzoso, ne preferisco uno mio, fatiscente, da dove posso controllare tutto, dove sono inattaccabile. > già perché lui stesso non è quel Re che punta al trono della Shinsengumi o a una seduta nel consiglio di Kagegakure, bensì Saigo lo è. Non gli interessa comandare, troppo difficoltoso, troppo pericoloso avere aspiranti pronti ad avvelenarti nel sonno. Si torna al discorso dell’oratoria e della retorica. Non ha intenzione di fargli un nuovo colloquio di lavoro come quello che sicuramente gli hanno già fatto, ma siccome Nobu è colui che vedrà più spesso, anche più della sua famiglia, è bene che quel rapporto prenda la piega giusta da subito, altrimenti speriamo che Fumihiro ami le montagne russe. < A tal proposito forse ti conviene entrare in una corte altrui, imparare da chi ti ha preceduto, rubare il mestiere facendo esperienza protetto dai riflettori. Piuttosto, al di fuori della tua parlantina, cosa mi posso aspettare da te in missione? > [chk on]

11:04 Fumihiro:
 Le sue mani sono ancora raccolte dietro la schiena, protette da quei guanti che impediscono che la tossina si diffonda senza controllo. Purtroppo toccare le cose è una necessità primaria, esattamente come necessità primaria è quella di non far sapere troppo in giro quali siano le proprie peculiarità. Nobu parla di tempo e di pazienza. Di addestramento e di sbagli... e Fumihiro non può che annuire in silenzio. Che la cosa gli piaccia o meno, è innegabile che la gavetta abbia una sua utilità intrinseca. <Solo uno stolto penserebbe il contrario.> Ammette tagliando corto. Chi manderebbe un soldato in missione senza aver prima appurato che sia in grado di muoversi abilmente nei limiti imposti dalla sua carica? Chi affiderebbe il volto e il nome della propria organizzazione ad un individuo che potrebbe distruggere anni di lavoro atto a mantenerne intatta l'integrità? Per loro fortuna, Fumihiro non è un pazzo scatenato e senza controllo. Forse pazzo lo è... ma il controllo è il suo punto forte. Il raziocinio, pure. Per quanto riguarda l'allegoria della scacchiera, l'altro cerca di dargli ulteriori lezioni. Lezioni atte a realizzare quanto sia complicato parlare dalle parole ai fatti. <Oh certo.> Lo asseconda, con il suo tono di voce mellifluo e viscido. Velenoso. <Tuttavia... ritengo che la cosa più bella di questo mondo sia che... i troni possono essere diversi, in funzione di ciò uno considera effettivamente importante.> Lo ha detto lui stesso no? Il trono a cui lui ambisce è diverso da quello di Saigo, but still... resta un trono. <L'ambizione di ogni uomo può avere sfumature e gradazioni di intensità differenti. Ciò determina la natura del trono a cui si anela... Questo ci permette di coesistere, senza farci necessariamente la guerra.> Si corregge immediatamente però, prima che l'altro possa prenderla come una dichiarazione strettamente finalizzata a loro due. <Come specie, intendo. Come esseri umani.> Si, il suo discorso era molto più ampio. Comunque sia è inutile soffermarsi oltre su ideologie e moralità. Sono entrambe figure grigie e dalla dubbia concezione di ciò che sia giusto o sbagliato, legittimo o illegittimo, e tutti e due l'hanno capito. Meglio far vertere il discorso verso lidi più pratici. Cosa aspettarsi in missione? Semplice: <Un approccio pulito.> Dopotutto si può ipotizzare anche dal modo in cui si presenta no? Ha tutta l'aria del perfettino che odia sporcarsi. Letteralmente. <Sono principalmente versato alle arti magiche shinobi, con predilezione verso l'eredità che il mio clan mi ha concesso. Nonostante ciò... non sono un grande fan dell'appariscenza e della coreografia.> Niente colossali fiammate o giganti di chakra che aprono i palazzi a mani nude. <La lama non vista è la più letale e la discrezione è l'arma più forte di chi ama cullarsi nell'effetto sorpresa.> Racconta di se e del suo modo di agire. <Il mio approccio alla missione sarà sempre discreto e pulito, seppur questo non significhi che non sia in grado di sporcarmi le mani.> Nel senso più lato del termine, s'intende. <La forza fisica non è il mio punto forte, ma esistono infiniti modi per distruggere un bersaglio. Sotto ogni punto di vista.> Fisico, morale, psicologico... <Vorrei approfondire anche le mie conoscenze scientifiche, se la cosa può interessare. Con tutto ciò che ne consegue...> lascia spazio all'immaginazione dell'altro. <Vorrebbe sapere altro?> E' palese che non voglia scendere nel dettaglio delle proprie abilità, poichè nessun combattente scoprirebbe le proprie carte di sua iniziativa. Lo ha detto prima, no? Ama crogiolarsi nell'effetto sorpresa, ma non c'è effetto sorpresa se l'interlocutore sa tutto di te. Semplicemente si augura che questo sommario gli sia sufficiente per fidarsi e metterlo alla prova. La Sorpresa verrà più in la. In campo.

11:50 Nobu:
 In realtà si sta dilettando in quei discorsi filantropi e filosofici anche se in tutto questo c’è solo la visione distopica dei due Shinsengumi, chi più avanti in quel percorso e chi si sta affacciando solo adesso a tutte le opportunità che può avere da quella corporazione che ha regno libero all’interno di quello che accade a Kagegakure, facendo il buono e il cattivo tempo. Si compiace di come Fumihiro capisca da subito il suo ruolo, che quella gavetta è necessaria. Non può di certo pensare di arrivare lì dentro ed avere il potere di un comandante. < Ottimo, anche perché le occasioni per fare carriera qui sono infinite, sia che ti vengano presentate o che tu te le crei da solo. > abbassa il capo, con quelle ciocche tinte bianche che ricadono in avanti su quel viso color cioccolato al latte e davanti a quegli occhi forse più freddi del tono con cui sta parlando di certe tematiche, dando proprio la priorità a quella scalata gerarchica piuttosto che alla salvaguardia della popolazione di Kagegakure. Quella è una facciata, chi davvero lavorerebbe per la popolazione? Loro sono sotto al governo ed esattamente come il governo ha le loro priorità, anche loro Shinsengumi le hanno, dovendo giusto apparire per mantenere quella facciata che hanno propinato al pubblico con il lavaggio del cervello e il marchio distopico. Informazione molto importante tra l’altro che gli lascia al Doku, quella di fare le scarpe ai suoi pari oppure di sfruttare la propria posizione per scalare, creando da solo le opportunità che lo faranno mettere in luce, a patto da non essere scoperto e lasciare la scena pulita. Chiudendo infine il discorso sui troni e regnanti, ecco che Fumihiro gli va a dire su come ci possano essere trovi diversi, specificando di come siano poi umani. Scuote il capo e sospira, < Proprio per la natura avara degli uomini si tende a voler possedere tutto quanto, agente. Se lo chiede a me, penso che gli umani anelino ad essere controllati e sottomessi. Troppo codardi per reputarsi responsabili delle proprie decisioni, meglio rifarsi ai kami, al karma o ai propri superiori. > Torna a guardarlo, specchiandosi in quelle lenti, mentre condivide quella visione estremamente cupa della natura umana per come l’ha vista lui, per come la interpreta. La voce graffiante, di un calmo e una piattezza da far rabbrividire dato le tematiche che sta trattando e con la semplicità con la quale gli sta dicendo che tutta la popolazione non è nient’altro che un gregge di pecore che cercano il loro pastore. < è un mondo da prendere per i lupi come te. Hai ragione a dire che ci possono essere più troni, tuttavia devono essere complementari tra di loro.> Alza la mano destra, con l’indice che si va a estendere puntando al cielo, con quelle dita lunga, chirurgiche per uno come lui che dei punti di pressione fa le proprie armi. < Pensi davvero che chi vuole avere tutto sotto di se, sia disposto a lasciarti anche le briciole, oppure pensi di doverle prendere con la forza e il sotterfugio? Riflettici bene. > termina anche lui, lasciando un po' di silenzio affinchè il Doku possa ponderare quelle parole, quella fetta di realtà che gli ha appena condiviso sui regnanti e sull’avarizia umana. Perché chiamarla peccato capitale quando è un elemento caratteristico, indottrinati sin da giovani a essere pacifici e sottomessivi. Si passa infine alle abilità del Doku, che gli spiega di essere un ninjutser, su come gli piaccia lavorare nelle ombre, di nascosto anche grazie alla sua abilità innata di cui non sa molto o meglio nulla, dato che Nene non si definiva una Doku a conti fatti e il suo veleno tanto conclamato, su Nobu, non ha mai sortito nessun tipo di effetto. Già quello era un indizio che si era infatuato di una pusillanime debole. Ci si defila inoltre su conoscenze scientifiche, qualcosa che tuttavia a Nobu non appartiene e alla quale risponde facendo spallucce. Sicuramente droghe e veleni hanno il loro utilizzo pratico e se pensa che possa aiutarlo a fare curriculum, fa bene a proseguire su questa pista. Non si apre, non gli racconta molto delle abilità, rimanendo una tavola semi esposta, come un libro che spunta appena da quella libreria per essere afferrato e letto, eppure qualche meccanismo ti previene dal farlo, come a incitare una curiosità intrinseca all’interno del lettore abitudinale. < Arriverà il momento in cui mi mostrerai tutto, agente Doku. Anche perché in missione con me, per citarti, sei sul mio scacchiere, non il contrario. Riprendi pure il telefono e va pure. Ci vediamo alle lezioni di tattica e strategia. > Dato che lui stesso è un istruttore all’interno della Shinsengumi, sia per quella divisione strategica, sia per quella di combattimento < Oppure se vorrai sgranchirti le ossa anche in combattimento. > Scrocchia appena il collo, facendo poi un gesto dismissivo con la destra, congedandolo ora che hanno finito di snocciolare bene chi è Fumihiro Doku e che cosa può dare lui alla Shinsengumi, visto che già sappiamo che al contrario, quella corporazione da tanto ma soprattutto si prende tutto dai suoi dipendenti. [|END]

12:14 Fumihiro:
 Inclina appena il capo ed osserva il superiore che parla. Le prime impressioni e le considerazioni sul mondo e la sua struttura non lo disturbano particolarmente. <Una visione che posso condividere, invero.> E a modo suo condivide anche la questione dei troni e della forza. Dell'avarizia. <Ah, ma questo è indubbio. E' sempre stata una questione di forza.> Dall'alba dei tempi. <Le ambizioni possono variare, ma se non si ha la forza di soddisfarle... il trono resta solo un sogno lontano.> irraggiungibile. <E' tutto un gioco di equilibri, lei lo sa sicuramente meglio di me.> Oltre quegli occhialini rosso cremisi, lo guarda con cipiglio affilato e tagliente. <Ciò che separa quello che è mio da quello che è tuo e definito unicamente dalla nostra capacità di tenercelo stretto. Almeno fino a quando arriverà un terzo incomodo forte abbastanza da rendere suo tutto quanto e lasciarci a bocca asciutta.> Come già detto, è una questione di forza. <La Forza può assumere forme diverse... ma il concetto alla base non cambia.> Non si dilungherà oltre a riguardo. La conversazione è già terminata, per quello che lo riguarda. Intanto Nobu accetta lo stringato silenzio circa le proprie abilità. Rimanda l'interrogatorio alla praticità di una missione, sottolineando che la scacchiera, in quel caso, non sarà di Fumihiro. A tale provocazione, purtroppo o per fortuna, non riceverà risposta concreta. La luce si riflette per un instante sugli occhialini rossi, mentre il suo viso si torce in un sorrisino accennato. Compiacimento? Sfida? L'espressione è impossibile da decifrare, ma non tradisce minimamente la sua natura. E' come guardare un serpente negli occhi... l'unica cosa che puoi pensare è che probabilmente è velenoso, che è viscido e che speri che non ti morda in maniera inaspettata. Eppure, proprio come per i serpenti, per qualcuno possono serbare del fascino nascosto. Qualcosa che il rende inspiegabilmente interessanti e affascinanti, nel senso più pratico del termine. <Perchè no... magari anche qualche ripasso di combattimento potrà tornare utile.> Per quanto non sia il suo stile prediletto. <Con permesso...> Si riavvicina al banco dove il suo telefono è stato lasciato, per riappropriarsene e potersi finalmente allontanare. <... prendo congedo.> e a congedo avvenuto, si limiterebbe ad abbandonare la stanza con espressione divertita e soddisfatta. Tutto sommato, poteva andare molto peggio.[End]

Dopo esser stato assegnato alla divisione strategica e agli ufficiali Manami e Ryuzaki, Fumihiro viene convocato da quest'ultimo per il primo incontro formale. Le maschere cadono relativamente presto e le due menti si confrontano su ideali, morale e ambizioni. Le due dure visioni del mondo si scontrano e si abbracciano a più riprese, fino a decretare che, effettivamente, una collaborazione non deleteria tra i due può sussistere. Non motivato ad intraprendere la via violenta e traumatica, Nobu congeda Fumihiro dopo aver ottenuto quasi tutte le risposte che cercava, con la promessa di sottoporlo a valutazione nelle lezioni che verranno e nelle missioni che li attendono.