Un ramen per Konoha e...Oto.
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Giocata dal 01/11/2022 20:55 al 02/11/2022 01:29 nella chat "Chiosco di Ramen "
[Esterno | Strada] E' una notte d'Autunno, che oramai domina il villaggio di Kagegakure. Le ombre s'assiepano ad ogni angolo, sotto ogni porticato, dietro ogni cespuglio, al di là dei coni di luce dei lampioni. Ovunque giacciono le ombre, ma una di queste veste persino abiti scuri, monocromatici e respira, tamburella l'indice destro sul bicipite opposto, addirittura. E' un giovane Uchiha, dai capelli corvini e le vesti nere, in netto contrasto con la pelle pallida e liscia o i bendaggi che stringono le caviglie, tenendo solidali i pantaloni alle movenze e alla carne. Gli indumenti sono umili, sciatti, privi di fronzoli e decori, nessun sigillo, nessuno simbolo che possa ricondurlo a questo o quel gruppo famigliare organizzato, figuriamoci ad un clan. Incrocia le braccia al petto, sollevandole e abbassandole ad ogni movenza della cassa toracica, ad ogni respiro, per quanto lento e calmo questo appaia. Attende, stretto entro una maglia dal collo alto e circolare, dalle maniche corte, che scende sino alla vita, dove un paio di pantaloni ampi e comodi, che permettono ogni movenza, si dilungano sino ai malleoli, quest'ultimi stretti entro calzari ninja delle tonalità del blu scuro, aperti solamente sul tallone e le dita. Dietro la cintola, invece, è assicurata una sacca portaoggetti, contenente uno scarno armamentario, perlopiù essenziale: due tonici, un kunai, un fuuda nel quale è sigillato un tronchetto per la tecnica della sostituzione. La notte è vagamente più fulgida, lì, nel centro del Distretto della Foglia, dinanzi al Chiosco di Ramen di Ichiraku, dove attende l'arrivo di Shiroichi. [Equip: kunai x1|fuuda con tronchetto x1|tonico pf x1|tonico chakra x1] [Esterno Strada] Giornata piena di incontri quella del giovane detective, stamattina si è incontrato con Kore Sabaku e Akainu Uchiha e stasera come un fulmine a ciel sereno ha ricevuto un messaggio da Katai chiedendogli se gli andasse di cenare insieme, cosa che ovviamente il ragazzino ha accettato ben volentieri, sia perché è molto legato al giovane Uchiha sia perché più si incontra con la coppia su citata e più la sua curiosità preme per scoprire cosa è successo tra lui e la chuunin delle sabbie; sempre sperando che il giovane Uchiha si decida a sbottonarsi un pochino in più rispetto ai loro precedenti incontri. Il genin indossa i medesimi abiti della mattina un kimono tradizionale con la parte inferiore nera e la parte superiore bianca con una sopravveste leggera dello stesso colore dei pantaloni; nelle tasche-maniche del kimono è presente il minimo indispensabile, non si aspetta alcun attacco o missione per la serata e anche se fosse non è mai stato bravo con i kunai, di conseguenza le armi sono più un orpello che altro almeno per il momento. Cammina per strada con i classici sandali di paglia tradizionali e i calzini divisi all'altezza degli alluci, non fosse per la benda sull'occhio mancante e per il fatto che anche lui indossa spesso abiti tradizionali si potrebbe pensare che il ragazzino stia facendo un cosplay di Tenjiro. Lo stemma della famiglia Nara torreggia sulla schiena del ragazzino con un ricamo bianco come la luna che splende in cielo, sostanzialmente i due genin sembrano essere vestiti come un perfetto yin e yang. Cammina per strada tranquillo, non è in ritardo quindi è inutile affrettarsi, ma di fronte al chiosco gli è già possibile scrutare sotto la luce di un lampione la figura dell'Uchiha in attesa. Shiroichi gli si avvicina con calma e col suo classico sorriso sul volto contento di questa serata tra ragazzi che tra missioni e lavoro stanno diventando via via più rade <Konbanwa Katai-kun, è tanto che aspetti?> chiede gentile il ragazzino squadrando l'Uchiha in tutta la sua lunghezza cercando di capire la situazione di salute di quest'ultimo dato che il loro ultimo incontro si è svolto in ospedale, con un duplice fine, il briefing pre missione e la cura dell'Otino. <Come vanno le ferite?> chiede garbatamente il ragazzino non riuscendo a scrutare bende o cose simili per assicurarsi che l'amico non stia esagerando troppo con gli allenamenti. Pigri e pesanti cumulonembi s'assiepano sopra le teste del Villaggio dei Sei, rischiarati dall'illuminazione artificiale che risale da Kagegakure ,come un alone di nebbia fulgida, e combattendo il chiarore siderale del firmamento, sparso qua e là. Il peso del giovane Uchiha è tutto d'un lato, appoggiato contro la parete che compone uno dei lati chiusi di Ichiraku, sostando proprio in prossimità di quella tendina scarabocchiata che scende a coprire parzialmente l'interno, lasciando intravedere solamente gli sgabelli ai quali sono seduti ben pochi avventori - quelli necessari e sufficienti a non intralciare l'ipotetica cena dei due Genin. Lo sguardo del giovane Uchiha è rivolto in alto, cercando la Luna, quel satellite argenteo di cui si nota solamente una falce, una piccola porzione, ma pur sempre affascinante. Il naso all'insù non gli permette di notare l'arrivo di Shiroichi, non subito almeno, ma con qualche istante di ritardo, quello che basta per permettere all'altro di annunciarsi indisturbato, cogliendo di sorpresa il pensieroso parigrado. < Oh, Shiroichi-kun. > Esclama, in direzione di quest'ultimo, calando le iridi su di lui, come scuri d'ossidiana grezza che si abbattono con la pressione e l'insistenza di un boia, noncuranti dell'intimità altrui, né minimamente discrete. < ... > Non replica, sul principio, lasciando che solo un istante di silenzio li separi, prima di andare a ribattere < Mi sento benissimo. > Rivela, sincero, annuendo appena, come a voler rinforzare il concetto. < Entriamo ? > Domanda, ammiccando verso il Chiosco, ma non si muove d'un millimetro. [Esterno Strada] L'Uchiha non pare accorgersi della presenza di Shiroichi, non all'istante almeno, probabilmente è perso nei suoi pensieri; dev'essere una giornata particolare per lui, domani è il giorno dei morti e il ragazzino ha appena perso il suo unico familiare. Ci sarà tempo durante la serata di intraprendere anche quel discorso durante la cena; per il momento però Katai sembra più invogliato ad entrare che non a parlare del più e del meno <C...certo> dice il ragazzino colto un po' di sorpresa dall'atteggiamento a suo parere un po' restio dell'Uchiha. Entra dentro il locale venendo invaso dai fumi della cucina del locale e dai profumi di quest'ultima oltre che da un piacevole tepore dovuto ai vapori dei fuochi. <Buonasera, siamo in due> dice il ragazzino alla cameriera che accoglie i due genin e li fa accomodare ad un tavolo un po' appartato; la ragazza lo guarda un po' di sottecchi, l'ultima volta che è venuto qui ha dato spettacolo con Shizuka e si legge dall'espressione della ragazza che spera che non succeda di nuovo. Il ragazzino sembra cogliere questa occhiata, ma non ci fa caso, i pettegolezzi durano due settimane o almeno questo è quello che viene detto da tempo immemore. Il genin si siede al tavolo molto tranquillamente e aspetta che Katai faccia altrettanto. I menù vengono lasciati sul tavolo mentre la ragazza si allontana e va a parlare con il cuoco e titolare del locale di qualcosa che però sembra infastidirlo, non riesce a cogliere le parole dei due ma è abbastanza certo che il titolare stia ribrottando la ragazza per qualcosa che ha detto sbuffando lievemente per la lamentela. <Allora Katai-kun, cosa mi racconti?> chiede gentile guardando le iridi scure del parigrado con le sue chiare come un cielo terso in una giornata estiva. Non aggiunge altro aspetta che sia il giovane a prendere la parola. Attende una risposta, ma non per molto. Di fatto, si muove prima di averla ricevuta, anche se, dal principio, aveva dimostrato una certa esitazione. Che fosse solo apparente ? Un colpo di reni lo distacca dalla parete, portandolo a distribuire il peso su ambedue le leve inferiori, equamente. Pochi passi, invece, lo conducono ad abbandonare il cono di luce del lampione, in favore dell'interno del Chiosco di Ramen di Ichiraku. Dall'alto del suo metro e sessanta finisce per scostare una tendina ornamentale, in un gesto distratto della mano destra, ma fluido e flemmatico. China appena il busto in avanti, andando ad anteporre le spalle ed allontanare le scapole dalla colonna vertebrale, nell'atto di accovacciarsi per qualche centimetro appena, come a voler evitare che la chioma corvina impatti contro la stoffa della tendina scostata. < ... > Non una parola rivolta al resto degli avventori, che occupano gli sgabelli dinanzi al bancone. Lui ne individua uno, affianco al quale ne capeggia un altro, ugualmente libero, ma la scelta di Shiroichi designa, invece, uno dei tavoli più in disparte. Lascia che il parigrado opti per quella seduta, prima di lui, portandosi in vantaggio in termini d'iniziativa, non c'è che dire. Lui si limita a seguire la cameriera che li ha accolti, dirigendosi laddove prestabilito dalla ragazza e dall'organizzazione del locale. L'occhiata che ella rivolge al Nara non viene colta, dal momento in cui il giovane Uchiha è impegnato a spaziare , visivamente, per l'interno , verso la cucina. < Sono in pensiero per la missione. > Rivela, tradendo parte delle sue elucubrazioni mentali, quando oramai ha preso posto e si è accinto ad osservare l'altro, direttamente nello sguardo che si scambiano. < Credi che Tenjiro sia un buon ninja ? > Domanda, omettendo volutamente la parola "medico". [Tavolo] Ecco spiegato in parte l'umore scuro dell'Uchiha, preoccupazione per la missione, chiede un parere al Nara riguardo il terzo partner della loro squadra per la missione ventura; la domanda lo coglie impreparato, è lui quello che ha avuto più a che fare con lo Hyuuga i ruoli dovrebbero essere invertiti, ma forse questa è la prima missione c e ci sta essere preoccupati. Il ragazzo diventa pensieroso cercando la risposta migliore da dare al parigrado <Umh...> piccola pausa di riflessione <Non sembra una cattiva persona... so che non è quello che mi hai chiesto ma so poco di lui e delle capacità degli Hyuuga, so solo che possiedono il Byakugan ma non so come funzioni e che solitamente sono veramente eccellenti nel taijutsu> dice molto onestamente, ogni clan dopotutto ha i suoi segreti e come ha detto anche stamani all'altro Uchiha non si può fare di tutt'un'erba un fascio per il clan di appartenenza <Se il consiglio l'ha assegnato a questa missione credo abbiano valutato le capacità di Hyuuga-san e l'abbiano ritenuto idoneo a questa missione> dice molto tranquillamente il ragazzino credendo fermamente alle istituzioni del villaggio delle quali tra l'altro fa parte <è la tua prima missione di grado C Katai-kun?> chiede dando adito al suo pensiero riguardo alla preoccupazione del ragazzo <Riflettici, se il consiglio non fosse in grado di assegnare le missioni ci ritroveremmo molto presto senza ninja in generale, pensa se mandassero due genin come noi fuori dalle mura, ci ritroverebbero morti dopo nemmeno venti metri> cit. Shizuka, anche se il tono non era proprio lo stesso di quello usato in questo momento dal Nara. <Non ti fidi di lui in quanto persona o in quanto shinobi?> chiede incuriosito dalla possibile risposta del ragazzo <Comunque la chiave di un buon team è la comunicazione, in missione porteremo degli auricolari, se non ti fidi di lui lo capisco, ma ricordati che la missione viene prima, al massimo se hai dubbi chiedi consiglio a me e vedremo il da farsi.> dice rincuorante il ragazzino accompagnando l'ultima frase con un sorriso e un occhiolino complice. Non vuole prevaricare nessuno in squadra ma crede che almeno in apparenza sa che conviene che il compagno di squadra sia sicuro almeno di uno dei due membri per avere una collaborazione ottimale. Le natiche poggiano sulla sedia, ma il resto del corpo sembra aleggiare a mezz'aria. E' in punta in punta, come se stesse pronto per scattare da un momento all'altro, proteso in avanti, verso il suo interlocutore, verso il tavolo, sul quale ora poggia gli avambracci, in direzione del quale protende la schiena ed il busto. Le mani finiscono per intrecciarsi tra loro, senza sfiorare il menù che gli viene offerto dalla cameriera e che risulta, di fatto, lasciato da una parte. < ... > Ascolta l'interlocutore, ponendo massima attenzione alle sue parole - o almeno così appare, soprattutto da quello sguardo diritto e insistente, che si specchia nel blu dell'altro. Sembra tenere in forte considerazione l'opinione del Nara, a tal punto da rimuginare per un istante di troppo sulle sue parole, risultando, di fatto, muto e in silenzio. Le mani , intrecciate, si spostano sul volto, andando a coprire la bocca, quando si appoggiano poco al di sotto del naso. Una posa che tradisce le sue riflessioni, almeno ad un occhio attento e investigativo - come potrebbe essere quello di Shiroichi. < Il Byakugan ? > Ripete, interrogativo, da dietro la cortina di falangi che oblitera la parola. E' ciò che gli salta più all'attenzione, nel dire altrui, quasi come una nota stonata in uno spartito altrimenti perfetto. < Sì, è la mia prima missione di grado C. > Rivela, tralasciando il discorso istituzionale del Nara, di cui, però, non conosce il presente coinvolgimento negli organi delle forze speciali Anbu. < E perché pensi che noi fuori dalle mura finiremmo uccisi immediatamente ? > Domanda, stringendo appena lo sguardo, mentre il resto della postura non si scompone minimamente. Sembra serio, infatti, non ironico come il contenuto del quesito potrebbe lasciar supporre. < Credo sia un ottimo medico, ma non so se è un ninja altrettanto bravo..> Commenta, solamente, ermetico, ma fin poco criptico, in effetti. [Tavolo] <Non chiedermi altro riguardo a ciò, ti ho detto praticamente tutto quello che so a riguardo> dice imbarazzato il ragazzino, i clan custodiscono gelosamente le loro abilità ed è verosimile che il Nara non sappia niente se non il nome di quella tecnica. Sorride quando il ragazzo gli conferma che è la sua prima C <Andrà bene, sei un ninja molto forte per la tua età e te la caverai benone se userai il cervello e collaboreremo bene> dice tranquillo il ragazzino in tono rassicurante <Solo evita di piazzarti di fronte ad un'arciere che ti punta una freccia di chakra addosso altrimenti potresti finire peggio di come sono finito io l'ultima volta> sorride anche se è terribilmente onesto riguardo al suo monito <Esperienza personale> aggiunge <Come ho detto anche a Hyuuga-san se le cose si mettono male conosco una tecnica di difesa che potrebbe aiutare spero non servirà onestamente ma è giusto che tu lo sappia, potremmo trovarci a sventare un attentato e la missione non sarà senza rischi> dice terribilmente franco. La domanda poi sull'andare fuori dalle mura lo lascia basito <Beh sai le chimere, personalmente non mi sento in grado di affrontarle al momento> afferma tranquillamente per poi continuare <Vedrai che le tue preoccupazioni sono infondate e che Hyuuga san sarà un ninja più che valido da avere in squadra> sorride gentile il genin. <Piuttosto, tu cosa prendi?> chiede gentile vedendo arrivare la cameriera pronta a prendere la loro ordinazione. <Prendo un Tonkatsu ramen con gli udon da bere solo acqua> risposta rapida quella del Nara che vuole evitare il più possibile contatti con quella cameriera che aspetterà che l'Otino abbia fatto la sua ordinazione prima di dirigersi in cucina a consegnare il loro ordine al cuoco. <A cos'altro pensi?> chiede il ragazzino notando che i pensieri dell'Uchiha non sembrano essere stati dissolti con le sue parole e deducendo che non fosse solo questo a preoccupare l'otino. la cameriera giunge infine al loro tavolo, intenzionata a raccogliere le loro reciproche ordinazioni. Lascia che sia il Nara il primo ad esprimere la sua preferenza, ascoltandone la peculiarità dei gusti, prima che possa a sua volta esplicitare l'ordinazione a lui più consona. Non districa le mani, ma semplicemente abbassa quest'ultime sulla linea del tavolo, laddove intende lasciarle risposare, almeno per un attimo. < Per me un ramen con maiale ed un bicchiere di tè verde. > Annuisce, verso la ragazza, sottolineando la propria volontà, prima di attendere che sia scivolata via, per poter rispondere al parigrado. < Non ti chiederò altro, ma non ho la minima idea di cosa sia un Byakugan. > Tradisce, stringendosi poi nelle spalle, sebbene la curiosità imperli lo sguardo, che rimane fisso sul volto altrui, quasi a volerne scardinare una verità che nasconde, semplicemente con una sola occhiata. < E tu vedi di non farti ammazzare. > Replica, proprio dinanzi alla citazione di quell'episodio che ha visto il Nara finire con un polmone perforato. < Ho perso già abbastanza..> Aggiunge, in tono di voce basso, grigio, privo d'inflessioni di sorta, quasi come fosse un mero calcolo da svolgere. Se ci sia premura in quell'avviso, se sia preoccupazione quella che snocciola, non pare potersi comprendere a fondo, non in quel contesto, almeno. < Già, le chimere..> Aggiunge, andando a socchiudere gli occhi, chinando il mento, riflessivo. < E se ci fosse un modo per non infastidirle ? Per nasconderci da loro, per conviverci pacificamente, intendo..> Un'idea indubbiamente originale, che molti taccerebbero come folle o insensata, forse semplicemente troppo giovane per poterla anche solo formulare con un senso. Eppure sembra crederci per davvero. < Voglio dire, siamo confinati in questo Villaggio, ultimo baluardo della civiltà , protetti da quelle mura tanto alte, ma là fuori, non hai voglia di sapere cosa ci sia ? > Domanda, tradendo la sua curiosità, a tratti ossessiva. [Tavolo] <L'unica cosa che so del Byakugan è che è un'arte oculare come lo sharingan, il resto purtroppo mi è ignoto> dice onesto il ragazzino. <Figurati se mi faccio ammazzare, Shizuka non me lo perdonerebbe mai, sono abbastanza sicuro che sarebbe in grado di riportarmi in vita solo per uccidermi lei con le sue mani> ridacchia il ragazzino pensando alla kunoichi di kusa e all'effettiva preoccupazione che ha mostrato durante la cena del suo compleanno. <Apprezzo che tu sia preoccupato, ma mi avrai intorno ancora per molto, devo diventare Kage prima di morire> dice allegro il ragazzino. La domanda del genin poi lo lascia pensieroso <Dubito che una cosa del genere sia fattibile> dice onestamente <La soluzione migliore sarebbe sterminarle e riprenderci il mondo per farlo tornare alla normalità> dice schietto il ragazzino <Certo che voglio sapere cosa c'è fuori, vorrei vedere il posto in cui sono nato, non ricordo praticamente niente di quel periodo> dice onesto <Al momento però la soluzione migliore credo sia riuscire a bonificare le zone attorno al villaggio per allargare le mura e darci la possibilità di coltivare di più e di avere più spazio di manovra> dice tranquillo il ragazzino come se stesse parlando di cosa ha mangiato a pranzo <Ma parliamo d'altro, domani contavo di andare al cimitero, ti andrebbe di accompagnarmi?> chiede gentilmente ma con un velo di malinconia; non sa dove sia sepolta Kaori ma sa che vuole portarle un omaggio quindi la sua idea è quella di portare dei fiori al monumento dei caduti del villaggio. Il discorso poi vira nuovamente, il ragazzino non vuole appesantire troppo la serata, ma la curiosità lo attanaglia e vuole vederci chiaro su questa storia <Senti, non voglio essere invadente e sentiti pure libero di non rispondere ma...> piccola pausa <...mi spieghi cosa è successo tra te e Kore-san? Sembravate affiatati e poi di botto vi odiate, non mi è chiara questa situazione> e niente ogni parvenza di rispetto per la privacy altrui va a farsi benedire in favore della curiosità e della preoccupazione per i due amici. < Oh, capisco. > Commenta solamente, lasciando che la curiosità vaghi liberamente tra la fantasia. Le due cose, però, assieme, creano un connubio pericoloso, a tal punto da portarlo a ribadire un concetto piuttosto ovvio. < E pensi che Tenjiro potrebbe parlarmene ? > Quello della segretezza, delle gelosia dei misteri, dell'assoluta riservatezza celata dietro il sangue e la famiglia. Lui, che ignora la maggior parte della storia attuale e passata dei clan di Kagegakure, non riesce a comprendere quel banale assunto, tanto da non concepirlo minimamente, salvo poi custodire meticolosamente il proprio segreto dietro un mutismo ostinato e selettivo. < Kage ? Anche tu ? > E chi altri, sennò ? Uno in particolare, ma che non verrà nominato di sua spontanea volontà, a meno che non venga chiesto, ecco. < Non pensate che il Villaggio possa essere protetto ancor meglio da chi non sia così ...> cerca le parole, a fatica. < ...in vista ? > Conclude, un attimo dopo, finendo per portare a termine quel concetto, che però non spiega, né argomenta, come se per lui fosse esattamente così ovvio da non aver bisogno di ulteriori chiarimenti. < Sterminarle ? > Ripete, retorico. < Se sono state loro a sterminare la popolazione, non credo che questa sua una altrettanto fattibile. > Si limita a proferire, mentre si stringe nelle spalle, dubbioso. < In quanti avranno già provato ad ucciderle ? In quanti saranno già caduti nel tentativo ? > Domande su domande, che però non attendono una reale risposta, dal momento che proseguono oltre. < Se ci fosse qualcosa da fare al posto di ucciderle ? Te lo sei mai chiesto ? > A quanto pare, in realtà, no. Almeno a giudicare dalle sue parole, dal suo atteggiamento. < Ti accompagnerò al cimitero, ma non per portare i fiori a chi pensi. > Suo nonno, no ? E chi altri ? Lo sguardo si fa serio e rimane tale, anche quando il discorso vira bruscamente, repentinamente. < Mpf. > Sbuffa, sonoramente, rassegnato all'eventualità che il Nara risulti invischiato in quella 'faida' secolare. < Kore Sabaku mi scelse come allievo, di sua spontanea volontà e come allievo mi ha trattato, fino ad un nostro allenamento in particolare..> Inizia, andando però a guardare verso la cucina, in attesa della sua porzione di ramen. < ..l'allenamento prevedeva l'utilizzo delle illusioni, ma qualcosa non è andato come lei aveva previsto. > Avanza, continuando a dirimere i dubbi altrui. [Tavolo] Il ragazzino si stringe nelle spalle <non lo conosco abbastanza da darti una risposta, magari sì magari no, questa è una scelta sua> piccola pausa <certo sarebbe immensamente utile saperne qualcosa di più> dice onestamente essendo curioso di sapere di più sul mondo che lo circonda. Il ragazzino poi sembra stupito dalla esclamazione dell'Uchiha <Se ti riferisci a chi penso tu ti stia riferendo, ne abbiamo parlato giusto oggi con lui, abbiamo un'idea di Kage diametralmente opposta riguardo a cosa o a come dovrebbe comportarsi un kage> dice il ragazzino per poi continuare <Chiunque può proteggere il villaggio, a prescindere dal rango, dal clan e dal potere del singolo> dice onestamente <Io voglio diventare Kage non solo per proteggere il villaggio ma anche per cambiare le cose dall'interno> spiega il ragazzino con gentilezza e una punta di idealismo. <Ci saranno vittime è vero, ma se dovessi morire per uccidere le chimere e liberare il villaggio da questa minaccia> è molto, forse troppo diretto nel suo dire segno che il ragazzo i suoi calcoli se li è fatti. <Non mi sono mai chiesto se c'è effettivamente un'altra maniera di risolvere la situazione, non ho abbastanza conoscenze del mondo esterno per poterne parlare con cognizione di causa, non so nemmeno se siano effettivamente senzienti o meno.> dice onestamente il ragazzino ammettendo la sua ignoranza in materia. <Grazie mille lo apprezzo> dice il ragazzino sorridendo gentilmente all'Uchiha ma non dicendo nulla riguardo al fatto di non portare fiori sulla tomba del nonno>. Nel frattempo i ramen arrivano al loro tavolo seguiti dalle bevande. Poi alla fine il discorso verte sulla Sabaku e sulla storia tra i due. <Illusioni! Ecco!> esclama il ragazzino accendendo una lampadina nel suo cervello. <In che senso non è andata come previsto? Ma soprattutto tu sai usare le illusioni? Non lo sapevo!> il ragazzino è veramente incuriosito da quella storia tanto da non degnare ancora di uno sguardo il suo ramen e fissando il suo sguardo sull'Otino. < Certo > Commenta , solamente, in risposta alle sue prime parole, senza aggiungere altro in merito, favorendo quindi la caduta della questione - almeno verbalmente, poiché, nelle fantasticherie del giovane Uchiha, è ancora tutto da comprendere. L'accostamento tra l'arte oculare dello Sharingan e quella del Byakugan, ha suscitato non poche domande , rimaste taciute, almeno per ora. Shiroichi, a quanto pare, non è la persona adatta per porgerle, ma forse non lo è neanche Tenjiro, dal momento in cui quest'ultimo non conosce il suo segreto e , sventolarlo dinanzi all'ennesima persona, potrebbe non essere tra i piani del Genin della Nota Nera. < Nh ? > Mugugna, sorpreso, spiattellando quel singhiozzo verbale contro le labbra giunte, unite, sigillate. Batte le ciglia, una volta solamente, andando a palesare quell'espressione sorpresa sul volto. < A chi ti riferisci ? > Domanda, lui per primo, questa volta. Le sopracciglia calano lentamente verso le orbite, schiacciando lo sguardo e disegnando una ruga sulla fronte, altrimenti giovane, limpida e pallida. La chioma corvina incornicia il volto, andando a discendere, in un paio di ciocche più lunghe, ai lati del viso dal taglio obliquo e ripido. < Cosa vorresti cambiare ? > Indaga, andando a sviscerare le parole altrui, cogliendone soprattutto quel frammento. < Io, invece, vorrei scoprirlo..> Rivela, andando a riferirsi alla questione riguardo le chimere ed il mondo esterno. < Le illusioni dei ninja sanno confondere le percezioni, irretire i sensi, persino cancellare e riscrivere la memoria..> Grazie Nonno. Grazie Nobu. < ..se ci fosse un modo per entrare nella mente di quei mostri ? > Questiona < Magari modificarne la mente, persino..> Una soluzione contorta, indubbiamente originale, ma sicuramente inquietante - almeno per il giovane Uchiha. < Nel senso che sono riuscito a distrarre Kore fino al punto da arrivare a portata di ...> si sofferma, mentre i ramen raggiungono il loro tavolo. < ..di kunai, ecco. > Chiarisce. < E questo lei lo ha preso come un tradimento, perché ho tentato di sorprenderla attaccandola alle spalle. > Molto chiaro, molto esplicito, senza mezzi termini. < Sì, so usare i Genjutsu. > Conclude, senza aver timore di rivelare una delle proprie carte a chi, di fatto, non ha motivo di temere. [Tavolo] Il ragazzino spezza le bacchette e inizia a mangiare il suo ramen mentre ascolta le parole dell'amico riguardo alle chimere <Mi riferisco ad Akainu-san, ma se tu non intendevi lui per cortesia non dirglielo altrimenti mi ci manda lui a sperimentare sulle chimere> ridacchia gentilmente il ragazzino anche se effettivamente c'è un fondo di preoccupazione a riguardo nelle parole del ragazzino. Primo assaggio di ramen e poi inizia il discorso politico < Beh innanzitutto credo che riformerei le accademie ninja, la nostra educazione non credo sia a livello per il mondo nel quale viviamo oggi. In secundis cancellerei i segreti dei clan, tenere segrete le proprie abilità ai propri compagni di squadra non favorisce la comunicazione, immagina quanto sarebbe più facile se noi tutti sapessimo cosa fa l'innata di un determinato clan e potessimo coordinarci meglio durante le missioni.> Adesso tocca alla carne, saporita come al solito <Per fare quello che dici bisognerebbe prima avere la certezza che queste abbiano una coscienza o una mente da riuscire ad influenzare con le illusioni, non è una brutta idea effettivamente sarebbe da indagarci> dice il ragazzino incuriosito effettivamente dalla proposta forse un po' pazza dell'amico. <Ecco perché Kore mi ha detto così stamattina! Stavo pensando di imparare a usare le arti illusorie anche io per coadiuvarle alle arti magiche e rendermi un ninja più completo e più adatto a quello che vorrei diventare> dice il ragazzino iniziando il suo discorso <Ma lei l'ha definita l'arte dei codardi e mi ha chiesto di pensarci e magari di non utilizzarle> spiega tranquillamente. <Io però non so nemmeno se sono effettivamente in grado di utilizzarle, devo ancora capirci qualcosa; puoi spiegarmi qualcosina se ti va?> chiede gentilmente il ragazzino incuriosito da questo potere del suo amico. < Hai paura di Akainu ? > Domanda, glissando , indirettamente - e non poi così tanto - sulla questione Kage. Si concentra, piuttosto, sulle sue parole seguenti, molto più interessato a quelle, piuttosto. Emula, quindi, la gestualità altrui, almeno per quel che riguarda lo spezzare le bacchette ed immergere le stesse nella brodaglia di spaghetti e maiale e uova. I gesti sono lenti, misurati, posati ; si articolano con fluidità, tale da far pensare ad un movimento quasi premeditato, come se potesse calcolarlo un attimo prima di compierlo. Poggia ambedue i gomiti sul tavolo, proprio di fianco al piatto fumante, così da poter disporre delle bacchette in maniera perpendicolare rispetto alla superficie del ramen. < ...> Non risponde alle sue proposte di idee, non inizialmente, almeno, anzi, rimane piuttosto vago circa quell'ipotesi di rendere ad appannaggio di tutti l'identità e l'abilità di un clan - che poi, dopotutto, sono quasi la stessa cosa. Non sarebbe di certo il più felice degli shinobi se si venisse a sapere , pubblicamente, della sua discendenza dal clan Uchiha. Quest'ultimo, ancora preda di pregiudizi e controversie. < Ho provato a comunicare anche con i fantasmi che hanno riempito il villaggio fino a pochi giorni fa. > Rivela, tra un boccone e l'altro, distrattamente, come fosse la più banale delle cose da dire. < ?! > Gli occhi, poi, si sollevano di scatto verso Shiroichi, mentre il capo rimane leggermente chino verso la brodaglia, le bacchette ferme, immobili a metà strada. < Non ascoltare Kore Sabaku. E' pazza. > La sua ipotesi, sviluppata dal principio, non pare essere decaduta, neanche dinanzi alla chiacchierata avuta con Akainu stesso. < Non è finita qui. > Aggiunge. < Mi ha incolpato anche di averla comandata durante una missione, di averle dato ordini. > Si sofferma. < Voleva abbandonare quella missione, durante il suo corso. > Scrolla il capo, al solo ripensarci. < Non so cosa sia successo tra lei e Akainu in seguito, ma quella missione ci ha spezzati. Tutti quanti, reciprocamente. > Nonostante lui e l'altro Uchiha si siano chiariti - o quasi. < So molto poco, in realtà. > Dichiara, sincero, riguardo le illusioni. < So soltanto che agiscono come interferenza nel sistema circolatorio del chakra. Come onde vere e proprie che intaccano la mente di chi ne rimane assoggettato , ma si possono contrastare..> Ammette. < ..proprio come ci hanno insegnato in Accademia.> [Tavolo] La domanda del giovane Uchiha lo coglie impreparato <Paura? No, diciamo semplicemente che abbiamo cominciato la nostra conoscenza nel modo sbagliato e talvolta mi pare di camminare sulle uova quando parlo con lui, ma credo che sia fondamentalmente un bravo ragazzo e un ninja più che valido. Diciamo semplicemente che ancora non ho preso le misure su come interagire con lui> spiega il ragazzino tra un boccone e l'altro mentre gusta l'ovetto a mezza cottura nel suo ramen. Non parla poi dei fantasmi che c'erano in città in questi giorni, non ne ha incontrato nemmeno uno e fondamentalmente è meglio così ha timore che uno di loro sarebbe potuto essere il fantasma di Kaori. <Kore-san è particolare, avrà sicuramente le sue ragioni> replica il ragazzino al dire dell'Uchiha, non ha fatto nulla la fennec per instillare in lui il dubbio che non possa esserlo <Capisco cosa intendi, però dalle una possibilità seriamente, sa essere molto gentile a modo suo se impari come prenderla, provate a chiarirvi, anche perché se finiste nuovamente in missione insieme come pensi di comunicarci e lavorarci insieme, meno discussioni ci sono tra shinobi meglio è> dice il ragazzino spiegando il suo punto di vista <Ovviamente non sei obbligato a seguire il mio consiglio ma credo che i vostri dissapori potrebbero risolversi> dice positivo il ragazzino accompagnando un sorriso alle sue parole. Ascolta poi l'interesse torna nuovamente sulle illusioni e il genin domanda <Ma come le utilizzi? Capisco che magari non ne conosci perfettamente il funzionamento ma tu scegli volontariamente di usare un genjutsu con qualcuno, come fai?> chiede incuriosito il ragazzino ascoltando la risposta accademica dell'amico riguardo al funzionamento delle arti illusorie. < Capisco. > Commenta nei riguardi di Akainu. Non ha intenzione di spingersi oltre, magari in un giudizio affrettato che potrebbe essere fallace. Gli basta l'opinione altrui , da poter confrontare con la propria e tirare le somme, in silenzio però. Le bacchette continuano ad armeggiare con gli spaghetti, separandoli dal condimento e dai pezzi di maiale gettati nella brodaglia fumante. Tenta di arrotolare la pasta per come può, non senza qualche difficoltà, salvo poi portarla alla bocca ed addentare il tutto con voracità. < Può avere le sue ragioni. > Bofonchia, tra un boccone e l'altro, non senza rischiare di strozzarsi proprio nell'udire quella risposta. < Le ho anche comprese, in parte. > Ammette, stringendosi nelle spalle, rassegnato. < Ma lei non ha compreso le mie. > Termina, andando ad affondare di nuovo il legno nel brodo. < Non ne ho idea, sinceramente. > Riguardo a cosa, però, non lo chiarisce, che sia per la missione o per il chiarimento, è tutto da scoprire e di certo non pare intenzionato a dare ulteriori spiegazioni, non ora , almeno. < Credo che solo uno come te potrebbe vedere del buono in lei. > E che sia un complimento o meno è difficile capirlo, ma il tono è pacato e calmo, a tal punto da non lasciar presagire di certo un'accezione negativa del suo verbo. < Concentro il mio chakra come se volessi utilizzaro per un'arte magica..> spiega, senza gesticolare con le mani, non eccessivamente almeno. < ..poi lo espello come quando lo utilizzi per risalire un parete verticale, ma con più forza. > Cerca di dare un senso a quel discorso, utilizzando delle similitudini. < Con Lo Sharingan, invece, diventa tutto più semplice. > Rivela, andando a snocciolare quelle poche parole. < ..è come un catalizzatore. > Un parolone per un quattordicenne - e mezzo - ma di certo rende l'idea. E rimarrebbe lì, quindi, a disquisire al riguardo, fin quando non decideranno che la loro conversazione non sia finita - e di certo non dipenderà dal ramen ( E N D) [Tavolo] Ascolta on attenzione le parole dell'amico non obbiettando alle sue idee, capisce in pieno come l'Uchiha possa sentirsi, non essere capiti è una sensazione orribile soprattutto da una persona che poteva essere ritenuta amica e degna di fiducia come potrebbe essere una sensei, o almeno Shizuka è quello per lui e da per scontato che così dovrebbe essere un rapporto insegnante allievo. Ascolta poi le parole sulla propria persona dette dall'amico e le accoglie con un sorriso <Beh non mi ha mai dato modo di pensare il contrario non è una credenza aprioristica la mia> risponde sinceramente il ragazzino per spiegare la sua idea all'amico ma non fornendo ulteriori chiavi di lettura per capire meglio la ragazza delle sabbie. La cosa più interessante però al momento, svelato il mistero di ciò che è successo tra Katai e Kore sono decisamente le arti illusorie. Il ragazzino prende appunti mentali riguardo a ciò che l'amico gli spiega riguardo al loro utilizzo; è tutto un po' fumoso in realtà nella sua mente ma le metafore dell'uchiha sembrano portare luce tra le ombre nella mente del Nara riguardo a quell'argomento. Spiega anche che lo sharingan rende più semplice questo tipo di tecnica e fa aggiungere un tassello di conoscenza riguardo alle arti oculari al ragazzino di Konoha che vuole apprendere quanto più possibile a riguardo proprio per diventare un ninja migliore e poter un giorno aspirare alla carica di hokage. <Grazie mille della spiegazione Katai-kun, magari un giorno se riuscirò a padroneggiarle potremmo anche allenarci insieme per migliorarci a vicenda> dice propositivo il ragazzino sorridendo all'amico mentre mangia il suo ramen. La serata proseguirà così tra i due, tante chiacchiere interessanti e tante altre molto più tranquille ed estemporanee; ci voleva proprio una serata tra ragazzi per rinfrancare un po' la mente del Nara preda di dubbi esistenziali su come dovrebbe essere un buon ninja Nara e su come affinare le sue abilità.[End]