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con Katai

15:37 Utente anonimo:
 La mancanza di sole sembra sorbire una certa nostalgia nella Nabaku, malgrado il riavvicinamento con Akainu sta tuttora abitando stabilmente la magione del suo clan quando quindi è uscita a fare un giro ha scritto un paio di messaggi ed è andata a prendere il tè in piazza con Nameko, si vedono infatti al suo tavolino due giare, e due persone di cui una la bionda. La compagna di stanza ha i capelli rossicci castani ed è leggermente sovrappeso ma comunque in giuste curve, dagli occhiali che porta sembra una persona che studia, non si somigliano affatto le loro giare di fatti, mentre la propria è una clessidra quella di Nameko è di forma simile ad una ciliegia di due olive nella maturazione migliore, unite in un singolo stelo alla cima del quale il foro riporta il medesimo materiale della propria Sunodeki. Al tavolino sono quattro le sedie occupate quindi, con un piattino centrale di dolcetti alla mandorla e pasta di zucchero ed il tè alla menta in una grande tisaniera da versare in semplici bicchieri di vetro. <Hai finito le tue ricerche?> Indossa un pantalone azzurro chiaro, un tessuto appena elasticizzato di jeans aderente sulle gambe magre che ne fa apparire la figura ancor più snella ma che tutto sommato sembra un passo avanti più giovanile rispetto al solito outfit, alla cinta è attaccato il suo portaoggetti dove tiene un fuda con tronchetto, due tonici curativi e due di recupero del chackra, l'auricolare spento e privo di sintonizzazione ed il suo Ninjaphone. Passo leggero avvolto in scarpe da outdoor grigie con decorazioni verde fluo a lacci e lati. La stagione inizia a rinfrescarsi per la desertica, pure più di quanto non si vorrebbe per un Sunese, indossa quindi un gilet appena imbottito, un 20gr, grigio scuro, che aderisce contro quello che pare essere un maglione di cotone nero dalle maniche lunghe a tutti gli effetti. Una figurina scura quindi che apparirebbe comunque disarmata non fosse per la giara che ne ricopre interamente la schiena allungandosi quasi fino al di sotto dei glutei e ne inspessisce la figura per larghezza come una compagna silenziosa. Eppure non ha peso per lei la presenza di Sunodeki, quasi fosse mera estensione del suo animo o delle sue carni; essa appare come una clessidra in vetro ambrato, traspare sul cumulo di sabbia disposto a superare la metà inferiore ormai che si mostra in quel momento quieta. I biondi e corti capelli sono scarmigliati intorno al viso emaciato che emerge ancor più chiaro contro le vesti scure e magro come tutta la sua figura, nessun orpello se non il coprifronte portato al collo con il simbolo di Suna esposto a mò di collare che non viene celato su quella sagoma apparentemente infantile.

16:00 Utente anonimo:
 {chk ON}

16:16 Katai:
  [Piazza | Ramen Ichiraku] Grigi cumulonembi s'assiepano, pigri, sopra il cielo di Kagegakure. L'ora non è delle più calde, ma il Sole s'intrufola con prepotenza dagli spiragli che i nembi lasciano aperti, riversandosi su quel pomeriggio d'Autunno, colorando ogni cosa di una luce fulgida e chiara. Ogni cosa tranne una: una piccola ombra, una macchia nel sabbioso - cromaticamente parlando - paesaggio del Quartiere di Suna. E' un'ombra vestita di abiti monocromatici: neri. Pantaloni lunghi - unico accenno al cambiamento di temperatura - ma ampi e comodi, stretti alle caviglie da bendaggi rozzi e di fortuna, bianchi. Ai piedi un paio di calzari ninja, dalle tonalità del blu scuro, che lasciano spazio solo al tallone e alle dita. Sopra il tutto, una maglia dalle maniche corte ed il colletto alto e circolare, che sfiora il mento. Il contrasto con la pelle pallida è netto e violento, così come quello sguardo buio risalta sul volto giovane, maledettamente giovane, coronato da una chioma corvina, ispida, ribelle, indomita. Dietro la linea della cintola, reca con sè una sacca portaoggetti, contenente il suo scarno armamentario: un kunai, due tonici, un fuuda nel quale è sigillato un tronchetto da. sostituzione. E mentre avanza, le mani sono nelle tasche dei pantaloni, ficcate lì dentro non per tremori climatici, quanto più per mera inerzia. L'andatura, infatti, è lenta e trascinata, si prende il suo tempo. E' diretto verso il distaccamento del chiosco di Ichiraku, perché ha assaggiato il ramen di Konoha ma non quello di Suna. Visto mai che sia diverso ?

16:24 Utente anonimo:
  [Piazza] Non sembra mostrare fretta la Sunese di completare il suo tè con Nameko, nè Nameko di dilungarsi troppo, oltre le chiacchere delle sue ricerche la compagna di stanza si vede infatti riprendere la sua giara, gesti che è possibile veder fare anche alla fennec stessa quando e se si ha l'onere di essere abbastanza in confidenza da vederla senza giara. <No, vai tranquilla...Aspetto Akainu, ha detto che finiva di vedere una cosa e mi raggiungeva.> E poi gli allenamenti di quel mattino sono ormai conclusi, il fatto che si sia ristabilita alla magione non vuol dire che abbia piacere a tornarci limitandosi ad ordinare un'altra caraffa nell'attesa e richiedendo il giornale avanzato di ieri. Quando le viene portato cerca la notizia che riguarda i rapimenti recenti ricontrollando che non sia stata fatta menzione del suo nome, chissà se ricollegherà mai quella Kokketsu a Shizuka, fatto sta che non dice nulla voltando l'articolo per attirare particolarmente l'attenzione. Ichiraku è come il Mc Donald ormai, ovunque lo stesso e Katai potrebbe capirlo dall'odore. I tavolini all'aperto che occupa non distano da quelli del chiosco ma per il momento sembra concentrata sulla sua lettura e non accorgersi di Katai o non dare benchè minima menzione all'averlo fatto in linea generale. Versandosi dell'altro tè caldo torna sul cameriere. <Può portarmi un rotolo ed una penna per degli appunti?>La voce non ha mai cambiato accezione, liquidando a Nameko un singolo saluto, tanto la rivedrà in stanza, alla sua sinistra dove Nameko dorme e fortunatamente non russa{Chk ON}

16:40 Katai:
  [Piazza | Ramen Ichiraku] La suola dei calzari impatta sul terreno brullo, sollevando sbuffi di polvere ad ogni passo. La falcata è breve, corta, ma precisa. Si muove tra la gente, in quella cacofonia di suoni che rintocca come il cuore di Suna - almeno quella che ha conosciuto lui, non di certo quella fuori dalle mura. La curiosità per il Mondo oltre Kagegakure non è mai stata sopita del tutto dai racconti dell'orrore del nonno, ma ora che ha visto come anche il Villaggio dei Sei possa essere spaventoso, forse non è poi così diverso stare dentro o fuori da quel perimetro invalicabile. Invalicabile, poi, per chi realmente ? < ... > Non un fiato, mentre le labbra rimangono sigillate tra loro, in una linea sottile e rosea, che solca il viso poco al di sopra del mento. La mano Gli odori delle bancarelle riempiono le narici, assediano i sensi come un pugno nello stomaco - e quest'ultimo brontola anche, è sicuro. Lo sguardo nero dilaga sulla piazza, mentre ora sosta sul suo principio, scandagliando i chioschi ed i baldacchini da street food. La mano destra, solo ora, ascende verso la fronte, dove una bruciatura da ustione - o simili - macchia la carne, altrimenti pallida e tirata, proprio come quella di un volto giovane. Cosa sia realmente accaduto non lo sa, ma una cosa è certa: quell'esperimento chirurgico che ha minacciato il centro del villaggio è stato sventato dalla prontezza di Nobu, agente della Shinsengumi. < Argh. > Il solo ricordo gli provoca dolore e una smorfia deforma il viso, contorcendolo da un lato, in un'espressione contrita. E' solo infine, poi, che individua la sagoma del chiosco di Ichiraku. < !! > E così una nuova luce si rinnova nei lineamenti, una nuova speranza.

16:49 Utente anonimo:
  [Piazza] Avuto il suo rotolo appunta qualcosa che gli occhi dalle note di miele sembrano scandagliare direttamente dal giornale, sembra un elenco, forse nomi o forse altro difficile dirsi dalla scrittura. è quando posa il pennino che decide realmente di occupare quell'attesa, un sorso di tè viene preso con la sinistra mentre la destra prende il ninjaphone ponendolo sul tavolo in viva voce, nessuna capra ha suonato infatti evidentemente la puntata di quello strano telefilm non è finita ma iniziano a sentirsi degli squilli. Starà chiamando Akainu? Non sembra perchè quando parte la segreteria la voce è del Nara che trilla poggiata sul tavolo. "Questa è la segreteria di Shiroichi blablabla BIIIIP" Sì, non è decisamente Akainu ma un sospiro colma il petto della Sabaku. <Ciao Konohano, senti...Non so se hai notato ma siamo finiti sui notiziari, che ne dici di fare un salto a Kusa per vedere come stanno quei ragazzi? Ho un giorno libero tra...> Arriccia le labbra, considerato che dai rumori ambientali della piazza è chiaro che per lei anche quello sia un giorno libero. <Facciamo tra un due, tre giorni. Ciao...Ah comunque, glielo volevo dire io a Shizuka della promozione a Chuunin mi hai bruciato la sorpresa.> Gli occhi mentre parla sono rivolti al giornale, la pagina viene girata.<Sai qualcosa del rapitore di donne di Suna? Fammi sapere...e rispondi al telefono.> Allunga il mignolo destro per riattaccare e lasciando il ninjaphone sul tavolo sembra aver messo fine alla sua comunicazione ed alla sua noia, ancora come prima non ha motivo di guardare il chiosco nè qualche voce a lei conosciuta nei dintorni quindi pare ingannare l'attesa di Akainu leggendo le notizie {Chk ON}

17:02 Katai:
 La mano s'infila nella sacca portaoggetti, sganciandone il bottoncino che la tiene chiusa ermeticamente. Le dita ravano là dentro, prima di estrarne un piccolo rotolo di stoffa bianca, qualcosa di simile a delle bende o quasi. Il capo quindi si china leggermente verso il basso, coadiuvando l'azione di passare quelle garze attorno alla fronte, tra i capelli di pece , sin dietro la nuca. Una. Due. Tre volte. Quelle necessarie e sufficienti a coprire l'ustione sulla fronte, preservandola da insulti esterni - che siano termici, chimici o fisici. Le dita, però, mentre armeggiano con la fasciatura, sembrano tremolare appena, come preda di scosse assonali diffuse, ectopiche, indubbiamente insolite. < ... > Un sospiro anima il petto, inalando ossigeno ed effluvi di chi ancora pare dover consumare un pasto frugale. Lui, invece, non è lì per andare di fretta, anzi, pare prendersi tutto il tempo necessario per ponderare il da farsi, nonché muovere i primi passi verso il Chiosco di Ichiraku -il franchising, s'intende. Ora che la medicazione di fortuna - che, in ospedale, gli hanno consigliato di portare - è stata completata, può avanzare nel suo piano giornaliero. Un lieve tremolio all'occhio destro denota qualcosa di innaturale nel giovane Uchiha, che ora , giunto nei pressi di Ichiraku, non può far altro che mettersi in fila. In silenzio. Forte della sua insicurezza sociale, isolandosi dal resto della folla che lo circonda. E' in quel frangente, mentre le iridi spaziano in lungo e in largo, che individua una giara inconfondibile, fin troppo originale per poter essere confusa con qualcos'altro e , lì, nelle sue immediate vicinanze , un crine biondo che gli ricorda qualche dolore di troppo, fisico prettamente. Kore Sabaku.

17:13 Utente anonimo:
  [Piazza] Le guance della Sabaku si gonfiano, ora che Katai l'ha intravista è palese che stia aspettando e che si stia annoiando, ciò non vuol dire che sia proprio la Sabaku ad affrontare la noia nel modo giusto quando soffia verso il giornale distaccandone la mano destra torna a sbloccare il ninjaphone. <Hai finito il tuo episodio?> L'audio emette il solito bip di invio ma l'articolo viene richiuso e con ordine lo stesso viene fatto con il proprio rotolo. Quando intercetta il cameriere è per dargli indietro la penna con un ringraziamento appena udibile, sicuramente non dall'Uchiha se non per il labiale. Parte del messaggio in segreteria è stato forse udito, forse no, versandosi dell'altro tè per mantenere la temperatura ottimale inizierà a guardarsi intorno e tra le persone cercherà probabilmente di intravedere l'Uchiha trovandone al suo posto in fila da Ichiraku un altro. <Come le blatte, ne ammazzi uno e ne trovi sei.> Sussurrà a sè stessa, inudibile, il suo mantra ma quando tenta un sorriso appena, che pare un saluto, si vede dallo sforzo che fa che il garbo è forzato, tanto più che vederla sorridere realmente è cosa rara e quando lo fa il volto assume un'espressione innaturale, solleva soltanto la mano libera, uno sfarfallio, e torna a prendere il Ninjaphone abbassando lo sguardo e portandosi il tè alle labbra come se fosse impegnatissima, la chiamavano la burocrate del comune a Kore Sabaku, ha sempre così tanto da fare che ---mmmh che bono sto tè, gnam gnam, improvvisamente interessantissimo questo articolo su Miss Kagegakure {Chk ON}

17:24 Katai:
 Le labbra si stirano, entrambe, verso i bordi, così che appaia , poco al di sopra del mento, quello che sembra un sorriso, in risposta al saluto altrui. Tremola - e forse non per il colpo subito da Nobu - mentre alza la mano destra, sventolandola debolmente. Oramai l'ha individuato. E' in trappola, la distanza, persino, non è delle più comode, dal momento che risulta quantomai esigua, meno di quel che avrebbe immaginato, meno di quel che avrebbe voluto. < K'so.> Sibila, a denti stretti, lasciando distendere le labbra, tornando ad un'espressione neutra, grigia. Proprio come la voce, che ora, dinanzi al bancone del Chiosco, si palesa all'inserviente. < Un ramen, con del manzo. > La variante di pesce dicono sia oramai superata, qualcosa di obsoleto, decaduto, inutile. Lui va diritto al punto, quello che gli interessa di più e che considera la miglior versione del ramen di Ichiaraku. Per quanto riguarda Kore, invece, lui il suo 'dovere' l'ha fatto. Le maniere sono state osservate, i convenevoli svolti e le apparenze salvate , non è così ? Attende, mentre le dita tamburellano sul braccio sinistro, quando ha oramai incrociato gli arti superiori contro il petto, stringendoli in un nodo di carne, sangue , ossa e stoffa. Stringe, così, il respiro, contro la cassa toracica, ma non limita l'espansione del petto. Semplicemente, fugaci e furtivi, gli occhi virano verso Kore, cercando di coglierne eventuali tracce di una qualunque forma di potenziale conversazione. Non ne ha alcuna intenzione, ecco, ma se lei dovesse dimostrarsi propensa, non riuscirebbe ad eluderla a lungo, dal momento in cui la sua volubilità, soprattutto nei confronti di Akainu, è ai massimi livelli. Che lei sappia persino che i due si sono parlati ?

17:36 Utente anonimo:
  [Piazza] Oggettivamente potrebbe interessarle che Miss Kagegakure sia Kusana, sempre rossa e sempre prosperosa, che di lavoro prima di vincere il concorso faceva la commessa e che ha un chiwawa nano di nome Jumby. In un'altra vita potrebbe farlo ora invece si limita a scandagliare l'articolo per principio, sta aspettando Akainu e non sembra intenzionata ad andarsene, è arrivata prima e non vuole perdere il posto al suo tavolino preferito, e tiene gli occhi sullo schermo fissamente come chi vuol continuare a fingere attrazione per qualcosa che attrattivo non è. Non sembra quindi mostrare nè intenzione di parlare con Katai nè nulla che sia andato oltre il saluto come se non lo avesse semplicemente visto. Si limita a chiudere il social per scrivere l'ennesimo messaggio ad Akainu, stavolta non si arrischia ad un audio per un super antipatico "ci sta tuo cugino quello scemo più in là ti muovi con sta cuoca e ste padelle?" Peggio di una femmina rancorosa c'è una femmina con il ciclo rancorosa e sembra difficile dalle parole del messaggio capire quale delle due sieda al tavolino quel pomeriggio. Le sabbie di Sunodeki sono intanto chete, non è difficile che Katai l'abbia infatti notata quella giara è posta sulla sedia alla destra della Sabaku, non a terra, come se l'oggetto fosse in qualche modo personificato. <Ah?> Verso il cameriere prima di annuire. <Sì, sì ho finito, grazie.> Lasciando che si riprenda il giornale quindi che evidentemente non le serve più, posa il telefono per raccogliere il suo rotolo di appunti ed agganciarlo al suo portaoggetti in vita. Fortunatamente per Katai la sofferenza dovrà esser breve ad una certa, quando torna alla caraffa e versa nel bicchiere quello sembra l'ultimo residuale di tè che riversa sulle foglie di menta visibili, il che vuol dire che non potrà tener occupato il tavolino in eterno senza ordinare ma soprattutto, essendo la seconda caraffa vuota visto che la prima l'aveva consumata con Nameko, prima o poi dovrà fare pipì è naturale. {Chk ON}

17:51 Katai:
  [Piazza |Chiosco Ichiraku] E' tremendamente semplice.Far finta di niente, ovvio. Eppure il dito indice della mano continua a tamburellare sul bicipite opposto. E' un tic nervoso, forse per l'attesa, forse per la presenza della kunoichi, forse per i residui del chakra raiton di Nobu che ancora scorrono di assone in assone. Non è possibile intuirlo, tantomeno saperlo con certezza. Rimane il dubbio, quindi, che si esplica più chiaramente in quello sguardo che ascende al cielo sempre più buio, man mano che il Sole percorre la sua parabola quotidiana, discendendo verso occidente e tingendo la volta dei colori del rosso , dell'arancio e del viola. Là, in fondo, oltre i casolari di Suna, l'astro infuocato s'appresta a lasciare il posto alle stelle. Non è ancora l'ora, però, né per la notte, né per il suo ramen. E così deglutisce, non poi così sonoramente. Un groppo alla gola si distende, ma le budella rimangono intrecciate, in ricordo dei lividi e delle contusioni provocate dalla sabbia della Sabaku, solo qualche settimana prima. Ora anche la punta del piede destro inizia a sbattere al suolo, provocando sordi rumori di contraccolpo e sollevando piccoli sbuffi di polvere. Si gira e si rigira, sul posto, utilizzando il piede libero come perno per ruotare, ma senza l'ausilio delle braccia, incrociate al petto, risulta tutto più macchinoso, meno fluido. La chioma corvina ciondola sulla cima del capo, coronandone la sommità e scendendo, ai lati del viso, in un paio di ciocche più lunghe, ma altrettanto spettinate e ribelli. Occhi d'ebano si scheggiano più e più volte sulla sagoma della Sabaku, cercando di capirne il temperamento attuale, nonché la tendenza ad iniziare una conversazione, che, per sua fortuna, trova pressoché inesistente.

18:02 Utente anonimo:
  [Piazza] Intenta a fingere che Katai sia inesistente non sembra notare quei tic ma pure l'altra occhieggia di tanto in tanto nella sua direzione, lo fanno con palese diffidenza come se si attendesse una qualche reazione più che una parola, limitandosi a scandagliare la posizione delle braccia. La sua diffidenza è tutta lì, all'intenzione altrui a comporre sigilli. Aver obbligato l'altro a chiedere per favore non vuol dire che si ritenga alla pari e non può conoscerne le intenzioni, le sabbie nella sua Sunodeki iniziano ad essere animate, se dovesse attaccare qualcuno alle spalle lei lo farebbe con un genjutsu del resto e poi deve "controllare che Akainu stia arrivando" nulla che non meriti ora di scandagliare le proprie sabbie distaccando la mano dal bicchiere quando sente il chackra fluire. Dona segno palese di non aver bisogno di contatto diretto con Sunodeki il che rende la sua affezione alla giara oltre ogni portata descrizione ad ora, quando compone il sigillo della giara e del bue davanti al ventre torna al suo Ninjaphone ma richiude gli occhi, attende che il vervo ottico sia formato su quel bulbo oculare che indiscreto si forma sopra il foro della clessidra, un occhio diretto verso Katai in quel primo frangente dandole tempo di riaprire gli occhi quando la bifase celebrale è pronta a cogliere quella asimmetria visiva. Nulla che non si sia mai visto forse, nulla di strano, riprende a 'cazzeggiare' ora senza necessità di controllare che l'altro non stia componendo sigilli, lasciando un occhio fisso alla sua destra dritto su Katai come un faro indiscreto. <Cheppalle quanto ci metti...> Che non ce li hanno gli Ichiraku a Oto? Stanno ovunque! Nessuna capra ancora bela al suo dispositivo{Chk ON |Inn Attiva 2/4|Occhi di sabbia 2/4 |60/65 }

18:15 Katai:
  [Piazza |Chiosco Ichiraku] < !! > Le sopracciglia si sollevano, in un sussulto che anima il suo viso, dapprima smorto e rigido, in quella posa fissa e grigia che lo ha contraddistinto sino ad ora. La sorpresa e lo stupore scivolano al di sotto dei lineamenti obliqui, ripidi ; come una serpe che striscia tra l'erba pallida dell'epidermide, prima di fuggire via, così com'era giunta. La sua reazione, di fatto, è legata alla materializzazione di quell'occhio sabbioso, che si palesa poco al di sopra della giara altrui. Che lei abbia composto il sigillo mentre era distratto ? < K'so.> Sibila, ancora. A denti stretti, chinando appena il capo, distogliendo lo sguardo dall'occhio di sabbia, come a volersi preoccupare di non cadere nel genjutsu avversario. Illusione delle Psicopatiche. E' potentissimo. Inspira, espira, mentre il battito cardiaco accelera. Torce il busto ed ogni tic nervoso svanisce, poiché ora s'impone sul proprio autocontrollo. Si gira dal lato opposto rispetto a quello occupato dalla Sabaku, preoccupandosi di nascondere il sigillo della [Capra] che va componendo e che ora lo porta ad indirizzare ambo gli indici al cielo, dinanzi a quel Chiosco di Ramen, dove ancora attende. Non ha più bisogno di chiudere gli occhi, anzi ora si adopera in un atto di volontà unico ed unitario, per poter aderire al proprio respiro e seguirne il flusso, sin nei polmoni, lungo la trachea. Quel movimento d'aria lo guida verso un'interiorizzazione delle proprie forze: l'una, legata ai ricordi e le esperienze dei suoi quattordici anni e mezzo, che si condensa all'altezza del cervello ; l'altra, invece, racchiusa in ogni reazione metabolica che scoppia tra le cellule del corpo giovane, focalizzata nello stomaco e così entrambe andrebbero ad unirsi, generando quello che è vigore e forza di ogni shinobi: chakra. Forse è passato inosservato, forse la kunoichi ha visto - o intravisto - qualcosa ed ora la sua ossessione potrebbe divenire ancor più forte, dal momento che potrebbe essere in parte motivata.[Impasto chakra 3/4| 30/30]

18:26 Utente anonimo:
  [Piazza] Più che intravedere mentre lei cincischia con il social sforzandosi di continuare a scorrere senza leggere l'occhio vede distintamente gesti, delle braccia che si sciolgono, se anche donasse le spalle così come distoglie la vista Katai la reazione improvvisa sembra sinonimo di quel che temeva. Non si scompone, non l'ha fatto fino a quel momento, sono troppo vicini e c'è troppa gente, l'occhio si limita a fluttuare dalla giara verso la direzione di Katai. <Sai, sto per arruolarmi nelle forze governative.> Chioccia senza staccare gli occhi dal telefono. <Se provi a fare un altro sigillo, tu che non sei di Suna, metterei già una bella spunta sul mio curriculum per aver preservato la quiete della piazza.> La voce non cambia voce, non c'è una minaccia aperta c'è un contesto, se venisse attaccata ora che il suo occhio è a due metri da Katai sembra che ci guadagnerebbe pure, o almeno così pensa o lascia intendere. Sembra comunque che Katai sia il primo dopo Shizuka a sapere che quella decisione è stata presa in via definitiva, vuole andare alla Shinsegumi e sta solo cercando il giusto quando ed il giusto regalo per un gatto obeso a quanto pare. Solleva gli occhi dal telefono verso il cameriere. <Un'altra caraffa...>Sembra che stia ignorando Katai ma così non è, quell'occhio lo sta puntando chiaramente ed a nessuno oggettivamente piace sentirsi fissato, sembra voler controvertire qualsiasi possibilità di Genjutsu da parte dell'altro fissandolo invece di evitarlo. <Non c'è un Ichiraku pure a Oto?> Chiede infine decidendosi a voltarsi sull'altro prima di gettare il ninjaphone sul tavolo. Akainu si sarà addormentato davanti a hell's kitchen per quanto ne sa.{Chk ON 60|Inn Attiva |Occhio di sabbia movimento 2/4 |58/65 }

18:38 Katai:
 < Eh ?! > La sua voce lo raggiunge ancor prima dell'occhio e quel che viene elargito non è di certo il più zuccheroso dei dolcetti, anzi. Una velata minaccia, come è solita disquisire lei, a suo modo, ovvio. Si volta, lentamente, dando il tempo alle dita di sciogliersi, al sigillo di dileguarsi e alla sua innocenza di palesarsi in tutta l'espressione sgomenta del viso. < TU ? > La domanda è retorica, ma non è finita lì. < Nelle forze governative ? > Ripete, proprio come lei ha annunciato. < E di quale villaggio ? > Come se ce ne fossero molti, ma questo è ovvio, è una presa in giro bella e buona. Eppure il tono rimane pacato, grigio, asettico. Non c'è ironia nella voce, non c'è sarcasmo nella domanda, bensì la mera , nuda e cruda verità di un quesito posto con tutta la calma del Mondo. Il volto del giovane Uchiha, però, pare non tradire la stessa mancanza di partecipazione, poiché si esibisce, per un attimo, in quell'espressione sorpresa, che lei potrà vedere- attraverso i suoi veri occhi o quello di sabbia, non fa differenza. < Non nuocerei mai alla popolazione di Kagegakure. > Ammette, infine, rivolto all'indirizzo altrui, serio, deciso. E' convinto di ciò che dice e non pare affermarlo come una mera giustificazione o una scusante al proprio operato. Quell'occhio sabbioso, poi, così vicino e inquisitorio , risulta quantomai invadente. < Hai intenzione di fissarmi ancora con questo coso ? > E ammicca all'indirizzo del globo fluttuante. < C'è anche ad Oto, sì, dovresti saperlo bene. > Gracchia, infine, stringendo le labbra tra loro, ammutolendosi.

18:47 Utente anonimo:
  [Piazza] L'occhio di sabbia si mantiene fluttuante a quella portata, nulla di mai visto a Suna ciò non significa che sia discreto se non per minutezza, le parole che invocano su Katai il sospetto lo sono probabilmente meno per le persone intorno a loro ma non sembra curarsene. Si limita ad incrociare le braccia ossute sollevando gli occhi dalle note di miele verso il centro della piazza lasciando che siano le parole di Katai a rassicurare la gente tra loro. Non replica in merito alle sue intenzioni sulla Shinsegumi, non per l'ironia asettica altrui ma forse non vede senso di ripeterne. <Beh, sicuramente ti dà fastidio quindi sì. Ho intenzione di controllare che tu non fai un genjutsu a nessuno finchè sei nel mio territorio e alla mia portata, quindi sì due volte...>Replica alla domanda dell'altro mostrando di non aver alcun bisogno di guardarlo mentre il tè giunge fumante al suo tavolo, per il momento lo lascia ad infusione coi rami di menta visibili. <Dovrei? non sono una grande amante del ramen, perchè dovrebbe essere una mia mansione saperlo?> è ovvio che lo sa, tutti lo sanno probabilmente nondimeno cala lo sguardo a fissare il suo ninjaphone muto, quand'è stato il giorno in cui i Kami si sono detti di metterle un mucchio di Uchiha in mezzo all'esistenza per rovinargliela? <E non chiamarlo coso...Sei uno Shinobi, per tutti i Kami, se proprio non capisci che se ha la forma di un occhio, la pupilla di un occhio e l'iride di un occhio allora...beh è un occhio, quantomeno chiama i ninjutsu come tali.> Corregge con quel fare arido che solo ora porta i veri occhi nella sua direzione. {Chk ON 58|Inn Attiva |Occhio di sabbia |56/65 }

19:08 Katai:
 Continua a fissare l'occhio con insistenza, iride nell'iride, una di sabbia e l'altra di carne. Segue quel globo come farebbe un rapace con la preda, senza esitare, insistentemente. Emula il gesto altrui, incrociando le braccia al petto, stringendo la cassa toracica dietro un nodo di carne, sangue e stoffa. < Credi che continuare a provocarmi porti a qualcosa ? > Domanda, all'improvviso, serio in volto e nel tono. < Mpf. > Sbuffa, senza aspettare una risposta , voltandosi altrove, lasciando che il cameriere, dietro di lui, continui a sbraitare riguardo alla sua ordinazione. < Non m'importa. > Rivela, infine, volubile. < Il tuo territorio non esiste. Kagegakure è il Villaggio dei Sei. > Commenta, dando spiegazione del suo dire. < Il villaggio di tutti. > E tutti sono sotto la sua protezione,in qualità di shinobi. < Dovresti saperlo, dal momento che ad Oto sei ...> si sofferma, riflettendo sulle prossime parole. < ..un abituale.> Non c'è ancora ironia, ma solo un appunto serio e deciso, nel tono. < Per me è un ..'coso'> Si stringe nelle spalle, stizzito. < Tsk. > Sbotta, decidendo infine per dirigersi altrove. < Ti saluto.> Non intende proseguire oltre quella conversazione, non con quell'occhio che fluttua tra di loro. Non sarebbe una conversazione alla pari e di certo non sembra accettarlo. Si dirige verso l'ingresso della Piazza, salvo poi arrestarsi di botto. < .... > Nessuna parola, si volta, di tre quarti, osservandola con la coda del proprio occhio destro, torcendo il collo ed il mento in sua direzione, ma poi riprende il passo. Un'altra occasione mancata per un ex sensei di ricucire il rapporto con il suo vecchio allievo. ( E N D)

19:18 Utente anonimo:
  [Piazza] Solleva il sopracciglio destro alla domanda di Katai, ormai a lui sono puntati tre occhi ed i propri sembrano assumere un'espressione quasi dissociata. <Cosa ti fa pensare che io ti stia provocando?> Non aggiunge altro, nè sul villaggio nè su Oto, quelle mura si stanno facendo sempre più strette per la Sabaku e certamente Katai è l'ultimo individuo con cui ne parlerebbe, il suo senso di identità si ferma a quella piazza in quel frangente e lì si obbliga a tenerlo, è quando torna ad esser menzionato il suo occhio che lo stesso si torce parametrando una visione della piazza a 360° per i suoi sensi, semplice rotazione sul proprio asse. <Magari non riconoscere un Ninjutsu è il motivo per cui sei un pessimo Shinobi, è dalla prima volta che ci siamo visti che te lo dico, l'ignoranza è un brutto affare per chi vorrebbe essere un buon ninja.> Le braccia sciolgono il loro morbido incrocio difatti e l'occhio resta l'unica cosa che torna fissa su di lui, prendendo a seguirlo quando l'altro fa per allontanarsi sempre a due metri, se ne accorgerà quando si girerà, mentre lei si versa il tè dalla caraffa di infusione. <Cià cià> Limita in soffio fermando quel suo occhio ad una decina di metri da sè, non il suo reale limite ma non sembra volergliene lasciare intuire un altro in quel frangente. Si limiterà a controllare che l'Uchiha si sia realmente allontanato senza aver mostrato intenzioni di ricucire un rapporto, forse sperate, ma una mera diffidenza quella che avrebbe chi si sente tradito, la diffidenza che si dona non tanto ad un estraneo quanto ad un amico che ti sparla. è difficile da interpretare nei suoi modi criptici e privi di enfasi alcuna, ma in quell'occhio la sua diffidenza si è palesata tutta come un tarlo continuativo seguendolo fino al visibile della sua presenza. {Chk ON 56|Inn Attiva |Occhio di sabbia |54/65 |exit}

Katai e Kore si trovano casualmente prossimi nella piazza di Suna, inizialmente nessuno vede l'altro poi iniziano volutamente ad ignorarsi, quando in Kore impelle la sua ossessione richiama il suo occhio per controllare che Katai non animi qualche Genjutsu, dopo un breve teso scambio di parole la Sabaku torna a guadagnarsi la solitudine dell'attesa nella piazza e Katai lascia il ramen sul bancone