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con Shizuka, Akainu

11:16 Akainu:
  [Bosco] Dopo quel breve scambio di messaggi con Kore le ha chiesto di uscire, di fare una passeggiata insieme nei meandri del bosco centrale del villaggio nel punto più centrale di Kagegakure. Non si vedono da qualche giorno, forse anche di più dove la mancanza della Sabaku si è fatta sentire più del dovuto; la relazione procede non stabilmente, i pezzi vanno rimessi insieme, riformati per tornare ad essere unica. La destrorsa si allunga alla ricerca della di lei mano; posto sul fianco sinistro della ragazza, cerca di prendere quella di lei, un debole gesto il suo ma significativo. Splende ancora il sole, il caldo non accenna a volersene andare, le temperature sono in continuo e costante aumento, fuori norma per il periodo ma ci sta facendo l'abitudine <Mi sei mancata> confessa mantenendo le verdi iridi avanti a se, scrutando l'ambiente circostante mentre cammina lungo la stradina del bosco. Il suo outfit rasenta il minimo indispensabile per non dar nell'occhio con una t-shirt bianca a maniche corte a ricoprire il busto lasciando intravedere un petto ustionato con carne viva esposta insieme alla totalità del collo, pantalone in pelle nera con cinta intorno alla vita ricolma di borchie sulla fibbia e scarponcini neri lucidati a dovere; a ridosso di tutto un cappotto leggero dal nero colore con maniche lunghe ricoprendo l'ennesima ustione, esso discende lungo tutta la figura del mostro fino a metà polpaccio. Il viso, ne vogliamo parlare? Tutta la mascella è ustionata, così come il contorno degli occhi mentre i capelli risultano corti, brizzolati e spettinati, questa volta alla luce del sole, si, non ce l'ha nascosto dal cappuccio bensì il viso è liberamente visibile alla qualunque. Una fascia percorre il busto a cui vi è attaccato un fodero al cui interno è presente una katana la quale si erge sulla schiena in maniera obliqua con l'elsa sulla destra in alto mentre la punta del fodero sulla sinistra ma in basso. Legata alla vita, infine, un portaoggetti contenente l'elsa della spada di chakra ed un manico con due fori per attivare l'arco di chakra. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

12:45 Utente anonimo:
  [Bosco] Dopo la breve conversazione sui suoi inconcludenti allenamenti la Sabaku non sembra aver avuto ragione di rifiutare quell'invito a uscire fattole dall'Uchiha, camminandone ora al fianco coglie quella ricerca della propria mano sinistra limitando le dita ossute ad allungarsi nella sua direzione prima di intrecciarne lievemente la sostanza tra quelle del deturpato. Il sole è ancora una costante lenitiva per la Sabaku eppure l'abbigliamento si mantiene alla stagione che si inoltra al freddo. Indossa un pantalone azzurro chiaro, un tessuto appena elasticizzato di jeans aderente sulle gambe magre che ne fa apparire la figura ancor più snella ma che tutto sommato sembra un passo avanti più giovanile rispetto al solito outfit, alla cinta è attaccato il suo portaoggetti dove tiene un fuda con tronchetto, due tonici curativi e due di recupero del chackra, l'auricolare spento e privo di sintonizzazione ed il suo Ninjaphone. La mano destra affonda nella tasca del Jeans con fare rilassato nel passo leggero avvolto in scarpe da outdoor grige con decorazioni verde fluo a lacci e lati. La stagione inizia a rinfrescarsi per la desertica, pure più di quanto non si vorrebbe per un Sunese, indossa quindi un gilet appena imbottito, un 20gr, grigio scuro, che aderisce contro quello che pare essere un maglione di cotone nero dalle maniche lunghe a tutti gli effetti. Una figurina scura quindi che apparirebbe comunque disarmata non fosse per la giara che ne ricopre interamente la schiena allungandosi quasi fino al di sotto dei glutei e ne inspessisce la figura per larghezza come una compagna silenziosa. Le parole di Akainu ne sollevano gli occhi dalle note sabbiose mentre le dita della mano sinistra si stringono appena più debolmente per il rallentamento del passo in quella differenza di altezza. <Anche tu... Sai, ho cercato su Ninjanet quella cosa, vorrei sapere cosa pensi di una cosa> La voce mantiene quella freddezza morbida, un'intimità che è stata lunga da guadagnare quella con Akainu ma che sembra fragilissima nel perdersi di recente. Il viso emaciato si sospinge verso una panchina <Ci sediamo?> Accennandone in quel sentiero pittoresco ma palesemente innaturale di un bosco messo al centro della città per fare scena, e si denota il carico verde che viene evitato dagli occhi {Chk ON}

12:56 Akainu:
  [Bosco] La fragilità di quel rapporto è talmente evidente che ogni mossa può apparire fuori luogo o troppo poca. Capire e sapere con certezza come comportarsi è quanto mai difficile, ogni sua mossa potrebbe allontanarla come potrebbe avvicinarla a se, dipende da come mette insieme le parole, dai gesti. Deglutisce inghiottendo grumi interi di saliva mentre la ricerca della mano ha un certo successo ritrovandosi le dita avvinghiate in quelle di lei, debole la stretta ma pur sempre sentita. Procede il passo avanzando senza troppe pretese, cogliendo l'essenza stessa di quell'uscita ovvero una mera passeggiata per rilassarsi, passare qualche oretta in sua compagnia. Ne ricambia le flebile stretta mettendovi un pochi della propria di forza, non eccessiva, sicuramente non per farle male. D'istinto smuove il capo verso ella, la scruta da capo a piedi data la differenza di altezza non indifferente <D'accordo> non ha motivo di rifiutare un parere, anzi, si ritrova stranamente felice di darglielo, di esserle utile in qualche modo per quanto non sia uno spiccato di intelligenza. Schiude le labbra portando le iridi alla volta della panchina da lei indicata, la scruta qualche secondo di più per poi, con un semplice cenno del capo, annuire. Brevi attimi in cui il passo viene portato in quella direzione, s'incamminano per prendere posto su una panchina isolata dove nessuno possa distrarli, intromettersi o dar loro fastidio. Inspira lentamente andando a sedersi, prendendo posto su di essa mentre la mente vaga, percepisce l'agitazione, la crescente ansia di rovinare quel momento; cerca di non darlo a vedere, il viso permane impassibile senza mostrare chissà quale emozione salvo qualche sporadico sorriso rivolto esclusivamente alla Sabaku la quale di tanto in tanto può godere di un simile evento, più unico che raro. Lentamente volge il busto effettuando una torsione dello stesso per portarsi frontalmente ad essa, la gamba destra si solleva, piegata viene appoggiata sulla panchina stessa <Vediamo> rompendo definitivamente il ghiaccio. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

13:04 Utente anonimo:
  [Bosco] Risolleva le sue attenzioni alla replica dell'Uchiha, notandone quell'annuire lieve che devia la loro direzione senza tuttavia abbandonarne il contatto con la mano per il momento, si limita a controvertire il passo verso il defilare del sentiero. è solo giunti alla panchina che ne lascia la mano all'effettivo selezionando con la vista la parte più larga e rimasta libera della panchina, le dita aleggiano sui fianchi al nodo che trattiene Sunodeki, quando va a far sedere quella sua compagna all'estremità libera ha un che di umanizzante che lascia spazio per sè tra la stessa ed Akainu, per qualche motivo sembra confermare ormai nelle abitudini la sua reticenza nel poggiare Sunodeki direttamente sulla terra. <Oltre alle missioni del Mizukage il governo è l'unico che può meditare di fare delle spedizioni verso l'esterno, e che può avere informazioni che al momento mi mancano e di cui necessito.> Annuncia quando l'altro subentra rompendo il ghiaccio della sua proposta, così va a flettersi sulla panchina volgendo il fianco sinistro verso lo schienale, la schiena parzialmente verso la sua giara ed il busto verso Akainu, quando solleva le gambe avvolte nel jeans cerca di accavallare la sinistra sopra quella ripiegata dell'altro per superarla con il piede a ciondolare oltre la stessa. <Pensavo di fare domanda per entrare nella Shinsegumi, mi sono scontrata con uno di loro...Per caso. Mi sembrano gente capace, ma ho poche informazioni per sapere se lavorare per il governo che le mura le ha fatte e le vuol proteggere mi avvicinerà o allontanerà dal mio obbiettivo.> Nessuna domanda, limitandosi a guardare il profilo del deturpato la richiesta del parere si mantiene in quella logica quasi passeggera che rende numi delle proprie elucubrazione e del suo dubbio come mera dichiarazione{Chk ON}

13:18 Akainu:
  [Bosco] Il desiderio di lei di uscire dalle mura è presente da tanto e con il passare del tempo esso non ha fatto altro che incrementare portandola a decidere di proporsi per qualcosa del genere. Deglutisce, inghiotte grumi interi di saliva mentre espone l'argomento con lentezza mettendo i pezzi in fila, componendo un quadro generale della situazione <Giusto> non ha molto da dire, tolti i Kage, è il consiglio ad avere tutto il potere dalla propria parte. Essi hanno il potere di decidere le spedizioni esterne, le missioni da svolgere e tutto quello che concerne il villaggio. Questo risulta essere un dato di fatto, dire qualcosa in contrario apparirebbe forzato e fuori luogo ed in questo momento non possiede il desiderio di ribattere o di andarle contro seppur non voglia neanche acconsentire a qualcosa che possa metterla seriamente in pericolo. Spiazzato dalla rivelazione, dalla volontà di arruolarsi nella shinsengumi; non ha mai preso in considerazione una simile prospettiva di vita. Non è fatto per la Shinsengumi, probabilmente risulterebbe essere il peggior esponente di essi non possedendo le qualifiche, a detta propria. L'ascolta in silenzio non distogliendo lo sguardo neanche per un momento, attende la fine delle di lei parole per poi lasciare che il silenzio piombi tra loro facendo da contorno; attende svariati momenti per parlare, per riflettere, arrivando a chinare il capo con fare pensieroso. Le iridi vengono meno mentre cerca di ordinare i pensieri, mettere insieme le parole più adatte <E' un pensiero difficile a cui dare risposta> esordisce così, con l'ovvietà della cosa <La Shinsengumi protegge Kagegakure, mantiene l'ordine e fa in modo che i suoi cittadini siano al sicuro. Per essere un loro gente bisogna avere una grande propensione alla legge e per il bene della collettività> tutte supposizioni le sue, non vi è nulla di certo ma si tratta solamente di una visione del genin della corporazione in questione <Non credo che arruolarti nella Shinsengumi ti avvicini all'obiettivo, a meno che non sia il governo ad avere interessi di questo tipo> dando il suo parere <Ma neanche ti allontana avendo più possibilità di uscire dalle mura con una squadra di un certo spessore> sono tanti i pro ed i contro, nel particolare caso di Kore è difficile capire se l'arruolamento possa esserle veramente di aiuto <Tolto questo, perchè vorresti arruolarti?> domanda più che lecita desiderando comprendere se vi sono altre motivazioni oltre il demone codato. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

13:37 Utente anonimo:
  [Bosco] Rende partecipe l'altro di quella considerazione sui Kage senza apparentemente lasciare nulla al caso, tuttavia ne ascolta le parole senza interromperlo, del resto è lei che ha chiesto un parere e lascia che il silenzio permei il loro spazio danzando con lo sguardo tra il volto e la propria gamba appoggiata su quella ripiegata dell'altro.
Quando si parla del grande rispetto degli agenti per la collettività evita di dire di come Nobu l'abbia invitata a stuprare l'ano di un Deshi con un giavellotto ma la mente non può evitare di rifletterci. Lascia comunque ad Akainu quell'idea fulgida e pura così come gli concede la libertà di espressione. La domanda che giunge infine però sembra cogliere la Sabaku impreparata al quesito, la risposta affiora prima che il filtro mente bocca sia attivato a dovere e si fa lucida di una connotazione tutt'altro che generica e naturale. <Potere.> Il potere è una chiave per molte porte e la questione su cui la sua testolina snocciola è tipica del pragmatismo della sabbiosa che ha l'abilità dei mezzi termini nulla come una dieta al lindor. <Devo interfacciarmi al di fuori dal mio clan per quello che voglio fare, mi servono conoscenze e potere. Continuando ad allenare la sabbia contro la sabbia non sto concludendo nulla, la mia difesa è fragile e l'unico vero progresso che ho fatto e che mi erge da loro è contro i Genjutsu e lo ho fatto grazie a te, non grazie a loro.> Sentenzia sollevando l'altra gamba, destra, per cercare di accodarla in quel lieve greve che rappresenta all'altra sull'arto altrui. {Chk ON}

14:33 Akainu:
  [Bosco] Il proprio parere viene espresso senza freni ne peli sulla lingua, dice esattamente le cose come le pensa ponendola davanti ad una verità, forse fasulla ma dal di lui punto di vista essa è totalitaria. Quel quesito posto, quella domanda ben chiara e precisa viene fatta per comprenderla al meglio, capire cosa la spinga ad un passo del genere il quale potrebbe cambiarle la vita per sempre e ciò che ne viene fuori è chiaro. Il potere li accomuna in questo, il desiderio di essere più potenti, il potere di comanda, di ergersi sopra tutti, di emergere dalla massa. Il genin ricerca la medesima cosa ma in maniera differente, la sua strada non lo porta verso demoni o chissà cosa bensì è tutto rivolto al proprio clan perchè il potere è insito in loro fin dalla nascita dei tempi, nello sharingan vi è racchiusa una forza così grande, in attesa solo di essere scoperta. Inevitabilmente la mente rifugge al nemico affrontato dalla Kokketsu, costui ha messo in difficoltà lei ed il suo team dando prova che gli Uchiha non sono del tutto defunti, lo sharingan esiste ancora e può elevarsi. Non fosse morte sarebbe partito alla sua ricerca, avrebbe affrontato angeli e demoni per raggiungere un tale livello facendosi svelare ogni segreto ed è un po' per quello che ricerca l'Ishiba dopo le dichiarazioni di Katai <E sei convinta che la Shinsengumi possa dartelo?> altro lecito quesito il suo <Esistono tanti tipi di potere, quale cerchi?> deciso a capire ancor di più quel suo lato, comprenderla fino in fondo ottenendo una conoscenza della Sabaku impareggiabile. Questo è l'unico modo per risanare il loro rapporto, divenire un tutt'uno, conoscere sempre di più l'altro ma quell'ultimo dire lo porta inevitabilmente a pensare. L'occhio è progredito grazie a se mentre i Sabaku non riescono a donarle la forza che cerca, questo cosa vuol dire? Probabilmente Gaara è risultato essere solo un caso isolato nella storia di quel clan mentre il resto della progenie non si è mai distinto <Forse non devi più fare affidamento sul clan per avere potere. Forse, devi cercare altre vie. Forse i Sabaku non sono in grado di darti ciò che cerchi> insinua in lei quel dubbio, non offende la forza del clan ma neanche li difende. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

15:08 Utente anonimo:
  [Bosco] Stavolta la domanda di Akainu ricade nel silenzio, non è immediata la risposta come in precedenza su quel che cerca la desertica sembra stia vigendo un silenzio, una reticenza, che è difficile decidere a cosa imputare, se alla recente frammentazione del loro rapporto o ad una intimità propria, è quando l'esclusione dal proprio clan prende una viva voce nell'altro che le pupille dirette alle proprie gambe si rigettano nervosamente e rapidamente sul profilo dell'altro. <Non essere sciocco.> Un mero soffio, incompreso, intriso di un livore fermo come se quella congettura per lei fosse mera bestemmia, toglierle il suo clan è come toglierle l'identità, a differenza dell'altro che sul proprio simile ha desiderio di rivalsa e diversità lei ha sposato i Sabaku in ogni credo e gli anni più formativi, quelli dell'adolescenza, passati alla mera protezione del clan hanno fortificato questo suo senso di identità a tal punto che sembra una parte integrante a difetto dell'individualismo di una Kore come essere senziente. Nella gerarchia delle identità è un fennec, poi un Sabaku, poi è semplicemente Kore, il suo essere ed identificarsi è in classifica postcedente alla lontana discendenza da Gaara, surclassata con una tale fermezza per lei che quelle parole non sono che una mera conferma. Eppure rendere numi delle sue ricerche all'altro sembra argomento ancora in punta di spine per la Sabaku, concepisce l'enorme diversità con cui loro concepiscono il potere, per lei non è fatta di gratificazione personale ma di principio, il potere di un'idea, che è forse peggio in quel miasma di ossessioni dai capelli platino. <Quindi, qual è il tuo consiglio sulla Shinsegumi, lascia perdere il mio clan.> La considerazione non sembra stata gradita ma nemmeno il suo interesse è deviato, allunga solo le mani ossute sulle proprie cosce rispettive quasi a giocherellar con le dita per darsi qualcosa da fare{Chk ON}

<< Tin Tin, Tin Tin, Tin Tin >> Ecco il suono che si percepisce nell'aria in questo momento, limpido, chiaro, come una sorta di campanellino angelico. Si avvicina ai presenti una bambina che avrà si e no 7 anni, il faccino innocente, gli occhi grandi dorati e un paio di orecchie a punta. I capelli sono lunghissimi e violetti e sono raccolti in due code arricciate, lasciando sfuggire una frangetta e un paio di ciuffi frontalmente. Indossa un cappottino con cappuccio molto decorato: il colore di case è blu notte, quasi tendente al nero, sul bordo del tessuto c'è del pelo soffice e bianco. I decori su di esso sono arancioni e violetti romboidali o a forma di piccolo pipistrello, indossa una cinturina in vita viola che si annoda su di un fianco e su cui ha messo un elegante zuccotta intagliata, al collo un fiocco arancio con un campanellino spiegherà ai presenti perchè hanno percepito quel rumore. Il cappuccio presenta sulla sua superficie due orecchie da gattino, e anche due occhi arancioni dalla pupilla spiroidale, ha persino i baffetti! Si intravede inoltre una piccola coda con un fiocchetto appesa alla parte posteriore del cappottino stesso. L'outfit della bimba si conclude di un paio di calzine a righe alte fino a metà polpaccio dai colori nero e viola, e delle scarpette a forma di zampa di gatto intonate con il cappottino. Nella manina sinistra c'è una borsetta a forma di zucca, rigida a dire il vero, che per il momento pare vuota. Con quel visino adorabile i passi la porterebbero a importunare i presenti, compresi i nostri eroi, con una vocina infantile e dal suono molto alto: << DOLCETTO O SCHERZETTO? >> Le iridi dorate resterebbero li a fissarli, vuole una risposta, ma chissà quale sarà quella corretta. [Ref: https://static.zerochan.net/Kyouka.%28Princess.Connect%29.full.2736549.jpg]

15:30 Akainu:
  [Bosco] La reazione di lei se l'aspetta, essere additato come sciocco per aver espresso quel parere nate da una ben precisa frase, mettere in discussione il clan, mettere in discussione l'effettiva utilità dello stesso, non per denigrare quanto per questioni di potere. Se gli Uchiha non fossero in grado di dargli ciò di cui necessita, non esiterebbe un singolo momento a lasciarli andare, intraprendere una strada diversa ma così non è. Il clan di Sasuke ha tutto ciò che gli occorre, la forza, la fama, devono solo riemergere in quel tumulto di Kagegakure. Inspira ed espira lasciando al silenzio il compito di avvolgerli, di portare i loro pensieri a compimento perchè in quel frangente la vita di entrambi è in procinto di cambiare, divenire diversa rispetto al passato. Entrambi stanno affrontando un percorso, una crescita non indifferente pur su due strade totalmente opposte. Il clan viene accantonato, ella richiede una risposta in merito alla questione della Shinsengumi ma cosa mai può dirle? Non può ne sa capire quando qualcuno è adatto a quel ruolo <Una cosa è certa, la Shinsengumi ha tutte le carte in regola per portarti il più vicino possibile a ciò che cerchi> un altro dato di fatto <Arruolati, capisci le loro dinamiche e sfruttali a tuo vantaggio. Una volta ottenuti i mezzi per avere quel potere, a te la scelta di restare o continuare ad agire tra le loro fila> una soluzione a quel problema, ecco il suo consiglio. Inevitabilmente la mente si lascia andare ad un'immagine di lei in divisa, il respiro viene mozzato un singolo secondo, sicuramente non è qualcosa di consono al momento ne tanto meno casto però esso giunge, incontrollato, automatico. Le gote divengono leggermente rosse, un colorito appena accennato che cozza con il deturpamento del resto del viso ma un tintinnio improvviso riesce a distrarlo da simili pensieri. Le sopracciglia vengono completamente sollevate, smuove il viso alla ricerca di quel suono, la direzione ed esso si concretizza in una bambina estremamente piccola; non ne conosce l'età ma ad occhio e croce possiede meno di 10 anni. Schiude le labbra, stupito, una bimbetta vestita da gatto delle nevi in un periodo quanto mai adatto. Inevitabile lo sguardo lanciato alla volta di Kore, sorpreso, stupito, preso alla sprovvista <Ehm...> non ci sa fare con i bambini, cacciarla potrebbe urtarla <Dolcetto...?> risponderebbe ma ponendola come domanda alla stessa Sabaku, che fare? <Si risponde così?>. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

15:54 Utente anonimo:
 La propria determinazione in merito al clan sembra mantenere il silenzio, un nuovo compagno tra di loro, o perlomento, un antico amico di entrambi ma che ora ha un ingombrante spazio nella loro relazione. Si prende tempo quindi per accogliere quel consiglio sulla Shinsegumi, andando infine ad annure debolmente e tornando a scivolare con lo sguardo al dorso delle proprie mani. <Ci penso, ancora un po'. Tu come vanno le cose, sigillo a parte.Non mi hai più detto cosa ti serve di preciso.> Il parlare mantiene una propria cadenzata lentezza e la mancanza di osservazione diretta rende il rossore sulle guance di Akainu poco notabile, o almeno non dona impressione di averci fatto caso. Una bambina si avvicina loro, il periodo del resto è quello che è ma è la voce così altra e trillante che fa assottigliare le palpebre alla Sabaku occludendone lo sguardo per qualche momento come se avesse toccato le corde di qualche fastidioso ultrasuono, di quella creatura osserva le fattezze prima di incrociare lo sguardo preoccupato di Akainu. <Dipende.> Alla sua domanda esplicita. <Ce l'hai un dolcetto da darle almeno?> Domanda retorica in merito a quella risposta quando torna sulla bambina. <Dolcetto...> Soffia in conferma verso la giovincella sciogliendo le gambe dall'altro per voltarsi appena, la sua Sunodeki ha infatti iniziato ad animarsi, granelli e pochi che centellinano il tempo verso l'alto e la mano sinistra si porta dietro la schiena occultando quanto accade, cerca di agglomerare la sua sabbia nel palmo e nella forma di un tartufino al cioccolato, agitando il gomito come se lo stesse prendendo dalla tasca prima di far emergere il palmo e porgere il 'pegno' alla bambina. Ovviamente ad un occhio attento si vede che non è molto commestibile il suo costrutto ma se regge nei venti metri si sgretolerà e forse lo scherzetto l'avrà evitato. {Chk ON|Inn Attiva 2/4-Creazione Tartufino di sabbia 2/4}

Quegli occhi dorati, molto simili a quelli della Fennec si poggiano quasi estasiati sulla figura dell'Uchiha, un enorme sorriso le si stampa sulla faccia, un innocenza senza paragoni. << ODDIO MA SEI VESTITO ANCHE TU! >> Eh già, in fondo è una bambina, quelle ferite e cicatrici sul corpo dell'altro sono state interpretate come un mero travestimento, così che il moro sia stato preso in simpatia in automatico. Chissà se lui apprezzerà questa cosa o meno. << Il tuo vestito è bellissimo! >> Rincara la dose, con quegli occhietti che sembrano illuminati di immenso. La domanda è stata posta prima, nella speranza che uno dei due sia in grado di darle la risposta corretta. Il nostro ometto sembra decisamente spaesato, sembra che quell'esserino gattoso non sia in grado di gestirlo, si volta verso la compagna alla ricerca di aiuto ma nonostante tutto, ottiene una risposta, che non la soddisfa per nulla. Lo sguardo si rabbuia, sperava che almeno lui la capisse, dato che ha un travestimento molto sul pezzo. Ora quegli occhioni si spostano tutti sulla figura femminile, sperando che almeno lei riesca a dare una risposta che la micetta voglia sentire. Invece anche l'altra conferma quella scelta, sbagliata, riguardante il dolcetto. Però contrariamente a quel tipo travestito la biondina crea quello che dovrebbe sembrare un tartufino al cioccolato ma molto sabbioso. Quel blando tentativo di circuirla non va a buon fine, però fa tornare il sorriso sul faccino di quella bambina che aveva deciso di andare in giro a fare scherzi oggi, anche se per ora nessuno ha voluto aiutarla. Con un ditino andrebbe a toccare quel costrutto, abbastanza solido da non distruggersi, gli occhi dorati si illuminano per la sorpresa. << Sarebbe stato uno scherzo perfetto da fare! >> Il tono non è così acuto come all'inizio, forse perchè in fondo è rimasta delusa dalle scelte ma la coppia tutto sommato è stata più carina di tanti altri. << Sarà per la prossima volta, oggi volevo fare gli scherzi! >> Le manine giunte di fronte al corpo a trattenere quella borsetta vuota, mentre compone un breve inchino di saluto prima di allontanarsi. << Ciao! >> Inutile dire che non sarà possibile fermarla, scappa via in un lampo andando a importunare qualcun altro, però per lo meno ai due ha concesso un poco più di educazione. [Ref: https://static.zerochan.net/Kyouka.%28Princess.Connect%29.full.2736549.jpg][//END][//Andrà meglio la prossima volta! <3]

16:24 Akainu:
  [Bosco] La decisione da prendere è quanto mai difficile, impegnativa, sicuramente non qualcosa che si può fare dall'oggi al domani. Un passo importante quello di Kore <Comunque, qualunque sia la tua decisione, hai il mio appoggio> non può commettere gli stessi errori del passato, castrarla, impedire di essere se stessa in tutto e per tutto. Sta facendo tesoro di ogni singola chiacchierata, ogni singola volta in cui si vedono cerca di essere quanto meno migliore sotto qualche aspetto. Inspira ed espira, prima o poi avrebbero parlato anche di ciò che non potrebbe andare bene ma, per adesso, si limiti a supportarla in tutto e per tutto <L'altro giorno ho incontrato Katai e messo le cose in chiaro> iniziando a raccontarle un po' degli ultimi avvenimenti <Ora dovrebbe aver abbassato la cresta> ci spera in quello ma non sa come l'altro si sarebbe comportato in sua assenza, solo il tempo può dirlo <Ma ha tirato fuori qualcosa che mi ha sorpreso> inspira ed espira <Tu conosci per caso una certa Sango Ishiba? E un Matono Uchiha? Di quest'ultimo non mi ha detto nulla ma della prima, invece, ha fatto delle rivelazioni al quanto interessanti> il metterla al corrente prosegue senza sosta alcuna. Lei è l'unica che può sapere realmente tutto e verso la quale vuol dire tutto <Questa Sango ha partecipato alla grande guerra 10 anni fa, ha incontrato il Kokukage Kioshi e l'ha visto in azione e secondo Katai dovrebbe essere a conoscenza di alcuni segreti dello Sharingan> basta questa affermazione per portare l'altra a capire cosa voglia fare il genin in tal proposito. Si tratta di un'opportunità troppo ghiotta per lasciarsela scappare, un'occasione da cogliere al volo. Tace per ora, vuol udire il commento altrui su di essa <Non so neanche io cosa mi serva, so solo che tu hai capacità che io non possiedo. Come si imprime un suono dentro un fuda? O dentro qualcosa> lo chiede a lei, tra i due è lei in grado di saper utilizzare l'arte magica mentre lui può solamente sognarsela. In tutto questo l'arrivo della bambina li distrae portandoli a guardarla, come se non bastasse la marmocchia commenta proprio l'outfit del deturpato; labbra vengono schiuse, sorpresa sul di lui viso ed un tic all'occhio diviene manifesto, precisamente il sinistro salvo poi calmarsi a quel complimento. L'innocenza della bambina lo spiazza ampiamente, additato come bellissimo, davvero? Non incute timore? Non è inquietante per qualcuno di così piccolo e senza più calcolarla le verdi iridi si posano sulla Sabaku, nega con il capo alla di lei domanda osservandola creare un dolce fatto di pura sabbia ma niente da fare, quella bimba voleva fare uno scherzo. E' andata male, non che gli dispiaccia così tanto in fin dei conti ma lo stupore resta ampiamente <Kore> distogliendo per un momento lo sguardo per poi riportarlo, ne ricerca le dorate iridi, vuole la sua attenzione <Io ti piaccio ancora?> così, di punto in bianco, quella bambina l'ha portato a ciò. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

16:51 Utente anonimo:
 Ha l'appoggio di Akainu, o almeno questo afferma l'Uchiha ma il silenzio della Sabaku sembra lapidariamente dubitare dello stesso, si limita a squadrarlo senza dire nulla ed in qualche modo è l'ennesima volta in cui in questo modo dice più di quanto non traspaia. Accoglie quindi semplicemente gli ultimi avvenimenti osservando la bambina che si avvicinava sulla questione Katai. <Sì, anch'io ho incontrato Katai.> Ma del suo incontro non fa al momento altra menzione anche perchè sono interrotti proprio dalla bambina. Occhieggia Akainu al suo scambio con la bambina, cerca di scrutarne per vie silenziose ed imperscrutabili le reazioni, di fondo quella è solo una bambina ma anche Akainu non è nel suo range ideale di adulto probabilmente, eppure non interviene, prendendosi tempo con la mano dietro la schiena di comporre la sua finta caramella che vien proposta e...apprezzata pare. Lascia che la giovane possa toccare il costrutto resistente ma quando nomina lo scherzo perfetto solleva le spalle con fare poco convinto. <Lo sarebbe stato se te la fossi mangiata.> Nemmeno con i bambini la Sabaku sembra avere una qualche nota di dolcezza nella vocalità ma almeno a differenza di Akainu non è andata nel panico e sembra aver schivato la possibilità di ricevere un uovo in faccia, che poi fanno male le uova in faccia. <Ciao...> Mormora richiudendo il suo dolce con le dita ossute, uno sgretolare che affiora tra le stesse librando vagamente nell'aria e liberando il palmo, non si preoccupa tuttavia la Sabaku di richiamare all'ordine le proprie sabbie, lascia quel vortice inquieto e visibile in Sunodeki a rivelare che la propria innata, risvegliata, sia mantenuta mentre torna a torcere il viso e l'attenzione sull'altro. <La conosco una Sango, di sfuggita...L'ho incontrata la sera che ci siamo conosciuti, è stata gentile.> Poche sentenze e tutte piuttosto telegrafiche. <Non so altro. Non l'ho mai rivista dopo una missione, ma in quell'occasione fu messa ko e ho dovuto lavorare con tua cugina Iara.> Non ha modifiche nel tono della voce ma quel 'tua cugina' suona come un coltello intriso di sabbia e veleno, come può Akainu proporre che lei possa lasciare i Sabalu quando per il clan altrui sta sviluppando un qualcosa di tanto atavico? Sembra ripercorrere al rallentatore della mente la loro intera conversazione fissando il punto improprio dei suoi granelli sparsi nell'aria finchè non viene fatto il suo nome, rivede quelle iridi di smeraldo come se fosse la prima volta quel giorno, è uno strano modo il suo di portare rancore, il primo collegamento fatto ad un incontro è riguardato l'Uchiha in maniera così diretta e spontanea che sembra aver centellinato a quel giorno una sorta di conto del tempo, un Avanti Akainu e Dopo Akainu che colleziona eventi. <Si Akainu, tu mi piaci ancora e molto.> Determina con quella vaga accezione che è intrisa nel suo ritorno alla Magione, al silenzio, qualcosa che nel tempo trascorso si stava sradicando da lei è tornato prepotentemente nella sua vita ed è fatto di incapacità verbale. A dichiararsi sono i vortici sabbiosi nella Sunodeli, quella danza effimera del pugnetto di sabbia che era caramella in una serpentina agitata intorno alla base destra del suo collo, eppure si torce nuovamente per sollevare la gamba sinistra a frapporla contro quella dell'altro ripiegandola. <Perchè mi fai questa domanda?> Come se non fosse ovvio e legittimo da parte dell'altro, qualcosa che dovrebbe ammettere comunque prima a sè stessa ma che comunque si decide a chiedere allungando la mano sinistra oltre il proprio fianco verso quella dell'altro cercandone il contatto. <Sei tu il ninja di Oto, a me viene in mente solo un registratore, o una di quelle candele che iniziano a cantare buon compleanno quando le accendi... Posso sigillare qualcosa che suona dentro un fuda ma come intendi farlo suonare?> {Chk ON|Inn Attiva 61/65}

17:19 Akainu:
  [Bosco] Il silenzio di lei equivale a più di mille parole, non un buon segno quando tace in quel modo ed il passo per portare il tutto a frantumarsi è davvero breve, letteralmente ad un battito di ciglia. Sta sbagliando qualcosa, decisamente, non può essere altrimenti ed inevitabilmente il pensiero vola a come rimediare salvo poi essere distratto dal nome di Katai. Un incontro avvenuto anche con lei, non sa se prima o dopo il proprio, anzi, ora come ora l'altro potrebbe anche non essere più tra loro dati gli ultimi sviluppi. <E' ancora tutto intero?> chiede con una certa curiosità ma nel tono non vi è preoccupazione bensì a solo scopo informativo se l'abbia lasciato andare oppure l'abbia letteralmente preso a ceffoni fino al giorno del diciottesimo. Domande lecite da parte del deturpato ma la distrazione da parte della bambina porta un momento di ira funesta accompagnata da una piccola consapevolezza; si distraggono entrambi per qualche momento nell'osservarla andare via con un sorriso quasi contagioso se non fosse lui. Deglutisce, inghiotte grumi interi di saliva il genin nell'osservarla dileguarsi nella coltre del bosco alla ricerca di altri sfortunati venendo nuovamente lasciati da soli, liberi di affrontare ogni novità od aspetto di quella vita che stanno vivendo, fatta di decisioni e scelte che potrebbero cambiarli definitivamente, unirli e separarli. Le parla dell'Ishiba ed in tutta risposta ottiene una conferma, la conosce, incredibile ma vero ha incontrato proprio il suo obiettivo <Davvero? Le coincidenze si sprecano> si, una fortuita coincidenza che va a suo favore in questo caso <Com'è fatta? D'aspetto intendo> specifica meglio su ciò. Deve sapere com'è fatta, chi cercare senza andare a tentoni per tutta Kagegakure chiedendo ad ogni donna il proprio nome e cognome eppure coglie la frecciatina da parte di lei. Iara, ancora una volta è messa in mezzo a quella relazione, una donna che a quanto pare vive ancora nella mente della Sabaku <Continui con questa storia ma io non so neanche che aspetto abbia questa Iara> non l'ha mai incontrata, non sa come sia fatta e se non fosse per Kore, probabilmente non saprebbe neanche della sua esistenza all'interno del clan. Non gli interessa proseguire il discorso su quella donna, per quanto siano entrambi Uchiha, al momento rappresenta, ironicamente, solo un impiccio. Il rancore di Kore è palpabile, palese, fa quasi male perchè nonostante cerchi di recuperare si ritrova sempre in un bivio dove ogni decisione è cruciale ma in qualche modo, la propria domanda, riesce ad attirarne l'attenzione. Finalmente viene visto, le iridi s'incrociano, rivede la Kore di cui si è innamorato mesi orsono, forse per la prima volta dopo settimane anche lui la vede e la risposta scatena qualcosa. Il cuore batte più forte del normale, il calore del corpo aumenta, l'adrenalina si mischia all'agitazione, una conferma, un dubbio dissipato in maniera chiara e concisa. Non risponde alla richiesta di delucidazioni, non ce la fa, non vuole farlo ma al tocco, all'incrocio delle dita in quel semplice contatto, il deturpato scatta in avanti, cerca di avvicinarsi velocemente ad ella per apporre le labbra su quelle altrui. A differenza delle altre volte, il bacio non è trattenuto, non rappresenta una sorta di muta castità, bensì spinge il viso mettendovi intensità, entrambe le mani cercano di portarsi sull'altrui viso in quel gesto dettato dall'istinto, dall'emozione. Esso dura, forse più tempo del dovuto eppure non smetta, non cessa volendo mostrarle come ancora ella sia impressa non solo nella mente quanto nell'anima. Le iridi tornano in quelle dorate una volta ripresa la calma arrivando a scuotere il capo <Non un oggetto, un suono vero e proprio> rispondendo per poi distaccarsi, tornando al proprio posto senza però porsi distante quanto prima. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

17:45 Utente anonimo:
 La domanda di Akainu è legittima sullo stato di salute di Katai, effettivamente l'ha attaccato ma non ha intenzionalmente provato ad ucciderlo, anche se ha avuto tempo per pentirsene probabilmente. <Più o meno...Qualche ferita superficiale. Ma ha imparato le parole magiche da dire quando ci si rapporta alla gente per chiedere le cose, credo. Anche se dubito le riutilizzerà fuori dalla mia sabbia non credo possa dimenticarsene tanto facilmente.> La sua ammissione ha una freddezza reale, ha attaccato un genin a centro di piazza, cogliendolo alle spalle tra l'altro, eppure non entra nei dettagli lasciando solo intendere con fare placido la presenza di uno sconttro fisico tra i due. L'altro sembra interessato all'aspetto di Sango Ishiba ed il petto scarno si gonfia, incamera aria gettando fuori un sospiro sonoro tra le labbra sottili e scure. <Capelli rossi e tette grosse come il settantacinque percento della popolazione tra le mura, all'ingresso 15 anni fa devono aver fatto una selezione tipo ogni quattro rosse entra una mora.> Il brutto delle battute della Sabaku è che avendo la connotazione vocale di un dispositivo elettronico sembra tremendamente seria, in più in casi come questo non escludiamo del tutto che possa esserlo davvero. Il discorso Iara sembra essere un mero collaterale su cui nemmeno la fennec insiste oggettivamente limitando quella ricerca della mano ad un gesto che poteva voler risultare di conforto e che invece su Akainu sfocia in altra impellente reazione, una luce che appare vivida nei suoi occhi quando ne osserva ma non per questo annunciata in un bacio che all'inizio la coglie alla sprovvista come se stesse suvendo un'aggressione. La mano viene a mancare dal tocco ed il viso è trattenuto, ne incamera l'odore qualche momento prima di avere quel cedimento tanto familiare come la prima volta che l'arome dalla pelle altrui ne ha toccato i sensi alla piazza di Oto. In quel bacio si disperde un mugolio, un ritorno della mente su lidi che sta palesemente cercando a fatica di sradicare. La risposta del corpo è condizionata dal sentimento, qualcosa che non è concesso ad una arida razionalità e di cui ha perso il controllo, ogni volta impiega più tempo a rinnegare la mancanza di quel contatto ed ogni volta è peggio doversene attenere, le braccia infatti si sollevano cercando di allungarsi oltre le spalle dell'altro che torna a risponderle sul suono dopo quel contatto durato troppo, tra le labbra, eppure troppo poco a giudicare dal rinforzo delle braccia stesse intorno al corpo altrui che lasciano il corpo appena a trascinarsi in avanti sul retrocedere dell'altro stendendo la gamba sinistra che le è di ostacolo. <Un suono...> Ha smesso di pensarci ed è evidente, e certamente non ha un asso di briscola in tasca su una questione tanto chiara, forse ci penserà poi. Tenere il punto del proprio livore è un'impresa divenuta improvvisamente ed evidentemente troppo ardua per la Sabaku in questo momento, non riesce a trattenere l'affanno nel respiro oltre le fauci e se le parole sono divorate nella mente è solo una casualità del suo essere e sedimentare come una duna. Non è che non le piace il problema, sembra che le piaccia più di quanto non voglia, e se il cuore si mette in mezzo alle questioni di un Sabaku fa più danni di una chimera cieca. <Ci pensiamo, va bene, non...Non oggi.> {Chk ON|Inn Attiva}

18:08 Akainu:
  [Bosco] La domanda posta nei riguardi di Katai ha in se una certa ironia, impregnata della consapevolezza che tra i due non corra buon sangue ma mai avrebbe immaginato di un possibile vero attacco. Ha messo in guardia l'Uchiha da ciò, non l'avrebbe aiutato, non si sarebbe intromesso e ciò è effettivamente accaduto ma prima o dopo la loro conversazione, questo è un dilemma verso cui non pone domanda alcuna. Schiude le labbra con una certa sorpresa, preso abbastanza alla sprovvista si ritrova immerso nel suo silenzio <Io pensavo di essere stato aggressivo, adesso invece sono quello più gentile> ad ogni incontro con Katai, si superano diversi livelli, la prossima volta con molta probabilità l'avrebbe ritrovato senza qualche arto o senza lingua se parla ancora a sproposito. L'ironia abbonda in tutto questo, oramai il ragazzo risulta segnato, purtroppo o per fortuna, i rapporti con egli si sono incrinati, chi più, chi meno e va bene così. Inarca il destro sopracciglio, la descrizione di Sango risulta anonima, generalista, niente che possa identificarla veramente ma si lasci scappare un sorriso accompagnato da una risatina; dopo tutto quel tempo ne comprende l'ironia dietro quella maschera di serietà <Mi piaci anche per questo, sei unica> non uguale alla massa ma diversa, unica nel suo genere e diversa da tutte quante, esattamente come lui è diverso da tutti i ragazzi di quel villaggio <Ma non è molto su cui contare. Spero non ci siano troppe rosse ad Oto> altrimenti la ricerca sarebbe divenuta infinita, tediosa oltre ogni limite umano. Incredibile come per padroneggiare lo sharingan debba parlare con degli sconosciuti, con gente che nulla ha a che fare con il clan eppure sono portatori di segreti a lui sconosciuti. Questa storia deve venire meno, non può permettere che i segreti del clan vengano fatti circolare in questa maniera; avrebbe trovato un modo per risolvere questa storia un giorno, ciò che è degli Uchiha resta degli Uchiha, nessuno può conoscere senza il di lui permesso. Nella mente l'ideale di comando prende sempre più forma, un'idea ben precisa e forte per rendere la stirpe ancora una volta grandiosa. Il tutto finisce temporaneamente in secondo piano quando giunge la conferma da parte della Sabaku, il pensiero svanisce, agisce per puro istinto gettandosi addosso, prendendosi quel bacio con una certa forza, insinuandosi tra quelle labbra venendo accolto, avvinghiato dai di lei arti superiori. Un bacio lungo e desiderato, inconsapevole dei tentativi della ragazza di dimenticarlo, di renderlo meno importante. No, quella conferma è servita. Ciò che non ha fatto quel giorno a casa sua, lo sta facendo ora, si sta riprendendo ciò che è suo, la sua vita, la sua Kore e nient'altro si sarebbe rimesso in mezzo. Ogni discorso diviene futile, inutile, di poca importanza dinanzi a questo, anche lei lo comprende ritrovandosela vicina anche quando si allontana, braccia di lei oltre le proprie spalle ed ogni intenzione, ogni pensiero viene meno, l'attenzione è rivolto a tutt'altro. Il respiro ansima ora che gli occhi si sono incontrati, nuovamente possono guardarsi. Si allungano le braccia verso il di lei corpo, cerca di tirarla a se, stretta mentre le parole muoiono in gola. Veloce l'occhiata nei dintorni, il luogo è pubblico ma a quell'ora non c'è nessuno capace di infastidirli <Sei mia> diretto e veloce prima di tornare a baciarla insinuando la lingua tra le di lei labbra alla ricerca della controparte, palpebre socchiuse non riuscendo più a controllarsi, il corpo si muove totalmente da solo. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

10:51 Utente anonimo:
 Akainu si autoproclama al più gentile, non che la Sabaku ne nutrisse un dubbio reale, anzi dal modo in cui le labbra si arricciano come unico commento alla questione sembra apparirle persino lecito. Sta approdando con lentezza alla consapevolezza che sentire il sangue sulle sabbie di Sunodeki l'abbia confermata ad una vena di sadismo e sta cessando di dare alla sua sabbia tale colpa. Si dice che anche Gaara fosse spietato, invece di giustificarsene sta quasi iniziando ad ingogliosirsene intimamente, l'unico ostacolo di un desertico così ancestralmente legato ai suoi dogmi passa attraverso l'emotività e nel suo caso è un ostacolo tanto prossimo da poterne sentire l'odore. La descrizione di Sango, o quantomeno la reazione ottenuta di una risata, sembrano colpire maggiormente la fennec. <Beh però è vero.> Soffia come se dovesse confermare la cosa per esser presa abbastanza sul serio. <Oto si salva perchè delle more ogni 4 rosse almeno la metà erano Uchiha probabilmente.> Non sembra mollare il morso di quel colpo, la credenza di chi si affida con fermezza ad una idea per quanto astrusa allentando leggermente l'intreccio delle braccia nel consumare quelle parole ma senza abbandonarne del tutto la presa ottenuta nella vicinanza di quel contatto. Ogni vano tentativo di mantenere quel necessario distacco sembra divenire instabile nella vicinanza, un tallone d'Achille dato dai sensi che collidono, supplicano la cortesia dell'altro ma lo fanno in silenzio senza dimostrarne ma contrariandosi invece in un movimento morbido dei fianchi che si accoda tra le mani dell'altro, la gamba destra si scioglie quando l'altro l'attira a sè torcendo il busto nella sua direzione mentre le braccia cedono più morbidamente portando i palmi contro le scapole dell'altro quando le intenzioni convertono e portano Akainu a guardarsi intorno. La propria agitazione si riflette invece nei granelli di sabbia che continuano ad affiorare dalla Sunodeki vorticando nell'ambiente intorno a loro, promotore del suo conflitto è la sabbia, un vortice assai inquieto che sotto gli occhi smeraldo dell'altro sta iniziando a pastellarsi in chiazze sospese intorno a loro, un reticolo rado che sembra avere una struttura sferica quando quella presa di possesso altrui si fa palese. <Siamo in centro città.> Mormora cercandone lo sguardo in replica. <Ci stanno i bambini.> Un mormorio ansimato contro le labbra altrui che tornano in cerca delle proprie, parzialmente assecondate in un contatto lieve mentre quelle chiazze si estendono iniziando a delineare la loro presenza al centro di un diametro di due metri che coinvolge la Sunodeki e parte della panchina nel suo inglobarsi. Di bambini in effetti ne hanno appena vista una, il periodo è quello, ma la zona sembra occludersi tra le sue sabbie sempre più fittamente connesse in un velo leggero che inizia a dare completezza a quella sfera. <E i vecchi> Non solo i bambini, intervallati in una carezza che cede dalle labbra altrui ai propri intenti. <E i tossici.> Quando l'impasto delle sue sabbie è finalizzato ormai lo spessore di quella sfera è di circa 10 centimetri, il diametro che li vede centralmente è di due metri e agli occhi di quell'elenco non vi sarebbe che una sfera di sabbia dentro la quale il buio è sovrano se non per un ricircolo d'aria dalla parte inferiore della stessa dove si intravedono le gambe di Akainu oltre la panchina. <Davvero, qualsiasi cosa stai facendo smettila.> Le parole sono in contraddizione palese con il fatto che gli sia a cavalcioni e che la sua sabbia abbia impastato una cupola buia su di loro di un'ampiezza probabilmente nuova per l'altro, ormai oltre il raggio del singolo metro e solida a modo suo.{Chk ON | Inn Attiva | Sfera 2/4}

11:16 Akainu:
  [Bosco] Nulle sono le consapevolezze del deturpato per quanto riguarda la mente di Kore, non ha idea di quanto in questo momento stia divenendo più un ostacolo che altro eppure i propri intenti sono più che mai chiari, limpidi esattamente come ciò che desidera. Troppo tempo han passato stando lontano, troppo tempo separati da quella discussione, da quegli obiettivi che lentamente si stanno frapponendo tra loro; quando l'ha incontrata la prima volta ha giurato a se stesso di non renderla più importante del proprio desiderio eppure ciò sta venendo sempre meno. Averla al suo fianco in quel percorso, lungo quella strada intrisa di pericoli e difficoltà, renderla la compagna di un capo clan e di un Kage in futuro, colui in grado di riportare il vero ordine in quel di Otogakure grazie alla potenza sovrana degli Uchiha. Si lascia scappare una sottile risatina, insiste ancora con quella storia del proprio clan, batte il ferro caldo continuamente ed il desiderio di smentirla non sopraggiunge, d'altronde, in futuro lo scopo è quello. Gli Uchiha diventeranno nuovamente il clan principale, il punto di riferimento di tutto il villaggio, ogni via costernata da uno di loro a capo di qualcosa come è giusto che sia. Basta questo status, basta vivere in una condizione in cui devono adeguarsi ad essere come gli altri, non lo sono e mai lo saranno ma in tutto questo la concentrazione è su Kore, la ragazza è avvinghiata a se, la trattiene contro il proprio corpo, la stringe sentendo a propria volta la presa di lei sulle proprie scapole; messa a cavalcioni, dinanzi a tutto il bosco, con noncuranza, senza badare troppo a chi possa passare, almeno in parte. La coda dell'occhio s'avvede della presenza della sabbia, essa si agita, si solleva mostrandosi, segno di come quella situazione si stia insinuando in lei. Le proprie azioni non passa inosservate e quella sabbia sembra quasi muoversi in completa autonomia mentre egli avanza con quel bacio sempre più spinto, non intenzionato ad indietreggiare ricevendo si un ricambio ma anche una consapevolezza che quello che è un luogo pubblico; un fare contraddittorio proviene da lei il quale non ottiene altro che divertimento dal moro le cui labbra si estendono in un intimo sorriso <Non m'importa> unica risposta alla sequela di obiezioni con la decenza a farsi definitivamente benedire. Perchè interessarsi di chi possa esserci quando la sabbia stessa sta creando una cupola, una sfera spessa intorno a loro per ripararli dal mondo esterno? Il subconscio di Kore dimostra di essere più sincero di quanto ella non sia, le sue vere intenzioni, il vero spirito in quel frangente si manifesta tramite la sabbia <No, ho smesso per troppo tempo> una certa risolutezza in quelle parole andando a distaccare le labbra per un singolo momento, giusto il tempo di far incrociare le rispettivi iridi <Voglio la mia ragazza, la voglio con me, voglio seguirla e voglio che mi segua> ennesimo ricambio quello di Akainu, essere presenti nelle rispettive strade <Voglio che mi ami come amo lei> nel dire ciò le mano discendono sull'orlo inferiore del maglione cercando di insinuarsi al di sotto di esso per carezzare la nuda schiena, protetto dal buio e dalla copertura della sabbia <Amami, figlia di Gaara> sussurrando quelle paroline al di lei orecchio avvicinando il viso per poi tentare di rilasciarle una serie di baci sul collo. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

11:46 Utente anonimo:
 Nuovamente le risa di Akainu sembrano mettere in discussione la propria serietà riguardo al tema proposto, ma stavolta non controbatte nè riafferma quel concetto come in precedenza. Conosce parte delle ambizioni altrui ma non si è mai legata tanto intimamente a quel grande progetto, il suo si sarebbe dovuto limitare a tenersi lontana da ogni istinto di quel tarlo genetico fennec e le sta riuscendo male, ogni accrescita personale sta divenendo un passo in più fuori le mura, passi che ervba dopo erba finiranno a voler tornare alle sabbie aborigene ed è qualcosa che per lei sembra mappato in una follia familiare e nell'ossessione atavica per il Kazekage-sama, non diciamo neanche quale perchè di Kazekage ce n'è uno e come lui non c'è nessuno. La sfera intorno a loro sembra ormai un costrutto statico, un denso reticolo visibile dall'esterno come un pallone di sabbia largo due metri, quindi tutt'altro che discreto seppur al suo interno crei una discrezione di isolamento verso l'esterno. La negazione dell'altro coglie quella vicinanza, le parole ed i gesti, come uno schiaffo ai sensi più concreti e reali della sabbiosa, di quella luce smeraldo degli occhi altrui nel buio di quella cupola non intravede che un barlume quando il contatto visivo viene cercato. Mentre la mano di Akainu si insinua sotto il gilet di imbottitura leggera e la maglia percorrendo la pelle le sue richieste sono chiare, perentorie e non con il tono di una supplica, mentre quello che vuole lui è chiaro quel che lei desidera si mastica e trita tra gli istinti palesi e la rottura logica persistente di una reticenza silenziosa ed invisibile. Ma l'altro è un Uchiha, popolo rinomatamente bugiardo e laido, e sa pure di esserlo nominando un nome magico per la Sabaku che fatica a realizzare quanto sia letale per lei quella lama calda contro la cute, come se distinguesse il fiato di ogni lettera pronunciata del nome Gaara lungo il collo prima di concederne la carne in quei baci.<Sono qui.> Le dita si tendono, così come la muscolatura, ulteriore segnale fisico che quella risposta così concessa ed ansante non è lucida ma che i suoi muri auto imposti sono minati, bombardati, dalla presenza dell'altro senza che faccia realmente nulla per evitare che se ne approfitti. {Chk ON|sfera}

12:10 Akainu:
  [Bosco] Non vi è resistenza da parte della donna alle proprie parole, ai propri gesti, non lo scaccia ma l'accoglie ed è consapevole di aver usato un'arma a suo favore chiamandola in quel modo. La devozione nei confronti del vecchio Kazekage è tanta da parte di Kore, essere nominata sua figlia o una sua discendenza può portarle solamente orgoglio, fierezza eppure, negli intenti dell'Uchiha non vi sono doppi fini nascosti ne un subdolo intento. Ciò che proferisce lo desidera veramente ed ardentemente, riottenere quel rapporto, riottenere la loro vita. Un desiderio che non riesce a scemare perchè ella rappresenta l'unico, primo, vero barlume di felicità, di normalità e rinunciare a tutto ciò, per quanto egoista sia la sua pretesa, non lo vuole. La felicità donata da un rapporto umano, da un singolo tocco, una carezza, uno sguardo in cui vi sia disprezzo. Piccoli gesti che ella, a modo suo, ha saputo donargli, regalargli ma dopo tutte quelle parole, è la risposta a farlo desistere. La sequela di baci sul collo viene interrotta, la mente risulta pensante, è vero, è li ma lo desidera tutto quello? I gesti gridano di si, non si oppone, si lascia andare, soccombe lentamente. Deglutisce mantenendo la mano al di sotto del maglione, continuando quella carezza a contatto con la pelle, non cessando un contatto così intimo eppure le verdi iridi vengon portato su di lei, ricercano le dorate con una certa ansia. Non può avere dubbi o tentennamenti, non può mostrarsi debole od afflitto e solo quella sicurezza può portare i risultati sperati, solo quel modo di porsi può donar loro la definitiva speranza riaccendendo la flebile fiamma degli ultimi giorni. Inspira, espira pensando a cosa dire, o meglio, mettendo nell'ordine giusto le parole necessarie per sbloccare la situazione <So che sei qui> la vede, la sente persino fisicamente all'interno di quella sfera capace di isolarli da tutto e da tutti eppure non può fare a meno di sentire il seme del dubbio avanzare passo dopo passo <Ma lo vuoi?> impietosa domanda che pone, non a lei quanto a se stesso perchè la risposta potrebbe risultare negativa. Il piacere di lei espresso prima potrebbe non collidere con le esigenze, con i desideri momentanei <Kore, vuoi tornare ad essere la mia compagna, senza più vincoli?> chiedendolo quasi ufficialmente perchè è il quesito che per troppo tempo viene taciuto. Settimane sono passate, ha compreso i propri errori facendo tesoro di ogni conversazione. Ha compreso cosa è andato storto e pone particolarmente l'accento su quel vincoli. Non più vincolata ne frenata, senza alcun impedimento. Lo sguardo permane alto, non lo distoglie ne china il capo ma con la mancina, le dita ricercano un piccolo contatto con il di lei viso lasciandole una leggera carezza, affettuosa, morbida. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

12:57 Utente anonimo:
 Nella concessione debole del collo le labbra sono a portata dell'orecchio destro di Akainu, non fatica a sentirne tattilmente ed uditivamente il fiato ansante eppure lieve, contenuto in quella mente trincerata nel cedimento. La vicinanza di Akainu e le sue parole vanificano i suoi sforzi come una costosa bottiglia luminosa farebbe di fronte ad un alcolizzato che ha smesso e probabilmente quella rottura per quanto invisibile è comunque colta nell'altro, vi è quel tarlo che interrompe la carezza delle labbra cercandone nuovamente lo sguardo malgrado lo spazio assai ombroso in quella sfera sabbiosa, testimone unica di quelle carezze come di quelle parole. Le narici si dilatano, incorpora aria quando avviene quel distacco, la stessa che dal polmone si riversa oltre le labbra scure soffiando la vicinanza, tesa di una domanda che sente in arrivo ed infatti quelle parole sono formulate con la chiarezza che meritano. 'Lo vuoi?' domanda che meriterebbe una risposta altrettanto chiara, una risposta che viene deglutita, che saliva eccessivamente e poco lucidamente, sa in quel momento quanto la tentazione di rispondere a tutte le cose che vorrebbe stia propaginando quelle settimane di tentativo. Ora come allora, il tempo per la Sabaku è tornato ad essere un elemento cardine, manchevole e perfida seppur non volontariamente ha lasciato l'altro al dubbio di un recupero che invece lei ha meditato, persino sospinto, nel cercare di inquadrare e reticolare la presenza di Akainu come un ostacolo, di convergere la mancanza di lucidità dovuta ad un sentimento come una sua colpa ed anche in quel momento è frutto quella sfera di una colpa che è sua. Come rispondere a quella domanda sembra perdersi in un gemito strozzato, un silenzio che pesa persino a lei figurarsi all'altro se fosse abbastanza lungimirante da rendersene conto, nella trincerante educazione sabbiosa della Sabaku la presenza di Akainu è stata inquadrata, analizzata e giudicata come la sua debolezza. In sua vicinanza si sente come un essere che cammina con il cuore pulsante fuori dal petto ad un metro da sè, scoperto a qualsiasi attacco e vista, e quella debolezza che si è intrecciata al sentimento per lui va oltre la reciproca incapacità di dialogo, fa parte di una diversità quasi genetica, nativa. Spiegare in termini le sue riflessioni delle ultime settimane richiederebbe abilità oratorie di livello ciceronico e neanche quelle possiede la fennec da canto proprio, eppure non smette di volerlo, l'alito di quella domanda giunge nel modo e nel contesto più fragile delle sue volontà che sicuramente avrebbero maturamente preferito la maschera di uno schermo, come un adolescente in fuga dal dialogo stesso. Tutta quella imposizione e costrizione non è riuscita comunque a scalfire quanto desideri l'altro e sono passati ormai secondi di un silenzio pesantissimo da quella domanda, avvicinatasi al minuto di chi non riesce a mettere in calce sillabe e pensieri. L'unico adito reale di quanto vorrebbe semplicemente rispondere che lo vuole è continuamente la sabbia, una sabbia sempre più stretta intorno a loro difatti se dall'esterno restano quei due metri visibili di larghezza lo spessore sta continuando a prendere, granello dopo granello, via verso l'interno come se per tutta risposta la psiche della sabbiosa ci si volesse seppellire dentro, portandosi l'altro nel suo tumulo. Le braccia si allentano appena intorno alle spalle dell'altro quando cerca di riprendere il respiro che aveva dimenticato alla coscienza fino-motoria. <Io ti voglio...Tanto.> Troppo. è una realtà impellente. <Più ti voglio più l'idea di perderti manda in declino la mia vita, fuori da queste mura i Sabaku non avevano a che fare con gli Uchiha.> è tutto sbagliato, concettualmente e storicamente, c'è un motivo perchè le loro capacità emozionali sono tanto differenti eppure non sembra trovare parole migliori. <Non riesco a dirti di no, e non voglio che lo faccia tu per me>Una specifica non indifferente dopo la loro lite. <Io ti amo, sono confusa dalle conseguenze.> Il tempo misura il passato ma il futuro è un'incognita che una persona pragmatica come la Sabaku sembra faticare a inquadrare con una prospettiva radicalmente fondata e per un essere tanto saldo nelle sue posizioni quel conflitto è reale, visibile. {Chk ON|Sfera}

14:43 Akainu:
  [Bosco] Le domande che vengono poste sono ben più che lecite visto il periodo che stanno passando entrambi. I dubbi si sprecano uno dopo l'altro, dubbi incessanti sul destino, sul futuro di tutti e due in quel mondo perchè è di questo che si parla. Fare qualcosa richiede sacrifici di vario genere, dai più semplici ed innocui ai più complessi e sofferti; tra essi vi è la rinuncia ad una vita felice, alla Sabaku, rinunciare alla serenità per perseguire un obiettivo chiaro. Potrebbe farlo, lasciare andare tutti e concentrarsi esclusivamente sulle proprie manie di grandezza, assumere il comando, ottenere il potere che gli spetta ma lo sarebbe da solo, vivrebbe senza nessuno con cui condividere i propri successi. Può essere definita felicità questa? Per alcuni si, basta questo per risultare completi, appagati e soddisfatti ma dal canto suo, una volta provato il calore di un rapporto umano, una volta ottenuta la prova della sua normalità, non vi può rinunciare. Una scelta la sua che non può compiere in autonomia, per esserci deve essere voluto, la sua presenza non può essere a senso unico come un fantasma ma attiva e lo chiede, richiede una risposta a questo quesito che sta tartassando la di lui mente ma non solo. Il tempo passa, una risposta è dovuta, le speranze devono morire oppure quella fiamma può tornare a bruciare e la luce risplendere? Sa cosa vuole, ora spetta all'altra ed in principio, ciò che ottiene è il silenzio pressante di quegli ultimi giorni. La voce di entrambi si assenta, il silenzio, il vuoto che li sta inglobando diviene pesante; basterebbe questo per capire le reali intenzioni di qualcuno ma i gesti contraddicono quel mutismo, non può essere così crudele da acconsentire a toccarlo, a passare quel momento di intimità con lui senza volerlo realmente. L'illusione non si manifesta solo attraverso i genjutsu ma anche tramite gesti, parole e movenze ed in quel momento, tra i due, l'artefice della tanto temuta illusione è proprio la Sabaku. Terribile, pericolosa, il cuore prende a battere violentemente, il petto comincia a far male, un dolore insostenibile ed in egual modo anche il respiro comincia ad affannarsi pur mantenendo serrate le labbra. Ci sta mettendo troppo tempo, non può avere così tanti dubbi, non dopo tutti quei giorni per pensare e capire. Sta per parlare, non per convincerla, se non proferisce parola alcuna, vuol dire che la decisione è presa ma non ha la forza di comunicarla. Schiude le labbra prima di udire quella confessione. E' voluto, tanto, così comincia ma ciò non significa nulla ma più si scava in quella mente, più emergono i motivi di tanta difficoltà; la paura di una perdita governa la mente altrui, comprensibile, chi meglio di lui può capirla? Il volere di lei di uscire dalle mura lo fa impazzire, lo rende preoccupato più di ogni altra cosa. Tace non interrompendo quel fiume di parole, il non riuscire a dire no, non volere che sia l'altro a farlo. Sospira lasciando morire le parole, mantenendo alto quel silenzio per interi secondi cercando con cura le parole da proferire, quelle più adatte alla situazione <Gli Uchiha provano emozioni più intense rispetto agli altri, è una nostra caratteristica. Non so bene perchè ne da cosa derivi ma so che è così> schiarisce la voce per quanto possibile <Quando amano lo fanno con tutto loro stessi divenendo preda di quel sentimento> inspira, espira <Anche io ti amo, così tanto da trovare difficile distaccarmi> e ci ha provato all'inizio di quella relazione, ci ha provato profondamente ma senza successo alcuno <Non so quali saranno le conseguenze, so che le affronteremo insieme e che non permetterò a niente e nessuno di portarti via da me> quella è una promessa <Nessuno si frapporrà, neanche il mio clan e se qualcuno di loro dovesse farlo non esiterò a piegarlo al mio volere> nessuno in quel mondo può privarlo di lei, se deve farlo qualcuno, allora deve essere lui stesso. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

15:09 Utente anonimo:
 Concepisce la grevità del suo comportamento, non è così egoista nè così immatura in fondo da non comprendere quanto per l'altro sia straziante, è del romanticismo che manca, di empatia probabilmente in più occasioni, ma non di senno e sensatezza, quelli sono il suo punto forte, il cardine di una motivazione rigida come una bara sepolta, alla fine lo sfrozo logico a produrre suono ha dovuto trovarlo, possederlo, forse non con le parole migliori ma nemmeno con le peggiori che ha riservato alla loro lite. Quando però è l'altro a parlare il fiato è rotto, cessa di respirare e persino un battito viene a mancare così lungamente che sembra di poterlo sentire come una rottura nelle proprie sabbie ancora richiuse in una cupola che dall'esterno sta iniziando a disperdersi ed agitarsi. Non mantiene quella inamovibile forma ma lo fa al di fuori del visibile nelle ombre al proprio interno inizialmente. Le parole altrui sono preoccupanti, prendersi il cuore di qualcuno significa sapersene prendere cura e lei è un pessimo medico in quel frangente, ha intrapreso una direzione così sbagliata che si sente uno Yeti con un calice di cristallo da tenere per i mignoli. Prendersi cura di quel senso di possesso determinato dell'altro sembra essere qualcosa che va oltre le sue possibilità e solo parte della sua sabbia batte in ritirata nella propria giara a quelle dichiarazioni, disperdendo un vorticare invisibile ormai a notte inoltrata ma imprevedibile di granelli nello spazio che torna a circondarli. Provare emozioni apertamente è qualcosa che va contro lo stile di vita di un vero Sabaku, figurarsi dover accettare quelle dichiaratamente intense. <Ti ho detto una mia difficoltà poco fa, e la prima cosa che hai pensato di dirmi è di lasciare il mio clan, capisci che questa è la prima cosa che ti viene in mente?> Approda a cercare di formulare quantomeno il concetto di conseguenze che hanno le promesse. <Non ti chiederei mai di farlo, ma ogni volta che parli degli Uchiha sembra quasi che li detesti, dal giorno in cui ti ho conosciuto. Io sono un Sabaku, sono nata Sabaku e morirò Sabaku, cosa mi resta se un giorno la tua presunzione dovesse averla vinta?> Quel tradizionalismo atavico, persino retrogrado già mostrato in passato, emerge come la problematica dei pensieri sconnessi di quelle settimane, il sentimento tanto temuto influenza non solo le persone, influenza le scelte, influenza le idee. Sembra che la bionda pecchi di individualismo, lei è un pacchetto, è un ideale formato e disciplinato con sacrificio e tempo, temprato dalla lentezza delle proprie perdite familiari ed affettive non nell'odio ma nel rancore sepolto. Conosce l'Uchiha le sue tendenze alla fissazione abbastanza intimamente da comprendere quanto la fennec ne stia sviluppando una in quel tentativo di distacco terreno e materiale, un progetto che sembra risultato troppo ambizioso e che si scontra con desideri e volontà che mettono in conflitto la sabbiosa con sè stessa. Le braccia si ammorbidiscono, ritrovato lo spazio tornano a sciogliersi come se giudicassero inappropriata la loro presenza eppure non si distacca, lo sguardo cala sulla propria mano destra che ripercorrendo la spalla sinistra dell'Uchiha discende con lentezza verso il basso poggiando contro il petto. Nuovamente le parole sembrano annodate tra le labbra della Sabaku. Continuare ad imporre il proprio pensiero non lo renderà nè falso nè vero, perseverare nel ripeterlo non la sta mandando via nè avvicinando, ma quel vorticare continuo è troppo instabile, quella mancanza di concreto è troppo destabilizzante. <Definisci vincoli.> Sembra riprendere quelle parole con improvvisa impellenza di qualcosa di fattuale per assestare una libreria in disordine nella sua mente.{Chk ON, Inn Sfera Sgretolamento}

15:43 Akainu:
  [Bosco] Capire quando si sbaglia è tremendamente difficile, ci sta lavorando su giorno dopo giorno per evitare di commettere quegli errori, di sbagliare ulteriormente negli stessi punti. Se lo fa non se ne accorge minimamente e forse proprio per questo la conversazione diviene sempre più difficile man mano che procede perchè le domande si fanno più difficili, le risposte complesse e complicate. Le parole hanno una pesantezza non indifferente in questo momento, ogni singola sillaba risulta fatale, distruttiva. La tecnica di lei manifesta quelle emozioni non dette, la sfera si restringe, parte di essa si sgretola volendo comunicare sensazioni che il genin deve imparare a notare, ad interpretare per poter essere un tutt'uno con l'altra. La sabbia è la chiave della comprensione, l'unica cosa in grado di mostrargli la vera Kore o meglio, quello che ella sta provando in quel dato momento. Deglutisce nel sentirsi rinfacciato un concetto sbagliato, un concetto che non ha mai espresso in quel modo; per un singolo attimo le labbra si schiudono, comincia a comprendere a cosa si devono molte cose. Non sono solo suoi errori bensì anche incomprensioni da parte della ragazza e sono quelle a peggiorare ogni cosa <Io non stavo intendendo quello> specifica stranito <Ho detto che se non riesci a progredire con i Sabaku, puoi cercare altre vie ma ciò non vuol dire abbandonare il clan o i suoi ideali> provando a spiegarsi meglio, dandole la precisa idea di cosa intenda ma ancora una volta l'incomprensione si frappone mettendo ulteriore difficoltà tra di loro <Sai da cosa deriva il mio astio e il mio desiderio di rivalsa> ne hanno parlato in passato, più e più volte e non vuole ritornare sull'argomento, non è il momento <La mia presunzione non l'avrà mai vinta, non per quanto riguarda noi due. Io sono fiero di chi sei, sono fiero del tuo essere Sabaku e non lo cambierei con niente al mondo, neanche per tutte quelle rosse che dici di vedere> si, poco gli importa del resto del genere femminile, Kagegakure gli ha già dato la donna che desidera e non può chiedere di meglio ne vuole farlo. Con la coda dell'occhio osserva il braccio di lei discendere, lasciare la presa per concentrarsi sul cuore; il contatto con il proprio petto viene sentito, non glielo impedisce ma dal canto suo non cessa quella posizione mantenendo la mano al di sotto della maglia come se temesse di vederla andare via, vederla scappare lontano da se senza mai più tornare. Vengono riprese le parole precedenti, quei vincoli richiedono spiegazioni <Non ti sentirai più trattenuta da me, non lo volevo prima e ora che so di averlo fatto, lo voglio ancora di meno. Non ti impedirò di fare nulla ne ti impedirò di seguire chi sei perchè sono il primo ad amarti per ciò che sei realmente> prende una piccola pausa <Questo non vuol dire che starò in silenzio ne smetterò di dirti come la penso ma ti seguirò e supporterò, sempre, per quanto pericolose possano essere le tue decisioni, avrai il mio aiuto> lo definisce meglio che può, senza troppi giri di parole. Non supplica, non l'ha mai fatto ne inizia ora, semplicemente, espone le proprie intenzioni. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

16:15 Utente anonimo:
 Non ne affronta il viso, mentre l'ascolta, mantenendo gli occhi ora assai più visibili contro il dorso della propria mano destra lasciando nuovamente all'altro il coltello dalla parte della lama di doversi spiegare, continuando quasi a pretendere qualcosa che lei non è capace di offrire. Le dichiarazioni che l'avevano preceduta sono trincerate alla sua memoria, una constatazione di emotività che lei non sa affrontare nè prendere per mano, se le si mette di fronte il dover accogliere un'ammissione come quella posta, un'intensità di possesso così apertamente detta, lei sembra un indiano che prende in mano i sassi della sauna svedese e s'accorge che sono caldi. Quando risolleva gli occhi le rosse sono tornate sul pezzo, cerca uno stralcio dello smeraldo altrui con fare improvviso incanalando aria con un dilatare nervoso delle narici che sembra accordarsi alle sue sabbie. Lo sta guardando in tralice ma lo lascia parlare, esprimersi, prima di abbassare la testa cercandone la fronte contro la propria espirando quasi sonoramente. <Ti è mai venuto in mente che non è la questione delle rosse nè di nessuno?Magari non c'è un qualcuno, semplicemente se non ci fossi tu non vorrei comunque nessuno...Non è questione di sostituire le persone.>Dinoccola quel minimo di concetto maturo di risposta alle parole dell'altro inarcando al schiena contro la mano che peraltro è ancora contro la stessa a carne viva. Quella conversazione inizia a farla sentire come un calzino nel cassetto delle mutande, è fuoriposto, non sa esprimere quello che vuole e continua a soffocarsi con cose che non intende intenzionalmente dire e che non stanno portando a nulla se non disagio, riuscire a comprendere quanto l'altro dice non agevola la cosa, quando allunga il braccio sinistro ad appoggiarsi sull'altro sembra quasi risentire di fisica stanchezza in quella conversazione.<Va bene.> Concede come se avesse trovato un qualche atto risolutivo, rivedendo il terrore di Akainu alla vista della bambina come se fosse poco fa, ah lo è. <Metti avessimo dei figli...> Ne cerca lo sguardo come se avesse appena lanciato il proiettile più letale del suo arsenale, a quello sembra consapevole che l'altro non possa controbattere, getta lì quello che è un ultimo granello di veleno, un autolesionismo che ha dell'eccesso persino per lei in una domanda che suona così morta che se ne vede tutta la costruzione di un tono poco fermo. <Ci sono per te, Akainu, ci sarei comunque.> {Chk ON, Inn}

16:44 Akainu:
  [Bosco] Perdura il silenzio tra i due dopo le parole del deturpato, un silenzio fastidioso, in grado di ferire più delle parole stesse. Non trovano una quadra, qualcosa non sta funzionando, le parole spese sono tante ed i dubbi in evidenza molti, più di quanti una persona normale possa realmente farsene. Inspira ed espira tacendo in maniera definitiva, anche la destrorsa adesso si abbassa leggermente fuoriuscendo da sotto il maglione, mettendo fine a quel contatto, non perchè non lo desidera ma per la pesantezza del tutto, per il suo essere divenuto totalmente fuori luogo. Una semplice passeggiata si è trasformata in qualcosa di astioso, di arduo, in grado di stancare entrambi più di quanto si pensi. Il capo viene posto contro quello altrui, vi si poggia lentamente, senza forza con un respiro ancor più affannato, adesso davvero indeciso su cosa fare e come reagire. Le parole sono finite, non ha molto altro da dire a loro favore e sicuramente non vuole convincerla. Ciò a cui ella si attacca lo comprende ma forse si tratta nuovamente di un'incomprensione <Lo so, è solo un esempio> null'altro vien detto in merito a ciò, continuare a battere sulle rosse seve a nulla ma percepisce in lei la stanchezza. La sente come sua ma tagliare qui l'argomento vuol dire obbligatoriamente riprenderlo in futuro per trovare un punto, mettercelo definitivamente; non possono andare avanti così, non possono sostenere un rapporto di cui non si conosce nemmeno l'entità o la natura. Possono continuare a vedersi ma non avere ancora cose in sospeso, esse vanno messe in chiaro, lo sa lui, lo sa lei ed è per il bene di entrambi. Deglutisce, inghiotte grumi interi di saliva prima di ricevere una freccia diritta al cuore; essa penetra il muscolo cardiaco il quale si spegne prima di riprendere a battere furiosamente, agitato, preso in contropiede da quel possibile evento. Le labbra tremano, e adesso? I figlio sono un freno a qualunque cosa, con essi lei non potrebbe più fare nulla di tutto ciò e neanche lui <Avere figli...> le parole tremano, strizza gli occhi per trovare la forza di rispondere senza mostrare la troppa agitazione dentro di se <...sarà perchè l'abbiamo deciso e voluto, fra tempo...molto tempo> adesso sicuramente no, ha comunque un'età piuttosto bassa per pensare alla genitorialità ma entrambi sanno come nessuno dei due sia attualmente pronto per ciò, il rischio, difatti, non sussiste, ne la volontà. E' vero, lo sa quello ma tale frase nasconde in se un'ulteriore significato, uno ancor più pesante <Anche io per te> replica si ma l'esserci vuol dire non avere più un noi molte volte. [Katana][Portaoggetti: Spada di chakra | Arco di chakra]

16:58 Utente anonimo:
 Le parole di Akainu sulle rosse sono spente a quanto pare, accetta l'esempio come tale e non vi ribatte, non volontariamente almeno conscia di quanto quella conversazione sta districando nodi sempre nuovi e sempre più contorto. La freccia ha invece colpito nel posto giusto, nota il tendersi altrui così come l'annaspare dell'espressione. La risposta di Akainu mostra chiaramente come non abbia eccepito il nocciolo della domanda, che certo non è smettere a tradimento coi contraccettivi, ma se sa battere il chiodo quando è caldo sembra sapere anche quando batterlo diventa stupido. Quel contatto sulla schiena è venuto a mancare e lei sotto sotto ne sta vivendo la privazione, pure la sua sabbia si annichilisce come se l'animo volesse arretrare sui suoi passi, conscia di quanto il mancato contatto sia la dimostrazione di un passo indietro invece che di uno avanti. Non distoglie tuttavia la man dal contatto con il petto altrui. <Voglio stare con te Akainu, forse non so amarti come ami tu.> La richiesta postale inizialmente non è dimenticata, sinonimo di quelle volte in cui la Sabaku pare girare intorno alle cose prima di riprenderle. <Possiamo risolvere i problemi quando si presenteranno e saranno tali?> Il bisogno concreto di presente emerge, quella sua destabilizzazione su una finestra futura si fa spazio. Il presente non ha un problema effettivo da risolvere, stanno litigando su reciproche congetture quello che è avvenuto è stato risolto, sviscerato, appagato, è l'animo che non ha sepolto del tutto il cadavere di quella lite, un cadavere ingombrante che si chiama Uchiha, nell'interezza concettuale che per lei inizia ad avere non Akainu quanto il clan intero. <Sto male senza di te.>Sfrega appena la fronte in quel contatto. <Tu hai la tua ragazza, non ho mai smesso di essere la tua ragazza nè di amarti.> Nuovamente il respiro si rigetta pesante, inala l'odore di quella vicinanza come una droga che ne trattiene la lucidità. Ogni distanza per lei ora è un passo indietro in un pensiero che vorrebbe negarsi. Ma non è una risposta che riguarda solo lei, serve che il suo passo avanti non veda l'altro costantemente preoccupato di calpestare le uova e questo pare comprenderlo. <Se proprio vuoi farlo all'aperto ci sono posti meno al centro di tutto il mondoverso.> Pronuncia premendo appena il palmo contro il suo petto come i cani che reclamano cibo a tavola. Lascia che sia lui a esprimere una risposta stavolta, ma risponde alle domande che le erano state poste {se end}

17:19 Akainu:
  [Bosco] Un passo indietro, uno in avanti, i contatti vengono meno e l'indecisione prende possesso della mente del deturpato. Sapersi districare in quel mare di problemi, di parole ma quando giunge la sua decisione, resta interdetto, un attimo interdetto sulla questione amore. Solleva entrambe le braccia, i palmi delle mani si adagiano sul viso di lei, ne carezza le gote, il sorriso sul viso del genin viene leggermente ampliato, si sforza di mostrare un'espressione più felice possibile ma sorridere gli risulta un qualcosa difficile da fare e non importa se è contento o felice. Non importa nulla, fatica sempre e comunque ma con lei si sforza <Ama come ama Kore, non come Akainu. Sii te stessa, non è di Akainu che sono innamorato dopotutto, no?> altrimenti come compagna di vita avrebbe probabilmente uno specchio, forse più di uno per ammirarsi completamente. Non è questo il caso, si farebbe schifo da solo guardandosi allo specchio, non si apprezzerebbe neanche per un po' <Si> nulla da aggiungere. Parlare di problemi futuri, fasciarsi la testa prima che le cose accadano è solo un modo per allontanarsi; parlare del futuro, dell'ignoto, non è mai salutare, non è mai qualcosa che porta avanti la vita di qualcuno bensì l'arresta. Oramai non c'è molto da dire, hanno detto tutto il possibile, affrontato ogni singolo argomento di quella litigata avvenuta, è abbastanza? Solo il tempo può dirlo, vivere avrebbe donato loro le risposte necessarie affinché possano trovare una quadra. Mantiene i palmi contro il di lei viso così come la fronte contro l'altrui, ingloba le di lei fattezze tenendole per se, rendendole solamente sue e private <Non ho mai smesso di amarti, non ho mai smesso di essere tuo> un dolore reciproco, una sofferenza condivisa per una distanza messa, per una divergenza continua di pensieri. Stanno male, questo è certo, privandosi l'uno dell'altra li sta uccidendo, combattuti su tutto quanto, sull'intera vita, sul futuro di una simile relazione e di dove esse potrebbe portarli ma incredibilmente si ritrova a ridere in un moto di divertimento, seppur piccolo. E' vero, sono in un luogo pubblico, alla mercè di chiunque e quella frase riesce ad essere ironica, divertente, capace di distruggere la tensione, capace di mostrargli nuovamente la Kore che ama <Vieni allora, conosco un posto> nel dire ciò la mancina ricade cercandone la mano, la prende, la stringe ma non prima di essersi preso un bacio. Un singolo bacio per poi attendere che la tecnica venga meno per alzarsi dalla panchina e portarla in quel luogo all'aperto da lui conosciuto, più appartato e meno in vista. [Se END]

Kore ed Akainu si vedono dopo settimane per chiarire lo stato della loro relazione, nell’ennesima discussione sono anche brevemente interrotti da una bambina simpatica, alla fine decidono comunque di continuare a stare insieme ed evitare per il momento questioni future che non si sono ancora presentate